Fertilità
Calo delle nascite in 18 Paesi d’Europa. C’entra per caso il vaccino?

Qualche giorno fa è stata data la notizia dell’apparizione di uno documento di 90 pagine di uno studioso tedesco, Raimund Hagemann.
Si tratta di un lavoro di statistica fatto con un team che comprende, tra gli altri, anche dei medici. Hagemann ha preso i dati arrivati da 18 Paesi UE, Italia esclusa, perché avrebbe «dati fermi al 2020».
Titolo del paper: Diminuzione del numero dei bambini nati vivi in Europa.
Usando due variabili – il tasso di natalità e la frequenza di vaccinazione COVID – vengono confrontati i primi cinque mesi del 2022 con quella che è stata la media degli ultimi 3 anni.
Tutti i Paesi mostrano un calo che può arrivare al 10%.
La Francia ha -1,3% di bambini nati vivi; la Romania un pazzesco -18,8% – quasi un bambino su cinque in meno.
-7,4% la Spagna, -8,9 la Germania.
«In 15 Paesi questo calo ha superato il 4%, in 7 è andato oltre il 10%» riassume La Verità. Cioè, un bambino su 10 è nato morto in più rispetto a prima.
In totale, nei Paesi UE interessati vi sarebbero -110.059 nascite rispetto a prima, cioè -7%.
A latere c’è il caso della Svizzera, dove il giornale di Weltwoche, in un articolo intitolato «Dove sono i bambini?» parla di 6.000 nascite in meno, cioè il -15,1%, cifra superiore al -13,5% registrato nel 1915, quando anche nella Confederazione neutrale le condizioni di vita peggiorarono assai. Il docente di economia Konstantin Beck butta lì un dato: «la vaccinazione ha raggiunto il picco a maggio e giugno 2021 (…) e il tasso di natalità è crollato a febbraio e marzo 2022, nove mesi dopo».
Nel documento di Hagemann si dice che vi è correlazione tra il fenomeno e il contagio da COVID, tuttavia si trova una «significativa correlazione negativa tra il calo dei tassi di natalità è l’alto numero delle vaccinazioni nei nove mesi precedenti, nella fascia di età 18-49 anni, in 13 di 18 Paesi».
Di più: il documento dice che si dovrebbe studiare di più la questione delle reazioni avverse negli organi riproduttivi, sia maschili che femminili. Qualcosa, come noto, c’è già: sulle alterazioni del mestruo, dopo mesi di spirale del silenzio, ora non ci sono più dubbi.
Proprio così: potrebbe centrare qualcosa il fatto che le mamme si siano vaccinate. Ricordate? All’inizio le autorità mediche di tutti i Paesi erano attentissime alla questione della gravidanza: ci andarono piano, dissero che non c’erano studi, arrivarono a chiedere a chi si voleva vaccinare di prendere la pillola – che peraltro è perfino più pericolosa dei vaccini in fatto di coaguli del sangue.
Poi, puf, tutta la premura per le donne in età fertile sparì in un batter d’occhio. Si innestò nella società l’idea che, anzi, la madre non vaccinata stava abusando del figlio. Si arrivò a porcherie e fake news – permesse però, se si tratta di vaccinisti – con neomamme sierate che si tiravano il latte convinte che questo si trasformasse magicamente in alimento in grado di immunizzare il bambino, un latte-vaccino, lato sensu, e pure stricto sensu.
Qualcosa, tuttavia, si sapeva. Tra le pagine del documento di approvazione del Pfizer che l’FDA è stata costretta a pubblicare (ricordate? Voleva dilazionare la pubblicazione in 75 anni…) è possibile vedere che si registrarono 23 aborti spontanei e 5 casi di neonati morti o prima o dopo il parto. 17 di 133 bambini allattati al seno da madri vaccinate subirono reazioni avverse.
È orrendo vedere come tutto stia procedendo secondo quello che avevamo pensato, e detto, da subito.
Questo sito già nel 2020 aveva dato voce a chi, come l’ex Pfizer Yeardon, aveva cominciato a parlare dei possibili danni alla fertilità del vaccino mRNA.
Fummo subito fact-checkati: dai soliti noti e perfino dal sito di una importante Università. Sono bufale, dai: non ci sono prove che il vaccino faccia male alle donne incinte e ai loro bambini.
Abbiamo registrato i casi di danno mestruale quando ancora era un tabù spernacchiato in rete, ma discusso sottovoce da un numero infinito di donne: abbiamo ricevuto messaggi di signore piuttosto disperate. Mestruazioni copiose come mai si era visto. Oppure nessuna mestruazione. Da chi andare, per una cosa del genere? Chi ci può, non dico curare, ma ascoltare?
Ricordiamo bene quei mesi lenti e frenetici al contempo, dove si era bloccati in casa («zona rossa»: rimembrate?), in attesa del siero salvifico che arrivò, come il Bambin Gesù, a Natale, mentre si affastellavano nella mente di chi aveva conservato un minimo di lucidità dubbi sempre più mostruosi.
Infine lo scrivemmo con un articolo in cui già dal titolo lo dicevamo chiaro: «Vaccino COVID, la più grande minaccia per l’umanità».
Sottolineiamo che ancora oggi lo pensiamo. E non siamo i soli. Con il problema che ora il danno è stato fatto, moltiplicato per una popolazione infinita, e in più riprese – le dosi, i booster…
Ci era chiaro sin dal principio che si tratta di quello che in informatica è uno SPOT, single point of failure: un solo elemento centrale viene corrotto, e crolla tutto il sistema. Se il vaccino come effetto collaterale avesse avuto il mal di testa, moltiplicato per le centinaia di milioni di persone che lo hanno assunto (o forse più…) avrebbe generato un’instabilità sociosanitaria difficilmente sostenibile.
Tuttavia non era l’emicrania che già allora veniva in mente.
La faccenda, per chi aveva visto cosa era successo negli anni precedenti, era abbastanza semplice da leggere.
I grandi potentati miliardari internazionali un tempo ossessionati dalla riduzione della popolazione, ora dedicavano suon di miliardi, e ammassi di influenza transnazionale mai vista, ad un solo tema, quello dei vaccini.
Non è così arduo fare 2+2. Specie se ci si ricorda di quella strana denuncia che fecero i vescovi del Kenya anni fa. Parlavano di campagne di vaccinazione che in realtà sterilizzavano le donne.
Malgrado le smentite dei grandi media – pubblicavano quelle ma prima non avevano pubblicato la notizia, eccezionale – la storia c’è tutta.
Bisogna dire grazie al dottor Andrew Wakefield che ci ha fatto sopra un documentario assai esplicativo, intitolato Infertilità: un’agenda diabolica.
Ne abbiamo parlato, varie volte. A questo punto va visto per forza: perché quello che mostra potrebbe essere già successo qui. Lo diceva agli intervistatori occidentali uno dei dottori africani che avevano lottato contro l’orrore indicibile di vedere le donne del proprio Paese sterilizzate: «quando avranno finito con l’Africa, verranno da voi».
Potrebbe proprio essere successo così.
Il danno è immane, ci rendiamo conto. Ma non l’abbiamo fatto noi. Noi lo abbiamo detto subito, anzi, noi lo dicevamo anni prima del coronavirus: i vaccini – tutti – sono strumenti della Cultura della Morte. Con le vaccinazioni vogliono umiliare, sottomettere, ferire, uccidere l’essere umano. Su questo davvero non abbiamo mai avuto dubbi.
Ora, semmai, c’è da capire cosa fare. La prospettiva evocata nella storia de I figli degli uomini potrebbe essere dietro l’angolo.
Non c’è solo da prepararsi al crollo della Civiltà, c’è da capire come preservare biologicamente la propria discendenza.
Sapete, c’era un Tinder per i non vaccinati, una app per incontri ma esclusivamente dedicata a chi rifiutava il siero, a chi si era mantenuto, come dicono i no-vax americani, pureblood, con il sangue puro. Apple l’ha ovviamente chiusa. Strano: la censura non arriva su app come Grindr, quella per gli incontri omosessuali dove pare abbondano i preti, che ad un certo punto recava la spunta di profilo che indicava o meno la sieropositività – e il motivo capitelo da voi.
Ma c’è altro. In USA si dice vi sia una nuova tendenza nelle ragazze in cerca di un uomo, che potenzialmente divenga marito: mentire. Dicono di non essere vaccinate, perché questa cosa dei problemi di fertilità delle donne dopo la vaccinazione è entrata nelle testa di qualche scapolone, che se deve cercare una donna con cui mettere su famiglia vorrebbe pure che non fosse sterile, o, peggio ancora, possono avere il pensiero che la prole del siero genico possa avere qualche problema.
È orrendo, a dirsi e anche solo a pensarsi, ma studi come quello di Hagemann, dove diviene sempre più chiaro l’effetto distruttore delle vaccinazioni, ci impongo a pensare una società divisa, quantomeno sessualmente. Chi dispone della fertilità, deve essere pronto a fare qualsiasi rinuncia, qualsiasi sacrificio per custodirla – perché su di lui ora è la responsabilità dell’intera umanità.
Come siamo arrivati a questo punto?
In realtà lo sappiamo. Il vampiro non entra in casa, a meno che non lo si inviti. Il vampiro forse non lo avete invitato voi, ma avete votato i politici che lo hanno invitato a entrare nell’intero Paese.
Abbiamo tollerato, per anni, che ci venisse inflitta la Necrocultura, e non abbiamo mosso un dito – e parlo anche di chi, tra i pochi, aveva capito che era una questione di vita o di morte, era la Vita contro la Morte, era la guerra del Bene contro il Male.
Ora pensate ai bambini, quelli che sono riusciti a salvarsi dalla mattanza – che, state certi, non è finita.
Teneteveli stretti, non permettete a nessuno di prenderveli, perché oramai è chiaro che il loro progetto è interrompere la vita umana sul pianeta, e per questo attaccano la riproduzione e il suo frutto, che è l’Imago Dei.
Il serpente quella volta aveva giurato guerra alla discendenza di Adamo.
Ora crediamo che lo possiate vedere tutti: è proprio così.
Alla fine, gli sarà schiacciata la testa. Tuttavia, nel frattempo la lotta sarà tremenda, e l’abominio di ciò che vedremo insostenibile.
Un mondo senza bambini, un mondo portato con l’inganno ad abortire generazioni intere di piccoli esseri umani.
Un’apocalisse alla quale dobbiamo giurare di sopravvivere, per il bene dei figli che siamo riusciti fin qui a proteggere.
Roberto Dal Bosco
Immagine di TulerReitan via Deviantart pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-NC-ND 3.0)
Fertilità
Microplastiche scoperte nei fluidi riproduttivi umani

Uno studio riporta la scoperta di microplastiche nei fluidi riproduttivi maschili e femminili, sollevando allarmanti interrogativi sul loro impatto sulla fertilità.
I ricercatori hanno esaminato il fluido follicolare di 29 donne e il liquido seminale di 22 uomini. Entrambi i fluidi riproduttivi svolgono un ruolo fondamentale nel concepimento.
Nei campioni di fluido è stata rilevata un’ampia gamma di polimeri microplastici. In entrambi i gruppi sono stati riscontrati politetrafluoroetilene (PTFE), polistirene (PS), polietilene tereftalato (PET), poliammide (PA), polipropilene (PP) e poliuretano (PU).
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Le microplastiche erano presenti nel 69% dei campioni follicolari analizzati. Il polimero più comune era il PTFE, ampiamente presente nei rivestimenti antiaderenti, comprese le pentole antiaderenti. Oltre il 30% dei campioni conteneva questo polimero.
Le microplastiche erano presenti in una percentuale minore (55%) dei campioni di liquido seminale. Il PTFE è risultato ancora una volta il polimero più comune, rilevato nel 41% dei campioni.
«Studi precedenti avevano già dimostrato che le microplastiche possono essere presenti in vari organi umani». ha commentato il ricercatore principale, il dottor Emilio Gomez-Sanchez. «Di conseguenza, non siamo rimasti del tutto sorpresi nel trovarle nei fluidi dell’apparato riproduttivo umano, ma siamo rimasti colpiti dalla loro frequenza: presenti nel 69% delle donne e nel 55% degli uomini che abbiamo studiato».
Uno studio condotto lo scorso anno ha rilevato la presenza di microplastiche nel 100% dei campioni di sperma prelevati da un gruppo di uomini in Cina.
Si stima che tra il 1950 e il 2017 siano state prodotte più di nove miliardi di tonnellate di plastica, di cui oltre la metà è stata prodotta dal 2004. La stragrande maggioranza della plastica finisce nell’ambiente in una forma o nell’altra, dove si decompone, attraverso l’azione degli agenti atmosferici, l’esposizione ai raggi UV e a organismi di ogni tipo, in pezzi sempre più piccoli, diventando prima microplastiche e poi nanoplastiche.
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Nelle nostre case, le microplastiche vengono prodotte principalmente dalle fibre sintetiche di vestiti, mobili, tappeti e altri oggetti in plastica che si disperdono nell’aria. Si accumulano in grandi quantità nella polvere e fluttuano nell’aria, che poi inaliamo.
Nuove ricerche stanno già collegando le microplastiche a una vasta gamma di malattie croniche, dall’Alzheimer all’autismo, fino all’obesità e al diabete. Oltre alle proprietà fisiche delle microplastiche stesse, che consentono loro di causare infiammazioni e ostruzioni fisiche nei tessuti corporei, agiscono anche come vettori di sostanze chimiche tossiche, trasportandole in profondità nei tessuti corporei, inclusi cervello, polmoni, fegato e organi riproduttivi.
L’esposizione alla microplastica è inoltre collegata alla grave crisi della fertilità che sta colpendo i Paesi sviluppati, con un calo catastrofico del numero di spermatozoi che, secondo alcuni terrificanti scenari delineati dagli esperti, potrebbe rendere impossibile la riproduzione naturale entro pochi decenni.
Come riportato da Renovatio 21, recenti studi danesi hanno mostrato che nel caso degli individui maschi l’esposizione ai PFAS durante il primo trimestre potrebbe ridurre il numero di spermatozoi dei figli. I PFAS avevano sollevato molte preoccupazioni anche in Italia, che, dopo un incidente industriale dei primi anni 2000, avrebbero contaminato le acque sotterranee di zone del Vicentino. Si tratta del più grave inquinamento delle acque della storia italiana: tre province, 350 mila persone coinvolte, 90 mila cittadini a cui fare check up clinici.
Come riportato da Renovatio 21, il tema dell’infertilità, come quello del cancro, era stato toccato da altri studi che investigavano le microplastiche presenti nell’inquinamento atmosferico.
Gli scienziati stanno trovando tracce della plastica in varie parti del corpo umano, compreso il cervello. Un altro studio ha provato la presenza di plastica nelle nuvole della pioggia.
Come riportato da Renovatio 21, uno studio di pochi mesi fa ha collegato l’esposizione a microplastiche alle nascite premature. Uno studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato sulla rivista Toxicological Sciences a inizio anno aveva trovato nella placenta umana microplastiche dannose, alcune delle quali sono note per scatenare l’asma, danneggiare il fegato, causare il cancro e compromettere la funzione riproduttiva.
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Come riportato da Renovatio 21, quantità di microplastica avrebbero raggiunto i polmoni umani con l’uso delle mascherine imposto durante il biennio pandemico.
La microplastica nell’intestino è stata correlata da alcuni studi a malattie infiammatorie croniche intestinali. Altre ricerche hanno scoperto che le microplastiche causano sintomi simili alla demenza.
Come riportato da Renovatio 21, un nuovo studio emerso settimane fa ha stabilito che le comuni bustine da tè realizzate in fibre polimeriche rilasciano enormi quantità di micro e nanoplastiche tossiche nel liquido durante l’infusione.
L’onnipresenza della microplastica è provata dalla presenza nei polmoni degli uccelli e persino strati di sedimenti non toccati dall’uomo moderno.
Secondo nuove ricerche, le microplastiche sarebbero in grado inoltre di rendere batteri come l’E.Coli più resistente agli antibiotici.
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Fertilità
Vaccini COVID e rischio in gravidanza: studio su 1,3 milioni di donne trova la correlazione

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Risultati «preoccupanti» indicano un impatto a lungo termine sulla salute riproduttiva
L’analisi preliminare, condotta da cinque ricercatori provenienti da Repubblica Ceca, Danimarca e Svezia, è stata pubblicata la scorsa settimana sull’International Journal of Risk & Safety in Medicine. Lo studio ha esaminato i dati ottenuti dalla Repubblica Ceca, uno dei pochi Paesi in cui sono disponibili dati nazionali sulle nascite di donne vaccinate o non vaccinate contro il COVID-19, hanno affermato gli autori. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 1,3 milioni di donne, di età compresa tra 18 e 39 anni, tra gennaio 2021 e dicembre 2023. Gli autori hanno affermato che le ragioni per cui hanno intrapreso lo studio includevano ricerche esistenti che dimostravano che i vaccini contro il COVID-19 hanno effetti negativi sulle «caratteristiche mestruali» e la mancanza di dati sull’effetto dei vaccini contro il COVID-19 sui tassi di natalità. I dati provenienti da diversi Paesi hanno mostrato un calo dei tassi di natalità durante la pandemia di COVID-19, hanno affermato i ricercatori. Tuttavia, «la potenziale influenza dei vaccini contro il COVID-19 sulla salute riproduttiva non è stata valutata» negli studi randomizzati di pre-autorizzazione per tali vaccini. La pediatra dottoressa Michelle Perro ha affermato che i risultati dello studio sono «profondamente preoccupanti» e «forniscono informazioni sugli effetti negativi sulla fertilità che giustificano un’indagine scientifica immediata e imparziale». «Il rilascio di una nuova tecnologia, in particolare se somministrata alle nostre popolazioni più vulnerabili senza dati completi sulla sicurezza a lungo termine, si è rivelato ancora una volta disastroso per la salute delle generazioni future», ha affermato la Perro. Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso il CHD, ha affermato che è «preoccupante» che i tassi di concepimento con successo tra donne vaccinate e non vaccinate non siano convergenti dopo il 2021, il che indica il potenziale impatto a lungo termine dei vaccini sulla salute riproduttiva delle donne. «Se l’esposizione avesse avuto un’influenza a breve termine, i due gruppi avrebbero dovuto convergere nel tempo, ma non è così», ha affermato Jablonowski. Tra le donne vaccinate esaminate nello studio, il 96% ha ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech o Moderna; il numero di donne che ha ricevuto il vaccino Pfizer è 11 volte superiore rispetto a quello Moderna.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Diversi studi collegano i vaccini COVID ai problemi riproduttivi
I ricercatori hanno notato che la relazione tra vaccinazione e fertilità non è necessariamente causale e che alcune donne potrebbero aver basato la loro decisione di vaccinarsi sulla pianificazione di una gravidanza, un possibile esempio di «bias di autoselezione». Tuttavia, i ricercatori hanno sottolineato che, durante la pandemia, il tasso di fertilità complessivo nella Repubblica Ceca è diminuito. In quel periodo, le autorità sanitarie pubbliche ceche hanno raccomandato alle donne incinte di vaccinarsi, una raccomandazione che, secondo i ricercatori, molte donne hanno probabilmente seguito. Questi fattori riducono la probabilità che la differenza nei tassi di concepimento riuscito tra donne vaccinate e non vaccinate sia dovuta a un bias di autoselezione. Anche altri studi recenti hanno riscontrato un’associazione tra i vaccini contro il COVID-19 e i problemi riproduttivi. Uno studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato ad aprile su BMC Pregnancy and Childbirth, ha rilevato che tra le donne incinte risultate positive al COVID-19, quelle che avevano ricevuto il vaccino contro il COVID-19 avevano una probabilità significativamente maggiore di avere un aborto spontaneo rispetto alle donne non vaccinate. Uno studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato a marzo sulla rivista Vaccines, ha scoperto che i vaccini contro il COVID-19 hanno ridotto fino al 60% il numero di follicoli primordiali, «il fondamento della fertilità», nei ratti femmina.Iscriviti al canale Telegram
I lotti contaminati del vaccino COVID potrebbero aver abbassato i tassi di concepimento
Secondo i ricercatori cechi, l’elevata contaminazione dei primi lotti di vaccini contro il COVID-19 potrebbe essere correlata a tassi ridotti di concepimento riuscito: una teoria che, secondo loro, merita ulteriori approfondimenti. I ricercatori hanno citato diversi studi, tra cui un’analisi peer-reviewed di Jablonowski e Hooker pubblicata lo scorso anno sulla rivista Science, Public Health Policy and the Law, che hanno rilevato che i primi lotti di vaccini contro il COVID-19 hanno portato a un numero sproporzionatamente più elevato di eventi avversi. Secondo l’analisi di Jablonowski-Hooker, i lotti del vaccino Pfizer-BioNTech contro il COVID-19 distribuiti negli Stati Uniti sono stati associati a tassi significativamente diversi di eventi avversi gravi. Uno studio danese del 2023 ha rilevato che una percentuale significativa dei lotti del vaccino Pfizer-BioNTech BNT162b2 contro il COVID-19 distribuiti nell’Unione Europea era probabilmente costituita da placebo, mentre i lotti non contenenti placebo hanno mostrato eventi avversi gravi più elevati del normale nei soggetti riceventi. In un articolo pubblicato sulla rivista Medicine lo scorso anno, gli autori dello studio danese hanno esteso la loro analisi alla Svezia, riscontrando l’esistenza degli stessi problemi dipendenti dal lotto anche in quel Paese.Aiuta Renovatio 21
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Fertilità
Più aborti spontanei dopo la vaccinazione Pfizer contro il COVID-19 in Israele: studio

Un nuovo studio ha rivelato che in Israele il numero di aborti spontanei e di altre forme di perdita del feto è stato associato alle vaccinazioni contro il COVID-19, superando le aspettative.
Secondo lo studio, pubblicato come preprint sul server medRxiv, i ricercatori hanno riscontrato 13 perdite fetali, quattro in più rispetto alle nove previste, ogni 100 donne incinte che hanno ricevuto il vaccino contro il COVID-19 tra l’ottava e la tredicesima settimana di gravidanza.
Il team dietro lo studio comprende Retsef Levi, ricercatore del Massachusetts Institute of Technology recentemente nominato nel comitato che fornisce consulenza ai Centers for Disease Control and Prevention sui vaccini, e la dottoressa Tracy Hoeg, che lavora per la Food and Drug Administration.
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I ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche elettroniche di Maccabi Healthcare Services, una delle quattro organizzazioni che forniscono assistenza sanitaria agli israeliani. Hanno esaminato 226.395 gravidanze avvenute tra il 1° marzo 2016 e il 28 febbraio 2022. L’analisi primaria ha esaminato la perdita fetale nelle donne in gravidanza dopo la prima o la terza dose di un vaccino contro il COVID-19, includendo aborto spontaneo, aborto spontaneo e morte fetale.
I ricercatori hanno elaborato un numero previsto di perdite fetali basandosi su un modello basato sui dati precedenti alla pandemia di COVID-19, per poi confrontare il numero previsto di perdite fetali con quelle verificatesi dall’ottava settimana di gravidanza in poi.
I ricercatori anno identificato 13.214 perdite del feto dopo l’inizio della pandemia di COVID-19, rispetto alle 12.846 perdite fetali nel periodo di riferimento, scoprendo che le donne che avevano ricevuto un vaccino contro il COVID-19 tra l’ottava e la tredicesima settimana di gravidanza avevano sperimentato un numero di perdite fetali superiore al previsto.
I ricercatori hanno avvertito che sono necessarie ulteriori informazioni per affermare con certezza che i vaccini causano aborti spontanei, notando che quando hanno condotto la stessa analisi sulle donne in gravidanza che avevano ricevuto il vaccino contro il COVID-19 tra la 14ª e la 27ª settimana, il numero di perdite fetali era inferiore al previsto.
Un’ulteriore analisi condotta su donne incinte sottoposte a vaccinazione antinfluenzale dal 1° marzo 2018 al 28 febbraio 2019 ha rilevato un numero di perdite fetali inferiore alle aspettative.
I ricercatori hanno affermato che tali risultati potrebbero derivare dal cosiddetto bias vaccinale sano: i dati potrebbero essere distorti perché le persone che si vaccinano sono in genere più sane di quelle che non lo fanno.
Al momento della pubblicazione, il Maccabi Healthcare Services non ha ancora risposto alla richiesta di informazioni. Il dottor Yaakov Segal, responsabile del reparto di ostetricia e ginecologia dell’organizzazione, è uno dei coautori dell’articolo.
Il ministero della Salute israeliano e l’American College of Obstetricians and Gynecologists, che incoraggia le donne incinte a vaccinarsi contro il COVID-19 in qualsiasi trimestre, non hanno risposto alle richieste di commento al momento della pubblicazione.
La maggior parte delle persone in Israele, comprese le donne incinte, ha ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech contro il COVID-19. La vaccinazione contro il COVID-19 è stata raccomandata alle donne incinte in Israele e negli Stati Uniti all’inizio della pandemia di COVID-19, nonostante gli studi clinici sui vaccini escludessero le donne incinte.
Lo studio clinico di Moderna sulle donne in gravidanza è stato infine interrotto, mentre Pfizer ha interrotto anticipatamente il suo studio dopo aver arruolato solo 175 donne. Quest’ultima ha riscontrato un’incidenza di COVID-19 leggermente inferiore tra le donne vaccinate rispetto a quelle che hanno ricevuto un placebo.
Alcuni studi osservazionali hanno stabilito che le donne in gravidanza traggono beneficio dalla vaccinazione contro il COVID-19.
I Centers for Disease Control and Prevention hanno recentemente ridotto le raccomandazioni sul vaccino contro il COVID-19 e non consigliano più la vaccinazione contro il COVID-19 durante la gravidanza.
Il nuovo articolo è stato pubblicato come preprint, senza revisione paritaria. Levi ha affermato che l’articolo è stato respinto da due riviste e che gli autori hanno deciso che le implicazioni erano troppo importanti per continuare a pubblicarlo. I ricercatori continueranno a impegnarsi affinché l’articolo venga pubblicato su una rivista.
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa uno studio sottoposto a revisione paritaria ha affermato che risultati dello studio «rafforzano l’efficacia e la sicurezza del vaccino contro il COVID-19 nelle donne in gravidanza». Tuttavia, gli scienziati hanno affermato che lo studio si aggiunge alle crescenti prove che i vaccini non si sono dimostrati sicuri per le donne in gravidanza.
Secondo la scrittrice e attivista Naomi Wolf, il vaccino mRNA «uccide i bambini nel grembo materno». La Wolf, divenuta acerrima nemica dei sieri genici, ha raccolto miriadi di dati sugli effetti della siringa mRNA sulla fertilità nel suo libro The Pfizer Papers: Pfizer’s Crime Against Humanity.
Due anni fa Pfizer aveva confermato di aver interrotto in anticipo la sua sperimentazione clinica che analizza la sicurezza e l’efficacia del vaccino COVID-19 nelle donne in gravidanza.
Al lancio della campagna di sierizzazione mRNA era chiaro che per la sicurezza delle donne in gravidanza e dei loro figli non vi era alcun dato disponibile.
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Come riportato da Renovatio 21, all’inizio della campagna vaccinale a inizio 2021 vi era molta cautela riguardo alle vaccinazioni delle donne incinte. Tale cautela è andata via via misteriosamente sparendo.
Ad esempio, le linee guida inziali della Sanità britannica avvertivano del rischio di vaccinare donne gravide. Poi, i britannici cambiarono idea.
A fine 2021 fa la lo STIKO (Comitato permanente per le vaccinazioni dello Stato tedesco) sconsigliava il vaccino Moderna per le donne incinte.
Alcuni test del vaccino COVID Moderna su donne gravide erano partiti solo a metà 2021. Johnson&Johnson aveva iniziato ad eseguire esperimenti su donne incinte e neonati a inizio primavera 2021.
Alcuni casi annotati dal VAERS, il database pubblico delle reazioni avverse al vaccino negli USA, possono essere agghiaccianti. A dicembre 2021, una donna che si era sottoposta al vaccino al 3° trimestre di gravidanza ha partorito un bambino che è morto subito dopo aver sanguinato da naso e bocca. Ci sono stati casi aneddotici come quello dell’aborto spontaneo di una dottoressa vaccinata alla 14a settimana.
A fine gennaio 2021 l’OMS aveva detto alle donne incinte di non fare il vaccino Moderna.
Poi, d’un tratto, vi è stato un cambiamento. Le linee ufficiali USA cominciarono a sostenere che le donne in dolce attesa dovevano sottoporsi al vaccino COVID. La mutazione non si avvertì solo in America: come disse una dottoressa intervistata da Renovatio 21, «vaccinano tutti», immunodepressi e donne incinte inclusi – cioè due categorie che fino a non troppi anni fa erano categoricamente escluse da tutte le campagne di vaccinazioni
Come già scritto da Renovatio 21, in Italia, vi sono stati esempi di politiche – per esempio la ex-sindaco grillina di Torino Chiara Appendino – che hanno pubblicizzato la loro vaccinazione in gravidanza.
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Diversi medici, come il dottor James Thorp, hanno lanciato l’allarme perché hanno visto enormi effetti collaterali per le donne in gravidanza a causa dei vaccini COVID, inclusi aumenti di aborti spontanei, malformazioni fetali e anomalie cardiache fetali, etc.
Oltre alla questione della gravidanza, pare esserci una situazione di pericolo riguardo la fertilità, sia femminile che maschile.
La cosa è particolarmente evidente – persino agli stessi dirigenti Pfizer – nel caso delle donne, dove le alterazioni del ciclo mestruale ad un numero vaccinate sono oramai un fatto scientifico assodato.
Qualcuno comincia – anche a livello istituzionale – a mettere in relazione con il vaccino il calo delle nascite di bambini vivi registrato nei Paesi oggetto della campagna vaccinale in questi mesi.
Ribadiamo quanto scritto da Renovatio 21 subito, oramai più di due anni fa: il vaccino COVID potrebbe essere la più grande minaccia mai affrontata dall’umanità.
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