Intelligence
Kennedy dice che la CIA è coinvolta nel finanziamento del laboratorio di Wuhan
Il candidato presidenziale del Partito Democratico USA Robert F. Kennedy Jr ha dichiarato lunedì di ritenere che la CIA sia stata coinvolta nel finanziamento del laboratorio di Wuhan dove ha avuto origine la pandemia di COVID.
In un’intervista concessa a Jesse Watters di Fox News – l’attuale rimpiazzo di Tucker Carlson, presso la cui trasmissione Kennedy aveva lanciato la sua campagna presidenziale – il candidato ha suggerito che l’amministrazione Biden non è interessata a punire la Cina per aver coperto la fuga del virus dal laboratorio perché esporrebbe i programmi di armi biologiche finanziati dal National Institutes of Health (NIH), l’ente sanitario pubblico americano.
«Penso che la CIA sia stata certamente coinvolta in questa ricerca», ha proclamato Kennedy, aggiungendo che «la stavano finanziando tramite USAID. E NIH, credo, alla fine ha dato circa 26 milioni di dollari in finanziamenti al laboratorio di Wuhan. Ma USAID, che fungeva da surrogato della CIA, ha donato oltre 64 milioni di dollari. Anche il Pentagono ha dato molti soldi».
RFK Jr ha anche attaccato Anthony Fauci, oggetto di un suo intero libro con centinaia e centinaia di note per il quale non è stato ancora querelato.
«Penso che abbia causato molti infortuni. Penso che, in particolare negando il trattamento precoce agli americani, abbiamo accumulato il numero di morti più alto al mondo. Abbiamo solo il 4,2% della popolazione mondiale, ma abbiamo avuto il 16% dei decessi per COVID in questo paese e questo è dovuto a cattive politiche».
«C’erano paesi che hanno fatto l’opposto di quello che abbiamo fatto fornendo ivermectina, idrossiclorochina, altri trattamenti precoci alla loro popolazione e hanno avuto 1/200 del nostro tasso di mortalità», ha continuato Kennedy.
Parlando di vaccini, Kennedy ha dichiarato: «credo che l’autismo provenga dai vaccini. Ma penso che la maggior parte delle cose che la gente crede sulle mie opinioni sui vaccini siano sbagliate. Io, sapete, tutto quello che ho detto sui vaccini è che dovremmo avere una buona scienza».
«Dovremmo avere lo stesso tipo di test, studi controllati con placebo che abbiamo per ogni altro farmaco. I vaccini sono esenti dagli studi controllati con placebo prima dell’autorizzazione. Non c’è modo che qualcuno possa dire il profilo di rischio di quei prodotti o anche i relativi benefici di quei prodotti prima che siano obbligatori, e dovremmo avere quel tipo di test».
Come riportato da Renovatio 21, la battaglia tra Kennedy e la CIA oramai è a viso aperto.
Durante un’intervista di due mesi fa, Kennedy Jr. aveva ancora una volta accusato direttamente la CIA di aver ucciso il presidente John F. Kennedy, suo zio, e poi di essersi impegnato in un «insabbiamento lungo 60 anni».
Come riportato da Renovatio 21, Kennedy aveva plaudito al coraggio di Tucker Carlson che a inizio anno aveva rivelato nella sua seguitissima trasmissione TV di aver ricevuto da una fonte attendibile l’informazione per cui la CIA sarebbe direttamente coinvolta nell’omicidio di JFK.
Il rapporto tra la CIA e l’assassinio di entrambi i fratelli Kennedy – John e sei anni dopo Robert – è discusso da Robert Kennedy jr., che crede che il servizio segreto sia dietro l’uccisione dello zio e del padre. Parte di queste accuse sono contenute nell’autobiografia famigliare di RFJ jr., American Values. Lessons I Learned from My Family.
Kennedy è arrivato a sostenere, dopo averlo visitato in carcere, che Siran Siran non è l’assassino di suo padre, dando una versione dettagliata, e perfino in qualche modo personalmente metabolizzata, del giorno di sangue del 1969 che lo rese orfano.
La storia tra la famiglia Kennedy e la CIA ha preso un’ulteriore piega particolare quando nel 2018 il figlio di Rober Kennedy jr., Bob Kennedy III, che è italofono e ha studiato in Italia, ha sposato un’ex analista della CIA. Tuttavia, Kennedy in un recente tweet dice di considerarla «tra le persone più coraggiose che conosco».
Alla domanda postagli nel podcast di Joe Rogan sulla possibilità che, dopo lo zio e il padre, le stesse forze possano assassinare anche lui, il candidato Kennedy ha risposto che sì, ci pensa senza ossessioni, ma che «non fa lo stupido a riguardo», evitando posti affollati e prendendo varie precauzioni.
Durante il suo storico discorso di fine 2021 all’arco della Pace a Milano, Kennedy incolpò direttamente la CIA della preparazione di almeno venti esercitazioni, contate almeno dall’anno 2000, che preconizzavano il «colpo di Stato globale» attuato con la pandemia.
«L’Evento 201 fu una simulazione di una pandemia di coronavirus che ha avuto luogo a New York nell’ottobre 2019. Ora noi sappiamo che il COVID stava circolando a Wuhan il 12 settembre 2019. Quindi, un mese dopo, c’è una pandemia simulata di coronavirus a New York» spiegò Kennedy alla folla italiana. «I partecipanti erano le aziende dei social media, i media, Johnson & Johnson, la grande azienda dei vaccini, ed era ospitata da tre persone: Bill Gates; George Gao, che era direttore del centro per il controllo delle malattie cinese; Avril Haines, vicedirettore della CIA. Avril Haines è in questo momento la spia numero uno degli USA, è il capo dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale di Joe Biden: è passata dall’Evento 201 all’essere la spia di più alto livello del nostro Paese».
«Alzate la mano se sapete che la CIA è un’agenzia di salute pubblica. Io ne sono stato sorpreso. Perché la CIA non si occupa di salute pubblica. La CIA si occupa di colpi di Stato. Tra il 1947 e il 2000 la CIA è stata coinvolta il 73 colpi di Stato, la maggior parte dei quali contro democrazie – un terzo dei Paesi del mondo».
«Quando ho fatto ricerche per il mio libro, ho scoperto che l’Evento 201 non si è avuto una volta sola. Abbiamo trovato 20 diverse simulazioni pandemiche a partire dal 2000. Una cosa che avevano in comune: Bill Gates era coinvolto. Tony Fauci era coinvolto. E in ognuna, la CIA era coinvolta. La CIA ha scritto la sceneggiatura. Ufficiali di alto livello della CIA hanno partecipato a ognuna delle simulazioni di pandemia» ha continuato.
Immagine di Pamela Draw via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0)
Intelligence
L’Intelligence USA dice che Putin non ha ordinato la morte di Navalnij
Il presidente della Federazione Russa Vladimir Vladimirovich Putin non sarebbe dietro il decesso del personaggio politico russo Aleksej Navalnij, sostengono fonti dell’Intelligence statunitense sentite dal Wall Street Journal.
Il 27 aprile il WSJ ha pubblicato un articolo intitolato «Putin non ha ordinato direttamente la morte di Alexej Navalny a febbraio, secondo le agenzie di spionaggio statunitensi».
Il quotidiano economico neoeboraceno è lo stesso che aveva recentemente scritto, in base alle «valutazioni dell’Intelligence», che i negoziati Russia-Ucraina del marzo 2022 con la mediazione turca potrebbero indicare una base per avviare ora tali negoziati per porre fine al conflitto.
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La pubblicazione di questi articoli, in controcorrente rispetto a quanto ci si si aspetterebbe, avviene mentre il Congresso USA sta stanziando 60-70 miliardi di dollari in nuovi aiuti all’Ucraina, un’ulteriore elargizione finanziario-militare che probabilmente, oramai lo credono in molti anche a Wasghintone, non cambierà in alcun modo la situazione militare.
Lo scoop del 27 aprile rivela che «Putin probabilmente non ha ordinato che Navalny fosse ucciso nel notoriamente brutale campo di prigionia, hanno detto persone che hanno familiarità con la questione».
Il pezzo contiene altresì quantità di precisazioni e denunce della scoperta da parte degli «alleati» russi del Navalnij; e non si pretende di mettere in discussione la «responsabilità ultima di Putin per la morte di Navalny» – teniamo a mente che molte delle nuove sanzioni statunitensi ora in vigore si basavano sull’immediata dichiarazione del presidente Joe Biden in tal senso.
Tuttavia la valutazione dell’Intelligence riportata include che la morte di Navalnij ha bloccato la possibilità di uno scambio di prigionieri che la Russia, con l’incoraggiamento del presidente Putin, stava perseguendo con gli Stati Uniti.
Va considerato che il Wall Street Journal è parte integrante della questione, in quanto il suo inviato speciale Evan Gershkovich, 34 anni, è stato arrestato dal Servizio di sicurezza federale russo con l’accusa di spionaggio nel marzo 2023: si tratta della prima volta, dai tempi della Guerra Fredda, che un giornalista di una testata americano viene imprigionato con l’accusa di essere una spia.
Il Gershkovich, figlio di immigrati sovietici ebrei stabilitisi a Nuova York a fine anni Settanta, è stato preso a Ecaterimburgo mentre raccoglieva informazioni sulla filiera industriale militare russa, e si occupava del gruppo Wagner.
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Il giornalista Tucker Carlson ha dedicato tutta l’ultima parte della sua intervista a Vladimir Putin chiedendo la liberazione del giovane collega. Va ricordato che alcuni sono arrivati a dire che l’intervista del Carlson al presidente russo, al momento solo annunziata, avrebbe scatenato l’assassinio di Navalnij da parte di nemici della Russia.
È stato speculato che l’arresto del Gershokovich con l’accusa di spionaggio sia il preludio ad una richiesta di scambio con prigionieri russi di alto livello nelle carceri degli Occidentali.
Come riportato da Renovatio 21, Navalnij, lungi da quanto pensano i sinceri-democratici he avversano Putin in Occidente leggendo le gazzette dell’establishment, aveva posizioni di nazionalismo etnico che sfociavano nella xenofobia.
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Immagine di Evgeny Feldman via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International.
Cina
Pechino, la Germania e lo scontro sulle spie
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Intelligence
I politici americani temono che le agenzie di Intelligence mettano nei loro computer pedopornografia
I membri del Congresso votano costantemente a favore dei programmi di sorveglianza di massa perché sono «terrorizzati» dal fatto che le agenzie di Intelligence possano inserire «kiddie porn» («pornografia infantile») sui loro computer se parlano apertamente, ha affermato il giornalista americano Tucker Carlson.
Carlson è apparso sul podcast di Joe Rogan venerdì, poche ore prima che il Senato degli Stati Uniti votasse per rinnovare la Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA) del 1978. Apparentemente creata per consentire alle agenzie di intelligence come l’FBI e la CIA di sorvegliare le comunicazioni degli stranieri, la Sezione 702 consente a queste agenzie di accedere ai dati «indirettamente» raccolti da milioni di cittadini americani senza mandato.
Secondo Carlson, diversi politici eletti statunitensi si sono effettivamente opposti a questo rinnovamento, ma non lo hanno ammesso pubblicamente.
«Le persone non lo dicono perché sono preoccupate di essere punite», ha detto Carlson a Rogan. «Sono preoccupati che qualcuno metta porno infantile sul loro computer. I membri del Congresso sono terrorizzati dalle agenzie di intelligence. Non lo sto indovinando. Me lo hanno detto, comprese le persone del comitato [di Intelligence], comprese le persone che gestiscono il comitato di intelligence.
«Hanno paura delle agenzie» di sicurezza, ha affermato Tucker, aggiungendo che «questo non è compatibile con la democrazia».
«Si sta svolgendo davanti a tutti, e a nessuno importa e nessuno fa nulla al riguardo», ha continuato Carlson. «Penso che il motivo sia perché sono minacciati. E se guardi i presidenti dei comitati che hanno permesso che queste cose accadessero anno dopo anno… li conosco. E hanno tutte le cose da nascondere. Lo so per certo».
Tucker Carlson just dropped a bombshell on Joe Rogan. His claim: politicians are afraid to do what is right in Congress because intel agencies will frame them for heinous acts. Wow.pic.twitter.com/zkPjVWBdNd
— Christian Garcia (@CricsConCarne) April 20, 2024
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A parte la presunta minaccia della pedopornografia piantata di nascosto, Carlson ha affermato che è «molto comune» che i legislatori abbiano «un problema con l’alcol o una strana vita sessuale», che le agenzie potrebbero facilmente denunciare se questi politici si rifiutassero di eseguire i loro ordini.
Carlson non è il primo conservatore influente a sostenere che i rappresentanti eletti vengono ricattati. Già a dicembre, il deputato del Tennessee Tim Burchett, repubblicano, aveva suggerito che i suoi colleghi si opponevano a una mozione per rendere pubblici i nomi dei clienti del famigerato pedofilo Jeffrey Epstein perché sarebbero stati implicati in crimini sessuali.
Forze senza nome a Washington usano «il vecchio vaso di miele» – modo di dire inglese per definire una trappola a sfondo sessale – per ricattare i politici e costringerli a «votare per cose folli», disse all’epoca al conduttore conservatore del podcast Benny Johnson.
Un anno prima, un video nudo del deputato Madison Cawthorn era trapelato un mese dopo che aveva affermato di essere stato invitato a orge alimentate dalla droga da membri più anziani del Congresso. Washington, disse all’epoca, è piena di «perversioni sessuali». Il Cawthorn, che si era opposto al sostegno all’Ucraina chiamando Zelens’kyj «gangster», non fu riconfermato a Washington. Riguardo alla vita privata di un sostenitore zelota di Kiev, il senatore Lindsey Graham – noto per aver chiesto (e ottenuto) l’abbassamento dell’età della leva per gli ucraini e pure l’assassinio diretto del presidente russo Vladimir Putin – sono state numerose speculazioni.
A fine 2023, in un’ampia intervista incentrata sullo stato deplorevole dell’attuale leadership americana, il generale Michael Flynn ha suggerito che i membri del Congresso vengono ricattati dai globalisti affinché eseguano i loro ordini perché sono stati «compromessi dal dormire con i bambini».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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