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Musk: i sostenitori miliardari di Kamala «terrorizzati» che «la lista Epstein diventi pubblica» se Trump vince

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I sostenitori miliardari di Kamala Harris sono «terrorizzati» dal fatto che la cosiddetta lista dei clienti di Epstein possa essere resa pubblica se l’ex presidente Donald Trump riprenderà la Casa Bianca a novembre, ha affermato lunedì Elon Musk nella sua lunga intervista a Tucker Carlson.

 

«Penso che uno dei motivi per cui Kamala sta ottenendo così tanto sostegno è che se Trump vincesse, la lista dei clienti di Epstein diventerebbe pubblica», ha detto Musk durante un’intervista ad ampio raggio con Tucker Carlson.

 

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«E alcuni di quei miliardari dietro Kamala sono terrorizzati da questo esito», ha aggiunto.

 

Tucker ha chiesto: «Pensi che Reid Hoffman sia a disagio?”, riferendosi al capitalista di rischio e co-fondatore di LinkedIn.

 

«Sì. E Gates» ha risposto Elon, riferendosi al fondatore di Microsoft e finanziatore OMS Bill Gates, il cui enigmatico rapporto con Epstein è noto, ma di cui negli anni si sono scoperti sempre più dettagli disturbanti.

 

«Lo chiedo solo perché puoi semplicemente guardarli e pensare: quella lì è una persona nervosa» ha rintuzzato il Carlson.

 

Musk ha ricordato a Carlson con una risata che Hoffman in particolare era il suo vicepresidente dello sviluppo presso PayPal, l’azienda fondata da Musk con Peter Thiel ed altri ragazzi divenuti tutti grandi imprenditori di Internet (la cosiddetta «PayPal mafia») 24 anni fa.

 

«È terrorizzato da una vittoria di Trump», ha detto Musk.

 

Hoffman, insieme al proprietario dei Dallas Mavericks Mark Cuban, al co-fondatore di Netflix Reed Hastings, all’ex CEO di American Express Ken Chenault, all’ex CEO di Merck Ken Frazier e al CEO di Box Aaron Levine, la scorsa settimana ha lanciato la campagna «Business Leaders for Harris» che cercava di ritrarre Harris come il miglior candidato per il mondo degli affari.

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Hoffman aveva altresì dichiarato più o meno scherzosamente, con una frase che in seguito ha cercato di ritrattare, che Trump poteva divenire un martire, parole che dopo l’attentato al comizio di Butler suonano molto sinistre.

 

Come noto, dopo l’esperienza in PayPal, Hoffman creò il social network per professionisti Linkedin che vendette, per circa 26,2 miliardi di dollari liquidi, proprio all’azienda di un altro amico di Epstein, la Microsoft di Bill Gates.

 

In un recente podcast di Joe Rogan, il miliardario venture capitalist Peter Thiel, già socio di Musk e sponsor delle elezioni di Trump nel 2016 e del candidato vicepresidente JD Vance (che è stato suo dipendente in fondi di capitale di rischio) in questa campagna, aveva rivelato di aver conosciuto lui stesso Epstein tramite Hoffman, che glielo aveva presentato come il più grande esperto in questioni fiscali.

 

È riportato che Hoffman avrebbe frequentato Epstein. Al contempo, l’uomo ha finanziato la campagna contro Trump della giornalista E. Jean Carroll, che aveva accusato l’ex presidente di stupro e diffamazione.

 

Si presume che il defunto miliardario pedofilo Jeffrey Epstein fosse in possesso di registrazioni video segrete di molti degli ospiti ricchi e famosi della sua isola privata caraibica Little St. James, nella sua grande magione a Manhattan e nel suo ranch in Nuovo Messico: registrazioni che parrebbero tuttavia scomparse dopo che l’FBI ha fatto irruzione nelle sue proprietà.

 

Molti nomi affiliati a Epstein sono stati resi pubblici nel corso degli anni attraverso i registri di volo sull’aereo privato detto «Lolita Express», la sua rubrica e documenti giudiziari desecretati , in particolare in relazione al processo della sua complice Ghislaine Maxwell, condannata nel 2022 a 20 anni di carcere per aver portato avanti un piano durato anni con Epstein volto ad adescare e abusare sessualmente di ragazze minorenni. Il nome dell’ex presidente Clinton, secondo quanto riportato, compariva in 26 voli.

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Epstein e la Maxwell sono da vari osservatori sospettati di avere connessioni con l’Intelligence dello Stato di Israele.

 

Come riportato da Renovatio 21, Trump il mese scorso ha dichiarato che avrebbe preso in considerazione la possibilità di divulgare informazioni più schiaccianti sui soggetti associati a Epstein e alle sue attività criminali. L’ex presidente ha altresì lasciato intendere che avrebbe desecretato i file sull’assassinio del presidente Kennedy, tema quanto mai centrale della campagna ora che si è formata la coalizione con il nipote di JFK Robert F. Kennedy jr., che da sempre accusa la CIA della morte dello zio e dello stesso padre Robert Kennedy sr.

 

Musk ha anche avvertito che le elezioni del 2024 potrebbero essere le ultime legittime se Harris vincesse e si è lamentato che potrebbe essere arrestato dal regime di Harris e che X potrebbe essere rimosso dalla rete se Trump perdesse le elezioni.

 

«Se Trump perde, sono fottuto. Quanto pensi che durerà la mia condanna in prigione?» ha detto Musk ridendo all’inizio dell’intervista, che ha toccato tanti temi importanti tra politica più o meno occulta, vaccini, Intelligenza Artificiale, etc.

 

«Vedrò i miei figli? Non lo so. E ho massacrato Kamala senza sosta» ha detto senza trattenere le risate.

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Biden ha insabbiato un rapporto sullo scandalo di corruzione in Ucraina della sua famiglia

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Joe Biden, mentre era vicepresidente degli Stati Uniti nel 2015, avrebbe chiesto alla CIA di occultare un rapporto sulle presunte attività commerciali corrotte della sua famiglia in Ucraina. Lo rivelano documenti desecretati.   Martedì, il direttore della CIA John Ratcliffe ha reso pubblici i documenti, in gran parte censurati. Uno dei documenti, un’e-mail governativa datata 10 febbraio 2016 e inviata all’agenzia, recitava: «Buongiorno, ho appena parlato con il Vicepresidente/Consigliere per la Sicurezza Nazionale e lui preferirebbe fortemente che il rapporto non venisse diffuso. Grazie per la comprensione».   Il nome del mittente è stato oscurato, indicando solo il titolo «PDB Briefer». Il Presidential Daily Brief è un documento top secret destinato alla distribuzione giornaliera al presidente degli Stati Uniti e a un ristretto gruppo di alti funzionari autorizzati.

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Il rapporto in questione riferiva che i funzionari ucraini dell’amministrazione dell’allora presidente Petro Poroshenko «hanno espresso sconcerto e delusione» durante la visita di Biden nel dicembre 2015.   «Questi funzionari hanno ritenuto che i presunti legami della famiglia del vicepresidente degli Stati Uniti con la corruzione in Ucraina fossero la prova di un doppio standard all’interno del governo degli Stati Uniti in materia di corruzione e potere politico».   Hunter Biden, figlio di Joe Biden e condannato per reati gravi, occupava una posizione ben remunerata nel consiglio di amministrazione di Burisma Holdings, un conglomerato energetico ucraino, durante il mandato da vicepresidente del padre.   Joe Biden ha ammesso pubblicamente di aver esercitato pressioni su Kiev per licenziare un procuratore generale che indagava su Burisma nel 2016. Tuttavia, ha negato di aver mai accettato tangenti o di essere stato a conoscenza degli affari esteri del figlio.   Nel dicembre dello scorso anno, Biden ha firmato un ampio atto di grazia per suo figlio, contraddicendo le precedenti promesse di non farlo. L’atto di grazia protegge Hunter da procedimenti penali per crimini commessi tra il 2014 e il 2024.   La diffusa corruzione in Ucraina ha sollevato preoccupazioni tra i funzionari statunitensi riguardo al possibile uso improprio degli aiuti. Recenti sondaggi indicano che la maggior parte degli ucraini ritiene che il problema stia peggiorando.   Come riportato da Renovatio 21, la famiglia Biden era stata accusata al Congresso USA di aver preso mazzette dalla Russia. La Commissione di supervisione della Camera afferma di aver identificato 20 milioni di dollari in pagamenti da fonti estere alla società di Hunter Biden, che descrivono come una copertura per vendere l’accesso al «network Biden» mentre suo padre era vicepresidente di Barack Obama dal 2009 al 2017.

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In particolare danari sarebbero arrivati dall’oligarca russa Yelena Baturina, vedova del controverso sindaco di Mosca Yurij Luzhkov, a Rosemont Seneca Thornton, una società di comodo gestita da Hunter Biden e dal suo socio in affari Devon Archer. Dei 3,5 milioni di dollari trasferiti dalla Baturina, 1 milione di dollari è stato trasferito direttamente ad Archer, mentre il resto è stato utilizzato per avviare Rosemont Seneca Bohai, un nuovo account utilizzato per ricevere più finanziamenti dall’estero, ha affermato la Commissione camerale.   Accuse per il giro di corruzione dei Biden in Ucraina sono arrivate da Igor Shokin, il procuratore di Stato che a Kiev investigava, tra le altre cose, sul colosso gasiero Burisma, che aveva assunto nel board l’inesperto Hunter Biden. Il vicepresidente Joe Biden si è vantato in pubblico di averlo fatto licenziare durante un suo breve viaggio diplomatico, in cui praticò estorsione nei confronti di presidente e premier ucraini.  

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Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate Viktor Medvedchuk, un politico ucraino e del partito Piattaforma di Opposizione – Per la Vita, ora in esilio in Russia dopo essere stato arrestato dal regime Zelens’kyj e scambiato con Mosca, ha accusato Kiev di essere la «mangiatoia» per la corruzione del clan Biden.   Renovatio 21 aveva segnalato una pista kazaka ancora a inizio 2022 quando il Kazakistan fu oggetto di disordini, e riaffiorò una foto dei Biden con oligarchi di Astana, ripubblicata da organizzazioni locali anti-corruzione che chiedono la restituzione dei miliardi dei corrotti, politica poi abbracciata dall’attuale presidente Tokaev.   Un’altra parte consistente della corruzione del clan Biden riguarderebbe la Cina, con affari che comprendono anche investimenti in centrali atomiche, con legami con personaggi legati all’Intelligence della Repubblica Popolare così come, si è ipotizzato, il network interno di Xi Jinpingo.   Sull’origine del capitale del fondo internazionale di Hunter Biden fece un’ammissione un professore pechinese ad una conferenza pubblica appena dopo le elezioni 2020.

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Bill Gates critica la Svezia per l’aumento della spesa militare

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Il miliardario statunitense Bill Gates ha espresso critiche nei confronti della Svezia per l’aumento dei finanziamenti destinati all’esercito, a scapito del supporto ai programmi di aiuti internazionali.

 

In un’intervista pubblicata mercoledì dal quotidiano svedese Dagens Industri, l Gates, noto per il suo impegno in iniziative «filantrocapitaliste» globali, ha lamentato che il bilancio svedese di quest’anno non preveda fondi per il Fondo globale, un’organizzazione dedicata alla lotta contro AIDS, tubercolosi e malaria a livello mondiale.

 

Commentando l’incremento della spesa militare di Stoccolma, Gates ha dichiarato che la questione «meriterebbe un dibattito più approfondito». «È davvero ciò che i cittadini desiderano e di cui c’è effettivamente bisogno?» ha chiesto l’ultramiliardario.

 

Il ministro del Commercio estero Benjamin Dousa ha replicato alle critiche di Gates, difendendo il cambio di priorità del Paese. «Se non vogliamo che i nostri figli parlino russo in futuro, dobbiamo avere una difesa molto solida», ha dichiarato all’agenzia di stampa TT.

 

A seguito dell’escalation del conflitto in Ucraina nel 2022, la Svezia ha abbandonato la sua storica neutralità, richiedendo e ottenendo l’adesione alla NATO due anni dopo.

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A luglio, l’emittente pubblica SVT ha riportato che il governo svedese intende innalzare l’età massima di coscrizione per gli ex ufficiali militari da 47 a 70 anni, come parte di un piano per raddoppiare il personale militare a 115.000 unità entro il 2030.

 

All’inizio dell’anno, il parlamento svedese ha approvato una legge che stanzia ulteriori 300 miliardi di corone (circa 26,8 miliardi di euro) per le forze armate, oltre agli aumenti annuali del bilancio.

 

Durante un vertice all’Aia a giugno, i membri della NATO si sono impegnati ad aumentare la spesa per la difesa dal precedente 2% al 5% del PIL entro il 2035.

 

Anche l’Unione Europea, di cui la Svezia fa parte, ha approvato quest’anno diversi programmi per incrementare la spesa militare, tra cui l’iniziativa ReArm Europe da 800 miliardi di euro.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Gates ha avuto in Isvezia investimenti particolari, come quello degli esperimenti di «geoingegneria solare», ovvero di oscuramento artificiale del sole con l’irrorazione nel cielo di sostanze chimiche. L’esperimento fu in seguito annullato a causa della protesta della popolazione autoctone lapponi.

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Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic

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Puff Daddy chiede pietà, ma il giudice lo condanna alla galera

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Sean «Diddy» Combs ha espresso rammarico per le sue azioni passate e ha chiesto clemenza in una lettera indirizzata a un giudice di Nuova York, poco prima della sua condanna, che i pubblici ministeri ritengono debba superare i dieci anni di carcere.   Il magnate della musica, 55 anni, rischia fino a 20 anni di reclusione dopo essere stato riconosciuto colpevole di due capi d’imputazione per trasporto a fini di prostituzione. I procuratori hanno chiesto al giudice Arun Subramanian di infliggere almeno 11 anni e tre mesi, sottolineando che i reati «gravi» di Combs sono paragonabili a casi in cui sono state comminate condanne superiori a un decennio.   In una lettera pubblica di quattro pagine, Combs ha sostenuto che il periodo trascorso in custodia cautelare da settembre 2024 lo ha profondamente cambiato.

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«Oggi vi chiedo umilmente un’altra possibilità: un’altra possibilità di essere un padre migliore, un figlio migliore, un leader migliore nella mia comunità e di vivere una vita migliore», ha scritto.   Il rapperro ha riconosciuto di aver commesso «molti errori» e si è scusato con la sua ex fidanzata, Cassie, la cui testimonianza ha contribuito a una delle condanne.   «Le immagini di me che aggredisco Cassie mi perseguitano ogni giorno», ha dichiarato. «Ho perso la testa. Ho sbagliato gravemente a mettere le mani sulla donna che amavo. Mi dispiace profondamente e me ne pentirò per sempre».   Combs ha affermato di essere sobrio per la prima volta in 25 anni, descrivendo gli ultimi due anni come «i più difficili della mia vita».

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La richiesta di pietà non ha sortito effetto: il giudice di Nuova York ha condannato Sean «Diddy» Combs a 50 mesi, più di quattro anni di carcere, per «gravi reati di natura sessuale che hanno causato danni irreparabili a due donne». Il giudice Arun Subramanian ha dichiarato che una pena «significativa» è indispensabile «per inviare un messaggio chiaro sia agli autori di abusi sia alle vittime».   Combs è stato giudicato colpevole di «trasporto a fini di prostituzione», ovvero di aver accompagnato persone per attività sessuali illecite. L’accusa aveva richiesto una pena di undici anni, mentre la difesa aveva proposto un massimo di quattordici mesi.   L’ex icona dell’hip-hoppo, che ad agosto aveva chiesto la grazia presidenziale a Donald Trump, all’ultimo minuto ha ammesso le sue colpe in aula, definendo il proprio comportamento «disgustoso».   Come riportato da Renovatio 21, Puff Daddy era stato accusato di racket e traffico sessuale con un contorno di racconti imbarazzanti che parlano di forniture di centinaia di bottigliette di olio per bambini. Due mesi fa era emerso che l’uomo stava affrontando 120 nuove accuse di molestie sessuali, compresa quella di 10 mesi fa che parlava di una 13enne molestate assieme al celeberrimo produttore Jay-Z, marito dell’ancor più nota (e per taluni controversa) cantante nera Beyoncé Knowles, considerata vicina al Partito Democratico USA.   Secondo voci pubblicate sulla stampa americana, il Diddy sarebbe stato una sorta di Jeffrey Epstein in versione hip hop che avrebbe segreti, oltre che su tante stelle di Hollywood, anche su «politici» e «principi».  

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  Immagine di Reckless Dream Photography via Wikimedia pubblicata su licenza  Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata.  
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