Gender
Grindr, l’app gay che ha incastrato il mondo
Ieri il nome lo facevano solo su Twitter gli hater di PD e simili, omosessuali o meno che fossero.
Oggi il nome dell’applicativo smartphone in questione è uscito su qualche giornale.
Per organizzare il festino che sta distruggendo la Lega di Salvini sarebbe stata usata la principale app per gli incontro omosessuali. Si tratta di quella che nel lontano 2011 un articolo di Vanity Fair USA definiva «il più grande, spaventoso gay bar del mondo»: Grindr.
I due ragazzi fermati dalla polizia – che ha immediatamente trovato in macchina una boccetta di droga che subitaneamente hanno collegato al social media manager salviniano – sono romeni. Già scriverlo sarebbe una violazione del Testo Unico deontologico del giornalista – la parte chiamata «Carta di Roma» – in cui giammai si dovrebbe dire la nazionalità o l’etnia di una persona.
Si tratta di quella che nel lontano 2011 un articolo di Vanity Fair USA definiva «il più grande, spaventoso gay bar del mondo»: Grindr
Tuttavia, nessuna delle sincere e democratiche redazioni dei giornaloni italiani si è posta, per una volta, il problema. Oggi i ragazzi sono già definiti «escort gay trovato su sito di incontri». Uno dei due, altra scoperta odierna, sarebbe indagato.
La questione su cui vorremmo cui concentrarci, tuttavia, è un’altra. L’applicazione degli accoppiamenti omosessuali per eccellenza, e la sua lunga, intricata, storia.
Perché di «vittime» Grindr (persone che conducono la doppia vita: un classico) ne ha fatte già moltissime: chiedete a tanti preti. Ma non si tratta solo di casi personali. Il potenziale di ricatto di Grindr è stato riconosciuto dalle superpotenze mondiali, e di conseguenza, dai loro servizi segreti.
Grindr è stata la prima app di incontri ad usare estensivamente la geolocalizzazione. Vista la velocità e la frequenza con cui i gay cercano il contatto, la app è stata immediatamente un successo.
Gli incontri omo-clandestini in luoghi determinati (secondo la vulgata: i bagni pubblici, il tal cespuglio del tal parco, l’area di sosta in autostrada) subirono così la disruption di un social media che permette di incontrare sconosciuti in un batter d’occhio: l’applicazione ti dice esattamente chi ti sta intorno, che faccia ha, a cosa è disposto, etc.
Nel 2018, Grindr indicava perfino se l’utente fosse sieropositivo o meno
All’altezza del 2018, Grindr indicava perfino se l’utente fosse sieropositivo o meno: la feature venne ritirata, perché i giornali sinceri e democratici rabbrividirono per mancanza di privacy sanitaria (cosa che adesso fa ridere…), senza capire che probabilmente dietro a questa nuova spunta poteva schiudersi il mondo dei bugchasers e dei giftgivers, coloro che volontariamente contagiano o si fanno contagiare con l’HIV.
Da Grindr deriva Tinder, la app di incontri usata dagli eterosessuali: anche quella è sicuramente stata causa di migliaia di disastri famigliari, perché può esporre la doppia vita di «cacciatore» di appuntamenti di un coniuge. Tuttavia Tinder, nonostante la disperazione che produce la promiscuità della hook-up culture («cultura del rimorchio») che ha generato, non è stato in grado di impensierire i servizi di Intelligence USA. Grindr, invece, sì.
Nata a Los Angeles nel 2009, Grindr per un periodo finì nelle mani dei cinesi, che acquistarono la società. Nel 2016 la società aveva venduto una quota del 60% nella società per 93 di dollari milioni a un gruppo di sviluppo di videogiochi cinese, Kunlun Tech Co.
L’acquisizione di una tale massa di dati sensibili non passò inosservata.
Nel 2019 governo Trump chiese alla Cina di farla tornare in mano americana, perché i servizi USA paventavano che le informazioni contenute in quella app mettessero a rischio la sicurezza nazionale: quante persone, nell’esercito e nella pubblica amministrazione, nel governo e nelle grandi aziende, potevano essere ricattate? Quanti funzionari, generali, ministri, soldati, uomini delle pulizie hanno una doppia vita e quindi possono essere manipolati?
Nel 2019 governo Trump chiese alla Cina di farla tornare in mano americana, perché i servizi USA paventavano che le informazioni contenute in quella app mettessero a rischio la sicurezza nazionale
Il mondo dei servizi insegna che sono quattro le leve da utilizzare per far fare a qualcuno qualcosa – come ad esempio tradire il proprio Paese: soldi, ideologia, ego, compromesso.
Grindr è potenzialmente un fornitore infinito di compromessi: quante persone possiamo beccare e ricattare? Quante possiamo avvicinare con una honey trap («trappola del miele») dove avvenenti agenti organizzano un accoppiamento per poi filmare tutto o bruciare il bersaglio gay non-dichiarato?
Ad ogni modo la cosa incredibile è che i cinesi accettarono l’ordine di Trump. Il gruppo Kunlun cercò un compratore per liberarsi dell’applicazione. Nel marzo 2020, Kunlun annunciò che avrebbe venduto la sua quota del 98,59% in Grindr alla San Vicente Acquisition LLC con sede negli Stati Uniti per 608,5 milioni di dollari. Il lead investor, Raymond Zage, viene dall’Illinois ma ha base ora a Singapore – un luogo dove gli interessi della Cina Popolare non sono sconosciuti.
È degno di nota, tuttavia, ricordare che vi fu un’offerta italiana per comprare Grindr. Ad offrire la non comune cifra di 206 milioni fu la software house milanese Bending Spoons, l’azienda scelta dal governo per l’app di tracciamento dei cittadini ai tempi del Coronavirus, la celeberrima «Immuni».
La startup risultava partecipata dalla holding H14 (che fa capo a Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi) e Nuo Capital, che è un fondo guidato da un ex top manager di Banca Imi, ma, si lesse sui giornali, «con capitale asiatico».
Vi fu un’offerta italiana per comprare Grindr. Ad offrire la non comune cifra di 206 milioni fu la software house milanese Bending Spoons, l’azienda scelta dal governo per l’app di tracciamento dei cittadini ai tempi del Coronavirus, la celeberrima «Immuni»
Non sappiamo dire quanto accesso abbiano ancora i cinesi alla piattaforma – ne se vi sia, da qualche parte in Cina, un backup di dati che basta e avanza per inguaiare mezzo mondo.
Tuttavia, vogliamo ricordare quanto già ribadito anni fa da Renovatio 21. C’è uno Stato, una società che potrebbe essere stata ricattata, sputtanata, manipolata verso scelte fatali (di ampio respiro storico) proprio tramite il vizietto di chi utilizza l’app.
Su Grindr si dice che siano presenti quantità massive di sacerdoti. Il fatto è tornato alla ribalta di recente con il caso di un sacerdote USA, noto per le posizioni intransigenti verso lo sdoganamento cattolico di Sodoma, beccato sulla piattaforma. Ma anche in Italia sarebbero stati trovati consacrati di un certo spessore. Di uno in particolare, scriveva il Giornale, che raccoglieva il sussurro di Dagospia: «nella sua seconda vita si dava alle droghe (ecstasy, ma anche crack, Ghb e chetamina) e alla conquista di amanti (rigorosamente di sesso maschile) su Grindr». Una storia con parole che sembrano riemergere anche ora.
L’uso intensivo della app di incontri gay da parte perfino dei seminaristi è raccontato da un recente libro del sociologo Marco Marzano, La casta dei casti.
Grindr è tornata anche nelle cronache recentissime che hanno visto l’arresto di un sacerdote di Prato accusato di «spaccio, traffico internazionale di droga, appropriazione indebita, truffa e tentate lesioni gravi». «La prima volta mi hanno contattato su Grindr» ha detto al Corriere uno che partecipava ai festini, e che sostiene di essere stato «iniziato alla “droga dello stupro”». Cioè, il GHB: sempre quello. In aggiunta, in questa storia di preti su Grindr, ci sarebbe anche un’altra cosa che tornava sopra, l’HIV.
La questione dei compromessi pederastici cattolici potrebbe essere alla base dell’accordo sino-vaticano
Ora, si dice che la questione dei compromessi pederastici cattolici potrebbe essere alla base dell’accordo sino-vaticano, ossia l’indicibile patto con Pechino stipulato dall’amministrazione Bergoglio che così, di fatto, pugnala alle spalle decine di milioni di veri cattolici cinesi che vivono nella persecuzione.
Nell’arco di decine di anni, l’uomo di collegamento fra la Cina e il Papato fu Theodore McCarrick, il cardinale accusato di sodomia con innumeri novizi e pure con ragazzini.
Le leccate di McCarrick (ora «sberrettato» da Francesco) al Partito Comunista Cinese non si contano.
Nel 2016 al Global Times , organo in lingua inglese del governo comunista, disse: «vedo accadere molte cose che aprirebbero davvero molte porte perché il presidente Xi e il suo governo sono preoccupati per le cose di cui papa Francesco è preoccupato».
L’omo-cardinale fu prodigo di complimenti e comparazioni al limite del proibito: nell’intervista notò le simiglianze tra il Bergoglio e il presidente Xi, concludendo che esse potevano essere «un regalo speciale per il mondo».
La politica dello Stato del Vaticano potrebbe essere stata guidata da una mano esterna, tramite ricatti ottenuti via Grindr
Grazie a Wikileaks (un cablo del 2006) sappiamo che in almeno due viaggi, McCarrick dormì in un seminario di Pechino della Chiesa Patriottica, cioè la copia-pacco della Chiesa cattolica, che non risponde a Roma ma al potere pechinese.
McCarrick che dorme in un seminario cinese… Ma non è solo McCarrick. Pensiamo alle diecine, centinaia, migliaia di membri della gerarchia religiosa che potrebbero essere compromessi dai dati in mano dei cinesi.
In pratica: la politica dello Stato del Vaticano potrebbe essere stata guidata da una mano esterna, tramite ricatti ottenuti via Grindr.
In questi giorni, la storia si ripete. C’è sempre questa app di mezzo. Sono anni che si sa – lo sappiamo perfino noi – che è pericolosa (come è pericolosa, in toto, Internet): gli uomini di potere dovrebbero averlo imparato.
Invece, niente. Sarà la fregola, sarà che alcuni provano il brivido paradossale di poter essere scoperti. Non lo sappiamo: ma siamo sicuri che ci sia ancora una quantità immane di politici, VIP e religiosi abbonati alla piattaforma.
Ad essere pericoloso, a generare gli scandali e le manipolazioni, è certo anche il fatto di avere una doppia vita.
Green pass e Grindr hanno lo stesso principo, lo stesso padrone
Ma, in fondo, anche la doppia vita era una libertà lasciata ai cittadini degli Stati liberi.
Una libertà ora disintegrata per sempre dall’elettronica e dal mondo di biosorveglianza assoluta che si va installando passo dopo passo, scandalo dopo scandalo.
Green pass e Grindr hanno lo stesso principo, lo stesso padrone.
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«Vescova» episcopaliana predica contro Trump ad una funzione in sua presenza
Una «vescova» della diocesi episcopaliana di Washington ha attaccato duramente Donald Trump durante un sermone tenuto in sua presenza.
Gli episcopaliani sono una sorta di versione americana degli anglicani, dove pure le vescove (o vescovesse) sono state grottescamente introdotte da anni.
La vescova Mariann Edgar Budde, durante una funzione alla Cattedrale di Canterbury della capitale americana, ha criticato severamente dal pulpito Donald Trump, che era presente con la famiglia e con il vicepresidente JD Vance, per le sue posizioni su LGBT, sui bambini trans, e sugli immigrati. Si tratta delle grandi priorità della sinistra globale, divenuta letteralmente per gli anglicanoidi, e più o meno anche per i cattolici fedeli a Bergoglio.
«Ci sono bambini gay, lesbiche e transgender in famiglie democratiche, repubblicane e indipendenti, alcuni dei quali temono per la propria vita» ha predicato la Budde, sostenendo che «la grande maggioranza degli immigrati non sono criminali», ma «buoni vicini» e «fedeli membri» di comunità religiose.
Here is the bishopess going off on Trump, telling him to protect gay, lesbian and transgender children, and to not conduct deportations pic.twitter.com/ZQexFBLIQ0
— Jack Poso 🇺🇸 (@JackPosobiec) January 21, 2025
Mercoledì il presidente Donald Trump ha criticato duramente la reverenda vescova, dopo che ha pronunciato un sermone politicizzato di sinistra durante la funzione di preghiera inaugurale di martedì mattina presso la cattedrale nazionale di Washington.
«Il cosiddetto vescovo che ha parlato al National Prayer Service martedì mattina era un radicale di sinistra che odiava Trump in modo duro. Ha portato la sua chiesa nel mondo della politica in modo molto scortese. Era cattivo nei toni, e non convincente o intelligente», ha scritto Trump su Truth Social.
«Non ha menzionato il gran numero di migranti illegali che sono entrati nel nostro Paese e hanno ucciso persone. Molti sono stati trasferiti da prigioni e istituti psichiatrici. È un’ondata di criminalità gigantesca quella che sta avvenendo negli USA. A parte le sue dichiarazioni inappropriate, il servizio è stato molto noioso e poco stimolante. Non è molto brava nel suo lavoro! Lei e la sua chiesa devono delle scuse al pubblico!»
Mercoledì la Budde è apparsa anche al programma The View, – seguitissimo programma per casalinghe noto per l’odio assoluto contro Donald Trump (da quando è in politica: prima era accolto con gioia come ospite che faceva salire gli ascolti – dove ha affermato che è stato Trump a politicizzare il suo discorso.
Perché Trump (che sulla carta è segnato come un protestante nondenominational, cioè senza affiliazione precisa) e Vance (che è convertito cattolico, e accanto aveva la moglie Usha, induista) debbano sottoporsi al ridicolo rito di una vescovessa, prima ancora che sentire le sue omelie, rimane un mistero.
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Chiesa omotransessualizzata: Bergoglio afferma che Dio ama «così come sono» nel nuovo libro di memorie
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Il cardinale USA Cupich sostiene l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso
Il cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, è senza dubbio una delle figure più progressiste e divisive dell’episcopato americano. Ha pubblicato un articolo sul sito Outreach – punto di riferimento per i cattolici LGBTQ secondo il loro logo – in cui ha sottolineato in modo molto positivo la possibilità di adottare bambini per coppie dello stesso sesso.
In questo articolo, il cardinale di Chicago spiega innanzitutto che il clero – in cui lui stesso si colloca – non deve «presumere» alcunché sulle persone, pensare di saperne più dei fedeli. E ne dà l’esempio con un consiglio dato dal cardinale Luis Ladaria Ferrer ai vescovi americani.
Quest’ultimo ha suggerito di cercare di comprendere meglio le motivazioni di coloro che esercitano cariche pubbliche e che sostengono legislazioni che autorizzano l’aborto, l’eutanasia o altri mali morali, prima di decidere una politica di esclusione dalla comunione.
Questo consiglio confonde completamente il piano oggettivo e soggettivo, personale e sociale. Una cosa è che un sacerdote si preoccupi di un fedele impegnato in politica che, nel tentativo di aiutarlo, sosterrebbe proposte contrarie alla morale di Gesù Cristo. Ma che un pastore debba decidere in modo oggettivo e sociale per il bene comune dei fedeli, è un’altra cosa.
È facile intuire come questo consiglio venga applicato dal cardinale Cupich nei confronti dei membri della comunità LGBT. Racconta di averli ascoltati a lungo e di aver sentito come vengono emarginati – nelle loro famiglie o in chiesa – e il rifiuto di alcuni dei loro approcci: accogliere un bambino «adottato» in una scuola cattolica, per esempio.
Ma, aggiunge, «molti dei nostri fratelli e sorelle cattolici LGBTQ apprezzano la vita comunitaria. Sono convinti (…) di avere qualcosa non solo da ricevere, ma anche da dare, che dobbiamo riconoscere e accogliere. Molte persone LGBTQ imparano e sperimentano anche l’amore sacrificale quando assumono il ruolo di genitori di figli che altrimenti non avrebbero una casa».
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Quest’ultimo paragrafo mescola punti di vista che è assolutamente necessario tenere distinti. Ma soprattutto riconosce – cosa che è stata recentemente denunciata in un articolo – che le persone LGBT devono essere accettate come tali. Ma questo è un punto di vista insostenibile, perché essi rappresentano, che lo vogliano o no, una tendenza a un peccato grave, denunciato dalla morale cristiana.
In nessuna parte della Chiesa ladri, stupratori, abusatori, criminali, alcolisti e molti altri peccatori vengono riconosciuti come tali, ma come pentiti e desiderosi di evitare il peccato con la grazia di Dio. Voler entrare nella Chiesa con lo status LGBT, soprattutto se si tratta di una coppia, è come pretendere uno status di peccato all’interno della Chiesa.
Se ci approcciamo al caso dell’adozione, non solo c’è un’evidenza, stabilita da Dio stesso, che affermano che il matrimonio cattolico è tra un uomo e una donna e che ogni bambino ha diritto a un padre e a una madre, ma di fronte a la confusione delle menti, un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede si è sentito in dovere di ricordarlo nel 2003.
Il testo afferma: «L’integrazione dei bambini in unioni omosessuali mediante l’adozione significa sottoporli di fatto a violenze di vario genere, approfittando della debolezza dei più piccoli per introdurli in ambienti che non favoriscono il loro pieno sviluppo umano».
«Una simile pratica sarebbe certamente gravemente immorale e in flagrante contraddizione con il principio, riconosciuto anche dalla Convenzione internazionale delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, secondo cui l’interesse superiore da proteggere in ogni caso è quello del bambino, la parte più debole e indifesa».
Il sito web InfoCatolica riporta come «le agenzie di adozione cattoliche negli Stati Uniti abbiano dovuto affrontare diverse battaglie legali per essersi rifiutate di elaborare adozioni da parte di coppie dello stesso sesso». In diverse occasioni, le agenzie e le leggi che le proteggono hanno ricevuto il sostegno dei vescovi del Paese.
Ma, come sottolinea ulteriormente il sito, il cardinale Cupich è ben lungi dall’essere un’eccezione nell’opposizione alla dottrina cattolica sull’omosessualità e sull’adozione di bambini.
Nel maggio 2022, il sito web ufficiale del Sinodo sulla sinodalità ha pubblicato la testimonianza di tre coppie omosessuali che avevano adottato bambini.
Quando l’esempio viene dall’alto…
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine CC0 via Wikimedia
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