Autismo
La mascherina ha creato una generazione di bambini con problemi nel linguaggio e nelle relazioni

I lockdown e l’uso delle mascherine sia da parte dei bambini che degli adulti hanno creato un’intera generazione di bimbi piccoli con difficoltà nel linguaggio e nelle relazioni interpersonali. Lo sostiene un rapporto di Ofsted, un’istituzione governativa britannica.
Gli ispettori Ofsted hanno scoperto che i bambini circondati da adulti che indossavano maschere per il viso per periodi di tempo significativi negli ultimi due anni ha danneggiato le loro capacità di apprendimento e comunicazione.
Quelli che compiono due anni «saranno stati circondati da adulti che indossavano maschere per tutta la vita e quindi non sono stati in grado di vedere regolarmente i movimenti delle labbra o le forme della bocca», ha rilevato il rapporto.
«Alcuni hanno riferito che i ritardi nello sviluppo del linguaggio e del linguaggio dei bambini li hanno portati a non socializzare con altri bambini così prontamente come si sarebbero aspettati in precedenza».
Parrebbe che le restrizioni pandemiche abbiano creato bambini con problemi a gattonare, usare il bagno in modo indipendente e fare amicizia con altri bambini.
«I ritardi nell’apprendimento avevano anche fatto regredire alcuni bambini allo stadio in cui avevano bisogno di aiuto con compiti di base come indossare i cappotti e soffiarsi il naso» riporta Summit News.
«Sono particolarmente preoccupato per lo sviluppo dei bambini più piccoli che, se non affrontato, potrebbe potenzialmente causare problemi alle scuole primarie su tutta la linea», ha affermato l’ispettore capo Amanda Spielman.
Siamo dinanzi a bambini chiusi in loro stesso, che non parlano, che regrediscono: qualcuno vuole azzardare l’ipotesi di un «autismo pandemico»?
Come riportato da Renovatio 21, negli USA si era registrato il caso della logopedista Jaclyn Theek la quale aveva affermato che la mascherina indossata durante la pandemia ha causato un aumento del 364% delle segnalazioni di pazienti tra neonati e bambini piccoli.
I genitori descrivono i problemi di linguaggio dei loro figli come «ritardo da COVID »; alcuni ritengono che la mascherine siano la causa principale delle capacità di parlare dei loro figli seriamente compromesse.
«Non stanno facendo alcun tentativo di parola e non comunicano affatto con la loro famiglia», ha detto, aggiungendo che, parallelamente anche i sintomi dell’autismo stanno salendo alle stelle.
Al di là dei bambini diagnosticati nello spettro, siamo dinanzi a bambini chiusi in loro stesso, che non parlano, che regrediscono: qualcuno vuole azzardare l’ipotesi di un «autismo pandemico»?
Autismo
Epstein andava alla ricerca di bambini autistici da impiegare per la sua società di DNA e Intelligenza Artificiale

Nuovi allucinanti dettagli continuano ad uscire dalla storia di Epstein. Dopo gli incontri con il capo della CIA, l’ex premier israeliano, Woody Allen, i Rothschild e Noam Chomsky, emergono altri sorprendenti incontri del ricco pedofilo: quelli con bambini autistici delle Isole Vergini, da utilizzare negli algoritmi di una sua società di raccolta dati DNA.
Siamo oramai ben oltre il film, il romanzo, la fiction: siamo alla pura allucinazione. Che, epperò, dice tanto, tantissimo su ciò che sta succedendo oggi nelle nostre vite.
Come noto, il Wall Street Journal sta pubblicando una serie di documenti inediti, tra cui l’agenda degli appuntamenti di Epstein. Vi sono altri documenti legali: come noto, la procura delle Isole Vergini americane sta procedendo contro Epstein coinvolgendo anche la banca JP Morgan e tutta una serie di magnati a cui sono stati spediti dei mandati di comparizione, compreso Elon Musk e compreso Larry Page di Google, che risulta però irreperibile.
Qualcuno sospetta che la fonte del WSJ sia la stessa procura delle Isole Vergini, dove la figura della procuratrice generale che indagava sul piano Epstein, Denise M. George, è stata licenziata dal governatore.
Forse a causa di questi accadimenti, stanno uscendo notizie sempre più sbalorditive.
Nel 2007, dopo 13 mesi di detenzione in Florida per aver procurato una ragazza minorenne per la prostituzione, Epstein ha spostato il centro dei suoi interessi commerciali nelle Isole Vergini americane, dove – oltre che a possedere l’Isola di Little Saint James dove sarebbe avvenuto il traffico delle minorenni ai potenti della Terra – nel 2012, ha fondato Southern Trust, una società di data mining (cioè di raccolta dati) del DNA che mirava a lavorare con Big Pharma.
«Southern Trust stava cercando di valutare la predisposizione dei clienti al cancro “fondamentalmente organizzando algoritmi matematici”», scrive un articolo del New York Times dell’ottobre 2019.
Epstein disse all’epoca alla Commissione per lo sviluppo economico delle Isole Vergini americane che voleva coinvolgere i bambini locali nelle attività di programmazione e Intelligenza Artificiale della sua azienda.
Intervistata per la trasmissione YouTube Redacted, la giornalista investigativa Whitney Webb – che ha appena dato alle stampe due densi volumi sul caso Epstein – sostiene che il miliardario pedofilo avrebbe preso di mira specificamente i bambini vulnerabili, svantaggiati e poveri, una strategia che ha replicato la sua precedente tattica di adescare ragazze adolescenti economicamente svantaggiate.
«Alcuni di questi sforzi che stava creando nelle Isole Vergini prendevano di mira bambini maltrattati, bambini orfani e delinquenti minorili», sostiene la Webb. «Molti di quei bambini potrebbero non avere genitori, quindi ancora una volta questo è molto inquietante».
Storie come questa ci inducono a pensare che lo Epstein in realtà non gestisse solo una rete di traffico di minorenni da usare per eventuali ricatti ai potenti. La sua ragnatela era molto più fitta, e copriva diversi ambiti.
«Epstein stava reclutando ragazzi per lavorare in un’officina di programmazione dalle scuole delle Isole Vergini, ma ci è permesso parlare dei suoi crimini di traffico sessuale a Palm Beach dal 2000 al 2006 solo per quanto riguarda i media mainstream. C’è molto di più qui».
Il caso Epstein è sempre più una finestra sui sistemi utilizzati dall’oligarcato. «Questo è solo un microcosmo in un gruppo più ampio di persone che si mascherano da filantropi, ma in realtà stanno costruendo una prigione digitale» dice l’autrice. «Lo stanno sperimentando proprio ora su bambini vulnerabili, principalmente bambini neri, in Africa e nei Caraibi».
«Si tratta di legare un ID digitale a un portafoglio digitale e creare fondamentalmente un apparato di sorveglianza in cui vengono monitorate le prestazioni di questi bambini nelle scuole e ciò che fanno nella loro vita e i dati vengono salvati. E lo stanno usando per alimentare algoritmi di Intelligenza Artificiale, molto probabilmente senza il loro consenso».
«Alla fine della giornata, l’intenzione è di avere tutti i bambini e tutte le persone su questo tipo di sistema – su questa griglia di sorveglianza digitale – legati al tuo portafoglio digitale che contiene un CBDC [le monete digitali di Stato in arrivo, ndr] e avere tutto tracciato. Epstein stava cercando di anticipare questo oltre un decennio fa con la sua compagnia, Southern Trust, e aveva i tuoi dati genetici legati alla tua istruzione, legati alle tue finanze».
La Webb afferma che gli sforzi commerciali di Epstein nelle Isole Vergini americane fanno luce sulla «natura predatoria delle persone che stanno cercando di portare avanti» questa rete di sorveglianza che comprende i dati del cittadino.
Genetica, Algoritmi, Intelligenza Artificiale, sistemi di sorveglianza biometrica. Colpisce quanto Epstein già lustri fa fosse avanti con l’agenda che stia vedendo dipanarsi sotto i nostri occhi, tra mRNA, green pass, euro digitale, tracking carbonico e discorsi cinesi, climatici e transumanisti vari da Grande Reset e Quarta Rivoluzione Industriale made in Davos.
Colpisce nell’intervista, tuttavia, un riferimento all’autismo. Secondo quanto dice l’intervistatore Clayton Morris, che cita documenti del caso, vi sarebbe stata una predilezione di Epstein per arruolare in questo suo progetto di algoritmi genetici dei bambini autistici.
«È come un cattivo di James Bond» dice Morris «come se dovessi scrivere una parte per un film, ma ti dicessero che è ridicolo pensare a un miliardario che va alle Isole Vergini e cerca bambini per fare ricerca biomedica impiantando cose nei loro cervelli… e poi nella sua testimonianza nei documenti che ho visto, parla specificatamente di bambini autistici…. tipo un quarto di loro erano autistici… cercava specificatamente per bambini nello spettro».
Epstein aveva dichiarato un interesse per l’autismo anche in una vecchia intervista ad una rivista scientifica nel 2017, ripescata dal New York Post, dove si discuteva del suo interesse per il Massachusetts Institute of Technology, detto anche MIT, cioè il prestigiosissimo politecnico bostoniano. Qui l’enigmatico magnate pedofilo dichiarava di essere stato attratto dal MIT a causa della natura psicologica suo corpo studentesco unico: «Direi che il 25 percento dei bambini è autistico, nello spettro… Non lavorano davvero in gruppo. Non stanno prendendo lezioni. Non danno incarichi di insegnamento. Non hanno molto da fare, sono lì per pensare».
Secondo Whitney Webb, potrebbe essere che Epstein cercasse le capacità matematiche riconosciute in certi casi di autismo.
«Qualcosa di cui parla nella sua testimonianza alla Commissione delle Isole Vergini è l’idea di voler sequenziare geneticamente gli isolani, in quanto popolazione isolata, e poi parla di come quell’informazione genetica può essere usata per educare quei bambini».
Siamo dinanzi, senza ombra di dubbi, a microprogrammi prototipali di eugenetica del XXI secolo, dove la macchina va a giocare un ruolo fondamentale, e la popolazione viene schedata biologicamente e incoraggiata e/o scoraggiata alle attività in base del loro profilo genetico.
Non è una novità per il lettore di Renovatio 21, dove è stata ampiamente discussa la cifra eugenetica di Epstein, che voleva – tra le altre cose – usare le «sue» ragazzine come portatrici di embrioni concepiti dallo sperma di professori-geni che frequentavano il miliardario pedofilo. Secondo quanto riportato, il luogo dove le ragazze avrebbero dovuto portare avanti la gravidanza doveva essere un ranch in New Mexico.
Renovatio 21 ha ipotizzato che alla base dell’amicizia tra Bill Gates ed Epstein (una mai del tutto spiegata, che anche oggi imbarazza l’uomo Microsoft) potrebbe esserci stato anche l’eugenetica.
Se pensavate che l’eugenetica fosse sparita con Hitler vi sbagliate di grosso: gli stessi oligarchi che, in fine, Hitler lo avevano finanziato, sotto il naso delle sedicenti democrazie l’hanno portata avanti per tutto il XX secolo e ora, nel XXI, si servono di tecnologie informatiche e di intere popolazioni assoggettate.
Ci sembra ogni giorno di più che Epstein sia solo la punta dell’iceberg eugenetico delle élite occidentali.
Stiamo per vedere l’eugenetica scatenarsi come mai avremmo immaginato. Perché, ricordatelo sempre, fare i bambini con la bioingegneria «sarà come vaccinarli».
E, abbiamo capito, vanno vaccinati tutti – ma proprio tutti.
Roberto Dal Bosco
Autismo
La mostruosa crescita dell’autismo: affetto 1 bambino su 36

Un grafico pubblicato dal sito Statista mostra l’incredibile crescita del numero dei bambini diagnosticati come autistici negli Stati Uniti.
I numeri sono impietosi: nel 2000 a 6,7 bambini su 1.000 è stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico (ASD). Quel numero è salito a 27,6 su 1.000 entro il 2020.
Ciò significa che attualmente 1 bambino su 36 negli Stati Uniti viene diagnosticato con ASD, rispetto a 1 su 150 bambini 20 anni fa.
Più infografiche su Statista
Secondo una proiezione nota nel mondo di chi si occupa della materia, questa corsa potrebbe salire fino ad ottenere che un bambino su tre sarà nello spettro autistico.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i disturbi dello spettro autistico sono «caratterizzati da un certo grado di difficoltà nell’interazione sociale e nella comunicazione. Altre caratteristiche sono modelli atipici di attività e comportamenti, come difficoltà nel passaggio da un’attività all’altra, attenzione ai dettagli e reazioni insolite alle sensazioni».
Quanto alle cause di questo disturbo, che le autorità non riescono a definire giocando spesso allo scaricabarile, per aver parlato della possibile correlazione con i vaccini, come noto sono state rovinate intere carriere ed esistenze, come nel caso del dottor Andrew Wakefield, divenuto nel 1997 il nemico numero uno dell’establishment sanitario globale e di Big Pharma per aver suggerito, in un paper con altri dieci ricercatori, che dovrebbero essere indagate le possibili relazioni tra autismo e vaccino trivalente MMR.
Un’altra teoria, portata avanti in sede sperimentale dalla ricercatrice Theresa Deisher, pone la possibilità di una correlazione tra autismo e cellule di feto abortito presenti nei vaccini.
Gli studi che mostrano meno casi di autismo e allergie nei bambini non vaccinati ci sono, ma vengono largamente ignorati. Così come quelli che possono mostrare il danno reale dei programmi vaccinali.
Renovatio 21, per aver riportato opinioni di questo tipo, era stata tacciata di essere un diffusore di fake news ben prima della pandemia, e prima di essere bannata totalmente, con cancellazione degli account, anche da Facebook.
Quindi, se volete avere una risposta a questa impennata infame, cercatela e parlatene a vostro rischio e pericolo. Sappiamo per certo che la resistenza istituzionale lì potrebbe essere più coriacea perfino che con il vaccino mRNA.
Perché il sacrificio multidecennale della psiche di milioni di bambini al Moloch farmaceutico grida vendetta al cielo ancora oggi.
Autismo
Meno casi di autismo, allergie in bambini non vaccinati: studio

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense.
Uno studio pubblicato questo mese sul Journal of Translational Science ha scoperto che ai bambini che sono stati vaccinati completamente o parzialmente sono stati diagnosticati autismo, allergie gravi, disturbi gastrointestinali, asma, infezioni ricorrenti all’orecchio e ADD/ADHD più spesso dei bambini che non erano completamente vaccinati.
Uno studio sottoposto a revisione paritaria pubblicato questo mese sul Journal of Translational Science ha rilevato che ai bambini che sono stati vaccinati completamente o parzialmente sono stati diagnosticati autismo, allergie gravi, disturbi gastrointestinali, asma, infezioni ricorrenti all’orecchio e ADD/ADHD più spesso dei bambini che erano completamente non vaccinati .
Uno studio pubblicato questo mese sul Journal of Translational Science ha scoperto che ai bambini che sono stati vaccinati completamente o parzialmente sono stati diagnosticati autismo, allergie gravi, disturbi gastrointestinali, asma, infezioni ricorrenti all’orecchio e ADD/ADHD più spesso dei bambini che non erano completamente vaccinati
Lo studio ha anche mostrato che c’era un effetto protettivo contro questi disturbi quando i bambini non erano vaccinati e allattati al seno per un minimo di sei mesi, o non vaccinati e nati per via vaginale.
Lo studio, «Effetti sulla salute nei bambini vaccinati contro non vaccinati, con covariate per lo stato di allattamento al seno e il tipo di nascita», si basa su una coorte di 1.565 bambini provenienti da tre studi medici negli Stati Uniti.
All’interno delle tre pratiche, i genitori hanno compilato questionari basati sullo stato di vaccinazione e sulla salute dei loro figli. I risultati dei questionari sono stati confermati utilizzando i record di grafici di ciascuna pratica.
Secondo lo studio:
«I risultati di questo studio devono essere valutati rispetto ai punti di forza e ai limiti dei dati disponibili e del disegno dello studio. Ulteriori ricerche che utilizzano un campione più ampio di diverse pratiche mediche produrranno una maggiore certezza nei risultati, essenziale per comprendere l’intera portata degli effetti sulla salute associati alla vaccinazione infantile».
La ricerca si aggiunge a una crescente quantità di letteratura che dimostra che i bambini non vaccinati sono più sani
La ricerca si aggiunge a una crescente quantità di letteratura che dimostra che i bambini non vaccinati sono più sani. Studi simili sono stati pubblicati in precedenza da Hooker e Miller (2020), Lyons-Weiler e Thomas (2021) e Mawson et al. (2017).
«Questo studio fornisce un’altra prova molto importante per quanto riguarda la salute generale dei bambini vaccinati rispetto a quelli non vaccinati», ha affermato il co-autore Brian S. Hooker, Ph.D., PE, direttore scientifico di Children’s Health Defense e professore di biologia alla Simpson University .
«È imperativo che i funzionari sanitari prendano sul serio questa ricerca per la migliore protezione dei bambini negli Stati Uniti e nel mondo», ha affermato Hooker.
«È imperativo che i funzionari sanitari prendano sul serio questa ricerca per la migliore protezione dei bambini negli Stati Uniti e nel mondo»
Hooker ha affermato che, dati i risultati dello studio, «è imperativo» che i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie aprano il proprio link sui dati sulla sicurezza dei vaccini a ricercatori indipendenti in modo da poter accertare ulteriori studi sull’effetto dell’intero programma di vaccinazione per neonati/bambini .
Neil Z. Miller, giornalista di ricerca medica, direttore del ThinkTwice Global Vaccine Institute, è stato coautore dello studio con Hooker.
Il Team di Children’s Health Defense
© 25 giugno 2021, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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