Connettiti con Renovato 21

Pensiero

Il Green pass sarà eterno: DCPM del 2 marzo. Pronti per la sottomissione bio-elettronica

Pubblicato

il

Il DCPM dello scorso 2 marzo, sul quale pochi hanno concentrato l’attenzione, rende il green pass valido 540 giorni dopo il booster – cioè, 18 mesi. Alla scadenza dei quali deve venire emesso un altro documento, di durata equivalente.

 

Distratti dalla guerra in Ucraina, non abbiamo visto quel che stava facendo il governo Draghi: ha istituito un green pass eterno. Con buona pace di chi poteva pensare che il suo uso si sarebbe esaurito con lo stato di emergenza, che (in teoria) dovrebbe scadere a breve.

 

Il testo è nella Gazzetta Ufficiale del 4 marzo.

Distratti dalla guerra in Ucraina, non abbiamo visto quel che stava facendo il governo Draghi: ha istituito un green pass eterno

 

«Nella realtà, senza tanti giri di parole, all’articolo 1 (comma b) spiega che la blockchain sottostante il lasciapassare, una volta somministrata la dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale, durerà 540 giorni. Al termine dei quali la piattaforma nazionale provvederà in automatico a emettere un secondo green pass, anch’esso valido per altri 540 giorni. In tutto farebbe 1080 giorni, la bellezza di quasi tre anni» scrive Claudio Antonelli su La Verità, praticamente il solo giornalista in Italia (in Europa) ad aver capito cosa si cela dietro al certificato verde.

 

«Attenzione. Nulla ci dice che tutto si ferma lì. L’automatismo dovrebbe poi essere interrotto. Ma nel testo del DCPM non c’è alcuna traccia di una tale intenzione. In pratica (…) un green pass sarà per sempre».

 

Il DCPM inoltre emana le direttive per la lettura di tutte le categorie di cittadini italiani (forse dovremmo dire «classi»? Forse dovremmo dire «razze»?) attualmente considerate dallo Stato biotico: da una parte i triplodosati e i rarissimi esentati. Dall’altra i non vaccinati, i terribili no vaxi, ora incasellati informaticamente per ordine del Primo Ministro.

 

Parlano di anonimizzazione, ma sappiamo tutti, alcuni per esperienza, che è una palla colossale: nelle app attuali il controllore deve sapere in anticipo quale green pass scansionare, se uno da vaccinato o da tamponato.

 

La privacy poi sparisce del tutto se pensiamo che i non vaccinati continueranno ad essere esclusi dal lavoro, dalla scuola, dai trasporti, dagli eventi, dai locali, dalla palestra, dalla piscina, paria biomolecolari del XXI secolo.

 

Nel DCPM si parla quindi di sincronizzazione del nostro green pass con quello degli altri Paesi. Inoltre il DCPM «prevede nel dettaglio le modalità di controllo per i lavoratori dipendenti e l’iter di comunicazione tra ministero della salute (che gestisce l’anagrafe vaccinale) e l’Agenzia delle Entrate».

 

«Per capirsi, per coloro che si lamentavano dei ritardi nelle multe agli over 50 non vaccinati, ecco la risposta».

 

Vengono così infrante le speranze che tutto si sarebbe fermato, come qualcuno sussurrava, il 15 giugno.

Il sistema del green pass non avrebbe teoricamente più motivo di esistere. A meno che, dietro a tutto questo, non vi sia qualcos’altro. Un altro progetto. Un altro «programma»

 

Leggendo il DCPM, diviene chiaro il pattern del governo: dicono che ad aprile apriranno a tutti i locali all’aperto, dicono a breve chiunque potrà salire su treni e autobus. Poi, nella realtà, fa l’esatto contrario.

 

La quasi totalità della popolazione italiana è vaccinata, dicono, perfino con terza dose. La quasi totalità della popolazione italiana, vaccinata e non, ha preso il COVID questo inverno: e questo lo sappiamo tutti.

 

Il sistema del green pass non avrebbe teoricamente più motivo di esistere. A meno che, dietro a tutto questo, non vi sia qualcos’altro. Un altro progetto. Un altro «programma».

 

Come riportato da Renovatio 21, di fatto, l’Unione Europea lavorava da anni alla piattaforma di digitalizzazione della cittadinanza, dove ogni abitante d’Europa diviene un account di una piattaforma europubblica, dotato poi di un wallet, un portafogli elettronico su cui, a breve, far correre l’«inevitabile» euro digitale, la monte virtuale che la BCE si appresta ad emettere.

«L’obbiettivo dichiarato è quello di trasformare i governi in piattaforme e i cittadini in identità digitali»

 

Come abbiamo scritto varie volte, questo progetto di controllo massivo dell’economia e della popolazione è partito da ben prima della pandemia, anzi ha trovato in quest’ultima il combustibile definitivo per il suo lancio. Vale la pena di ricordare che la struttura informatica blockchain del green pass è la stessa di quella sviluppata da anni dalla UE.

 

«L’obbiettivo dichiarato è quello di trasformare i governi in piattaforme e i cittadini in identità digitali», scrive Antonelli. Riconosciamo che non si tratta di un fenomeno legato solo all’Europa: pochi giorni fa abbiamo visto l’inquietante video dell’Associazione delle Banche del Canada che promuove l’ID digitale unico per tutti i cittadini.

 

Su La Verità viene quindi notato che la Legge finanziaria approvata con lo scadere del 2021 aveva «infilato dentro a un decreto legge collegato» il fatto che «il ministero dell’Economia ha unilateralmente prorogato a fine 2022 l’autorizzazione a tracciare la salute degli italiani in barba alla privacy».

 

«Si tratta di uno schema nato ad aprile 2020 assieme allo stato di emergenza. Serviva per lanciare la app Immuni e Io. Poi è servito per lanciare il green pass». Ora, con un blitz, è stato sganciato dallo stato di emergenza ed è entrato nella manovra. «C’è da scommettere sarà rinnovato con la prossima manovra».

Si tratta di un «tassello del progetto più ampio: rendere permanente la carta verde, al di là di ogni natura emergenziale o persino sanitaria»

 

Si tratta di un «tassello del progetto più ampio: rendere permanente la carta verde, al di là di ogni natura emergenziale o persino sanitaria».

 

Bisogna rammentare che il decreto Riaperture consentirà agli enti pubblici di scambiare i nostri dati senza che si dichiari l’uso che intendono fare: in gergo tecnico è la «interoperabilità dei silos di dati. Tradotto, è la possibilità di tracciare i cittadini che a questo punto possono essere chiamati utenti digitali».

 

Il cittadino digitale, come sappiamo, non si troverà la libertà limitata solo dallo status vaccinale giudicato insoddisfacente dall’autorità. Un domani, lo stesso sistema si applicherà ai sospetti evasori, ai sospetti inquinatori, ai sospetti dissidenti – chi è bannato da Facebook sta solo esperendo l’avanguardia di un mondo di censura totale, e i social media hanno semplicemente iniziato a fare il lavoro per conto dello Stato moderno.

 

E poi, lo ripetiamo. Con l’euro digitale, cioè il danaro programmabile, ogni vostra transizione sarà tracciata, studiata, o proibita. Ai diabetici non sarà concesso di compare la nutella.

La libertà, che giocoforza passa dal portafogli, sarà possibile togliervela con un clic. Perché, di fatto, il portafogli è loro. Chi comanda la piattaforma, decide il destino degli utenti, cioè degli esseri umani

 

A chi ha un basso reddito sarà impedito di comprare il salmone. A chi è in lockdown (o nelle forme ibride che seguiranno, incrociate con  le «domeniche senza auto»), non sarà concesso di spendere in un luogo che non sia quello deciso.

 

Oppure, vista la crisi alimentare che arriva con la guerra nelle Russie, potranno permettervi di acquistare la quantità di cibo che secondo lo Stato è più consona a voi: un sistema immediato di razionamento del cibo, per il quale non serve nemmeno che, come in guerra, ve lo portino – semplicemente, non ne potete acquistare di più.

 

Potranno mettere un tetto alla quantità di benzina che acquistate (se ve la potrete ancora permettere), o impedirvi del tutto di fare il pieno – perché c’è il climate change. Che non è discutibile, e chi osa dire una parola deve essere cacciato, isolato, zittito.

 

Fino al momento in cui a coloro che dimostrano, secondo la Scienza e il CTS, una possibile predisposizione genetica al cancro, sarà impedito di compare le sigarette. Oppure: predisposizione genetica all’alcolismo? Niente birra. Gene dell’obesità? Niente dolci.

 

La fase di immissione della genetica nella piattaforma digitale ci porta al capitolo più importante: i figli.

 

Pensate che, con l’emergenza climatica, vi lasceranno figliare liberamente? Il Partito Comunista Cinese ancora oggi multa chi ha più figli di quelli consentiti dallo Stato: piazzato il tetto alla prole anche da noi, semplicemente potrebbero svalutare il denaro del cittadino-coniglio che ha voluti farne cinque, quattro, tre, due, uno. Tra gli insulti social dei benpensanti che votano PD e fanno controllano la differenziata degli altri.

Sì, è il Grande Reset che disinstalla la democrazia costituzionale, e carica uno Stato-macchina, invincibile e onnipervadente, dinanzi a cui solo una forma di rapporto è possibile: la sottomissione

 

È importante ricordare che di certo, quando la riproduzione artificiale sarà istituzionalizzata e resa il primario metodo di «figliare», chi sceglierà la strada «naturale» sarà emarginato e punito, perché è crudele e sbagliato sottoporre il nascituro alla roulette della biologia, quando possiamo programmargli geni che lo facciano eccellere a scuola e nello sport, e che lo tengano lontano dall’AIDS, dalla depressione, dal diabete e magari anche da certi caratteri disobbedienti.

 

Anche lì: possono colpire, subito, il vostro wallet. Prelevare la multa senza che possiate fare nulla. Congelarvi il conto – come sono abituati a subire i vostri account social. Oppure farvi acquistare solo determinate classi di prodotto. Le opzioni per sorvegliare e punire il reo, con il supertotalitarismo digitale, sono infinite.

 

La libertà, che giocoforza passa dal portafogli, sarà possibile togliervela con un clic. Perché, di fatto, il portafogli è loro. Chi comanda la piattaforma, decide il destino degli utenti, cioè degli esseri umani.

 

Qualcuno pensa alla Cina, con il suo sistema di credito sociale, dove puoi perdere la possibilità di accedere a aerei, treni, mutui semplicemente perché hai fatto un commento che non va bene al Partito. Ebbene, il caso che sta montando in Europa è, senza dubbio molto, molto peggiore.

 

Vi potranno spegnere con un clic: un giudice, o magari un vigile – o magari un algoritmo. Diverrete paria senza più alcun potere senza possibilità alcuna di riscatto.

 

Sì, è il Grande Reset che disinstalla la democrazia costituzionale, e carica uno Stato-macchina, invincibile e onnipervadente, dinanzi a cui solo una forma di rapporto è possibile: la sottomissione.

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

Pensiero

Sacerdote tradizionalista «interdetto» dalla diocesi di Reggio: dove sta la Fede cattolica?

Pubblicato

il

Da

Ci risiamo.

 

A Reggio Emilia, ancora una volta, la Diocesi torna ad esprimersi su due sacerdoti che da qualche anno hanno preso residenza sulle colline di Casalgrande Alto, in un’altura che sormonta e si affaccia su tutto il panorama padano della provincia.

 

Il settimanale cattolico reggiano La Libertà, nella sua versione online, vero e proprio megafono della Diocesi, rende nota la vicenda riuscendo a sbagliare subito il bersaglio, ovvero pubblicando la foto di un castello presente a Casalgrande Alto e identificandolo, nella didascalia, come «sede della Città della divina misericordia». Peccato che quel castello non sia affatto la sede dei due sacerdoti. 

 

Ma tornando ai due preti, trattasi di don Claudio Crescimanno e don Andrea Maccabiani, già da tempo saliti agli onori della cronaca locale e nazionale a motivo di quella che la stessa Curia ritiene essere una presenza, ma soprattutto un ministero, illecito e non autorizzato dalle gerarchie. 

Iscriviti al canale Telegram

Cosa fanno di così strano questi due sacerdoti? In sintesi: si limitano a fare i preti, celebrano la Santa Messa, amministrano i sacramenti e assicurano una buona formazione cattolica a ragazzi ed adulti. Insieme a loro, in quella che potremmo tranquillamente definire un’umile dimora, ci sono alcuni animali facenti parte di quella che è un’azienda agricola gestita dagli stessi sacerdoti con l’aiuto di qualche laico.

 

Nessun clamore. Nessun profilo appariscente o volutamente polemico, sulle colline di Casalgrande si respira piuttosto un certo silenzio e uno stile di vita molto tranquillo, sia per i sacerdoti che per i laici che frequentano la piccola comunità sorta per un semplice e quanto mai pratico motivo – cercare ciò che nelle istituzioni ordinarie ecclesiali ora sembra mancare: la Fede cattolica. 

 

Ebbene si sa che oggi, la categoria più detestata dalla gerarchia ecclesiastica, è proprio quella che nella semplicità della tradizione bimillenaria della Chiesa Cattolica, ricerca la Fede così come sempre è stata insegnata, attraverso il catechismo e la liturgia, quest’ultima vera e propria teologia pregata

 

Non potevano, a motivo di quanto appena accennato, passare inosservati due sacerdoti stanchi delle istituzioni ordinarie, stanchi di strutture senza Fede e liturgie protestantizzate («Signore io non sono degno di partecipare alla Tua mensa», recitano in coro tutti coloro i quali continuano a celebrare e a frequentare il Nuovo Rito, ignari, oppure no, di aderire ipso facto ad un protestantesimo velato sotto le mentite spoglie del cattolicesimo), giunti dunque davanti al bivio più importante della loro vita: stare con Dio e con la Chiesa, o prestare obbedienza a chi Dio lo mette sempre al secondo posto, o, addirittura, lo rende «il dio» di tutte le religioni. 

 

Già, perché mentre la Diocesi di Reggio Emilia nei giorni scorsi stilava, per poi renderla pubblica magari anche con la lettura nelle chiese della provincia durante la Messa domenicale, la lettera che vede infliggere la pena dell’interdetto per don Claudio Crescimanno (per «interdetto» s’intende la pena che impedisce non solo di amministrare tutti i sacramenti, i sacramentali, di partecipare a qualsiasi forma di culto liturgico, ma anche l’impossibilità di ricevere ciascune delle cose elencate), papa Francesco a Giacarta, recando grande scandalo per la partecipazione ad un incontro interreligioso e la visita alla moschea di Istiqlal, non contendo, incontrando i giovani di Schola Occurrentes appartenenti alle più svariate «fedi» impartiva loro una «benedizione» interreligiosa, dove è mancato programmaticamente il segno della croce.

 

«Vorrei impartire una benedizione (…) Qui voi appartenete a religioni diverse, ma noi abbiamo un solo Dio, è uno solo. E in unione, in silenzio, pregheremo il Signore e io darò una benedizione per tutti, una benedizione valida per tutte le religioni». Forse per la prima volta, un papa ha benedetto qualcosa senza fare il segno della croce.

 

Nihil sub sole novum, è tutto già visto e rivisto in seno ai predecessori di Bergoglio, che in particolare da Assisi ‘86 in poi hanno consolidato la pratica — poiché la teoria fonda le sue radici nel Concilio Vaticano II e nei suoi stessi documenti — di un sincretismo da coltivare e, appunto, «benedire». 

 

Nessun commento tuttavia su questa ennesima riprova di quanto la Fede cattolica da oltre cinquant’anni sia messa a forte rischio e abbia smarrito la retta via e la retta ragione, ma si trova piuttosto il tempo e la volontà di prendere seri provvedimenti verso due sacerdoti che sul cocuzzolo della montagna rispondono semplicemente alla richiesta dei fedeli che chiedono aiuto.

 

Suppliscono, cioè, alle mancanze dei tanti confratelli e degli stessi vescovi impegnati a riempirsi la bocca di parole come «unità», «comunione ecclesiale» e tanto altro ancora salvo poi minarla continuamente con il pieno appoggio o ancora peggio con il silenzio rispetto ad una chiesa ormai fondata su valori — o sarebbe meglio dire disvalori — che nulla hanno a che vedere con Cristo.

 

Sarebbe interessante, e pure molto avvincente, evidenziare tutte le possibili lacune e le imprecisioni presenti nel comunicato che vede infliggere la pena a don Crescimanno, ma non è questo l’intento. Vorrei qui invece sottolineare quella che io ritengo personalmente essere la totale impossibilità, secondo ragione e secondo logica, di ricevere, accogliere e ritenere queste pene valide. 

Aiuta Renovatio 21

Se è vero che riconoscendo l’autorità gli si dovrebbe riconoscere anche il comando e, quindi, l’eventuale divieto e pena, la situazione di grave crisi nella Chiesa obbliga vescovi, sacerdoti e fedeli ancora cattolici a scegliere sé obbedire ciecamente a guide che, seppur con il carattere di guide, sono guide cieche, oppure sé ricorrere ai mezzi opportuni per salvare l’anima e salvare anime.

 

Dio o gli uomini. La propria anima, le anime dei fedeli, o l’obbedienza sproporzionata e non ancorata alla Verità a chi non propone più i veri mezzi della Salvezza, non proponendo più, in sintesi, Gesù Cristo ed il Suo estremo Sacrificio sulla Croce, che si ripete in modo incruento sull’Altare.

 

La questione, aldilà di ogni discussione di diritto canonico, è più semplice che mai, e ci obbliga, non tanto per superficialità quanto piuttosto per capacità di cogliere le priorità, ad una scelta immediata per conservare la Fede, visto la grave crisi in cui da oltre mezzo secolo versa la Santa Chiesa, costringendoci ad invocare un altrettanto e quanto mai reale stato di necessità per tante anime in pericolo poiché senza veri pastori. 

 

Davanti a questi reali fatti, davanti allo scempio che, nei contenuti identici a chi ha preceduto ma in una forma ancor più evidente e rapida, non c’è più spazio per mezze misure, non c’è più tempo per cantilene conservatrici, oramai sepolte come polvere sotto al tappeto, spazzate via seguendo la sorte di chi, stando sempre in mezzo, viene o ingoiato da una parte o sputato via dall’altra, seguendo le coordinate di Bussole rotte, Gruppi (in)Stabili e Timoni senza più un timoniere. 

 

Oltre a quelle già presenti e strutturate, forse è tempo di piccole minoranze pronte a sorgere ed insorgere, per combattere la propria piccola battaglia al servizio di Dio.

 

Forse è il tempo di ricreare quel rapporto interrotto da quella diabolica rivoluzione francese, che come insegnava il compianto Agostino Sanfratello, aveva interrotto, per sempre, quel rapporto più semplice e più genuino fra clero e popolo, nelle campagne, nelle parrocchie vere. 

 

Casomai il vescovo di Reggio Emilia, monsignor Giacomo Morandi, dovesse perdersi su un sentiero di montagna durante una camminata od un’escursione, troverà forse la consapevolezza che, cercando nuove vie potrebbe smarrirsi; tornando indietro, invece, sulla strada principale già percorsa, potrebbe ritrovare la giusta via.

 

Chi ha orecchie, intenda. 

 

Cristiano Lugli 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

Continua a leggere

Geopolitica

Zakharova e le sanzioni ai media russi: gli USA stanno diventando una «dittatura neoliberista»

Pubblicato

il

Da

Le ripetute sanzioni volte a limitare la libertà dei media russi negli Stati Uniti sono un segnale dell’erosione dei valori democratici a Washington, ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova.   La portavoce ha rilasciato queste dichiarazioni all’agenzia di stampa RIA Novosti a margine dell’Eastern Economic Forum tenutosi mercoledì a Vladivostok, poche ore dopo l’introduzione di un nuovo ciclo di sanzioni da parte degli Stati Uniti.   Washington ha imposto severe restrizioni ai media russi in passato, ha osservato Zakharova. L’imposizione di queste nuove sanzioni «testimonia l’irreversibile degrado dello stato democratico negli Stati Uniti e la sua trasformazione in una dittatura neoliberista totalitaria», ha affermato, aggiungendo che i notiziari sono diventati una «merce di scambio nelle dispute di parte e il pubblico è deliberatamente tratto in inganno da insinuazioni su mitiche interferenze nei “processi democratici”».

Iscriviti al canale Telegram

Gli attacchi ai media russi sono «il risultato di operazioni attentamente ponderate» pianificate dai servizi segreti e coordinate con i principali organi di informazione, ha affermato la Zakharova.   L’obiettivo, ha affermato, è «sterilizzare lo spazio informativo nazionale e, in futuro, globale da qualsiasi forma di opinione dissenziente». Questa nuova «caccia alle streghe» è volta a mantenere «la popolazione in uno stato di stress permanente», oltre a costruire l’immagine di «un nemico esterno», in questo caso la Russia, ha sottolineato la portavoce. Mercoledì, i dipartimenti di Giustizia, Stato e Tesoro hanno annunciato uno sforzo congiunto per colpire con sanzioni e accuse penali i media russi, tra cui il noto notiziario governativo Russia Today, e gli individui che l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden afferma essere «tentativi sponsorizzati dal governo russo di manipolare l’opinione pubblica statunitense» in vista delle elezioni presidenziali di novembre.   Queste azioni degli Stati Uniti «contravvengono direttamente ai loro obblighi di garantire il libero accesso alle informazioni e il pluralismo dei media» e non rimarranno senza risposta, ha affermato la Zakharova.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Diana Robinson via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Continua a leggere

Pensiero

JFK: perché le vere repubbliche odiano la censura e necessitano una stampa libera

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 pubblica il discorso tenuto dal presidente John Fitzgeraldo Kennedy il 27 aprile 1961 davanti all’American Newspaper Publishers Association. Il significato di queste parole pronunziate oramai 63 anni fa è, con ogni evidenza, ancora piuttosto valido per l’ora presente.

 

La stessa parola «segretezza» è ripugnante in una società libera e aperta; e noi siamo un popolo intrinsecamente e storicamente contrario alle società segrete, ai giuramenti segreti e ai procedimenti segreti.

 

Abbiamo deciso molto tempo fa che i pericoli di un occultamento eccessivo e ingiustificato di fatti pertinenti superavano di gran lunga i pericoli citati per giustificarlo.

 

Anche oggi è poco utile opporsi alla minaccia di una società chiusa imitandone le restrizioni arbitrarie. Anche oggi, ha poco valore nel garantire la sopravvivenza della nostra nazione se le nostre tradizioni non sopravvivono insieme ad essa. E c’è il grave pericolo che l’annunciata necessità di maggiore sicurezza venga colta da coloro che sono ansiosi di espanderne il significato fino ai limiti della censura e dell’occultamento ufficiali.

 

Ciò non intendo permetterlo nella misura in cui è sotto il mio controllo. E nessun funzionario della mia amministrazione, di alto o basso rango, civile o militare, dovrebbe interpretare le mie parole qui stasera come una scusa per censurare le notizie, soffocare il dissenso, coprire i nostri errori o nasconderci alla stampa e ai media rendere pubblici i fatti che meritano di conoscere. (…)

Sostieni Renovatio 21

Perché in tutto il mondo ci si oppone una cospirazione monolitica e spietata che si basa principalmente su mezzi segreti per espandere la propria sfera di influenza: sull’infiltrazione invece che sull’invasione, sulla sovversione invece che sulle elezioni, sull’intimidazione invece che sulla libera scelta, sulla guerriglia notturna invece degli eserciti di giorno.

 

È un sistema che ha reclutato vaste risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina compatta e altamente efficiente che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. (…)

 

I suoi preparativi sono nascosti, non pubblicati. I suoi errori sono sepolti, non messi in evidenza. I suoi dissidenti vengono messi a tacere, non elogiati. Nessuna spesa viene messa in discussione, nessuna voce viene stampata, nessun segreto viene rivelato. Conduce la Guerra Fredda, in breve, con una disciplina di guerra che nessuna democrazia spererebbe o desidererebbe mai eguagliare. (…)

 

Non solo non ho potuto soffocare le polemiche tra i vostri lettori, ma le accolgo con favore. Questa Amministrazione intende essere sincera riguardo ai propri errori; poiché, come disse una volta un uomo saggio: «un errore non diventa un errore finché non rifiuti di correggerlo». Intendiamo accettare la piena responsabilità dei nostri errori; e ci aspettiamo che tu li indichi quando ci mancano. (…)

 

Senza dibattito, senza critiche, nessuna amministrazione e nessun Paese può avere successo e nessuna repubblica può sopravvivere. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che fosse un crimine per qualsiasi cittadino sottrarsi alle controversie. Ed è per questo che la nostra stampa è stata protetta dal Primo Emendamento – l’unica attività in America specificamente protetta dalla Costituzione – non principalmente per divertire e intrattenere, non per enfatizzare il banale e il sentimentale, non semplicemente per «dare al pubblico ciò che vuole» – ma per informare, suscitare, riflettere, dichiarare i nostri pericoli e le nostre opportunità, indicare le nostre crisi e le nostre scelte, guidare, plasmare, educare e talvolta anche far arrabbiare l’opinione pubblica.

 

«Ciò significa una maggiore copertura e analisi delle notizie internazionali, perché non sono più lontane e straniere ma vicine e locali. Vuol dire maggiore attenzione ad una migliore comprensione delle notizie così come ad una migliore trasmissione. E significa, infine, che il governo, a tutti i livelli, deve adempiere al proprio obbligo di fornirvi la massima informazione possibile al di fuori dei limiti più ristretti della sicurezza nazionale (…)

 

E così è alla macchina da stampa – a colui che registra le azioni dell’uomo, custode della sua coscienza, corriere delle sue notizie – che cerchiamo forza e assistenza, fiduciosi che con il tuo aiuto l’uomo sarà ciò per cui è nato: essere libero e indipendente.

 

John F. Kennedy

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Kheel Center via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata 

Continua a leggere

Più popolari