Essere genitori
I genitori scozzesi contrari alla transessualizzazione dei figli ora rischiano 7 anni di prigione
I genitori che rifiutano di accettare che i propri figli si identifichino come transgender rischiano sette anni di carcere secondo una nuova legge in Scozia. Lo riporta il quotidiano Telegraph.
«Le proposte pubblicate martedì affermano che le azioni progettate per “cambiare o sopprimere” l’identità di genere di un altro individuo, causandogli danni fisici o psicologici, diventerebbero illegali secondo la legge radicale», riferisce il giornale britannico.
La legge vieterebbe le cosiddette «pratiche di conversione» che spesso hanno luogo in un «contesto familiare». Ciò significa che se i genitori tentassero di impedire ai loro figli di «vestirsi in un modo che rifletta il loro orientamento sessuale o identità di genere», potrebbero affrontare sanzioni penali anche se credono di agire nel migliore interesse del bambino.
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Secondo la nuova legislazione, le azioni ritenute «coercitive» o «di controllo» nel tentativo di impedire al bambino di voler diventare transgender sarebbero illegali anche qualora fossero eseguite con «il desiderio di aiutare o proteggere la persona».
Osservatori in rete fanno notare che il ministro scozzese per le pari opportunità dietro le proposte, Emma Roddick, è una donna di 26 anni che si identifica come bisessuale. Viene notato che la ragazza, appartenente alla generazione Z fini a pochi anni fa era ancora a scuola.
Le persone in Scozia che mettono in dubbio l’attivismo transgender radicale vengono regolarmente prese di mira dalle autorità.
Nel 2021 una madre di 50 anni è stata accusata di un «crimine d’odio transfobico» dopo aver ritwittato l’immagine di un nastro delle suffragette. La donna rischiava fino a due anni di prigione.
La Scozia è pure teatro di grotteschi casi in cui maschi che commettono vili aggressioni sessuali contro donne e bambini vengono protetti dallo Stato e spediti in carceri femminili dopo essersi opportunamente dichiarati trans. L’anno scorso, l’ex leader scozzese Nicola Sturgeon, paladina woke poi arrestata e rilasciata su accuse legate al Partito Nazionale Scozzese, ha affermato che i criminali transgender condannati per aver violentato donne sono donne, nonostante siano biologicamente uomini.
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Nello stesso mese, il governo scozzese ha rifiutato di rimuovere uno stupratore transgender da un carcere femminile nonostante fosse condannato per aver violentato due donne.
Come riportato da Renovatio 21, la Scozia sta legalizzando l’eutanasia, e apre dibattiti legali sulla conservazione dello sperma dei trans.
Solo poco tempo fa, nei giornali scozzesi si potevano trovare sondaggi deliranti come quelli sulla possibilità di introdurre campi di concentramento COVID, mentre nel Paese in lockdown la polizia faceva irruzione a feste di compleanno di bambini di 10 anni su soffiata dei vicini delatori.
Nel frattempo, una inspiegata ondata di neonati morti – con aumento statistico cospicuo – si è manifestata nel Paese.
Come riportato da Renovatio 21, l’attuale premier scozzese è il musulmano non osservante Humza Yousaf, preferito nel rush finale dopo le strane dimissioni della Sturgeon alla cristiana praticante Kate Forbes, contraria al matrimonio omosessuale, così come alle nascite extramatrimoniali, e difensore accorato della famiglia tradizionale.
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Immagine screenshot da YouTube
Animali
Scoperto in India un serpente lungo quanto uno scuolabus. Probabilmente pure molto meno letale
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Essere genitori
Il 25% dei bambini di età compresa tra 3 e 4 anni possiede uno smartphone: studio
Uno studio condotto dall’autorità governativa di regolamentazione delle comunicazioni nel Regno Unito ha rilevato che un quarto dei bambini di soli 3-4 anni possiede uno smartphone. Lo riporta il giornale britannico Telegraph.
Dallo studio di Ofcom è infatti emerso che un quarto di tutti i bambini sotto i 7 anni possiede un dispositivo intelligente, con un aumento di circa il 5% in un anno.
I dati per i bambini di età inferiore a 7 anni sono stati forniti dai genitori, quindi il numero reale potrebbe essere molto più alto se alcuni genitori scegliessero di essere liberali riguardo alla verità.
Lo studio ha rilevato che quasi il 60% dei bambini di età compresa tra gli 8 e gli 11 anni possiede un telefono e, quando si arriva ai 12-17 anni, essenzialmente tutti i bambini possiedono uno smartphone.
Ofcom ha osservato che «i bambini delle scuole materne sono sempre più online e godono di una maggiore indipendenza digitale da parte dei genitori».
Lo studio ha anche scoperto che i bambini riescono ad aggirare i controlli sull’età per accedere alle app dei social media, semplicemente inventando la loro data di nascita.
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Più della metà (51%) di età inferiore ai 13 anni utilizza un’app di social media di qualche tipo sui propri telefoni, nonostante il fatto che la maggior parte delle app di social media richieda che gli utenti abbiano più di 13 anni.
Un totale del 40% dei bambini di età compresa tra 8 e 17 anni ha dichiarato a Ofcom di aver mentito sulla propria età per accedere a un’app.
Nella fascia di età 5-7 anni, un terzo dei genitori ha affermato che i propri figli utilizzano le app completamente senza supervisione e un terzo ha affermato di consentire ai propri figli di utilizzare le app prima che raggiungano l’età minima consigliata.
Il commissario governativo per l’infanzia britannico, Rachel de Souza, ha commentato che «l’uso dei social media e delle piattaforme di messaggistica da parte dei minorenni è molto diffuso. Le tutele previste dall’Online Safety Act devono essere implementate in modo rapido e deciso, con efficaci garanzie sull’età».
I risultati arrivano mentre il governo di Londra sta valutando la possibilità di attuare un divieto totale per i minori di 16 anni di acquistare smartphone, scrive Modernity News.
Tuttavia, tale legge non impedirebbe ai genitori di acquistare i dispositivi e di darli ai bambini, come avviene nella stragrande maggioranza delle case. Il governo sta anche valutando una legge che richiederebbe l’approvazione dei genitori quando i bambini di età inferiore ai 16 anni si iscrivono ad account sui social media.
Richard Collard della National Society for the Prevention of Cruelty to Children ha sottolineato che «il numero di bambini molto piccoli che utilizzano i social media indica un fallimento sistemico da parte delle aziende tecnologiche nel far rispettare i limiti di età da loro stabiliti”.
Gli studi hanno dimostrato che esistono ampie prove che l’uso dei social media è collegato ad un aumento dell’ansia, della depressione e ad un declino del benessere mentale tra i giovani. Le connessioni tra telefonino e l’aumento del cortisolo – l’ormone dello stress – sono discusse da diversi anni.
Come riportato da Renovatio 21, una curiosa circolare del ministero dell’Istruzione italiano dell’anno scorso descriveva lo smartphone come una droga «non diversa dalla cocaina».
Negli anni è emerso che le app degli smartphone spiano i bambini su «una scala scioccante», hanno rivelato esperti a Children’s Health Defense.
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Essere genitori
«Influencer» per genitori condannata per abusi su minori
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