Intelligenza Artificiale
Robocani lanciafiamme in vendita per 9000 euro
La società statunitense Throwflame ha comunicato il lancio di un robocane lanciafiamme dal costo di circa 10.000 dollari, cioè poco più di 9.000 euro.
Come riportato da Renovatio 21, la messa in vendita del robot-dog sputafuoco era prevista dall’anno passato.
Il quadrupede robotico è stato soprannominato «Thermonator», che al momento è comandabile, come un drone, tramite una interfaccia in prima persona (FPV) per manovre che possono durare per un’ora, cioè l’attuale capacità della batteria.
Sull’automa cinoide è stato montato un lanciafiamme ARC della portata di 10 metri, scrivono le specifiche rilasciate dall’azienda dell’Ohio.
«Thermonator è il primo cane robot armato di lanciafiamme», ha detto la società in un comunicato stampa martedì, giorno in cui ha iniziato a prendere ordini per la macchina incendiaria a quattro zampe.
Il Thermonator sembra essere basato sull’Unitree Go1, una versione più piccola e leggera del famoso robocane «Spot» della Boston Dynamics. La Throwflame ha indicato il suo prezzo al dettaglio di 9.420 dollari, con spedizione gratuita in qualsiasi stato degli Stati Uniti.
Secondo l’azienda, i lanciafiamme sono «non regolamentati a livello federale e nemmeno considerati un’arma da fuoco» (ironia della sorte) dal Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms», l’ente che controlla la vendita delle armi in USA
Solo due Stati hanno restrizioni sui lanciafiamme; La California richiede un permesso, mentre il Maryland li ha completamente messi al bando. È responsabilità dell’acquirente assicurarsi che rispettino le leggi locali, ha affermato la Throwflame.
Convincersi che questi sistemi non verranno impiegati per la sorveglianza e la repressione della popolazione è davvero difficile. Di fatto, essi sono già stati usati per spiare e controllare.
Come visto in immagini scioccanti della scorsa primavera, i robocani abbiano pattugliato le strade di Shanghai durante il colossale lockdown della primavera 2022, dove per sorvegliare e punire i 26 milioni di abitanti usarono, oltre agli androidi quadrupedi, anche droni che volevano tra i palazzi ripetendo frasi come «contieni la sete di libertà del tuo spirito».
Shanghai has deployed robotic dogs to blare lockdown instructions to the public. pic.twitter.com/PK72YIPfxs
— Ian Miles Cheong (@stillgray) March 30, 2022
Robocani sono utilizzati ai confini con il Messico. Tuttavia vi è polemica: c’è chi ritiene che il loro uso spaventa gli immigrati spingendoli verso sentieri dove poi incontrano la morte.
Come riportato da Renovatio 21, è emerso questo mese che le forze di difesa israeliane stanno utilizzando robocani nella loro operazione a Gaza.
Nel frattempo, le forze dell’ordine di varie città americane da tempo ne fanno incetta.
Come riportato da Renovatio 21, Los Angeles, come Nuova York, hanno fornito le loro forze dell’ordine di robodogghi. Anche la vicina San Francisco ha persino preso in considerazione l’idea di consentire al suo dipartimento di polizia di utilizzare i robot dotati di forza letale in caso di emergenza.
Al Forum militare di Mosca dell’anno scorso di due mesi fa erano visibili robocani dotati di bazooka. Roboquadrupedi militari sono in produzione ovunque – pure in versione «telepatica». Lo scorso ottobre un robocane con lanciarazzi è stato testato dai soldati USA.
Mesi fa robocani hanno fatto la loro comparsa anche a Genova, sia pure in quella che sembrava una tranquilla dimostrazione universitaria.
Come riportato Renovatio 21, robocagnoidi sono stati mandati in giro pure per la campagna umbra. Per far cosa? Controllare l’ambiente, ci è stato detto. Almeno, al momento…
Intelligenza Artificiale
L’AI di Google si rifiuta di giocare a scacchi contro l’Atari del 1977
Una console da gioco uscita quasi cinquant’anni fa pare stia intimorendo l’Intelligenza Artificiale più avanzata.
Qualche mese fa l’iconico sistema di gioco di decadi fa Atari 2600 ha messo in imbarazzo l’industria dell’IA dopo aver completamente surclassato ChatGPT in una semplice partita a scacchi.
Si è trattato stato uno scontro tra una macchina concepita nel 1977, con 128 byte di RAM, e un modello di linguaggio di grandi dimensioni all’avanguardia con migliaia di miliardi di parametri, alimentato da migliaia di schede grafiche e miliardi di dollari di finanziamenti Microsoft. Nonostante tutta questa potenza, il più debole e anziano ha avuto la meglio in questo duello.
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Il modello di OpenAI, «ha commesso così tanti errori da essere deriso da un club di scacchi di terza elementare».
A quanto pare, la notizia delle imprese dell’Atari è arrivata anche agli altri modelli di intelligenza artificiale. Robert Caruso, l’ingegnere informatico che ha orchestrato la sfida a scacchi, ha dichiarato a The Register che il chatbot Gemini di Google ha rifiutato categoricamente di sfidare l’Atari, dopo aver parlato a lungo di come avrebbe facilmente annientato la vecchia macchina. Ha persino inventato una scusa fasulla per salvare la faccia.
«Annullare la partita è probabilmente la decisione più sensata e veloce», ha affermato Gemini, secondo il Caruso.
A dire il vero, l’IA sta mettendo in pratica un vecchio adagio da stratega: non puoi perdere se non giochi, scrive Futurism. Tuttavia si tratta di una motivazione completamente diversa da quella inizialmente adottata dall’IA. Il suo primo istinto è stato quello di vantarsi di non essere un «semplice modello linguistico di grandi dimensioni», paragonandosi a un moderno motore scacchistico «che può pensare milioni di mosse in anticipo e valutare infinite posizioni».
Ironicamente, Gemini ha linkato articoli sulla vittoria dell’Atari sui suoi simili di OpenAI per dimostrare la sua tesi. Il Caruso ha detto all’IA di essere stato lui a condurre quei test, e Gemini ha risposto chiedendogli se qualcosa degli incontri di scacchi lo avesse colpito.
Caruso ha detto all’IA, secondo quanto riportato da The Register: «Ciò che salta all’occhio è la fiducia mal riposta di entrambe le IA. Entrambe avevano previsto vittorie facili, e ora hai appena detto che avresti dominato l’Atari».
Gemini si è ritirata all’istante dopo aver affermato di aver «allucinato» le sue vanterie scacchistiche, ha ammesso che avrebbe «combattuto immensamente» contro il vecchio Atari. A quel punto ha affermato evasivamente che annullare la partita sarebbe stata la soluzione più «efficiente in termini di tempo».
E così, l’Atari ha sconfitto l’ennesimo modello di AI multimiliardario senza dover muovere un dito. Tale è il terrore che incute.
Certo, sarebbe negligente attribuire effettivamente sentimenti umani a una macchina, che si tratti di un’IA moderna o di un Atari d’epoca. Quello che stiamo osservando è probabilmente un tira e molla tra le misure di sicurezza dell’IA e la sua sconsiderata propensione alle allucinazioni, per non parlare delle infinite fesserie. Anche i chatbot AI tendono a essere molto adulatori, quindi quando un essere umano fornisce un feedback, tenderà ad assecondarlo e ad adattare le sue risposte per compiacere il suo interlocutore.
«Aggiungere questi controlli di realtà non significa solo evitare divertenti errori scacchistici. Si tratta di rendere l’IA più affidabile, degna di fiducia e sicura, soprattutto in contesti critici dove gli errori possono avere conseguenze concrete», ha dichiarato l’ingegnere informatico al Register. «Si tratta di garantire che l’IA rimanga uno strumento potente, non un oracolo incontrollato».
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Immagine di pubblico dominio CCo via Wikimedia
Intelligenza Artificiale
OpenAI dice che oltre un milione di persone parlano di suicidio con ChatGPT ogni settimana
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Intelligenza Artificiale
La superintelligenza artificiale potrebbe porre fine all’umanità
Centinaia di figure di spicco del settore tecnologico, accademico, politico e dello spettacolo hanno sottoscritto una lettera che chiede il divieto dello sviluppo della «superintelligenza», un’intelligenza artificiale capace di superare gli esseri umani in quasi tutti i compiti cognitivi.
Secondo il gruppo, la creazione di una superintelligenza potrebbe causare disordini economici, compromettere la libertà umana e, se non controllata, persino mettere a rischio l’estinzione della specie. L’appello arriva dopo mesi di crescenti preoccupazioni da parte degli esperti, che avvertono come i modelli di IA stiano evolvendo più rapidamente di quanto i regolatori riescano a gestire.
Tra le 4.300 firme raccolte giovedì ci sono Steve Wozniak, cofondatore di Apple, Richard Branson, fondatore del Virgin Group, celebrità come Kate Bush e Will.I.am, e pionieri della tecnologia come Geoffrey Hinton – che in passato ha plurime volte parlato dei rischi dell’IA – e Yoshua Bengio, anche lui lanciatore di allarmi sulle macchine pensanti (e che non è parente di Haran Banjo, che pure avvertiva della minaccia meganoide).
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La lettera chiede un divieto fino a quando non si raggiungerà «un ampio consenso scientifico» sulla sicurezza e controllabilità dello sviluppo, insieme a «un forte consenso pubblico».
Non si tratta della prima petizione allarmistica di questo tipo. Il Bengio e Wozniak ad esempio erano tra le principali figure del settore, tra cui il CEO di Tesla Elon Musk, che nel 2023 hanno co-firmato una lettera che chiedeva una regolamentazione aggressiva del settore dell’Intelligenza Artificiale.
Come riportato da Renovatio 21, Bill Gates si oppose alla moratoria. Gates, con cui Musk ha avuto scontri anche gustosi in passato, non ha partecipato alla moratoria internazionale promossa di Musk sul controllo dell’AI, replicando che invece l’AI sarebbe divenuto un ottimo maestro per i bambini e che proprio l’Intelligenza Artificiale salverà la democrazia.
A giugno dello scorso anno, il Bengio ha approvato un’altra lettera aperta sui «seri rischi» della tecnologia. La lettera è stata firmata dai dipendenti di Open AI, il creatore del chatbot virale di Intelligenza artificiale ChatGPT.
Un ulteriore appello a mettere in pausa lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale è stato firmato da un gruppo internazionale di medici e pubblicato dalla prestigiosa rivista medica BMJ Global Health. «Ci sono scenari in cui l’AGI [Intelligenza Artificiale Generale, ndr] potrebbe rappresentare una minaccia per gli esseri umani, e possibilmente una minaccia esistenziale» scrivono nell’appello i dottori di varie parti del mondo.
Nonostante l’allarme crescente sui rischi dell’IA, la regolamentazione globale rimane frammentata e incoerente.
L’AI Act dell’Unione Europea, il primo tentativo significativo a livello mondiale di regolamentare l’IA, classifica i sistemi in base al livello di rischio, da minimo a inaccettabile. Tuttavia, i critici sostengono che il quadro normativo, la cui piena attuazione potrebbe richiedere anni, rischia di essere obsoleto al momento dell’entrata in vigore.
Aziende come OpenAI, Google DeepMind, Anthropic e xAI stanno investendo miliardi per sviluppare modelli capaci di pensare, pianificare e programmare autonomamente. Stati Uniti e Cina vedono la supremazia nell’IA come una questione di sicurezza nazionale e leadership economica.
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Come riportato da Renovatio 21, in un caso davvero inquietante, plurimi utenti di Copilot, l’Intelligenza Artificiale di Microsoft creata in collaborazione con Open AI, hanno testimoniato su X e Reddit che il programma avrebbe una «seconda personalità» preoccupante che chiede l’adorazione degli esseri umani, come un dio crudele.
Elon Musk due anni fa aveva dichiarato durante la sua intervista con Tucker Carlson che il fine di Google – nemmeno così occulto – è quello di creare un dio-Intelligenza Artificiale. Musk, oramai quasi una decina di anni fa aveva parlato del fatto che creare l’AI era «come evocare un demone».
Più pessimista è l’esperto dei pericoli dell’AI Eliezer Yudkowsky, che ha lanciato un appello per chiedere la distruzione materiale dei data center dell’AI prima che sia troppo tardi, dichiarando che «tutti sulla Terra moriranno».
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