Armi biologiche
«Il Coronavirus è una bioarma»

In un lungo articolo apparso su Lifesitenews, il biologo e sinologo Steven W. Mosher si è interrogato su un argomento che per qualche ragione sembra non interessare a politici e giornalisti, nonostante la sua capitale importanza: le origini del coronavirus.
«Gli scienziati comunisti cinesi ei loro alleati presso l’Organizzazione mondiale della sanità hanno insistito sul fatto che il virus è emerso da un mammifero esotico – un pipistrello, forse, o un pangolino – che per qualche motivo veniva venduto in un mercato del pesce a Wuhan. Quando i principali virologi americani, il dottor Anthony Fauci e altri, sostenevano l’idea che le infezioni da COVID provenissero da un animale mangiato per il cibo, era “caso chiuso”. Da allora i media americani hanno venduto quella storia. Nel gennaio 2020, la National Public Radio stava già segnalando: “Un mercato umido a Wuhan sta prendendo la colpa come probabile fonte dell’attuale epidemia di coronavirus che sta investendo il mondo”. Anche il National Geographic è intervenuto, dicendo: “I mercati umidi hanno lanciato il coronavirus”».
La versione dei «mercati umidi», mai provata, è finita per favorire la narrativa dell’origine che più spinge la Cina ora: il COVID è arrivato dall’estero – ovviamente – con il cibo surgelato, forse con il pesce o perfino con il gelato (!)
Renovatio 21 ricorda come questa versione dei «mercati umidi», mai provata (nonostante il fatto sospetto dell’immediata costruzione e distruzione mercato del pesce vicino ad uno dei laboratori virologici di Wuhan) sia finita per favorire la narrativa dell’origine che più spinge la Cina ora: il COVID è arrivato dall’estero –ovviamente –con il cibo surgelato, forse con il pesce o perfino con il gelato (!).
Nessuno poteva fare un’ipotesi del genere, in realtà: il Partito Comunista Cinese non faceva entrare nessuno a Wuhan – anzi, il suo lungo silenzio, che alcuni ritengono colpevole e programmato («la Cina usa il virus come arma politica», disse un diplomatico britannico), indica che Pechino tutto voleva tranne che chiarezza sulle origini dell’epidemia – semmai, qualcuno ha ipotizzato, voleva il contrario.
Il primo a lanciare l’allarme nelle primissime settimane, quando ancora l’ondata non aveva colpito il mondo, fu il dottor Francis Boyle, un esperto di politica delle bioarmi, principale contributore delle leggi contro il bioterrorismo per il governo americano. Boyle suggeriva che il coronavirus con cui abbiamo a che fare qui è «un’arma di guerra biologica».
Boyle, parlando dell’Istituto di virologia di Wuhan, un possibile l’epicentro dell’epidemia, ricordava che ci sono state «precedenti segnalazioni di problemi con quel laboratorio e cose fuoriuscite da esso». Tuttto vero: era ciò che diceva l’inquieto servizio di TG3 Leonardo di più di un lustro fa, che altro non faceva che riprendere un articolo uscito all’epoca su Nature: come ricorderete, il video, divenuto virale, fu bollato da tutti – compreso lo stesso telegiornale – come fake news, come manipolazione dei fatti. A Roma, all’epoca, sedeva un governo indicato come molto, molto filocinese, al punto da essere accusato di infilare nei decreti punti che favorivano la Cina per gli appalti alla infrastruttura tecnologica ritenuta fondamentale per il futuro del Paese – il 5G.
Francis Boyle, un esperto di politica delle bioarmi autore delle leggi USA sul bioterrorismo, è stato il primo a suggerire il coronavirus con cui abbiamo a che fare qui è «un’arma di guerra biologica»
La dottoressa Yan Li-Meng, fuggita dalla Cina lo scorso aprile, definisce senza remore il virus come «un’arma biologica senza restrizioni», dicendo che si trattava di un coronavirus di pipistrello isolato dall’Esercito Popolare di Liberazione (EPL) che è stato riprogettato utilizzando la ricerca di ingegneria genetica di gain of function («guadagno di funzione») per renderlo più contagioso e mortale.
«Non è un segreto che il regime comunista cinese, nonostante sia un firmatario della Convenzione sulle armi biologiche, considera lo sviluppo delle armi biologiche una parte fondamentale per raggiungere il dominio militare. Dal 2007, i ricercatori del governo cinese hanno scritto pubblicamente sullo sviluppo di armi biologiche utilizzando la controversa ricerca sul “guadagno di funzione” per rendere i virus più letali. Il vicepresidente dell’Accademia cinese delle scienze mediche militari, He Fuchu, ha affermato nel 2015 che i biomateriali erano le nuove “vette strategiche di comando” della guerra» scrive Mosher.
La dottoressa Yan Li-Meng, fuggita dalla Cina lo scorso aprile, definisce senza remore il virus come «un’arma biologica senza restrizioni»
Non solo: nel 2017, il principale commentatore della televisione di stato cinese ha rivelato che la guerra biologica, utilizzando virus, era una nuova priorità nell’ambito della politica di sicurezza nazionale di Xi Jinping.
Il generale dell’EPL Zhang Shibo è andato ancora oltre quello stesso anno nel suo libro, La nuova posizione di superiorità della guerra , sostenendo che «lo sviluppo della biotecnologia moderna sta gradualmente mostrando forti segni caratteristici di una capacità offensiva», incluso il potenziale di «specifici attacchi genetici etnici».
«Non è un segreto che il regime comunista cinese, nonostante sia un firmatario della Convenzione sulle armi biologiche, considera lo sviluppo delle armi biologiche una parte fondamentale per raggiungere il dominio militare»
«Per essere perfettamente chiari, ciò di cui parla il generale Zhang sono armi biologiche che uccidono altre razze, ma per le quali le persone che gli somigliano hanno un’immunità naturale o acquisita. Un’arma del genere colpirebbe selettivamente africani o caucasici o giapponesi o coreani, ma lascerebbe indenne la tua stessa popolazione» scrive Mosher.
Come riportava Renovatio 21 anni prima della pandemia, le cosiddette «bombe etniche», armi biologiche di attaccare solo gli individui di una determinata razza o gruppo etnico, non sono una prerogativa della sola Cina, in molti – dagli USA a Israele, etc. – ci stanno lavorando da decenni. La Cina, anche qui, avrebbe fatto quello che fa con ogni prodotto: ha copiato realizzano però un prodotto non sicuro, pericoloso – per quanti prodotti comuni è esattamente così?
Tornando al coronavirus, quindi, «non c’è dubbio che il Partito Comunista Cinese sia intenzionato a sviluppare armi di guerra biologica offensiva da alcuni anni. Ma possono? Cosa sappiamo delle capacità della Cina?» si chiede Mosher.
«Sappiamo che la Cina ha imparato la genetica inversa – le tecniche di splicing genetico necessarie per creare una super arma biologica – perché abbiamo insegnato ai loro migliori scienziati come farlo. In realtà è anche peggio di così: potremmo aver effettivamente pagato gli scienziati cinesi che hanno creato il virus cinese che ora sta devastando il mondo».
Il generale cinese Zhang Shibo: «lo sviluppo della biotecnologia moderna sta gradualmente mostrando forti segni caratteristici di una capacità offensiva», incluso il potenziale di «specifici attacchi genetici etnici»
Il discorso qui cade su un personaggio molto discusso nelle ultime settimane: il dottor Peter Daszak. Poco prima dell’epidemia di Wuhan, Daszak, capo di un’organizzazione chiamata EcoHealth Alliance, ha rilasciato un’intervista sul suo lavoro con l’Istituto di virologiaWuhan Institute of Virology, che definiva un «laboratorio di livello mondiale degli standard più elevati».
Daszak, spiegava di aver finanziato la ricerca presso l’Istituto di virologia di Wuhan da 15 anni. Il lavoro ha coinvolto la raccolta di coronavirus dalla natura e l’utilizzo di tecniche chiamate «guadagno di funzione» (gain of function) per renderli più infettivi e mortali.
I coronavirus erano perfetti per questo lavoro, diceva entusiasta Daszak: «Puoi manipolarli in laboratorio abbastanza facilmente. È una proteina spike. La proteina Spike guida molto di ciò che accade con il coronavirus, il rischio zoonotico. Quindi puoi ottenere la sequenza, costruire la proteina. E abbiamo lavorato con Ralph Baric presso l’Università del North Carolina per farlo. Inseriamo la sequenza nella spina dorsale di un altro virus e poi lavoriamo in laboratorio».
Daszak affermava che la ricerca che stava conducendo in collaborazione con il laboratorio di Wuhan era necessaria per creare un vaccino per prevenire la prossima pandemia globale. Alla luce di quanto accaduto da allora, però, la sua intervista del 9 dicembre 2019 sembra quasi una confessione. Chiaramente l’uomo non aveva idea che il Partito Comunista Cinese potesse avere in mente altri usi per i coronavirus pericolosi oltre alla ricerca sui vaccini.
«La conclusione è che la Cina, grazie in parte alla formazione e ai finanziamenti ricevuti dagli Stati Uniti, aveva tutto il necessario per creare un’arma biologica mortale: la struttura, la tecnologia e il biomateriale grezzo»
«La conclusione è che la Cina, grazie in parte alla formazione e ai finanziamenti ricevuti dagli Stati Uniti, aveva tutto il necessario per creare un’arma biologica mortale: la struttura, la tecnologia e il biomateriale grezzo» ammette il sinologo americano.
Per quanto riguarda lo stesso Daszak, una volta iniziata la pandemia, l’ultima cosa di cui voleva parlare era il suo lavoro con il laboratorio di Wuhan. Ha subito appoggiato l’affermazione della Cina secondo cui proveniva da un mercato umido e ha attaccato chiunque dicesse il contrario come un teorico della cospirazione senza regole In un’intervista ad aprile con DemocracyNow ha insistito: «L’idea che questo virus sia scappato da un laboratorio è solo pura sciocchezza. Semplicemente non è vero. Lavoro con quel laboratorio da 15 anni. Sono alcuni dei migliori scienziati del mondo».
Come riportato da Renovatio 21, Daszak è stato, in quello che è definibile come il più allucinante, gravissimo conflitto di interessi del secolo, uno degli inviati dell’OMS a Wuhan lo scorso febbraio: in pratica, guidava il team che doveva stabilire l’origine del virus: un po’ come l’oste che dice che il vino è buono, o la volpe a guardia del pollaio, vedete un po’ voi la metafora che vi piace di più.
Gli inviati OMS guidati da Daszak fecero una visita al laboratorio per, pensate, ben 3 ore, ovviamente sotto lo stretto controllo delle autorità cinesi che hanno supervisionato tutto il loro viaggio di indagine. I cinesi, per mesi avevano rifiutato di far entrare l’OMS, poi trattarono su una lista di possibili scienziati, fra cui c’era, guarda te la vita, pure Daszak. La task force OMS di Daszak assolse il laboratorio di Wuhan e cementificò l’idea del virus nato dal pipistrello a ferro di cavallo (il quale, come il lettore saprà, vive circa 1000 chilometri più a Sud).
«Se le prime infezioni da coronavirus fossero un semplice risultato di trasmissione accidentale da animale a uomo, come affermato, ciò potrebbe essere accaduto ovunque in Cina. È curioso che l’epicentro dell’epidemia si trovi a solo un paio di miglia di distanza da dove si trova l’unico laboratorio di livello 4 della Cina. Un caso?»
Non sorprende che il rapporto di 120 pagine che è risultato dalla missione OMS abbia dedicato solo un paio di pagine al laboratorio di Wuhan e ha concluso che era «estremamente improbabile» che il virus provenisse da lì. Una situazione ridicola: Jamie Metzl, un altro biologo-sinologo che ha servito come funzionario della sicurezza nazionale nell’amministrazione Obama, ha dichiarato all’emittente TV CBS che non per lui non è possibile chiamare lo sforzo dell’OMS «indagine».
«È essenzialmente un tour di studio altamente sorvegliato e curato – ha detto Metzl, che non ha certamente il pedigree del complottista né dell’anticinese – questo gruppo di esperti ha visto solo ciò che il governo cinese voleva che vedessero… È stato concordato innanzitutto che la Cina avrebbe avuto il potere di veto su chi doveva partecipare alla mission … L’OMS ha accettato… Immaginate se avessimo chiesto all’Unione Sovietica di condurre una inchiesta su Chernobyl. Non ha davvero senso».
La Cina ha una lunga storia di incidenti di laboratorio, alcuni dei quali abbiamo dettagliato su Renovatio 21. Nel 2004, ad esempio, il virus della SARS è trapelato due volte (!) da un laboratorio di Pechino e ha causato un focolaio della malattia. L’impianto di Wuhan può anche essere stato all’avanguardia, ma gli standard di sicurezza cinesi in generale sono notevolmente permissivi.
«Poi c’è questo: se le prime infezioni da coronavirus fossero un semplice risultato di trasmissione accidentale da animale a uomo, come affermato, ciò potrebbe essere accaduto ovunque in Cina. È curioso che l’epicentro dell’epidemia si trovi a solo un paio di miglia di distanza da dove si trova l’unico laboratorio di livello 4 della Cina. Un caso? Penso di no». Quello che pensa Mosher lo abbiamo pensato tutti – a meno che voto o portafogli tendano verso la Cina.
Anche l’ex direttore dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), Robert Redfield, ora crede che il coronavirus probabilmente provenisse dal laboratorio di Wuhan. Per aver riportato la notizia data dalla CNN Renovatio 21 è stata bloccata da Facebook.
«L’Istituto di virologia di Wuhan non è l’Istituto Nazionale di Sanità», afferma David Asher. «Stava operando un programma segreto e classificato. Dal mio punto di vista, e io sono solo una persona, la mia opinione è che fosse un programma di armi biologiche»
Fin dall’inizio, tuttavia, i media mainstream (in testa i colossi dell’oligarcato che ha programmato la presa di potere di Biden come Washington Post e New York Times) hanno cercato di convincerci che il coronavirus è un prodotto della natura piuttosto che un Frankenstein virale scappato dal laboratorio.
Una potente ricerca sulla questione è stata fatta da David Asher, l’ex leader della task force del Dipartimento di Stato che indaga sulle origini di COVID-19. Asher non solo crede che il virus sia fuggito dall’Istituto di virologia di Wuhan, ma anche che sia stato il risultato della ricerca sulle armi biologiche.
«L’Istituto di virologia di Wuhan non è l’Istituto Nazionale di Sanità», afferma David Asher. «Stava operando un programma segreto e classificato. Dal mio punto di vista, e io sono solo una persona, la mia opinione è che fosse un programma di armi biologiche».
Circolano voci sull’Internet cinese secondo cui gli Stati Uniti hanno deliberatamente scatenato un’arma biologica americana sulla popolazione cinese: si tratta del famoso caso dello Olimpiadi militari dell’ottobre 2019 tenutesi proprio a Wuhan, dove c’è ragione di sospettare che già vi fosse contagio: la medaglia d’oro olimpica nella sciabola Tagliarol dichiarò di essere tornato dalle gare di Wuhan molto ammalato, anche se non capiva bene cosa fosse l’influenza che si era portato dietro. I suoi superiori militari hanno negato la sua ricostruzione.
«È molto caratteristico per i leader del Partito Comunista incolpare il loro principale rivale geopolitico per i crimini che essi stessi commettono»
A differenza che da noi, dove non è possibile neanche lontanamente incolpare la Cina senza incappare nella censura dei social e non solo di quelli, queste voci in Cina non vengono censurate dalle autorità, che al contrario fa sparire tutti rapporti accurati sull’epidemia. Ciò può produrre uno sviluppo di strategia geopolitica non da poco: dopo aver ritardato, sovvertito e sviato l’«indagine» di cartapesta dell’OMS sul laboratorio di Wuhan, la Cina ora chiede all’OMS di indagare sul centro anti-guerra biologica statunitense a Fort Detrick, nel Maryland.
«È molto caratteristico per i leader del Partito Comunista incolpare il loro principale rivale geopolitico per i crimini che essi stessi commettono» scrive Mosher.
«Con le sue bugie e le sue evasioni, il Partito sta semplicemente cercando di coprire la sua incompetenza nel controllare l’epidemia? Oppure i suoi leader cercano anche di nascondere qualcosa di molto più grave: la loro complicità criminale alle origini dell’epidemia? Anche tenendo conto della propensione del Partito alla segretezza, i molteplici livelli di inganno perpetrati dai funzionari comunisti negli ultimi due mesi, compresi quelli ai massimi livelli, sono stati straordinari».
«Potremmo non sapere mai con certezza se il nuovo coronavirus fosse destinato a essere utilizzato come arma biologica. Ma sappiamo che la stampa, la trasmissione televisiva e i social media occidentali stanno facendo del loro meglio per liquidare la possibilità stessa come una fantasia paranoica»
Non resta che constatare la nostra impotenza davanti al mistero dell’origine del virus, e alla probabile minaccia assoluta che esso potrebbe rappresentare – una Chernobyl biologica che dovrebbe metterci tutti in guardia rispetto all’uso della bioingegneria e delle armi biologiche. Sull’energia atomica si è discusso e manifestato ad nauseam, su virus e ingegneria genetica non è stata detta una parola. Le armi atomiche sono ben presenti nel discorso pubblico, la cui pressione ha condotto a trattati etc. Per le bioarmi, praticamente niente: un paio di film, qualche tratto vecchio di decenni che tutti sanno essere disatteso da ogni firmatario.
Questa oscena spirale del silenzio è dovuta al Partito Comunista Cinese ma anche e soprattutto alla complicità che esso ha in Occidente tra politici, industriali, giornalisti.
«Potremmo non sapere mai con certezza se il nuovo coronavirus fosse destinato a essere utilizzato come arma biologica. Ma sappiamo che la stampa, la trasmissione televisiva e i social media occidentali stanno facendo del loro meglio per liquidare la possibilità stessa come una fantasia paranoica» scrive sconsolato Mosher.
Eppure, le prove ci sono «Sappiamo, perché i generali del EPL ci hanno detto così, che i loro ricercatori stanno correndo per sviluppare armi biologiche letali alla velocità consentita dal loro furto di tecnologia occidentale e campioni di virus rubati. Ed è una supposizione più ragionevole presumere che, a causa di questa spinta a sviluppare un’arma biologica mortale, gli standard di sicurezza siano stati trascurati presso l’Istituto di virologia di Wuhan e il coronavirus mortale sia riuscito a fuggire dal laboratorio».
«In altre parole, qualcuno pensa che le autorità comuniste – una volta perfezionata un’arma biologica alla quale essi stessi avevano un’immunità naturale o indotta – esiterebbero a scatenare una pandemia mortale sull’Occidente per realizzare il loro “sogno cinese” di dominio sul mondo?»
Pragmaticamente, dobbiamo ammettere che oramai avere certezza dell’origine militare del virus non cambia molto: «se il nuovo coronavirus fosse già stato militarizzato prima di raggiungere le strade di Wuhan è (quasi) di secondaria importanza. Perché i leader comunisti sono chiaramente impegnati in uno sforzo per sviluppare un’arma del genere come parte integrante della loro strategia per la Repubblica Popolare Cinese per sostituire gli Stati Uniti come potenza dominante sul pianeta».
Se portiamo questo ragionamento alle estreme conseguenze, il sangue ci si raggela:
«In altre parole, qualcuno pensa che le autorità comuniste – una volta perfezionata un’arma biologica alla quale essi stessi avevano un’immunità naturale o indotta – esiterebbero a scatenare una pandemia mortale sull’Occidente per realizzare il loro “sogno cinese” di dominio sul mondo?».
La Cina che può progettare di conquistare il mondo, tramite una pandemia bioingegnerizzata e un possibile sterminio massivo, magari regolato su bioarmi «etniche». Quali barriere impedirebbero allo Stato dei milioni di aborti forzati, degli organi espiantati a prigionieri vivi, dei campi di concentramento da milione di persone, di non intraprendere questa via? La morale?
La Cina che può progettare di conquistare il mondo, tramite una pandemia bioingegnerizzata e un possibile sterminio massivo, magari regolato su bioarmi «etniche». Quali barriere impedirebbero allo Stato dei milioni di aborti forzati, degli organi espiantati a prigionieri vivi, dei campi di concentramento da milione di persone, di non intraprendere questa via? La morale?
Qualcuno, fra politici, attivisti, religiosi italiani, vuole farsi carico di un pericolo del genere?
Qualcuno vuole combattere questa prospettiva?
Qualche persona di buona volontà vuole ascoltare questo grido che da questo sito stiamo lanciando non da uno, ma da diversi anni?
Lo scenario, se non lo avete capito, riguarda davvero il bene e il male, e la possibile mutazione, o distruzione, della Civiltà. Qualcuno dei nostri lettori, almeno, lo ha capito?
Armi biologiche
«Agroterrorismo»: cittadini cinesi sorpresi a introdurre illegalmente un fungo nocivo per il grano americano

Due cittadini della Repubblica Popolare Cinese, sono stati accusati di cospirazione e di aver introdotto illegalmente negli Stati Uniti un fungo classificato come arma biologica. Lo riporta la testata Daily Caller.
La letteratura scientifica identifica il fungo Fusarium graminearum come una potenziale arma di agroterrorismo – cioè terrorismo con obbiettivolo le coltivazioni – perché provoca la «carie della testa» (detta anche anche detta «carie del legno» o «mal dell’esca»), una malattia distruttiva delle piante, secondo un annuncio diffuso martedì dall’ufficio del procuratore degli Stati Uniti (USAO) nel distretto orientale del Michigan.
La dichiarazione aggiunge che la malattia colpisce «grano, orzo, mais e riso, ed è responsabile di miliardi di dollari di perdite economiche in tutto il mondo ogni anno». Inoltre, il fungo nocivo produce tossine che «causano vomito, danni al fegato e difetti riproduttivi negli esseri umani e nel bestiame».
Sostieni Renovatio 21
Secondo l’USAO, l’FBI (Federal Bureau of Investigation) ha arrestato Jian in relazione alle accuse relative alle sue attività di contrabbando e a quelle di Liu.
Le presunte azioni dei due cinesi, tra cui un membro fedele del Partito Comunista Cinese (PCC), rappresentano una delle più gravi preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
«I due cittadini cinesi sono stati accusati di aver introdotto clandestinamente un fungo, descritto come una «potenziale arma agroterroristica», nel cuore degli Stati Uniti, dove apparentemente intendevano utilizzare un laboratorio dell’Università del Michigan per portare avanti il loro piano», ha dichiarato Jerome F. Gorgon, Jr., Procuratore degli Stati Uniti.
Secondo la denuncia, Jian avrebbe ricevuto finanziamenti dal governo cinese per condurre ricerche su questo agente patogeno in Cina, si legge nel comunicato stampa.
Secondo la denuncia ottenuta dall’USAO, i suoi dispositivi elettronici conterrebbero prove della sua affiliazione e lealtà al PCC.
La denuncia sostiene inoltre che il fidanzato della signora del duo sia un ricercatore presso un’università cinese che studia lo stesso patogeno. Nella denuncia si sostiene che inizialmente l’uomo abbia negato e poi ammesso di aver introdotto clandestinamente il fungo negli Stati Uniti attraverso l’aeroporto metropolitano di Detroit per condurre ricerche presso il laboratorio dell’Università del Michigan, dove lavorava Jian, si legge nel comunicato stampa.
«Le accuse penali mosse oggi a Yunqing Jian e Zunyong Liu sono indicative del ruolo cruciale della CBP nel proteggere il popolo americano dalle minacce biologiche che potrebbero devastare la nostra economia agricola e causare danni agli esseri umani; soprattutto quando si tratta di un ricercatore di una grande università che tenta di introdurre clandestinamente materiali biologici potenzialmente dannosi negli Stati Uniti», ha affermato Marty C. Raybon, direttore delle operazioni sul campo per la US Customs and Border Protection (CBP).
«Si è trattato di un’indagine complessa che ha coinvolto gli uffici del CBP di tutto il paese, insieme ai nostri partner federali. Sono grato per il loro instancabile impegno, che ha garantito la sicurezza dei nostri confini da ogni tipo di minaccia, tutelando al contempo gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti», ha aggiunto Raybon.
Secondo l’USAO, Jian comparirà martedì davanti al tribunale federale di Detroit per la sua prima udienza sulla denuncia. Il caso è oggetto di indagine da parte dell’FBI e della CBP.
La vicenda insegna che la guerra biologica del XXI secolo potrebbe seguire vie che non interessano solo i patogeni diretti al corpo umano come il SARS-nCov-2, comunemente noto come COVID, creato in un laboratorio biologico di Wuhano con collegamenti militari, e finanziato da programmi dello Stato profondo statunitense.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di International Maize and Wheat Improvement Center via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-SA 2.0
Armi biologiche
Elon Musk: ricerca sulle armi biologiche finanziata dall’USAID

Did you know that USAID, using YOUR tax dollars, funded bioweapon research, including COVID-19, that killed millions of people? https://t.co/YVwyKA7ifs
— Elon Musk (@elonmusk) February 2, 2025
EcoHealth Alliance, un’organizzazione non-profit con sede negli Stati Uniti, è stata al centro di controversie a causa del suo lavoro con il laboratorio wuhaniano. L’organizzazione ha negato che il suo lavoro riguardasse la ricerca sul guadagno di funzione, ma a maggio 2024, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti ha sospeso tutti i finanziamenti federali a EcoHealth Alliance, citando preoccupazioni sulla supervisione da parte dell’organizzazione di esperimenti ad alto rischio e sulla mancata segnalazione tempestiva delle attività di ricerca. Come riportato da Renovatio 21, la CIA ritiene che sia «più probabile» che il COVID-19 abbia avuto origine da una fuga di laboratorio piuttosto che da una fonte naturale, ha affermato il portavoce dell’agenzia il mese scorso dopo la conferma di John Ratcliffe come direttore della CIA. Il Ratcliffe, candidato alla direzione dal presidente Donald Trump, è stato un fervente sostenitore della teoria della fuga di notizie dal laboratorio, definendola «l’unica teoria supportata dalla scienza, dall’Intelligence e dal buon senso». Dopo la conferma, Ratcliffe ha anche affermato che la valutazione della CIA sulle origini del Covid sarebbe stata «una cosa da primo giorno per me». USAID ha una storia di finanziamenti per iniziative sanitarie globali, tra cui il programma PREDICT, che mirava a identificare virus con potenziale pandemico e che è stato attivo dal 2009 al 2020 in collaborazione con EcoHealth Alliance. Nel 2021, USAID ha lanciato un programma di follow-up da 125 milioni di dollari noto come Discovery & Exploration of Emerging Pathogens – Viral Zoonoses, ma è stato chiuso prematuramente nel 2023.USAID is a criminal organization https://t.co/FY7P52XTYC
— Elon Musk (@elonmusk) February 2, 2025
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Armi biologiche
La Croce Rossa denuncia: laboratorio contenente virus mortali a rischio nella Repubblica Democratica del Congo

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha lanciato l’allarme: gli scontri in corso nella città di Goma, nella Repubblica Democratica del Congo orientale, potrebbero causare la fuga di campioni di Ebola e di altri agenti patogeni da un laboratorio. Lo riporta l’agenzia AFP.
Il direttore regionale del CICR per l’Africa, Patrick Youssef, ha dichiarato martedì ai giornalisti a Ginevra che il laboratorio dell’istituto nazionale di ricerca biomedica della nazione centroafricana rischia di subire interruzioni di corrente, affermando che l’organizzazione è «molto preoccupata per la situazione» nel laboratorio, avvertendo di «conseguenze inimmaginabili se i campioni, incluso il virus Ebola, in esso contenuti, dovessero diffondersi».
Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu, è apparentemente diventata un campo di battaglia dopo che lunedì i ribelli dell’M23 hanno annunciato di aver conquistato la città dopo settimane di pesanti combattimenti contro i soldati della Repubblica Democratica del Congo e le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite.
La Repubblica Democratica del Congo orientale è afflitta dalla violenza da decenni, poiché decine di gruppi armati, tra cui la milizia M23 presumibilmente sostenuta dal Ruanda, competono con il governo per risorse come oro e diamanti.
I funzionari delle Nazioni Unite hanno dichiarato che circa 6,5 milioni di persone sono state sfollate e gli ospedali sono sopraffatti dall’afflusso di pazienti feriti. Reuters ha citato le agenzie umanitarie che hanno riferito che cadaveri erano disseminati per le strade di Goma, mentre gli spari hanno devastato la città in difficoltà martedì.
I dimostranti hanno attaccato un complesso delle Nazioni Unite e le ambasciate, tra cui quelle di Ruanda, Francia e Stati Uniti, nella capitale, Kinshasa, denunciando presunte interferenze straniere. Il Sudafrica ha annunciato martedì che altri quattro dei suoi soldati di mantenimento della pace nell’ex colonia belga erano stati uccisi negli scontri, portando il numero totale delle perdite di Pretoria a 13. Anche l’Uruguay e il Malawi hanno perso soldati nell’escalation delle ostilità.
Aiuta Renovatio 21
La Croce Rossa e il Programma Alimentare Mondiale hanno dichiarato che i loro magazzini sono stati saccheggiati.
«Siamo estremamente preoccupati per il deterioramento della situazione nella città di Goma e nei dintorni. Condanniamo il saccheggio del nostro magazzino medico a Goma, quando la cura e la sopravvivenza dei feriti che sosteniamo dipendono da questo», ha scritto il direttore africano della Croce Rossa su X.
Come riportato da Renovatio 21, dichiarazioni di allarme simili sono state lanciate due anni fa dall’OMS anche nel caso del conflitto in Sudan, con rischi riguardo a biolaboratori che, abbiamo appreso, sono siti pure lì.
L’ex capo delle truppe di protezione nucleare, chimica e biologica di Mosca, il tenente generale Igor Kirillov, aveva accusato Washington di usare diversi Paesi, tra cui la Repubblica Democratica del Congo, la Sierra Leone, il Camerun e l’Uganda, come terreni di prova per patogeni pericolosi e trattamenti medici sperimentali.
Come noto, il generale Kirillov è stato assassinato insieme al suo assistente a Mosca il mese scorso.
Immagine di NIAID via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
-
Bioetica2 settimane fa
Il sostituto di Paglia alla Pontificia Accademia per la Vita è tanto meglio?
-
Droni1 settimana fa
Attacco di droni ucraini ad aeroporti in tutta la Russia
-
Cancro1 settimana fa
Come la Repubblica italiana ci ha dato una teoria alternativa sul cancro
-
Salute2 settimane fa
I malori della 22ª settimana 2025
-
Essere genitori1 settimana fa
Giurare per Ippocrate, o giurare per il CUP. La macchina sanitaria disumana e tuo figlio
-
Spirito1 settimana fa
«Raggiungere il Signore in Cielo, perché è quella la nostra vera Patria»: omelia di mons. Viganò per l’Ascensione
-
Vaccini2 settimane fa
Gli Stati Uniti annullano contratti del valore di 766 milioni di dollari per il vaccino contro l’influenza aviaria di Moderna dopo una «rigorosa revisione»
-
Persecuzioni1 settimana fa
Fallito attacco terrorista contro i cristiani nella basilica dei martiri del re omosessuale in Uganda