Economia
Abolizione del contante, il CEO di Blackrock dice che la crisi ucraina potrebbe accelerare il processo
l CEO della società di gestione patrimoniale BlackRock ha affermato che la crisi Russia-Ucraina potrebbe portare a un maggiore utilizzo delle valute digitali – con conseguente abolizione del contante.
«La guerra spingerà i paesi a rivalutare le loro dipendenze valutarie», ha affermato il CEO Larry Fink in una lettera agli azionisti il 24 marzo.
«Anche prima della guerra, diversi governi stavano cercando di svolgere un ruolo più attivo nelle valute digitali e definire il quadri normativi in cui operano».
Come noto, la nuovaiorchese BlackRock è la più grande società di investimento nel mondo, con un patrimonio totale di oltre 10 trilioni di dollari.
La lettera di BlackRock ha esaminato le azioni intraprese dalla società in merito agli investimenti russi e le opinioni di Fink su come la guerra potrebbe influenzare i mercati.
«La banca centrale statunitense, ad esempio, ha recentemente lanciato uno studio per esaminare le potenziali implicazioni di un dollaro digitale statunitense», scrive il gestore del fondo trilionario.
«Un sistema di pagamento digitale globale, progettato con cura, può migliorare il regolamento delle transazioni internazionali riducendo al contempo il rischio di riciclaggio di denaro e corruzione».
«Le valute digitali possono anche aiutare a ridurre i costi dei pagamenti transfrontalieri, ad esempio quando i lavoratori espatriati restituiscono i guadagni alle loro famiglie», ha affermato. «Mentre vediamo un crescente interesse da parte dei nostri clienti, BlackRock sta studiando valute digitali, stablecoin e le tecnologie sottostanti per capire come possono aiutarci a servire i nostri clienti».
La digitalizzazione del danaro, cioè l’avvento di una società cashless, senza contante, ha silenziosamente fatto salti da gigante durante la pandemia.
Molti Stati se ne stanno interessando. Il 9 marzo il presidente Joe Biden ha emesso un ordine esecutivo che incaricava la sua amministrazione di sviluppare un rapporto su vari aspetti della valuta digitale.
La Cina, che ha già una società sempre più distaccata dal contante, ha annunciato che potrebbe partire con lo yuan digitale, una questione che preoccupa alcuni osservatori occidentali.
In Canada l’unione bancaria, d’accordo con il governo, spinge per un «digital ID» pensato dal World Economic Forum di Klaus Schwab.
Come riportato da Renovatio 21, l’Ucraina, poco prima della guerra aveva avviato un sistema di identificazione digitale governativo che comprendeva anche la gestione vaccinale, oltre che avere un wallet di valuta digitale sul quale il governo accreditava danaro elettronico in cambio dell’avvenuta vaccinazione.
La Russia ha invece fatto l’enigmatica mossa di imbrigliare il bitcoin, una valuta elettronica senza padroni, che anche la Cina ha proibito, e che in India cominciano a considerare una minaccia alla «sovranità finanziaria del Paese», ma che andava fortissima in altri Paesi asiatici come il Kazakistan.
I passi più consistenti verso l’abolizione del contante e l’avvento dell’inquietante «danaro programmabile» li ha tuttavia fatti l’Unione Europea, che descrive il suo euro digitale come «inevitabile».
Come riportato in più articoli da Renovatio 21, l’euro digitale correrà sul sistema informatico inaugurato con il green pass, il quale è stato preparato prima del COVID-19.
Il danaro programmabile non vi consentirà di acquistare determinati beni, se il potere centrale lo riterrà giusto: niente dolci se diete diabetici, niente salmone se siete indietro con il mutuo, niente benzina se «il climate change…» etc.
Il danaro programmabile può inoltre circoscrivere nello spazio e nel tempo i vostri acquisti: niente pizza fuori dal vostro comune, niente birra dopo una certa ora – limiti di spostamente su base comunale e coprifuoco li avete sperimentati poco fa.
Non verserete più le tasse, vi saranno automaticamente prelevata dal portafoglio digitale: già ora si sta preparando lo scorporo dell’IVA siffatto, con l’imposta sul valore aggiunto che viene inviata al fisco nel momento stesso della transazione.
Il sistema del wallet digitale e della premialità del green pass sarà perfettamente adatta all’era di razionamenti a cui ci stanno preparando.
È inutile nasconderselo: chi sarà vaccinato, chi avrà pagato tutte le tasse e le multe, chi non avrà ban per aver detto cose contrarie alla narrazione, magari avranno diritto alle razioni, gli altri no. È il principio di divisione sociale che si è istituito con il COVID, e che ha generato un’ intera architettura elettronica che lo possa mantenere per sempre.
L’idea sottostante è quella di trasforma la cittadinanza in accesso alla piattaforma unica di controllo, dove il cittadino, invece che latore di diritti, e un utente che dispone di «accessi» – e questa è letteralmente la logica, già pienamente accettata dalla popolazione, dietro al green pass.
Si tratta di una trasformazione radicale, che cambierà per sempre la società in senso cibernetico, cioè, nell’etimo greco, nel senso del controllo.
La piattaforma dove avrete il vostro (vostro per modo di dire) danaro digitale sarà lo strumento della vostra sottomissione totale: un clic e potreste sparire, senza sostanze, senza diritti, senza libertà.
Il compito di ogni forza che vuole difendere la Civiltà è quello di opporsi con ogni energia alla società senza contante e ai suoi ierofanti politici e finanziari.
Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)
Economia
L’ammissione del senatore Graham: Washington vuole le risorse dell’Ucraina
Il senatore statunitense Lindsey Graham ha dichiarato apertamente che Washington ha bisogno delle risorse naturali dell’Ucraina e che, pertanto, gli aiuti militari al paese devono continuare finché Kiev non sarà in grado di «vincere» il conflitto con la Russia.
Il repubblicano della Carolina del Sud, uno dei principali sostenitori di Kiev all’interno dell’establishment statunitense, ha rilasciato tali dichiarazioni venerdì a Kiev, parlando insieme al leader Volodymyr Zelens’kyj, elogiando gli ucraini e la loro presunta determinazione a combattere Mosca a prescindere da tutto, sottolineando che ciò significa che gli americani stessi non devono farlo, ma solo fornire le armi.
Secondo il senatore USA, gli ucraini «sono seduti su un valore di un trilione di dollari in minerali che potrebbero essere utili alla nostra economia. Quindi, voglio continuare ad aiutare i nostri amici in Ucraina. Possiamo vincere. Hanno bisogno del nostro aiuto», ha affermato il Graham.
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Il senatore è stato a lungo molto aperto sui veri obiettivi di Washington nel conflitto tra Mosca e Kiev, sollevando ripetutamente la questione dei «trilioni di valore» di risorse nelle mani degli ucraini come un bene cruciale e il premio finale per gli Stati Uniti. In precedenza aveva anche descritto le morti dei russi nel conflitto come “il miglior denaro che abbiamo mai speso” e un solido investimento a tutto tondo per gli Stati Uniti.
La nuova ammissione di Graham corrisponde alla valutazione delle motivazioni degli Stati Uniti recentemente delineata dall’ex presidente russo e vicepresidente in carica del Consiglio per la sicurezza nazionale, Demetrio Medvedev.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa settimana, Medvedev aveva affermato che sia Kiev sia i suoi sostenitori occidentali si sono concentrati sul mantenere la presa sul Donbass esclusivamente per le sue ricchezze di risorse naturali.
«Secondo i dati open source, il valore totale dell’ex base di risorse minerarie dell’Ucraina è stimato in quasi 14,8 trilioni di dollari, ma 7,3 trilioni di dollari di questi sono ora nelle Repubbliche popolari di Luhansk e Donetsk. Ciò significa che quasi metà della ricchezza nazionale dell’ex Ucraina è nel Donbass!» aveva spiegato Medvedev in un lungo post su Telegram.
«Per avere accesso ai minerali ambiti, i parassiti occidentali pretendono spudoratamente che i loro protetti dichiarino guerra all’ultimo ucraino. Stanno già esprimendo direttamente tale intenzione senza esitazione», ha aggiunto l’ex presidente russo.
Lindsey Graham, falco nella politica internazionale di Washington, è accesissimo sostenitore di Israele e di Kiev, dove pure venne premiato. A inizio del conflitto ucraino aveva domandato pubblicamente l’assassinio di Putin. Recentemente è stato recentemente messo nella lista dei terroristi ricercati dalla Russia.
Il Graham è considerato un «moderato» che ha a lungo frustrato i conservatori a causa delle sue posizioni su questioni come l’immigrazione clandestina e il sostegno «bipartisan» ai candidati democratici, anche se negli ultimi anni Graham ha tentato di ingraziarsi alcuni della destra diventando uno dei più grandi sostenitori del presidente Donald Trump, sostegno che Trump pare ricambiare. Per il suo comportamento riguardo al 6 gennaio 2021 Graham fu attaccato pubblicamente dalla base trumpiana.
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Di fatto, varie volte Graham ha parlato pubblicamente dell’amicizia che lo lega a Joe Biden.
Nel 2020 un attore pornografico omosessuale, Sean Harding, accusò un senatore di iniziali LG di aver impiegato «ogni prostituto di mia conoscenza». Come riporta il Washington Post, «l’hashtag #LadyGraham è esploso sui social (…) l’hashtag, insieme alla forma abbreviata “Lady G”, si riferisce presumibilmente al soprannome di Graham tra i lavoratori del sesso maschile».
La conduttrice TV Chelsea Handler si è quindi riferita al senatore come ad un omosessuale non dichiarato. Graham è considerato dal mondo omosessualista di aver passato legislazioni «omofobiche».
Come riportato da Renovatio 21, il Graham era nella pattuglia dei soli cinque parlamentari USA a favore di una risoluzione a sostegno dell’industria della fecondazione in vitro.
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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
Economia
L’India supera la Cina e diventa il principale acquirente di petrolio della Russia
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Economia
Economista tedesco spiega come la Germania sta distruggendo la sua stessa industria con l’auto elettrica
In un’intervista di ieri al quotidiano economico svizzero Neue Zürcher Zeitung, Hans-Werner Sinn, presidente emerito dell’Istituto per la ricerca economica (IFO) con sede a Monaco di Baviera, ha denunciato la decisione dell’UE di imporre la sostituzione dei motori a combustione con le auto elettriche.
«Le auto elettriche non sono esenti da CO2, come sostiene l’UE» ha dichiarato il Sinn. «Insieme alla batteria, ogni auto trasporta una pesante zavorra di CO2 e, sebbene lo scarico non sia collegato all’auto, di solito si trova a pochi chilometri di distanza, in una centrale elettrica a carbone. Il divieto dei motori a combustione, insieme ad altri peccati di politica energetica, ha portato la Germania alla deindustrializzazione».
«La Germania sta distruggendo la propria industria. Altri paesi lo accoglieranno con favore, ma non lo copieranno», ha osservato Sinn, indicando la disastrosa strategia verde e non energetica.
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Come riportato da Renovatio 21, già un anno fa si registrava un calo considerevole delle auto elettriche vendute in Germania.
Una conseguenza del flop dell’elettromobilità può essere consideratata la crisi del produttore di batterie Varta, che ha registrato un calo dei ricavi dell’8,5% nel secondo trimestre 2023.
L’aumento di auto elettriche è una questione da non prendere alla leggera: la California, per esempio, annuncia orgogliosa la fine delle auto a combustibile per poi dire ai propri cittadini di non ricaricare l’auto perché potrebbe produrre blackout nello Stato.
Come riportato da Renovatio 21, il CEO della Formula 1 Stefano Domenicali a inizio anno aveva detto in un’intervista che la F1 mai diverrà elettrica.
Il tema della produzione delle batterie e dell’approvvigionamento di litio rimane una grande sfida politica che i nostri politici sembrano non aver capito.
La Cina nel frattempo si muove verso la nuova tecnologia delle batterie a ioni di sodio.
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Immagine di Avda / www.avda-foto.de via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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