Cina
Il pericolo assoluto della nuova moneta digitale cinese. «È come un cancro»

«Immagina una valuta che ha quasi una mente propria… Conosce i dati del tuo conto, conosce la tua data di nascita, il tuo numero di previdenza sociale, conosce dove vivi» e cosa esattamente ti piace comprare.
E tutta questa conoscenza sarebbe nelle mani del Partito Comunista Cinese.
«Penso che il renminbi digitale sia la più grande minaccia per il mondo così com’è oggi»
In una densa, potente intervista per la testata americana Epoch Times, il gestore di Hedge Fund Kyle Bass ha rilasciato dichiarazioni di grande profondità sulla situazione politica, geopolitica, economica, sociale, scientifica, bioetica riguardo alla Cina e alla sua ascesa come centro di influenza planetaria.
Secondo l’investitore Texano, il regime cinese sta usando la sua nuova valuta digitale controllata dallo stato come un cavallo di Troia contro le democrazie occidentali e «il mondo libero deve metterla fuori legge,».
«Penso che il renminbi [la valuta cinese detta anche yuan, ndr] digitale sia la più grande minaccia per il mondo così com’è oggi», ha detto fondatore Bass nell’intervista.
«Sono così bravi a sfruttare ogni fessura, ogni angolo, ogni crepa… Prendono la nostra apertura e la sfruttano»
Bass è il fondatore e Chief Investment Officer di Hayman Capital Management, un hedge fund con base a Dallas. Il Bass fu una delle poche persone che scommise con successo sullo scoppio della bolla dei subprime. Ora invece prevede la minaccia di una nuova valuta digitale cinese tramite la quale il regime di Pechino potrebbe costringere i paesi a usarlo.
«Sono così bravi a sfruttare ogni fessura, ogni angolo, ogni crepa… Prendono la nostra apertura e la sfruttano», dice Bass.
La nuova arma di influenza mondiale del Partito Comunista Cinese sarà, quindi, un’arma economica, elettronica.
«Penso che li vedrai lanciare il Valuta digitale della Banca centrale cinese, lo yuan digitale. Penso che sia un cavallo di Troia digitale»
«Penso, Jan, che la minaccia più grande sia qualcosa su cui hanno lavorato per molti anni e che verrà lanciata entro la fine dell’anno, 2021, all’inizio del 2022. Penso che li vedrai lanciare il Valuta digitale della Banca centrale cinese, lo yuan digitale. Penso che sia un cavallo di Troia digitale».
Penso che molte persone nella comunità dell’Intelligence e della difesa siano anche molto preoccupate di quali siano le loro intenzioni e che tipo di funzionalità avrà la valuta digitale per quanto riguarda i suoi usi globali e consentirà al Partito comunista cinese di proiettare il proprio autoritarismo digitale in tutto il mondo.
Il sistema cinese di controllo sociale è in via di esportazione, perfino in America. La Cina agisce con un suo sistema di sanzioni in grado di generare spirali del silenzio attorno a canali e messaggi contrari al PCC:
«Immagina una valuta che ha quasi una mente propria. Sa dove si trova, sa che è nel tuo account, conosce i dati del tuo account, conosce la tua data di nascita, il tuo numero di previdenza sociale, dove vivi. In realtà conosce le tue propensioni di spesa e come le spendi perché è centralizzato, non è decentralizzato. È l’opposto della crittografia privata, ma ha una mente propria e ha la conoscenza»
«Sappiamo che hanno un rigido governo autoritario all’interno delle mura della Cina, dove controllano la popolazione con cose come i punteggi di credito sociale e manipolano le attività, le azioni, i pensieri e persino le parole della popolazione a livello locale e nazionale . Non crediamo che possano censurare le persone negli Stati Uniti, ma sono sicuro che, come voi di Epoch Times sapete, possono censurare praticamente chiunque abbia accordi commerciali».
La censura praticata da Facebook a chiunque osasse parlare della teoria per cui il COVID era un virus sintetico uscito dal laboratorio, può fare da esempio: e badate che Facebook non è nemmeno permesso in Cina, ma tanto danaro cinese finisce in Facebook per fare pubblicità verso gli occidentali.
Tuttavia, un pericolo ben maggiore arriva quando la moneta diventa «intelligente»
«Ora, immagina una valuta che ha quasi una mente propria. Sa dove si trova, sa che è nel tuo account, conosce i dati del tuo account, conosce la tua data di nascita, il tuo numero di previdenza sociale, dove vivi. In realtà conosce le tue propensioni di spesa e come le spendi perché è centralizzato, non è decentralizzato. È l’opposto della crittografia privata, ma ha una mente propria e ha la conoscenza».
Di qui l’incubo di una sorveglianza iper-orwelliana, che in Cina è già realtà da ben prima della pandemia.
«Il Partito Comunista Cinese sa cosa stai facendo. Quindi immagina, se tu ed io fossimo seduti qui in questa intervista e dicessi qualcosa di negativo sul Partito Comunista Cinese e avessi accettato lo yuan digitale come pagamento, potrebbero semplicemente spegnerlo o potrebbero limitare la mia capacità di acquistare un biglietto aereo in Cina. Potrebbero limitarmi, potrebbero influenzarmi allo stesso modo in cui influenzano la loro stessa gente se avessero abbastanza agganci in me, se avessi abbastanza yuan digitale».
«Il Partito Comunista Cinese sa cosa stai facendo. Quindi immagina, se tu ed io fossimo seduti qui in questa intervista e dicessi qualcosa di negativo sul Partito Comunista Cinese e avessi accettato lo yuan digitale come pagamento, potrebbero semplicemente spegnerlo o potrebbero limitare la mia capacità di acquistare un biglietto aereo in Cina. Potrebbero limitarmi, potrebbero influenzarmi allo stesso modo in cui influenzano la loro stessa gente se avessero abbastanza agganci in me, se avessi abbastanza yuan digitale»
In realtà, la sostituzione del dollaro è una prospettiva ancora molto lontana dalla realtà internazionale.
«Oggi la valuta cinese non viene utilizzata in nessun posto del mondo, giusto? Circa l’1,8% degli insediamenti transfrontalieri avviene in RMB o nel loro yuan. Se togli lo strato di quella cipolla, vedi che quasi l’intero 1,8 percento è la Cina che commercia con Hong Kong, che è essenzialmente la Cina che commercia con se stessa. Quindi oggi la Cina no, anche se tutti noi crediamo nella narrativa della potenza economica cinese, oggi è tutto basato sui dollari, ed è tutto basato sulla loro capacità di accedere ai dollari. E così, gli Stati Uniti oggi hanno tutte le carte in regola».
«Mi stai chiedendo se saranno la nuova valuta di riserva globale. No, non saranno nemmeno vicini, ma se passassero da zero a 15, sarebbe un problema, soprattutto se avesse questi attributi di cui stiamo parlando io e te, giusto? Se fossero in grado di mettere nelle mani delle persone che volevano davvero influenzare, un problema molto grosso, giusto?»
«Non diventeranno presto la valuta di riserva globale come lo è il dollaro, ma da zero a 15 è un problema. Da zero a cinque è un problema. Penso che dobbiamo pensare alle cose a salti quantici. Da zero a 15 è un salto di qualità nell’insediamento globale».
E da qui che parte l’idea di inserire la novità della valuta elettronica di Stato, così da progredire nell’acquisto di influenza presso gli altri Paesi.
«Quando lanciano la valuta digitale della Banca centrale cinese, la loro speranza è quella di avere una massiccia influenza in tutto il mondo per scavalcare davvero dove sono oggi in una posizione molto più forte economicamente e anche dare loro un maggiore controllo».
Di qui la misura drastica proposta per il contenimento:
«Penso che dovremmo vietare la valuta e non consentire che venga gestita negli Stati Uniti. So che sembra iperbolico, ma se ci pensi fino in fondo, non puoi avere un po’ di cancro. O hai il cancro o non hai il cancro. Credo che non possiamo consentire alle società o agli individui statunitensi di effettuare transazioni nel CBDC».
«Penso che dovremmo vietare la valuta e non consentire che venga gestita negli Stati Uniti. So che sembra iperbolico, ma se ci pensi fino in fondo, non puoi avere un po’ di cancro. O hai il cancro o non hai il cancro
«Penso che quando pensi a come potrebbero costringerne l’uso, cosa succede se la Cina dice: “Se hai intenzione di effettuare transazioni nel commercio globale con la Cina, importerai o esporterai, devi stabilirti nella nostra valuta. Devi acquistarlo tramite la nostra banca centrale. Terremo i tuoi dollari, euro, yen o sterline nella nostra banca centrale e ti forniremo la valuta digitale della banca centrale. Se non vuoi negoziare con la Cina, allora va bene. Ma se lo fai, devi usare la nostra valuta. E se andassero dalla comunità degli investitori istituzionali negli Stati Uniti che non vedono l’ora di guadagnare un altro dollaro investendo in Cina e dicono: “Se hai intenzione di investire in Cina, devi investire attraverso la nostra valuta”, giusto? Possono forzarne l’uso. Immagina che tipo di controllo avranno sul mondo se detengono tutto il nostro capitale in quel modo».
L’economia finanziaria americana è apertamente corrotta dai miliardi cinesi, dice Bass.
«Quando penso a Wall Street e penso alle loro relazioni con alcuni dei miliardari negli Stati Uniti, il modo in cui creano questo evangelismo dell’essere pro-Cina e pro-business e la grandezza pro-Cina è che prendono qualcuno e gli danno 6 miliardi di dollari e dicono: “Vogliamo che tu lo investi per noi”. Questi miliardari di Wall Street dicono: “Beh, va bene, stiamo investendo qui. Non ci preoccupiamo davvero dei diritti umani. Non ci preoccupiamo di quello che sta facendo il governo qui. Investiremo qui e faremo soldi”».
È uno schizofrenia americana che va risolta:
«Se hai intenzione di investire in Cina, devi investire attraverso la nostra valuta”, giusto? Possono forzarne l’uso. Immagina che tipo di controllo avranno sul mondo se detengono tutto il nostro capitale in quel modo»
«Gli speculatori «hanno una doppia personalità o addirittura esiste uno scisma tra Wall Street e, diciamo, il complesso della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Punti i miliardari e li rendi più ricchi e crei dei cheerleader. Questo è un rischio enorme per noi. Lo fanno non solo a Wall Street,… Lo fanno in ogni luogo in cui vogliono una cheerleader che predichi il loro vangelo. Daranno a qualcuno l’accesso al mercato dei cosmetici. È una specie di corruzione indiretta, se ci pensi».
Si tratta esattamente di un programma di corruzione delle élite euroamericane:
«Se ti danno accesso perché gli piaci e gli piace quello che dici sulla Cina, e non mi danno accesso perché non gli piace quello che dico sulla Cina, di fatto ti corrompono. Non è un mercato libero. Decidono chi saranno i loro leader di pensiero in Occidente e danno loro un accesso speciale, e l’accesso speciale è analogo alla corruzione. Questo è un vero problema».
«Se ti danno accesso perché gli piaci e gli piace quello che dici sulla Cina, e non mi danno accesso perché non gli piace quello che dico sulla Cina, di fatto ti corrompono. Non è un mercato libero. Decidono chi saranno i loro leader di pensiero in Occidente e danno loro un accesso speciale, e l’accesso speciale è analogo alla corruzione. Questo è un vero problema»
«Immagina la loro capacità di raggiungere direttamente i portafogli dei membri dell’esercito americano o dei membri del Congresso. Una delle cose che i cinesi hanno cercato di fare è acquistare un enorme prestatore di mutui in difficoltà, l’unità di prestito ipotecario di GE. Bene, immagino che fosse più o meno il periodo in cui stavano facendo anche un acquisto molto surrettizio dell’app di incontri gay. Immagina se potessero trovare persone nella comunità dell’intelligence che potrebbero essere esteriormente eterosessuali con bambini e interiormente omosessuali, e potrebbero sfruttarlo, giusto?».
Come riportato da Renovatio 21, l’applicazione per incontri gay di cui parla Bass, Grindr, non solo poteva contenere materiale per ricattare migliaia e migliaia di funzionari americani, ma probabilmente anche migliaia e migliaia di sacerdoti cattolici. Di fatto, proprio dopo il passaggio di Grinder ai cinesi, si è avuto lo scandaloso accordo Sino-vaticano, con la Chiesa di Bergoglio a tradire nell’infamia i suoi martire in terra cinese.
«Stavano anche cercando di acquistare un, chiamalo gestore di mutui, in modo da sapere chi era in ritardo con i loro mutui» continua Bass per far comprendere l’operazione. «Potrebbero influenzare quelle persone in un modo molto diverso. Se sapessero chi era nei guai e sapessero di poter arrivare direttamente a te, potrebbero farti fare quello che vogliono che tu faccia».
Il grande mistero del rapporto con la Cina (e ciò è vero per qualsiasi Paese del mondo) è l’assenza di reciprocità.
«Non ci permettono nemmeno di collocare insieme i server nelle loro strutture di colo per le telecomunicazioni e sono dappertutto nelle nostre. Permettiamo, non so quanti giornalisti cinesi permettiamo qui, e loro permettono, cosa, quattro o cinque dei nostri là. Ora, hanno buttato fuori il resto dei nostri»
«Non ci permettono nemmeno di collocare insieme i server nelle loro strutture di colo per le telecomunicazioni e sono dappertutto nelle nostre. Permettiamo, non so quanti giornalisti cinesi permettiamo qui, e loro permettono, cosa, quattro o cinque dei nostri là. Ora, hanno buttato fuori il resto dei nostri».
«Penso che la reciprocità sia di vitale importanza… ma la loro infiltrazione nei mercati dei capitali e nei dollari statunitensi, i loro agganci sono così profondi ora che in alcuni degli incontri che ho avuto a Washington, dicono: “Beh, se mettiamo Alibaba nella lista, ciò causerà davvero delle perdite a pensionati americani”. Non vogliamo causare perdite ai pensionati statunitensi, quindi non possiamo metterli nella lista. Hanno questo tipo di problema troppo grande per essere inserito nella lista, troppo grande per fallire, perché si sono già infiltrati nei mercati dei capitali statunitensi. Sento che i politici statunitensi mi dicono: “Non possiamo farlo perché ci farà del male”. Dico: “Beh, è meglio che lo faccia ora. Ci farà molto più male in seguito”, giusto? È come “sopporta un po’ di dolore ora o molto dolore dopo”. E sapete, i politici, la loro risposta 100 volte su 100 è: “affronteremo il grosso del dolore più tardi. Voglio essere eletto di nuovo”. Questo è il nostro problema».
Bass sostiene si avere un dossier che raccoglie prove contro le pratiche dei giganti delle telecomunicazioni cinesi in tutto il mondo.
«Guardi Hikvision e guardi ZTE e Huawei, se guardi al modo in cui ZTE e Huawei operano nel mondo. Ma quello che ho fatto è stato mettere insieme un dossier, assumere alcune persone per andare ai tribunali locali in 20 paesi diversi in tutto il mondo e guardare i casi di corruzione contro ZTE, solo ZTE. Non crederesti a ciò che è scritto nei tribunali di casi risolti di dirigenti di ZTE che corrompono funzionari locali in paesi sovrani. Eppure, poi guido lungo la strada a Dallas e il quartier generale di ZTE negli Stati Uniti sta fiorendo a North Dallas».
«Dici che se questo è il modo in cui operano in tutto il mondo, hanno persino un capo della corruzione a Shenzhen. Pagano i soldi direttamente da Shenzhen alle persone che vengono corrotte in questi governi locali. Non lo gestiscono nemmeno più attraverso le filiali delle Isole Cayman. Eppure non interessa a nessuno».
«Le proteste a Hong Kong e il movimento per la democrazia a Hong Kong, quell’attrito che stava avvenendo tra Hong Kong e la Cina era al suo apice quando, magicamente, questo virus si è presentato e ha chiuso Hong Kong»
«Quando penso a come operano e a come potremmo fermarli, che si tratti di un esercito o di un’azienda che aiuta direttamente la sorveglianza militare come Hikvision o DJI o ZTE e Huawei, come si integrano nelle reti di tutto il mondo e, ovviamente, vendono apparecchiature di rete così economiche che entrano, entrano in queste reti. Ora hanno il flusso di informazioni, il flusso di dati. Quindi, penso che possiamo, ancora una volta – indovina un po’? –usare lo stato di diritto contro di loro».
Il texano ha parole di fuoco anche sulla geopolitica del vaccino messa in campo dalla Cina
«Ha chiuso le economie occidentali. Ciò che la Cina è stata in grado di fare durante la chiusura è essenzialmente usare la diplomazia dei vaccini in luoghi come l’America Latina, in luoghi come il sud-est asiatico, in tutti i paesi ritenuti troppo poveri per permettersi un vaccino. La diplomazia vaccinale crea una sorta di sindrome di Stoccolma su scala globale quando hai l’untore che ti dà l’antidoto al suo stesso problema, e poi lo ringrazi per la sua benevolenza, e la sua buona volontà… i Paesi lo stanno comprando».
Il vaccino «è uno strumento psicologico piuttosto efficace il fatto che l’uso della diplomazia vaccinale sia qualcosa di cui tutti dobbiamo preoccuparci… Penso che questo sia solo l’inizio. Odio sembrare troppo cospiratorio perché so che se andiamo nella tana del coniglio e sembriamo troppo complottisti, perdiamo la fiducia della gente, ma penso che farò una dichiarazione basata sui fatti: le proteste a Hong Kong e il movimento per la democrazia a Hong Kong, quell’attrito che stava avvenendo tra Hong Kong e la Cina era al suo apice quando, magicamente, questo virus si è presentato e ha chiuso Hong Kong».
Il vaccino «è uno strumento psicologico piuttosto efficace il fatto che l’uso della diplomazia vaccinale sia qualcosa di cui tutti dobbiamo preoccuparci»
L’effetto del virus sul problema di Hong Kong è visibilmente evidente.
«Tutti hanno lasciato le strade. Sono sicuro che hai visto le immagini della veglia di piazza Tiananmen del 4 giugno di due anni fa e quelle di quest’anno. È, ancora una volta, non essere troppo cospirativo, è semplicemente perfetto per la Cina, nel momento perfetto è quando è successo davvero per loro. Ha permesso loro di prendere la più grande minaccia esistenziale che ha affrontato il Partito Comunista negli ultimi 30 anni e di spegnerla. Tendo a credere che avesse qualcosa a che fare con questo».
Bass quindi parla dei diritti umani, come nel caso della predazione degli organi cui sono sottoposti i condannati in Cina.
«Guardi a ragazzi come LeBron James, che molte persone ammirano negli Stati Uniti. Quando si tratta della Cina, delle sue atrocità e del suo comportamento, si chiude e non dice una parola. Tu sai perché? Perché il suo portafoglio diventa un po’ più grande ogni anno con il contratto cinese con la NBA. Pagano l’NBA tipo un miliardo e mezzo di dollari l’anno»
«Quando ho letto il China Tribunal di Sir Geoffrey Nice, in realtà non potevo credere a quello che stavo leggendo. Ho dovuto leggerlo di nuovo».
Sir Geoffrey Nice è l’uomo che ha gestito il Tribunale per i crimini di guerra di Slobodan Milosevic all’Aia. Possiede quindi fuori dal Regno Unito ed è un QC (Queen Counsellor, un consigliere della regina).
«Nice ha pubblicato un rapporto che era così orribile e così schiacciante da capire cosa stava realmente succedendo nel settore degli espianti di organi in Cina che non potevo credere il mondo ha continuato a fare affari con loro».
Rispetto a questo orrore, il tradimento delle élite occidentali, perfino quelle sportive, diviene odioso.
«Guardi a ragazzi come LeBron James, che molte persone ammirano negli Stati Uniti. È un guerriero woke della giustizia sociale negli Stati Uniti, e quando si tratta della Cina, delle sue atrocità e del suo comportamento, si chiude e non dice una parola. Tu sai perché? Perché il suo portafoglio diventa un po’ più grande ogni anno con il contratto cinese con la NBA. Pagano l’NBA tipo un miliardo e mezzo di dollari l’anno».
In sostanza, «la Cina ha scoperto come far tacere le persone: le paghi e basta. Li paghi per stare zitti»
In sostanza, «la Cina ha scoperto come far tacere le persone: le paghi e basta. Li paghi per stare zitti. Vorrei che la moralità delle persone giocasse davvero un ruolo nelle loro decisioni su dove fare affari e con chi fare affari. Semplicemente non lo fa più. La gente finge».
Bass poi riprende l’idea dell’appoggio cinese a BLM e alle rivolte razziali del 2020, realtà sulla quale Renovatio 21 ha già scritto.
«In ogni singolo aspetto, in ogni aspetto della vita. Quando il movimento Black Lives Matter ha iniziato a crescere e a esplodere negli Stati Uniti, uno dei suoi principali finanziatori era la Cina. Se guardi i bot cinesi su Twitter, hanno iniziato a cambiare dalla lotta alla retorica del virus proveniente da Wuhan, sono passati immediatamente a BLM. Hanno cercato di seminare divisione in una società che è già divisa, giusto? Negli Stati Uniti abbiamo queste enormi divisioni politiche. Abbiamo queste divisioni nel nostro tipo di composizione razziale».
Infine il problema delle delocalizzazioni e dei ricatti ai quali i partner commerciali della Cina possono essere sottoposti – perfino riguardo ai farmaci:
«La Cina, come abbiamo visto durante la crisi COVID, ha minacciato di sospendere gli antibiotici agli statunitensi se avessimo continuato a spingere per capire l’origine del coronavirus. Pensa solo a quanto è pazzesco»
«La Cina, come abbiamo visto durante la crisi COVID, ha minacciato di sospendere gli antibiotici agli statunitensi se avessimo continuato a spingere per capire l’origine del coronavirus. Pensa solo a quanto è pazzesco».
«So che andremo a produrre a breve, ma ciò che è a rischio è il modo in cui opera il mondo e le nostre catene di approvvigionamento erano così indissolubilmente legate alla Cina e dobbiamo solo sbrogliarci il più velocemente possibile. La buona notizia è che lo stiamo facendo, e anche il resto dell’Occidente».
La cosa grottesca, come abbiamo spesso rilevato, è la connivenza totale degli enti transnazionali e delle loro élite burocratiche con l’agenda di dominio di Pechino, che è sempre più slatentizzata.
«Che si tratti della Banca Mondiale o dell’OMS o dell’ONU, voglio dire, tu ed io, avete esaminato la composizione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Riesci a credere che la Cina faccia parte del Consiglio dei diritti umani, insieme a Cuba, Somalia e Pakistan? Dovrebbero chiamarlo Consiglio per i non-diritti umani. Questi sono i maggiori autori di violazioni dei diritti umani nel mondo che sono chiamati a dirigere il Consiglio per i diritti umani alle Nazioni Unite?»
«Tutte queste istituzioni sovranazionali sono state in qualche modo corrotte e infettate dal Partito Comunista Cinese, quindi penso che dobbiamo pensare alla ristrutturazione di tutte queste istituzioni».
Un programma al quale un uomo stava lavorando: tale Donald Trump.
Hanno cacciato Trump con una strana elezione, dove ad essere eletto è un vecchio probabilmente affetto da demenza senile ma con un figlio nel cui fondo finanziario a cui i cinesi – proprio come viene detto qualche riga più sopra – avevano cacciato 2 miliardi di dollari.
Lo hanno cacciato con una strana elezione, dove ad essere eletto è un vecchio probabilmente affetto da demenza senile ma con un figlio nel cui fondo finanziario a cui i cinesi – proprio come viene detto qualche riga più sopra – avevano cacciato 2 miliardi di dollari.
Il lettore di Renovatio 21 lo ricorderà: alcuni, in Cina, questa manovra di corruzione ai massimi livelli globali tramite il pervertito drogato Biden junior la ostentano boriosamente.
Cina
Morte di Francesco: condoglianze da Pechino, silenzio su siti cattolici ufficiali

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Rispondendo alla domanda di un giornalista il portavoce del ministero degli Esteri ha lodato «i contatti costruttivi e gli scambi utili» tra la Cina e la Santa Sede. Ma in nome della «sinicizzazione» il riferimento è al rapporto tra gli Stati non alla comunità cattolica locale. Il nodo della presenza dei vescovi cinesi ai funerali di Francesco.
«La Cina esprime le proprie condoglianze per la morte di papa Francesco. Negli ultimi anni, la Cina e il Vaticano hanno mantenuto contatti costruttivi e portato avanti scambi utili. La Cina è pronta a collaborare con il Vaticano per promuovere il continuo miglioramento delle relazioni Cina-Vaticano».
Non è andata oltre a questa risposta del portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun alla domanda formulata questa mattina da un giornalista straniero la reazione di Pechino alla morte di papa Francesco, il pontefice che pure più di ogni altro ha teso la mano alla Repubblica popolare cinese, con la firma nel 2018 dell’Accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi (rinnovato per tre volte, l’ultima nell’ottobre scorso) e i tanti gesti di attenzione alla Cina e al suo popolo.
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Anche questa volta le parole dicono che Pechino – almeno per il momento — non sembra disposta ad andare al di là del piano delle relazioni tra Stati, nell’affrontare il rapporto con la Santa Sede. Nelle scarne dichiarazioni a essere morto appare una personalità di rilievo di uno Stato sovrano, non una figura spirituale che tanti cattolici nella Repubblica popolare cinese sentono come un punto di riferimento.
Su questo non si può non constatare un passo indietro. Quando infatti poco più di due anni fa morì il papa emerito, Benedetto XVI, sul sito chinacatholic.cn – il sito dell’Associazione patriottica, l’organismo ufficiale cattolico controllato dal Partito – fu pubblicata una sua immagine accompagnata dalla didascalia «Affidiamo Benedetto XVI alla misericordia di Dio e chiediamo a Lui di garantirgli l’eterno riposo in paradiso».
Questa volta a ormai più di un giorno dalla morte di Francesco, non è ancora successo. E la stessa cosa vale anche per i siti internet ufficiali delle diocesi: quello della diocesi di Shanghai, per esempio, è stato aggiornato oggi con le indicazioni per l’annuale pellegrinaggio alla Madonna di Sheshan nel mese di maggio. Ma alla morte del pontefice non si fa alcun cenno.
Non che in Cina sia vietato parlarne. E infatti il sito cattolico cinese Xinde continua a rilanciare in cinese le notizie dal Vaticano e i fedeli non mancano di far sentire il loro affetto verso Francesco. Ma in nome della «sinicizzazione» che continua ad affermare l’autonomia della Chiesa in Cina, ai canali ufficiali non è permesso esprimersi pubblicamente sulla morte di quello che è il pastore universale della Chiesa cattolica.
Del resto siamo anche ormai a pochi giorni dall’entrata in vigore il 1 maggio delle nuove regole sulle attività religiose degli stranieri in Cina, che la separazione la postulano fino al punto di vietare la presenza di fedeli cinesi e fedeli stranieri in una stessa celebrazione.
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Alla luce di tutto questo sarà interessante vedere quali saranno le scelte delle autorità di Pechino rispetto ai funerali di papa Francesco in programma a Roma sabato 26. Quando nel 2005 morì Giovanni Paolo II la Cina non inviò nessuna delegazione, non essendovi rapporti diplomatici con la Santa Sede ed essendo presente invece una delegazione di Taiwan
Anche in occasione delle esequie di papa Francesco Taipei – che ha una propria ambasciata in Vaticano – ha annunciato che invierà la propria delegazione ufficiale. È prevedibile, dunque, che anche questa volta il governo cinese non sarà rappresentato. Resta però da vedere che cosa succederà con i vescovi della Repubblica popolare cinese, a cui è stato permesso di partecipare al Sinodo.
Una loro presenza, a questo punto, sarebbe la strada più semplice per mostrare che quello voluto da papa Francesco è il passo di un cammino che anche Pechino vuole davvero continuare.
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Cina
La Cina testa una bomba all’idrogeno non nucleare

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Cina
Cina, polizia contro casa di preghiera non registrata, cattolico in coma

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
L’incidente è avvenuto il 23 marzo nella diocesi di Lüliang, ma le autorità hanno cercato di tenerlo nascosto. L’intervento delle forze speciali ha richiamato altri cattolici dal vicino villaggio di Xinli, dove vive una storica comunità cattolica. Negli scontri anche un agente è rimasto ferito. Arrestati il parroco e alcuni fedeli. La comunità costretta all’«autocritica», ma il problema vero sono le regole sempre più rigide sulle religioni.
Il 23 marzo un uomo di mezza età è stato duramente colpito alla testa durante uno scontro con la polizia in una parrocchia della diocesi di Lüliang, nella provincia cinese dello Shanxi, e al momento in cui scriviamo, è ancora in coma nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale locale. Il parrocchiano di mezza età si chiama Francesco Zuo Shangwangi, e vive nel villaggio di Xinli, nella contea di Wenshui.
L’incidente è avvenuto nel villaggio di Zhaizi, a circa 70 chilometri a sud-ovest di Taiyuan, la capitale della provincia. Tre o quattro anni fa, uno zelante parrocchiano del di Zhaizi aveva acquistato un terreno e costruito una casa da utilizzare per la preghiera dei fedeli.
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Alcuni giorni prima dell’incidente, i dipartimenti governativi avevano informato i fedeli che questo edificio non era stato registrato secondo le norme e non poteva essere utilizzato per attività religiose. Durante la Quaresima, tuttavia, i parrocchiani si sono riuniti comunque lì per recitare il rosario. Domenica 23 sul posto sono arrivate le forze speciali della polizia che hanno strattonato alcuni anziani: uno di loro è caduto a terra con una ferita alla testa.
Il sacerdote che era lì per distribuire l’Eucaristia ha informato per telefono i parrocchiani del vicino villaggio di Xinli e questi si si sono recati sul posto. Man mano che aumentava il numero dei fedeli solidali, aumentava anche il numero degli agenti mobilitati. Nel corso dei tentativi di disperdere l’assembramento con gas lacrimogeni e manganelli, è stato ferito anche Zuo Shangwang che è caduto a terra privo di sensi.
A quel punto la folla inferocita ha attaccato un agente rimasto solo in un’auto della polizia, ferendolo gravemente. I tre feriti (i due fedeli e l’agente speciale di polizia) sono stati trasportati d’urgenza in ospedale. Tre giorni dopo, il parroco – che serve anche la casa di preghiera del villaggio di Zhaizi – e il presidente della parrocchia di Xinli sono stati arrestati e il 31 marzo anche quattro altri parrocchiani sono stati portati via con l’accusa di aver aggredito un agente di polizia.
I villaggi di Xinli e Zhaizi distano circa 2,5 chilometri l’uno dall’altro e appartengono a contee amministrative diverse: Zhaizi a quella di Jiaocheng e Xinli a quella di Wenshui. Xinli – che secondo i dati ufficiali conta 1026 abitanti –è un villaggio dalla lunga storia cristiana le cui radici risalgono al XVII secolo, che lo rende il più grande centro cattolico della diocesi di Lüliang. Qui era cresciuto anche san Giovanni Wang Rui, uno dei martiri cinesi canonizzati da Giovanni Paolo II. La storia di fede del villaggio di Zhaizi è invece più recente: i credenti sono appena 40 o 50 e spesso vengono aiutati da quelli di Xinli.
La contea di Jiaocheng è luogo d’origine della scuola della Terra Pura, un importante ramo del Buddhismo; il Tempio di Xuanzhong nella contea ha una storia di 1.500 anni, a differenza della Chiesa cattolica, che ha una popolazione ridotta e una storia recente. Secondo quanto raccontato dai parrocchiani locali, gli incontri nella casa di preghiera del villaggio di Zhaizi sono stati segnalati dai vicini, forse perché ritenevano che le persone che andavano e venivano fossero troppo rumorose.
Altri parrocchiani ritengono che ci sia un conflitto inconciliabile con un gruppo che nel villaggio lucra sulle credenze negli spiriti e avrebbero per questo sporto denuncia. Nella contea di Jiaocheng i cristiani sarebbero infatti solo 500 cattolici e i quadri locali del Partito finora non avevano prestato alcuna attenzione nei loro confronti. Il modo estremo in cui ora li hanno trattati e l’uso della polizia speciale hanno però ora fatto esplodere il problema. Alcuni cattolici ritengono che proprio le regole religiose diventate molto più severe negli ultimi anni e la paura dei quadri di commettere errori stia alimentando questi conflitti.
Nel villaggio di Xinli si tramanda il ricordo dei molti parrocchiani che durante la Rivoluzione culturale hanno preferito la morte all’apostasia; nella storia di questa comunità ci sono state molte vocazioni al sacerdozio. Lo stesso vescovo di Lüliang mons. Ji Weizhong, – che è stato ordinato lo scorso 20 gennaio di quest’anno ai sensi dall’accordo tra la Santa sede e Pechino – è nato nel villaggio in una famiglia cattolica da generazioni. Ha ricordato che quando era bambino – alla fine della Rivoluzione culturale, prima che la chiesa fosse riaperta – sua madre portava i figli nelle case dei vicini per pregare insieme; la sua stessa famiglia non ha mai smesso di insegnare il catechismo al mattino e alla sera. Per tanti anni si è tramandata così la fede nel villaggio. Per questo motivo, quando sentono delle difficoltà nel vicino villaggio di Zhaizi, i parrocchiani vanno a sostenerli senza esitazione.
Anche Francesco Zuo Shangwang – l’uomo che è stato ferito – proviene da una famiglia semplice che ama il Signore. Francesco è un camionista, padre di tre bambine, la più piccola delle quali ha appena due anni. L’anno scorso, a causa del troppo lavoro, è caduto e si è fratturato la colonna vertebrale; il 6 dicembre si era sottoposto a un intervento chirurgico da cui non si era ancora completamente ripreso. Quando ha sentito parlare dell’incidente del villaggio di Zhaizi, però, non ha esitato a seguire i giovani del villaggio per andare a sostenere gli altri cattolici. Dopo essere stato gravemente ferito è stato sottoposto a due craniotomie, ma finora non si è risvegliato. L’edema cerebrale si è ridotto, ma continuano una serie di complicazioni che lo mantengono in pericolo di vita.
L’incidente avvenuto il 23 marzo nel villaggio di Zhaizi è stato seguito da un alto livello di attenzioni a tutti i livelli. Si dice che il responsabile della parrocchia di Xinli e gli altri membri della comunità siano sotto stretta sorveglianza, che persone dei dipartimenti governativi entrino costantemente nel villaggio per controllare la situazione, che tutti i sacerdoti della diocesi siano stati costretti a sottoporsi a una settimana di studio sulle norme e i regolamenti politici, che i conti finanziari degli ultimi cinque anni siano stati controllati.
Il sacerdote arrestato, padre Zhang Jinliang, sarebbe stato trasferito in un altro luogo di detenzione e che agli abitanti del villaggio sarebbe stato intimato di non parlare delle persone ferite. Per questo finora il mondo esterno non ha potuto ottenere informazioni precise.
In seguito agli arresti, i parrocchiani di Xinli e Zhaizi si sono calmati. Facendo autocritica hanno detto che la Chiesa stessa aveva delle colpe: non aveva fatto bene il suo lavoro, continuando a tenere riunioni dopo che le era stato detto che non c’erano procedure legali di registrazione per la casa di preghiera; inoltre non avrebbero dovuto affrontare gli agenti speciali di polizia e ferirli, soprattutto quelli che non hanno colpito nessuno.
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Tuttavia, non riescono a capire perché l’amministrazione locale non abbia preso l’iniziativa di aiutare la casa di preghiera a registrarsi dal momento che era in funzione ormai da anni, ma abbia invece scelto di far rispettare la legge durante la Quaresima, il mese più importante dell’anno liturgico della Chiesa cattolica, mobilitando una squadra di agenti speciali con spray al peperoncino e armi da fuoco per affrontare fedeli disarmati.
Alcuni cattolici hanno definito l’incidente del villaggio Zhazi un «disastro religioso».
«Nelle circostanze attuali, possiamo solo pregare di più, auspicando che i dipartimenti governativi applichino la legge in modo imparziale» hanno detto. «Quando siamo stati affrontati dalla polizia nel villaggio abbiamo trascurato la preghiera e abbiamo scelto lo scontro, dimenticando che la preghiera è la migliore arma che possiamo avere. In questa Settimana Santa, dobbiamo seguire l’esempio di Gesù, che è andato a soffrire, dobbiamo imparare dalla sua pazienza e dobbiamo pregare per il nostro fratello Francesco, che sta soffrendo nella Passione della Chiesa, e attendere con ansia il suo risveglio».
C’è preoccupazione, inoltre, per la detenzione di padre Zhang Jinliang, che è un evangelizzatore impegnato. Si teme che lo spazio per la Chiesa locale diventi sempre più ristretto in futuro e il progetto di costruire una chiesa nella contea possa fermarsi.
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Immagine di Beijing Patrol via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata
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