Eugenetica
Divorzio Gates, riemerge la strana amicizia con Epstein. Ma è taciuto ciò che forse li univa: non le donne, l’eugenetica

I giornali da giorni si stanno occupando del divorzio del secolo, quello dei padroni della Sanità mondiale – Bill e Melinda Gates.
Le pagine si stanno riempiendo di dettagli anche scabrosi: Bill sarebbe stato un womanizer, un donnaiolo fedifrago. Una relazione su cui avrebbe indagato internamente l’azienda gli sarebbe costata il posto nel board di Microsoft, ma la portavoce personale di Bill Gates nega sia così.
Escono notizie di feste in piscina nudi, di molteplici signore che lavoravano per Gates (come Melinda prima di impalmarlo) alle quali il Billo chiede di andare a cena fuori – non un granché come molestia, a dire il vero, tuttavia questo basta a mandare in solluchero la stampa. Sul Corriere della Sera Massimo Gramellini, il cui successo è uno dei più fitti misteri della storia del giornalismo nazionale, ci teneva a farci sapere che adesso Gates quasi gli sta simpatico, e non lo sfiora nemmeno il pensiero che magari queste notiziuole edificanti le stia mettendo in giro proprio lui, intento a farsi una reputazione che vada al di là della nerditudine da cui non riesce di denaturarsi, o magari per coprire dell’altro.
Sta ri-emergendo la storia della bizzarra, inspiegata amicizia tra Bill Gates e il pedofilo pregiudicato Jeffrey Epstein, uomo dai mille misteri, sedicente finanziere possessore di un’isola nei Caraibi dove i potenti della terra potevano accoppiarsi con minorenni nel lusso più sfrenato
Di fatto, immaginiamo su spinta degli avvocati della moglie, sta uscendo qualcosa di decisamente più preoccupante dell’uomo in maglioncino che con la voce da nerd sbava sulle dipendenti prendendosi pure il due di picche. Sta ri-emergendo la storia della bizzarra, inspiegata amicizia tra Bill Gates e il pedofilo pregiudicato Jeffrey Epstein, uomo dai mille misteri, sedicente finanziere possessore di un’isola nei Caraibi dove i potenti della terra potevano accoppiarsi con minorenni nel lusso più sfrenato.
Epstein, come noto, fu trovato misteriosamente impiccato in un carcere dove era guardato a vista; le telecamere, per coincidenza, nei minuti in cui il magnate si toglieva la vita, disfunzionarono.
Renovatio 21 ve ne ha parlato a lungo negli anni scorsi, scrivendo anche del caso Gates, emerso a fine dell’anno scorso con un exposé del New York Times.
Gates ed Epstein, era detto, si erano visti, si disse, un numero imprecisato di volte. Bill – che non assomiglia ad un uomo che ha bisogno di chiedere passaggi in aereo –aveva volato varie volte sul cosiddetto Lolita Express, il jet privato di Epstein dove, raccontano le testimoni, lui usava non solo ospitare i grandi della terra – da Bill Clinton al Principe Andrea – ma pure accoppiarsi impudicamente con le numerose ragazzine che portava in volo.
«Il miliardario ha incontrato Epstein dozzine di volte a partire dal 2011 e fino al 2014, principalmente nella casa del finanziere a Manhattan, un numero sostanzialmente più alto di quanto riportato in precedenza»
Ora veniamo a sapere che Melinda non solo si sarebbe detta contrariata dal rapporto fra i due uomini, ma pure sarebbe inorridita dall’aver appreso che Bill stava facendo pressioni affinché quell’articolo non uscisse.
Epstein, nella sua enigmatica reggia newyorkese da 77 milioni di dollari, avrebbe quindi consigliato a Gates come uscire dal suo «matrimonio tossico», che, abbiamo capito, era in crisi da anni.
«Il miliardario ha incontrato Epstein dozzine di volte a partire dal 2011 e fino al 2014, principalmente nella casa del finanziere a Manhattan, un numero sostanzialmente più alto di quanto riportato in precedenza» scrive la testata statunitense Daily Beast, che cita fonti informate per le quali Gates e il pedofilo erano «molto vicini».
Come in una vera amicizia, c’era reciprocità: «Gates, a sua volta, incoraggiava Epstein a riabilitare la sua immagine nei media dopo la sua condanna penale del 2008 per aver sollecitato una minorenne a prostituirsi, e discuteva di Epstein sul coinvolgimento con la Bill and Melinda Gates Foundation». Vale la pena di ricordare che Gates decise di frequentare Epstein quando questi era già da tempo stato riconosciuto come pedofilo dai tribunali della Florida.
«Gates, a sua volta, incoraggiava Epstein a riabilitare la sua immagine nei media dopo la sua condanna penale del 2008 per aver sollecitato una minorenne a prostituirsi, e discuteva di Epstein sul coinvolgimento con la Bill and Melinda Gates Foundation»
Il rapporto tra i due deve essere stato ben solido, visto che, dopo la sua morte, venne fuori che Epstein aveva scelto Boris Nikolic (il consigliere scientifico di Gates che partecipava ai loro incontri) come esecutore di riserva delle sue volontà testamentarie nel caso in cui uno dei due esecutori principali non fosse in grado di servirle.
Gates frequentava Epstein, dice una fonte del Daily Beast, perché Gates «ama parlare e idee e fondamentalmente discutere con le persone, e può essere una persona davvero brutale con cui discutere».
«Nulla gli piace niente di più che stare insieme e discutere o tenere lezioni alle persone, o dire a tutti cosa sta facendo con il vaccino antipolio. Ha la capacità, a differenza di qualsiasi altra persona che abbia mai incontrato, di tenere conferenze a un tavolo di persone senza fermarsi per un’ora».
Cominciamo a vedere meglio il suo profilo psicologico, e forse la molla motivazionale (che arriva dall’infanzia? Non possiamo dirlo) che probabilmente lo spinge a iniettarsi nella vita di ogni essere umano del pianeta: iniettarsi, letteralmente – la parola è proprio quella giusta.
Vale la pena di ricordare che Gates decise di frequentare Epstein quando questi era già da tempo stato riconosciuto come pedofilo dai tribunali della Florida
Un’altra fonte, un ex dipendente della Gates Foundation ha dato al Daily Beast una traccia di motivazioni precise per la frequentazione: secondo lui Gates voleva entrare nelle grazie di alcune delle connessioni professionali di Epstein.
«La mia idea è che non usciva con Epstein per trovare donne», ha dichiarato il dipendente della Gates Foundation.
Quindi, cosa spingeva Gates verso Epstein? Non il danaro. Gates è tecnicamente l’uomo più ricco del mondo, o giù di lì. Forse nemmeno i contatti: in fondo, quale potente della Terra è fuori dalla tua portata, quando contribuisci al bilancio dell’OMS al livello di una superpotenza economica-nucleare, e pure ti avanzano i danari per comprare media, latifondi, aziende, organizzazioni, continenti interi?
«La mia idea è che non usciva con Epstein per trovare donne», ha dichiarato il dipendente della Gates Foundation. Quindi, cosa spingeva Gates verso Epstein?
La risposta ha cercato di darla Renovatio 21 ancora l’anno scorso, quando venne a galla il primo spezzone di questo piccolo mistero.
Una passione in comune che i due avevano poteva essere l’eugenetica.
Epstein era una sorta di transumanista apocalittico: si accompagnava solo con geni del MIT e di Harvard, scienziati, principe del foro, attori, e aveva avuto l’idea di mettere il suo e il loro seme «superiore» nel grembo delle ragazzine che sfruttava: da lì si sarebbe potuto ripopolare il pianeta con una razza eletta di superuomini cervelloni – tutti certo fuorisciti da spermatozoi un po’ nerd.
Epstein era una sorta di transumanista apocalittico: aveva avuto l’idea di mettere il suo seme «superiore» e quello di geni accademici nel grembo delle ragazzine che sfruttava: da lì si sarebbe potuto ripopolare il pianeta con una razza eletta di superuomini cervelloni
Come ogni guru apocalittico che si rispetti, anche Epstein aveva individuato dei luoghi appartati dove portare a termine i propri progetti per l’umanità. Oltre all’isola di San Giacomo nei Caraibi (dove appare uno strano tempio pagano con spazi interni di cui si vagheggia ancora), il ricco pedofilo possedeva un ranch nel Nuovo Messico.
«È possibile che Gates vedesse in Epstein – con le sue isole, i suoi ranch, i suoi progetti di fanciulle ingravidate con il seme suo e di supergeni scienziati – qualcuno che comprendesse la sua visione del mondo e la sua rara capacità di renderla reale?» si chiedeva Renovatio 21 un anno fa.
È possibile dunque che Epstein e Gates nelle loro conversazioni «filantropiche» non abbiano parlato di eugenetica?
Non è un argomento così tabù. L’argomento dell’eugenetica era discusso apertamente da Bill e la moglie Melinda dentro e fuori della loro Fondazione; era il tema preferito prima di quello delle Pandemie e dei vaccini, che del controllo della popolazione è diretta conseguenza.
È possibile che Gates vedesse in Epstein – con le sue isole, i suoi ranch, i suoi progetti di fanciulle ingravidate con il seme suo e di supergeni scienziati – qualcuno che comprendesse la sua visione del mondo e la sua rara capacità di renderla reale?
L’argomento dell’eugenetica era discusso apertamente da Bill e la moglie Melinda dentro e fuori della loro Fondazione; era il tema preferito prima di quello delle Pandemie e dei vaccini, che del controllo della popolazione è diretta conseguenza.
L’accusa viene dall’avvocato Robert Kennedy jr., figlio di Bob Kennedy, principale attivista mondiale nella lotta contro i vaccini: «Nel 2010, Gates ha devoluto 10 miliardi di dollari all’OMS dicendo: “Dobbiamo fare di questo il decennio dei vaccini”. Un mese dopo, in un Ted Talk Gates ha affermato che i nuovi vaccini potrebbero ridurre la popolazione”».
Quindi, Gates ed Epstein lavoravano ad una causa comune?
Come per i Rockefeller, con i quali non sono imparentati in alcun modo (è una bufala la notizia uscita sul fatto che il nonno di Bill fosse Frederick Gate, consigliere dei Rockefeller tra Otto e Novecento) ma che comunque fanno certe cenette con Bill e Soros, pare che anche per i Gates vi sia l’eugenetica e la depopolazione come tratto ereditario.
Ci stanno parlando tanto di questo divorzio, ma non degli eventuali discorsi di eugenetica con Epstein
Il padre di Bill, William senior, fu avvocato di grido e «filantropo» per Planned Parenthood, la multinazionale dell’aborto che ha le radici nei finanziamenti Rockefeller e nell’eugenetica americana pura – quella che ispirò Hitler, che riconosceva il debito nei confronti delle legislazioni americane – al punto che la fondatrice lavorò con il Ku Klux Klan.
Insomma: ci stanno parlando tanto di questo divorzio, e stanno pure accennando ad Epstein. Ma di eventuali discorsi di eugenetica, statene certi, non vi parlerà nessuno.
Se un grammo di questa storia fosse confermata in tanti potrebbero capire cosa davvero è il programma vaccinale globale mandato avanti da Gates con i suoi miliardi
Meglio tirar fuori le storie di Bill porcone, womanizer, cornificatore, nerd sempiterno in cerca di una rivincita sessuale.
Perché, se un grammo di questa storia fosse confermata, allora in tanti potrebbero capire cosa davvero è il programma vaccinale globale mandato avanti da Gates con i suoi miliardi.
Roberto Dal Bosco
Eugenetica
Il Congresso USA non estenderà la fecondazione in vitro per i militari. Ma i supersoldati geneticamente modificati sono dietro l’angolo

Il prossimo National Defense Authorization Act (NDAA) non includerà i fondi per estendere la fecondazione in vitro (IVF) distruttiva per gli embrioni tra i membri dell’esercito statunitense, ha concordato il Congresso.
A marzo, il Dipartimento per gli Affari dei Veterani (VA) dell’amministrazione Biden aveva annunciato che «offrirà benefici di fecondazione in vitro ai veterani qualificati indipendentemente dallo stato civile» – comprese le persone single, gli omosessuali e gli individui con confusione di genere – e consentirà loro di utilizzare sperma, ovuli o embrioni di donatori, un’inversione delle vecchie regole che limitavano la IVF ai militari sposati il cui servizio militare aveva portato a una condizione di salute che li rendeva sterili ma ancora in grado di produrre i propri ovuli o sperma.
Una manciata di repubblicani della Camera si era opposta all’epoca e, con una nuova maggioranza repubblicana destinata ad assumere il controllo del Congresso a gennaio, il mese scorso pubblicarono una lettera ai membri più importanti delle commissioni di entrambi i partiti, esortandoli a non includere alcuna disposizione che estendesse la IVF nei prossimi stanziamenti annuali per le forze armate, in particolare una disposizione approvata dalla Camera chiamata Sezione 701, definendola una «drammatica espansione della fecondazione in vitro che costerà ai contribuenti circa 1 miliardo di dollari all’anno».
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Nella lettera si sottolinea che la fecondazione in vitro resta «fortemente non regolamentata» e «senza linee guida etiche» negli Stati Uniti, ma fino ad oggi i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC, l’ente epidemiologico USA) non hanno risposto alle «domande fondamentali» dei legislatori sul settore.
Nel weekend, i legislatori hanno pubblicato un NDAA finale di 1.813 pagine che rappresenta un compromesso su numerosi punti tra entrambi i partiti e entrambe le camere del Congresso. Tra questi, non è stata adottata alcuna proposta per espandere la fecondazione in vitro nelle forze armate.
La senatrice democratica dello Stato di Washington Patty Murray ha espresso frustrazione per l’esito, ma si è consolata con il fatto che i democratici sono riusciti a escludere «ogni sorta di clausola dannosa che avrebbe limitato la possibilità delle donne in uniforme» di ottenere aborti.
Il processo di fecondazione in vitro è considerato da cattolici e altri cristiani come gravemente immorale, poiché comporta la creazione consapevole di decine di embrioni umani «in eccesso» che vengono poi uccisi. Inoltre, i bambini non ancora nati vengono trattati come merci da barattare. Infine, c’è il tema teologico non indifferente, per quanto ignorato, della separazione della sessualità dalla procreazione.
Si stima che più di un milione di embrioni siano congelati in deposito negli Stati Uniti dopo la fecondazione in vitro e che fino al 93% di tutti gli embrioni creati tramite IVF vengano infine distrutti: si tratta, quindi, di un’ecatombe con numeri ben superiori a quelli dell’aborto.
Con solo una manciata di eccezioni, la maggior parte dei repubblicani nazionali si è affrettata a dichiarare il proprio sostegno alla fecondazione in vitro dopo che una sentenza della Corte Suprema dell’Alabama secondo cui gli embrioni congelati erano qualificati come bambini in una causa per morte ingiusta ha spinto la questione sotto i riflettori nazionali, di fatto bloccando una grande parte della filiera della riproduzione artificiale.
A guidare la carica è stato il presidente di ritorno Donald Trump, che si è presentato come un «leader della fecondazione» e ha persino promesso di promulgare un nuovo diritto federale alla fecondazione in vitro, sia tramite sussidi diretti che tramite un mandato assicurativo.
Come riportato da Renovatio 21, la IVF ha un mercato che si aggira intorno ai 24 miliardi.
Programmi di preservazione criogenica dei gameti sono stati offerti in precedenza ai soldati USA, a cui viene quindi implicitamente promesso di poter avere in futuro figli in provetta qualora perdano le funzionalità genitali in battaglia.
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Questione mai esplorata da media, politici ed esperti, ma alla quale Renovatio 21 si è interessata è quella del piano incrinato tra IVF militare e cosiddetti «supersoldati»: se alle famiglie militari viene data l’opzione di fare in figli in laboratorio, perché non accettare delle «piccole» modifiche genetiche, di modo da farne dei soldati (o degli atleti, degli studenti, etc.) leggermente migliori?
In tale prospettiva, l’eugenetica non ha più il significato narcisista borghese che conosciamo («voglio un figlio perfetto»), ma è giustificabile in un’ottica di sentimento nazionale («voglio un figlio che possa servire al meglio la patria»).
Tuttavia, come noto, ciò era esattamente la base dell’eugenetica dei Lebensborn delle SS di Heinrich Himmler, a dimostrazione che il nazismo fu grande anticipatore della follia aberrante del mondo moderno.
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Autismo
Autismo, 28enne olandese sarà uccisa con il suicidio assistito: i medici la ritengono che «incurabile»

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«Quindi io mi chiedo, e sono conscio della forza di questa mia domanda: quanti anni ci vorranno prima che i bambini autistici finiranno in questo calderone?» domandavamo nel 2017. L’eutanasia dei bambini autistici sarà una proposta che la realtà globale comincerà a discutere, e ad accettare, a brevissimo. Il cittadino del futuro è dipendente, prevedibile, domestico – e soprattutto spendibile. Scartabile a piacere, eliminabile magari pure con l’assenso dei famigliari. Il Regno Sociale di Satana passa anche da qui.Autismo ed eutanasia infantile. Intervento di Roberto Dal Bosco dal convegno di Renovatio 21 «Vaccini fra obbligo e libertà di scelta», Reggio Emilia, 9 settembre 2017 pic.twitter.com/5aYBo27Gb8
— Renovatio 21 (@21_renovatio) April 17, 2024
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Eugenetica
40 parlamentari britannici firmano un emendamento per porre fine all’aborto per i bambini con sindrome di Down

Quaranta parlamentari nel Regno Unito hanno firmato un emendamento che limiterebbe gli aborti tardivi dei bambini non ancora nati con diagnosi di sindrome di Down e fornirebbe loro le stesse modeste protezioni dei bambini britannici senza disabilità. Lo riporta LifeSite.
La proposta di emendamento al disegno di legge sulla giustizia penale del governo è stata avviata dal deputato conservatore Sir Liam Fox e sostenuta da parlamentari di tutti i partiti, tra cui laburisti, SNP (Partito nazionale scozzese), Liberal democratici e DUP (Partito unionista democratico).
«C’è un notevole sostegno trasversale ai partiti per rimuovere un’anomalia nella legge britannica che consente alle persone con sindrome di Down di abortire fino a 40 settimane», ha detto Sir Fox, ex segretario alla difesa ed ex segretario di stato per il commercio internazionale.
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«Molti di noi credono che ciò sia completamente contrario allo scopo della nostra legislazione sull’uguaglianza e tratti le persone con sindrome di Down come cittadini di seconda classe quando si tratta dei loro diritti».
«Il mio emendamento eliminerebbe un’anomalia di cui molti non sapevano nemmeno l’esistenza e invierebbe un segnale sui valori che condividiamo nel sistema politico del nostro Paese», ha aggiunto.
Sir Fox è nato in Scozia in una famiglia cattolica di origini irlandesi.
L’emendamento proposto sarà votato e dibattuto come parte del più ampio disegno di legge sulla giustizia penale, che dovrebbe tornare alla Camera dei Comuni, la camera bassa del parlamento britannico, a metà aprile, dopo l’attuale pausa pasquale.
Secondo la legge britannica sull’aborto, i bambini non ancora nati possono essere abortiti fino alla 24a settimana di gravidanza. Tuttavia, sempre secondo la legge attuale, i bambini con diagnosi di sindrome di Down possono essere abortiti fino alla nascita.
L’emendamento di Fox ridurrebbe il limite di tempo per i bambini che soffrono di questa condizione genetica a 24 settimane.
Secondo le ultime statistiche sull’aborto, nel Regno Unito nel 2021 sono stati abortiti 859 bambini con diagnosi di sindrome di Down, con un aumento del 24% rispetto al 2020.
Inoltre, le statistiche mostrano un picco del 71% negli aborti di bambini con sindrome di Down alla 24a settimana di gestazione o oltre. Tali aborti sono aumentati da 14 nel 2020 a 24 l’anno successivo.
Tuttavia, i numeri reali potrebbero essere significativamente più alti di quanto indicano le statistiche ufficiali, secondo Don’t Screen Us Out («Non escludeteci»), un gruppo di difesa che si batte per la parità di diritti per le persone affette da sindrome di Down.
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Uno studio del 2013 ha mostrato che degli 886 bambini con sindrome di Down abortiti in Inghilterra e Galles nel 2010, solo 482 sono stati ufficialmente registrati nelle statistiche del governo. La sottostima degli aborti legati ad «anomalie fetali» è stata confermata in un’analisi del 2014 del Dipartimento di sanità e assistenza sociale.
Lynn Murray, portavoce dell’organizzazione Don’t Screen Us Out, ha dichiarato che «questo è un cambiamento importante alla legge, ed è fantastico vedere così tanti parlamentari sostenere questo cambiamento».
«Pochissime persone sono consapevoli di questa parte discriminatoria della nostra legge che individua i bambini con disabilità, compresa la sindrome di Down, consentendo loro di essere selezionati mediante l’aborto fino alla nascita».
Come madre di una figlia di 24 anni con sindrome di Down, la signora Murray vede «ogni giorno il valore unico che porta alla nostra famiglia e l’impatto positivo che ha sugli altri intorno a lei».
Come riportato da Renovatio 21, perfino i media mainstream, fautori dell’aborto e inconsapevoli continuatori dell’opera eugenetica dello Hitler, stanno realizzando che, in effetti, l’aborto massivo dei down è vera e propria eugenetica. In una società, peraltro, dove vige la condizione dei down celebrati per i loro risultati e al contempo massacrati impunemente nel grembo materno.
Recenti studi di paleontologia genetica hanno provato che gli uomini preistorici trattavano i bimbi down con rispetto: la società moderna, quindi, si conferma come una mortale regressione verso la disumanizzazione e il culto della morte.
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Immagine su licenza Envato
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