Eutanasia
Alder Hey Hospital: ecco applicato il “best interest” di Alfie
Domani alle 12:00 sarà staccata la ventilazione al piccolo Alfie Evans.
La Conferenza Episcopale Inglese, nel comunicato che su queste pagine è stato riportato integralmente, è certa che tutti, in primis l’ospedale, abbiano agito e abbiano deciso per il “bene” di Alfie, ovviamente stabilito secondo criteri soggettivi. Rileggiamone un breve stralcio:
«Affermiamo la nostra convinzione che tutti coloro che hanno preso le decisioni strazianti che riguardano la cura di Alfie Evans agiscono con integrità e per il bene di Alfie, così come loro lo vedono. La professionalità e la cura per bambini seriamente malati dimostrata all’Alder Hey Hospital deve essere riconosciuta e affermata. Sappiamo che le critiche pubbliche recentemente pubblicate sul loro lavoro non sono fondate (…)».
Siccome si è parlato di integrità, professionalità e cura dei bambini da parte dell’Alder Hey Hospital di Liverpool, pubblichiamo le foto che Thomas Evans, pur con grande dolore (è uno strazio rendere pubbliche le condizioni degradanti in cui versa un figlio che dovrebbe essere curato e accudito da un ospedale statale) è stato costretto a far vedere al mondo.
Domani alle 12:00 sarà staccata la ventilazione al piccolo Alfie Evans.
In questa foto Alfie ha il pigiama completamente bagnato a causa del pannolino non cambiato.
Il sondino da cui passa la ventilazione che aiuta Alfie a respirare, è completamente pregno di muco, fino ad entrargli praticamente in bocca.
Da notare anche la lesione sotto al labbro inferiore.
Chi conosce questo genere di operazioni sa benissimo che si deve lavorare in condizioni igieniche perfette, in ambiente totalmente asettico e sterile.
Questi sono i tubi della ventilazione insieme al tubo della PEG (Gastrostomia Endoscopica Percutanea), con la quale si consente la nutrizione enterale del bambino. Thomas riferisce che il cambio di questo materiale non solo non è stato fatto per mesi, ma anche che, quando è stato fatto, le condizioni igieniche erano quelle di cui sopra.
Chi conosce questo genere di operazioni sa benissimo che si deve lavorare in condizioni igieniche perfette, in ambiente totalmente asettico e sterile.
In questa foto si può notare una lesione sulla mano di Alfie, presumibilmente un’ustione.
Ad oggi, i genitori di Alfie non hanno ancora avuto risposte su come possa esser stata procurata una bruciatura. Nessuno degli operatori sanitari sa nulla.
Sono un operatore socio-sanitario e lavoro in una casa di riposo. Se qualche responsabile della mia struttura o della cooperativa per la quale lavoro si accorgesse di una situazione igienica simile a quella sopra documentata, io sarei richiamato e verosimilmente, giustamente, licenziato in tronco. Scatterebbe subito un’ispezione interna a tutto il reparto e all’intera struttura
Il labbro inferiore di Alfie è completamente secco, pieno di secrezioni stantie. Questo può corrispondere a una scarsa idratazione via vena. Vi è un rimedio naturale per le labbra ridotte così, e si chiama miele rosato. Evidentemente per l’ospedale di Liverpool è troppo costoso per una “vita futile” come quella di Alfie.
Questa foto pubblicata su Facebook da Thomas è forse quella più scioccante. Vediamo il tubo della PEG sulla pancia del piccolo Alfie. Intorno a ogni PEG dovrebbero sempre essere posizionate delle garze sterili, tagliate in mezzo così da proteggere l’entrata del tubo che consente la nutrizione dallo stomaco e da assorbire il liquido che fuoriesca dal foro.
Come si vede dalla foto, le garze di Alfie sono completamente impregnate di pus stantio..
Si nota, inoltre, un’evidente arrossamento nel contorno del tubo, chiaro segnale di un’igiene totalmente assente, col conseguente rischio di gravi infezioni.
Sono un operatore socio-sanitario e lavoro in una casa di riposo sei giorni alla settimana, a contatto con diverse persone che necessitano di nutrizione enterale e portano sondini naso-gastrici. Ho avuto a che fare anche con pazienti aiutati dalla ventilazione per respirare.
Se qualche responsabile della mia struttura o della cooperativa per la quale lavoro si accorgesse di una situazione igienica simile a quella sopra documentata, io sarei richiamato e verosimilmente, giustamente, licenziato in tronco. Scatterebbe subito un’ispezione interna a tutto il reparto e all’intera struttura.
Facciamo notare che le condizioni di Alfie così come appaiono nelle foto si connettono a negligenze protratte e a un’incuria non certo occasionale: l’entità delle secrezioni visibili – lo dico con cognizione di causa – ne è lampante dimostrazione.
Per l’Alder Hey Hospital Alfie Evans è un ingombro da togliere di mezzo quanto prima per evitare costi, impegno, pressione mediatica e via discorrendo.
In cinque anni di lavoro in una casa di riposo non mi è mai capitato di vedere cose del genere, nemmeno nei casi più disperati di pazienti anziani allettati e, quindi, molto difficili da accudire.
Vedere queste foto spezza il cuore e dimostra come della tanto decantata “dignità” di Alfie non importi nulla a nessuno. Alfie versa in condizioni disumane.
Per l’Alder Hey Hospital Alfie Evans è un ingombro da togliere di mezzo quanto prima per evitare costi, impegno, pressione mediatica e via discorrendo.
Alla faccia del suo «miglior interesse». Alla faccia dei giudici aguzzini. Alla faccia dei vescovi complici.
Cristiano Lugli
Autismo
Autismo, 28enne olandese sarà uccisa con il suicidio assistito: i medici la ritengono che «incurabile»
Una donna autistica di 28 anni morirà di suicidio assistito a maggio nei Paesi Bassi dopo aver lottato con depressione e malattie mentali, con il suo psichiatra che le dice che le sue condizioni sono incurabili e non miglioreranno mai. Lo riporta LifeSiteNews.
La giovane, che non soffre di alcuna malattia fisica, ha deciso di porre fine alla sua vita con il suicidio assistito dopo che gli psichiatri hanno affermato di aver esaurito ogni mezzo per aiutarla ad affrontare le sue malattie mentali, che include il disturbo borderline di personalità, scrive The Free Press.
I suoi problemi con la malattia mentale le hanno impedito di finire la scuola o di iniziare una carriera.
Secondo le disposizioni della donna, dopo essere stata uccisa, il suo corpo sarà cremato senza funerale e le sue ceneri sparse nel bosco.
La scelta di togliersi la vita è stata presa nonostante la sua ammessa paura della morte derivante dall’incertezza di ciò che accade dopo la morte. «Ho un po’ paura di morire, perché è l’ultima incognita», ha detto. «Non sappiamo davvero cosa accadrà dopo – o non c’è niente? Questa è la parte spaventosa».
La diagnosi di autismo e malattia mentale come «incurabili» e «insopportabili» è diventata una tendenza crescente nei Paesi Bassi, con uno studio pubblicato nel giugno 2023 che ha rivelato 40 casi durante un periodo di 10 anni dal 2012 al 2021, scrive LifeSite. In un terzo di questi casi, a quelli con autismo o disabilità intellettiva veniva detto che non c’era speranza di migliorare la loro vita, e quindi la loro condizione veniva considerata «incurabile».
«Aiutare le persone con autismo e disabilità intellettive a morire è essenzialmente eugenetica», ha dichiarato Tim Stainton, direttore del Canadian Institute for Inclusion and Citizenship presso l’Università della British Columbia.
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L’uccisione programmata della donna autistica di 28 anni arriva mentre i Paesi Bassi continuano ad ampliare la portata di ciò che legalmente qualifica per l’eutanasia, con una nuova legge in vigore dal 1° febbraio che consente l’uccisione di bambini malati terminali di età compresa tra 1 e 12 anni ritenuti malati al punto di «soffrire disperatamente e insopportabilmente».
La legge consente ai genitori di decidere di uccidere il proprio figlio anche se il bambino non è disposto o non è in grado di acconsentire, scrive LifeSite.
Come riportato da Renovatio 21, è in atto una Finestra di Overton in cui la popolazione viene portata gradualmente a considerare l’eutanasia degli autistici come un fatto razionale, accettabile, legale.
Tale manipolazione massiva verso l’uccisione degli autistici è destinata a crescere esponenzialmente visti i numeri dell’aumento dei casi di autismo, che fanno parlare di un vero e proprio «tsunami dell’autismo» che sta per investire la Sanità mondiale, le cui risorse economiche ed umane sono calcolate come insufficienti rispetto alla spaventosa quantità di persone colpite dalla malattia.
Nel frattempo, sta emergendo in tanta letteratura scientifica, come sottolineato di recente anche dal dottor Peter McCullough: una correlazione netta tra autismo e transgenderismo.
L’eutanasia degli autistici – in quanto possibili danneggiati da vaccino – era stata preconizzata diversi anni fa da Renovatio 21, che ne parlò in una delle sue prime conferenze pubbliche. Il video è stato, ovviamente, censurato e tolto da YouTube, qualche mese fa.
Ne abbiamo testé caricato un brano su X.
Autismo ed eutanasia infantile. Intervento di Roberto Dal Bosco dal convegno di Renovatio 21 «Vaccini fra obbligo e libertà di scelta», Reggio Emilia, 9 settembre 2017 pic.twitter.com/5aYBo27Gb8
— Renovatio 21 (@21_renovatio) April 17, 2024
«Quindi io mi chiedo, e sono conscio della forza di questa mia domanda: quanti anni ci vorranno prima che i bambini autistici finiranno in questo calderone?» domandavamo nel 2017.
L’eutanasia dei bambini autistici sarà una proposta che la realtà globale comincerà a discutere, e ad accettare, a brevissimo. Il cittadino del futuro è dipendente, prevedibile, domestico – e soprattutto spendibile. Scartabile a piacere, eliminabile magari pure con l’assenso dei famigliari.
Il Regno Sociale di Satana passa anche da qui.
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Eutanasia
La «Costituzione materiale» dell’Italia umanoide, tra eutanasia e gender di Stato
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Eutanasia
Capo della sanità belga sostiene che l’eutanasia è la soluzione all’invecchiamento della popolazione
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Il presidente del più grande fondo sanitario belga, Christian Mutualities (CM), ha chiesto una soluzione radicale al problema dell’invecchiamento della popolazione. Luc Van Gorp ha dichiarato questa settimana ai media belgi che alle persone stanche della vita dovrebbe essere permesso di porvi fine.
Come tutti gli altri Paesi europei e, in effetti, il resto del mondo a parte l’Africa sub-sahariana, il Belgio deve far fronte a un enorme aumento del numero dei suoi anziani. Gli ultraottantenni raddoppieranno entro il 2050, passando dai circa 640.000 attuali a 1,2 milioni. La pressione finanziaria sull’assistenza sanitaria, sui farmaci e sulle case di cura aumenterà.
Più soldi non sono la soluzione, dice Van Gorp. «Non importa quanto finirai per investire, non sarà comunque sufficiente. Semplicemente non ci sono abbastanza operatori sanitari per svolgere questo lavoro», ha affermato.
«Abbiamo davvero bisogno di tutti quei centri di assistenza residenziale aggiuntivi? Costruire semplicemente stanze senza fare nulla per risolvere la carenza di personale non è un modello sostenibile. Mi manca la domanda sul perché nell’assistenza agli anziani. Perché facciamo affari nel modo in cui li facciamo adesso? Spesso non c’è risposta a questo».
È a favore di «un approccio radicalmente diverso» – non chiedendo «per quanto tempo posso vivere?», ma «per quanto tempo posso vivere una vita di qualità?». Propone l’eutanasia per le persone che credono che la loro vita sia completa. «Il suicidio è un termine troppo negativo», afferma Van Gorp. «Preferirei chiamarlo: ridare indietro la vita. So che è una questione delicata, ma dobbiamo davvero avere il coraggio di sostenere questo dibattito».
In un’intervista a Nieuwsblad, Van Gorp ha dichiarato:
«Tutti vogliono che i loro genitori e i loro nonni restino il più a lungo possibile, giusto? Ma quelle persone lo vogliono anche loro? E di cosa hanno bisogno per questo? Queste domande vengono poste troppo poco. Alcune persone con più di 80 anni non avranno bisogno di nulla per invecchiare bene. Potranno anche sostenere gli altri, ad esempio tenendo loro compagnia. Altri hanno bisogno di molte cure e, per essere chiari, dobbiamo continuare a fornirle».
«Ma che dire della categoria degli anziani che ricevono la massima assistenza, ma che ancora non hanno la qualità di vita che desiderano? Questa domanda viene posta troppo poco».
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Numerosi politici hanno sostenuto l’appello di Van Gorp a fare di «una vita completa» una giustificazione per l’eutanasia. Tuttavia, il leader cristiano-democratico Sammy Mahdi ha criticato i commenti. «Questo mi fa arrabbiare”, ha scritto su X. “Se qualcuno è stanco della vita e sente di essere d’intralcio o di non ricevere più visite, non stiamo semplicemente fallendo come società?»
Van Gorp ha ribadito i sentimenti espressi nella sua intervista a Nieuwsblad.
In un editoriale per il quotidiano belga De Morgen ha scritto:
«La domanda di cure non farà che aumentare nei prossimi anni. Se continuiamo a fare come stiamo facendo oggi, andremo incontro ad un vero e proprio crollo dell’assistenza sanitaria. Possiamo evitare che ciò accada solo se scegliamo un approccio radicalmente diverso, da quello di una società sana che metta al primo posto la qualità della vita anziché la quantità».
Semplicemente non ci sono abbastanza assistenti o spazio per far vivere gli anziani, dice: «numerosi operatori sanitari hanno da tempo indicato che non è possibile continuare in questo modo. Semplicemente non ci sono abbastanza mani professionali rimaste per fornire tutta l’assistenza. E come società, creiamo troppo poco spazio per prenderci cura di coloro che ci sono più cari».
Van Gorp chiede un dibattito nazionale urgente sulla questione: «per quanto delicata sia, dobbiamo avere il coraggio di entrare nel dibattito sulla qualità della vita, anche alla fine della vita. Meglio oggi che domani».
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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