Armi biologiche
La Cina chiede ispettori ONU nei biolaboratori ucraini finanziati dagli Stati Uniti
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha discusso della questione dei laboratori biologici protetti dagli Stati Uniti in Ucraina e in altre nazioni del mondo in una conferenza stampa lo scorso martedì.
Durante l’incontro con i giornalisti del ministero degli Affari cinese, Lijian ha esortato l’America a «dare un resoconto completo delle sue attività militari biologiche in patria e all’estero e sottoporsi a una verifica multilaterale».
«Nelle circostanze attuali, per il bene della salute e della sicurezza delle persone in Ucraina, nella regione circostante e nel mondo intero, invitiamo tutte le parti interessate a garantire la sicurezza di questi laboratori. In particolare, gli Stati Uniti, in quanto parte con la migliore conoscenza di questi laboratori, dovrebbero rendere pubblici i dettagli rilevanti il prima possibile, compresi i virus archiviati e le ricerche condotte», ha esortato il Zhao, già noto per i suoi numerosi attacchi agli USA riguardo al coronavirus, venendo accusato di conseguenza di diffondere fake news. Egli aveva inoltre canzonato spietatamente gli americani per la fuga dall’Afghanistan.
Il portavoce degli esteri del governo comunista cinese ha quindi affermato che gli Stati Uniti dovrebbero accettare «ispezioni multilaterali » dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
La richiesta di un’indagine arriva dopo che la Russia avrebbe preso il controllo di alcuni di questi laboratori e accusato gli Stati Uniti di lavorare su progetti biomilitari.
La Cina afferma che i biolaboratori ucraini sono solo la «punta dell’iceberg», perché l’America gestisce 336 laboratori simili in un totale di 30 paesi in tutto il mondo.
Il Partito Comunista Cinese coglie cioè la palla al balzo per regolare i conti con la questione del laboratorio di Wuhano, che era pure finanziato dagli americani, ma che aveva radici militari, come emerso chiaramente in questi due anni.
La Cina, cioè, può tentare di pareggiare i conti del COVID – se tutti lo fanno, di cosa vi lamentate?
L’unica bella notizia che ne potrebbe uscire è la morte dell’idea dello spillover naturale, cioè del SARS-nCoV-2 che zompa direttamente dal pipistrello delle caverne dello Yunnan ai cittadini di Wuhano, via mercato animale (ora distrutto).
La faccenda è un attimino grottesca, ci rendiamo conto.
Immagine di China News Service via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported (CC BY 3.0); immagine modificata
Armi biologiche
Gli USA chiederanno dati sui patogeni in cambio di aiuti sanitari esteri
Gli Stati Uniti chiederanno ai Paesi di consegnare campioni di «agenti patogeni con potenziale epidemico» in cambio del ripristino temporaneo degli aiuti sanitari. Lo riporta il giornale britannico Guardian, citando bozze di documenti governativi.
Il presidente Donald Trump ha tagliato drasticamente tali programmi all’inizio dell’anno, nell’ambito di un ampio sforzo di riduzione dei costi e di riallineamento della politica estera.
Secondo il quotidiano britannico, nei memorandum d’intesa proposti Washington offre a decine di Paesi il rinnovo dei programmi USA per combattere malattie come HIV, tubercolosi e malaria, oltre a «sistemi di sorveglianza e laboratorio e cartelle cliniche elettroniche».
I Paesi partner, tuttavia, dovranno assumere il finanziamento dei programmi entro cinque anni.
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In cambio, saranno obbligati a condividere con gli USA campioni e sequenze genetiche di «patogeni con potenziale epidemico» entro pochi giorni dalla scoperta, si legge nel rapporto.
La bozza non prevede garanzie di accesso ai farmaci eventualmente sviluppati.
«Il modello non offre alcuna garanzia di accesso alle contromisure e conferisce il predominio commerciale a un solo Paese», ha affermato Michel Kazatchkine, membro del Panel indipendente per la preparazione e la risposta alle pandemie, citato dal Guardian. «Minaccia la sicurezza sanitaria, la sicurezza dei dati e, in ultima analisi, la sovranità nazionale».
All’inizio dell’anno Trump ha tagliato i fondi all’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), in passato principale strumento di Washington per finanziare progetti politici all’estero, inclusi i programmi sanitari. L’agenzia è stata ampiamente vista come strumento di soft power.
L’ex direttrice USAID Samantha Power, che ha guidato l’agenzia sotto Joe Biden, ha ammesso il mese scorso che l’agenzia ha avuto un ruolo decisivo nel mantenere al potere la presidente moldava filo-UE Maia Sandu, tramite i fondi del suo bilancio multimiliardario per gli aiuti all’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa la Duma di Stato russa aveva preparato un appello all’ONU in merito alla presunta attività dei laboratori biologici militari statunitensi in Africa.
Come riportato da Renovatio 21, al momento dei disordini durante la guerra civile sudanese l’OMS lanciato un allarme di «enorme rischio biologico» per un biolaboratorio a Khartoum che era stato attaccato.
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Armi biologiche
La polizia americana uccide scimmie fuggite dal laboratorio
🚨🇺🇸 BREAKING: “AGGRESSIVE” LAB MONKEYS ESCAPE OVERTURNED TRUCK IN MISSISSIPPI
Tulane University transport truck crashes on I-59, releasing six 40-pound rhesus monkeys. Five have been euthanized, one still loose in the woods near Heidelberg. Sheriff Randy Johnson warns… pic.twitter.com/tqOuOEGuiU — Mario Nawfal (@MarioNawfal) October 28, 2025
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Armi biologiche
Il Cremlino sostiene l’idea di Trump di vietare le armi biologiche
La Russia appoggerebbe con entusiasmo la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di vietare a livello globale lo sviluppo di armi biologiche, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, definendola una «brillante iniziativa».
Questa settimana, Trump ha annunciato alle Nazioni Unite che intende ridurre la minaccia delle armi di distruzione di massa, invitando «ogni nazione a unirsi a noi per porre fine una volta per tutte allo sviluppo di armi biologiche».
Il presidente degli Stati Uniti ha anche collegato quelli che ha definito «esperimenti sconsiderati all’estero» alla pandemia di COVID-19, ribadendo le sue precedenti accuse secondo cui il coronavirus sarebbe originato in un laboratorio cinese, un’affermazione che Pechino ha categoricamente smentito.
Parlando ai giornalisti giovedì, Peskov ha accolto le dichiarazioni come un «appello molto importante» e una «brillante iniziativa». «Certamente, la Russia è pronta a partecipare a un simile processo di rinuncia alle armi biologiche, e sarebbe opportuno formalizzarlo a livello internazionale», ha aggiunto.
La stragrande maggioranza della comunità internazionale, inclusi Russia, Stati Uniti e Cina, aderisce alla Convenzione sulle armi biologiche (BWC), che vieta lo sviluppo, la produzione e lo stoccaggio di armi biologiche e tossiche.
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Mosca accusa da anni l’Ucraina – anch’essa firmataria della Convenzione sulle armi chimiche – di ospitare laboratori biologici finanziati dall’Occidente e di utilizzare armi chimiche sul campo di battaglia. Alla fine del 2024, funzionari russi hanno dichiarato che gli Stati Uniti gestiscono ancora 30 laboratori biologici in territorio ucraino nell’ambito di un programma militare-biologico illegale, con l’intenzione di estendere tale quadro normativo all’Africa.
Nel 2022, l’allora sottosegretario di Stato americano Victoria Nuland, nota sostenitrice della politica antirussa nell’amministrazione Biden, ammise che l’Ucraina dispone di «strutture di ricerca biologica», ma negò che queste potessero essere utilizzate per scopi di guerra biologica. La Nulanda fu invitata dalla Duma di Mosca a spiegarsi, ma con evidenza declinò, preferendo i suoi famigerati e malaugurati viaggetti a Kiev.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa la diplomazia russa dichiarò che gli USA ancora gestivano trenta biolaboratori in Ucraina.
Il mese scorso, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che gli esperti americani hanno finalmente iniziato a riconoscere le preoccupazioni di Mosca riguardo alle strutture biologiche in Ucraina.
Nel 2023 la Russia ha accusato gli Stati Uniti di aver sperimentato i patogeni dell’influenza aviaria con un tasso di letalità fino al 40% in un biolaboratorio ucraino. Il Pentagono ha ammesso di aver finanziato ben 46 laboratori ucraini.
È stata avanzata anche l’idea che vi possa essere una connessione tra i biolaboratori ucraini e il COVID.
Il ministero della Difesa russa aveva fatto uscire un documento che mostrava come nel sistema delle attività biologiche statunitensi fossero coinvolti big del Partito Democratico e le Big Pharma. Secondo i russi, in Ucraina il Pentagono faceva esperimenti anche sul coronavirus di pipistrello.
Secondo il ministero degli Esteri russi, nei misteriosi laboratori sarebbe coinvolta anche la Germania.
La Russia nel 2022 aveva convocato il Consiglio Sicurezza ONU per presentare le prove contro i biolaboratori Ucraina-USA.
Come noto, vi è anche la questione di un possibile coinvolgimento diretto degli affari della famiglia Biden.
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