Armi biologiche
Biolaboratori ucraini, Wikipedia rimuove la pagina sulla società di Hunter Biden

Wikipedia avrebbe rimosso la voce per Rosemont Seneca Partners, la società di investimento collegata a Hunter Biden e ai suoi presunti traffici in Ucraina. Lo riporta il New York Post.
Sull’enciclopedia online si è quindi bizzarramente affermato che tale società, al centro di dispute geopolitiche immani (con la Russia ad accusa direttamente il Biden junior, e la Germania sempre più implicata), di misteri epidemiologici (stavano davvero ricercando armi? Stavano lavorando sul coronavirus di pipistrello?) nonché sospettata di corruzione (un classico in casa Biden), «non era degna di nota».
«Questa organizzazione è menzionata solo in relazione ai suoi famosi fondatori, Hunter Biden e Christopher Heinz» scrive un editor del sito chiamato Alex. Heinz è il figliastro dell’ex candidato presidente democratico John F. Kerry, ora czar del clima per la Casa Bianca, sposato in seconde nozze con Theresa Heinz, ereditiera dell’impero del ketchup.
Questa strana cancellazione avviene mentre le indagini su Hunter Biden stanno subendo un’accelerazione e si è avuto recentemente la rivelazione che il socio in affari di Hunter Biden, Eric Schwerin, ha effettuato almeno 19 visite alla Casa Bianca e in altri luoghi ufficiali tra il 2009 e il 2015, dove avrebbe incontrato l’allora vicepresidente Joe Biden.
Biden senior ha affermato di non sapere niente sugli affari di suo figlio.
Tuttavia, come riportato da Renovatio 21, ha pubblicamente ammesso di aver ricattato presidente e premier ucraini affinché licenziassero il procuratore generale che stava indagando su Burisma, il controverso colosso del gas che cooptò Hunter nel CdA senza che egli avesse qualsiasi competenza, se non quella di incassare i lauti assegni che la società, sempre in mezzo a guai per corruzione, gli versava.
Come emerso ultimamente, una mail proverebbe che Biden ha tentato di coinvolgere Burisma con Metabiota, una società biotecnologica appaltatrice della difesa USA coinvolta nella questione dei biolaboratori ucraini.
«Il figlio del presidente e i suoi colleghi hanno investito 500.000 dollari in Metabiota attraverso la loro azienda Rosemont Seneca Technology Partners. Hanno raccolto diversi milioni di dollari di finanziamenti per la società da giganti degli investimenti tra cui Goldman Sachs. Ma le e-mail mostrano che Hunter era anche particolarmente coinvolto nelle operazioni di Metabiota in Ucraina» ha scritto il Daily Mail.
Ora la pagina di Rosemont Seneca viene fatta sparire da Wikipedia perché «tenerla in giro», ha scritto l’utente Alex, poneva il rischio che la pagina diventasse «una calamita per le teorie del complotto su Hunter Biden».
Una motivazione più stupida e faziosa di questa non era possibile immaginarla. Di fatto, il wikipediano gatekeeper della situazione, è anonimo.
Il tutto, ripetiamo, mentre il faro della giustizia si sta accendendo sulle attività di Hunter Biden, e con i repubblicani USA che hanno annunciato l’intenzione di citare in giudizio il figlio drogato di Joe.
Wikipedia cancella una pagina sugli affari del rampollo presidenziale proprio quando un procuratore degli Stati Uniti sta esaminando i rapporti finanziari di Hunter Biden, compresi i soldi ricevuti da fonti straniere tramite Rosemont Seneca.
«I pubblici ministeri si sono concentrati in particolare, hanno detto quelle persone, sui pagamenti di Burisma, che prima sono passati a una società chiamata Rosemont Seneca Bohai LLC prima di passare al signor Biden. Tra il 2014 e il 2019, Hunter Biden ha ricoperto un posto nel consiglio di Burisma per il quale è stato pagato circa $ 50.000 al mese» ha scritto il Wall Street Journal.
Oramai l’impudicizia è totale. Vedere ancora oggi come una parte dei media voglia coprire i misfatti (o la demenza) regnanti in casa Biden è qualcosa di assolutamente rivoltante.
L’impeachment per un caso come il Watergate, lo si capisce, è a questo punto una barzelletta rispetto alla gravità di ciò che sta intorno al presidente senile.
Immagine screenshot da YouTube, modificata
Armi biologiche
Elon Musk: ricerca sulle armi biologiche finanziata dall’USAID

L’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) è un’«organizzazione criminale» che ha finanziato la ricerca sulle armi biologiche, compresi progetti che avrebbero portato all’emergere del COVID-19. Lo sostiene Elon Musk.
Il miliardario della tecnologia stava rispondendo a un post su X in cui si sosteneva che i fondi dell’USAID erano stati utilizzati per sostenere la ricerca sull’acquisizione di funzione sui coronavirus presso l’Istituto di Virologia di Wuhano, portando potenzialmente alla creazione del COVID-19.
«Sapevi che l’USAID, usando i TUOI soldi delle tasse, ha finanziato la ricerca sulle armi biologiche, incluso il COVID-19, che ha ucciso milioni di persone?» ha scritto Musk.
Musk non ha fornito ulteriori dettagli sulle accuse, ma nel post a cui ha risposto si legge: «l’inganno della CIA riguardo alle origini del COVID-19 diventa molto più chiaro se si considera la lunga storia dell’USAID come organizzazione di facciata della CIA».
Did you know that USAID, using YOUR tax dollars, funded bioweapon research, including COVID-19, that killed millions of people? https://t.co/YVwyKA7ifs
— Elon Musk (@elonmusk) February 2, 2025
«L’USAID è un’organizzazione criminale», ha scritto Musk in un altro post, rispondendo a un video sul presunto coinvolgimento dell’USAID nella censura di Internet e nel «lavoro illegale della CIA».
USAID is a criminal organization https://t.co/FY7P52XTYC
— Elon Musk (@elonmusk) February 2, 2025
EcoHealth Alliance, un’organizzazione non-profit con sede negli Stati Uniti, è stata al centro di controversie a causa del suo lavoro con il laboratorio wuhaniano.
L’organizzazione ha negato che il suo lavoro riguardasse la ricerca sul guadagno di funzione, ma a maggio 2024, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti ha sospeso tutti i finanziamenti federali a EcoHealth Alliance, citando preoccupazioni sulla supervisione da parte dell’organizzazione di esperimenti ad alto rischio e sulla mancata segnalazione tempestiva delle attività di ricerca.
Come riportato da Renovatio 21, la CIA ritiene che sia «più probabile» che il COVID-19 abbia avuto origine da una fuga di laboratorio piuttosto che da una fonte naturale, ha affermato il portavoce dell’agenzia il mese scorso dopo la conferma di John Ratcliffe come direttore della CIA.
Il Ratcliffe, candidato alla direzione dal presidente Donald Trump, è stato un fervente sostenitore della teoria della fuga di notizie dal laboratorio, definendola «l’unica teoria supportata dalla scienza, dall’Intelligence e dal buon senso». Dopo la conferma, Ratcliffe ha anche affermato che la valutazione della CIA sulle origini del Covid sarebbe stata «una cosa da primo giorno per me».
USAID ha una storia di finanziamenti per iniziative sanitarie globali, tra cui il programma PREDICT, che mirava a identificare virus con potenziale pandemico e che è stato attivo dal 2009 al 2020 in collaborazione con EcoHealth Alliance. Nel 2021, USAID ha lanciato un programma di follow-up da 125 milioni di dollari noto come Discovery & Exploration of Emerging Pathogens – Viral Zoonoses, ma è stato chiuso prematuramente nel 2023.
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La Croce Rossa denuncia: laboratorio contenente virus mortali a rischio nella Repubblica Democratica del Congo

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La CIA ora crede al virus fuggito dal laboratorio di Wuhano

La CIA ha riconosciuto che la «teoria della fuga dal laboratorio» è la spiegazione più probabile per le origini del COVID-19. Lo riporta il New York Times.
Sabato il NYT ha riferito che la CIA si è finalmente espressa «a favore» della teoria che la maggior parte del mondo ha già accettato da anni: che il COVID-19 abbia avuto origine nel laboratorio biologico BSL-4 dell’Istituto di virologia di Wuhano alla fine del 2019.
L’agenzia è giunta a questa nuova conclusione senza ricevere ulteriori informazioni dopo che il nuovo direttore della CIA sotto Trump, John Ratcliffe, ha ordinato la pubblicazione dell’analisi avviata sotto Joe Biden.
«Per anni la CIA ha affermato di non avere informazioni sufficienti per stabilire se la pandemia di COVID sia emersa naturalmente da un mercato di Wuhan, in Cina, oppure da una perdita accidentale in un laboratorio di ricerca locale» scrive il quotidiano neoeboraceno. «Tuttavia questa settimana l’agenzia ha pubblicato una nuova valutazione e gli analisti hanno dichiarato di essere ora favorevoli alla teoria del laboratorio».
«Non c’è nessuna nuova informazione dietro il cambiamento dell’agenzia, hanno detto i funzionari. Piuttosto si basa sulle stesse prove che sta masticando da mesi. Tuttavia, secondo fonti a conoscenza del lavoro dell’agenzia, l’analisi si basa in parte su uno sguardo più attento alle condizioni nei laboratori di massima sicurezza nella provincia di Wuhan prima dello scoppio della pandemia».
L’improvviso cambiamento della CIA è degno di nota, dato che nel 2023 un informatore rivelò che l’agenzia aveva corrotto sei dei suoi analisti del team investigativo sulle origini del COVID per respingere la teoria secondo cui il COVID-19 fosse il risultato di una fuga laboratoriale del nuovo coronavirus in Cina, legata a una ricerca congiunta. L’insabbiamento della catastrofe wuhaniana da parte dello spionaggio USA è al centro di un libro di Robert F. Kennedy jr, il quale ha sostenuto che la CIA è coinvolta nel finanziamento del laboratorio.
Il dietrofront arriva appena cinque giorni dopo l’insediamento di Trump e con l’agenzia sotto una nuova guida con Ratcliffe, che ha lasciato intendere che sarebbero state rilasciate ulteriori rivelazioni.
«Come sapete, ho dichiarato pubblicamente che penso che la nostra Intelligence, la nostra scienza e il nostro buon senso ci dicano tutti che le origini del COVID sono state una fuga di notizie all’Istituto di virologia di Wuhan», aveva dichiarato Ratcliffe al sito Breitbart giovedì. «Ma la CIA non ha fatto quella valutazione o almeno non l’ha fatta pubblicamente. Quindi mi concentrerò su questo e guarderò i dati di Intelligence e mi assicurerò che il pubblico sia consapevole che l’agenzia sta per uscire dai giochi».
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso era emerso che funzionari dell’Intelligence statunitense avrebbero «messo a tacere» i ricercatori che avevano trovato prove che la pandemia di COVID-19 fosse il risultato di una fuga dal laboratorio cinese.
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Immagine di Ureem2805 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; modificata con immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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