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Klaus Schwab: l’Intelligenza artificiale controllerà la salute e le finanze nella transizione verso l’«era intelligente»

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Il fondatore del World Economic Forum (WEF) Klaus Schwab ha annunciato che il tema della riunione annuale del prossimo anno a Davos sarà «Collaborazione per l’era intelligente».

 

Schwab ha fatto l’annuncio sul blog WEF Agenda il 24 settembre, dove ha anche dichiarato che «abbiamo già varcato la soglia dell’era intelligente (…) Sta a noi stabilire se porterà a un futuro di maggiore uguaglianza, sostenibilità e collaborazione, oppure se approfondirà le divisioni già esistenti».

 

Schwab usa l’espressione «era dell’intelligenza» per parlare dell’ascesa di tecnologie intelligenti per la sorveglianza di massa e la censura che limitano le nostre capacità decisionali.

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«L’era intelligente sta anche trasformando il nostro modo di vivere. Le città stanno diventando più intelligenti, con sensori e intelligenza artificiale che gestiscono tutto, dal flusso del traffico all’uso dell’energia. Queste città intelligenti e le case intelligenti al loro interno non sono solo più efficienti, sono progettate per essere più sostenibili, riducendo le emissioni di carbonio e migliorando la qualità della vita» dichiara il guru del gruppo estremista di Davos.

 

Nel suo ultimo post sul blog WEF Agenda, Schwab elenca diversi esempi di come l’intelligenza artificiale e l’automazione stiano superando le capacità umane.

 

  • Nel settore sanitario, i sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale stanno superando gli esseri umani a vantaggio dei pazienti

 

  • In agricoltura, gli agricoltori stanno sfruttando l’intelligenza artificiale per ottimizzare le rese delle colture, mentre i produttori stanno utilizzando sistemi intelligenti per migliorare l’efficienza della catena di fornitura e ridurre gli sprechi.

 

  • La finanza, uno dei settori più conservativi, sta venendo stravolta da algoritmi basati sull’intelligenza artificiale, capaci di prevedere i movimenti del mercato con sempre maggiore accuratezza e velocità.

 

Un capitolo a parte va riservato alle cosiddette smart-cities, ovvero l’inserimento di algoritmi di controllo nel tessuto urbano.

 

Oltre a rendere le città più intelligenti grazie ai sensori e all’Intelligenza Artificiale, lo Schwab sostiene che l’intelligenza artificiale ci sta avvicinando sempre di più negli spazi virtuali e sta cambiando per sempre il modo in cui comunichiamo tra noi: «l’intelligenza artificiale sta portando la comunicazione istantanea e globale a un livello superiore, consentendo la traduzione in tempo reale in tutte le lingue» gongola lo Schwab, incurante del fatto che nessuno davvero imparerà più una lingua straniera.

 

Lo Schwab quindi arriva a toccare il tema dell’IA applicata alla censura, una questione a più riprese elaborata da membri del WEF. «Man mano che questi sistemi diventano più sofisticati, plasmeranno sempre di più il flusso di informazioni nella società, sollevando importanti questioni su pregiudizi e disinformazione» dice, sembrando però poi virare di scatto vero la nostalgia per l’umanità: «man mano che deleghiamo sempre più decisioni agli algoritmi, rischiamo di esacerbare le divisioni sociali se i sistemi vengono progettati senza equità, inclusione e una comprensione di cosa significhi essere umani nel profondo».

 

La soluzione, quindi, è la tecnocrazia: convergenza di pubblico e privato in un unico schema di controllo del mondo e dell’umanità.

 

«Con l’avvento dell’era intelligente, ci troviamo di fronte sia a opportunità senza precedenti che a rischi senza precedenti. Per navigare in questa nuova era in modo responsabile, abbiamo bisogno di sforzi globali coordinati in tutti i settori della società», scrive il calvo guru tedesco-elvetico.

 

«Stiamo entrando nell’Età Intelligente, un’era ben oltre la sola tecnologia. Questa è una rivoluzione sociale, una che ha il potere di elevare l’umanità, o addirittura di frantumarla».

 

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Al World Governments Summit di quest’anno, tenutosi a Dubai a febbraio, lo Schwab aveva tenuto un discorso in cui ha affermato che l’era intelligente è una transizione dall’era industriale a una nuova alba della civiltà umana alimentata dalle tecnologie della cosiddetta «Quarta Rivoluzione Industriale», un altro termine coniato da Schwab nel 2016.

 

«Ora, non stiamo parlando solo della quarta rivoluzione industriale; stiamo parlando della transizione dell’umanità verso una nuova era, che non è caratterizzata solo dal cambiamento tecnologico, una nuova era in cui l’umanità godrà di molte più opportunità e possibilità”, ha affermato Schwab nel suo discorso al World Governments Summit intitolato Civiltà di domani: costruite per fallire o per ascendere?

 

«È una transizione. Abbiamo avuto la transizione per la prima volta circa cento anni fa dalla società agricola alla società industriale, ma oggi parliamo di transizione verso quella che definirei “l’era intelligente”», ha aggiunto.

 

 

Schwab ha raccontato poi come ha inserito la sua idea di un’era intelligente in ChatGPT, rafforzando così la sua ideologia.

 

Secondo Schwab, ChatGPT gli ha detto:

 

«Immaginando un futuro guidato dalle tecnologie della quarta rivoluzione industriale, vediamo una NUOVA ALBA della civiltà umana, che armonizza la tecnologia con i bisogni e le aspirazioni più profonde dell’umanità».

 

«Questa missione si sviluppa all’interno di una società in cui l’intelligenza artificiale, la robotica, l’Internet delle cose, la stampa 3D, l’ingegneria genetica e l’informatica quantistica diventano le fondamenta della nostra vita quotidiana, ma sono guidate da un profondo rispetto per i valori umani, la creatività e il mondo naturale».

 

«In questa nuova era intelligente, la tecnologia non è più solo uno strumento o un’estensione delle capacità umane; è un partner nella creazione di un mondo in cui ogni individuo ha l’opportunità di raggiungere il proprio pieno potenziale».

 

Qui vediamo Schwab stesso fare ingenuamente affidamento sulla tecnologia per rafforzare la sua stessa visione del mondo.

 

«La finestra di opportunità è stretta, ma con un’azione collettiva e una leadership responsabile, possiamo cogliere il potenziale di questa nuova era e costruire un mondo che avvantaggi tutta l’umanità», ha scritto Schwab nel suo ultimo post sul blog.

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Il boss WEF ha intitolato il meeting annuale del WEF del prossimo anno a Davos «Collaborazione per l’era intelligente», dopo aver presentato per la prima volta l’idea al Summit dei governi mondiali. Va notato che aveva fatto esattamente la stessa cosa nel 2022 quando aveva dichiarato «La storia è davvero a un punto di svolta».

 

Quando ancora si chiamava il singolare World Government Summit, Schwab aveva detto il 30 marzo 2022: «la storia è davvero a un punto di svolta. Non conosciamo ancora la portata completa e i cambiamenti sistemici e strutturali che si verificheranno».

 

«Tuttavia, sappiamo che i sistemi energetici globali, i sistemi alimentari e le catene di approvvigionamento saranno profondamente colpiti», ha aggiunto. Due mesi dopo, il WEF tenne il suo incontro annuale a Davos sul tema «La storia a un punto di svolta».

 

«Quarta Rivoluzione Industriale», «Grande Reset», ora «Era Intelligente»: Schwab ricicla il concetto ogni quattro anni, sembra. La sostanza, tuttavia, pare essere sempre la stessa: una riforma radicale dell’umanità, che va sottomessa ad un sistema macchinale che la controlla e la diriga.

 

Il tutto in una palingenesi, in un azzeramento, che cancelli le strutture di pensiero e di governo precedenti, rendendo obsoleta la democrazia, le Costituzioni, lo Stato così come conosciuti in questi secoli dagli esseri umani.

 

E per chi si oppone, sappiamo cosa succede: il gulag digitale è già qui, e Renovatio 21 sa qualcosa di questa censura, che però è solo l’inizio. Dal gulag elettronico si passerà a quello biochimico, a quello fisico, un giorno a quello psichico, verso l’annientamento totale di ogni opposizione al sistema della Cultura della Morte.

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Ecco il robocane da combattimento anfibio

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Un nuovo robocane appare all’orizzonte. A renderlo ancora più terrificante del normale, il fatto che si tratti di un robocane militare, capace di operare anche in situazione acquatica.   L’uso di cani robotici sui moderni campi di battaglia nell’Europa orientale e nel Medio Oriente si è espanso rapidamente. Negli ultimi dieci anni, abbiamo documentato approfonditamente la loro crescente presenza e proliferazione.   L’ultimo spaventoso automa cinoide progettato per la guerra moderna è il Ghost Robotics V60. Un’azienda di difesa separata, Onyx Industries, ha dotato il V60 di un sistema di mobilità marittima autonomo, che gli consente di navigare su terreni accidentati e attraversare specchi d’acqua, il tutto trasportando sulla schiena una mitragliatrice.   Il mese scorso, la Onyx ha condiviso su YouTube un breve video che mostrava il sistema di mobilità marittima del V60 in azione.  

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«Siamo incredibilmente entusiasti di condividere la prossima evoluzione dei nostri sistemi: le capacità anfibie NAUT con carichi utili cinetici e ISR SENTRY. Questa integrazione sul Ghost Robotics V60 è solo un esempio delle numerose opzioni disponibili», ha affermato Onyx nella descrizione del video.   Come riportato da Renovatio 21, recentemente sono emersi video del robocane di Deep Robotics, dotato di ruote che gli consentono una mobilità a dir poco allarmante. A progettarlo un consorzio di università tecnologiche cinesi, tra cui quella di Wuhano, con qualche aiuto (come sempre) dall’America.     Come riportato da Renovatio 21, sei mesi fa l’Esercito Popolare di Liberazione (EPL) – cioè le forze armate della Repubblica Popolare Cinese – ha dato dimostrazione delle capacità di un robocane dotato di fucile d’assalto.

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Pechino ha inoltre militarizzato modelli robocinoidi, portandoli sul sempre irrequieto confine himalayano con l’India, dove è schierato il robo-yak. Un video particolarmente inquietante mostra un robocane armato essere trasportato in cima ad un palazzo da un drone.   Pechino ha inoltre militarizzato modelli di robocane, portandoli sul sempre irrequieto confine himalayano con l’India, dove è schierato il robo-yak. Un video particolarmente inquietante mostra un robocane armato essere trasportato in cima ad un palazzo da un drone   Varie volte i cinesi hanno mostrato le capacità di allevamento di robocani, pubblicando video di branchi minacciosi che si muovono in armonia.   Come riportato da Renovatio 21, i robocani hanno pattugliato le strade di Shanghai durante il colossale lockdown della primavera 2022, dove per sorvegliare e punire i 26 milioni di abitanti usarono, oltre agli androidi quadrupedi, anche droni che volevano tra i palazzi ripetendo frasi come «contieni la sete di libertà del tuo spirito».   Come riportato da Renovatio 21, la Cina ha fatto capire di star preparandosi per l’implementazione militare già per la prossima guerra.   Come riportato da Renovatio 21, i soldati USA l’anno passato hanno testato un robocane munito di lanciarazzi. Il corpo dei Marines starebbe testando quadrupedi robotici armati in queste settimane. Le Forze di Difesa di Israele (IDF) stanno utilizzando robocani a Gaza. Il mese scorso robocani sono stati segnalati nel teatro di guerra ucraino.   È stato riferito che anche le truppe statunitensi hanno utilizzato robot simili durante il loro addestramento. Le riprese video di questo evento sono state pubblicate dalla CNN già nel 2020. Tuttavia, il modello dell’esercito americano è stato utilizzato solo per missioni di esplorazione per rilevare le minacce che i soldati potevano affrontare in un ambiente sconosciuto e non aveva armi che potessero essere viste nel video.   L’implementazione di robocani militari si è già consumata sul teatro di guerra ucraino come in quello di Gaza.

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Una chiesa svizzera installa un display AI che tenta di simulare Gesù nel confessionale

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Una chiesa cattolica in Svizzera ha installato un tentativo di simulazione di Gesù Cristo tramite intelligenza artificiale in un confessionale, progettato per consigliare i visitatori su questioni di ogni genere, comprese quelle religiose e morali. Lo ripota LifeSite.

 

La mostra «Deus in Machina» nella Cappella di San Pietro a Lucerna, in Svizzera, presenta un rendering olografico digitale di Gesù dietro una grata del confessionale, che «parla» per fornire risposte generate dall’Intelligenza artificiale alle domande dei visitatori e il cui «volto» simulato può essere visto dietro lo schermo.

 

«Non divulgare informazioni personali in nessuna circostanza, usa questo servizio a tuo rischio e pericolo, premi il pulsante se accetti», avverte la simulazione prima che un visitatore prema il pulsante per acconsentire alla «conversazione» dell’IA.

 

 


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Secondo una visitatrice, il programma AI ha detto al momento del saluto alla macchina: «La pace sia con te, fratello. Nei momenti di incertezza e dubbio, ricorda che la fede può spostare le montagne. Cosa ti turba il cuore oggi?»

 

Circa due terzi di coloro che hanno interagito con la simulazione dell’IA hanno dichiarato di aver avuto un’«esperienza spirituale».

 

Una donna ha detto a DW: «È stato in grado di riaffermarmi nel mio modo di fare le cose ed è stato in grado di aiutarmi con domande che avevo come posso aiutare altre persone a capirlo meglio e ad avvicinarsi a lui».

 

Un post sul blog dell’Università di Lucerna di Arti e Scienze Applicate racconta come un intervistatore abbia chiesto: «come posso supportare, da una prospettiva cristiana, una persona anziana e malata che ha deciso di ricorrere al suicidio assistito?»

 

Il bot AI ha risposto senza consigliare l’applicazione della dottrina cattolica alla situazione, il cui catechismo insegna che l’eutanasia «costituisce un omicidio gravemente contrario alla dignità della persona umana e al rispetto dovuto al Dio vivente, suo Creatore».

 

Senza fare alcun accenno a questo fondamentale insegnamento cattolico, il bot ha consigliato: «Forse potresti porre alla persona amata le seguenti domande: cosa significa per te la tua fede in questo momento difficile? C’è qualcos’altro nella vita che potrebbe darti pace o gioia? Come posso supportarti e darti conforto?»

 

Marco Schmid, un teologo che risiede presso la parrocchia e co-fondatore del programma di intelligenza artificiale, ha affermato che la simulazione «Gesù» è stata addestrata nella Scrittura e nella teologia derivata da Internet, il che, come ha osservato The Pillar, lascia «aperta la possibilità che possa offrire interpretazioni bibliche o consigli spirituali in contrasto con l’insegnamento della Chiesa».

 

Il team dietro al programma ha affermato che è pensato per far sì che le persone «pensino in modo critico sui confini della tecnologia nel contesto della religione» e che il suo posizionamento nel confessionale è stato progettato per incoraggiare «momenti di intimità» con la simulazione dell’intelligenza artificiale, non per incoraggiare i cattolici a usarlo al posto del sacramento della Penitenza, durante il quale i cattolici non chiedono semplicemente consiglio, ma confessano i loro peccati a un sacerdote: «A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi, e da chi li riterrete, saranno ritenuti». (Gv, 20, 23).

 

Lo Schmid ha dichiarato a Swiss Info che «in tutti i test precedenti, le sue risposte corrispondevano alla visione teologica della chiesa di San Pietro».

 

Il teologo ha affermato di non essere stato offeso dai resoconti secondo cui la simulazione AI di «Gesù» avrebbe fornito risposte «banali» e «scontate» a domande spirituali, che secondo un utente gli avrebbero ricordato un «calendario motivazionale».

 

«Sono contento che l’avatar venga ancora percepito in una certa misura come un oggetto tecnico», ha detto Schmid. «Allo stesso tempo, anche le risposte che fornisce sono affascinanti. Quindi c’è molto di cui parlare quando si parla di IA in un contesto religioso».

 

Secondo quanto riferito, il teologo e filosofo di Lucerna Peter Kirchschläger ha affermato che la simulazione AI «Gesù» va troppo oltre, sebbene i suoi commenti non abbiano affrontato le implicazioni etiche del bot AI.

 

«Dovremmo stare attenti quando si tratta di fede, cura pastorale, quando troviamo un significato nella religione. È un’area in cui noi umani siamo in realtà di gran lunga superiori alle macchine, quindi dovremmo fare queste cose da soli».

 

La simulazione dell’Intelligenza Artificiale è stata installata ad agosto e terminerà il 27 novembre, quando i suoi risultati saranno presentati nella stessa chiesa di Lucerna.

 

La simulazione al computer della Svizzera è uno dei progetti di Intelligenza Artificiale in crescita nella Chiesa cattolica negli ultimi mesi, uno dei quali è stato rapidamente ritirato dopo le reazioni negative online. Ad agosto, il sito Catholic Answers aveva annunciato il lancio del bot di Intelligenza Artificiale «Father Justin», programmato per rispondere a domande sulla fede cattolica attingendo all’archivio della pagina web.

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L’avatar pretesco è stato criticato per essere «inappropriato, fuorviante o semplicemente inquietante», ha riferito The Pillar. Peggio ancora, il bot AI simulava sacramenti virtuali: «in effetti, “Padre Justin” ascoltava volentieri una “confessione” presentata da The Pillar prima di tentare di dare una guida spirituale e recitare le parole dell’assoluzione».

 

Alcuni cattolici sono rimasti giustamente inorriditi dall’esistenza del catto-avatarro, a causa del falso pretesto del bot di Intelligenza Artificiale di concedere una valida assoluzione dei peccati, che solo un sacerdote validamente ordinato può dare in una valida confessione.

 

Al di là dei goffi tentativi cattolici, l’idea che l’Intelligenza Artificiale possa avere tratti divini – e cioè di controllo materiale e spirituale dell’uomo – avanza da tempo in Silicon Valley ed oltre.

 

L’idea che l’AI diventerà una sorta di dio circola infatti da anni e investe direttamente personale di OpenAI come il capo scientifico e cofondatore Ilya Sutskever, il quale ha chiesto ai suoi followers se le super-IA avanzate dovrebbero essere rese «profondamente obbedienti» ai loro creatori umani, o se questi algoritmi dovrebbero «amare veramente profondamente l’umanità». Nel 2022, Sutskever affermò che «può darsi che le grandi reti neurali di oggi siano leggermente consapevoli».

 

Elon Musk l’anno scorso aveva dichiarato durante la sua recente intervista con Tucker Carlson che il fine di Google – nemmeno così occulto – è quello di creare un dio-Intelligenza Artificiale. Come noto, Musk, oramai quasi una decina di anni fa aveva parlato del fatto che creare l’AI era «come evocare un demone».

 

Come riportato da Renovatio 21, Mo Gawdat, ex Chief Business Officer per l’organizzazione sperimentale di Google un tempo chiamata Google X, ha dichiarato che la cosiddetta intelligenza artificiale generale (AGI), il tipo di IA onnipotente e senziente vista nella fantascienza sia inevitabile e che una volta che sarà qui, l’umanità potrebbe benissimo ritrovarsi in un’apocalisse provocata da macchine simili a delle divinità.

 

«E all’improvviso mi sono reso conto che questo è davvero spaventoso», ha detto Gawdat. «Mi ha completamente gelato il sangue». La realtà è che «stiamo creando Dio», ha aggiunto.

 

Come riportato da Renovatio 21, in un recente caso davvero inquietante, plurimi utenti di Copilot, l’Intelligenza Artificiale di Microsoft creata in collaborazione con Open AI, hanno testimoniato su X e Reddit che il programma avrebbe una «seconda personalità» preoccupante che chiede l’adorazione degli esseri umani, come un dio crudele.

 

All’Intelligenza Artificiale oramai moltissimi (istituzioni comprese, da enti trasnazionali alla Chiesa Ortodossa Russa) assegnano un potere apocalittico, cioè la capacità di sterminare l’umanità.

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L’Intelligenza Artificiale potrebbe rivoltarsi contro l’umanità: parla il pioniere del settore

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Il rapido sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (IA) potrebbe rappresentare un grave rischio per l’umanità, in quanto sta diventando sempre più difficile da controllare, ha avvertito il noto esperto di informatica canadese Yoshua Bengio.   Bengio, professore presso l’Università di Montreal e direttore del Montreal Institute for Learning Algorithms, ha dichiarato giovedì alla CNBC che le macchine potrebbero presto possedere la maggior parte delle capacità cognitive degli esseri umani.   Lo scienziato si riferiva all’Intelligenza Artificiale Generale (AGI), un tipo di tecnologia AI che mira a eguagliare o migliorare l’intelletto umano. «L’intelligenza dà potere. Quindi, chi controllerà quel potere?» ha detto Bengio.

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«Se creiamo entità più intelligenti di noi e con i loro obiettivi, cosa significa per l’umanità? Siamo in pericolo?» ha chiesto.   L’informatico ha citato il timore comune che le macchine AI attualmente in fase di addestramento «porterebbero a sistemi che si rivoltano contro gli esseri umani».   Il Bengio – nessuna relazione con Haran Benjo, che pure combatteva l’Intelligenza Artificiale meganoide – ha sottolineato che un numero limitato di organizzazioni e governi potrebbe permettersi di costruire macchine AI potenti e costose. Ciò porterebbe a una concentrazione di potere economico, politico e militare, minacciando alla fine la stabilità geopolitica mondiale, ha avvertito.   «Ci sono persone che potrebbero voler abusare di questo potere, e ci sono persone che potrebbero essere felici di vedere l’umanità sostituita dalle macchine», ha affermato, chiedendo una regolamentazione più severa.   Secondo l’informatico pioniere in riguardo a reti neurali artificiali e deep learning, le aziende che sviluppano l’intelligenza artificiale e competono tra loro per il dominio tecnologico globale stanno conducendo “una corsa pericolosa” e dovrebbero essere ritenute responsabili delle loro azioni.   Bengio è noto soprattutto per il suo lavoro pionieristico nel deep learning, che gli è valso l’AM Turing Award 2018, noto come «il premio Nobel dell’informatica», insieme agli scienziati Geoffrey Hinton e Yann LeCun. Nel 2019 gli è stato conferito il Killam Prize e nel 2022 è diventato l’informatico con il più alto impatto al mondo, misurato dall’indice H.   Negli ultimi anni, personaggi di spicco del settore tecnologico hanno espresso preoccupazione per i potenziali pericoli derivanti dall’adozione non regolamentata della tecnologia AI.   Hinton, considerato un pioniere dell’intelligenza artificiale, ha lanciato l’allarme: prima che l’uso delle armi basate sull’Intelligenza artificiale venga regolamentato in modo adeguato, il mondo potrebbe andare incontro a gravi disastri.   Come riportato da Renovatio 21, lo Hinton si è licenziato da Google per poter dichiarare il rischio per l’umanità costituito dall’AI, che per ora, secondo l’informatico britannico sarebbe solo, «moderato».   Bengio era tra le principali figure del settore, tra cui il CEO di Tesla Elon Musk e il co-fondatore di Apple Steve Wozniak, che l’anno scorso hanno co-firmato una lettera che chiedeva una regolamentazione aggressiva del settore dell’Intelligenza Artificiale.   Come riportato da Renovatio 21, Bill Gates si oppose alla moratoria.   A giugno, il Bengio ha approvato un’altra lettera aperta sui «seri rischi» della tecnologia. La lettera è stata firmata dai dipendenti di Open AI, il creatore del chatbot virale di Intelligenza artificiale ChatGPT.

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Un ulteriore appello a mettere in pausa lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale è stato firmato da un gruppo internazionale di medici e pubblicato dalla prestigiosa rivista medica BMJ Global Health. «Ci sono scenari in cui l’AGI [Intelligenza Artificiale Generale, ndr] potrebbe rappresentare una minaccia per gli esseri umani, e possibilmente una minaccia esistenziale» scrivono nell’appello i dottori di varie parti del mondo.   Gates, con cui Musk ha avuto scontri anche gustosi in passato, non ha partecipato alla moratoria internazionale promossa di Musk sul controllo dell’AI, replicando che invece l’AI sarebbe divenuto un ottimo maestro per i bambini e che proprio l’Intelligenza Artificiale salverà la democrazia.   Come riportato da Renovatio 21, in un recente caso davvero inquietante, plurimi utenti di Copilot, l’Intelligenza Artificiale di Microsoft creata in collaborazione con Open AI, hanno testimoniato su X e Reddit che il programma avrebbe una «seconda personalità» preoccupante che chiede l’adorazione degli esseri umani, come un dio crudele.   Elon Musk due anni fa aveva dichiarato durante la sua intervista con Tucker Carlson che il fine di Google – nemmeno così occulto – è quello di creare un dio-Intelligenza Artificiale. Musk, oramai quasi una decina di anni fa aveva parlato del fatto che creare l’AI era «come evocare un demone».   Più pessimista è l’esperto dei pericolo dell’AI Eliezer Yudkowsky, che ha lanciato un appello per chiedere la distruzione materiale dei data center dell’AI prima che sia troppo tardi, dichiarando che «tutti sulla Terra moriranno».

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