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«Se dovrò morire per questo, morirò sul campo». Il discorso di Robert Kennedy all’Arco della Pace

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Renovatio 21 pubblica la trascrizione del discorso di Robert F. Kennedy jr. tenuto all’Arco della Pace a Milano sabato 13 novembre 2021. 

 

 

 

Nessun governo nella storia dell’umanità ha mai lasciato il potere volontariamente.

 

Il potere che ci hanno rubato negli ultimi mesi non ce lo ridaranno indietro.

 

Hanno preso la nostra libertà d’espressione, hanno chiuso le chiese, hanno annullato procedimenti giudiziari nei confronti delle multinazionali, non importa negligenti, sconsiderate, non importa quanto grave sia il tuo danno: non puoi denunciare quelle aziende.

 

Ci hanno levato il diritto di proprietà negli Stati Uniti, chiudendo milioni di attività per un anno, senza compensazione e senza giusto processo.

 

Il green pass, è il loro colpo di Stato. Il green pass è il modo in cui consolidano il loro potere sulle vostre vite

Ci hanno tolto il diritto di essere liberi e il diritto di non essere perquisiti o sorvegliati dal governo. Negli Stati Uniti tutti questi diritti sono elencati nella nostra Carta dei diritti.

 

E uno dei più importanti di quei diritti, oltre a quello della libera espressione, che è oramai andato, è  il diritto di partecipare nel processo legislativo.

 

Quando un governo voleva fare una legge, deve pubblicare la legge, deve proporre la legge deve spiegare le basi scientifiche di quella legge, deve fare un’analisi costi-benefici di quella legge e spiegarla al pubblico, così da avere commenti, e avere udienza in cui la gente può opporsi alla legge. Gente come me, che porta i nostri scienziati e esperti, e studi scientifici – ed è tutto trasparente. Tutte queste tutele sono state obliterate. Oggi la legge è quello che dice un uomo, il massimo dottore in America, Anthony Fauci.

 

Il green pass non è una misura sanitaria, è uno strumento per il controllo totalitario dei vostri spostamenti, del vostro conto bancario, i vostri movimenti, ogni aspetto della vostra vita

Nel marzo 2020 Tony Fauci disse al mondo che le mascherine non erano efficaci, che erano scientificamente inutili. Due mesi dopo, ha ordinato ad ogni americano di infilarsi una mascherina. Non ci ha dato nessuno studio scientifico che gli ha fatto cambiare idea. Ci ha semplicemente detto: questa è la nuova legge, fate quello che vi è ordinato.

 

Tutti questi diritti per cui i fondatori della nostra Patria sono morti, sacrificando i loro averi e i loro mezzi di sostentamento, ci hanno dato la Carta dei diritti, e tutti questi diritti, in 20 mesi, sono stati annientati. Tolti al popolo americano, e non solo agli americani, questo è un colpo di Stato globale, contro la democrazia liberale in tutto il pianeta.

 

E tutti questi diritti, che ci sono stati tolti dal governo… ci hanno detto che era temporaneo, solo due settimane e sarebbe stato tutto finito. In realtà potete vedere tutti cosa sta succedendo: hanno preso quei diritti e non li ridaranno mai indietro a meno che non siamo noi a farglielo fare.

 

E il green pass, è il loro colpo di Stato. Il green pass è il modo in cui consolidano il loro potere sulle vostre vite.

 

Vorrei chiedere, a tutte le persone della stampa che sono qui oggi: se il green pass riguarda la salute pubblica, perché non è emesso dal ministero della Salute? Viene emesso dal ministero delle Finanze. Pensano che siamo stupidi?

Il green pass non è una misura sanitaria, è uno strumento per il controllo totalitario dei vostri spostamenti, del vostro conto bancario, i vostri movimenti, ogni aspetto della vostra vita.

 

Questa non è una nuova idea. È la stessa idea che hanno usato in Germania nel 1937. Hanno emesso un lasciapassare per le persone che volevano controllare. E quando il governo sudafricano dell’Apartheid voleva controllare la popolazione nera del Sud Africa, qual è la cosa più importante che hanno fatto? Hanno emesso un green pass.

 

Vorrei chiedere, a tutte le persone della stampa che sono qui oggi: se il green pass riguarda la salute pubblica, perché non è emesso dal ministero della Salute? Viene emesso dal ministero delle Finanze. Pensano che siamo stupidi?

 

Questo è un modo di controllare il vostro danaro. Una volta che avete il vostro green pass, e loro hanno la moneta digitale, se qualcuno vi dice di non uscire da Milano, e voi andate in gita a Bologna, il vostro danaro non funzionerà a Bologna

Questo è un modo di controllare il vostro danaro. Una volta che avete il vostro green pass, e loro hanno la moneta digitale, se qualcuno vi dice di non uscire da Milano, e voi andate in gita a Bologna, il vostro danaro non funzionerà a Bologna. Se il governo vi dice «non comprate la pizza», loro possono fare in modo che il vostro green pass vi impedisca di pagare una pizza in pizzeria. Possono controllare ogni aspetto della vostra vita.

 

Vi dicono: abbiamo fatto un green pass, per essere sicuri che ognuno sia vaccinato. Ma ammettono: i vaccini non impediscono la trasmissione. Il vaccino non ti impedisce di prendere la malattia. Il vaccino non può fermare la pandemia. Allora, perché hanno bisogno che noi ci vacciniamo, se il vaccino non ferma la trasmissione?

 

Vi parlerò di vaccini solo per due minuti. La gente dice che sono contro i vaccini. Io non sono contro i vaccini.  Io sono solo contro i cattivi vaccini. Non vi dirò cosa pensa Robert Kennedy. Vi dirò cosa la Pfizer ha detto alla FDA degli Stati Uniti. Pfizer è l’unica azienda che ha un vaccinato approvato negli USA. Pfizer doveva avere uno studio di tre anni, ma fu accorciato a sei mesi e poi hanno dato il vaccino al gruppo di controllo.

 

Se fai il vaccino, hai il 500% di rischio di un attacco cardiaco mortale in 6 mesi

Perché hanno finito lo studio in soli sei mesi? Perché hanno appreso che gli anticorpi spariscono in sei mesi, e il vaccino non fornisce più protezione. Così hanno ridotto lo studio a sei mesi invece che tre anni. Hanno preso tutti i dati che avevano per quei sei mesi e li hanno dati alla FDA. La tabella più importante è quella che indica tutte le cause di morte: quante persone sono morte nel gruppo vaccinato, quante persone sono morte nel gruppo placebo, durante quei sei mesi… Questa tabella è chiamata S4. Potete andare a verificare.

 

Questo è quello che dicono i numeri. C’erano 22 mila persone nel gruppo vaccinato: in sei mesi, uno è morto di COVID. Nel gruppo placebo c’erano 22 mila persone: due sono morte di COVID, in sei mesi. Questo ha permesso ha Pfizer di dire al pubblico americano che il vaccino è efficace al 100% – perché 2 è il 100% di uno.

 

La maggior parte degli americani, e degli italiani, quando sentono che il vaccino è efficace al 100%, pensano: «se faccio il vaccino, ho il 100% di possibilità di non morire di COVID». Non è quello che significa. Quello che vuol dir è che devono inoculare 22 mila vaccini per proteggere una persona dalla morte per COVID. Questo significa che devono essere sicuri che il vaccino stesso non uccida nemmeno una persona – perché se uccide una persona, si cancella l’intero beneficio.

 

Questa è la cosa più importante: nel gruppo vaccinato 20 persone, nei 6 mesi,  sono morte di diverse cause. 20 persone su 22 mila. Nel gruppo di controllo, solo 14 persone sono morte, sempre su 22 mila. Questo significa che se ti fai il vaccino hai il 48% di possibilità in più di morire nei prossimi 6 mesi rispetto alle possibilità che hai se non lo fai.

 

L’unica ragione per cui la gente non capisce quello che ho detto, e ancora sostiene i vaccini, è la manipolazione della paura

Questi sono numeri Pfizer, non miei.

 

Ecco come sono morte le persone. Nel gruppo di controllo nei 6 mesi una persona è morta di infarto. Nel gruppo vaccinato in 6 mesi  5 persone sono morte di attacco cardiaco.

 

Ciò significa, che se fai il vaccino, hai il 500% di rischio di un attacco cardiaco mortale in 6 mesi.

 

Ciò significa anche che per ogni persona che è al sicuro dalla morte di COVID tramite il vaccino, 4 muoiono di infarto. Questa non è una buona politica di salute pubblica. La sanità pubblica riguarda il salvare le vite. Questo invece riguarda il controllo. Il controllo della nostra società e il controllo dei nostri bambini.

 

L’Evento 201 fu una simulazione di una pandemia di coronavirus che ha avuto luogo a New York nell’ottobre 2019. Ora noi sappiamo che il COVID stava circolando a Wuhan il 12 settembre 2019. Quindi, un mese dopo, c’è una pandemia simulata di coronavirus a New York

L’unica ragione per cui la gente non capisce quello che ho detto, e ancora sostiene i vaccini, è la manipolazione della paura.

 

Questa è semplice matematica. Se ci guardi dentro, ti impaurisce più il vaccino che il COVID. Ma il governo e le aziende farmaceutiche hanno un metodo per spegnere il cervello delle persone, in modo tale che non sono più capaci della semplice matematica.

 

E questo strumento è la paura. La paura paralizza il nostro pensiero critico. Fa in modo che crediamo che fare quello che ci ordinano si l’unico modo di salvare le nostre vite. È chiamata «Sindrome di Stoccolma». I carcerieri chiudono un’intera nazione per un anno, la gente diventa grata ai suoi aguzzini, e crede che l’unica maniera di vivere la vita sia nell’assoluta obbedienza.

 

Farò un’ultima considerazione. Quante persone qui hanno sentito parlare dell’Evento 201? Se non ne avete sentito parlare, dovreste andare a cercarlo su YouTube.

 

L’Evento 201 fu una simulazione di una pandemia di coronavirus che ha avuto luogo a New York nell’ottobre 2019. Ora noi sappiamo che il COVID stava circolando a Wuhan il 12 settembre 2019. Quindi, un mese dopo, c’è una pandemia simulata di coronavirus a New York. I partecipanti erano le aziende dei social media, i media, Johnson & Johnson, la grande azienda dei vaccini, ed era ospitata da tre persone: Bill Gates; George Gao, che era direttore del centro per il controllo delle malattie cinese; Avril Haines, vicedirettore della CIA. Avril Haines è in questo momento la spia numero uno degli USA, è il capo dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale di Joe Biden: è passata dall’Evento 201 all’essere la spia di più alto livello del nostro Paese.

 

Ora è il nostro dovere, il dovere di ciascuno in questa folla, uscire, combattere, resistere, resistere, resistere, resistere

Alzate la mano se sapete che la CIA è un’agenzia di salute pubblica. Io ne sono stato sorpreso. Perché la CIA non si occupa di salute pubblica. La CIA si occupa di colpi di Stato. Tra il 1947 e il 2000 la CIA è stata coinvolta il 73 colpi di Stato, la maggior parte dei quali contro democrazie – un terzo dei Paesi del mondo.

 

Se voi guardate all’Evento 201, non c’era discussione riguardo la salute pubblica. Nessuno parlava di come dare la vitamina D alla gente, o come facciamo in modo che la gente perda peso, come ci assicuriamo che mangino buon cibo, come riconvertiamo la medicina per curare le persone, come mettiamo in quarantena in malati, come preserviamo i diritti costituzionali… non una parola è stata detta riguardo alla salute pubblica.

 

Invece, quello di cui discutevano, era come usare la pandemia come pretesto per imporre un controllo totalitario e decostruire la democrazia.

 

Hanno speso un quarto di giornata parlando di come essere sicuri che a nessuno sia permesso di diffondere la voce che il coronavirus pandemico sia prodotto in laboratorio. Questo in ottobre 2019…

 

Hanno parlato di come rinchiudere la popolazione. Come obbligare a fare vaccini sperimentali. Come essere sicuri che i neri non comincino a resistere, perché nel nostro Paese i neri sono molto sospettosi nei confronti dell’establishment medico… Erano molto preoccupati di una loro resistenza.

 

Quando ho fatto ricerche per il mio libro, ho scoperto che l’Evento 201 non si è avuto una volta sola. Abbiamo trovato 20 diverse simulazioni pandemiche a partire dal dal 2000. Una cosa che avevano in comune: Bill Gates era coinvolto. Tony Fauci era coinvolto. E in ognuna, la CIA era coinvolta. La CIA ha scritto la sceneggiatura. Ufficiali di alto livello della CIA hanno partecipato a ognuna delle simulazioni di pandemia.

 

Riappropriarci del nostro governo, riappropriarci delle nostre vite, riappropriarci della nostra libertà, per i nostri figli, per il nostro Paese, e per tutte le generazioni future

Coinvolgevano centinaia di migliaia di persone. Erano condotte in maniera segreta. Usavano operatori di prima linea, addestravano poliziotti, sistemi ospedalieri, aziende di pubblica utilità, in Europa, in Italia, in Germania, in Canada, in Australia, tutti allo stesso tempo, per dare una risposta alla pandemia che non era una risposta di salute pubblica. Era l’utilizzo della pandemia per qualcos’altro.

 

Così, si sono esercitati ancora, ancora e ancora: come usare la pandemia come pretesto per imporre un controllo totalitario e per distruggere la democrazia liberale in tutto il pianeta.

 

Uno degli esperimenti che hanno trovato, è stato l’esperimento Milgram, un esperimento della CIA del 1961. Ciò che scoprì la CIA è che se un ufficiale medico potente ordina alle persone di fare qualcosa di sbagliato, qualcosa che viola la loro coscienza, che viola i loro valori primari, il 67% delle persone obbediranno all’autorità invece che ai propri valori. Il 67% delle persone era ipnotizzato dalla paura e portato a obbedire ad una figura di autorità.

 

Tuttavia, il 33% delle persone non obbediscono. E voi siete il 33%.

 

Il nostro lavoro è partire da oggi e raggiungere i nostri fratelli e sorelle, le persone che sono ancora ipnotizzate, e dire loro che noi lotteremo per la loro libertà, fino a che non saranno capaci di lottare per loro stessi.

 

Quando andiamo via oggi dobbiamo raggiungere i fratelli e le sorelle del 67% ancora ipnotizzati, e dobbiamo dire loro: dovete amare la vostra libertà più di quanto abbiate paura di un germe.

 

Vi posso dire questo: io starò al vostro fianco, e se dovrò morire per questo, morirò sul campo

Quest’anno abbiamo visto la distruzione della Costituzione americana. Quella Costituzione è stata scritta da un gruppo di persone che comprendevano il fatto che ci sono cose peggiori che morire. E che hanno messo le loro vite in prima linea, le loro proprietà, le loro carriere, il loro sostentamento, per lottare per la libertà e per quei diritti che abbiamo perso negli ultimi 20 mesi.

 

Ora è il nostro dovere, il dovere di ciascuno in questa folla, uscire, combattere, resistere, resistere, resistere, resistere.

 

Riappropriarci del nostro governo, riappropriarci delle nostre vite, riappropriarci della nostra libertà, per i nostri figli, per il nostro Paese, e per tutte le generazioni future.

 

Vi posso dire questo: io starò al vostro fianco, e se dovrò morire per questo, morirò sul campo.

 

 

Robert F. Kennedy jr. 

 

 

 

 

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Geopolitica

La polizia antiterrorismo britannica arresta un giornalista di Grayzone

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Il giornalista Kit Klarenberg, cittadino del Regno Unito, è stato arrestato dalle autorità britanniche. Klarenberg è stato quindi attaccato per i suoi reportage politici e per presunti legami con la Russia. Lo riporta una delle testate per cui lavora, Grayzone, una testata americana di sinistra i cui scoop sono stati spesso citati da Renovatio 21.

 

Klarenberg è noto per le sue rivelazioni di oscuri segreti dei servizi segreti britannici e statunitensi, spesso utilizzando documenti trapelati o non classificati, sarebbe stato avvicinato da sei agenti antiterrorismo in borghese subito dopo che il suo aereo ha toccato all’aeroporto londinese di Luton all’inizio di questo mese. Il giornalista stava arrivando dalla capitale serba Belgrado, dove attualmente risiede.

 

Grayzone riferisce che il giornalista è stato poi scortato in una stanza dove la polizia ha sequestrato tutti i suoi dispositivi elettronici, carte bancarie, schede di memoria della fotocamera e SIM, ha preso le sue impronte digitali e il DNA, ha scattato fotografie e lo ha sottoposto a un interrogatorio di cinque ore, minacciando l’arresto se ha rifiutato di collaborare.

 

Nella stanza degli interrogatori, Klarenberg è stato presumibilmente interrogato su una serie di questioni, tra cui se avesse proprietà straniere, perché ha scelto di vivere in Serbia e quanto ha pagato per l’affitto. È stato anche interrogato sul suo lavoro giornalistico, per quali testate ha scritto (una di esse, aggiungiamo noi, è Russia Today, testata dello Stato russo, che pure ha riportato questa notizia dell’arresto), quanto è stato pagato da Grayzone e quanto spesso, su quale conto bancario è stato pagato e quanti contatti ha avuto con Max Blumenthal, il direttore del sito.

 

Gli ufficiali dell’antiterrorismo hanno quindi insistito sul giornalista sui suoi presunti legami con la Russia, se Grayzone avesse un accordo con i servizi di sicurezza russi per pubblicare materiale hackerato, se Klarenberg avesse lavorato con ufficiali dell’Intelligence russa o fosse stato in contatto con persone collegate ai media statali russi e se Grayzone fosse stato sponsorizzato dalla Russia.

 

Secondo l’outlet, la polizia ha anche indagato su Klarenberg sulle sue affiliazioni e convinzioni politiche, sul coinvolgimento in cause attiviste, sulla sua opinione sul governo russo e sulla situazione in Ucraina.

 

Dopo che gli ufficiali sembravano aver esaurito le domande, Klarenberg dice che è stato rilasciato ma gli è stato detto che era ancora sotto inchiesta. Una settimana dopo la sua detenzione, la polizia ha restituito il suo tablet e due schede di memoria, ma ha conservato una vecchia scheda SD perché potrebbe essere «rilevante per il procedimento penale».

 

Come notato da Grayzone, l’improvviso interrogatorio di Klarenberg potrebbe essere collegato ai rapporti di alto profilo del giornalista sugli intrighi dell’Intelligence britannica e statunitense.

 

L’anno scorso Klarenberg ha rivelato come i conservatori della linea dura della sicurezza nazionale avrebbero sfruttato la Brexit e insediato Boris Johnson come primo ministro.

 

Nell’ottobre 2022, Klarenberg aveva esposto i presunti piani del Regno Unito di bombardare il ponte di Kerch che collega la Crimea alla Federazione Russa.

 

Il mese scorso aveva riferito di documenti non classificati che suggerivano che due dirottatori dell’11 settembre fossero stati reclutati per un’operazione congiunta CIA-saudita.

 

Il sito Grayzone a inizio maggio aveva pubblicato un reportage dettagliato in cui si parlava del programma di attacco di droni ucraini in territorio russo, particolarmente evidente in queste ultime ore.

 

Sempre Grayzone, due mesi fa, aveva smascherato l’accusa di rapimento dei bambini ucraini da parte della Russia, mostrando i video dei ragazzi che imparavano la musica classica in una struttura russa con il consenso dei genitori che così li hanno tolti da una zona di guerra, cioè da quel Donbass attaccato senza requie dalle truppe di Kiev, perfino a Natale, perfino nella notte di Pasqua.

 

Siamo, con ogni evidenza, al capolinea per la libertà di stampa, come la libertà di espressione, in Occidente.

 

Come nel caso dello scrittore cileno-statunitense Gonzalo Lira, prelevato dal servizio segreto interno SBU nella città ucraina di Kharkov, anche per questo trattamento che le autorità infliggono ad un giornalista – avete presente, quelle figure che le «democrazie», dicevano di ritenere «sacre» – c’è il silenzio assoluto degli enti, internazionali come nazionali, che, spesso per un lauto salario garantito loro, si battono il petto, e strillano riguardo alla libertà di stampa.

 

Lo facessero con Zelens’kyj, che ha dato al suo governo il potere di limitare i media, bloccare i siti web e perfino – udite udite – dare ordini alle grandi società tecnologiche. Lui può: perché la sua missione, quella di distruggere la Russia magari provocando un conflitto termonucleare, per i pupari è più importante di qualsiasi cosa, soprattutto rispetto alla balla delle «libertà» delle democrazie occidentali.

 

 

 

 

 

 

 

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La misteriosa strage delle spie sul Lago Maggiore: che ci facevano in barca venti agenti segreti italiani e del Mossad?

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È un mistero grande, e tragico, quello che ha coinvolto i servizi segreti italiani e israeliani nelle ultime ore. Tragico perché ci sono dei morti.

 

Come noto, una barca turistica lunga circa 15 metri – una cosiddetta «houseboat» – di nome «Good… uria» è improvvisamente affondata alle 19:20 di domenica scorsa sul Lago Maggiore, all’altezza di Sesto Calende, provincia di Varese. L’imbarcazione, salpata da un cantiere della zona, aveva fatto rotta per l’Isola dei Pescatori, una delle Isole Borromee.

 

«Sulla barca c’erano soltanto donne e uomini dell’intelligence italiana e israeliana: in apparenza una normale divagazione, un’umana tregua dopo intensi giorni di missioni, forse di infiltrazioni» scrive sibillino il Corriere della Sera. Infiltrazioni di cosa?

 

Secondo Il Fatto quotidiano, che cita relazioni dei carabinieri ai magistrati, sulla barca «c’erano 13 israeliani e 8 italiani, tutti agenti segreti», oltre allo Skipper e alla sua moglie originaria di Rostov, Russia, deceduta nell’incidente. In tutto erano 23 persone, più il capitano e la moglie; secondo quanto scrivono alcune testate l’houseboat avrebbe potuto ospitarne 15, ma non è questa eventuale inosservanza a colpire.

 

Risultano morte quattro persone: un uomo e una donna appartenenti all’AISE (Agenzia informazioni e sicurezza esterna: i nostri servizi esteri), un agente del Mossad ufficialmente in pensione, e la cittadina russa. I nomi dei due morti italiani sono stati fatti in un comunicato di Alfredo Mantovano, l’uomo del premier Meloni per i servizi segreti.

 

Si sarebbe trattato di una tromba d’aria con raffiche di vento a 70 all’ora, che avrebbe fatto «scuffiare» la barca, cioè rovesciato lo scafo.

 

Sempre secondo il Corriere della Sera, risulterebbe proprietaria della barca una società creata il 5 aprile scorso dallo skipper e da sua moglie, previo versamento simbolico di 475 euro di capitale sociale.

 

I giornali mainstream hanno parlato inizialmente di una «rimpatriata», e a noi scappava un po’ da ridere. Un po’ perché non ci era perfettamente chiaro come spie italiane e israeliane potessero aver fatto il liceo assieme, oppure se avevano fatto assieme qualcosa, tanto da generare sentimenti di cameratismo, ci sarebbe piaciuto sapere cosa.

 

Un po’ sorridevamo perché chi ha parlato di una «gita al lago fra amici» non conosce una vecchia regola del mondo dei servizi: «there are friendly countries, there are no friendly intelligence services». Ci sono Paesi amici, non ci sono servizi segreti amici.

 

Tuttavia, ora anche i giornaloni iniziano ad ammettere che «non era una comune gita in barca della domenica, non era nemmeno una rimpatriata tra colleghi, ma una vera e propria riunione di lavoro – ovviamente segreta – tra 007 italiani e israeliani» scrive Il Messaggero. «E come nei film di spionaggio, sono immediatamente spariti tutti i superstiti del naufragio sul lago Maggiore e le tracce a loro riconducibili, che potevano svelarne l’identità o i movimenti».

 

E quindi, cosa stavano facendo laggiù i nostri agenti con quelli dello Stato ebraico? Probabilmente non lo sapremo mai: i sopravvissuti israeliani sono stati evacuati immediatamente con un jet privato atterrato a Milano e poi ripartito verso Tel Aviv. Il furgoncino che avevano affittato, hanno scritto i giornali, è rimasto lì abbandonato sulla banchina da cui si sono imbarcati per il viaggio al lago maledetto.

 

In gergo si dice «esfiltrazione». Portati via immantinente da un Paese.

 

I nomi delle spie sopravvissute di entrambi i Paesi non sono ovviamente noti. Nelle abitazioni che avevano preso in affitto «non ci sono più tracce del loro passaggio, così come non ci sono documenti di chi – tra gli agenti segreti italiani e israeliani – è stato medicato e subito dimesso dagli ospedali della provincia di Varese».

 

«Gli italiani sono stati evacuati in tutta fretta dai pronto soccorso e dagli hotel tra Sesto Calende e la Malpensa, dove non risulta traccia del loro pernottamento» scrive Repubblica che nota come gli agenti italiani e israeliani, sbalzati fra le acque lacustri, sono stati salvati da altri natanti, motoscafi, perfino moto d’acqua.

 

Il relitto, va notato, non è stato subito recuperato: fluttua a 16 metri di profondità e a 150 metri dalla riva. Le operazioni per riportarlo a galla con palloni ad aria compressa sarebbero fallite.

 

«Se all’interno del relitto dovesse essere trovata qualche valigetta contenente dei documenti degli 007, in caso fossero ancora leggibili nonostante l’acqua, la presidenza del Consiglio dei ministri potrebbe invocare il segreto di Stato» scrive ancora Il Messaggero. Di nostro, immaginiamo che, eventualmente, ci sia stato un certo traffico di sub non solo italiani e/o israeliani in quel ramo del lago.

 

Non è la prima volta che saltano fuori strane storie lombarde di servizi israeliani. L’«ombra del Mossad» era stata invocata da qualche giornale, anche nel caso del piccolo Eitan, il bambino unico sopravvissuto della strage di Mottarone, quella della funivia crollata. Come riportato dalle cronache, il nonno materno – definito da Il Giornale come «ex militare, con un piede nei servizi segreti» – portò via Eitan, che è anche cittadino italiano, imbarcandolo in un volo privato in Svizzera.

 

Difficile comprendere bene il quadro: un evento meteorologico improvviso che attacca una barca di spie in un lago lombardo è qualcosa che non abbiamo visto in nessuna spy-story, né in film, né in romanzi.

 

Israele, che dispone di servizi segreti tra i più temuti al mondo, ha tuttavia una storia dove talvolta sono emerse la sfortuna o la goffaggine dei suoi agenti.

 

Nel 1973, nella città norvegese di Lillehammer, sicari israeliani assassinarono il cameriere marocchino Ahmed Bouchikhi (fratello del futuro fondatore del famoso gruppo di musica gitana Gypsy King) scambiandolo per il terrorista Ali Hassan Salameh, che andava eliminato assieme a tutta una lista di personaggi ritenuti responsabili per il Massacro alle Olimpiadi di Monaco – la famosa operazione «Ira di Dio» portata al cinema da Steven Spielberg nel film Munich.

 

Bouchikhi fu ucciso per strada sotto gli occhi della moglie da agenti israeliani, ufficialmente non appartenenti al Mossad. I componenti del commando furono arrestati dalla polizia norvegese, e condannati a anni di carcere, ma furono tutti scarcerati dopo 22 mesi di detenzione. La vedova, la figlia e un figliastro nel 1996 furono indennizzati dallo Stato di Israele con 400 mila dollari.

 

L’«affare Lillehammer», considerato uno dei più grandi fiaschi dei servizi del dopoguerra, è completamente assente dalla pellicola hollywoodiana di Spielberg, dove tuttavia viene raccontato che Salameh era in realtà protetto dalla CIA.

 

 

È stato riportato che il virus Stuxnet che ha colpito milioni di sistemi in tutto il mondo all’altezza del 2010 sia in realtà un’arma cibernetica israelo-americana sfuggita – secondo il documentario Zero Days – a causa dell’ostinazione delle spie elettroniche di Tel Aviv, durante l’attacco alle centrifughe di arricchimento dell’uranio dell’Iran di Ahmadinejad.

 

Misteri su misteri. Come qui, con tre persone annegate nel lago Maggiore. Il lettore non si sorprenda se, come l’houseboat delle spie, anche questa storia si inabisserà con gran rapidità.

 

 

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«Putin è in cima alla lista. Stiamo cercando di ucciderlo»: parla il vice capo dell’Intelligence ucraina. Kiev verso il terrorismo di Stato più spudorato

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Il presidente russo Vladimir Putin è sulla lista delle uccisioni dell’Ucraina, ha rivelato il vice capo dell’agenzia di intelligence di Kiev Vadim Skibitsky in un’intervista alla testata tedesca Die Welt.

 

Parlando il giornale, l’alto funzionario dei servizi ucraini ha aggiunto che i suoi subordinati stanno dando la caccia ai massimi comandanti militari russi.

 

Alla domanda del giornale tedesco se il suo servizio stia tentando di assassinare il capo di Stato russo, lo Skibitsky ha risposto dicendo che il presidente Putin «nota che ci stiamo avvicinando sempre di più a lui».

 

Secondo Skibitsky, il servizio di intelligence ucraino non è riuscito a uccidere Putin perché «rimane rintanato», ma ha aggiunto che il comandante in capo russo «ora sta cominciando a sporgere la testa». Quando il presidente russo appare pubblicamente, tuttavia, l’agenzia di Intelligence ucraina «non è sicura che sia davvero lui», ha insistito oscuramente Skibitsky.

 

Il vice capo dei servizi del regime di Kiev ha quindi aggiunto che i suoi subordinati starebbero «cercando di uccidere» Evgeny Prigozhin, il capo della compagnia militare privata Wagner.

 

Anche il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu e il capo di stato maggiore Valerij Gerasimov sono stati condannati per l’eliminazione dal servizio di Intelligence ucraino, ha affermato il suo vice capo.

 

Alla domanda se Kiev fosse dietro gli omicidi della giornalista e attivista Darja Dugina lo scorso agosto e del blogger militare Vladlen Tatarsky alla fine di aprile, così come l’attentato alla vita dello scrittore Zakhar Prilepin all’inizio di questo mese, Skibitsky ha affermato che si trattava di «lavori interni», aggiungendo che vari gruppi all’interno dell’élite russa si stavano combattendo tra loro per il potere.

 

Lo Skibitsky ha dichiarato che i «propagandisti» russi non sono gli obiettivi prioritari per il suo servizio rispetto ai comandanti delle unità militari russe, affermando che Kiev era riuscita ad assassinare alcuni di questi alti ufficiali, ma si è rifiutato di fornire nomi o numeri.

 

Tali dichiarazioni dovrebbero essere sconvolgenti per chi ascolta, a Occidente come ad Oriente: in pratica, il regime di Kiev ammette finalmente di avere un programma di decapitazione dell’avversario, cioè di eliminazione di Putin – che, coincidenza, è proprio il fine dichiarato dei pupari americani di Zelens’kyj, che parlano da anni di «regime change» a Mosca.

 

Come riportato da Renovatio 21, del puzzle di tale programma di assassinio di Putin erano già visibili da mesi numerosi pezzi, in particolare riguardo ai droni. Poi, a inizio mese, a mo’ di avvertimento per la parata del Giorno della Vittoria (la Pobieda, il 9 maggio: celebrazione della vittoria sul nazismo nella «Grande guerra patriottica», cioè nella Seconda Guerra Mondiale) ci fu l’attacco diretto al Cremlino, con due o tre droni – Kiev ha detto di non c’entrare nulla, tuttavia le poste ucraine stanno preparando un francobollo che celebra lo schianto dei velivoli senza pilota sul palazzo del potere moscovita.

 

Le parole del vicecapo delle spie ucraine arrivano non solo dopo quelli che sembrano tentativi diretti di attentato, ma anche con le sconcertanti parole dell’Intelligence militare ucraina Kirill Budanov, che ha promesso di «continuare a uccidere russi ovunque» in tutto il mondo: il Budanov, capo della Direzione principale dell’intelligence (GUR) del ministero della Difesa ucraino, in un’intervista a Yahoo News si era vantato di aver «ucciso russi» dicendo che «continueremo a uccidere russi ovunque sulla faccia di questo mondo fino alla completa vittoria dell’Ucraina». Del resto non è che la CIA negli ultimi anni li ha segretamente addestrati per fare altro.

 

Come ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, «l’Ucraina è oramai uno Stato sponsor del terrorismo». E non è che stia facendo molto per nasconderlo – anzi, sappiamo che la quantità di armi regalatele già sono state distribuite in zone terroriste in Siria, in Africa e presso varie criminalità europee, in modo da alimentare in Europa il terrorismo (di qualsiasi tipo: islamico, neohitleriano, ecofascista, etc.) per i decenni a venire.

 

Senza contare che le stesse autorità americane temono la radicalizzazione dei cittadini USA finiti a combattere con gli ucronazisti: una volta tornati in patria, cosa faranno? Diverranno davvero domestic terrorist, continuando l’ideologia suprematista e pagana appresa e performata con i neonazi in Donbass? Oppure il piano è proprio quello di re-importare in USA quantità di terroristi bianchi, così da proseguire con il lavoro del nuovo razzismo istituzionale contro la popolazione di origine europea? Non sappiamo, ma vediamo quello che stanno cercando di fare con Mosca e San Pietroburgo: rimpiombare la popolazione nell’era delle bombe degli anni Novanta – «ri-cecenizzare» la Russia, abbiamo scritto – quando società e politica erano deboli e instabili, cosicché gli oligarchi, con i loro soci occidentali, potevano predare il Paese.

 

La domanda da fare ai geni americani del Dipartimento di Stato, della CIA e del Pentagono (i neocon, in testa), noti per la loro lungimiranza vista in Iraq e Afghanistan, è: anche qualora fosse eliminato Putin, cosa accadrebbe alla Russia? Nessun potere alternativo sembra emergere, e gli sforzi fatti dall’Ovest per far crescere il seguito di personaggi come Navalnij sono definibili ridicoli, e falliti.

 

E quindi, nessuno che si domandi cosa, una volta eliminato Putin, salga al potere al Cremlino? E se vi salisse Medvedev, che parla un giorno sì e l’altro pure di Terza Guerra Mondiale, di scontro atomico, di «giorno del giudizio», dell’arcipelago britannico sommerso  per sempre da uno tsunami radioattivo creato il drone nucleare Poseidon?

 

Tutti scherzano con il fuoco, mentre perdoniamo a Zelens’kyj qualsiasi cosa: l’assassinio di giornalisti, l’assassinio di parlamentari ucraini, l’assassinio dei suoi stessi negoziatori, la corruzione, la paranoia, la creazione di liste di morte piene di cittadini occidentali (anche americani, anche italiani), la mancanza di rispetto perfino per il papa, la volontà di trascinare il mondo in un conflitto termonucleare, unica vera prospettiva in cui può sperare di mantenere la cadrega di presidente-comico a capo del Paese più povero d’Europa. Pardon, dopo tutti i soldi che gli abbiamo dato, e la cresta fatta per la rivendita delle armi abbuonate, ex Paese più povero d’Europa.

 

Quando il mondo aprirà gli occhi su questo personaggio, sulla banda di Kiev, e sul pericolo che ci stanno facendo correre?

 

 

 

 

 

Immagini di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 

 

 

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