Fertilità
Vaccino, La fertilità maschile diminuisce «in modo significativo» nei mesi successivi all’iniezione mRNA

Un nuovo studio ha concluso che la fertilità maschile è ridotta per diversi mesi dopo l’iniezione del vaccino COVID-19 a base mRNA. Lo riporta Lifesitenews.
Uno studio israeliano firmato da sette medici e che è stato sottoposto a una revisione completa tra pari ha prelevato campioni da donatori di sperma per scoprire che da 75 a 120 giorni dopo l’iniezione la concentrazione di spermatozoi maschili si è ridotta del 15,4%, mentre la motilità degli spermatozoi è diminuita del 22,1%.
Pubblicato lo scorso 17 giugno, lo studio ha analizzato campioni di 37 donatori di sperma – di età compresa tra 21 e 30 anni – raccolti prima che ricevesseroe un’iniezione di vaccino COVID-19 e poi circa cinque mesi dopo.
I periodi di tempo dei campioni prelevati sono stati:
T0: prima della vaccinazione
T1: 15 – 45 giorni dopo la vaccinazione
T2: 75 – 120 giorni dopo la vaccinazione
T3: 150 giorni o più dopo la vaccinazione
Lo studio ha scritto che mentre «nessun cambiamento significativo» nella concentrazione o motilità degli spermatozoi è stato riscontrato in T1 (da 15 a 45 giorni dopo l’iniezione), la concentrazione di spermatozoi era «significativamente inferiore» nei campioni prelevati durante il periodo di test T2.
I campioni di T2 della concentrazione di spermatozoi sono risultati «significativamente inferiori a causa di una diminuzione del -15,4%» rispetto a quelli prima della vaccinazione, scrivono gli autori del saggio.
Ciò si è tradotto in una riduzione media di 12 milioni/ml di concentrazione di spermatozoi durante i campioni di T2, rispetto ai campioni pre-vaccinazione. Nello stesso periodo di tempo è stata notata anche una riduzione media di 31,2 milioni di spermatozoi mobili.
In particolare, gli autori non hanno detto quale fosse la concentrazione di spermatozoi prima della vaccinazione, ma hanno cercato di dissipare i timori aggiungendo che un «recupero» è stato riscontrato nei campioni prelevati più tardi nella fase del test T3, sebbene a questo punto non sia stato fornito alcun dettaglio nel studiare in cosa consisteva il «recupero».
Una riduzione media di 12 milioni/ml della concentrazione di spermatozoi nei 37 uomini è significativa, dato che l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce attualmente che la fertilità maschile è considerata normale se ci sono più di 15 milioni di spermatozoi per millilitro. Qualsiasi cifra inferiore è considerata malsana.
Più avanti nello studio, sono stati forniti maggiori dettagli sul «recupero» riportato riscontrato nei campioni prelevati durante la fase T3, che sono stati condotti a «174,8 ± 26,8 giorni» o tra quasi cinque e sette mesi dopo la vaccinazione.
Contrariamente al suggerimento che la riduzione della concentrazione di spermatozoi fosse invertita, la concentrazione di spermatozoi è effettivamente peggiorata con il passare del tempo, con i campioni del test T3 in media del 15,9% peggiori rispetto ai test pre-vaccino.
La conta della mobilità totale (TMC) in questi test era ancora inferiore del 19,4% rispetto ai test pre-vaccino, un lievissimo miglioramento rispetto ai test T2.
Gli autori hanno concluso che «la risposta immunitaria sistemica dopo il vaccino BNT162b2 è una causa ragionevole per la concentrazione di sperma transitoria e il declino del TMC», ma hanno aggiunto che «la prognosi a lungo termine rimane buona».
«sebbene a prima vista, questi risultati possano sembrare preoccupanti, da un punto di vista clinico confermano i precedenti rapporti sulla sicurezza e l’affidabilità complessive dei vaccini nonostante i minori effetti collaterali a breve termine» assicurano gli autori.
Consapevoli del danno che i risultati dello studio potrebbero arrecare ai programmi di promozione della vaccinazione, gli autori hanno inoltre aggiunto che «poiché la disinformazione su argomenti relativi alla salute rappresenta una minaccia per la salute pubblica, i nostri risultati dovrebbero supportare i programmi di vaccinazione».
Tali risultati non sono nuovi per coloro che hanno messo in guardia sui pericoli posti dalle iniezioni di COVID-19. All’inizio di quest’anno, l’avvocato Thomas Renz ha rivelato i dati degli informatori riguardo ai vaccini passati comunicati dai medici delle forze armate statunitensi.
L’avvocato Renz aveva dichiarato a LifeSiteNews che ci sarebbe stato un aumento del 344% dell’infertilità maschile nel 2021, rispetto alla media quinquennale dal 2016 al 2020.
Anche l’infertilità femminile è aumentata in modo significativo del 471% così come gli aborti del 279% rispetto alla media quinquennale precedente.
I dati dello studio del vaccino avevano mostrato che ai partecipanti maschi è stato chiesto di astenersi dall’avere rapporti sessuali o di usare il preservativo, mentre erano attivi nel processo sperimentale.
La stessa documentazione del vaccino osservava che «non era stato valutato per il potenziale di cancerogenicità, genotossicità o compromissione della fertilità maschile».
L’istruzione di astenersi o di usare il preservativo era stata prorogata per 28 giorni dopo l’ultima iniezione, per «eliminare il rischio per la sicurezza riproduttiva».
Il nuovo studio israeliano probabilmente presenterà un cambiamento nella relazione principale sulla sicurezza delle iniezioni di COVID-19.
Ricorda LSN che i fact-checker della Reuters aevvano minimizzato i timori sui problemi per la fertilità maschile a seguito di un’iniezione, scrivendo solo nell’aprile di quest’anno che «le affermazioni secondo cui la vaccinazione COVID-19 causa l’infertilità maschile non sono ancora supportate, hanno detto gli esperti a Reuters, nonostante i recenti post sui social media abbiano rianimato l’accusa di vecchia data».
Nel caso dell’infertilità femminile, Renovatio 21 era stata attaccata da un fact-checker italiano, ancora nel dicembre 2020, per l’articolo «Vaccino e infertilità, il problema può essere reale», accusato di fornire una notizia falsa. In fondo alla lunga pagina del sito che dovrebbe spiegare i finanziamenti leggiamo che «nel 2020» Facebook sarebbe una delle «principali fonti di finanziamento (…) (all’interno del Third-Party Fact-checking Program)».
Il fact-checking contro l’articolo di Renovatio 21 rimbalzò poi su varie pagine, compresa una testata legata all’Università di Bologna.
L’articolo di Renovatio 21, il primo di una lunga serie che abbiamo dedicato al rischio di infertilità, riprendeva le parole del dottor Michael Yeadon, ex vicedirettore Pfizer che rendeva note le sue perplessità ad esempio sulla questione della sincitina. Il dottor Yeadon ancora oggi, due anni dopo, ha i medesimi dubbi sui possibili danni alla fertilità, dubbi non fugati da alcuno studio condotto sul tema.
Anche il dottor Peter McCullough ha parlato di «infertilità e cancro come possibili conseguenze del vaccino».
Come poi abbiamo visto, ogni autorità sanitaria nazionale ha mandato in onda un balletto vaccino sì, vaccino no per le donne incinte e pure per quelle «giovani». È il caso della Germania, che sette mesi fa ha sconsigliato il vaccino Moderna alle donne in stato interessante e alle «giovani», qualsiasi cosa la parola voglia qui dire (vuol forse dire: in età fertile?).
Come scritto da Renovatio 21 un anno fa, rebus sic stantibus, qualora si dimostri un danno alla fertilità della popolazione, dobbiamo riconoscere che il vaccino COVID è la più grande minaccia per l’umanità.
Immagine di Enver Kerem Dirican via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)
Cina
La Cina vuole salvare il tasso di natalità in picchiata con i contributi alla gravidanza. A quando la riproduzione artificiale di Stato?

Il mese scorso i funzionari cinesi hanno annunciato che il 2022 ha segnato il primo calo della popolazione totale in sei decenni, dopo che 9,56 milioni di persone sono nate contro 10,41 milioni di morti.
Ora, il paese affronta un declino della popolazione combinato con un aumento di lunga data dell’aspettativa di vita, che potrebbe portare a una crisi demografica di vasta portata per la seconda economia più grande del mondo.
La Cina è, in breve, un candidato perfetto per quello che chiamano l’implosione demografica: contrariamente alle balle sulla sovrappopolazione, che ancora circolano alla grande, il problema per il futuro del mondo è invece rappresentato dalle poche nascite, un tema sul quale dobbiamo dire che Elon Musk in questi anni si è speso in modo aperto ed eloquente.
La Cina ha contribuito da sé a questa sua catastrofe, implementando per decenni la politica del figlio unico, che ha portato con probabilità a decine, se non centinaia, di milioni di aborti forzati – la Repubblica Popolare Cinese si erge sopra un enorme cimitero di suoi cittadini non nati, piccoli innocenti sacrificati per la politica decisa dai vertici di Pechino, o forse non solo da quelli: non è noto che la politica del figlio unico nacque quando uno scienziato missilistico cinese, Song Jian, fu avvicinato da agenti del Club di Roma (il consesso antinatalista dei potenti mondiali creato da Aurelio Peccei con i Rockefeller ed altri) che gli parlarono di simulazioni al computer che mostravano il crollo della Cina popolare nel caso non fosse stato proibito ai cittadini di fare più di un figlio.
Deng Xiaoping – il macellaio di Tian’anmen, che però per qualche ragione piaceva assai al potere occidentale che lo festeggiava come «riformista» preparando l’ingresso della Cina nel WTO – ascoltò il suo scienziato balistico e da allora iniziò la strage massiva degli innocenti cinesi (anzi, spesso, delle innocenti, in quanto gli aborti possono essere stati, in larga parte, sesso-selettivi) e di fatto l’implosione demografica della Cina.
Ora, per contrastare il crollo del tasso di fertilità, i funzionari cinesi hanno allentato la politica del figlio unico del Paese (prima due, poi tre figli) e offerto incentivi alle famiglie per riprodursi, ma nulla ha funzionato come doveva.
Alcune province stanno cercando di andare oltre, inclusa una che ora incoraggia le persone ad avere tutti i bambini che vogliono, anche se non sono sposate. Nella maggior parte del Paese, alle madri single vengono negati i sussidi governativi spesso offerti alle coppie sposate.
Nella città tecnologica di Hangzhou, sede di Alibaba, il governo sta ora dando ai genitori di un terzo figlio 20.000 yuan, cioè circa 3000 euro, come sussidio una tantum. Un secondo figlio potrebbe far guadagnare ai genitori circa 700 euro.
Nel sud della Cina, la città di Wenzhou – dalla cui provincia cui provengono la totale maggioranza di immigrati cinesi in Italia – ha in programma di offrire ai nuovi genitori circa 400 euro di sussidi per bambino, mentre la città nord-orientale di Shenyang offre fino a 72 euro mese fino a quando un bambino non ha tre anni.
A Shanghai e nello Shanxi, i funzionari hanno aumentato il numero di giorni di congedo matrimoniale retribuito – permessi concessi alle coppie se si sposano – da tre giorni a un massimo di 30 giorni, riporta il People’s Daily Health.
Tuttavia, il problema sta nella mancanza di volontà delle coppie ad avere figli nonostante i contributi offerti dallo Stato: «tali incentivi fanno poco per affrontare le ansie relative al sostegno dei loro genitori anziani e alla gestione dei crescenti costi dell’istruzione, dell’alloggio e dell’assistenza sanitaria» scrive un articolo del New York Times.
In un sondaggio del 2022 condotto su circa 20.000 giovani cinesi di età compresa tra i 18 e i 25 anni, due terzi hanno affermato di non volere figli, con i demografi che suggeriscono che le pressioni e i costi associati al sistema educativo cinese sono un fattore importante. Hanno suggerito cose come accorciare la scuola di due anni e liberarsi del concorso per entrare nella scuola superiore.
«La politica dei due figli ha fallito. La politica dei tre figli ha fallito», ha detto al NYT il ricercatore dell’Università del Wisconsin-Madison, Yi Fuxian, che studia le tendenze della popolazione cinese. «Questo è il naturale passo successivo».
Più della politica del figlio unico, può la Necrocultura – in questo caso, nella sua declinazione di lifestyle infertile, corredato magari con tutte le scusanti economiche e fiscali del caso.
Ciò era vero già prima, quando, nonostante l’obbligo di non figliare, il livello di figli per donna in Cina era superiore a quello del Giappone e dell’Italia, fermo tra gli 1,1 e 1,3 bambini per ogni femmina.
Sterilizza più una cultura di fine settimana con voli low-cost che non un editto del Partito Comunista Cinese. Sterilizza di più la prospettiva dei costi di asili e scuole che non un obbligo militarizzato di non far figli.
Ogni anno in Cina già nascono almeno 200 mila bambini creati in laboratorio. Un singolo ospedale può arrivare a tenere in azoto liquido anche 100 mila embrioni crioconservati. È facile pensare che gli embrioni disponibili possano quindi essere già diversi milioni.
Ad ogni modo, essendo che siamo su Renovatio 21, non possiamo esimerci dal pensare che non passerà molto prima che la Cina passerà a risolvere il suo problema di mancate nascite con la riproduzione totalmente artificializzata, magari di bambini geneticamente «migliorati» eugeneticamente. Come riportato, il biofisico He Jiankui, messo in cella per aver creato le famose supergemelle CRISPR, ora è uscito di prigione – ben prima, tuttavia, erano usciti sospetti sulla spinta che nella creazione delle prime bambine bioingegnerizzate ufficialmente presentate al mondo ci potesse essere il Partito Comunista Cinese.
L’eugenetica non è una brutta parola in Cina. Yousheng, lemma formato dal carattere 优 (yōu) che significa «eccellente, superiore» e da 生 (shēng) che significa «nascere, far nascere, vivere». volendo, traduciamo pure come «nascita superiore» o «vita superiore». «Supernascita».
Sappiamo delle accuse americane nei confronti di un programma cinese di creazione di supersoldati; sappiamo anche quanto si diceva all’epoca riguardo all’altissimo campione della pallacanestro internazionale Yao Ming…
Ora, con gli uteri artificiali in arrivo e gli esperimenti di gametogenesi dove si ottengono topolini da ovuli non fecondati ma alterati con il CRISPR, quanto ci vorrà perché la Repubblica Popolare si fabbrichi da sé i suoi cittadini?
Fertilità
Dottore con mille figli: è il Gengis Khan dell’età moderna?

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Si dice che Gengis Khan abbia generato tra 1000 e 2000 figli. Si stima che oggi 1 uomo su 200 sia portatore dei suoi geni.
Al secondo posto c’è Bertold Wiesner, un fisiologo ebreo austriaco che sposò un’ostetrica britannica, Mary Barton. Lui e sua moglie hanno collaborato scientificamente e biologicamente all’inseminazione artificiale. I registri della sua clinica mostrano che il suo sperma è stato utilizzato da ben 600 donne. Potrebbe essere il padre di ben 1000 bambini.
Questa non è una storia nuova, ma continua a emergere nei media mentre sempre più persone scoprono di essere imparentate tra loro attraverso il dottor Wiesner.
«Improvvisamente ho scoperto di far parte di una delle più grandi coorti di antenati conosciuti sul pianeta Terra, il che è stato piuttosto sorprendente”, ha detto a The Guardian Jack Nunn, un accademico britannico che lavora alla ricerca genomica in Australia. «Quindi, potenzialmente, ho 1.000 fra zie e zii là fuori, e un sacco di fratellastri. È eccitante, è interessante. Ed è anche un sacco di potenziali donatori di organi».
Sua madre, Barbara Nunn, ha scoperto attraverso la ricerca sugli antenati che il suo vero padre era il dottor Wiesner. «Non rivelare la vera parentela può avere conseguenze mediche o psicologiche devastanti per alcuni», ha detto.
«Il cinquanta per cento del DNA proviene da un padre biologico e tutti i bambini concepiti da donatori hanno il diritto umano di accedere a metà della loro storia medica ereditaria. Questo non riguarda solo loro, ma anche eventuali figli o nipoti che potrebbero avere».
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Fertilità
I vaccini mRNA COVID stanno influenzando i tassi di natalità?

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Fin dall’inizio, ci sono stati segni evidenti che i vaccini mRNA potrebbero compromettere la fertilità. I dati preliminari suggeriscono che i nostri peggiori timori non si sono concretizzati. La ragione di ciò non è ancora chiara.
Nella primavera del 2021, i primi segnali suggerivano che le iniezioni di COVID-19 avrebbero potuto causare un forte calo della fertilità.
Il primo articolo del New England Journal of Medicine che avrebbe dovuto rassicurarci sulla sicurezza dei vaccini per le donne in gravidanza includeva in realtà tabelle di dati che indicavano un tasso di aborto spontaneo dell’80% per le donne vaccinate nel loro primo trimestre.
Un articolo di follow-up si basava su un campione fortemente distorto verso le donne vaccinate più tardi durante la gravidanza.
Verso la fine del 2021, il Giappone ha rilasciato i dati Pfizer sugli animali (disponibili anche in Occidente, ma nascosti al pubblico) che indicano che le nanoparticelle lipidiche dei vaccini tendono ad accumularsi nelle ovaie.
E tra le poche donne incinte che sono scivolate inavvertitamente nel processo Pfizer, il tasso di nati morti era alto.
Le iniezioni di mRNA sono state raccomandate nel 2021 per le donne incinte di tutto il mondo, anche se le donne incinte erano state escluse dagli studi clinici l’autunno precedente.
Dopo il fatto, Pfizer ha avviato un processo specifico per le donne incinte , poi lo ha interrotto bruscamente e non ha mai pubblicato un rapporto. Maryanne Demasi, Ph.D., una giornalista investigativa, ha recentemente riferito di questo apparente insabbiamento.
Se i nostri governi fossero stati onestamente interessati alla sicurezza dei vaccini, avrebbero monitorato attentamente la fertilità tra molte altre misure sanitarie, con categorie separate per stato vaccinale, numero e tempistica delle dosi sia nella madre che nel padre.
Ma i funzionari sanitari non hanno raccolto questi dati o (più probabilmente) li hanno raccolti tramite la sua app V-safe ma non li hanno condivisi con il pubblico.
Un articolo basato sull’accesso proprietario degli autori a V-safe indicava livelli moderatamente elevati di aborto spontaneo alla fine del primo trimestre e ometteva esplicitamente i dati relativi alle prime sei settimane di gravidanza.
Segnali di avvertimento in neon lampeggianti
L’anno scorso, l’Istituto federale tedesco per la ricerca sulla popolazione ha pubblicato un’analisi preliminare rilevando forti cali della fertilità all’inizio del 2022. Le donne in età fertile hanno iniziato a essere vaccinate nel secondo trimestre del 2021, quindi se ci fosse un effetto sulla fertilità, potremmo aspettarci di vederlo iniziare 9 mesi dopo, all’inizio del 2022.
Secondo l’analisi:
«Nell’immediato dopo la pandemia, i dati mensili sulla fertilità provenienti da Svezia e Germania mostrano un forte calo della fertilità all’inizio del 2022, con circa il 10-15% in meno di nascite, rispettivamente, rispetto a quanto osservato durante lo stesso periodo dell’anno precedente».
«Ciò pone domande sul ruolo dei meccanismi precedentemente suggeriti per il cambiamento della fertilità correlato alla pandemia, come il ruolo dei fattori legati alla salute o incentrati sull’economia nel recente cambiamento della fertilità».
«Porta anche alla nostra attenzione fattori legati alla cessazione percepita della pandemia, come si evince dall’inizio di programmi di vaccinazione su vasta scala diretti alla popolazione in età riproduttiva ed economicamente attiva».
James Lyons-Weiler, Ph.D., presidente e CEO dell’Institute for Pure and Applied Knowledge, ha citato i dati tedeschi all’inizio di questo mese in un post di Substack.
Il grafico sottostante di OpenVaers.com , che utilizza i dati del VAERS ( Vaccine Adverse Event Reporting System ), rivela alcuni ulteriori motivi di preoccupazione:
- Le segnalazioni VAERS di aborti spontanei sono salite alle stelle dopo l’introduzione dei vaccini COVID-19 nel 2021.
- Bill Gates e la sua famiglia sono stati associati al controllo della popolazione e la Chiesa cattolica aveva dichiarato in Kenya il vaccino antitetanico della Fondazione Gates come trattamento segreto per il controllo delle nascite. Si ipotizza che i vaccini possano essere stati progettati per abbattere la popolazione mondiale.
- Il dottor James Thorp , un OB-GYN della Florida, ne ha parlato e ha scritto un articolo di giornale che dovrebbe essere pubblicato la prossima settimana.
- Naomi Wolf ha scritto sugli effetti dei vaccini COVID-19 sulla fertilità, inclusa la vitalità dello sperma negli uomini.
- Il dottor Arne Burkhardt ha anche studiato i danni alla fertilità maschile.
Un articolo della scorsa settimana su Epoch Times ha riassunto questi motivi per pensare che le iniezioni di COVID-19 stiano causando un sostanziale calo della fertilità. L’articolo presentava un rapporto paneuropeo (anonimo, attribuito a Raimond Hagemann, Ulf Lorré e il Dr. Hans-Joachim Kremer) pubblicato la scorsa estate.
Gli autori hanno analizzato i dati sulle nascite di 23 paesi europei e hanno riscontrato una diminuzione di diversi punti percentuali dei nati vivi a partire dal primo trimestre del 2022, nove mesi dopo che le iniezioni di mRNA sono state introdotte alle persone in età fertile in Europa.
Cosa dicono i dati del 2022?
Il rapporto paneuropeo dello scorso anno includeva dati solo per la prima metà del 2022. Ho seguito le fonti nella loro bibliografia e ho cercato altrove online i conteggi delle nascite europee nella seconda metà del 2022.
Ho trovato prove che la Germania e la Svezia avevano un numero di nascite nel 2022 inferiore di circa l’8% alle aspettative storiche, ma in altri grandi paesi europei le prove erano ambigue.
Le nascite polacche nel 2022 sono diminuite più del previsto. Francia, Norvegia, Portogallo e Italia hanno riportato i conteggi delle nascite nel 2022 più o meno in linea con le recenti tendenze storiche.
In Svizzera, Austria e Spagna, i conteggi delle nascite nel 2022 hanno superato le aspettative storiche. I dati del Regno Unito, del Canada e degli Stati Uniti erano visibilmente assenti.
Ecco i dati dalla Germania:
(«Ajusted fot the lenght of the Month» [«Adeguato alla durata del mese», ndt] significa che ho livellato i mesi con 28, 30 o 31 giorni calcolando ciascuno in proporzione a un dodicesimo di un anno)
La riga «Expected» [«previsto», ndt] si basa su una media ponderata dei tre anni precedenti. Il 2021 è un po’ più alto del previsto. Si noti che tra dicembre 2021 e gennaio 2022 le nascite diminuiscono di circa l’8%.
Il tasso di natalità rimane al di sotto della linea prevista fino a ottobre, l’ultimo mese per il quale vengono pubblicati i dati. Il deficit di natalità non cresce fino al 2022, anche se sempre più giovani donne sono state vaccinate fino al 2021.
È impossibile trarre conclusioni definitive da ciò, ma è coerente con un effetto tempestivo della vaccinazione sulla fertilità che non si accumula nel tempo.
In altre parole, da questi dati molto limitati, il suggerimento è che la vaccinazione stia causando aborti spontanei o altrimenti deprimendo immediatamente la fertilità, ma che le donne stiano recuperando la loro fertilità dopo che l’effetto svanisce. (Questa non è una conclusione, ma un’inferenza speculativa basata su dati limitati.)
Ecco i dati per la Svezia , che sono approssimativamente comparabili.
Le nascite sono diminuite dell’8% anno su anno.
Sia la Germania che la Svezia hanno contrastato la tendenza del mondo occidentale verso il calo dei tassi di natalità negli ultimi anni. La linea «prevista» nei grafici sopra si basa su una media degli anni precedenti, non su una tendenza.
Non abbiamo ancora dati confermati per altri paesi e, se li avessimo, sarebbe più difficile da interpretare perché c’è incertezza nella tendenza al ribasso. Ho esaminato i dati «provvisori» dello Stato della California e di altri Paesi europei.
Le nascite in California sono in calo da un decennio. Inoltre, lo stato ha perso popolazione durante la pandemia, quindi i numeri «previsti» sono bassi.
I conteggi delle nascite nel 2021 erano più alti del previsto e nel 2022 (dati provvisori) erano quasi altrettanto alti.
La Francia è tipica degli Stati americani e dell’UE in quanto i tassi di natalità sono diminuiti nell’ultimo decennio. Il calcolo della linea “prevista” deve includere una tendenza, che si aggiunge all’incertezza.
Nei dati provvisori per la Francia, le nascite sono diminuite nel primo anno di COVID-19 e c’è stato un rimbalzo nel 2021. Le nascite del 2022 sono tornate verso la tendenza al ribasso degli ultimi anni, ma non vi è alcuna indicazione di un ulteriore, inaspettato calo.
In Polonia, i conteggi delle nascite sono stati stabili o in aumento nei primi anni di questo secolo, ma sono diminuiti costantemente dopo il 2016. Il tasso di calo è stato in media del 4% dal 2016 al 2021 ed è balzato all’8% nel 2022.
In Portogallo, il rapporto paneuropeo ha rilevato un calo nel periodo gennaio-febbraio 2022, rispetto alla tendenza degli anni precedenti. Ma il deficit è stato recuperato più avanti nel corso dell’anno e le nascite per l’intero anno sono state del 4,8% superiori al 2021, quasi quanto quelle del 2020, inferiori del 3,7% rispetto al 2019.
Le nascite in Spagna sono in calo da diversi anni, ma il 2022 è aumentato rispetto al 2021 per la prima volta dal 2008.
Dopo una tendenza al ribasso decennale, le nascite in Norvegia sono aumentate nel 2021 e poi nel 2022 sono diminuite drasticamente, ma probabilmente in linea con la tendenza a lungo termine.
In Italia si è registrato un notevole calo delle nascite nel primo trimestre del 2022 rispetto agli anni precedenti. Ma i numeri successivi (riportati fino a novembre) sembrano aver recuperato il deficit.
Le nascite in Italia hanno registrato un calo a lungo termine di circa il 3% all’anno, un po’ più ripido che nella maggior parte dei paesi europei. I numeri preliminari per il 2022 sembrano essere in linea con questa tendenza.
I conteggi delle nascite in Svizzera non sono storicamente in calo. Le nascite sono aumentate notevolmente nel 2021 rispetto al 2020 e sono aumentate di un ulteriore 1% nel 2022.
In Austria, le nascite sono in calo dal 2016. C’è stato un piccolo calo nel 2020, un forte aumento nel 2021 e le nascite nel 2022 sono quasi alte come nel 2021.
Conclusione: cosa ci dicono i dati?
Tutti i grafici e le storie di cui sopra si basano su correlazioni nel tempo: i tassi di natalità sono diminuiti nove mesi dopo l’ondata di vaccinazioni nelle persone in età fertile?
Il rapporto paneuropeo includeva anche un altro modo di guardare alla domanda: i paesi con tassi di vaccinazione più elevati hanno subito un calo maggiore della fertilità?
Dai dati in questo rapporto, ho fatto la mia correlazione (non inclusa nel testo del rapporto). Ho scoperto che il calo della fertilità durante la prima metà del 2022 era correlato alla percentuale di vaccinazione in ciascun paese (r = 0,37), ma c’era molta dispersione nei dati e la correlazione non sarebbe stata considerata statisticamente significativa (p = 0,12).
Ci sono motivi sostanziali per pensare che i vaccini mRNA stiano influenzando la fertilità, a cui si fa riferimento nella prima parte di questo articolo. Questi provengono da studi sugli animali, studi sull’uomo e ragionamento biochimico.
I rapporti post-marketing del VAERS indicano un effetto sulla fertilità senza precedenti in nessun vaccino precedente. Quindi, un rapporto della scorsa estate basato su 23 paesi europei nella prima metà del 2022 ha rilevato uno schema di bassi tassi di natalità complessivi, circa il 4 o 5% al di sotto delle aspettative (la mia stima).
Queste tendenze erano già piuttosto lievi rispetto alle aspettative draconiane dei processi e dell’insabbiamento Pfizer. E semmai l’effetto sembra essere stato ancora meno grave nella seconda metà del 2022.
Germania, Svezia e Polonia erano gli unici paesi in cui vi era una chiara evidenza di un deficit di natalità.
Possibili spiegazioni:
- Forse il rischio di aborto spontaneo dovuto alle iniezioni di mRNA è inferiore a quanto indicato nella presentazione della Pfizer US Food and Drug Administration (FDA) e nel database VAERS.
- Forse il danno alla fertilità è a breve termine e la maggior parte delle coppie guarisce pochi mesi dopo l’inoculazione.
- Dal momento che la grande maggioranza delle gravidanze portate a termine è pianificata, forse le coppie continuano a provare fino a quando alla fine portano a termine una gravidanza, anche con ridotta fertilità.
- Forse c’è una cospirazione internazionale concertata per sopravvalutare le nascite nei documenti ufficiali.
Abbiamo bisogno di un ritorno a una valutazione onesta e indipendente dei prodotti medici
Tutti questi fattori possono contribuire all’allontanamento dalle aspettative. Proprio la scorsa settimana, i ricercatori del Regno Unito hanno pubblicato un riassunto («meta-analisi») di 21 studi, con una scoperta aggregata che la vaccinazione COVID-19 aumenta il rischio di aborto spontaneo di un 7% statisticamente insignificante.
Ciò aggiunge peso alla prima spiegazione, anche se possiamo sospettare che i dadi fossero truccati in alcuni dei 21 studi. Quindi non escludo l’ultima possibilità, perché abbiamo assistito alla corruzione coordinata delle statistiche mediche durante la pandemia.
Poiché la maggior parte dei dati su cui ho fatto affidamento qui sono etichettati come «provvisori», è possibile che i numeri si basino su proiezioni meccaniche degli anni passati piuttosto che su conteggi effettivi di record individuali.
Potremmo essere sollevati dal fatto che due anni dopo l’introduzione di un prodotto medico sviluppato in fretta e pesantemente commercializzato con effetti documentati sulla riproduzione umana, non abbiamo prove evidenti o drammatiche di un calo dei tassi di natalità tra le nazioni altamente vaccinate.
Ma questo non è un motivo per dare un passaggio ai vaccini mRNA. Nel contesto degli standard di sicurezza medica storicamente accettati, anche un rischio dell’1 o 2% di ridotta fertilità sarebbe sufficiente per ritirare qualsiasi prodotto dal mercato.
Nel valutare i rischi ei benefici delle iniezioni di mRNA, la nostra FDA e altre organizzazioni in tutto il mondo hanno fatto una netta rottura rispetto alle pratiche passate, applicando uno standard completamente diverso.
Dobbiamo esigere dati aperti, metodologie trasparenti e un ritorno a una valutazione onesta e indipendente dei prodotti medici.
Josh Mitteldorf
Ph.D.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
-
Intelligenza Artificiale2 settimane fa
L’Intelligenza Artificiale già mente, minaccia e manipola. Quando comincerà ad ucciderci?
-
Politica2 settimane fa
Rivolta del Campidoglio di Washington, erano tutte bugie
-
Salute2 settimane fa
Un malore ha causato lo scontro fra aerei militari a Guidonia?
-
Economia6 giorni fa
Il collasso delle banche è per portarci alla moneta digitale
-
Geopolitica2 settimane fa
Dopo l’umiliante incontro Scholz-Biden, i parlamentari tedeschi dell’AfD spingono per un’indagine sul Nord Stream
-
Essere genitori2 settimane fa
Danni dell’occultismo infantile: trenta bambini ricoverati in ospedale per «ansia», i genitori incolpano la tavoletta Ouija
-
Reazioni avverse1 settimana fa
Attrice australiana colpita da una «violenta reazione avversa» al vaccino
-
Vaccini2 settimane fa
Sul danno erariale della campagna vaccinale