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Intelligenza Artificiale

La prospettiva di estinzione causata dall’IA dovrebbe avere la stessa priorità della guerra nucleare: parlano gli esperti

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Impedire che l’intelligenza artificiale fuori controllo causi l’estinzione dell’umanità dovrebbe essere una priorità globale di massimo livello, ha affermato a inizio settimana un’organizzazione senza scopo di lucro chiamata Center for AI Safety in una dichiarazione firmata da 350 persone di spicco nell’IA e nei campi correlati.

 

«Mitigare il rischio di estinzione dell’IA dovrebbe essere una priorità globale insieme ad altri rischi su scala sociale come le pandemie e la guerra nucleare», si legge nella dichiarazione.

 

I firmatari includevano il CEO di Google DeepMind Demis Hassabis, il CEO di Anthropic Dario Amodei e – sorpresa – il CEO di OpenAI Sam Altman, che ha recentemente dichiarato al Congresso USA di essere preoccupato che la tecnologia potesse andare «abbastanza male» e li ha esortati a imporre regolamenti al settore.

 

I tre leader del settore hanno incontrato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il vicepresidente Kamala Harris all’inizio di questo mese per discutere di potenziali normative. Numerosi dirigenti di grandi aziende hanno anche aggiunto i loro nomi alla dichiarazione di martedì.

 

Geoffrey Hinton e Yoshua Bengio, considerati i «padrini dell’IA» per il loro lavoro sulle reti neurali, sono stati elencati per primi nel documento, anche se Yann LeCun, che ha svolto la ricerca con loro e ora gestisce la ricerca sull’IA per Meta, invece non ha firmato. Hinton ha lasciato il suo lavoro in Google all’inizio di questo mese per lanciare l’allarme sui rischi dell’IA e ha dichiarata che a volte si rammarica del lavoro della sua vita. Pochi mesi fa un ingegnere di Google, Blake Lemoine, ha dichiarato pubblicamente che il chatbot AI dell’azienda, LaMDA, è «senziente», ossia dotato di una coscienza comparabile a quella degli esseri umani.

 

La lettera rappresenta un ulteriore «coming out» per i leader del settore che in precedenza tenevano nascoste le loro preoccupazioni sul futuro dell’IA, ha dichiarato martedì al New York Times il direttore esecutivo del Center for AI Safety Dan Hendrycks.

 

«C’è un malinteso molto comune, anche nella comunità dell’AI, secondo cui ci sono solo una manciata di apocalittici», ha spiegato, chiarendo che «molte persone in privato esprimerebbero preoccupazioni su queste cose».

 

Il messaggio fa eco a un’altra lettera aperta pubblicata a marzo dal Future of Life Institute, sostenendo una moratoria di sei mesi sugli sviluppi dell’IA su larga scala al fine di evitare «una corsa fuori controllo per sviluppare e distribuire menti digitali sempre più potenti».

 

Il messaggio che richiedeva una moratoria per mettere in pausa le ricerche sull’AI è stato firmato da più di 1.000 figure influenti della tecnologia, tra cui il miliardario Elon Musk, che è particolarmente apocalittico da sempre sul tema, ed ha appena ricevuto l’approvazione del governo degli Stati Uniti per procedere con i test umani sulla sua interfaccia cervello-computer Neuralink, che ha lo scopo di dare alle persone un vantaggio competitivo contro l’Intelligenza Artificiale – una sorta di «transumanismo difensivo».

 

Tuttavia, non tutti gli esperti di Intelligenza Artificiale sono timidi.

 

Jensen Huang, il CEO di Nvidia (società di microprocessori che ha pena raggiunto il trilione di dollari di capitalizzazione), ha recentemente dichiarato a un pubblico della National Taiwan University che coloro che non sono saltati sul colosso dell’IA vedranno il loro lavoro rubato, le loro aziende morte  e loro stessi divorati.

 

Ricordiamo anche la posizione del co-fondatore di Microsoft Bill Gates, un grande investitore di intelligenza artificiale (ha elargito 10 miliardi a OpenAI per usare ChatGPT sul suo motore di ricerca Microsoft Bing), insiste sul fatto che la tecnologia porterà solo «enormi vantaggi».

 

Come riportato da Renovatio 21, a chiedere di fermare l’Intelligenza Artificiale è stato anche un gruppo di medici che hanno firmato un appello sulla prestigiosa rivista scientifica BMJ Global Health.

 

Un recente rapporto della banca d’affari Goldman Sachs calcola che l’IA potrebbe portare a breve a 300 milioni di disoccupati nel mondo.

 

Il Musk aveva dichiarato durante la sua recente intervista con Tucker Carlson che il fine di Google – nemmeno così occulto – è quello di creare un dio-Intelligenza Artificiale. Quando Musk ha ribattuto ad un entusiasta fondatore di Google Larry Page specificando i rischi dell’AI, il Page gli ha dato dello «specista», termine del gergo animalista che indica una persona che mette la specie umana sopra le altre.

 

L’idea che l’AI diventerà una sorta di dio circola da anni e investe direttamente personale di OpenAI come il capo scientifico e cofondatore Ilya Sutskever, il quale ha chiesto ai suoi followers  se le super-IA avanzate dovrebbero essere rese «profondamente obbedienti» ai loro creatori umani, o se questi algoritmi dovrebbero «amare veramente profondamente l’umanità». L’anno scorso, Sutskever affermò che «può darsi che le grandi reti neurali di oggi siano leggermente consapevoli».

 

Eliezer Yudkowsky, specialista nel tema dei pericoli delle IA, ha dichiarato che l’unica possibilità è una moratoria che preveda il bombardamento delle server farm dei Paesi che stanno sviluppando l’AGI, poiché se non si fermano le macchine «tutti sulla terra moriranno».

 

 

 

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Bizzarria

A San Francisco la gente già fa sesso nei robotaxi

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I passeggeri dei taxi a guida autonoma paiono perdere più facilmente i freni inibitori. 

 

È quanto riporta il San Francisco Standard, che, raccontando un episodio specifico con tanto di testimonianze di prima mano, sottolinea come la riservatezza derivante dal non avere un conducente sembra abbassare le inibizioni dei passeggeri all’interno dei robotaxi che stanno ora proliferando in tutta la città della Silicon Valley.

 

«Siamo entrati e ci siamo messi subito al lavoro, pomiciando», ha detto allo Standard Megan, una donna sui vent’anni, che di recente ha  usufruito del servizio di mobilità alternativo.  Da lì in poi è iniziato a diventare tutto allusivo e più intimo. 

 

«Ero tipo, “non ho biancheria intima e sono pronta per indossare questo kimono”», ha aggiunto. «E stavo usando le sue pantofole che erano cinque taglie più grandi».

 

Il complice sessale anonimo della ragazza ha ammesso di aver compiuto atti sessuali in un robotaxi almeno sei volte, comprese tre sessioni «complete».

 

«Voglio dire, non c’è nessuno che ti dica: “non puoi farlo”», ha detto al quotidiano sanfranciscano. «Arriva al punto in cui ti senti sempre più a tuo agio, e se sei con qualcuno, come un partner più serio, può degenerare in altre attività».

 

Per anni, Cruise di General Motors e Waymo di Google hanno utilizzato robotaxi senza conducente nella città della Bay Area. Le auto hanno talvolta seminato il caos in città, bloccando il traffico in diverse occasioni.

 

Come riporta Futurism, i robotaxi possono anche essere pericolosi. Le segnalazioni di collisioni e incidenti mancati sono diventate quasi all’ordine del giorno. All’inizio di quest’anno, un veicolo è addirittura finito in una un contesto di incendio con i pompieri lì attivi.

 

Niente di tutto ciò sembra aver dissuaso i passeggeri dal copulare mentre sono in taxi.  Non è chiaro se Megan e il suo accompagnatore riusciranno a farla franca, perché c’è una possibilità che Cruise abbia registrato e archiviato le effusioni sui suoi server, nonostante le possibili leggi sulla privacy.

 

«Registriamo video all’interno dell’auto per maggiore sicurezza e supporto», si legge sul sito web di Cruise. «Se succedesse qualcosa durante la corsa, potremmo rivedere la registrazione per capire meglio cosa è successo».

 

«Stiamo lavorando duramente per garantire che il nostro servizio sia sicuro, pulito e aperto a tutti, e che i passeggeri accettino di fare la loro parte quando si iscrivono per utilizzare il nostro servizio», ha dichiarato allo Standard un portavoce di Cruise. «Adotteremo le misure appropriate contro chiunque violi tali linee guida».

 

«I was just along for the ride, literally» conclude la ragazza. «Ero solo lì per il giro, letteralmente»: il doppio senso non è possibile renderlo in italiano, ma il lettore può capire.

 

Dalle istigazioni al suicidio ai matrimoni con chatbot, dai consigli pro-anoressia ai plagi, dai licenziamenti di massa alla sostituzione di insegnanti e sacerdoti, dai morti che parlano alle crudeltà verso i bambini, il livello di degrado a cui può portarci l’Intelligenza Artificiale segna ogni giorno un nuovo livello.

 

 

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Intelligenza Artificiale

Google utilizza una enorme quantità d’acqua per l’Intelligenza Artificiale

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Il consumo di acqua del colosso della tecnologia informatica Google sta aumentando rapidamente mentre continua la sua spinta nel mondo dell’intelligenza artificiale ad alta intensità energetica.

 

Secondo dati ambientali di quest’anno resi pubblici di recente, la multinazionale di Mountain View nel 2022 ha utilizzato l’astronomica cifra di 5,6 miliardi di litri d’acqua.

 

Si tratta di un aumento del 20% rispetto al suo utilizzo nel 2021, che può probabilmente essere attribuito in gran parte ai crescenti sforzi dell’azienda nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Lo sviluppo degli algoritmi IA in enormi data center consuma immense quantità di energia, oltre che enormi quantità di acqua per il raffreddamento.

 

La maggior parte di quest’acqua non viene nemmeno estratta dai corsi d’acqua: è così pulita da poter essere utilizzata come acqua potabile.

 

Si tratta di una prospettiva non esattamente allineata con la narrazione dell’emergenza ecologica, soprattutto considerando che la scarsità d’acqua si sta trasformando in un problema non di poco conto, anche sulla costa occidentale degli Stati Uniti dove ha sede il colosso tecnologico.

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La California, che ha subito una devastante crisi idrica negli ultimi anni (qualcuno dice: programmaticamente) ha leggi tremende per quanto riguarda il consumo d’acqua: vengono razionati gli usi della lavatrice, l’irrigazione del giardino e perfino lo scarico del water, significativamente meno potente di quelli europei, con tutti i disdicevoli problemi del caso.

 

La situazione è diventata così grave che il data center progettato da Google in Arizona è passato alla «tecnologia raffreddata ad aria» a causa della carenza d’acqua nella zona, secondo Insider.

 

Nel suo rapporto Google afferma che l’82% del suo consumo di acqua dolce lo scorso anno proveniva da regioni a «basso stress idrico».

 

Tuttavia non è certo solo un problema di Google, perché anche Meta e OpenAI stanno consumando quantità di acqua gigantesche per mantenere in funzione i loro data center.

 

Gli esperti stimano che l’ultimo modello di intelligenza artificiale di Meta, LLAMA 2, abbia raddoppiato il consumo di acqua dell’azienda rispetto al precedente.

 

Google almeno pare abbia la decenza di tentare di alleviare, almeno in parte, questo grave problema di consumo e di abuso di acqua.  L’aumento del consumo di acqua «è dovuto alla crescita del business e si allinea con altri dati basati sulle attività», ha detto a Gizmodo un portavoce della megaditta californiana. «Stiamo lavorando per affrontare l’impatto del nostro consumo di acqua attraverso il nostro approccio di raffreddamento dei data center attento al clima e la strategia di gestione responsabile dell’acqua, compreso il nostro obiettivo di rifornimento del 120%».

 

È ben curioso vedere i colossi ultramiliardari fare contorsioni attorno ai loro «principi etici» riguardo l’ambiente. L’acqua ci detto e ripetuto, giustamente, che è un beve primario e prezioso e quindi non va sprecato, ma evidentemente ai titani della Silicon Valley è consentito di farci la lezioncina filantropica (cioè, filantrocapitalistica), mentre poi fanno come meglio ritengono per il loro tornaconto.

 

Che il bene acqua sia messo in pericolo dagli stessi che predicano il rispetto per l’ambiente lo abbiamo visto anche nel caso del potere dello Stato.

 

Come riportato da Renovatio 21, a poca distanza da casa nostra, in Germania, a causa delle «politiche green» e di una ideologia ecotalebana, Berlino ha rischiato di avere problemi di approvvigionamento idrico pochi mesi fa.

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Immagine di Robbie Shade via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

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Intelligenza Artificiale

Facebook sta sviluppando segretamente una nuova, potente Intelligenza Artificiale?

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Mark Zuckerberg non starebbe perdendo il treno dell’Intelligenza Artificiale.   Secondo un articolo del Wall Street Journal, Meta – la società padrona di Facebook, Instagram, Whatsapp – sta sviluppando segretamente un potente modello di Intelligenza artificiale progettato per competere con GPT-4 di OpenAI.   Si sa molto poco di questo modello di IA e, come riporta il WSJ, i dettagli riguardo a questa Intelligenza Artificiale, che per ora è destinata ad «aiutare altre aziende a creare servizi che producono testi sofisticati, analisi e altri output», potrebbero essere soggetti a modifiche.   Vale anche la pena notare che questa non è la prima incursione di Meta nel territorio dei Large Language Model (LLM): LLAMA-2, l’atteso modello linguistico dell’azienda, è stato rilasciato solo pochi mesi fa.   Tuttavia secondo le fonti del WSJ, Meta spera che la sua nuova Intelligenza Artificiale sarà «molte volte più potente» di LLAMA-2 – un segno, forse, che LLAMA-2 non lo sta del tutto tagliando come alternativa GPT-4, e che Meta sa che dovrà alzare seriamente la posta se vuole tenere il passo con i suoi concorrenti.   Secondo l’articolo della testata economica neoeboracena, il modello è stato costruito da un team che inizialmente aveva il compito di accelerare gli sforzi dell’azienda per costruire un sistema di Intelligenza Artificiale Generativa in grado di «produrre forme simili a quelle umane».

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L’equipe di esperti prevede di iniziare ad addestrare questa nuova AI entro l’inizio del 2024 nel tentativo di espandere la propria infrastruttura di supporto all’AI.  Secondo quanto riporta Futurism, Meta sarebbe apparentemente impegnata ad acquisire gli ambiti chip informatici Nvidia H100.   L’articolo del WSJ rileva inoltre che Zuckerberg sta spingendo per rendere open source la nuova Intelligenza Artificiale dell’azienda: una decisione che secondo quanto riferito ha turbato gli avvocati dell’azienda, che si vocifera abbiano sollevato alcune valide preoccupazioni su minacce come la potenziale violazione del copyright favorita e riguardo l’uso dell’intelligenza artificiale per generare disinformazione.   Per quanto poco reclamizzato, Facebook nel tempo ha eseguito ricerche molto avveniristiche, come quella per creare dispositivi in grado di leggere il pensiero degli utenti.   Considerato il comportamento dimostrato da Facebook, con la censura che si è abbattuta su dissidenti o anche semplici conservatori (ma non sui pedofili di Instagram o i donatori di sperma su Facebook, né sui neonazisti dell’Azov), la collusione con lo Stato profondo americano e le sue agenzie, la volontà di chiudere gli account di organizzazioni, partiti premier e presidenti, la raccolta massiva di dati anche biometrici (con il riconoscimento facciale che ha generato denunce di Stati come il Texas) nonché la possibilità di agire sul vostro telefono perfino scaricandone la batteria, c’è da domandarsi cosa la sua potente Intelligenza Artificiale possa fare alla vostra vita.   Facebook siede su una quantità immane di dati che vi riguardano. L’ammasso dei vostri Big Data personali è necessario per far funzionare l’IA, che impara ed evolve solo a fronte di quantità sterminate di informazioni.   «L’Intelligenza Artificiale ha bisogno di enormi quantità di dati aggiornati al minuto affinché il sistema di controllo funzioni» ha scritto Joseph Mercola, «quindi “affamare la bestia” deve essere in cima alla tua lista».   Vale sempre l’avvertimento dato da Elon Musk oramai tre anni fa: abbandonate Whatsapp e Facebook.   Uscire dai social, e dai programmi di messaggistica dei grandi gruppi americani, è l’unico modo affamare la bestia apocalittica, una mossa che esprime tutta la responsabilità che avete in questo orrendo processo verso la schiavitù inflittaci dalla macchina. SOSTIENI RENOVATIO 21
 
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