Pensiero
Contrordine: Draghi riapre l’Italia. Solo per i vaccinati
«Nuovo decreto COVID, Draghi riapre l’Italia» titola La Stampa.
«Draghi riapre l’Italia» titola Il Piccolo.
Il momento sa di trionfo. È la fine della guerra. Vien voglia di chiamare i parenti: è finita! È finita! Coriandoli. Parate sulle strade. Marinai che baciano infermiere.
«Vogliamo un’Italia sempre più aperta, soprattutto per i nostri ragazzi» è il virgolettato gioioso che tutte le testate riprendono dal Consiglio dei Ministri.
Il momento sa di trionfo. È la fine della guerra. Vien voglia di chiamare i parenti: è finita! È finita! Coriandoli. Parate sulle strade. Marinai che baciano fanciulle
«I provvedimenti di oggi vanno nella direzione di una ancora maggiore riapertura del Paese» dice Draghi.
È il segnale della libertà. Stiamo facendo come tutti. Come la Danimarca. Come il Regno Unito. Come la Finlandia. Come la Svizzera. Come la Francia. Come gli USA. Come la Spagna. Come tutti.
Ci credete? No.
Vabbè, ci hanno provato. A leggere il Corriere di stamane sembrava fatta. «Draghi: l’Italia sarà più aperta» in prima pagina. Pagina due: «Il premier annuncia la svolta, pronti a superare i divieti». Segue fotina con profilo del premier che pare una statua romana, o di Arno Breker. Pagina 3: «Il contagio si spegne molto velocemente. CTS verso lo scioglimento, serviva pe l’emergenza».
Aguzzate la vista – la vostra vita, dai DCPM di Conte in giù, è diventata del resto una Settimana Enigmistica. SPOILER: la liberazione, nei fatti, riguarda i soli vaccinati.
Solo l’Huffington Post ha il coraggio di scriverlo nel titolo: «La pandemia sta finendo. Draghi riapre l’Italia ai vaccinati».
Avete capito: il Paese tornerà libero, ma solo per i sottomessi al triplice mRNA
Avete capito: il Paese tornerà libero, ma solo per i sottomessi al triplice mRNA.
«Nelle prossime settimane andremo avanti su questo percorso di riapertura. Sulla base dell’evidenza scientifica, e continuando a seguire l’andamento della curva epidemiologica, annunceremo un calendario di superamento delle restrizioni vigenti»: ecco l’altro virgolettato del Draghi piazzato ovunque.
Di grazia, di quale «evidenza scientifica» parla il premier? Quella per cui bastava il 70% dei vaccinati? Dell’immunità di gregge all’80%? Quella del vaccinato che non contagia? Quella del vaccinato (doppio-triplo-quadruplo) che non contagia? Quella del vaccinato liberato dal tampone? Quella della «pandemia dei non vaccinati? Quella che «i nostri problemi dipendono dai non vaccinati»? Quella che il non vaccinato dà la morte? Quella dei vaccinati completi che hanno il COVID «in forma lieve» e non finiscono in terapia intensiva?
Oppure, vogliamo – così, sottovoce, come tocca fare ai no vax – parlare delle evidenze scientifiche attorno alle persone che muoiono, come una stupenda ragazzina ligure, o un ragazzotto 26enne del Sud Dakota? Tanto per citare due casi sui quali comincia a saltar fuori qualche carta.
Ma no, l’«evidenza scientifica» è quella per cui gli anticorpi durano sei mesi (non una settimana di più, non una meno), l’idrossiclorochina, l’ivermectina, l’azitromicina vanno bene forse per gli animali. Forse.
Il tutto, bellissimo, tirando dentro prima i bambini. Come certi pubblicitari terra-terra, che per attirare l’attenzione sanno che nello spot ci va o la tettona, o il cagnolino, o il bambino con gli occhi dolci
Il tutto, bellissimo, tirando dentro prima i bambini. Come certi pubblicitari terra-terra, che per attirare l’attenzione sanno che nello spot ci va o la tettona, o il cagnolino, o il bambino con gli occhi dolci.
Eccerto, bisognava partire dalla DAD, le grandi ingiustizie nelle scuole dei bambini.
Sui bimbi è pronto il teatrino della politica. I ministri della Lega , non avrebbero partecipato al voto delle nuove norme COVID sulla Dad e quarantene scolastiche, perché «discriminano i bambini non vaccinati». Vorremmo ridergli in faccia, ma Salvini, teoricamente vaccinato, ora è in quarantena positivo al COVID, quindi non si può.
Avete capito? La discriminazione dei bambini. I genitori sono alla fame, i genitori li hanno ritirati da scuola – quanti casi ci sono di bambini in istituti privati che ora non frequentano più perché i genitori, sospesi senza stipendio, sono sul lastrico? Pensate agli asili pubblici, dove, grazie alla legge Lorenzin (grande esperimento politico prodromico del presente pandemico) la famiglia contraria ai vaccini già non poteva mandare i bambini, perché vigente l’obbligo di vaccinazione: l’unica possibilità era l’asilo privato, che è difficile permettersi se si è senza stipendio.
Quella della DAD, con i bambini nel cuore del premier che fu sovrano della torre BCE passando per Goldman Sachs e panfilo Britannia, è come abbiamo detto una strategia pubblicitaria, è fumo negli occhi.
Ma non solo: sanno che esistono dei genitori, che per un ragionamento francamente stupido, dicono «io accetto il rischio del vaccino, ma non per mio figlio». Quelle che accettano la roulette russa mRNA, ma «mai per i piccoli».
Una percentuale dice così al momento, poi magari pian piano vede erodersi il suo eroismo genitoriale e offre allo Stato pandemico anche il piccolo deltoide della prole. (Non dite loro che se la roulette russa butta male, gli amati figli si possono ritrovare con un genitore danneggiato al punto magari di non poter più far il genitore, oppure si risvegliano proprio orfani)
Un’altra porzione di genitori contrari alla siringa sui piccoli, invece, potrebbe rimanere dell’idea: e questo è un rischio che non si può correre, la trasformazione dei vaccinati in no vax non è accettabile per le logiche della pièce in scena.
Quindi: liberiamo i bambini, dimentichiamoci dei contagi tra i piccoli, del resto lo Stato vuole loro bene: e loro lo sanno, i ringraziano con tentati suicidi, suicidi realizzati, anoressie precoci, disturbi dell’apprendimento, malattie mentali, violenze pubbliche di ogni tipo.
Ma non è finita. Perché ad una certa hanno fatto parlare Roberto Speranza.
«La certificazione verde COVID-19 ha validità a far data dalla medesima somministrazione senza necessità di ulteriori dosi di richiamo». Tutti con i cappellini a cono e le trombette: chi ha il green pass, almeno loro, lo avranno indefinitamente? Yeeee…
Leggete bene le avvertenze prima dell’uso.
«Prolunghiamo la vigenza del green pass dopo il booster: oggi è di 6 mesi. La valutazione del governo è di non porre limiti al green pass per chi ha il booster, che oggi conta 34 milioni di italiani».
Avete letto. Rileggete, magari dal sito dell’ANSA.
«La bozza del decreto prevede dunque che, per chi ha completato il ciclo vaccinale e anche per chi si è contagiato e è guarito dopo essersi vaccinato, il pass ha validità “senza necessità di ulteriori dosi di richiamo”. Dunque, illimitata. Per chi, invece, si è contagiato dopo la prima dose, il certificato varrà 6 mesi». Corsivo nostro.
Se siete guariti, magari dopo aver preso il virus in questo tsunami ancora in corso, avrete il green pass senza scadenza solo se siete guariti dopo essere stati vaccinati
Quindi, chiariamoci subito: se siete guariti, magari dopo aver preso il virus in questo tsunami ancora in corso, avrete il green pass senza scadenza solo se siete guariti dopo essere stati vaccinati.
Cioè, se siete stati gabbati – vi siete vaccinati per non prendere la malattia, l’avete presa lo stesso, magari finendo in terapia intensiva – sarete premiati, è pronto per voi un ristoro che vi ridà qualche (qualche) libertà in più.
Se invece avete preso il COVID da non vaccinati, pare di capire, non avrete nulla: green pass a scadenza come i vostri anticorpi, anche se sono identici a quelli del vaccinato guarito.
Cioè, se siete stati gabbati – vi siete vaccinati per non prendere la malattia, l’avete presa lo stesso, magari finendo in terapia intensiva – sarete premiati, è pronto per voi un ristoro che vi ridà qualche (qualche) libertà in più
Sicuro: questa è un’evidenza scientifica. Il guarito vaccinato vale più del guarito non vaccinato. Non scherziamo: sappiamo che questo è (in modo strisciante, perché hanno paura di farlo davvero alla luce del sole) il cambio di paradigma a cui ci hanno preparato, e che è già subdolamente praticato da tanti Stati in tutto il mondo: l’immunità naturale non esiste, non conta – conta solo l’immunità vaccinale.
Il lettore di Renovatio 21 lo ricorda quando lo segnalammo un anno fa: in modo un po’ furtivo, qualcuno aveva cambiato la definizione di immunità di gregge sul sito dell’OMS. «L’immunità di gregge si ottiene proteggendo le persone da un virus, non esponendole ad esso» ora sta scritto nel sito dell’ONU della Sanità. «L’immunità di gregge esiste quando viene vaccinata un’alta percentuale della popolazione». È inutile dirvi che ciò contraddice decenni di immunologia, giusta o sbagliata che fosse.
In pratica, l’unico anticorpo che la Repubblica accetta, è quello Pfizer, Moderna, AZ, J&J.
Se invece avete preso il COVID da non vaccinati, pare di capire, non avrete nulla: green pass a scadenza come i vostri anticorpi, anche se sono identici a quelli del vaccinato guarito
È così ovunque: gli obblighi di vaccinazione semplicemente ignorano chi ha già avuto il COVID. Ti fai la sprizza mRNA, ebbasta: non ci importa se il tuo corpo è già protetto.
Ancora. Speranza va avanti, con sincerità encomiabile.
«Se una regione finisce in zona rossa, le limitazioni connesse non riguarderanno le persone vaccinate”». Traduciamo: lockdown per i non vaccinati.
Quindi: urrà, «l’Italia riapre. Ma con il green pass e con l’Apartheid biotica realizzata, in attesa magari dei lager, come in Australia e come parrebbe voglia indicare la legge austriaca.
In pratica, l’unico anticorpo che la Repubblica accetta, è quello Pfizer, Moderna, AZ, J&J.
Vi stupite che si finisca a parlare di repressione, confinamenti? Forse vi dimenticate che Speranza, passato indenne tra Conte e Draghi nonostante gli scandali internazionali (e nonostante abbia un partito che vale forse il 3%) è de facto un poliziotto più poliziotto dei poliziotti, al punto che il capo di questi gli aveva ricordato, quando voleva mandare le volanti a controllare le festicciole in casa a seguito delle delazioni dei vicini, che una cosa del genere non si può fare, forse nella Repubblica di Weimar…
A questo punto vi farete la solita domanda: perché?
A questo punto, vi diamo la solita risposta.
Dovrebbe esservi chiaro che siamo dinanzi alla fotocopia di quello che abbiamo visto in Francia, con il furbo premier Castex a dichiarare che avrebbe sì riaperto, ma tenendo per un po’ il pass sanitario.
Ricordate? Il presidente Macron aveva giurato di volere rendere la vita dei non vaccinati impossibile («immerdarli», secondo la traduzione che bisognerebbe dare). Preparano altre regole di clausura generale. Poi, quattro giorni dopo, ecco che premier e ministro della Salute di Francia tirano fuori un piano di liberazione graduale, tanto che riaprono le discoteche nel picco di Omicron.
Urrà, «l’Italia riapre. Ma con il green pass e con l’Apartheid biotica realizzata, in attesa magari dei lager, come in Australia e come parrebbe voglia indicare la legge austriaca
Solo una cosa, il pass francese resta. «Applicheremo il pass vaccinale per tutto il tempo necessario, ma non più del necessario». Insomma, il pass è più importante dei contagi.
In Italia è lo stesso. Anzi: in Italia è dove l’esperimento del fascismo elettronico verde (lo ha chiamato più o meno così un articolo del Wall Street Journal di recente) è andato più a fondo. Più a fondo perfino di Israele, che il green pass lo ha inventato, e ora invece vuole liberarsene.
No. Il green pass resta in piedi, in Italia. A quelli obbedienti, ai bovini vaccini, sarà esteso. Ma non sarà tolto.
Il lettore di Renovatio 21 sa perché.
Sul green pass correrà l’euro digitale. Cioè l’abolizione del contante. Cioè la certificazione economica ed informatica del vostro nuovo status di esseri umani: la schiavitù
Sul green pass correrà l’euro digitale. Cioè l’abolizione del contante. Cioè la certificazione economica ed informatica del vostro nuovo status di esseri umani: la schiavitù.
L’intenzione viene dritta dalla BCE, che lo ha annunciato tante volte, lo ha dichiarato «inevitabile» , ora sappiamo che sta studiando come il green pass servirà a giudicarci per come paghiamo le tasse – ed è la stessa BCE sulla cui torre prima si posavano Draghi.
Gli stessi Draghi che parteciparono attivamente alle «privatizzazioni» delle industrie pubbliche del Paese – cioè alla sua svendita.
Non credo che serva un disegnino. Per lo meno ai lettori di Renovatio 21.
È in atto la desovranizzazione definitiva del vostro Paese, ma non solo. L’attacco ora è arrivato fin dentro le vostre cellule, a livello biomolecolare: la vostra sovranità biologica è stata espugnata dal potere costituito
È in atto la desovranizzazione definitiva del vostro Paese, ma non solo.
L’attacco ora è arrivato fin dentro le vostre cellule, a livello biomolecolare: la vostra sovranità biologica è stata espugnata dal potere costituito.
Andranno oltre. Il controllo di estenderà su ogni ramo della vostra vita, con modalità alle quali nemmeno Pechino è arrivata.
Non stiamo dicendo per ischerzo.
Andranno oltre. Il controllo di estenderà su ogni ramo della vostra vita, con modalità alle quali nemmeno Pechino è arrivata
A breve, non ci sarà niente da ridere. Per i non vaccinati, per i vaccinati. Per tutti.
Non avete idea di quale contratto sia stato firmato con la vostra paura e la vostra indifferenza.
E ora lasciate che l’Italia riapra, ma solo per la schiavitù.
Roberto Dal Bosco
Geopolitica
Zakharova e le sanzioni ai media russi: gli USA stanno diventando una «dittatura neoliberista»
Le ripetute sanzioni volte a limitare la libertà dei media russi negli Stati Uniti sono un segnale dell’erosione dei valori democratici a Washington, ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova.
La portavoce ha rilasciato queste dichiarazioni all’agenzia di stampa RIA Novosti a margine dell’Eastern Economic Forum tenutosi mercoledì a Vladivostok, poche ore dopo l’introduzione di un nuovo ciclo di sanzioni da parte degli Stati Uniti.
Washington ha imposto severe restrizioni ai media russi in passato, ha osservato Zakharova. L’imposizione di queste nuove sanzioni «testimonia l’irreversibile degrado dello stato democratico negli Stati Uniti e la sua trasformazione in una dittatura neoliberista totalitaria», ha affermato, aggiungendo che i notiziari sono diventati una «merce di scambio nelle dispute di parte e il pubblico è deliberatamente tratto in inganno da insinuazioni su mitiche interferenze nei “processi democratici”».
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Gli attacchi ai media russi sono «il risultato di operazioni attentamente ponderate» pianificate dai servizi segreti e coordinate con i principali organi di informazione, ha affermato la Zakharova.
L’obiettivo, ha affermato, è «sterilizzare lo spazio informativo nazionale e, in futuro, globale da qualsiasi forma di opinione dissenziente». Questa nuova «caccia alle streghe» è volta a mantenere «la popolazione in uno stato di stress permanente», oltre a costruire l’immagine di «un nemico esterno», in questo caso la Russia, ha sottolineato la portavoce.
Mercoledì, i dipartimenti di Giustizia, Stato e Tesoro hanno annunciato uno sforzo congiunto per colpire con sanzioni e accuse penali i media russi, tra cui il noto notiziario governativo Russia Today, e gli individui che l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden afferma essere «tentativi sponsorizzati dal governo russo di manipolare l’opinione pubblica statunitense» in vista delle elezioni presidenziali di novembre.
Queste azioni degli Stati Uniti «contravvengono direttamente ai loro obblighi di garantire il libero accesso alle informazioni e il pluralismo dei media» e non rimarranno senza risposta, ha affermato la Zakharova.
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Immagine di Diana Robinson via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Pensiero
JFK: perché le vere repubbliche odiano la censura e necessitano una stampa libera
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Epidemie
Ma il papa si preoccupa del vaiolo delle scimmie perché teme per i suoi cardinali gay?
All’Angelus di domenica scorsa il papa ha parlato di un tema che gli sta a cuore particolarmente: la nuova epidemia di vaiolo delle scimmie.
«Desidero manifestare la mia solidarietà alle migliaia di persone colpite dal vaiolo delle scimmie, che costituisce ormai un’emergenza sanitaria globale» ha detto il Bergoglio dalla finestrella in Piazza San Pietro la scorsa domenica 25 agosto. «Prego per tutte le persone contagiate, specialmente la popolazione della Repubblica Democratica del Congo, così provata. Esprimo la mia vicinanza alle Chiese locali dei Paesi più colpiti da questa malattia e incoraggio i governi e le industrie private a condividere la tecnologia e i trattamenti disponibili affinché a nessuno manchi l’adeguata assistenza medica».
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Ci si può chiedere come mai il romano pontefice tanto si interessi di un tema che sta passando, di fatto, un po’ in sordina, nonostante gli sforzi allarmistici dell’etiope OMS Tedros e la bava che sale alla bocca alle virostar catodiche nostrane, che non vedono l’ora di tornare alla TV.
Ecco il papa «virologo» che asseconda «i piani criminali dell’élite globalista», ha tuonato monsignor Viganò. «Bergoglio smette provvisoriamente i panni dell’esperto climatologo nei quali ha rilanciato ossessivamente la narrazione dell’agenda green, per indossare il camice del virologo e dare il suo sostegno alla propaganda psicopandemica sul vaiolo delle scimmie, che altro non è se non uno degli effetti avversi indotti dal siero sperimentale che aveva tanto insistentemente raccomandato all’epoca della farsa del COVID».
Ma allora, perché gli stia così a cuore questa malattia più di altre?
Al di là dell’argomento terzomondista (sappiamo benissimo che per il Bergoglio l’amore per la «periferia» è solo una finzione di facciata: altrimenti non avrebbe fatto adirare l’intero episcopato africano con le benedizioni omofile della Fiducia Supplicans), potrebbe esserci di mezzo una questione profonda, e costante, e strutturale, di questo Papato: Sodoma e i suoi cittadini.
Tutti ricorderanno che, due anni fa, quando scoppiò la paura del vaiolo delle scimmie, perfino le autorità sanitarie internazionali iniziarono ad ammettere che il morbo colpiva soprattutto gli «uomini che fanno sesso con altri uomini», espressione neolinguistico-orwelliana per indicare i sodomiti, che secondo il dato britannico costituivano il 99% dei casi.
La sanità italiana, rammenterete, salì in cattedra. Il ministero della Salute della Repubblica diede la precedenza ai gay sul resto della popolazione per l’iniezione del vaccino (è legale?), poi passò a fare una lista incredibile della morfologia dell’attività omosessuale moderna.
«Persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM) che rientrano nei seguenti criteri di rischio: storia recente (ultimi 3 mesi) con più partner sessuali; partecipazione a eventi di sesso di gruppo; partecipazione a incontri sessuali in locali/club/cruising/saune; recente infezione sessualmente trasmessa (almeno un episodio nell’ultimo anno); abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche (Chemsex)».
Alcuni di questi termini abbiamo notato siano rispuntati anche in questi giorni.
Insomma: con gli allarmi epidemici che si alzavano durante i gay pride, e con casi di cronache sconcertanti e rivoltanti che spuntavano fuori ogni giorno, sembrava chiaro che il vaiolo delle scimmie stava per divenire un nuova «malattia dei gay», come è stato per l’AIDS nei primi tempi, prima che si cominciasse a tirare fuori casi come quello del cestista NBA Magic Johnson (o più recentemente gli Oscar al film Texas Buyers Club, dove pure il cattivo era Anthony Fauci…) a dimostrare che, dai, anche gli etero potevano ammalarsi.
E quindi ci domandiamo: non è che il papa della «frociaggine», o i suoi pupari, sono preoccupati per la quantità di cardinali gay suoi elettori?
Non scriviamo per rivangare la voce secondo cui la lobby gay, da McCarrick in giù, avrebbe complottato per l’elezione di Bergoglio – ottenendo in cambio quello che abbiamo visto, la persecuzione della Messa Antica (partita con quella dei Francescani dell’Immacolata e continuata ora con il prossimo bando totale che segue al motu proprio Traditionis Custodes) nonché la pax omoerotica vaticana, col «chi sono io per giudicare» e con la Fiducia Supplicans.
No, parliamo perché abbiamo nelle orecchie una storia ripetuta la settimana scorsa dal geniale investitore miliardario Peter Thiel (ora accusato di essere il puparo della futura amministrazione Trump, in particolare del vicepresidente JD Vance) durante il podcast di Joe Rogan. Parlando di Epstein – che Thiel ha ammesso di aver conosciuto grazie al suo ex socio e ora finanziatore democratico anti-Trump Reid Hoffman – e del kompromat, cioè del materiale compromettente scavato per ricattare qualcuno, il ricco fondatore di PayPal ed allievo di Réné Girard racconta: «si dice che l’80% dei cardinali nella Chiesa cattolica siano gay. Non so se sia vero, ma la direzione è corretta: la tesi di base è che non viene promosso ad essere cardinale se sei eterosessuale, perché dobbiamo fare in modo che tu sia compromesso, così sei sotto controllo, ma fai carriera»
WATCH — Former CEO of PayPal Peter Thiel tells Joe Rogan that approximately 80% of cardinals in the Catholic Church are gay and says “you don’t get promoted to a cardinal if you’re straight.” pic.twitter.com/Vh81mLBBRf
— Not A Number (@myhiddenvalue) August 20, 2024
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Certo, non è la prima volta che sentiamo questa storia, questa percentuale. Ma tornarci col pensiero fa un po’ male.
Se l’80% dei 142 cardinali è omosessuale (ed è, per questo, ricattabile, ricattato, compromesso), ciò significa che i porporati di Sodoma sono almeno 113. E si tratta solo della punta dell’iceberg: per ciascuno di essi, quanti vescovi, quanti sacerdoti che li sostengono sono della cricca invertita?
Le domande che uno può porsi si fanno sempre più abissali: che papa può eleggere un conclave gay?
Qualcuno insinua che pontefici omofili potrebbero già esserci stati, ma certo non erano frutto di conclavi popolati da una maggioranza di omosessuali organizzati. Non è un caso accidentale singolo: qui parliamo di una struttura vera e propria.
Il pensiero da fare, quindi, è: cosa bisogna fare per fermare tutto questo?
Cosa è necessario fare per pulire, per resettare questo quadro impazzito?
Questa è la vera infezione da combattere. Non il vaiolo scimmiesco, che, lo comprendiamo bene, può preoccupare non poco il personale del Sacro Palazzo sotto l’occupazione omo-modernista.
Roberto Dal Bosco
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