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Sacerdote si scaglia contro la massoneria: «si oppone alla Chiesa cattolica e ha la sua caduta come uno dei suoi obiettivi»

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Il vicario generale della diocesi di Evansville, Indiana, ha ricordato con forza ai cattolici che la Chiesa non consente ai suoi membri di aderire alle logge massoniche. Lo riporta il sito canadese Lifesitenews.

 

«Non possiamo sostenere le organizzazioni … che si oppongono alla Chiesa cattolica e hanno la sua caduta come uno dei loro obiettivi», afferma padre Alex Zenthoefer ha spiegato in The Message, il giornale della diocesi, all’inizio di questo mese.

 

Padre Zenthoefer ha detto al sito Lifesitenews che un numero crescente di laici si è avvicinato a lui negli ultimi mesi informandolo che sono massoni.

 

«Su richiesta di alcuni fedeli… ho scritto questo articolo, in primo luogo, con l’intenzione di aiutare le persone a prendere coscienza dei principi della massoneria» ha dichiarato il sacerdote, che opera nella zona dell’Indiana dove nel XX secolo furono attive numerose figure di spicco del Ku Klux Klan. Secondo quanto riportato, i massoni avrebbero messo radici nello Stato già ai primi dell’Ottocento, con persistenti oggidì oltre 400 logge e 50 mila «fratelli».

 

 

La massoneria è stata condannata da più di sette papi nel corso della storia della Chiesa, a cominciare da Clemente XII nel 1738. Tuttavia, il Codice di diritto canonico del 1983 rivisto non ne faceva esplicita menzione. Il precedente Codice di diritto canonico del 1917, invece, puniva i cattolici con la scomunica automatica se ritenuti colpevoli di associazione con la massoneria.

 

Nel novembre del 1983, il Cardinale Joseph Ratzinger, che prestava servizio come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, emanò una «Dichiarazione sulle Associazioni massoniche» che cercava di chiarire l’omissione. Il «giudizio negativo» della Chiesa nei confronti della Massoneria «rimane immutato», ha detto. Ogni cattolico che diventa massone è «in uno stato di peccato grave e non può ricevere la Santa Comunione». La scomunica per i «liberi muratori», dunque, è ribadita.

 

Nel suo articolo sul giornale diocesano, don Zenthoefer fa riferimento alla dichiarazione di Ratzinger del 1983 per sostenere la sua conclusione secondo cui esiste una «esplicita ostilità nella tradizione massonica nei confronti della Chiesa cattolica».

 

Il sacerdote indica quindi anche quelli che crede siano tre problemi principali con la Massoneria, il primo è che «sminuisce il ruolo della fede e propone un fondamento alternativo per vivere la propria vita».

 

«Durante il rito di iniziazione – scrive padre Zenthoefer – il candidato esprime il desiderio di cercare la “luce”, ed è assicurato che riceverà la luce dell’istruzione spirituale che non potrebbe ricevere in un’altra Chiesa, e che otterrà il riposo eterno nella “loggia celeste” se vive e muore secondo i principi massonici. Tale secolarismo mette i membri a rischio di perdere di vista Gesù Cristo come Signore della vita e della salvezza».

 

Il secondo punto è che i rituali massonici mettono i cattolici in contrasto con la loro fede.

 

«Poiché la massoneria coinvolge non cristiani, l’uso del nome di Gesù è proibito all’interno della loggia. Quando si raggiunge il 30° grado nella gerarchia massonica, chiamato Kadosh, la persona schiaccia con il piede la tiara papale e la corona reale, e giura di liberare l’umanità “dalla schiavitù del dispotismo e dalla schiavitù della tirannia spirituale». Dei rituali inquietanti della framassoneria Renovatio 21 ha scritto in passato.

 

L’ultimo problema menzionato da Zenthoefer è l’odio che i leader massonici nutrono per la Chiesa.

 

«C’è un’esplicita ostilità nella tradizione massonica nei confronti della Chiesa cattolica. Negli Stati Uniti, uno dei leader della massoneria, il generale Albert Pike (morto nel 1891) definì il papato “un nemico mortale e infido” e scrisse: “Il papato è stato per mille anni il torturatore e la maledizione di l’umanità, l’impostura più spudorata, nella sua pretesa di potere spirituale di tutte le età”. Tali parole, insieme ai riti massonici, illustrano una divisione reale e inconciliabile tra cattolicesimo e massoneria».

 

Come riportato da Renovatio 21 quando un paio di anni fa Black Lives Matter ne tirò giù inconsapevolmente la statua, il Pike (sospetto fondatore del Ku Klux Klan e unico militare confederato ad essere commemorato con una statua, tirata giù un paio di anni fa da Black Lives Matter) sarebbe stato – secondo documenti messi in dubbio da alcuni storici – corrispondente di Giuseppe Mazzini, ipermassone terrorista al soldo di Londra e di altri poteri oscuri che è riuscito nella grande combo di essere considerato «padre della patria» dell’Italia unita (che ancora gli dedica piazze e vie centrali) e a morire latitante – evidentemente era più coperto di Bin Laden o Messina Denaro.

 

Nella sorprendente corrispondenza tra Pike e Mazzini, è ben delineata l’idea di provocare guerre mondiali per spazzar via la religione cristiana e sostituirla con un culto illuminista dai tratti satanici.

 

«La prima Guerra Mondiale doveva essere combattuta per consentire agli “Illuminati” di abbattere il potere degli zar in Russia e trasformare questo paese nella fortezza del comunismo ateo» riassume il commodoro della marina canadese William Guy Carr nel libro Pawns in the Game. «Le divergenze suscitate dagli agenti degli “Illuminati” fra Impero britannico e tedesco furono usate per fomentare questa guerra. Dopo che la guerra ebbe fine si doveva edificare il comunismo e utilizzarlo per distruggere altri governi e indebolire le religioni» scrive Carr.

 

L’afflato religioso di questo processo di trasformazione storica è leggibile direttamente nelle lettere tra i due massoni.

 

«Dobbiamo creare un Rito superiore che rimarrà ignoto – scrive Mazzini a Pike il 22 gennaio 1870 – al quale apparterranno quei massoni di alto Grado che sceglieremo. Nei confronti dei nostri Fratelli in Massoneria, questi uomini dovranno impegnarsi alla segretezza più severa (…) attraverso questo Rito supremo governeremo ogni Massoneria, ed esso diverrà l’unico centro internazionale, il più potente perché la sua direzione sarà sconosciuta (…) allora ovunque i cittadini (…) e la moltitudine disingannata dal cristianesimo, i cui adoratori saranno da quel momento privi di orientamento alla ricerca di un ideale, senza più sapere ove dirigere l’adorazione, riceveranno la vera luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero rivelata finalmente alla vista del pubblico, manifestazione alla quale seguirà la distruzione della Cristianità e dell’ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo!»

 

Le denunce papali della massoneria erano un evento comune nella Chiesa prima del Concilio Vaticano II. L’enciclica Humanum Genus di Papa Leone XIII del 1884 è forse la più nota. In esso, definisce la massoneria una «piaga fatale» il cui «scopo ultimo» è «il totale rovesciamento di quell’intero ordine religioso e politico del mondo che l’insegnamento cristiano ha prodotto».

 

Interrogato sull’argomento, tuttavia, padre Zenthoefer non ha dato una risposta netta all’infiltrazione della massoneria nella chiesa cattolica.

 

Come riportato da Renovatio 21, una conferma abbastanza netta potrebbe arrivare dalle ultime dichiarazioni della sorella dello spericolato giornalista Mino Pecorelli, trucidato nel marzo 1979 quando – sostiene la signora – stava per andare in Vaticano a consegnare al papa l’elenco dei membri di una vera e propria loggia massonica vaticana, con nomi di cardinale e vescovi, pubblicata dalla sua rivista OP qualche tempo prima.

 

A sostenere l’influenza massonica sulla chiesa del Novecento fu l’arcivescovo francese Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, che ha sostenuto come nei decenni successivi al Concilio Vaticano II l’abbraccio da parte del Concilio della libertà religiosa, dell’ecumenismo e della collegialità fosse un’implicita approvazione da parte della Chiesa dei principi massonici di libertà, uguaglianza, e fraternità.

 

Il sacerdote cattolico americano Charles Murr, l’autore del libro Murder in the 33rd Degree («Assassinio al 33° grado»), crede che nel 1978 Papa Giovanni Paolo I sia stato assassinato da forze massoniche, scrivendo che il monsignor Annibale Bugnini, il principale architetto del «nuova messa» negli anni ’60 con cui si sostituiva il rito tridentino, apparteneva a una loggia massonica.

 

Tuttavia, dall’elezione al Soglio di Bergoglio una fase di affetto caloroso verso la chiesa pare essere scoppiata nei cuori dei massoni, ammesso che li abbiano, anche fuori da quelli già abbondantemente infiltrati in Vaticano e nelle diocesi di tutto il mondo.

 

Dopo il conclave, partì la dichiarazione festante dell’allora Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi: «con papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere temporale.

 

Il vertice della massoneria italiana pareva essere andato in sollucchero alla visione del gesuita uscito dal conclave.

 

«La semplice croce che ha indossato sulla veste bianca lascia sperare che una Chiesa del popolo ritrovi la capacità di dialogare con tutti gli uomini di buona volontà e con la massoneria che, come insegna l’esperienza dell’America Latina, lavora per il bene e il progresso dell’umanità, avendo come riferimenti Bolivar, Allende e José Martí, solo per citarne alcuni. È questa la ‘fumata bianca’ che aspettiamo dalla Chiesa del nostro tempo».

 

Nel 2021, la Gran Loggia massonica di Spagna ha lodato Papa Francesco per le sue osservazioni sulla «Giornata internazionale della fraternità umana». Il gruppo grembiulista lo ha ringraziato pure per la sua enciclica del 2020 Fratelli Tutti. «L’ultima enciclica di papa Francesco mostra quanto sia lontana l’attuale Chiesa cattolica dalle sue precedenti posizioni», hanno scritto. Di fatto, già la parola «fratelli» nel titolo aveva fatto storcere il naso a quanti hanno fiuto per gli odori massonici.

 

Nel 2022 il Bergoglio ha nominato il cardinale Matteo Zuppi presidente della Conferenza episcopale italiana. Zuppi aveva ricevuto grandi elogi da Gioele Magaldi, ex Gran Maestro del Grande Oriente Democratico e dominus di tale movimento Roosevelt durante un’intervista ad Adnkronos. «Conosco però il mondo Vaticano e tra i cardinali quello che stimo di più è Matteo Zuppi, che tra l’altro mi ha sposato. Sarebbe un ottimo Papa». (Il papabile secondo loggia ci mancava, o forse no. Va così)

 

Lo Zuppi, che ora dovrebbe gestire il supposto piano vaticano per la pace in Ucraina (già rifiutato da Zelens’kyj, pure in faccia allo stesso papa), non è l’unico nome di cardinale da fare: nel 2016 ci fu il caso conclamato del cardinale Gianfranco Ravasi, già monsignore televisivo poi presidente del Pontificio Consiglio della Cultura vaticano, che scrisse sul Sole 24 ore una lettera indirizzata ai «Fratelli massoni», informandoli che nonostante le passate ostilità tra Chiesa e Massoneria, le «varie dichiarazioni sull’incompatibilità delle due appartenenze non impediscono, però,  il dialogo». Davvero il caso di dire Fratelli Tutti.

 

«Da 340 anni a questa parte, vale a dire da quando nel 1738 papa Clemente XII scomunicò i massoni, non c’era mai stato un intervento di questo tipo da parte di un alto esponente delle gerarchie ecclesiastiche come Ravasi» replicò stimolato il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi.

 

Questi sviluppi, così come altri, hanno indotto l’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, a concludere che attualmente il Vaticano è un collaboratore consapevole nella struttura di potere massonica globale che ha come scopo l’introduzione del regno dell’anticristo.

 

Monsignor Carlo Maria Viganò nel 2020 aveva definito Fratelli Tutti come «il manifesto ideologico di Bergoglio – la sua Professio fidei massonicae – e la sua candidatura alla presidenza della Religione Universale, ancella del Nuovo Ordine Mondiale».

 

 

 

 

 

 

Immagine di Arielinson via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

 

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Forum mondiale del buddismo in Calmucchia

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La Repubblica russa di Calmucchia ospiterà il 3° Forum Buddista Internazionale, un importante evento internazionale che celebra il dialogo spirituale e l’unità culturale. In programma nella capitale Elista dal 25 al 28 settembre, il forum accoglierà partecipanti da oltre 30 paesi.

 

L’evento costituirà una piattaforma essenziale per dibattiti approfonditi sull’evoluzione e la rilevanza contemporanea del Buddismo, la quarta religione più diffusa al mondo, seguita da circa 500 milioni di persone.

 

Con l’obiettivo di rinvigorire la comprensione globale della filosofia, della cultura e della pratica buddista, il forum esplorerà come queste tradizioni si intersechino con le realtà della vita moderna. Svolgerà inoltre un ruolo chiave nel promuovere il dialogo internazionale e rafforzare la cooperazione tra le comunità buddiste di tutto il mondo nei campi della scienza, dell’istruzione e della cultura.

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In Russia, il buddismo è la terza religione più diffusa dopo il cristianesimo e l’Islam. È maggiormente praticato in Calmucchia, dove circa il 70% della popolazione si identifica come buddista. Altre concentrazioni includono la Repubblica di Tuva, con circa il 60% di fedeli buddisti, e la Buriazia, con il 26%. Inoltre, comunità buddiste si trovano nei principali centri urbani come Mosca e San Pietroburgo.

 

Attualmente in Russia si contano tra 700.000 e 1,5 milioni di buddisti, concentrati principalmente nelle repubbliche di Buriazia, Calmucchia e Tuva.

 

«Il buddismo è una filosofia di vita che aiuta le persone a comprendere meglio se stesse e il mondo, e a migliorarlo», hanno affermato gli organizzatori del forum. Hanno sottolineato che l’evento «riunirà decine di paesi in cui il buddismo svolge un ruolo chiave nel preservare i valori spirituali, il patrimonio culturale e la cooperazione internazionale per il progresso futuro».

 

Negli anni precedenti, il forum si è tenuto a Ulan-Ude, capitale della Repubblica di Buriazia, nella Siberia orientale. Nel 2023 ha riunito oltre 600 rappresentanti di agenzie governative, istituzioni accademiche, gruppi religiosi e organizzazioni non governative provenienti da 13 paesi. L’edizione più recente ha attirato 1.800 partecipanti da 15 paesi e 22 regioni della Russia, con un totale di oltre 3.000 visitatori.

 

Il buddismo è considerato una delle religioni tradizionali della Russia e fa legalmente parte del patrimonio storico russo. Storicamente, il buddismo fu incorporato in Siberia all’inizio del XVII secolo. Oltre alle tradizioni monastiche storiche dei Buriati, dei Calmucchi (quest’ultima essendo la Calmucchia l’unica repubblica a maggioranza buddista in Europa), dei Tuvani e di una parte del popolo Evenki (in Buriazia), la religione del buddismo si sta ora diffondendo in tutta la Russia, con molti convertiti etnici russi.

 

La principale forma di buddismo in Russia è il cosiddetto vajrayana (in sanscrito: «veicolo del fulmine»), in particolare la scuola Gelukpa del buddismo tibetano, informalmente nota come tradizione del «cappello giallo», con altre scuole tibetane e non tibetane come minoranze. Sebbene il buddismo tibetano sia più spesso associato al Tibet, si diffuse in Mongolia. Attraverso la Mongolia, il buddismo si diffuse in Siberia prima di diffondersi nel resto della Russia.

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All’inizio del XX secolo, il famoso Datsan Gunzechoinei di San Pietroburgo era il tempio buddista più settentrionale della Russia, che fu costruito con l’assistenza attiva di importanti buddhologi e il supporto del governo zarista dal lama buriata Agvan Dorzhiev. Un suo assistente calmucco che lo aveva accompagnato diciannovenne a San Pietroburgo, Geshe Wangyal (1901-1983) avrebbe iniziato a Dharamsala – sede indiana del governo tibetano in esilio del Dalai Lama – l’americano Robert Thurman, primo «monaco» occidentale ordinato al buddismo tantrico del Tibet.

 

Thurman, poi divenuto eminente buddologo e attivista zelota della causa del Dalai Lama, è il padre della celeberrima attrice hollywoodiana Uma Thurman. Era stato in Oriente negli anni Sessanta con la futura moglie, che all’epoca stava con Timothy Leary, psichiatra harvardiano poi divenuto guru nell’uso di sostanze psichedeliche come la LSD.

 

I rapporti tra la CIA e Leary sono oggi oggetto di scrutinio; quelli tra la CIA e il Dalai Lama sono invece oramai di dominio pubblico.

 

Approfondimenti sul tema si possono trovare nel libro del fondatore di Renovatio 21 Roberto Dal Bosco Contro il buddismo.

 

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Immagine di Arkadij Zarubin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

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Donna e bambina trovate cadaveri a Villa Pamphilj. Luogo di messe nere e politica COVID

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A Roma, nella cornice molto frequentata di Villa Pamphilj, sono stati trovati sabato pomeriggio i corpi di una donna di circa 40 anni e una bambina di meno di un anno, presumibilmente madre e figlia.   Le loro identità, confermate tramite impronte digitali e in attesa del test del DNA, hanno portato gli investigatori a concentrarsi su un uomo dell’Europa dell’Est legato alle vittime.   Un testimone ha riferito di aver visto i tre frequentare spesso quell’area del parco; si tratterebbe di cittadini romeni senza fissa dimora. L’indagine è classificata come duplice omicidio in un contesto di degrado, ma la precarietà sociale delle vittime lascia aperte altre ipotesi.

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L’autopsia è prevista per martedì. Non è chiara la dinamica delle morti: la donna è deceduta diverse ore prima della bambina e non presentava ferite evidenti, a differenza della piccola, che potrebbe essersi ferita perché abbandonata tra le sterpaglie, a circa 200 metri dalla donna, il cui corpo era coperto da un sacco nero con un braccio visibile.   La polizia scientifica sta setacciando l’area di Villa Pamphilj, ampliando il perimetro delimitato per raccogliere prove o indizi. Gli investigatori del Servizio Centrale Operativo (SCO) stanno mappando l’intera villa e i suoi vasti spazi verdi per ricostruire, in assenza di telecamere, i movimenti e i possibili percorsi verso i luoghi dove sono stati rinvenuti i corpi. Si cerca anche un eventuale giaciglio dove la donna e la bambina potrebbero aver trascorso la notte precedente. La donna è stata trovata vicino alla recinzione su via Leone XIII, mentre la bambina era più all’interno, oltre un viale frequentato da   Sui giornali si fa largo la storia che le morti potrebbero essere legate al mondo del degrado: la donna potrebbe essere stata una «clochard», e la bambina sua figlia. Si fa largo anche l’ipotesi di una overdose o, per utilizzare un fenomeno noto, di un «malore». L’uomo che starebbero cercando, che alcuni ragazzi testimoni hanno definito come «barcollante», potrebbe quindi non essere l’assassino, ma colui che ha disposto in corpi forse già morti – o forse no, nel caso della bambina, che secondo alcuni articoli della stampa sarebbe stata abbandonata viva.   Vale la pena di ricordare che ambedue erano totalmente nude. I vestiti non sono stati al momento trovati nelle vicinanze.   Il caso potrebbe essere risolto a breve, annunciano le gazzette.   Tuttavia, qualcuno ha ricordato i trascorsi oscuri del luogo: sono molte le storie riguardo a riti satanici svoltisi proprio in quel parco. Non vi sono solo voci, ma fatti di cronaca riportati dalla stampa.  
  2 novembre 2017: «la notte di Halloween Villa Pamphilj potrebbe essere stata il teatro di una “messa nera”» scriveva Il Giornale otto annni fa. «Nel cuore dello storico parco sono stati ritrovati alcuni appunti contenenti segni, formule e invocazioni, che lasciano pensare che, la notte tra il 31 e il 1 novembre, nella villa si siano svolti dei riti satanici. Nelle carte abbandonate tra il fogliame, infatti, compaiono disegni e simboli occulti, oltre che delle vere e proprie preghiere rivolte al Maligno».   «”Villa Pamphilj si trova in un grave stato di insicurezza e di mancato controllo”, denunciano gli esponenti del partito di Giorgia Meloni in una nota» continua l’articolo, aiutandoci a capire quanto le cose siano cambiate ora che Fratelli d’Italia è al governo.   «A Villa Pamphilj, il parco pubblico più grande di Roma, si moltiplicano da tempo le segnalazioni di riti satanici con ritrovamenti di macabri resti che sarebbero utilizzati per messe nere» scriveva cinque anni fa il sito In Terris.   Tuttavia, Villa Pamphilj è nota agli italiani per un’altra recente vicenda, iscritta in un periodo di trauma nazionale.   Come riportato da Renovatio 21, la Villa fu teatro del grande evento governativo pandemico di Conte e Speranza: l’incontro dei vertici dello Stato italiano per scrivere un «piano per la rinascita dell’Italia» che il PD subito ricordò essere nome già usato Licio Gelli per i programmi medio-lungo termine della P2. Il nome fu cambiato in «Stati generali dell’economia».   Mentre il Paese era stato chiuso in casa, i vertici della Repubblica, tra camerieri in guanti bianchi, si ritrovava nella villa del casato di Innocenzo X per decidere, di fatto legibus solutus grazie al paradigma emergenzialista installato in quei mesi, del futuro stesso del Paese. C’erano, tra gli altri, personaggi del mondialismo tecnocratico rampante che erano piombati dall’alto sulla situazione pandemica – il lettore dovrebbe ricordare Vittorio Colao.

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Ricorderete: il ministro della Salute speranza disse che erano state ordinate 400 milioni di dosi AstraZeneca, il vaccino genico a vettore virale che all’epoca nessuno ancora aveva visto. I giornali dissero che non era nemmeno vero, tuttavia il potere soverchiante che lo Stato aveva assunto, e infliggeva al cittadino, ci erano chiarissimi.   Peraltro, vedemmo l’orrore totale che uscì da quel vaccino, al punto che fu questionato, poi sospeso poi ritirato – in Italia e in tutto il mondo. I danni furono praticamente riconosciuti: cadaveri di uomini, donne e bambine a profusione, su una scala che rende la tragedia del parco di questi giorni solo una sineddoche della catastrofe biologica rovesciatasi sull’umanità a causa delle decisioni dei potenti.   La 8 giorni di incontri di Conte e Speranza terminò il 21 giugno 2020, giorno dell’equinozio di primavera. Alcuni vollero leggervi un significato esoterico.

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Essere genitori

Donna sudafricana condannata all’ergastolo per aver venduto la figlia di 6 anni. È finita sacrificata per pozioni di magia nera?

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Un tribunale sudafricano ha condannato all’ergastolo una donna per aver rapito e venduto la figlia di 6 anni; i pubblici ministeri sostengono che la bambina sia stata venduta a un guaritore tradizionale per i suoi occhi e la sua carnagione chiara.

 

La bambina, Joshlin Smith, è scomparsa nel febbraio dell’anno scorso dalla sua casa a Saldanha Bay, una cittadina di pescatori a 135 chilometri a Nord di Città del Capo.

 

La scomparsa aveva dato inizio a un’imponente ricerca a livello nazionale e la madre, Racquel «Kelly» Smith, fu inizialmente oggetto di grande compassione in tutto il Paese.

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La madre di Joshlin, Racquel «Kelly» Smith, il suo fidanzato Jacquen «Boeta» Appollis e il conoscente di famiglia Steveno «Steffie» van Rhyn sono stati dichiarati colpevoli dall’Alta Corte del Capo Occidentale all’inizio di questo mese. Giovedì sono stati condannati all’ergastolo per tratta di esseri umani e a 10 anni per rapimento. Mentre giovedì i tre individui condannati per il rapimento e il traffico di Joshlin sono stati condannati all’ergastolo per i reati commessi, la polizia ha affermato che le ricerche della bambina continueranno.

 

Non si è più avuta traccia di Joshlin dalla sua scomparsa dalla sua casa di Middelpos, nella baia di Saldanha, il 19 febbraio 2024. Le prove del processo hanno dimostrato che era stata venduta per 20.000 rand, circa 980 euro.

 

I loro nomi, ha affermato il giudice, dovevano essere aggiunti anche al registro della tutela dei minori. «Non c’è nulla che io possa trovare che sia giustificabile e meritevole di una pena inferiore alla più severa che posso infliggere», ha affermato, ricordando che la Smith, che ha altri due figli, non ha mostrato «alcun segno di rimorso» per la scomparsa di Joshlin.

 

 

Il giudice ha anche affermato che il fatto che tutti gli imputati fossero consumatori di droga non è una scusa. Molte persone presenti in aula, tra cui la nonna della ragazza, hanno applaudito quando è stato annunciato il verdetto. I condannati hanno dichiarato che presenteranno ricorso. I tre non hanno testimoniato a loro difesa.

 

In una dichiarazione, il commissario di polizia provinciale del Capo Occidentale, il Tenente Generale Thembisile Patekile, ha elogiato tutti gli agenti, i detective e gli specialisti coinvolti nel caso. «La vostra dedizione riflette il meglio delle forze dell’ordine del nostro Paese e porta speranza alle famiglie che ancora aspettano giustizia», ​​ha dichiarato a Saldanha, dove si è svolto il caso.

 

«I nostri pensieri sono rivolti alla famiglia di Joshlin Smith. Che possano trovare conforto nella consapevolezza che la giustizia ha prevalso», ha detto. «La SAPS resta fermamente impegnata a esplorare ogni possibile pista per giungere a una vera conclusione di questa tragica vicenda».

 

La madrina di Joshlin, Natasha Andrews, ha affermato che il silenzio dei tre durante la sentenza ha aggravato il dolore della famiglia. «Era la nostra bambina. Viveva con noi, mangiava e andava in vacanza con noi, facevamo tutto per lei».

 

 

«Hanno avuto la possibilità di dire qualcosa, qualsiasi cosa che potesse aiutarci a trovarla, ma non hanno detto nulla. Kelly non ha versato nemmeno una lacrima. Se avessero voluto aiutarci, l’avrebbero fatto. Quell’occasione è andata, e ora speriamo solo di trovarla un giorno».

 

La Andrews ha dichiarato di aver fatto visita alla Kelly dopo la sentenza. «Singhiozzava, ma alla fine non abbiamo ancora risposte. Continuo a sperare che Joshlin venga ritrovata. Non ci arrenderemo. Kelly mi ha accolto nella sua vita e in quella di Joshlin. Non smetterò mai di farle visita finché non avremo una risposta».

 

La nonna paterna di Joshlin, Louretta Yon, ha dichiarato: «quello che Kelly ha fatto è stato duro. Forse un giorno dirà la verità su quello che è successo a Joshlin. Non voglio dire niente a Kelly ora». La madre di Kelly, Amanda Smith-Daniels, ha dichiarato: «ha commesso il crimine e la legge deve fare il suo corso. Non è bello che mia figlia debba passare la vita in prigione, ma ha fatto qualcosa di sbagliato e deve affrontarne le conseguenze».

 

Nella sentenza il giudice non ha specificato a chi è stata venduta la ragazza né perché. Tuttavia i pubblici ministeri hanno sostenuto che Joshlin è stata venduta a un sangoma, o guaritore tradizionale, e che la ragazza era desiderata per i suoi «occhi e la sua pelle».

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Le foto pubblicate su Internet dopo la sua scomparsa mostravano i sorprendenti occhi verdi di Joshlin. Ciò apre alla prospettiva mostruosa che la bambina sia stata venduta al witch-doctor – santoni praticanti la magia nera animista – per essere squartata, con gli organi utilizzati per pozioni e quant’altro, un fenomeno diffuso in Africa e che prende di mira soprattutto i bambini albini, ma che sta avendo incrementi tali in Paesi come la Nigeria da far portare l’emergenza dei troppi sacrifici umani in Parlamento.

 

Un pastore che ha testimoniato al processo sudafricano, iniziato a marzo, aveva affermato che la madre gli aveva parlato della vendita prevista per il 2023.

 

Nel Sudafrica mandeliano post-Apartheid, Paese con uno dei tassi di criminalità più alti al mondo, è in aumento il rapimento di bambini.

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