Essere genitori
Il lockdown ha danneggiato i bambini: ora lo ammettono, ma è troppo tardi

Anche il maggiore quotidiano del pianeta, il New York Times, ora ammette il danno procurato dai lockdown ai bambini. L’articolo, pubblicato a metà novembre, si intitola «Ecco le prove sorprendenti della perdita di apprendimento».
Il pezzo si inscrive in una tendenza recentemente diffusa, da parte di medici, giornalisti ed «esperti» vari, di fare retromarcia, talvolta pure professando la propria innocenza: hanno sbagliato quando dichiaravano che il lockdown faceva bene e i suoi nemici erano mostri, ma non potevano fare altri.
Ora perfino la grey lady, il giornale più letto del mondo, viene investito dalla tremenda realtà della catastrofe inflitta alla popolazione con le restrizioni pandemiche.
«Le prove sono ora disponibili e sono sorprendenti. La chiusura delle scuole, che ha portato 50 milioni di bambini fuori dalle aule scolastiche all’inizio della pandemia, potrebbe rivelarsi l’interruzione più dannosa nella storia dell’istruzione americana. Ha anche fissato i progressi degli studenti in matematica e lettura indietro di due decenni e ha ampliato il divario nei risultati che separa i bambini poveri da quelli ricchi».
Interessante l’uso della parola «sorprendenti». Sorprendenti, per chi? Non per noi, non per i lettori di Renovatio 21, che per anni ha registrato i danni semplicemente mostruosi cagionati ad un’intera generazione di bimbi.
C’erano le ricerche che dimostravano che i bimbi nati in lockdown hanno meno probabilità di parlare prima di compiere un anno.
C’era stato lo studio britannico che aveva rilevato che molti bambini che iniziano la scuola elementare hanno abilità verbali gravemente sottosviluppate, e molti non sono nemmeno in grado di pronunciare il proprio nome.
C’era la canadese York University che aveva scoperto che i bambini ora «hanno difficoltà di riconoscere i volti a causa della mascherina».
C’era quella logopedista statunitense che asseriva già due anni fa di aver osservato un aumento del 364% delle segnalazioni di pazienti neonati e bambini piccoli che abbisognano di aiuto per il linguaggio non sviluppato.
C’era il rapporto Ofsted che parlava della creazione, causa lockdown, di un’intera generazione di bambini con problemi nel linguaggio e nelle relazioni.
C’era quell’altro studio della Brown University che rivelava come i punteggi medi di quoziente intellettivo tra bambini nati durante la pandemia siano crollati di ben 22 punti mentre le prestazioni verbali, motorie e cognitive hanno tutte sofferto a causa del lockdown.
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C’era la ricerca dell’agenzia tedesca per la protezione dei consumatori che sottolineava la dannosità delle mascherine a livello respiratorio
Poi, la questione, ancora inspiegata del sistema immunitario dei bambini che sembrava reagire in modo strano: bambini venivano colpiti, fuori stagione, da tre virus contemporaneamente – qualcosa di assolutamente raro, prima. Qualcuno quindi proponeva la connessione tra l’inusuale aumento delle epatiti fra i bambini e le restrizioni pandemiche.
C’era stato il caso, segnalato da Renovatio 21, del boom dei contagi di streptococco tra i bambini sette mesi fa, di cui nessuno dei soloni pediatrici è riuscito a dare una spiegazioni, avvenuto peraltro in un momento in cui stavano sparando gli antibiotici.
C’era lo studio condotto da ricercatori dell’Università di Sydney ha evidenziato le tendenze relative all’aumento del tempo davanti allo schermo, al consumo di alcol e al sonno scarso per gli adolescenti a causa della pandemia COVID-19
E poi, qualcuno ricorda i disegni disturbati dei bambini imprigionati in casa?
C’erano statistiche spaventose pubblicate sulla rivista Royal Society Open Science, i lockdown hanno portato 60.000 bambini britannici alla depressione clinica. Un analogo aumento della depressione giovanile è stata rilevata in Italia dall’ISS.
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E ancora, l’aumento, visibile in Italia ad occhio nudo, della violenza giovanile, con casi sempre più efferati, immotivati, inspiegabili.
C’erano, sempre nel nostro Paese, i dati impressionanti sull’incremento dei disturbi alimentari, con l’anoressia delle bambine che ha cominciato a partire dai 10-12 agli 8 anni.
E poi ancora, i suicidi, aumentati del 30% durante il COVID in USA, secondo dati del Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Il 30% delle ragazze delle scuole superiori negli Stati Uniti che sono state intervistate a inizio anno dal CDC aveva affermato di aver «seriamente preso in considerazione il tentativo di suicidio» nel 2021, rispetto al 19% nel 2011.
C’era lo studio di FAIR Health che rilevava come un bambino avesse 10 volte più probabilità di morire per suicidio che non per COVID; l’anno prima era emerso che forse 25 erano morti di COVID, centinaia erano morti invece per suicidio e traumi.
Come dimenticare anche il caso dell’Italia, con un +75% di casi di tentato suicidio di bimbi rilevati dall’ospedale Bambin Gesù, e gli scioccanti i multipli casi di suicidio pediatrico riusciti, lo stesso giorno, e senza correlazione tra le giovani vittime avvenuti durante il primo giorno di scuola.
Sapevamo la verità, da subito: perché essa era evidente, in modo empirico, diretto, perfino con dati scientifici. I lockdown hanno distrutto i nostri figli. E in cambio, cosa abbiamo avuto? Siamo stati demonizzati, censurati talvolta anche – per quelli che andavano in piazza, fino a che è stato possibile — picchiati.
Ci hanno tolto il lavoro, e hanno fatto ammalare i nostri figli. Come dovremmo sentirci?
La cosa snervante, nel leggere un articolo come questo, è vedere che i soloni pandemici non riescono a riconoscere la propria complicità nell’estendere e promuovere la clausura e la repressione, le imposizioni al proprio volto e alle proprie cellule, l’apartheid biotica, la rovina professionale e famigliare. Nemmeno riescono a riconoscere il disastro causato dalla chiusura delle scuole, per cui essi stessi hanno fatto il tifo in maniera oscena.
«I bambini sono più resilienti di quanto non pensiamo», avevano assicurato i ripetitori psicopandemici, usando proprio questa parola, stupida e sputtanata: «resilienti». I bambini hanno questa caratteristica, ci assicuravano: la caratteristica per cui rarissimamente si ammalavano gravemente di COVID invece non è stata in alcun modo spiegata e ripetuta.
Del resto, il fine era quello di terrorizzare tutti, noi e i bimbi, e sottometterci, perfino a livello biomolecolare. Il progetto era quello di inoculare il siero genico sperimentale negli adulti, e far sì che accettassero la terapia mRNA anche per i figli – mentre, lo sapete, si preparava l’arrivo della società della biosorveglianza totale, il danaro programmabile, il rovesciamento della relazione tra cittadino e Stato (e il significato delle Costituzioni), in una parola si caricava il Nuovo Ordine Mondiale, l’umanità riformata secondo la Necrocultura – il Regno sociale di Satana.
Ora, abbiamo già avuto modo di dirlo: inutile che si sveglino ora, inutile perfino che chiedano scusa. Noi ricordiamo tutto, e al momento non siamo tanto disposti a perdonare: non avrebbe senso, visto che i veri mostri pandemici non hanno imparato nulla, minacciando di ripetere la follia altre volte.
Per cui, capite bene: non lasciar correre nulla, ora, è un atto non solo giusto, ma necessario.
Perché, e questo forse iniziano a capirlo anche loro, non ci siamo di mezzo solo noi, c’è di mezzo l’esistenza della nostra prole.
Non osate toccarcela più.
Roberto Dal Bosco
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Hikikomori e oltre: aumentano i suicidi tra i minorenni giapponesi

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Vaccini COVID e gravidanza, studio rileva 37 segnali di sicurezza. L’ente epidemico USA esorta ancora le donne a vaccinarsi

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Tra i segnali segnalati dallo studio sottoposto a revisione paritaria e pubblicato la scorsa settimana rientrano aborto spontaneo, preeclampsia, insufficienza cervicale, anomalie cromosomiche, malformazioni fetali, parto prematuro, morte fetale, asfissia neonatale e morte neonatale.
Un’analisi delle segnalazioni inviate al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) ha rilevato segnali di sicurezza per 37 eventi avversi quando i vaccini anti-COVID-19 sono stati somministrati durante la gravidanza.
Tra i segnali segnalati dallo studio, pubblicato la scorsa settimana sulla rivista peer-reviewed Science, Public Health Policy and the Law, rientrano aborto spontaneo, preeclampsia, insufficienza cervicale, anomalie cromosomiche, malformazioni fetali, parto prematuro, morte fetale, asfissia neonatale e morte neonatale.
Gli analisti hanno identificato i segnali confrontando i tassi di eventi avversi per i vaccini anti-COVID-19 somministrati durante la gravidanza con gli stessi eventi avversi a seguito del vaccino antinfluenzale e di tutti gli altri vaccini somministrati a donne incinte.
Questo metodo, denominato rapporto di segnalazione proporzionale (PRR), è lo stesso utilizzato dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) per analizzare i dati VAERS allo scopo di identificare segnali di sicurezza per i vaccini COVID-19.
Le donne incinte sono state escluse dagli studi originali sulla sicurezza ed efficacia del vaccino COVID-19.
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Il VAERS, gestito congiuntamente dal CDC e dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, funziona come «sistema di allerta precoce della nazione» per i problemi di sicurezza dei vaccini. I segnali di sicurezza indicano che una condizione potrebbe essere collegata a un vaccino e sono necessarie ulteriori analisi per confermare il collegamento.
I ricercatori hanno scoperto che i segnali di sicurezza del vaccino contro il COVID-19 durante la gravidanza superavano costantemente le soglie stabilite dal CDC e dalla FDA per definire un segnale, spesso con un margine significativo.
In media, gli eventi avversi in gravidanza sono stati segnalati 69,2 volte più frequentemente dopo la somministrazione del vaccino anti-COVID-19 rispetto ad altri vaccini.
«Abbiamo trovato violazioni inaccettabilmente elevate nei segnali di sicurezza per 37 AE [eventi avversi] dopo la vaccinazione COVID-19 nelle donne incinte», hanno concluso i ricercatori. Hanno affermato che l’entità dei segnali di sicurezza era «motivo di allarme».
Molti ricercatori, tra cui il dott. James A. Thorp, il dottor Daniel C. McDyer e la dottoressa Kimberly Biss, sono anche ostetrici/ginecologi praticanti. Hanno notato che gli eventi avversi identificati sono coerenti con le loro ampie osservazioni cliniche.
Thorp, coautore con Celia Farber del libro di prossima uscita Sacrifice: How the Deadliest Vaccine in History Targeted the Most Vulnerable, ha detto a The Defender di aver notato ogni singolo segnale tra le donne nella sua pratica.
I ricercatori hanno concluso che è giustificata una «moratoria globale immediata sulla vaccinazione contro il COVID-19 durante la gravidanza». L’articolo è la prima parte di una serie in tre parti.
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I segnali di sicurezza mostrano che i vaccini COVID violano la «regola d’oro della gravidanza»
I ricercatori hanno sostenuto che la somministrazione del vaccino COVID-19 alle donne incinte viola la «regola d’oro della gravidanza», secondo cui non devono essere introdotte sostanze nuove e potenzialmente dannose mentre il feto è in via di sviluppo.
Anche cibi e bevande considerati sicuri per la maggior parte delle persone, come i cibi fermentati e alcuni pesci, non sono raccomandati alle donne incinte perché potrebbero causare danni durante la gravidanza.
Le principali catastrofi mediche legate alla gravidanza, come i disastri del talidomide e del dietilstilbestrolo (DES) del XX secolo, che riguardavano farmaci raccomandati che hanno causato gravi danni alle donne incinte, ai loro bambini e persino ai loro nipoti, hanno confermato questa regola.
Gli autori hanno affermato che i loro risultati indicano che i vaccini contro il COVID-19 hanno effetti simili, se non peggiori, su un numero significativo di donne e sulla loro prole.
E come nel caso del DES, nonostante le raccomandazioni dell’industria farmaceutica, i medici avrebbero dovuto essere consapevoli dei rischi, hanno affermato gli autori.
Thorp ha affermato che il segnale più preoccupante riguarda l’insufficienza placentare (quando la cervice si indebolisce e può iniziare ad aprirsi, causando un parto prematuro o un aborto spontaneo), che è stata segnalata 499 volte più frequentemente dopo i vaccini anti-COVID-19 rispetto ad altri vaccini.
Gli altri eventi segnalati più frequentemente includevano la dispnea neonatale, o difficoltà respiratorie per i neonati, che è stata segnalata 134 volte più frequentemente. La morte prematura dei neonati è stata segnalata 124 volte più frequentemente dopo i vaccini COVID-19 rispetto ad altri vaccini e l’arresto cardiaco fetale è stato segnalato 108 volte più frequentemente.
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Il CDC continua a raccomandare il vaccino COVID per le donne incinte
Secondo i protocolli stabiliti all’inizio della pandemia, il CDC avrebbe dovuto effettuare l’analisi PRR. Tuttavia, l’agenzia non ha segnalato pubblicamente i segnali identificati nel documento.
Nel febbraio 2023, CHD ha citato in giudizio il CDC per i suoi dati PRR, che l’agenzia non aveva rilasciato. Dopo la causa, il CDC ha iniziato a rilasciare i documenti, ma erano pesantemente censurati e l’agenzia sta ancora trattenendo alcuni dei documenti richiesti.
Il CDC ha raccomandato per la prima volta i vaccini alle donne incinte nell’aprile 2021.
L’allora direttrice Rochelle Walensky tenne una conferenza stampa per dire alle donne incinte che non c’era un momento sbagliato per vaccinarsi contro il COVID-19, prima, durante o dopo la gravidanza. Fece questo annuncio appena due giorni dopo che Pfizer aveva inviato alla FDA il rapporto sulla gravidanza e l’allattamento che descriveva in dettaglio i gravi effetti del vaccino sulle donne incinte e sui bambini, tratti dai dati post-marketing.
L’agenzia continua a raccomandare vivamente la vaccinazione contro il COVID-19 alle donne incinte, sebbene altri Paesi, tra cui il Regno Unito, l’abbiano interrotta.
Nella sua pagina sulla gravidanza del vaccino COVID-19, il CDC avverte che le donne incinte hanno «più probabilità di ammalarsi gravemente di COVID-19» rispetto ad altre persone. Afferma inoltre che hanno maggiori probabilità di aver bisogno di ospedalizzazione, terapia intensiva, uso di un ventilatore e di avere complicazioni come parto prematuro o morte del feto.
Il CDC ricorda inoltre alle donne incinte che «la forma grave di COVID-19 può portare alla morte».
Le principali organizzazioni professionali di medici, tra cui l’American College of Obstetricians and Gynecologists, la Society for Maternal-Fetal Medicine e l’American Society for Reproductive Medicine, continuano a dire alle donne incinte che il vaccino è «sicuro ed efficace» per le donne incinte e che allattano.
Le raccomandazioni sono state formulate nonostante la mancanza di sicurezza ed efficacia negli studi clinici randomizzati controllati condotti su donne in gravidanza e nonostante i dati limitati sui vaccini anti-COVID-19 durante la gravidanza.
Brenda Baletti
Ph.D.
© 13 febbraio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Epidemie
L’ente epidemico USA prepara adolescenti e bambini a temere le pandemie

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Le risorse educative del CDC utilizzano una «narrazione basata sulla paura»
Le risorse didattiche del CDC includono materiale pensato per insegnare agli studenti «le radici della sanità pubblica americana», tra cui la storia e il ruolo del CDC nelle epidemie nazionali e globali. I materiali includono moduli sulle «lezioni apprese» durante l’epidemia di influenza suina del 1976, il ruolo del CDC nella sicurezza alimentare e idrica e nella risposta alla «sfida per la salute pubblica del XXI secolo» delle malattie croniche. Tuttavia, l’attenzione principale dei materiali per gli studenti delle scuole superiori è rivolta alla serie di attività in classe «Operation Outbreak», incentrata su una graphic novel rivolta agli adolescenti. Con una copertina che ricorda la popolare serie Stranger Things, The Junior Disease Detectives: Operation Outbreak, un romanzo prodotto in collaborazione con il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, presenta uno scenario fittizio di un’epidemia che coinvolge adolescenti e animali. È collegato a tre attività in classe incentrate sulla «prevenzione e risposta alle malattie zoonotiche». La prima attività, «The Outbreak Team», si concentra sui «vari ruoli e responsabilità dei professionisti coinvolti nella risposta a un’epidemia». Le due attività successive, «Eddie’s Story» e «Hamlet’s Story», si concentrano sull’indagine di un’epidemia e della sua successiva diffusione da un maiale (Hamlet) a un adolescente (Eddie). Secondo il CDC, al termine delle attività, gli studenti dovrebbero essere in grado di «identificare i passaggi di un’indagine su un’epidemia di influenza», «identificare i ruoli e le responsabilità della sanità pubblica, della salute animale, della salute ambientale e di altri professionisti pertinenti» e «descrivere perché utilizzare un approccio One Health… è la soluzione migliore quando si indaga o si prevengono malattie zoonotiche». Gli studenti devono anche imparare a definire una serie di termini, tra cui «virus influenzale zoonotico», «nuovo virus influenzale» e «caso», comprese le differenze tra casi «sospetti», «probabili» e «confermati». «La maggior parte delle infezioni umane con i nuovi virus dell’influenza A si sono verificate dopo uno stretto contatto con animali infetti», affermano i materiali, osservando che è necessaria una «sorveglianza globale» «per rilevare l’emergere di nuovi virus dell’influenza A che potrebbero scatenare una pandemia». I materiali affermano inoltre: «esistono associazioni tra virus influenzali zoonotici e pandemie». Ma secondo la dott. ssa Sherri Tenpenny, la graphic novel e le attività utilizzano una narrazione «basata sulla paura». Ha affermato che i materiali mancano di «un approccio equilibrato e fattuale secondo cui patogeni, virus e batteri sono una parte naturale della vita che può essere gestita principalmente dal sistema immunitario di ogni persona». Anche la vaccinazione è ampiamente presente nei materiali didattici. Secondo la graphic novel: «Come abbiamo imparato durante il Disease Detective Camp, il sistema immunitario del nostro corpo produce anticorpi per combattere le infezioni e il modo più sicuro per ottenere anticorpi è attraverso la vaccinazione». «Sebbene il vaccino antinfluenzale non sia stato concepito per proteggere dalla variante influenzale, è comunque importante farlo, perché può aiutarci a proteggerci dal contrarre l’influenza e dal trasmetterla ad altri».Iscriviti al canale Telegram
L’approccio One Health «promuove sottilmente la conformità rispetto al pensiero critico»
Perro ha messo in dubbio l’attenzione del CDC sull’approccio One Health, «a causa della sua narrativa parziale e unilaterale». «Concentrandosi esclusivamente sulla trasmissione zoonotica, ignora fattori chiave come i tossici ambientali, l’agricoltura industriale e i rischi dell’ingegneria genetica», ha affermato Perro. Ciò promuove «l’aderenza al pensiero critico» e funge da «propaganda istituzionale», ha affermato. I materiali in ultima analisi «danno forma alle narrazioni sulle origini delle pandemie, in particolare per quanto riguarda il COVID-19 come entità emersa ‘naturalmente’ piuttosto che da un incidente di laboratorio», ha affermato la Perro. I materiali potenziati «condizionano» i bambini a temere specifici agenti patogeni e «a ignorare lo straordinario sistema immunitario del loro corpo, non menzionandolo». «Insegnare ai bambini come prendersi cura di se stessi con cibo sano, esercizio fisico e sole è una lezione molto più preziosa», ha affermato Powers.Aiuta Renovatio 21
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