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Il Gay Pride tedesco celebra il collaborazionista nazista

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Il cantante ucraino Melovin ha condiviso un video di se stesso mentre esegue una canzone che celebra il collaboratore nazista ultranazionalista Stepan Bandera durante una marcia del Gay Pride a Monaco di Baviera, in Germania, domenica.

 

La clip è stata pubblicata sugli account dei social media dell’artista con la didascalia «Chi ha detto che Bandera era omofobo?» e presentava Melovin che cantava «Bandera è nostro padre, l’Ucraina è nostra madre, per l’Ucraina combatteremo».

 

La grande folla, che sventolava bandiere ucraine e LGBTQ, ha ballato e cantato con entusiasmo insieme ai testi.

 

Nell’ora presente, l’unione del collaborazionismo nazista e dell’arcobaleno omosessualista non genera nemmeno più un cortocircuito di senso.

 

 

In rete è emerso anche un video in cui, secondo quanto riportato, si vedrebbe il cantante del Gay Pride visitare al cimitero di Waldfriedhof, dove è sepolto Stepan Bandera, assassinato proprio a Monaco dal KGB nel 1959.

 

Eccolo che con pantaloni a zampa, occhiale scuro e orecchino di ordinanza si fa riprendere accanto alla tomba straripante di fiori freschi e bandierine del collaborazionista di Hitler.

 

 

Bandera era il capo dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN), famigerata per la sua ideologia antisemita e la collaborazione attiva con le forze naziste. Durante la seconda guerra mondiale, l’ala paramilitare dell’OUN, l’Esercito ribelle ucraino (UPA), fu responsabile del massacro di decine di migliaia di polacchi e del contributo all’Olocausto in Ucraina, che si stima sia costato fino a 1,6 milioni di vite ebraiche.

 

Nonostante sia riconosciuto a livello internazionale come collaboratore nazista, Bandera è stato ufficialmente acclamato da Kiev come un eroe nazionale dal 2010. I nazionalisti ucraini tengono regolarmente marce e dimostrazioni con fiaccole in onore del suo compleanno il 1° gennaio.

 

Il rispetto pubblico di Kiev per Bandera ha attirato critiche da parte di alcuni dei suoi sostenitori occidentali e della Russia, che ha affermato che la «denazificazione» è tra gli obiettivi primari della sua campagna militare contro l’Ucraina. Il culto ucraino di Bandera è stato attaccato dallo stesso Putin anche nelle scorse settimane.

 

Alcuni commenti sotto il video di Melovin hanno sottolineato l’ironia del fatto che Bandera sia stata celebrata a un evento LGBTQ in Germania, considerando che i nazisti tedeschi e l’OUN si opposero con veemenza all’omosessualità. Il regime di Hitler perseguitò ampiamente i gay, spesso giustiziandoli o spedendoli nei campi di concentramento dove la maggior parte di loro morì.

 

«I rappresentanti LGBT glorificano Bandera, che, insieme a Hitler, ha impiccato i rappresentanti di tutte queste persone LGBT», ha osservato un utente. Un altro commentatore, apparentemente un sostenitore di Bandera, ha suggerito che Bandera si potrebbe «rivoltare nella tomba» se si vedesse celebrato a un evento LGBTQ. «Pensi che il figlio di un prete cattolico greco tollererebbe tale promiscuità e sodomia?» chiede l’utente.

 

Non si tratta dell’unica omo-stranezza dell’Ucraina pervasa da svastiche, rune, sonnenrad, paganesimi sanguinari e nostalgie tedesche varie: negli annali resterà la tranquilla intervista dell’agenzia Reuters al soldato «Adolf».

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso era emersa la bizzarra notizia secondo cui una petizione ad Odessa chiedeva di sostituire una statua di Caterina la Grande – zarina che fondò la città sul Mar Nero – con un monumento all’attore porno gay americano Billy Herrington.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Corte Europea dei Diritti Umani il mese scorso ha condannato Kiev per violazione dei diritti LGBT, ordinando all’Ucraina di risarcire i danni a una coppia gay dopo molteplici tentativi falliti di registrare il loro matrimonio nel Paese.

 

Il feeling tra la causa ucraina e quella dell’omosessualismo organizzato si era notata quando, per il gay pride dublinese 2022, uno degli organizzatori ebbe l’idea di fondere la bandiera di Kiev con quella dell’arcobaleno LGBT.

 

Da segnalare come anche in Germania vi sia una certa confusione: una cantante-pornostar è finita nei guai per supposto saluto nazista durante un incontro con il pubblico, introducendo l’ulteriore cortocircuito di senso di un’estrema destra a luci rosse.

 

La commistione tra nazismo e pornografia è un genere già tentato nel  cinema di genere degli anni Settanta – il cosiddetto Nazisploitation, che produceva i film detti «nazi-erotici» – ma un sottogenere sotto il segno della svastica pare esistere anche nel mondo del porno omofilo e perfino in movimenti organizzati come i Gay Aryan Skinheads.

 

Un enorme vessillo nazista era ospitato in casa del celebrato artista omosessuale Robert Mapplethorpe, pioniera della fotografia omoerotica moderna già marito di Patti Smith poi morto di AIDS nel 1989. Sotto la bandiera con la croce uncinata il Mapplethorpe avrebbe consumato incontri con amanti occasionali come Elliot Tiber, l’autore del libro Taking Woodstock divenuto film di Ang Lee, che racconta l’episodio nella sua biografia.

 

«Immagina (…) una scena in cui Elliot, che è ebreo, va a casa con Mapplethorpe trovato in un gay bar per trovare un gigantesco stendardo nazista che penzola nel loft del fotografo – per poi stare tutta la notte» dice in un’intervista il regista sino-americano ricordando materiale non utilizzata per la sua pellicola.

 

 

 

 

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«Vescova» episcopaliana predica contro Trump ad una funzione in sua presenza

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Una «vescova» della diocesi episcopaliana di Washington ha attaccato duramente Donald Trump durante un sermone tenuto in sua presenza.

 

Gli episcopaliani sono una sorta di versione americana degli anglicani, dove pure le vescove (o vescovesse) sono state grottescamente introdotte da anni.

 

La vescova Mariann Edgar Budde, durante una funzione alla Cattedrale di Canterbury della capitale americana, ha criticato severamente dal pulpito Donald Trump, che era presente con la famiglia e con il vicepresidente JD Vance, per le sue posizioni su LGBT, sui bambini trans, e sugli immigrati. Si tratta delle grandi priorità della sinistra globale, divenuta letteralmente per gli anglicanoidi, e più o meno anche per i cattolici fedeli a Bergoglio.

 

«Ci sono bambini gay, lesbiche e transgender in famiglie democratiche, repubblicane e indipendenti, alcuni dei quali temono per la propria vita» ha predicato la Budde, sostenendo che «la grande maggioranza degli immigrati non sono criminali», ma «buoni vicini» e «fedeli membri» di comunità religiose.

 

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Mercoledì il presidente Donald Trump ha criticato duramente la reverenda vescova, dopo che ha pronunciato un sermone politicizzato di sinistra durante la funzione di preghiera inaugurale di martedì mattina presso la cattedrale nazionale di Washington.

 

«Il cosiddetto vescovo che ha parlato al National Prayer Service martedì mattina era un radicale di sinistra che odiava Trump in modo duro. Ha portato la sua chiesa nel mondo della politica in modo molto scortese. Era cattivo nei toni, e non convincente o intelligente», ha scritto Trump su Truth Social.

 

«Non ha menzionato il gran numero di migranti illegali che sono entrati nel nostro Paese e hanno ucciso persone. Molti sono stati trasferiti da prigioni e istituti psichiatrici. È un’ondata di criminalità gigantesca quella che sta avvenendo negli USA. A parte le sue dichiarazioni inappropriate, il servizio è stato molto noioso e poco stimolante. Non è molto brava nel suo lavoro! Lei e la sua chiesa devono delle scuse al pubblico!»

 

Mercoledì la Budde è apparsa anche al programma The View, – seguitissimo programma per casalinghe noto per l’odio assoluto contro Donald Trump (da quando è in politica: prima era accolto con gioia come ospite che faceva salire gli ascolti – dove ha affermato che è stato Trump a politicizzare il suo discorso.

 

Perché Trump (che sulla carta è segnato come un protestante nondenominational, cioè senza affiliazione precisa) e Vance (che è convertito cattolico, e accanto aveva la moglie Usha, induista) debbano sottoporsi al ridicolo rito di una vescovessa, prima ancora che sentire le sue omelie, rimane un mistero.

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Chiesa omotransessualizzata: Bergoglio afferma che Dio ama «così come sono» nel nuovo libro di memorie

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Nel suo recente libro di memoria Spera, uscito in questi giorni, Bergoglio è tornato sul tema dell’omosessualità difendendo il documento di benedizione delle «coppie» omosessuali Fiducia Supplicans.   «Sono le persone ad essere benedette, non le relazioni», scrive Bergoglio riguardo quelle che chiama molto pudicamente «coppie irregolari», un nuovo eufemismo orwelliano con cui ora pontificare.   «È l’accoglienza, non certo il relativismo né un mutamento della dottrina, lo spirito e il cuore di Fiducia supplicans, la dichiarazione del Dicastero per la dottrina della fede sulle benedizioni alle coppie irregolari, che ho firmato nel dicembre 2023».

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Come noto, Fiducia supplicans, fatto uscire a firma di Bergoglio e del cardinale Victor Emanuel «Tucho» Fernandez (già noto per i suoi libri su bacio e orgasmo), aveva provocato la reazione di vescovi in tutto il mondo, compresi quelli africani, accusati recentemente dal neocardinale britannico Timoteo Radcliffe – di cui sono note le posizione filo-omotransessualiste – di essere sotto l’influenza anche economica della Russia.   «Si benedicono le persone, non le relazioni» insiste Bergoglio nel testo appena uscito. «È la volontà di non racchiudere in una situazione o in una condizione l’intera vita di coloro che chiedono di essere illuminati e accompagnati con una benedizione».   «Tutti nella Chiesa sono invitati, anche le persone divorziate, anche le persone omosessuali, anche le persone transessuali» continua il gesuita, sottolineando la questione trans, che il lettore di Renovatio 21 sa essere fondamentale, forse più di quella dei gay, per il papato dell’argentino.   Infatti, il Bergoglio avanza raccontando con sentimento un episodio a base di persone transgender.   La prima volta che un gruppo di transessuali è venuto in Vaticano, se ne sono andate piangendo, commosse perché avevo dato loro la mano, un bacio…» scrive il papa, stando attendo ad usare gli aggettivi in modo politicamente corretto: «andate», non andate, per cui immaginiamo dica «le transessuali» invece che «i transessuali».   «Come se avessi fatto qualcosa di eccezionale per loro» ricorda ancora il gesuita. «Ma sono figlie di Dio! Possono riceve re il battesimo alle medesime condizioni degli altri fedeli, e alle stesse condizioni degli altri possono essere ammesse al compito di padrino o madrina, così come a essere testimoni di un matrimonio. Nessuna legge del diritto canonico lo vieta».   Notiamo anche qui: «figlie», al femminile. Bergoglio vuole far sembrare che un uomo che si veste da donna, o che arriva a tagliarsi le pudenda e impiantarsi protesi al silicone sotto i capezzoli, sia «una donna». Abbiamo già visto che questa è forse la strada «iraniana» scelta dalla neochiesa dell’argentino: Khomeini emanò una fatwa sulla liceità del transessualismo, facendo diventare l‘Iran il luogo che alcuni critici chiamano «inferno per gli omosessuali, paradiso per i transessuali».   Colpisce, ad ogni modo, il tono irenistico, paternalistico dell’occupante del Soglio.   Come riportato da Renovatio 21, dietro le solite parole melense e superficiali – come parlasse sempre ad una massa di idioti, pardon, ad una massa vaccina – vi è una realtà più complessa: lo stesso papato bergogliano aveva rifiutato i trans come padrini pochi anni fa, per poi fare un cambiamento di rotta di 180° con Tucho Fernandez, con la possibilità di transessualizzare anche i battesimi.   Sono più di 60 i Paesi nel mondo che criminalizzano omosessuali e transessuali, una decina addirittura con la pena di morte, che alcune volte viene effettivamente applicata» dice l’argentino, che aveva ribadito la sua condanna dei Paesi africani – i cui governi sono quasi sempre sostenuti dalle conferenze episcopali nazionali – che hanno legiferato contro l’omotransessualismo durante una conferenza stampa aerea di ritorno dal Continente nero assieme all’arcivescovo di Canterbury (ora dimessosi perché travolta in uno scandalo di coperture di pedofili anglicani) e pure, per soprammercato, il tizio dei presbiteriani scozzesi.   Si va avanti: «ma l’omosessualità non è un crimine, è un fatto umano e la Chiesa e i cristiani quindi non possono rimanere ignavi di fronte a questa criminale ingiustizia, né comportarsi da pusillanimi». Il papa non riesce a dire la parola «peccato»: è un «fatto umano», come il tagliarsi le unghie, l’omicidio, l’andare a scuola, l’aborto.   Perché gli «irregolari» «non sono “figli di un dio minore”; Dio Padre li ama dello stesso amore incondizionato, li ama così come sono, e li accompagna con lo stile che riserva a ciascuno di noi: vicinanza, mi sericordia e tenerezza».   Bergoglio sta qui dicendo che Dio ama le persone nella loro condizione di omotransessuali: una distanza siderale dalle scritture, sia dell’Antico che del Nuovo Testamento.   Colpisce, per inciso, anche il riferimento probabile a Figli di un dio minore, pellicola drammatica del 1986 con contenuti talvolta piccanti.

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«È strano che nessuno si preoccupi per la benedizione a un imprenditore che sfrutta la gente, e questo è un peccato gravissimo, o per chi inquina la casa comune, mentre pubblicamente ci si scandalizza se il papa benedice una donna divorziata o un omosessuale» scrive ancora Bergoglio, totalmente assorbito nel suo linguaggio settario catto-ecofascista, dove la parola «ambiente» è sostituita da «casa comune». Aggiungiamo che sullo sfruttamento della gente, il lavoratore vaticano che ha parlato di recente con Panorama, segnalando il dumping eseguito facendo lavorare preti e suore invece che laici, potrebbe avere qualcosa da dire sullo stesso Sacro Palazzo e sul signore di esso – lo stesso dipendente che ha descritto la potenza della lobby gay oltretevere.   Dopo queste parole, un po’ oltre la metà del libro, parte l’intemerata di Bergoglio contro i tradizionalisti e la Messa in latino, con accuse di «squilibrio mentale» e «fascino per l’occulto» segnalata da Renovatio 21.   Il programma di omotransessualizzazione della Chiesa cattolica sotto Bergoglio è oramai senza più freno alcuno.   Come scritto da Renovatio 21, la traiettoria del papato verso la devianza, in particolare il transgenderismo, è sensibile in commenti ripetuti nell’arco di diversi anni, con tanto ufficialità della Santa Sede e della sua macchina pubblicistica.   A ottobre Bergoglio ha incontrato privatamente un gruppo di «cattolici transgender, intersessuali e alleati» (sic) lo scorso sabato, in un evento organizzato dal gruppo dissidente LGBT New Ways Ministry, la cui censura ufficiale da parte del Vaticano rimane in vigore, nonostante Francesco abbia ripetutamente espresso sostegno all’organizzazione.   Settimane fa Francesco ha incontrato quattro uomini che si presentano come «donne» che avevano partecipato alla conferenza LGBT del gesuita filo-omotransessualista padre James Martin.   Come riportato da Renovatio 21, nel novembre 2023, Francesco ha accolto il gruppo e il loro parroco a un pranzo per i poveri organizzato dal Vaticano e si è «seduto di fronte a un’ex prostituta transgender». L’evento fu ripreso dalla grande agenzia stampa mondiale Associated Press, che aveva seguito il gruppo transessuale sin da quando erano saliti in pullman.

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Gli incontri con transessuali di Bergoglio, che ha visto un gruppetto anche a giugno, sono risalenti. E ancora: a fine gennaio 2015, un «uomo transgender» – nato in Ispagna come donna – dichiarò di aver avuto un’udienza privata con il papa, dove, secondo alcuni articoli di giornale, Bergoglio avrebbe «abbracciato» il 48enne transessuale. A Napoli, sempre nel 2015, il romano pontefice, fu riportato dai media globali mangiò con «carcerati gay e transessuali».   Gli incontri con transessuali di Bergoglio, che ha visto un gruppetto anche a giugno, sono risalenti. E ancora: a fine gennaio 2015, un «uomo transgender» – nato in Ispagna come donna – dichiarò di aver avuto un’udienza privata con il papa, dove, secondo alcuni articoli di giornale, Bergoglio avrebbe «abbracciato» il 48enne transessuale. A Napoli, sempre nel 2015, il romano pontefice, fu riportato dai media globali mangiò con «carcerati gay e transessuali».   Il lettore di Renovatio 21 è informato del fatto che Francesco ha appena ordinato 21 nuovi cardinali. Sono il larga parte sostenitori della Fiducia Supplicans.   Intanto, mentre il pontefice della «frociaggine» pontifica in libreria, sugli schermi di tutto il mondo, circola un film prodotto da Hollywood, Conclave, che spiega esattamente cosa succederà: al centro dell’intreccio, un futuro papa ermafrodita.   Roberto Dal Bosco

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Il cardinale USA Cupich sostiene l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso

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Il cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, è senza dubbio una delle figure più progressiste e divisive dell’episcopato americano. Ha pubblicato un articolo sul sito Outreach – punto di riferimento per i cattolici LGBTQ secondo il loro logo – in cui ha sottolineato in modo molto positivo la possibilità di adottare bambini per coppie dello stesso sesso.

 

In questo articolo, il cardinale di Chicago spiega innanzitutto che il clero – in cui lui stesso si colloca – non deve «presumere» alcunché sulle persone, pensare di saperne più dei fedeli. E ne dà l’esempio con un consiglio dato dal cardinale Luis Ladaria Ferrer ai vescovi americani.

 

Quest’ultimo ha suggerito di cercare di comprendere meglio le motivazioni di coloro che esercitano cariche pubbliche e che sostengono legislazioni che autorizzano l’aborto, l’eutanasia o altri mali morali, prima di decidere una politica di esclusione dalla comunione.

 

Questo consiglio confonde completamente il piano oggettivo e soggettivo, personale e sociale. Una cosa è che un sacerdote si preoccupi di un fedele impegnato in politica che, nel tentativo di aiutarlo, sosterrebbe proposte contrarie alla morale di Gesù Cristo. Ma che un pastore debba decidere in modo oggettivo e sociale per il bene comune dei fedeli, è un’altra cosa.

 

È facile intuire come questo consiglio venga applicato dal cardinale Cupich nei confronti dei membri della comunità LGBT. Racconta di averli ascoltati a lungo e di aver sentito come vengono emarginati – nelle loro famiglie o in chiesa – e il rifiuto di alcuni dei loro approcci: accogliere un bambino «adottato» in una scuola cattolica, per esempio.

 

Ma, aggiunge, «molti dei nostri fratelli e sorelle cattolici LGBTQ apprezzano la vita comunitaria. Sono convinti (…) di avere qualcosa non solo da ricevere, ma anche da dare, che dobbiamo riconoscere e accogliere. Molte persone LGBTQ imparano e sperimentano anche l’amore sacrificale quando assumono il ruolo di genitori di figli che altrimenti non avrebbero una casa».

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Quest’ultimo paragrafo mescola punti di vista che è assolutamente necessario tenere distinti. Ma soprattutto riconosce – cosa che è stata recentemente denunciata in un articolo – che le persone LGBT devono essere accettate come tali. Ma questo è un punto di vista insostenibile, perché essi rappresentano, che lo vogliano o no, una tendenza a un peccato grave, denunciato dalla morale cristiana.

 

In nessuna parte della Chiesa ladri, stupratori, abusatori, criminali, alcolisti e molti altri peccatori vengono riconosciuti come tali, ma come pentiti e desiderosi di evitare il peccato con la grazia di Dio. Voler entrare nella Chiesa con lo status LGBT, soprattutto se si tratta di una coppia, è come pretendere uno status di peccato all’interno della Chiesa.

 

Se ci approcciamo al caso dell’adozione, non solo c’è un’evidenza, stabilita da Dio stesso, che affermano che il matrimonio cattolico è tra un uomo e una donna e che ogni bambino ha diritto a un padre e a una madre, ma di fronte a la confusione delle menti, un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede si è sentito in dovere di ricordarlo nel 2003.

 

Il testo afferma: «L’integrazione dei bambini in unioni omosessuali mediante l’adozione significa sottoporli di fatto a violenze di vario genere, approfittando della debolezza dei più piccoli per introdurli in ambienti che non favoriscono il loro pieno sviluppo umano».

 

«Una simile pratica sarebbe certamente gravemente immorale e in flagrante contraddizione con il principio, riconosciuto anche dalla Convenzione internazionale delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, secondo cui l’interesse superiore da proteggere in ogni caso è quello del bambino, la parte più debole e indifesa».

 

Il sito web InfoCatolica riporta come «le agenzie di adozione cattoliche negli Stati Uniti abbiano dovuto affrontare diverse battaglie legali per essersi rifiutate di elaborare adozioni da parte di coppie dello stesso sesso». In diverse occasioni, le agenzie e le leggi che le proteggono hanno ricevuto il sostegno dei vescovi del Paese.

 

Ma, come sottolinea ulteriormente il sito, il cardinale Cupich è ben lungi dall’essere un’eccezione nell’opposizione alla dottrina cattolica sull’omosessualità e sull’adozione di bambini.

 

Nel maggio 2022, il sito web ufficiale del Sinodo sulla sinodalità ha pubblicato la testimonianza di tre coppie omosessuali che avevano adottato bambini.

 

Quando l’esempio viene dall’alto…

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

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Immagine CC0 via Wikimedia

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