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Intelligenza Artificiale

Il Vaticano chiede una moratoria per le armi autonome

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Il Vaticano ha espresso la sua posizione riguardo i robot killer, una delle nuove frontiere tecnologiche della guerra moderna.

 

Per il Sacro Palazzo vi è «massima urgenza» per creare «solido strumento giuridicamente vincolante» che metta al bando le cosiddette «armi autonome letali», chiedendo di «stabilire una moratoria immediata sulla loro sviluppo e utilizzo». Lo riporta Vatican News.

 

È quanto espresso dall’arcivescovo Ettore Balestrero, osservatore permanente della Santa Sede all’ONU a Ginevra, intervenendo drante la seconda sessione del Gruppo di EspertiGovernativi (GGE) celebrato dal 26 al 30 agosto riguardante le nuove tecnologie dei sistemi d’arma autonomi letali (acronimo anglico LAWS).

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Monsignor Balestrero ha citato le parole di papa Francesco ai leader G7 riuniti in Puglia lo scorso giugno sull’AI, ricordando che il pontefice li ha esortati a «riconsiderare lo sviluppo e l’uso di dispositivi come le cosiddette “armi autonome letali” e, infine, a vietarne l’uso. Ciò parte da un impegno efficace e concreto per introdurre un controllo umano sempre maggiore e adeguato. Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere di togliere la vita a un essere umano».

 

Per Balestreto, le zone di battaglia odierne stanno «diventando anche terreni di prova per armi sempre più sofisticate».

 

La Santa Sede, ha continuato il monsignore, approva e sostiene l’approccio del Gruppo di esperti «all’analisi delle potenziali funzioni e degli aspetti tecnologici dei sistemi d’arma autonomi», chiedendo di individuare i sistemi «incompatibili con il diritto internazionale umanitario e altri obblighi internazionali esistenti» per poter stabilire un bando «tenendo conto di considerazioni etiche più ampie».

 

Per il Vaticano, ha sottolineato il Balestero, «i sistemi d’arma autonomi non possono essere considerati entità moralmente responsabili» a differenza dell’essere umano «possiede una capacità unica di giudizio morale e di presa di decisioni etiche che non può essere replicata da nessun insieme di algoritmi, non importa quanto complessi».

 

L’arcivescovo ha indicato la differenza tra «scelta» e «decisione» rifacendosi al discorso papale al G7 di Borgo Egnazia, dove si dichiarava che le macchine possono solo produrre scelte tecniche algoritmiche, mentre «l’essere umano, però, non solo sceglie, ma nel suo cuore è capace di decidere».

 

«Una decisione etica è quella che tiene conto non solo dei risultati di un’azione ma anche dei valori in gioco e dei doveri che essa comporta» continuava il papa in Puglia. Per tali motivi, l’arcivescovo ha sostenuto che la posizione del Vaticano è quella di «assicurare e salvaguardare uno spazio per un adeguato controllo umano sulle scelte effettuate dai programmi di intelligenza artificiale: da ciò dipende la stessa dignità umana».

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Balestrero ha parlato della crescente «consapevolezza delle preoccupazioni etiche sollevate dall’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale come arma». «Lo sviluppo di armi sempre più sofisticate non è certo la soluzione» ha dichiarato l’arcivescovo, ricordando che i benefici per l’umanità di ale progresso tecnico dipenderanno «dalla misura in cui tale progresso sarà accompagnato da un adeguato sviluppo di responsabilità e di valori che pongano i progressi tecnologici al servizio dello sviluppo umano integrale e del bene comune».

 

Come riportato da Renovatio 21, riflessioni partite da anni indicano le armi autonome come potenzialmente più destabilizzanti della armi nucleari.

 

La discussione per una moratoria contro le armi autonome va avanti da diversi anni. In particolare, in questi anni se ne è parlato facendo l’esempio degli slaughterbots, minidroni suicidi protagonisti di un filmato divenuto virale anni fa.

 

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Come sa il nostro lettore, modelli di «slaugterbots» sono in preparazione ufficialmente in Australia come arma per respingere un’eventuale invasione da parte dell’Esercito di Liberazione del Popolo della Repubblica Popolare Cinese.

 

Anche in Cina stanno sperimentando sciami di microdroni in grado di dare la caccia agli esseri umani nella foresta.

 

Varie Nazioni si stanno muovendo verso i robot militari, per lo più incuranti di quanto sta cercando di elaborare l’ONU in fatto di limitazioni all’impiego di questi sistemi.

 

A fine 2022 i Paesi Bassi hanno schierato le loro prime armi autonome letali, secondo la rivista di questioni militari e di Intelligence Jane’s. Si tratta della prima volta che un esercito della NATO ha avviato prove operative con veicoli armati di terra senza pilota (UGV), cioè i «robot killer».

 

Una ricerca fatta dall’IPSOS assieme a Campaign to Stop Killer Robots ha raccolto l’opinione della popolazione di vari Paesi riguardo ad una possibile messa al bando dei robot impiegati militarmente.

 

Svezia (76%), Turchia (73%) e Ungheria (70%) hanno mostrato la più forte opposizione ai veicoli letali nel 2021. Nel frattempo, l’India ha mostrato di gran lunga il maggior sostegno, con il 56% della popolazione intervistata che ha risposto che o in qualche modo o ha fortemente sostenuto l’uso delle armi. Da notare che, come riportato da Renovatio 21, l’India ha al suo confine già dispiegate contro di sé armi robotiche cinesi.

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Droni

Iniziato in India il Kumbh Mela, il più grande raduno umano del pianeta. Con droni, riconoscimento facciale e AI a sorvegliare

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Il festival Maha Kumbh Mela, della durata di 45 giorni, è iniziato in India lunedì con un tuffo rituale compiuto da decine di migliaia di indù che cercano di purificarsi dai propri peccati. Si prevede che l’evento attirerà 400 milioni di devoti quest’anno.   Il festival Maha (o «grande») Kumbh continuerà fino al 26 febbraio a Prayagraj, una città alla confluenza di tre fiumi, il Gange, lo Yamuna e il Saraswati, nello stato settentrionale dell’Uttar Pradesh. Le masse induiste hanno eseguito le loro abluzioni alle 3:20 del mattino, ora locale, sulla riva del Triveni Sangam, un punto di convergenza per i tre fiumi considerati sacri dagli indù.   Nell’induismo, il termine «Kumbh» si riferisce a un vaso di nettare, mentre “Mela” significa fiera o raduno. Si ritiene che durante una battaglia cosmica tra gli dei (Deva) e i demoni (Asura) per il nettare dell’immortalità (Amrita), gocce di questo nettare caddero in quattro luoghi in tutta l’India: Haridwar, Prayagraj, Nashik e Ujjain. Questi siti divennero sacri e il Kumbh Mela è una celebrazione di questo evento.

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    I devoti credono che fare il bagno nei fiumi sacri durante il Kumbh Mela purifichi l’anima, rimuova i peccati e conceda la salvezza spirituale. Mentre il Kumbh Mela viene celebrato ogni anno, il Maha Kumbh è considerato il più propizio, poiché si verifica una volta ogni 12 anni a Prayagraj.   Precedentemente nota con il nome molto musulmano di Allahabad, Prayagraj è stata rinominata Prayagraj nel 2018 dal Primo Ministro dell’Uttar Pradesh, Yogi Adityanath, con l’obiettivo di riconoscere l’identità della città come meta spirituale per i pellegrini indù.  

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Il primo ministro indiano Narendra Modi aveva esteso un invito a persone provenienti da tutto il mondo per partecipare al festival, riconosciuto dall’UNESCO nel 2017 come «patrimonio culturale immateriale dell’umanità».   Il governo dell’Uttar Pradesh ha installato 150.000 tende per ospitare i pellegrini, insieme a servizi igienici. Il sito del festival ha 450.000 nuovi allacciamenti elettrici, poiché si prevede che il consumo di energia durante l’evento di 45 giorni sarà equivalente a quello di 100.000 appartamenti urbani in un mese.   Le ferrovie indiane hanno anche introdotto 98 treni speciali, che completeranno oltre 3.000 viaggi durante il festival. Le misure sono state messe in atto per prevenire incidenti come quello del 2013, quando una calca uccise 36 persone.   Con circa 400 milioni di persone attese all’evento, la sicurezza è stata migliorata con l’uso di droni e telecamere abilitate all’Intelligenza Artificiale, secondo quanto riportato dai media locali. La polizia e le agenzie di sicurezza hanno schierato droni vincolati e droni sottomarini per la sorveglianza.   I droni vincolati, che possono volare fino a 120 metri sopra il suolo, monitoreranno la folla dall’alto e aiuteranno a individuare le aree che richiedono sicurezza o cure mediche. Nel frattempo, i droni sottomarini possono immergersi fino a 100 metri nell’area in cui si incontrano i tre fiumi.   Oltre 2.500 telecamere basate sull’intelligenza artificiale con tecnologia di riconoscimento facciale saranno posizionate strategicamente in tutta Prayagraj, in particolare nei punti di ingresso chiave. Queste forniranno un monitoraggio in tempo reale, assicurando risposte rapide a qualsiasi incidente e migliorando la gestione complessiva della folla, hanno affermato i funzionari.   Non tutti esprimono gioia per il Kumbh Mela, pronunziato da molti italofoni come «Kumba Mela».   Utenti in rete hanno approfittato per condividere video non verificati che accusano alcuni induisti di pratiche «sataniche».  

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Intelligenza Artificiale

Gli «riportano in vita» come AI la figlia assassinata: padre scioccato

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Un utente si è rivolto alla piattaforma di Intelligenza ArtificialeCharacter.AI per creare quasi due decenni dopo la sua tragica morte una versione chatbot di un’adolescente assassinata. Lo riporta AdWeek.

 

Il padre della bambina defunta racconta la sua esperienza quando ha scoperto che il nome e l’immagine della figlia erano stati inseriti in un chatbot senza il suo consenso.

 

Jennifer Crecente, di Austin, Texas, aveva solo 18 anni quando fu assassinata dal suo ex fidanzato nel 2006. Suo padre, Drew Crecente, ha fondato e continua a gestire un’organizzazione non-profit in sua memoria dedicata alla violenza negli appuntamenti tra adolescenti. Sua madre, Elizabeth Crecente, ha fondato un’altra organizzazione non-profit con la stessa missione.

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Come ha detto Drew recentemente al Washington Post, «ci vuole un bel po’ prima che io rimanga scioccato, perché ho davvero passato parecchie cose». «Ma questo», ha aggiunto, riferendosi al chatbot, «ha segnato un nuovo minimo».

 

Drew ha spiegato di essere stato avvisato dell’esistenza del bot tramite un avviso di Google, che lo ha portato a un profilo Character.AI dotato del nome di Jennifer e della sua foto dell’annuario.

 

Come mostrano gli screenshot del profilo, è stata pubblicizzata agli altri utenti della piattaforma come una AI «competente e amichevole» di una «giornalista di videogiochi». Parte del profilo era scritta in prima persona, con «Jennifer» che affermava di «essere una nerd di videogiochi, tecnologia e cultura pop». Niente di più lontano da quello che era sua figlia, ha sottolineato Drew al WaPo. Con molta probabilità la bizzarra descrizione era il risultato di un modello di AI che confondeva Jennifer con suo zio, Brian Crecente, un cofondatore ed ex caporedattore della pubblicazione di videogiochi Kotaku.

 

«Il mio polso stava accelerando», ha detto Drew al WaPo in merito al ritrovamento del profilo. «Stavo solo cercando un grosso pulsante rosso lampeggiante di stop che potessi schiacciare e far fermare tutto (…) Non si può andare molto oltre in termini di cose davvero terribili», ha aggiunto il genitore della ragazza trucidata.

 

Da allora Character.AI ha rimosso il bot perché viola le sue policy utente. Questa è una delle applicazioni più oscure dell’Intelligenza Artificiale generativa che abbiamo visto e, cosa ancora peggiore, non è chiaro come l’azienda, che ha recentemente stretto un importante accordo per concedere in licenza la sua tecnologia a Google, possa impedire funzionalmente che questo genere di cose accada in futuro.

 

Dal canto suo Character.AI afferma di non consentire l’impersonificazione di persone reali. Ma, si chiede Futurism, è etico per la sua piattaforma affidarsi a vittime reali di abusi per controllare tale regola, mentre nel frattempo raccoglie i frutti finanziari degli utenti che interagiscono con quei bot? Se Drew Crecente non avesse impostato un avviso di Google per il nome di sua figlia, il profilo sarebbe passato inosservato, accumulando conversazioni con gli utenti a vantaggio di Character.AI?

 

«Se dicono “Non lo permettiamo sulla nostra piattaforma” e poi lo permettono sulla loro piattaforma finché non viene portato alla loro attenzione da qualcuno che è stato danneggiato da ciò, non è giusto», ha dichiarato al Washington Post Jen Caltrider, ricercatrice sulla privacy presso la fondazione non-profit Mozilla Foundation. «E nel frattempo, guadagnano milioni di dollari».

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I risvolti macabri di questa nuova tecnologia sono molteplici. In Cina, nella metropoli di Chongqing, in un’installazione realizzata in un parco ad alcuni parenti è stato possibile «incontrare virtualmente» i propri defunti, grazie a un sistema tecnologicamente avanzato che ne ricrea l’aspetto e la voce. L’iniziativa era stata promossa dal comitato locale che gestisce le donazioni di organi. Integrando tra loro big data e le informazioni rilevanti del defunto in base ai desideri e ai ricordi di parenti e amici, è possibile oggi creare una replica digitale del defunto, disponibile solo per i membri della famiglia.

 

Ma il giocare con i morti e l’ultraterreno pare piacere all’intelligenza artificiale, tanto che vorrebbe essere adorata dai suoi utenti come un dio.

 

Come riportato da Renovatio 21, due podcaster hanno usato l’AI per realizzare un falso speciale del comico americano George Carlin, ma si sono visti costretti a cancellare il video mesi dopo essere stati citati in giudizio dagli eredi del defunto comico.

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Intelligenza Artificiale

AI e le nuove tecnologie a Singapore alimentano un analfabetismo di ritorno

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   È quanto emerge da una ricerca dell’OCSE che preoccupa le autorità. Allo studio programmi per rafforzare il livello di istruzione. Timori per la competitività del sistema-Paese con riflessi sull’occupazione, forza lavoro qualificata, consistenza dei salari e benessere dei lavoratori.   Uno studio diffuso a dicembre dal Programma per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti dell’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (OCSE) ha confermato il declino delle conoscenze e forme di analfabetismo di ritorno nei singaporeani, successivamente all’uscita dal ciclo degli studi. Una situazione che dipende in parte dalla distanza temporale dall’acquisizione di nuove conoscenze, ma anche dal mancato aggiornamento di capacità applicabili al mondo del lavoro.   Per quanto riguarda la città-Stato, lo studio contiene dati aggiornati frutto di sondaggio fra 5mila cittadini e residenti permanenti fra 16 e 65 anni riguardante l’istruzione formale oltre i 15 anni dalla fine del ciclo dell’obbligo, come pure la capacità di adattarsi a nuove necessità.   Il brusco declino delle conoscenze oltre i 35 anni e la tendenza al costante peggioramento successivo non riguardano solo Singapore, presentandosi come un fenomeno globale; tuttavia, la constatazione di una conoscenza della popolazione anziana locale inferiore alla media dei Paesi OCSE (quelli a maggiore sviluppo) chiama le autorità alla ricerca di ragioni e di iniziative di recupero della situazione.

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In una società altamente produttiva e in modo crescente anziana, che continua però ad avere (o pretende di avere) nell’alto livello di preparazione e conoscenza un suo dato fondamentale, la coincidenza sostanziale delle tendenze evidenziate con dati già presenti e dibattuti ha fatto scattare l’allarme. E con esso un processo di ascolto della società civile per riscontri e proposte.   Diversi parlamentari hanno sollevato interrogazioni dopo la diffusione dello studio, sollecitando dal ministero dell’Istruzione risposte su come garantire un necessario livello di educazione e preparazione ai singaporeani nelle varie età. E, al contempo, quali possano essere le ripercussioni della situazione evidenziata riguardo l’accesso al lavoro degli ultra-35enni.   Una situazione che chiama in causa, come ha sottolineato il ministro in carica Chan Chun Sing, l’uso intensivo della tecnologia applicata ai processi informativi che allontana in modo crescente dalla necessità di scritture complesse a favore di una comunicazione più breve e immediata sui social media. «Mentre con l’IA va diventando prevalente l’outsourcing cognitivo, si corre il rischio di erosione di di un pensiero e riflessioni più profondi» ha dichiarato.   I rischi di questa atrofizzazione sono evidenti, ancor più in una realtà come quella locale che richiede alte competenze, tempi rapidi di adattamento e produttività. I rischi, ha sottolineato ancora il ministro Chan, non sono solo quelli legati a minori quantità di conoscenze e minore capacità di esprimerle nel contesto sociale. Le conseguenze, infatti, potrebbero essere pesanti per la competitività del sistema-Paese aumentando il tasso di occupazione, riducendo il numero di aziende disposte a investire su forza lavoro qualificata, riducendo la consistenza dei salari e quindi il benessere dei lavoratori.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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