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Intelligenza Artificiale

Il sindaco di Nuova York implementa i robocani anticrimine

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Il sindaco di Nuova York Eric Adams e il dipartimento di polizia della città hanno reintrodotto cani robotici per le pattuglie di sorveglianza.

 

«Stiamo scansionando il globo per trovare la tecnologia che assicurerà che questa città sia sicura», ha il primo cittadino della Grande Mela.

 

Non si tratta di una novità: i robocani poliziotto erano apparsi per la prima volta nelle strade nel 2020, ma erano stati accantonati mesi dopo che i sostenitori dei diritti civili hanno definito la tecnologia come un segno di «polizia aggressiva».

 

 

Secondo quanto riportato, il ritorno alla polizia neoeboracena del cane robotico della Boston Dynamics, chiamato «Digidog», servirà ad assistere la polizia nelle indagini su incidenti ad alto rischio o pericolosi, come «situazioni con ostaggi, antiterrorismo», ha detto il capo della polizia.

 

Il costo di una unità si aggira intorno ai 74 mila dollari.

 

Oltre al robocane, il dipartimento di polizia della metropoli aggiungerà a un robot di sicurezza autonomo, chiamato K5, nonché un sistema GPS chiamato StarChase.

 

Il robot poliziotto K5 assomiglia all’R2-D2 di Guerre Stellari (nel doppiaggio italiano previamente chiamato C1P8), dotato di consapevolezza situazionale in tempo reale e telecamere che consentiranno al dipartimento di polizia di monitorare le strade.

 

 

«Il robot K5 fornisce consapevolezza situazionale in tempo reale e informazioni utilizzabili ai primi soccorritori e fornisce anche una deterrenza fisica al crimine», ha affermato il capo del dipartimento Jeffrey Maddrey.

 

Non è chiaro se l’automa e il suo sistema di visione implementeranno anche i sempre più controversi software di riconoscimento facciale.

 

Il sistema GPS StarChase consente alla polizia, in un lanciatore portatile o montato su un veicolo, di tracciare a distanza un veicolo contrassegnato.

 

 

L’introduzione di queste nuove tecnologie distopiche coincide con un aumento della criminalità a Nuova York a causa delle carenze al personale della polizia.

 

Renovatio 21, oramai definibile come unico esemplare di «Corriere del robocane», aveva parlato dell’armamento dei robocani più di un anno fa. Roboquadrupedi militari sono in produzione ovunque – pure in versione «telepatica».

 

I cinesi producono lo «yak meccanico» per la guerra in Himalaya, più un’altra serie di automi armati posti al confine con l’India. Un video con un robocane armato portato in cima ad un palazzo da un drone è apparso nel web cinese il mese scorso.

 

Al Forum militare di Mosca dell’anno scorso di due mesi fa erano visibili robocani dotati di bazooka.

 

 

Boston Dynamics, la prima società a concepire e produrre robocani, ha giurato che non ne farà delle versioni armate. Tuttavia, versioni non-armate dei robodogs sono utilizzate già dalle forze dell’Ordine in USA, pure dai pompieri di Nuova York che, come detto sopra, dalla polizia, che li aveva utilizzati in alcuni raid nel 2020.

 

 

Sull’uso dei Terminator Dogs ai confini con il Messico vi è polemica, perché c’è chi ritiene che il loro uso spaventa gli immigrati spingendoli verso sentieri dove poi incontrano la morte.

 

Come visto in immagini scioccanti della scorsa primavera, i robocani abbiano pattugliato le strade di Shanghai durante il colossale lockdown della primavera 2022, dove per sorvegliare e punire i 26 milioni di abitanti usarono, oltre agli androidi quadrupedi, anche droni che volevano tra i palazzi ripetendo frasi come «contieni la sete di libertà del tuo spirito».

 

 

Infine, Renovatio 21 segnala che quest’anno robodogghi sono stati mandati in giro per la campagna umbra.

 

 

 

 

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Klaus Schwab: l’Intelligenza artificiale controllerà la salute e le finanze nella transizione verso l’«era intelligente»

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Il fondatore del World Economic Forum (WEF) Klaus Schwab ha annunciato che il tema della riunione annuale del prossimo anno a Davos sarà «Collaborazione per l’era intelligente».

 

Schwab ha fatto l’annuncio sul blog WEF Agenda il 24 settembre, dove ha anche dichiarato che «abbiamo già varcato la soglia dell’era intelligente (…) Sta a noi stabilire se porterà a un futuro di maggiore uguaglianza, sostenibilità e collaborazione, oppure se approfondirà le divisioni già esistenti».

 

Schwab usa l’espressione «era dell’intelligenza» per parlare dell’ascesa di tecnologie intelligenti per la sorveglianza di massa e la censura che limitano le nostre capacità decisionali.

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«L’era intelligente sta anche trasformando il nostro modo di vivere. Le città stanno diventando più intelligenti, con sensori e intelligenza artificiale che gestiscono tutto, dal flusso del traffico all’uso dell’energia. Queste città intelligenti e le case intelligenti al loro interno non sono solo più efficienti, sono progettate per essere più sostenibili, riducendo le emissioni di carbonio e migliorando la qualità della vita» dichiara il guru del gruppo estremista di Davos.

 

Nel suo ultimo post sul blog WEF Agenda, Schwab elenca diversi esempi di come l’intelligenza artificiale e l’automazione stiano superando le capacità umane.

 

  • Nel settore sanitario, i sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale stanno superando gli esseri umani a vantaggio dei pazienti

 

  • In agricoltura, gli agricoltori stanno sfruttando l’intelligenza artificiale per ottimizzare le rese delle colture, mentre i produttori stanno utilizzando sistemi intelligenti per migliorare l’efficienza della catena di fornitura e ridurre gli sprechi.

 

  • La finanza, uno dei settori più conservativi, sta venendo stravolta da algoritmi basati sull’intelligenza artificiale, capaci di prevedere i movimenti del mercato con sempre maggiore accuratezza e velocità.

 

Un capitolo a parte va riservato alle cosiddette smart-cities, ovvero l’inserimento di algoritmi di controllo nel tessuto urbano.

 

Oltre a rendere le città più intelligenti grazie ai sensori e all’Intelligenza Artificiale, lo Schwab sostiene che l’intelligenza artificiale ci sta avvicinando sempre di più negli spazi virtuali e sta cambiando per sempre il modo in cui comunichiamo tra noi: «l’intelligenza artificiale sta portando la comunicazione istantanea e globale a un livello superiore, consentendo la traduzione in tempo reale in tutte le lingue» gongola lo Schwab, incurante del fatto che nessuno davvero imparerà più una lingua straniera.

 

Lo Schwab quindi arriva a toccare il tema dell’IA applicata alla censura, una questione a più riprese elaborata da membri del WEF. «Man mano che questi sistemi diventano più sofisticati, plasmeranno sempre di più il flusso di informazioni nella società, sollevando importanti questioni su pregiudizi e disinformazione» dice, sembrando però poi virare di scatto vero la nostalgia per l’umanità: «man mano che deleghiamo sempre più decisioni agli algoritmi, rischiamo di esacerbare le divisioni sociali se i sistemi vengono progettati senza equità, inclusione e una comprensione di cosa significhi essere umani nel profondo».

 

La soluzione, quindi, è la tecnocrazia: convergenza di pubblico e privato in un unico schema di controllo del mondo e dell’umanità.

 

«Con l’avvento dell’era intelligente, ci troviamo di fronte sia a opportunità senza precedenti che a rischi senza precedenti. Per navigare in questa nuova era in modo responsabile, abbiamo bisogno di sforzi globali coordinati in tutti i settori della società», scrive il calvo guru tedesco-elvetico.

 

«Stiamo entrando nell’Età Intelligente, un’era ben oltre la sola tecnologia. Questa è una rivoluzione sociale, una che ha il potere di elevare l’umanità, o addirittura di frantumarla».

 

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Al World Governments Summit di quest’anno, tenutosi a Dubai a febbraio, lo Schwab aveva tenuto un discorso in cui ha affermato che l’era intelligente è una transizione dall’era industriale a una nuova alba della civiltà umana alimentata dalle tecnologie della cosiddetta «Quarta Rivoluzione Industriale», un altro termine coniato da Schwab nel 2016.

 

«Ora, non stiamo parlando solo della quarta rivoluzione industriale; stiamo parlando della transizione dell’umanità verso una nuova era, che non è caratterizzata solo dal cambiamento tecnologico, una nuova era in cui l’umanità godrà di molte più opportunità e possibilità”, ha affermato Schwab nel suo discorso al World Governments Summit intitolato Civiltà di domani: costruite per fallire o per ascendere?

 

«È una transizione. Abbiamo avuto la transizione per la prima volta circa cento anni fa dalla società agricola alla società industriale, ma oggi parliamo di transizione verso quella che definirei “l’era intelligente”», ha aggiunto.

 

 

Schwab ha raccontato poi come ha inserito la sua idea di un’era intelligente in ChatGPT, rafforzando così la sua ideologia.

 

Secondo Schwab, ChatGPT gli ha detto:

 

«Immaginando un futuro guidato dalle tecnologie della quarta rivoluzione industriale, vediamo una NUOVA ALBA della civiltà umana, che armonizza la tecnologia con i bisogni e le aspirazioni più profonde dell’umanità».

 

«Questa missione si sviluppa all’interno di una società in cui l’intelligenza artificiale, la robotica, l’Internet delle cose, la stampa 3D, l’ingegneria genetica e l’informatica quantistica diventano le fondamenta della nostra vita quotidiana, ma sono guidate da un profondo rispetto per i valori umani, la creatività e il mondo naturale».

 

«In questa nuova era intelligente, la tecnologia non è più solo uno strumento o un’estensione delle capacità umane; è un partner nella creazione di un mondo in cui ogni individuo ha l’opportunità di raggiungere il proprio pieno potenziale».

 

Qui vediamo Schwab stesso fare ingenuamente affidamento sulla tecnologia per rafforzare la sua stessa visione del mondo.

 

«La finestra di opportunità è stretta, ma con un’azione collettiva e una leadership responsabile, possiamo cogliere il potenziale di questa nuova era e costruire un mondo che avvantaggi tutta l’umanità», ha scritto Schwab nel suo ultimo post sul blog.

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Il boss WEF ha intitolato il meeting annuale del WEF del prossimo anno a Davos «Collaborazione per l’era intelligente», dopo aver presentato per la prima volta l’idea al Summit dei governi mondiali. Va notato che aveva fatto esattamente la stessa cosa nel 2022 quando aveva dichiarato «La storia è davvero a un punto di svolta».

 

Quando ancora si chiamava il singolare World Government Summit, Schwab aveva detto il 30 marzo 2022: «la storia è davvero a un punto di svolta. Non conosciamo ancora la portata completa e i cambiamenti sistemici e strutturali che si verificheranno».

 

«Tuttavia, sappiamo che i sistemi energetici globali, i sistemi alimentari e le catene di approvvigionamento saranno profondamente colpiti», ha aggiunto. Due mesi dopo, il WEF tenne il suo incontro annuale a Davos sul tema «La storia a un punto di svolta».

 

«Quarta Rivoluzione Industriale», «Grande Reset», ora «Era Intelligente»: Schwab ricicla il concetto ogni quattro anni, sembra. La sostanza, tuttavia, pare essere sempre la stessa: una riforma radicale dell’umanità, che va sottomessa ad un sistema macchinale che la controlla e la diriga.

 

Il tutto in una palingenesi, in un azzeramento, che cancelli le strutture di pensiero e di governo precedenti, rendendo obsoleta la democrazia, le Costituzioni, lo Stato così come conosciuti in questi secoli dagli esseri umani.

 

E per chi si oppone, sappiamo cosa succede: il gulag digitale è già qui, e Renovatio 21 sa qualcosa di questa censura, che però è solo l’inizio. Dal gulag elettronico si passerà a quello biochimico, a quello fisico, un giorno a quello psichico, verso l’annientamento totale di ogni opposizione al sistema della Cultura della Morte.

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Intelligenza Artificiale

Posto il veto sul primo disegno di legge statunitense sulla sicurezza dell’AI

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Il governatore della California Gavin Newsom ha posto il veto a una legge storica sull’Intelligenza Artificiale che avrebbe stabilito le prime misure di sicurezza per il settore negli Stati Uniti. La legge, nota come California Senate Bill 104, o SB 1047, mirava a ridurre i potenziali rischi creati dall’IA.   La regolamentazione proposta avrebbe obbligato le aziende tecnologiche con modelli di Intelligenza Artificiale potenti a sottoporli a test di sicurezza prima di rilasciarli al pubblico, nonché a divulgare pubblicamente i protocolli di sicurezza dei modelli. Ciò sarebbe stato fatto per impedire che i modelli venissero manipolati per causare danni, come l’hacking di infrastrutture strategicamente importanti.   In un messaggio che accompagnava il veto di domenica, il governatore ha affermato che, sebbene la proposta fosse «ben intenzionata», si concentrava erroneamente sui modelli di IA «più costosi e su larga scala», mentre «modelli più piccoli e specializzati» potrebbero potenzialmente causare più danni. Newsom ha anche sostenuto che il disegno di legge non tiene conto dell’ambiente in cui viene distribuito un sistema di IA o se comporta un processo decisionale critico o l’uso di dati sensibili.

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«Invece, il disegno di legge applica standard rigorosi anche alle funzioni più basilari… Non credo che questo sia il miglior approccio per proteggere il pubblico dalle minacce reali poste dalla tecnologia», ha affermato il governatore californiano.   Il Newsom ha sottolineato di essere d’accordo sul fatto che il settore debba essere regolamentato, ma ha chiesto iniziative più «informate» basate su «analisi empiriche della traiettoria dei sistemi e delle capacità di Intelligenza Artificiale».   «In definitiva, qualsiasi quadro per regolamentare efficacemente l’Intelligenza Artificiale deve tenere il passo con la tecnologia stessa… Data la posta in gioco – proteggere dalle minacce reali senza vanificare inutilmente la promessa di questa tecnologia di promuovere il bene pubblico – dobbiamo fare le cose per bene», ha il controverso politico sanfranciscano.   In qualità di governatore della California, Newsom è visto come colui che svolge un ruolo importante nel nascente processo di regolamentazione dell’IA. Secondo i dati del suo ufficio, lo stato ospita 32 delle «50 principali aziende di IA» del mondo.   L’autore del disegno di legge, il senatore dello Stato Scott Weiner, ha definito il veto «una battuta d’arresto» per coloro che «credono nella supervisione di grandi aziende che prendono decisioni critiche» che incidono sulla sicurezza pubblica. Ha promesso di continuare a lavorare sulla legislazione.   Il disegno di legge ha suscitato reazioni contrastanti da parte di aziende tecnologiche, ricercatori e legislatori. Mentre alcuni lo vedevano come un modo per aprire la strada a normative nazionali sul settore, altri sostenevano che avrebbe potuto soffocare lo sviluppo dell’IA. L’ex presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi ha definito la proposta «ben intenzionata ma mal informata».

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Nel frattempo, decine di dipendenti di diverse aziende leader nel campo dell’Intelligenza Artificiale, come OpenAI, Anthropic e DeepMind di Google, hanno sostenuto il disegno di legge, perché ha aggiunto tutele per chi denuncia i rischi nei modelli di intelligenza artificiale che le loro aziende stanno sviluppando.   Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso l’ alto rappresentante delle Nazioni Unite per gli affari del disarmo Izumi Nakamitsu aveva dichiarato che l’uso dell’Intelligenza Artificiale abbinato alle armi nucleari può portare alla catastrofe.   n precedenza, i leader e gli studiosi del settore dell’Intelligenza Artificiale hanno firmato una lettera aperta sollecitando rapidi passi per mitigare i rischi apparentemente collegati ad esso.   La lettera è stata firmata da alcuni dei più grandi attori del settore, con firmatari tra cui il CEO di OpenAI (azienda creatrice di ChatGPT) Sam Altman, Geoffrey Hinton, il «padrino dell’IA», Dan Hendrycks, direttore del Center for AI Safety, alti dirigenti di Microsoft e Google e Microsoft.   «Mitigare il rischio di estinzione dell’IA dovrebbe essere una priorità globale insieme ad altri rischi su scala sociale come le pandemie e la guerra nucleare», afferma la dichiarazione pubblicata il 30 maggio 2023.   La lettera aperta era stata preceduta da un messaggio di aprile, firmato dal CEO di Tesla Elon Musk e da una manciata di altre figure di spicco del settore, che chiedevano una pausa nella ricerca sull’IA.   Come riportato da Renovatio 21, a chiedere di fermare l’Intelligenza Artificiale è stato anche un gruppo di medici che hanno firmato un appello sulla prestigiosa rivista scientifica BMJ Global Health.   Un recente rapporto della banca d’affari Goldman Sachs calcola che l’IA potrebbe portare a breve a 300 milioni di disoccupati nel mondo.   Il Musk aveva dichiarato durante la sua recente intervista con Tucker Carlson che il fine di Google – nemmeno così occulto – è quello di creare un dio-Intelligenza Artificiale. Quando Musk ha ribattuto ad un entusiasta fondatore di Google Larry Page specificando i rischi dell’AI, il Page gli ha dato dello «specista», termine del gergo animalista che indica una persona che mette la specie umana sopra le altre.

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L’idea che l’AI diventerà una sorta di dio circola da anni e investe direttamente personale di OpenAI come il capo scientifico e cofondatore Ilya Sutskever, il quale ha chiesto ai suoi followers se le super-IA avanzate dovrebbero essere rese «profondamente obbedienti» ai loro creatori umani, o se questi algoritmi dovrebbero «amare veramente profondamente l’umanità». L’anno scorso, Sutskever affermò che «può darsi che le grandi reti neurali di oggi siano leggermente consapevoli».   Eliezer Yudkowsky, specialista nel tema dei pericoli delle IA, ha dichiarato che l’unica possibilità è una moratoria che preveda il bombardamento delle server farm dei Paesi che stanno sviluppando l’AGI, poiché se non si fermano le macchine «tutti sulla terra moriranno».   Come riportato da Renovatio 21, tale pessimismo non è condiviso dal magnate Bill Gates, che sostiene invece che l’IA «salverà la democrazia».   Come riportato da Renovatio 21, Microsoft ha finanziato con 10 miliardi di dollari OpenAI, integrando la sua IA nel motore di ricerca Bing, con risultati talvolta davvero allucinanti. Ricercatori dell’azienda – che, en passant, ricordiamo ha il brevetto per trasformare i morti in chatbot 3D – hanno affermato che ChatGPT-4 esibisce un’intelligenza «di livello umano».   Lo stesso Gates l’hanno passato, dopo essersi rifiutato di sottoscrivere la lettera di esperti che chiedeva una moratoria sui pericoli dell’AI, sostenne il suo uso nelle scuole dicendo che la macchina «alla fine diverrà un buon maestro» a livello dell’essere umano.

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Cina

La Cina impone un marchio obbligatorio per contenuti da Intelligenza Artificiale

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Una bozza prevede per la prima volta regole specifiche per il settore, valide per aziende e creatori di contenuti. I video dovranno contenere una etichetta «esplicita». Gli esperti prevedono difficoltà nell’applicazione.

 

Pechino ha proposto una nuova normativa che prevede l’obbligo di identificare con chiarezza tutti i contenuti generati dall’Intelligenza Artificiale, nel tentativo di arginare l’aumento delle frodi legate all’uso di questa nuova tecnologia.

 

La bozza contenente le linee guida, pubblicata il 14 settembre scorso e aperta ai commenti del pubblico per un mese, prevede che tutte le immagini, i video e gli audio generati dall’IA siano chiaramente etichettati con un watermark (o filigrana elettronica) e metadati incorporati.

 

È la prima volta che l’Amministrazione cinese per il cyberspazio propone regole specifiche per la definizione e l’inquadramento di contenuti generati dall’Intelligenza Artificiale.

 

Secondo le linee guida, i video generati devono contenere un’etichetta «esplicita» visualizzata all’inizio della clip e visibile in ogni momento in un angolo dello schermo.

 

Vi è inoltre la forte raccomandazione a far lampeggiare l’etichetta stessa in alcuni momenti definiti «appropriati» del video stesso. Anche i metadati che registrano la fonte del file e le informazioni sul copyright – indicati come etichetta «implicita» – devono essere registrati al momento della creazione.

 

Le regole si applicherebbero non solo alle aziende di IA, ma anche ai singoli creatori di contenuti, alle piattaforme online, agli app store e a qualsiasi altro distributore di contenuti. Sempre secondo le linee guida, le piattaforme di distribuzione dei contenuti hanno l’obbligo di etichettare i file sospettati di essere generati dall’intelligenza artificiale, nel caso in cui vengano a mancare i metadati. Infine, gli app store sono tenuti a garantire che i fornitori di contenuti etichettino correttamente i contenuti generati dall’IA.

 

Le proposte sono l’ultimo sforzo delle autorità cinesi per combattere l’aumento dei casi di frode legati alla nuova tecnologia.

 

Secondo la start-up cinese RealAI, nei primi cinque mesi del 2024 in Cina sono stati sottratti oltre 185 milioni di yuan (26 milioni di dollari) utilizzando l’IA, rispetto ai soli 16,7 milioni di yuan dell’intero 2023. La tecnologia Deepfake, la sintesi vocale e i chatbot AI sono elencati come «scenari applicativi tipici ad alto rischio» nelle linee guida, evidenziando il loro potenziale utilizzo per frodare gli utenti.

 

Tuttavia, analisti ed esperti sottolineano che le nuove direttive potrebbero non essere così facili da applicare all’atto pratico. Fra le voci critiche vi è quella di Ma Ce, avvocato dello studio legale Zhejiang Kinding, specializzato in diritto di Internet, secondo cui le linee guida mancano di una chiara definizione di ciò che costituisce «contenuto generato dall’Intelligenza Artificiale che richiede la filigrana».

 

L’obbligo per i creatori e le piattaforme online di aggiungere correttamente i metadati ai file generati «porrà delle sfide tecniche», ha aggiunto l’esperto. Le linee guida non specificano inoltre le sanzioni per i creatori e i distributori di contenuti che violano le regole.

 

La Cina non è l’unico Paese che sta cercando di garantire che i contenuti generati dall’intelligenza artificiale siano chiaramente etichettati. L’Unione Europea, gli Stati Uniti, Singapore e il Canada si stanno muovendo per regolamentare questo settore. Tuttavia, rimangono diversi interrogativi sulle modalità di attuazione delle norme che impongono il watermarking dei contenuti online.

 

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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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