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Nucleare

Tulsi Gabbard: «i guerrafondai ci hanno messo sulla strada per la guerra nucleare»

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L’ex deputata USA Tulsi Gabbard  ha appena pubblicato un drammatico messaggio video di un minuto in cui avverte il pericolo di una guerra nucleare.

 

A Washington, la Gabbard rappresentava la circoscrizione delle Hawaii.

 

«I guerrafondai ci hanno messo sulla strada di una guerra nucleare con la Russia. E quando le armi nucleari inizieranno a volare, riceverai un avviso come quello che le persone alle Hawaii hanno ricevuto sui loro telefoni 4 anni fa».

 

Il video quindi mostra registrazioni dell’ incredibile incidente alle Hawaii del 2018, in cui a tutti i cittadini fu detto dall’autoritù, via SMS e per radio, che missili nordcoreani erano in arrivo: «Cerca un riparo immediato… Un missile può avere un impatto sulla terra o sul mare in pochi minuti. Questa non è una esercitazione».

 

La Gabbard poi torna a dire che il messaggio ci diceva che c’erano solo 20 minuti per trovare un riparo, ma non c’erano rifugi.

 

«I genitori hanno calato i loro figli nei tombini… Quando le armi nucleari russe stanno arrivando e i nostri leader ti diranno di cercare immediatamente un riparo, ti renderai conto di come i nostri leader hanno fallito e hanno tradito te e i tuoi cari. … Dobbiamo stare uniti e opporci a questi guerrafondai prima che sia troppo tardi»,

 

 

La Gabbard è maggiore della Guardia Nazionale e ha prestato servizio durante la guerra in Iraq. Il suo canale YouTube ha 390 mila iscritti.

 

Di recente, è emerso che sta subendo censura su Instagram, social network di cui è proprietaria la società di Mark Zuckerberg.

 

 

Candidata presidente, durante i dibattiti delle primarie svergogno pubblicamente le falsità e le incongruenze di Kamala Harris. Fu estromessa dal partito ed accusata di essere asservita agli interessi del presidente siriano Bashar al-Assad per il solo fatto di essere in disaccordo con la politica americana nella zona, dove gli USA di fatto sostenevano il ramo locale di Al-Qaeda.

 

Come riportato da Renovatio 21, di recente la Gabbard ha dichiarato pubblicamente che dietro ai venti di guerra c’era il complesso militare-industriale.

 

«I guerrafondai neocon hanno passato anni ad alimentare la nuova guerra fredda con la Russia e ora ci hanno portato sull’orlo del baratro in Ucraina: questo serve i loro interessi e riempie le tasche del Complesso Militare Industriale con trilioni di dollari

 

In un altro segmento televisivo di due mesi fa aveva messo in guardia rispetto alla prospettiva.

 

«Stiamo parlando di Stati Uniti e Russia, due grandi potenze nucleari nel mondo. C’è solo un posto dove finisce quel conflitto. Ciò finisce con la distruzione di questo mondo e della vita come lo conosciamo»

 

La Gabbard aveva già parlato dell’incredibile caso dell’allarme alle Hawaii in un podcast con il popolare Joe Rogan. L’ex deputata raccontò la storia di un padre che ricevette il messaggio mentre si trovava alla stessa distanza dai due figli, che stavano però in direzioni opposte, e che quindi doveva scegliere quale bambino salvare.

 

Tutto questo a breve potrebbe replicarsi in Europa. Soprattutto, in Italia, viste le tante basi che concediamo.

 

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Economia

Il pericolo di guerra nucleare è dovuto al crollo finanziario sistemico: ex parlamentare messicano

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In un documento preparato per il 28° Seminario Internazionale «Partiti e Nuova Società», tenutosi dal 26 al 28 settembre a Città del Messico, Benjamin Robles, un importante ex senatore ed ex membro del Congresso messicano, attualmente membro della Commissione Politica Nazionale del Partito dei lavoratori (PT), ha denunciato il pericolo di una guerra nucleare che minaccia l’umanità e ha sostenuto che ciò è dovuto «all’inevitabile disintegrazione finanziaria» del sistema speculativo occidentale. Lo riporta EIRN.

 

Per affrontare questi pericoli gemelli, Robles ha proposto «l’implementazione di una nuova architettura finanziaria mondiale … ​​[e] un nuovo ordine di sicurezza su scala globale». Robles all’inizio di quest’anno aveva pubblicato una lettera aperta su carta intestata della Camera dei Deputati intitolata «più urgente che mai: fermare il pericolo di una guerra nucleare!».

 

Nel suo discorso preparato per la conferenza a cui hanno partecipato rappresentanti di 134 partiti da 55 paesi, Robles ha iniziato affermando che «ciò che è in atto è il processo di disintegrazione del sistema finanziario del dollaro, che minaccia la pace nel mondo». L’ex membro del senato messicano ha osservato che le discussioni sulla «possibilità di attaccare la Russia con missili a lungo raggio … fanno parte di uno scenario molto pericoloso che indica uno scontro nucleare».

 

«Perché l’oligarchia dei rentier vuole usare la carta della guerra in questo momento?» ha chiesto. «Beh, oltre a voler restare al potere per altri mille anni, la ragione sta nell’inevitabile disintegrazione finanziaria e, d’altra parte, nell’audace e creativa emergenza della “multipolarità” composta dal Sud del mondo, dalle nazioni BRICS e da quei paesi che fanno parte della Belt and Road Initiative e di tutti i nuovi meccanismi di collaborazione».

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Dopo aver approfondito le cause della crisi finanziaria Robles si è concentrato sulle soluzioni.

 

«Vorrei sottolineare la mia proposta a questo proposito, che è la creazione di una Nuova Architettura Finanziaria Mondiale. Non è una de-dollarizzazione fine a se stessa, senza proporre un’alternativa. Bisogna fare molta attenzione», ha sottolineato. L’ex senatore ha poi lanciato un appello per un «Programma di Azione Minimo» che comprendesse:

 

«1. Una mobilitazione di massa mondiale a favore della pace e del progresso di tutte le nazioni».

 

«2. Implementazione di una nuova architettura finanziaria mondiale».

 

«3. Attuazione di un nuovo ordine di sicurezza su scala mondiale».

 

«4. Una riorganizzazione delle Nazioni Unite per la costruzione della pace».

 

«A tal fine, dovrebbe essere creato un gruppo di lavoro per raggiungere accordi globali con i paesi del Sud del mondo, i BRICS e la regione latinoamericana in quanto tale».

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato il Messico, sotto il presidente Andres Manuel Lopez Obrador (AMLO) ha rinunciato all’adesione ai BRICS. Quattro mesi fa è stata eletta presidente Claudia Sheinbaum, una scienziata del clima ebrea pro-LGBT nota, tra le altre cose, per aver demolito una chiesa.

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Nucleare

Parlamentare ex generale russo delinea le condizioni per un possibile attacco nucleare

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Un parlamentare russo di estrazione militare ha affermato che la decisione dell’Occidente di consentire all’Ucraina di lanciare attacchi a lungo raggio in profondità nella Russia con armi di fabbricazione straniera potrebbe costringere Mosca a ricorrere all’opzione nucleare.   In un’intervista rilasciata sabato all’agenzia di stampa russa RIA Novosti, Andrej Kartapolov, presidente della commissione parlamentare per la difesa, ha commentato la recente proposta del presidente russo Vladimir Putin di aggiornare la dottrina nucleare del Paese.   Mercoledì scorso, Putin aveva suggerito che la nuova strategia nucleare dovrebbe trattare «l’aggressione contro la Russia da parte di qualsiasi stato non nucleare, ma con la partecipazione o il supporto di uno stato nucleare» come un «attacco congiunto» che supererebbe la soglia nucleare. L’implicazione del cambiamento è che si applicherebbe a un possibile attacco ucraino sul suolo russo con armi fornite da Stati Uniti, Gran Bretagna o Francia.

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Secondo il Kartapolov, se l’Occidente desse il via libera all’uso di assetti a lungo raggio contro il territorio russo riconosciuto a livello internazionale, tutte le opzioni potrebbero essere sul tavolo quando si tratta di una possibile risposta. «Questo potrebbe diventare la causa, ma la decisione sarà presa dal Comandante Supremo», ha detto.   Tuttavia, potrebbero esserci altri fattori in gioco quando si prende la decisione se usare o meno le armi nucleari, e per questo motivo è impossibile dire se verranno effettivamente utilizzate, ha detto Kartapolov. Ha anche suggerito che questa ambiguità che circonda l’annuncio di Putin ha causato un po’ di panico in Occidente.   «I nostri ex partner occidentali si sono innervositi, perché si tratta di un argomento serio», ha affermato il parlamentare, già colonnello generale dell’Esercito di Mosca.   A maggio, gli Stati Uniti hanno permesso a Kiev di usare armi di fabbricazione americana per colpire obiettivi in ​​Russia, ma solo entro una gittata molto limitata, una decisione presa in risposta all’avanzata di Mosca nella regione ucraina di Kharkov.   Putin ha avvertito che l’eliminazione delle restrizioni sugli attacchi in profondità nella Russia coinvolgerebbe direttamente gli Stati Uniti e la NATO in una guerra aperta contro Mosca, sottolineando che Kiev fa affidamento sull’esercito americano per le coordinate dei bersagli per le armi di precisione.   Il New York Times in settimana ha scritto che le agenzie di spionaggio statunitensi avevano avvertito l’amministrazione che la revoca delle restrizioni avrebbe potuto innescare una reazione diretta da parte di Mosca, tra cui «sabotaggi contro strutture in Europa» e «attacchi potenzialmente letali contro basi militari statunitensi ed europee».

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Nato nel 1963 a Weimar in quella che era allora la Germania dell’Est, Kartapolov dal 2018 a fine 2021 ha ricoperto la carica di vice ministro della Difesa e ha diretto la Direzione principale politico-militare delle Forze armate russe. Ha comandato il Distretto militare occidentale dal 2015 al 2016 e di nuovo dal 2017 al 2018. Kartapolov ha ricoperto il grado di colonnello generale dal 2015. Attualmente è membro del Parlamento russo, deputato della Duma di Stato, eletto il 19 settembre 2021.   Kartapolov è stato sanzionato dal governo del Regno Unito nel 2015 per il suo ruolo nella guerra russo-ucraina. Il 16 febbraio 2015, l’Unione Europea lo ha incluso nell’elenco delle sanzioni delle persone i cui beni sono congelati nell’UE e nei confronti delle quali sono state introdotte restrizioni sui visti. È uno dei membri della Duma di Stato sanzionati dal Tesoro degli Stati Uniti il ​​24 marzo 2022 in risposta all’invasione russa dell’Ucraina.   Come riportato da Renovatio 21, l’ex generale l’anno passato era intervenuto per spiegare le cause dell’ammutinamento della Wagner.

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    Immagine di Mil.ru via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Creative Commons Attribution 4.0 International
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Nucleare

Medvedev al generale estone: le nucleari tattiche trasformano chi attacca la Russia in una macchia

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I piccoli membri della NATO che sognano di attaccare la Russia dovrebbero sapere che l’articolo 5 non è efficace contro le armi nucleari tattiche, ha affermato il vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Demetrio Medvedev.

 

L’ex presidente e primo ministro russo ha commentato le recenti dichiarazioni del generale estone in merito agli attacchi «preventivi» contro la Russia al servizio degli obiettivi della NATO.

 

«Più lo Stato è sciocco, maggiore è l’arroganza dei suoi singoli, folli leader», ha detto Medvedev ai giornalisti venerdì. «Le persone dovrebbero tenere conto solo di una cosa: se la Russia dovesse usare, diciamo, armi nucleari tattiche contro uno Stato che si permette tali dichiarazioni, non ne rimarrà altro che una macchia».

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L’Estonia potrebbe sferrare «il primo colpo» in caso di una minaccia percepita dalla Russia, aveva detto a Vikerraadio a metà settembre il maggiore generale Vahur Karus, capo del quartier generale congiunto delle Forze di difesa estoni. «Non possiamo semplicemente aspettare di essere colpiti con una mazza e dobbiamo essere in grado di fare alcune cose prima», ha detto, aggiungendo che la «capacità di attacco profondo della sua nazione è pienamente parte dei piani NATO odierni».

 

Secondo il generale, Tallinn potrebbe dover «occuparsi di certi obiettivi» per dare agli altri membri della NATO il tempo di «arrivare e fare i passi successivi».

 

«Certo, l’articolo 5 del Trattato di Washington potrebbe essere applicato, ma lo Stato non esisterà più», ha aggiunto Medvedev, riferendosi alla famosa disposizione di difesa reciproca della NATO.

 

Medvedev ha parlato al poligono missilistico di Kapustin Yar, nella regione di Astrakhan, dove l’aeronautica militare russa testa tecnologie missilistiche all’avanguardia.

 

Come riportato da Renovatio 21, all’inizio di questa settimana, il presidente russo Vladimir Putin aveva svelato i cambiamenti alla dottrina nucleare di Mosca in una riunione del Consiglio di sicurezza della nazione, alla presenza di Medvedev. Ampiamente considerata come un messaggio agli Stati Uniti e ai suoi alleati, così come all’Ucraina, la dottrina aggiornata consentirebbe alla Russia di schierare il suo deterrente nucleare in caso di un attacco convenzionale da parte di uno stato sostenuto da una potenza nucleare.

 

Il capo dello Stato maggiore estone, il generale di divisione Vahur Karus, ha dichiarato la scorsa settimana che i nuovi piani di emergenza della NATO per un conflitto con Mosca prevedevano che lo Stato baltico lanciasse un attacco oltre confine.

 

«Le nostre capacità di attacco a lungo raggio sono pienamente prese in considerazione nei piani della NATO, e la NATO ci dice che dobbiamo occuparci di determinati obiettivi [in Russia], ed è allora che possono venire [in Estonia] e fare i passi successivi», ha dichiarato il Karus all’emittente statale estone ERR.

 

Il generale Karus ha descritto la nuova missione come un «cambiamento fondamentale» nella dottrina militare dell’Estonia, sottolineando che prima del conflitto in Ucraina il blocco guidato dagli Stati Uniti si aspettava che lo Stato baltico avrebbe resistito per circa 10 giorni prima di poter ottenere rinforzi dalla NATO.

 

L’ex repubblica sovietica ha aderito all’organizzazione nel 2004 ed è stata uno dei più accaniti sostenitori dell’Ucraina nel conflitto con la Russia.

 

Come riportato da Renovatio 21, mesi fa Mosca si è opposta alla nomina del premier estone Kaja Kallas a responsabile della politica estera UE, ritenendola una «russofoba rabbiosa».

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La Kallas aveva dichiarato un mese fa che Paesi NATO stanno già addestrando truppe in Ucraina. Si tratta di una delle poche figure europee a essersi schierata apertamente con il presidente francese Emmanuel Macron, il quale in questi mesi ha enigmaticamente iniziato a dire che non si può escludere un dispiegamento formale di truppe NATO in Ucraina per impedire una vittoria russa nel conflitto, affermando oscuramente che questa politica mantiene Mosca nel dubbio sulle intenzioni del blocco.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato la Kallas è stata investita da uno grave scandalo che ha coinvolto suo marito, con media estoni che hanno riferito come l’azienda di logistica del consorte presidenziale abbia continuato ad operare in Russia dopo lo scoppio del conflitto tra Kiev e Mosca lo scorso febbraio. La presidente, nota come falco-anti russo inflessibile, aveva insistito pubblicamente sul fatto che «tutti gli affari con la Russia devono cessare» finché i combattimenti continuano.

 

Nonostante la tempesta mediatica la Kallas disse che non aveva intenzioni di dimettersi.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’Estonia si sta preparando a testare una serie di prototipi di bunker, destinati a far parte di una linea di fortificazione lungo il confine di 294 chilometri con la Russia.

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

 

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