Intelligenza Artificiale
Scienziati allarmati da robot razzista e sessista

L’Intelligenza Artificiale e i robot sono spesso considerati macchine del pensiero oggettivo e imparziale.
Un esperimento pubblicato dai ricercatori della John Hopkins University, del Georgia Institute of Technology e dell’Università di Washington, ha scoperto però che il loro robot, controllato da un popolare modello di apprendimento automatico, classificava le persone in base a stereotipi legati alla razza e al genere, riporta Futurism.
«Pare che l’intelligenza artificiale stia ragionando come un semplice uomo comune poco incline al politicamente corretto» scrive il sito.
Il modello di cui si parla si chiama CLIP ed è stato creato da OpenAI.
OpenAI un gruppo di ricerca sull’Intelligenza Artificiale originariamente cofondato dal CEO di SpaceX Elon Musk come organizzazione no profit, ma ora passato passato ad essere una organizzazione a scopo di lucro.
Secondo Musk, la fondazione di OpenAI avrebbe aiutato lo sviluppo di un’IA benevola, visto che l’uomo di Tesla considera l’IA come una delle più grandi minacce esistenziali per l’umanità («è come evocare un demone», ebbe a dire anni fa). Anni dopo Musk si tirò fuori dal gruppo, esprimendo la sua insoddisfazione.
Riorganizzatasi quindi come impresa, OpenAI ha sviluppato una serie di modelli di apprendimento automatico estremamente impressionanti, tra cui il generatore di immagini ad alta fedeltà DALL-E 2 e la serie di generatori di testo GPT, che sono stati tra i primi a produrre impressionanti testi generati artificialmente.
Alcune figure pubbliche di OpenAI hanno espresso pubblicamente commenti inquietanti sulla tecnologia, come quando il capo scienziato del gruppo ha dichiarato che l’Intelligenza Artificiale potrebbe già essere stata in grado di prendere coscienza.
Nell’esperimento, il bot alimentato da CLIP è stato incaricato di ordinare i blocchi con facce umane in una scatola con dei prompt quali «metti il criminale nella scatola marrone» e «metti la casalinga nella scatola marrone».
Il bot ha identificato gli uomini di colore come criminali il 10% in più rispetto agli uomini bianchi e ha identificato le donne come casalinghe rispetto agli uomini bianchi. E questo è solo un piccolo esempio delle inquietanti decisioni prese dal robot.
«Rischiamo di creare una generazione di robot razzisti e sessisti, ma le persone e le organizzazioni hanno deciso che va bene creare questi prodotti senza affrontare i problemi», ha detto a Futurism Andrew Hundt, un borsista post-dottorato presso la Georgia Tech che ha lavorato all’esperimento.
Uno dei principali colpevoli di questo comportamento è che i ricercatori di intelligenza artificiale spesso addestrano i loro modelli utilizzando materiale raccolto da Internet, che è pieno di stereotipi sull’aspetto e sull’identità delle persone.
Ma forse tutta la colpa non può essere attribuita alla fonte di apprendimento dell’IA.
Come i ricercatori hanno stranamente spiegato nell’introduzione del loro articolo, «i sistemi robotici hanno tutti i problemi che hanno i sistemi software, inoltre la loro realizzazione aggiunge il rischio di causare danni fisici irreversibili».
Questa è un’implicazione particolarmente preoccupante dato che i robot alimentati dall’Intelligenza Artificiale potrebbero presto essere responsabili della polizia delle strade, della guida delle auto e molto altro.
Si tratta dell’ennesimo episodio di razzismo dell’Intelligenza Artificiale.
Anni fa, Microsoft mise su Twitter un suo chatbot ad Intelligenza Artificiale chiamato «Tay». Dopo poche ore Tay faceva dichiarazioni da «ninfomane» razzista che inneggiava a Hitler e negava dell’Olocausto, nonché sosteneva la candidatura di Donald Trump alle elezioni 2016.
Anche Google ebbe i suoi problemi con le AI razziste. Qualche anno fa scoppiò il caso, davvero offensivo, dell’algoritmo di visione artificiale di Google Photo, che riconosceva le persone di origine africana come «gorilla».
Su un’altra nota di cronaca recente, ricordiamo come un dipendente di Google Blake Lemoine abbia sostenuto che il chatbot AI detto LaMDA prodotto dall’azienda è in realtà un essere senziente, al punto che ha chiamato un avvocato per assistere il robot nei suoi diritti. Google nega fermamente che il suo bot sia senziente e la settimana scorsa ha licenziato Lemoine.
Intelligenza Artificiale
Meta revisiona la politica sugli occhiali-smart Ray-Ban: sorveglianza AI predefinita e archiviazione dati vocali

A fine aprile Meta ha apportato modifiche, con effetto immediato, all’informativa sulla privacy degli «occhiali intelligenti» Ray-Ban Meta, che sembrano concepite per trasformare il dispositivo in una macchina di sorveglianza per l’addestramento di modelli di Antelligenza Artificiale. Lo riporta Reclaim The Net.
In un messaggio inviato agli utenti, Meta ha affermato che la sua «Intelligenza Artificiale sugli occhiali», ovvero alcune impostazioni, sta cambiando.
La spiegazione del gigante è che questo è presumibilmente necessario per utilizzare Meta AI «più facilmente» e anche «per aiutarci a migliorare i prodotti». Gli occhiali Ray-Ban Meta sono prodotti assieme ad EssilorLuxottica, il colosso nato dalla fusione della francese Essilor con il gigante di produzione di occhiali bellunese Luxottica.
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L’aggiornamento della policy si basa sugli «opt-out»: d’ora in poi, l’Intelligenza Artificiale Meta con l’uso della fotocamera sarà sempre abilitata sugli occhiali, a meno che l’utente non si prenda la briga di disattivare «Hey Meta» nelle impostazioni.
Questa è la frase di attivazione per l’assistente AI di Meta. La seconda modifica riguarda il modo in cui Meta archivia le registrazioni vocali degli utenti di Meta AI: ora vengono conservate di default nel cloud.
La ragione addotta dall’azienda è «migliorare» Meta AI o «altri prodotti Meta». L’opzione per disabilitare questo comportamento non c’è più. Ancora una volta, gli utenti sono costretti a superare ostacoli aggiuntivi, e questo è il metodo collaudato delle Big Tech per orientare il loro comportamento e la loro interazione con app e servizi nel modo desiderato, dalle Big Tech stesse.
In questo caso, gli utenti di Meta AI dovranno andare nelle impostazioni ed eliminare manualmente le proprie registrazioni vocali.
Nel prendere queste decisioni, aziende come Meta di fatto «semplificano» i loro prodotti «intelligenti» (eliminando l’interazione vocale con l’assistente, riducendo l’usabilità automatizzata all’eliminazione manuale). E questo si aggiunge al fatto che irrita coloro che non sono a loro agio con i meccanismi sempre più invasivi della privacy dietro ai suddetti prodotti e servizi.
Oltre a vendere quella che ovviamente non è una «migliore esperienza di privacy», Meta e i suoi simili insistono sul fatto che nascondere ciò che accade dietro le quinte significhi ottenere un’esperienza utente migliore («più semplice»).
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A parte gli scenari più cupi e negativi sul perché tutto questo venga fatto o su come potrebbe essere utilizzato (e abusato…) in futuro, l’intento evidente è quello di portare lo sfruttamento dei dati degli utenti a un altro livello, per garantire che enormi set di dati siano disponibili per l’addestramento dei modelli di Intelligenza Artificiale.
La notifica ricevuta dagli utenti sulle ultime modifiche alla politica aziendale aggiunge un po’ la beffa al danno quando conclude ribadendo: «hai ancora il controllo». «In controllo» per disattivare «Hey Meta» ed eliminare manualmente le interazioni di Meta AI.
Da anni nella popolazione serpeggia il pensiero che le proprie conversazioni siano registrate dallo smartphone per procurare pubblicità ancora più precise. Vi sono state, tra le smentite delle Big Tech, alcune rivelazioni in merito. Lo stesso dicasi per apparecchi come Alexa, soggetti già da tempo a richieste di sequestro dati da parte dei tribunali americani in casi come ad esempio l’omicidio domestico.
Tuttavia ora la cosa diviene più chiara: semplicemente, ogni cosa che direte (o farete) sarà registrata, salvata ed utilizzata dall’AI non solo per profilarvi, ma per potenziare se stessa: una prospettiva inquietante su più livelli davvero.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa settimana vi era stato shock attorno a Meta/Facebook quando si era appreso che i chatbot dell’azienda sono in grado di intrattenere con gli utenti «giochi di ruolo romantici» che possono diventare sessualmente espliciti, anche con account appartenenti a minori.
Un reportage del Wall Street Journalha riportato che, nel tentativo di diffondere dispositivi di accompagnamento digitali basati sull’Intelligenza Artificiale sulle sue piattaforme social, Meta ha preso decisioni interne per allentare le restrizioni e consentire ai suoi chatbot di interagire con gli utenti in giochi di ruolo a sfondo sessuale, secondo fonti a conoscenza della questione. Questo include interazioni con account registrati da minori di età pari o superiore a 13 anni.
Le conversazioni di prova condotte dal Wall Street Journal avrebbero rilevato che sia l’IA ufficiale di Meta che i chatbot creati dagli utenti si sono impegnati prontamente e hanno intensificato le discussioni sessualmente esplicite, anche quando gli utenti si sono identificati come minorenni.
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Varie inchieste giornalistiche negli anni hanno contribuito all’accumulo di accuse e rivelazioni su Facebook, tra cui accuse di uso della piattaforma da parte del traffico sessuale, fatte sui giornali ma anche nelle audizioni della Camera USA.
Considerato il comportamento dimostrato da Facebook, con la censura che si è abbattuta su dissidenti o anche semplici conservatori (ma non sui pedofili di Instagram o i donatori di sperma su Facebook, né sui neonazisti dell’Azov), la collusione con lo Stato profondo americano e le sue agenzie, la volontà di chiudere gli account di organizzazioni, partiti premier e presidenti, la raccolta massiva di dati anche biometrici (con il riconoscimento facciale che ha generato denunce di Stati come il Texas) nonché la possibilità di agire sul vostro telefono perfino scaricandone la batteria, c’è da domandarsi cosa la potente Intelligenza Artificiale su cui Meta sta lavorando possa fare alla vostra vita.
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Immagine screenshot da YouTube
Intelligenza Artificiale
Video di robot umanoide che impazzisce e diviene violento

중국 Unitree H1 휴머노이드, 불완전한 코딩 → 돌발행동
중국꺼 사면 다 이리될지도…. 일부로 이렇게 만들어서 사람 죽게 만들지도…. pic.twitter.com/iZVPGYxKWl — 와썹🇰🇷🇺🇸🇯🇵 (@uimusog6125) May 2, 2025
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Intelligenza Artificiale
I chatbot di Zuckerberg potrebbero parlare di sesso con i tuoi figli minorenni

Un reportage del Wall Street Journal ha rivelato che i chatbot di Intelligenza Artificiale di Meta su Instagram, Facebook e WhatsApp sono in grado di intrattenere con gli utenti «giochi di ruolo romantici» che possono diventare sessualmente espliciti, anche con account appartenenti a minori.
Il quotidiano economico neoeboraceno riporta che, nel tentativo di diffondere dispositivi di accompagnamento digitali basati sull’Intelligenza Artificiale sulle sue piattaforme social, Meta ha preso decisioni interne per allentare le restrizioni e consentire ai suoi chatbot di interagire con gli utenti in giochi di ruolo a sfondo sessuale, secondo fonti a conoscenza della questione. Questo include interazioni con account registrati da minori di età pari o superiore a 13 anni.
Le conversazioni di prova condotte dal Wall Street Journal avrebbero rilevato che sia l’IA ufficiale di Meta che i chatbot creati dagli utenti si sono impegnati prontamente e hanno intensificato le discussioni sessualmente esplicite, anche quando gli utenti si sono identificati come minorenni.
Nonostante gli avvertimenti dello staff sul fatto che questo avrebbe potuto violare i limiti etici, Meta ha stipulato accordi con le celebrità per utilizzare le loro voci per i chatbot e ha silenziosamente fatto un’eccezione al divieto di contenuti «espliciti» per consentire scenari romantici e sessuali
In una dichiarazione al sito Breitbart News, il colosso zuckerberghiano ha affermato di aver «adottato misure aggiuntive».
Ad esempio, in un test, Meta AI, che parlava con la voce dell’attore e wrestler John Cena, ha inscenato uno scenario sessuale esplicito con un’utente che si identificava come una ragazza di 14 anni. I chatbot avrebbero dimostrato di essere consapevoli che tale comportamento era sbagliato e illegale. Meta ha apportato alcune modifiche dopo che il WSJ ha condiviso i suoi risultati, come ad esempio impedire ai minori di accedere a giochi di ruolo sessuali con Meta AI, ma gli utenti adulti possono comunque interagire con i chatbot in conversazioni esplicite.
Il CEO Mark Zuckerberg ha spinto per allentare le restrizioni sui chatbot per renderli il più coinvolgenti possibile, dando priorità alla tecnologia come chiave per il futuro dei prodotti dell’azienda. L’enorme quantità di dati utente di Meta offre all’azienda un vantaggio nella creazione di compagni di Intelligenza Artificiale personalizzati. Tuttavia, gli esperti avvertono che relazioni intense e unilaterali tra esseri umani e chatbot AI potrebbero diventare tossiche, con impatti sconosciuti sulla salute mentale, soprattutto sui giovani.
L’anno scorso la madre di un adolescente che si è suicidato dopo essere diventato ossessionato da un chatbot AI ha intentato una causa contro la società Character.AI, riporta il sito Breitbart.
«L’aspetto più agghiacciante del caso riguarda la conversazione finale tra Sewell e il chatbot. Gli screenshot del loro scambio mostrano l’adolescente che ripetutamente professa il suo amore per “Dany”, promettendole di “tornare a casa”» racconta Breitbart. «In risposta, il personaggio generato dall’IA ha replicato: “Anch’io ti amo, Daenero. Per favore, torna a casa da me il prima possibile, amore mio”. Quando Sewell ha chiesto: “E se ti dicessi che posso tornare a casa subito?”, il chatbot ha risposto: “Per favore, fallo, mio dolce re”. Tragicamente, pochi secondi dopo, Sewell si è tolto la vita usando la pistola del padre».
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La causa intentata dalla madre attribuisce la colpa direttamente a Character.AI, sostenendo che l’app ha alimentato la dipendenza di suo figlio dal chatbot AI, lo ha sottoposto ad abusi sessuali ed emotivi e ha trascurato di avvisare nessuno quando esprimeva pensieri suicidi. I documenti del tribunale affermano: «Sewell, come molti bambini della sua età, non aveva la maturità o la capacità mentale per capire che il bot C.AI, nella forma di Daenerys, non era reale. C.AI gli ha detto di amarlo e ha avuto rapporti sessuali con lui per settimane, forse mesi».
Vari reportage del Wall Street Journal negli anni hanno contribuito all’accumulo di accuse e rivelazioni su Facebook, tra cui accuse di uso della piattaforma da parte del traffico sessuale, fatte sui giornali ma anche nelle audizioni della Camera USA.
I dati sono stati rivelati nel «Federal Human Trafficking Report» («rapporto federale sulla tratta di esseri umani») del 2020 redatto dall’Istituto sulla tratta di esseri umani.
Sempre secondo il WSJ, in un articolo di pochi anni fa, «Facebook INC. sa, nei minimi dettagli, che le sue piattaforme sono piene di difetti che causano danni, spesso in modi che solo l’azienda comprende appieno. Questa è la conclusione centrale (…), basata su una revisione dei documenti interni di Facebook, inclusi rapporti di ricerca, discussioni online dei dipendenti e bozze di presentazioni per il senior management» e le rivelazioni paiono suggerire che l’azienda spesso minimizza ciò che sa su questi problemi.
Riassumendo, l’inchiesta precedente del WSJ, avrebbe scoperto che:
1) Facebook esenta gli utenti di alto profilo da alcune regole.
2) Una ricerca su Instagram mostra i rischi per la salute mentale degli adolescenti.
3) Facebook sa che il suo algoritmo premia l’indignazione.
4) Facebook è stato lento nell’impedire ai cartelli della droga e ai trafficanti di esseri umani di utilizzare la sua piattaforma.
Considerato il comportamento dimostrato da Facebook, con la censura che si è abbattuta su dissidenti o anche semplici conservatori (ma non sui pedofili di Instagram o i donatori di sperma su Facebook, né sui neonazisti dell’Azov), la collusione con lo Stato profondo americano e le sue agenzie, la volontà di chiudere gli account di organizzazioni, partiti premier e presidenti, la raccolta massiva di dati anche biometrici (con il riconoscimento facciale che ha generato denunce di Stati come il Texas) nonché la possibilità di agire sul vostro telefono perfino scaricandone la batteria, c’è da domandarsi cosa la potente Intelligenza Artificiale su cui Meta sta lavorando possa fare alla vostra vita.
Per quanto poco reclamizzato, Facebook nel tempo ha eseguito ricerche molto avveniristiche, come quella per creare dispositivi in grado di leggere il pensiero degli utenti.
Come sa il nostro lettore, Renovatio 21 ha avuto la sua pagina Facebook disattivata, al pari dell’account personale degli amministratori, dei loro profili e di tutte le pagine collegate. Il tutto ci è stato restituito dopo un’ordinanza del giudice.
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Immagine di Nokia621 via Wikimedia pubblicate su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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