Essere genitori
Il 30% delle liceali americane ha «considerato seriamente» il suicidio l’anno scorso
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Il 30% delle ragazze delle scuole superiori negli Stati Uniti che sono state intervistate dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha affermato di aver «seriamente preso in considerazione il tentativo di suicidio» nel 2021, rispetto al 19% nel 2011. Lo riporta il Wall Street Journal.
Nel 2021 quasi il 60% delle ragazze delle scuole superiori statunitensi intervistate ha dichiarato di provare «tristezza o disperazione persistente», con un aumento di circa il 60% nello stesso periodo di tempo.
«Sebbene sia le ragazze che i ragazzi delle scuole superiori abbiano riferito di aver avuto problemi di salute mentale, le ragazze hanno riportato livelli record di violenza, tristezza e rischio di suicidio, ha affermato il CDC» scrive il WSJ. «Nel 2021, il 57% delle ragazze delle scuole superiori ha riferito di aver provato persistenti sentimenti di tristezza o disperazione nell’ultimo anno, rispetto al 36% nel 2011. Il 30% ha riferito di aver preso seriamente in considerazione l’idea di tentare il suicidio nel 2021, rispetto al 19% nel 2011».
Lo stesso quotidiano economico di Nuova York suggerisce che lo stress, l’isolamento e la perdita durante la pandemia abbiano amplificato i problemi di salute mentale tra i giovani che erano già, già da prima, in difficoltà per via dei mutamenti della vita degli adolescenti, per esempio l’onnipresenza dei social che mette in competizioni i ragazzini. Gli effetti altamente depressivi dei social sono un fenomeno oramai studiato da anni.
L’Italia è stata teatro di multipli casi di suicidio pediatrico riusciti, lo stesso giorno, e senza correlazione tra le giovani vittime, con un +75% di casi di tentato suicidio di bimbi rilevati dall’ospedale Bambin Gesù.
Per quanto riguarda l’anoressia, essa non solo è aumentata in lockdown, ma pare addirittura essere scesa di anni: ora i primi segni del disturbo comparirebbero nelle bambine di 8 anni.
Come scritto da Renovatio 21, ancora due anni fa, è indiscutibile che le restrizioni pandemiche abbiano trasformato i nostri figli in senso negativo, rendendoli più malati (è l’ipotesi recente dell’inspiegabile apparizione delle epatiti infantili), ma anche più violenti (con il grande incremento di atrocità, sempre più belluine e spudorate, commesse anche da adolescenti anche fuori dalle baby gang) e infine suicidi, come testimoniato del resto in tutto il mondo – nel Regno Unito è stato calcolato nel 2020 che, stando ai numeri, un bambino ha 10 volte più probabilità di morire per suicidio che non per COVID. Un anno fa emerse che forse 25 erano morti di COVID, centinaia erano morti invece per suicidio e traumi.
Anche nel lontano Vietnam, si è registrato un inaspettato aumento di suicidi nelle scuole riaperte dopo le chiusure pandemiche. Suicidi giovanili in aumento perfino in un Paese specializzato sul tema, il Giappone.
Il Nevada nel 2020 fu il primo Stato a porsi seriamente il problema di riaprire le scuole il prima possibile dopo che si verificò un’ondata di suicidi tra i ragazzini, che di fatto raddoppiò il tasso usuale.
Secondo la Royal Society Open Science, in Gran Bretagna i lockdown hanno portato alla depressione almeno 60 mila bambini.
Come riportato da Renovatio 21, negli ultimi mesi anche alcuni dati italiani sembrano confermare il fenomeno, a partire dal forte aumento del consumo pediatrico di psicofarmaci durante la pandemia.
Essere genitori
Vaccini, dichiarato inammissibile l’emendamento contro l’obbligo per i bambini. Renovatio 21 intervista il senatore Borghi
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L’emendamento proposto riguardo ai vaccini pediatrici obbligatori – cioè la proposta che di fatto mirava a cancellare la Legge Lorenzin – nel prossimo decreto «Liste d’attesa» è stato dichiarato inammissibile dal presidente di commissione Francesco Zaffini (FdI). Dopo averlo sentito la settimana scorsa, pochi giorni prima dello stop, Renovatio 21 è tornata ad intervistare l’autore dell’emendamento respinto, il senatore Claudio Borghi.
Allora, senatore, cosa è accaduto?
La questione è piuttosto semplice, uno dei principali poteri del presidente di commissione – e parlo come persona informata sui fatti perché sono stato presidente di commissione – è quello di valutare quale perimetro dare ad un decreto o in generale ad un provvedimento di legge che viene trattato nella sua commissione. Può quindi decidere di allargare le maglie del decreto originario, purché si mantenga il tema di fondo. Oppure può decidere di restringerle, limitando gli emendamenti esclusivamente alla parte letterale del decreto medesimo – quindi solo a cose attinenti a quello che era nel testo originale.
Ci fa capire?
Supponiamo che ci sia un decreto che dice che non si usano più i monopattini elettrici. Se voglio utilizzarlo in modo estensivo, accetto gli emendamenti su qualsiasi cosa che parli di mobilità urbana. Quindi posso tranquillamente fare emendamenti che parlano di carsharing, o altre cose di quel tipo lì. Se invece voglio renderlo restrittivo, posso dire soltanto che i monopattini elettrici invece di non poter essere più utilizzabili lo sono solo nel fine settimana.
In questo caso il presidente ha deciso di optare per questa seconda ipotesi.
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Perché?
Presumibilmente per, credo, due motivi. Il primo è che sul piatto c’è anche altro. So che è un tema sentito ed è per questo che lo porto avanti, ma teniamo presente che i vaccinati per il morbillo sono il 95%. Stiamo parlando di una cosa che interessa a me ed a un numero di persone che lo considerano importante, ma pur sempre una minoranza.
Per il presidente c’era una grana sull’articolo 2 – monitoraggio, liste d’attesa – che aveva avuto la contrarietà della Conferenza Stato-Regioni, e quindi rischiava anche soltanto quello di bloccare tutto. Tanto è vero che è slittato di giorni, e si sa che un decreto deve essere approvato entro 60 giorni e questo doveva ancora passare alla Camera.
E poi?
Dall’altra parte, invece, se uno vuole essere malizioso… diciamo che potrebbe aver contribuito alla decisione un tema considerato abbastanza spinoso. Un tema che provoca spesso la tentazione di non trattarlo. E quindi, per non trattare una cosa divisiva anche all’interno di uno stesso partito, il sistema di renderlo inamissibile viene considerato molto comodo, perché così si evitano le votazioni.
Il mio intento era proprio il contrario: io voglio che ci sia una votazione, senza sapere ex ante se sarà a favore o contro, così che ci sia un po’ di chiarezza. Mi sembra che sia dovuta, agli elettori, un po’ di chiarezza. Così almeno sanno la prossima volta che si va a votare chi è a favore e chi contro queste cose.
Quindi oltre che il suo emendamento ne hanno bocciati anche altri?
Sì ne hanno resi inammissibili molti altri. Il decreto è stato appena approvato, in aula, un’ora fa, senza buona parte degli emendamenti che sono stati giudicati improponibili. Quasi tutti gli emendamenti proposti sono stati bocciati, anche quelli non dichiarati improponibili. Quindi diciamo che il testo del decreto è molto, molto simile da quello che è uscito dal governo.
E quindi, riproporremo come l’altra volta, senza sapere ex ante cosa sarà poi l’orientamento di maggioranza. Valuterò se vale la pena di depositare anche magari un disegno di legge ad hoc, invece che andare con gli emendamenti.
Quindi il responsabile della bocciatura è il presidente della Commissione Zaffini?
Sì, è una scelta sua.
Possiamo dire che Fratelli d’Italia è un partito vaccinista quanto il PD?
No, non credo proprio. Anche perché se fosse un partito vaccinista come il PD non ci sarebbero stati problemi da parte loro. Invece penso che ci siano delle buone sensibilità anche al loro interno su questo tema.
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Al momento in cui è stata dichiarata l’inammissibilità, ha registrato reazioni di stupore nel suo partito o in altri partiti?
No. Dato che la cosa è stata così ampiamente anticipata a mezzo stampa, penso che alla fine non è cambiato molto. Forse un po’ tutti se lo immaginavano, sapendo la scomodità del tema… Era una conclusione abbastanza prevedibile. Io da parte mia non potevo fare diversamente. Se anche avessi sentito il presidente di commissione che mi avesse anticipato, bontà sua, le sue intenzioni, io lo avrei presentato lo stesso.
Perché altrimenti non mi avrebbero creduto: «ma tu non avevi promesso che avresti presentato al primo provvedimento per la Sanità l’emendamento?» «No guarda, non lo ho presentato perché ho chiesto al presidente di commissione, mi sa che lui…»
Che prova avrei dato, a chi invece attendeva questo emendamento? Su queste cose è sempre opportuno portare tutto alla luce del sole, così si vede bene chi fa che cosa. Non c’è altra possibilità.
Come intende procedere ora? Davvero potrebbe preparare lei un disegno di legge specifico sui vaccini?
L’intento principale è ripresentare l’emendamento in un prossimo decreto di tema sanitario, sperando questa volta che dia origine ad una votazione. In alternativa, un disegno di legge, sempre però per dare un segno – perché depositare un disegno di legge non significa che venga trattato, ci vuole una certa qual concordanza tra le forze politiche, e non vedo probabilissimo che su questo tema ci sia. L’importante è muovere le acque. La palla ritorna in casa del ministro se vuole riaprire il dibattito oppure no.
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Immagine su licenza Envato; modificata
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Lo stress da pandemia ha ridotto il cervello dei bambini
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I neonati che fanno più vaccini contemporaneamente hanno un rischio «esponenzialmente» maggiore di malattie e ritardi nello sviluppo: studio
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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Secondo uno studio peer-reviewed pubblicato mercoledì sull’International Journal of Vaccine Theory and Practice, più vaccini un bambino riceve contemporaneamente, maggiore è la possibilità che sviluppi un’infezione, una malattia respiratoria o ritardi nello sviluppo in seguito alle vaccinazioni.
«Se i segnali di sicurezza suonassero allarmi, i risultati sarebbero assordanti», ha detto a The Defender l’autore principale Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense (CHD). «Il numero assoluto di malattie aumenta esponenzialmente con ogni vaccino aggiunto».
Jablonowski e il direttore scientifico del CHD Brian Hooker, Ph.D., hanno analizzato i dati di 20 anni relativi a 1.542.076 combinazioni di vaccini somministrate a bambini di età inferiore a 1 anno.
I dati, raccolti dal 1 luglio 1991 al 31 maggio 2011, provengono dal database Florida Medicaid disponibile al pubblico, che contiene più di 460 milioni di richieste di fatturazione da oltre 10 milioni di persone.
I ricercatori hanno esaminato le diagnosi mediche fornite ai bambini vaccinati entro 30 giorni dalla vaccinazione. Hanno escluso le diagnosi fatte il giorno in cui i bambini hanno ricevuto le iniezioni, per eliminare ogni possibile condizione preesistente.
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Lo studio ha confrontato i bambini che hanno ricevuto tre «vaccini base» con i bambini che hanno ricevuto gli stessi vaccini più altri in un’unica visita dal pediatra.
Il gruppo di controllo era costituito da 227.231 casi di neonati che in una sola visita avevano ricevuto il DTP, l’Haemophilus influenzae di tipo b (Hib) e il vaccino contro il poliovirus inattivato (IPV).
Hanno confrontato i risultati medici di quel gruppo con i risultati di coorti di neonati che avevano ricevuto anche il vaccino contro l’epatite B (HepB), il vaccino pneumococcico (PCV) o il vaccino contro il rotavirus, o diverse combinazioni di due o tre di questi vaccini somministrati insieme.
I ricercatori hanno trovato nel database sette coorti di neonati che hanno ricevuto diverse combinazioni di vaccini – che vanno, ad esempio, dai vaccini base più HepB ai vaccini base più HepB, PCV e rotavirus – e li hanno confrontati con il gruppo di controllo.
Hanno utilizzato il modello statistico Fisher’s Exact Test per confrontare la frequenza di una particolare malattia in seguito alle iniezioni in una coorte con la frequenza della stessa malattia in un’altra coorte.
Hanno inoltre utilizzato la correzione Bonferroni, un potente strumento statistico, per eliminare eventuali risultati casuali e hanno implementato una barra alta per identificare la significatività statistica.
«Con qualsiasi test statistico non puoi mai essere sicuro al 100% dei tuoi risultati», ha detto Jablonowski. «Tuttavia, abbiamo fissato il nostro livello così alto che siamo sicuri al 99,99% che le malattie che segnaliamo siano associate alle combinazioni di vaccini».
Hanno identificato 45 diverse diagnosi statisticamente significative per malattie respiratorie, dello sviluppo e sospette infettive in seguito alle diverse combinazioni di vaccini.
Hanno riassunto le malattie e il loro relativo rischio, o la probabilità che si verificassero nel gruppo esposto a vaccini in eccesso, per le varie coorti.
Nel complesso hanno scoperto che con l’aumento del numero di iniezioni somministrate ai bambini in una singola visita medica, il numero di diagnosi di malattie respiratorie o infettive dello sviluppo entro 30 giorni dalle iniezioni è aumentato in modo esponenziale.
Ogni iniezione aggiuntiva ha più che raddoppiato il numero di diverse malattie diagnosticate.
Ad esempio, un vaccino aggiuntivo ha provocato una media di sette malattie aggiuntive che si sono verificate a tassi statisticamente significativi in una data coorte di bambini.
Due vaccini aggiuntivi hanno provocato una media di 15 malattie e tre vaccini somministrati hanno provocato altre 35 malattie.
Le malattie respiratorie – tra cui tosse, asma, bronchite ostruttiva e molte altre – erano le condizioni ricorrenti più comuni a seguito di qualsiasi diversa combinazione di vaccini.
Jablonowski e Hooker hanno affermato che le malattie respiratorie probabilmente si sono verificate a causa di una «risposta immunitaria disadattata e di uno scarso adattamento ai fattori ambientali» indotta dal vaccino.
Condizioni di sviluppo come la «incapacità di crescita» – in cui lo sviluppo fisico, mentale o sociale di un bambino è ritardato, anormale o cessa – si sono verificate in quattro gruppi. I ricercatori hanno suggerito che fosse il risultato dei vaccini che causavano disregolazione nel sistema respiratorio e immunitario.
Un’infezione comune era la leucocitosi, un numero elevato di globuli bianchi che può indicare una serie di infezioni, infiammazioni o disturbi del sistema immunitario. Un altro esempio serio includeva la sepsi, che si è verificata nel gruppo che ha ricevuto il maggior numero di iniezioni contemporaneamente: le iniezioni base più HepB, PCV e rotavirus.
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È «incredibilmente sconsiderato» che finora non siano stati condotti studi sugli effetti di più vaccini
Il programma di vaccinazione infantile 2024 dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) comprende 77 dosi totali di vaccino per i bambini di età compresa tra 0 e 18 anni.
Il programma 2024 è stato ampliato per includere i vaccini pneumococcici e COVID-19 e gli anticorpi monoclonali nirsevimab, che tecnicamente non sono vaccini ma sono inclusi nel programma.
In confronto, nel 1986 il CDC raccomandava 11 dosi di 7 vaccini entro i 16 anni, inclusi i vaccini MMR (morbillo, parotite, rosolia), DTP e antipolio.
Ad eccezione del vaccino HepB, raccomandato per i neonati nelle prime 24 ore di vita, raramente i neonati ricevono un singolo vaccino alla volta.
Molti vaccini, come il DTP, combinano diversi vaccini per più malattie in un’unica dose. Inoltre, per aderire al programma del CDC, i pediatri somministrano comunemente cinque o sei vaccini e combinazioni di vaccini ai bambini ad ogni visita di 2, 4 e 6 mesi.
Tuttavia, affermano gli autori, non sono stati condotti studi appropriati per valutare gli effetti della combinazione dei vaccini.
«Sfortunatamente, c’è una scarsità di ricerche completate sulla somministrazione di vaccini multipli come raccomandato dal programma del CDC», ha detto Hooker a The Defender. «I vaccini sono “magici”, quindi nessuno mette in dubbio di aggiungerne altri al programma».
Il risultato è che, sebbene le agenzie per la sicurezza sanitaria possano affermare che i singoli vaccini sono sicuri, qualsiasi affermazione sulla sicurezza delle combinazioni di vaccini è infondata, hanno scritto gli autori.
«In pochi secondi, un bambino di 2 mesi visitato da un pediatra conforme al CDC può aspettarsi di ricevere vaccini per HepB, rotavirus, difterite, tetano, pertosse, HIB, 15 o 20 diverse varianti pneumococciche, poliomielite e forse RSV», ha detto Jablonowski.
«È incredibilmente sconsiderato che i danni delle combinazioni non siano stati studiati», ha aggiunto.
Hooker ha affermato che è degno di nota il fatto che né la Food and Drug Administration statunitense né il CDC, che formula le raccomandazioni sul programma, abbiano mai condotto questi studi.
«Abbiamo intenzione di continuare a completare questo tipo di ricerca, data l’enorme carenza di dati scientifici accurati e pertinenti sulla sicurezza dei vaccini», ha affermato.
Brenda Baletti
Ph.D.
© 29 maggio 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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