Eutanasia
Suicidio assistito, il disegno di legge passa in Iscozia

Un disegno di legge per legalizzare il suicidio assistito in Iscozia ha superato il primo ostacolo con una votazione preliminare a Holyrood, il parlamento del Paese. Lo riporta LifeSite.
Il disegno di legge sul suicidio assistito per adulti malati terminali, approvato con 70 voti favorevoli e 56 contrari, è stato approvato «in linea di principio» e dovrà superare altri due ostacoli parlamentari prima di diventare legge.
Ciò è avvenuto a seguito di un dibattito parlamentare piuttosto intenso. Utilizzando la retorica ormai consueta, i sostenitori del suicidio assistito hanno insistito sulla necessità di legalizzare il suicidio assistito per porre fine alle sofferenze dei morenti, con una deputata del Parlamento scozzese che ha citato la morte di sua madre per cancro come motivazione del suo voto a favore.
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Il premier John Swinney, che si era espresso contro il disegno di legge in una serie di forti dichiarazioni all’inizio di questo mese, ha votato contro, il governo scozzese ha purtroppo scelto di rimanere neutrale e il ministro della Salute Neil Gray si è astenuto dal voto. La premier Kate Forbes e il leader laburista Anas Sarwar hanno entrambi condannato il disegno di legge; Swinney e Forbes sono entrambi cristiani convinti. Swinney ha affermato di sperare che «questioni significative» del disegno di legge possano essere affrontate, e l’ex premier Nicola Sturgeon, una convinta progressista, si è opposta al disegno di legge a causa del potenziale di «coercizione».
Ally Thomson, direttrice di Dignity in Dying Scotland, ha affermato che il voto a favore delle iniezioni letali somministrate da un medico è stato «uno spartiacque per la compassione».
Anche in questo caso le persone con disabilità si sono ritrovate a sentirsi ignorate dalla maggioranza. In Canada, le associazioni per i diritti delle persone con disabilità sono state completamente ignorate dal governo, anche dopo che il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha condannato il regime. Tutte le associazioni per i diritti delle persone con disabilità nel Regno Unito hanno condannato la proposta di legge di Leadbeater sul suicidio assistito; i parlamentari hanno respinto praticamente tutte le garanzie per le persone con disabilità.
Una scena simile si è verificata in Iscozia. La deputata laburista Pam Ducan-Glancy, prima persona in sedia a rotelle a essere eletta a Holyrood, ha dichiarato a BBC Scotland News di essere «profondamente preoccupata» che il disegno di legge mettesse a rischio le persone disabili e che questo fosse il primo passo per rendere «più facile aiutare a morire che aiutare a vivere». Il disegno di legge, ha affermato, potrebbe «legittimare l’opinione che una vita come la nostra, fatta di dipendenza e spesso di dolore, non valga la pena di essere vissuta». Il voto, dicee, l’ha lasciata «con il cuore spezzato». I suoi timori non hanno scalfito la festa dei sostenitori del suicidio assistito.
Il deputato Liam McArthur, membro del Parlamento dei Liberal Democratici e promotore del disegno di legge, ha dichiarato a BBC Scotland News di essere «lieto» e «sollevato», definendolo «un passo coraggioso» ma «compassionevole». Due precedenti votazioni per legalizzare il suicidio assistito erano fallite al primo voto, ma questa volta, ha affermato McArthur, «è un passo che credo la Scozia sia pronta a compiere». Ha ricevuto il sostegno del leader conservatore Russell Findlay, del leader dei Liberal Democratici Alex Cole-Hamilton e dei co-leader del Partito Verde Scozzese, Patrick Harvie e Lorna Slater.
McArthur si è spinto oltre, contraddicendo direttamente i timori quasi unanimi delle associazioni per i diritti delle persone con disabilità. «Negare più scelta agli scozzesi morenti non migliorerà la vita di chi ha una disabilità», ha affermato. «Né credo che sarebbe accettabile che a una persona con disabilità che soddisfa i criteri di ammissibilità previsti dal mio disegno di legge venga negata la stessa scelta di chiunque altro».
Il disegno di legge di McArthur limita (per il momento) il suicidio assistito ai malati terminali, ma non specifica una durata temporale dell’aspettativa di vita.
Il disegno di legge di McArthur sarà ora esaminato in una seconda fase, e le modifiche saranno proposte e discusse, con un’ulteriore votazione sulla bozza finale prima che diventi legge.
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Come riportato da Renovatio 21, la Scozia sta vedendo un aumento del numero degli aborti, pressioni sull’educazione sessuale a scuola, discriminazioni anticristiane, pazzesche battaglie legali sullo sperma dei trans, minacce di prigione ai genitori contrari alla transessualizzazione dei figli, le carceri femminili stesse con ospiti uomini stupratori, mentre sono ancora fresche le follie COVID che arrivarono persino a vedere progetti di campi di internamento pandemici.
Tra il 2022 e il 2023 era quindi emersa nel Paese una vera ondata di neonati morti, ma lo stato vaccinale della madre non veniva preso in considerazione come dato rilevante.
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Immagine di Colin via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Eutanasia
Medici del Quebecco sostengono che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i neonati gravemente malati

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Eutanasia
Ozzy eutanatizzato? Utilitarismo rock-boomer in azione

Ozzy Osbourne è deceduto dopo una lunga battaglia contro il Parkinson: così l’annuncio della famiglia dell’ex frontman dei Black Sabbath, dato la scorsa settimana. Tuttavia, le circostanze della sua morte rimangono poco chiare, tanto da spingere qualcuno a ipotizzare un caso di eutanasia.
Due anni fa, in un’intervista a Rolling Stone, Osbourne aveva espresso il suo supporto per l’eutanasia in caso di malattia terminale, citando il desiderio di evitare sofferenze come quelle viste nel padre malato di cancro. Sebbene il suo Parkinson non fosse allo stadio terminale, il libro Ozzy. La storia di Ken Paisli, uscito proprio questo agosto, potrebbe far luce sugli ultimi momenti della rockstar.
Secondo i resoconti apparsi sulla stampa, poche ore prima della morte, lunedì, sui social di Osbourne è apparsa una foto enigmatica scattata il 5 luglio fuori dal suo camerino a Birmingham, durante quello che è stato definito «The final show», cioè letteralmente l’ultimo spettacolo. Paisli, nel suo libro, considera questa immagine «altamente simbolica».
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Da notare come il comunicato della famiglia non specifica né il luogo né le cause del decesso, limitandosi a dire che Ozzy è morto «circondato dall’amore».
Il biografo scrive anche che «ipocondriaco com’era, Ozzy temeva più la sofferenza che la morte, memore delle agonie di suo padre in ospedale. Credo che questo non sia accaduto». Lo Osbourne, come scritto da Renovatio 21, aveva incarnato involontariamente l’intero arco tragico della narrativa di Wuhano, dapprima divorando un pipistrello vivo durante un concerto, poi facendo sapere al mondo in pandemia che si era vaccinato.
Nel caso Ozzy fosse stato eutanatizzato, non si tratterebbe della prima storia di artisti del XX secolo che concludono la carriera con la dolce morte.
Speculazioni finite sui giornali su una «morte volontaria» furono fatte anche nei riguardi di David Bowie, morto il 10 gennaio 2016 dopo una lotta con il cancro al fegato. Era risaputo che il cantante avesse pianificato la sua morte, come ad esempio la dispersione delle sue ceneri a Bali in Indonesia, non in Puglia. Tali voci non hanno, ad ogni modo, non sembrano aver trovato riscontro certo.
Si avrebbe certezza invece della «morte assistita» scelta dal sulfureo cineasta della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard. Il Godardo, ad una certa più noto per le sue sgarbate apparizioni alla TV francese che per i suoi film manieristi, proveniva da una famiglia protestante con ramificazioni nella grande finanza: il nonno Julien Monod fu il fondatore della banca Paribas, cosa che il metteur en scène goscista e persino maoista non teneva più di tanto di ricordare al pubblico dei suoi noiosi film sedicenti rivoluzionari.
Alla morte di Jean-Luc (che il documentario Godard à la télé storpiava scherzosamente in «gens-Cul», che suona tipo «Gianculo») nel settembre 2022, sulla stampa apparve una di una « persona vicina alla famiglia» che diceva che «il n’était pas malade, il était simplement épuisé» («Non era malato, era solo esausto»). «Così ha preso la decisione di porre fine a tutto» ha detto la fonte al giornale di sinistra Libération. «Era una sua decisione ed era importante per lui che fosse nota». Qualcuno poteva ipotizzare il titolo di un film d’essai: Gianculo decide di morire.
Restando in Francia, si ha il caso più recente della cantante e modella francese Françoise Hardy, deceduta l’11 giugno 2024 a 80 anni, che aveva pubblicamente richiesto l’eutanasia a causa di un cancro terminale alla faringe diagnosticato nel 2018. La Hardy espresso il suo desiderio in interviste alla rivista Femme Actuelle e in lettere al presidente francese Emmanuel Macron, descrivendo la sua vita come insostenibile a causa delle sofferenze causate da radioterapia e immunoterapia. Sebbene non ci sia una conferma definitiva che sia morta per eutanasia, le sue dichiarazioni pubbliche indicano una chiara intenzione.
La lista delle celebrità che scelgono la morte potrebbe continuare, ma in molti casi vi sono solo speculazioni, o suicidi veri e propri (suicidi «non assistiti»), che tuttavia vanno considerati in fondo come forme di eutanasia. Il fenomeno non è ancora slatentizzato, anche se la Finestra di Overton si muove sensibilmente: nel futuro prossimo vedremo con probabilità tante grandi glorie del passato fare campagne mediatiche per chiedere la loro morte di Stato. Il tutto sfruttando la celebrità acquisita, assieme al tanto denaro, grazie ad una popolazione istupidita che li ha visti per decenni come eroi.
Si tratta di una conseguenza automatica della filosofia utilitarista, che dai suoi inizi nell’Inghilterra coloniale di Jeremy Bentham è ora penetrata nei gangli della società occidentale tutta, divenendo di fatto parte integrante del sistema operativo dello Stato moderno: il fine delle strutture umane è massimizzare il piacere, minimizzare il dolore, e ciò a discapito di qualsiasi cosa, della vita delle minoranza, della vita degli innocenti, della propria stessa viva.
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L’utilitarismo produce la giustificazione dell’edonismo che fu diffuso alle masse con il rock (sesso, droga, rock and roll: non vi è motto utilitarista più chiaro) e con tutta la cultura delle celebrità che ne conseguì.
Esaurita la fase del piacere, i corpi vecchi di rockstar e attori divengono disfunzionali rispetto all’utilitarismo, filosofia atea e disperata, che ne ha generato la celebrità, il successo, il potere. Quindi, in un’amara, depressiva vendetta della realtà, voglio suicidarsi.
È la sterile, triste parabola di morte che finisce per divenire paradigma per l’intera generazione dei boomer, nati e cresciuti con il vento in poppa della super-crescita economica post-bellica, finiti per rifiutare la religione e la metafisica del sacrificio per abbracciare la rivoluzione sessuale e il consumismo nulliparo (a discapito dei più deboli: le generazioni future, le generazioni non nate), autori materiali e morali della catastrofe biologica e spirituale in cui ci troviamo.
Gli eroi dei boomer, i pupazzi di sistema a cui hanno i fortunati figli del dopoguerra abboccato, ora vogliono morire: non c’è immagine più chiara del fallimento di una generazione, e della filosofia infame dietro ad essa.
Roberto Dal Bosco
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Immagine di Morten Skovgaard via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Eutanasia
517 persone sono morte per eutanasia senza richiesta nel 2021

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