Intelligence
Trump inizia i tagli alla CIA

L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha iniziato a tagliare il personale della CIA come parte di uno sforzo più ampio per ridimensionare le agenzie governative. Lo riporta il New York Times, che citando fonti.
I primi licenziamenti avrebbero preso di mira ufficiali assunti negli ultimi due anni, molti dei quali erano ancora con contratti di prova.
Secondo fonti a conoscenza della situazione sentite dal giornale neoeboraceno, diversi dipendenti della CIA assunti di recente sono stati convocati in un luogo lontano dalla sede centrale dell’agenzia a Langley, in Virginia, dove è stato chiesto loro di consegnare le proprie credenziali senza preavviso. I licenziamenti avrebbero causato ansia tra il personale rimanente della CIA, con alcuni dipendenti che avrebbero evitato le chiamate della sicurezza per paura di essere i prossimi.
Una portavoce della CIA ha confermato al New York Times che alcuni ufficiali assunti di recente erano stati licenziati, ma non ha specificato quanti, segnalando che i licenziamenti erano basati sulle prestazioni, così come hanno fatto diversi funzionari anonimi che hanno parlato con il quotidiano.
I licenziamenti segnalati giungono nel bel mezzo degli sforzi di Trump per tagliare i ranghi del governo come parte di una spinta per eliminare la spesa statale inutile, la burocrazia e la corruzione, una campagna guidata dal Department of Government Efficiency (DOGE) sotto il miliardario Elon Musk. Durante la prima riunione di gabinetto del suo secondo mandato, Trump si è impegnato a «ridurre le dimensioni del governo», sostenendo che le agenzie federali erano diventate «gonfie» e «sciatte».
L’11 febbraio il presidente aveva firmato un ordine esecutivo sull’ottimizzazione della forza lavoro, imponendo riduzioni su larga scala in tutte le agenzie governative e limitando le assunzioni alle posizioni essenziali.
Il rapporto segue anche la sentenza di un giudice federale che ha spianato la strada al direttore della CIA John Ratcliffe per licenziare dipendenti a piacimento. A fine febbraio, il giudice Anthony J. Trenga si è pronunciato su una causa intentata da ufficiali licenziati dopo l’ordine di Trump di tagliare i programmi di diversità nelle agenzie governative. Tale decisione ha effettivamente concesso a Ratcliffe l’autorità di rimuovere qualsiasi dipendente della CIA per qualsiasi motivo senza diritto di appello.
L’amministrazione Trump ha già preso misure severe contro l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), il principale meccanismo di Washington per il finanziamento di progetti politici all’estero, licenziando circa 2.000 dipendenti e mettendo in congedo quasi tutto il personale rimanente. Secondo un recente articolo del Wall Street Journal, Trump sta anche preparando un ordine esecutivo mirato a smantellare il Dipartimento dell’istruzione, che ha ripetutamente criticato come una «grande truffa».
La battaglia tra Trump e la CIA è risalente. Nel primo giorno della sua prima amministrazione, nel gennaio 2017, andò a Langley parlando dalla sala d’ingresso con alle spalle il muro con le stelle che rappresentano gli agenti caduti sul campo. Pareva un segno di distensione: quello che accadde quattro anni dopo fu l’intromissione elettorale di più di cinquanta ex ufficiali (anche di massimo livello) dei servizi americani che in una lettera pubblica affermarono che la storia del computer di Hunter Biden era propaganda russa.
Un altro segno importante è la nomina a segretario della Sanità di Robert F. Kennedy jr., che da anni ripete che la CIA ha avuto un ruolo nell’assassinio del padre Robert Kennedy sr. e dello zio John F. Kennedy. La nuora di RFK jr., Amaryllis Fox, già capo della campagna presidenziale di Kennedy, è un ex agente CIA con esperienze internazionali. Secondo voci, potrebbe presiedere dall’interno della CIA al rilascio dei documenti sulla morte di JFK promesso da Trump.
Come riportato da Renovatio 21, Kennedy in un libro ha accusato la CIA di aver insabbiato l’origine laboratoriale del virus di Wuhano.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Intelligence
«Il caos in Siria è benefico per Israele»: le ammissioni dell’ex capo dei servizi segreti militari

🇸🇾 Jolani jihadi terrorist gives speech over bodies of an Alawite family he just murdered in their home: “This is the fate of everyone attacking our Mujahideen! We promised you peace O you sons of pigs and apes!”#FactCheckSyria pic.twitter.com/aPnNQA0trF
— OstensibleOyster (@Ostensiblay) March 13, 2025
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Epidemie
I servizi segreti tedeschi hanno nascosto per anni le prove dell’origine del COVID

L’agenzia di Intelligence estera tedesca (Bundesnachrichtendienst, o BND) ha ottenuto prove nei primi giorni della pandemia che l’hanno convinta che il COVID-19 abbia avuto origine in un laboratorio. Lo riportano i quotidiani germanici Die Zeit e Sueddeutsche Zeitung.
Berlino avrebbe deciso di mantenere segreta la conclusione per paura di un possibile errore e di ricadute politiche, hanno affermato i giornali, che hanno effettuato sul caso un’inchiesta.
Il BND ha inviato un team di specialisti per indagare sulle origini del virus nelle prime settimane del 2020, si legge nel rapporto. Si sono concentrati sulle agenzie governative e sulle istituzioni scientifiche cinesi, tra cui il laboratorio di Wuhan, dove avrebbero scoperto documenti che i media tedeschi descrivono come «affascinanti ed esplosivi».
Secondo quanto riferito, le scoperte dell’agenzia di intelligence tedesca includevano dati su esperimenti con i coronavirus, nonché una serie di studi inediti del 2019-2020, tra cui quelli riguardanti gli effetti dei coronavirus sul cervello umano.
«Il materiale suggerisce che una quantità insolitamente grande di conoscenze sul presunto nuovo virus fosse disponibile a Wuhan in una fase insolitamente precoce», ha riferito Die Zeit.
I materiali sarebbero stati valutati da un team di analisti del BND guidato da un virologo. Il team ha incrociato i dati con studi e materiali disponibili al pubblico ottenuti da altre nazioni e ha concluso «con una certezza dell’80-95%» che il COVID «probabilmente ha avuto origine in un laboratorio cinese». Il BND avrebbe ritenuto che l’epidemia fosse stata causata da un incidente derivante dalle lassiste norme di sicurezza nel laboratorio di Wuhan.
I risultati sono stati presentati al governo dell’ex cancelliera Angela Merkel, ma costei sarebbe rimasta scettica e ha deciso di non condividere le informazioni con nessuno, inclusa l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e il parlamento tedesco, secondo i media. Berlino avrebbe paura di potenziali complicazioni nelle relazioni con Pechino e Washington.
Anche il governo del cancelliere Olaf Scholz, succeduto a quello di Merkel, a quanto si dice non ha ritenuto le conclusioni del BND abbastanza convincenti e inizialmente ha deciso di tenerle nascoste. Solo alla fine del 2024 il BND è stato autorizzato a condividere le sue scoperte con la CIA e un gruppo di scienziati attentamente selezionati, secondo i media.
La CIA ha affermato a gennaio 2025 di ritenere «con scarsa sicurezza» che il COVID-19 abbia avuto origine in un laboratorio. Il governo cinese ha ripetutamente respinto la teoria della fuga di laboratorio.
L’improvviso cambiamento della CIA è degno di nota, dato che nel 2023 un informatore rivelò che l’agenzia aveva corrotto sei dei suoi analisti del team investigativo sulle origini del COVID per respingere la teoria secondo cui il COVID-19 fosse il risultato di una fuga laboratoriale del nuovo coronavirus in Cina, legata a una ricerca congiunta. L’insabbiamento della catastrofe wuhaniana da parte dello spionaggio USA è al centro di un libro di Robert F. Kennedy jr, il quale ha sostenuto che la CIA è coinvolta nel finanziamento del laboratorio.
Il dietrofront era arrivato appena cinque giorni dopo l’insediamento di Trump e con l’agenzia sotto una nuova guida con Timothy Ratcliffe, che ha lasciato intendere che sarebbero state rilasciate ulteriori rivelazioni.
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«Come sapete, ho dichiarato pubblicamente che penso che la nostra Intelligence, la nostra scienza e il nostro buon senso ci dicano tutti che le origini del COVID sono state una fuga di notizie all’Istituto di virologia di Wuhan», aveva dichiarato il Ratcliffo al sito Breitbart. «Ma la CIA non ha fatto quella valutazione o almeno non l’ha fatta pubblicamente. Quindi mi concentrerò su questo e guarderò i dati di Intelligence e mi assicurerò che il pubblico sia consapevole che l’agenzia sta per uscire dai giochi».
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso era emerso che funzionari dell’Intelligence statunitense avrebbero «messo a tacere» i ricercatori che avevano trovato prove che la pandemia di COVID-19 fosse il risultato di una fuga dal laboratorio cinese.
In seguito all’inchiesta di Sueddeutsche Zeitung e Die Zeit, Berlino ha affermato che avrebbe condiviso le conclusioni del BND con il Parlamento tedesco e l’OMS e che in futuro avrebbe reso pubblici alcuni materiali relativi alla valutazione scientifica delle conclusioni dell’agenzia.
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Intelligence
La CIA non condivide più informazioni con Kiev

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