Psicofarmaci
Psicofarmaci e stragi, il muro sta crollando
Le terrificanti stragi vissute nelle ultime settimane negli Stati Uniti hanno sconvolto il mondo.
I media mainstream hanno riportato solo un unico messaggio, cioè quello del Partito Democratico USA e dei suoi servi in quello Repubblicano (i famosi RINO, Republicans in Name Only): la causa di tutto questo è, dicono, l’accesso della cittadinanza alle armi, garantito negli USA dal II emendamento della Costituzione americana.
Bisogna quindi, viene ribadito fino alla nausea, impedire l’acquisto di armi, e disarmare quanti invece già posseggono pistole e fucili. I democratici, molto spesso senza sapere nemmeno di cosa stanno parlando (confondono i calibri dei proiettili, parlano delle armi semiautomatiche come di «armi da guerra») hanno introdotto l’idea delle red flag, ossia segnalazioni contro cittadini detentori di armi, anche incensurati, per mandare la polizia a disarmarli. La prospettiva di un bando delle «armi di assalto» (la formula con cui stanno martellando) viene rilanciata ogni ora assieme a quella di una limitazione dei caricatori, che in alcuni Stati come la California è già in vigore.
Vi è poi una seconda narrazione, non raccolta dai media mainstream, oramai sempre più corposa nell’informazione «alternativa»: molti degli attentatori non solo non esibiscono i classici tratti dei «bruti» di destra, ma compaiono in foto postate sui social vestiti da donne, con i capelli colorati ed espressioni ammiccanti: tratti, dicono gli utenti in rete, riconducibili alla cultura transessuale.
Tuttavia, sotto anche a questa narrazione, ve n’è una ancora più importante, che solo ora pare emergere in superficie, perfino su Fox News.
Il conduttore TV Tucker Carlson, il più seguito d’America, ne ha finalmente parlato in prima serata: la possibile correlazione tra stragi e psicofarmaci, in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina – i famosi SSRI come lo Zoloft, il Prozac, il Citalopram.
Si tratta, per l’informazione americana e mondiale, di una rivoluzione immane: le farmaceutiche infatti possono controllare vari media grazie agli investimenti pubblicitari. Con grande difficoltà, anche in Italia, dopo un caso di cronaca nera si apprende quale psicofarmaco fosse stato prescritto all’assassino – se si tratta di droghe come la cocaina o l’eroina (quest’ultima, ricordiamo, inizialmente pensata come farmaco dalla Bayer) il nome salta fuori subito, lo stesso con anfetamine e metanfetamine che, anche quelle, un tempo erano state sviluppate, appunto, come psicofarmaci (e che piano piano stanno tornando ad essere tali nella cure, ad esempio, della sindrome da stress post-traumatico dei veterani USA, carne da cannone di questa rivoluzione psichiatrico-farmaceutico-psichedelica).
Ebbene, Carlson, al suo solito, è riuscito ad andare davvero a fondo, dipingendo il quadro totale con lucidità strabiliante – e straziante.
«Una cosa che quasi tutti gli assassini di massa hanno in comune quasi tutti, con alcune ma poche eccezioni, sono tutti giovani alienati. Questo è il filo conduttore. Sono giovani. Sono maschi. Sono pazzi».
«Ci sono molti giovani uomini in America che improvvisamente assomigliano e si comportano molto come questo ragazzo» dice Carlson parlando di Robert Crimo, il giovane, bizzarro massacratore della parata del 4 luglio a Highland Park vicino Chicago. «Non è un attacco. È proprio vero. Come Crimo, abitano in un solitario mondo fantastico di social media, porno e videogiochi. Il loro sballo per l’erba approvata dal governo. “Fuma ancora un po’. Ti fa bene”».
Viene toccato qui il grande tabù, ossia l’equivalenza delle droghe psicotropiche nell’alterazione del cervello dei giovani. E la consapevolezza della catastrofe socio-economica generazionale in corso.
«Sono intorpiditi dagli infiniti farmaci psicotropi che vengono distribuiti in ogni scuola del Paese da pazzi che si atteggiano a consulenti e, naturalmente, [questi giovani]sono arrabbiati. Sanno che le loro vite non saranno migliori dei loro genitori. Saranno peggio. Questo è garantito. Lo sanno».
«Non sono così stupidi eppure, le autorità nelle loro vite, per lo più donne, non smettono mai di far loro lezione sul loro cosiddetto privilegio. Sei maschio. Sei un privilegiato. Immaginalo. Prova a immaginare una vita più malsana e infelice di quella».
«Quindi, molti giovani in America stanno impazzendo. Siete sorpreso? E a proposito, a un numero incredibilmente alto di loro sono stati prescritti farmaci psicotropi dai loro medici, SSRI o antidepressivi, e ciò includerebbe un bel po’ di sparatorie di massa».
«Tenete presente che, ancora una volta, questi farmaci hanno lo scopo di prevenire comportamenti folli e tuttavia sembra esserci una connessione. Eric Harris, l’assassino della Columbine era sotto Zoloft e Luvox. Un anno prima, un quindicenne di nome Kip Kinkel ha sparato ai suoi genitori e a dozzine di compagni di classe. Era sotto Prozac. Nel 2005, un sedicenne di nome Jeff Weise ha ucciso suo nonno e dieci bambini in Minnesota. Anche lui prendeva il Prozac. Così è stato il 27enne Steven Kazmierczak che ha ucciso sei persone alla Northern Illinois University. Nel 2012, potreste ricordare quando il 25enne James Holmes è entrato in un cinema e ha sparato a 82 persone. Era su Zoloft».
«L’elenco potrebbe continuare all’infinito. Include il tiratore al Washington Navy Yard nel 2013. Sarebbe Aaron Alexis, 34 anni. Include anche Dylan Roof. È il ventunenne che ha sparato alla chiesa di Charleston. Apparentemente era un razzista e ne abbiamo sentito parlare molto. Bene, ma non abbiamo sentito quasi nulla del fatto che stava prendendo SSRI, lui e molti, molti altri. Non dovreste notarlo, ma alcuni lo hanno fatto».
È una lista che il lettore di Renovatio 21 ha già visto. Questo sito ha cercato di aggiornarla con quella dei possibili incidenti aerei di piloti sotto psicofarmaci.
«Il Journal of Political Psychology una volta ha assemblato un elenco di altre dozzine di omicidi di massa, tutti commessi da giovani, giovani uomini con farmaci da prescrizione. Quindi, c’è una connessione? Beh, non lo sappiamo definitivamente. Sappiamo che ci sono molti più farmaci che vengono assunti dai bambini e dall’intera popolazione. Chi non sta assumendo farmaci da prescrizione a questo punto? Tra il 1991 e il 2018, le prescrizioni totali di SSRI negli Stati Uniti sono aumentate di oltre il 3.000%. Tremila per cento!»
Carlson affonda il colpo sulle psicodroghe legali, e i numeri che dimostrano il disastro umano che si aggrava di anno in anno.
«Il 3.000% di qualsiasi cosa è un enorme cambiamento. Non si vedono cambiamenti del genere, ma lo scopo di questo cambiamento era rendere gli americani più calmi, più sani, più felici. Prendi questi farmaci e i tuoi problemi andranno via. Sì, diventerai insensibile. Perderai parte di te stesso. Non provi più una gioia profonda. Diventerai in parte robot, ma almeno non vorrai ucciderti o fare del male ad altre persone. Questa era la promessa».
«3.000%. Ha funzionato? Vediamo. Nello stesso periodo, il tasso di suicidi negli Stati Uniti è balzato del 35%. Ha funzionato? Bene, milioni di persone hanno preso farmaci anti-suicidio e siamo finiti con molti più suicidi. Quindi, forse non funziona».
Eterogenesi dei fini della psicofarmaceutica di massa: invece che curare, gli psicofarmaci ingenerano doloro e caos, nell’individuo e nella società. Invece che calare grazie alla tecnologia psicotropica liberamente prescritta al popolo, il tasso di suicidi non fa che aumentare.
«È possibile che stia peggiorando il problema, secondo voi? Bene vediamo. Nello stesso periodo anche le sparatorie di massa sono aumentate notevolmente. Ecco un grafico che lo mostra».
«Ora gli idioti su Twitter urlano sempre la stessa cosa. La correlazione non è causalità. Tutto bene. Qualunque cosa significhi. Ma diteci, idioti, cosa sta succedendo esattamente? Cosa significa quel grafico?»
Ecco quindi ammessa la verità sui Black Box Warning, gli annunci evidenziati nei bugiardini di questi farmaci.
«Sappiamo che gli SSRI sono pericolosi. Lo dicono proprio sull’etichetta. Aumentano “il rischio di ansia, agitazione, irritabilità, ostilità, aggressività, impulsività e mania”. Oh, non è un grosso problema. Non è causalità. Allora cos’è? Secondo un meta-studio della FDA, i giovani a cui è stato prescritto SSRI hanno un aumento del tasso di suicidio. Oh, aspetta. Altri suicidi? Non avrebbero dovuto ridurre i suicidi, ma stiamo ottenendo più suicidi? Fermiamoci lì, ma non ci fermiamo. Stiamo accelerando».
Quindi, si passa alla questione Big Pharma.
«Questo sembra un problema enorme ed estremamente ovvio, estremamente ovvio. Le persone non sono se stesse. Stanno assumendo droghe che sembrano causare il comportamento che le droghe sono progettate per prevenire. Perché non ne parlano in TV? Oh, vediamo. Nel 2020, l’industria farmaceutica ha speso oltre 4,5 miliardi di dollari in pubblicità sulla televisione nazionale in questo paese. Ora, quanto è? Bene, per dirla in un certo contesto, Pfizer ha speso di più in pubblicità nel 2020 che in ricerca e sviluppo».
«Ma non è stata una cattiva decisione. È stata un’ottima decisione. Le entrate di Pfizer sono raddoppiate lo scorso anno, superando gli 81 miliardi di dollari. Ora, come fanno? Bene, la campagna pubblicitaria ha dato i suoi frutti. Ha contribuito a convincere i politici a richiedere che l’intera popolazione prendesse i prodotti Pfizer, prodotti che non funzionano come pubblicizzato, che hanno ucciso un gran numero di persone ei cui effetti collaterali sono indennizzati contro le azioni legali del Congresso degli Stati Uniti».
«È un bel modello di business. Potresti pensare che potrebbe essere l’argomento di una storia mediatica, ma no. Nessuna storia su Pfizer. Sono pagati per essere fan della Pfizer. Pertanto, lo sono».
È facile a questo punto vedere come funziona la spirale del silenzio.
«Ora, perché? Perché i canali TV non prescrivono farmaci. I dottori lo fanno. Allora, perché la Pfizer, una compagnia farmaceutica, dovrebbe fare pubblicità in televisione? Beh, non siamo sicuri della risposta. Mettiamola così. Non trattenere il respiro in attesa che la CNN o Good Morning America facciano un pezzo investigativo incisivo sulla potenziale connessione tra farmaci da prescrizione e violenza. Probabilmente non accadrà dal momento che sponsorizzano quei canali. Continueranno a dirti che si tratta solo di armi. È tutta una questione di armi».
Il monologo di Tucker andava avanti e bastonava i governatori dei Democratici che vogliono restrizioni sull’uso delle armi – lo spezzone, insomma, tornava sui soliti binari della lotta per il II emendamento.
Tuttavia, non possiamo che alzarci in piedi ed applaudire l’incredibile colpo sferrato in prima serata, davanti a decine di milioni di americani, contro gli psicofarmaci e il loro possibile ruolo nei comportamenti violenti.
Dobbiamo ricordare come, di recente, anche Elon Musk si è speso, a suo modo, contro la droga psichica legale. Rammentiamo pure che dei danni subiti da ex pazienti consumatori di SSRI e benzodiazepine si cominci a raccontare in siti come il nostro, con pure qualche grande media che non riesce più a nascondere i problemi di dipendenza e i tragici effetti collaterali generati dalle caramelle psichiatriche.
Il muro del silenzio inizia a crollare?
È presto per dirlo. Soprattutto in questo momento, Big Pharma ha catturato talmente tanti miliardi al contribuente da potersi compare tutto il palinsesto pubblicitario di giornali e TV.
Tuttavia, noi sappiamo che sotto si muove una rete umana fatta di dottori, di ex pazienti, di attivisti che è sempre più conscia della cifra infernale dietro le false pillole della felicità, che sono forse in realtà vere pasticche di morte.
Il solo comprenderlo, caro lettore, è una picconata al muro infame della Necrocultura psicofarmaceutica.
Perché, lo sappiamo, se non fermiamo ora ce la ritroveremo per obbligo in un prossimo futuro – cui gli scienziati già hanno dato un nome, «neuroriabilitazione morale obbligatoria», prospettando somministrazioni segrete di sostanza psicoattive per il prossimi lockdown – come ne Il Mondo Nuovo di Huxley o in The Giver – il donatore: un’intera società costretta ad impasticcarsi più volte al giorno per il supposto mantenimento di una società stabile, anche se crudele ed ingannatrice.
I sentimenti, come le parole, devono essere purgati: non devono nemmeno essere concepiti. Vanno riprogrammati, secondo una formula pianificata. Resettati, anche quelli. Come i vostri pensieri e le vostre opinioni – e quelli dei vostri figli.
Lo vedete: è quello che succede oggi sotto il vostro naso, sui media e sui social, con la censura sempre più istituzionalizzata, con le leggi anti-omotransfobiche, con gli attacchi alla libertà di coscienza e di espressione, con la persecuzione dei dissidenti, e la demonizzazione del dolore.
Crediamo che sia questo, unito agli psicofarmaci, a portare i giovani di oggi verso gli alti numeri di realizzazione dei desiderio di morte.
Abbiamo scritto in un pezzo di anni fa, che ricordava gli amici morti suicidi.
Sottoscrivo quanto scrissi quattro anni fa:
«La vita senza il dolore, ho capito, è solo desiderio di annientamento, è morte».
Combattere gli psicofarmaci è combattere la Cultura della Morte. È lottare per la Vita e per la sopravvivenza della Civiltà nel XXI secolo.
Roberto Dal Bosco
Immagine di Gobofun via Deviantart pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-ND 3.0)
Psicofarmaci
L’esercizio fisico può essere più efficace degli antidepressivi nel trattamento della depressione
Un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica BMJ ha scoperto che l’esercizio fisico sarebbe moderatamente efficace nel trattamento della depressione rispetto ai trattamenti esistenti se usato da solo o in combinazione con altre terapie consolidate.
Inoltre, i benefici derivanti dall’esercizio «tendevano ad essere proporzionali all’intensità prescritta», il che significa che un’attività più vigorosa ha prodotto benefici più significativi.
Per identificare la quantità e il tipo di esercizio ideale per il trattamento del disturbo depressivo maggiore, gli esperti australiani hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi di 14.170 persone con disturbi depressivi maggiori provenienti da 218 studi unici e hanno classificato l’efficacia delle diverse forme di esercizio rispetto ai trattamenti esistenti, come la psicoterapia, gli antidepressivi e le condizioni di controllo.
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Gli studiosi hanno scoperto che il camminare o fare jogging, l’allenamento per la forza e danza erano le modalità di esercizio più efficaci se usate da sole senza cure mediche e che alcuni esercizi influenzavano uomini e donne in modo diverso.
In particolare, camminare e fare jogging sono risultati efficaci sia per gli uomini che per le donne, mentre l’allenamento della forza e il ciclismo sono risultati più efficaci per le donne e i giovani. L’esercizio aerobico ha avuto un impatto positivo più sugli uomini che sulle donne se usato con la psicoterapia.
In tutte le modalità, esercizi più intensi come la corsa, l’allenamento a intervalli, l’allenamento della forza e l’esercizio aerobico misto hanno prodotto maggiori benefici, sebbene anche un’attività fisica leggera come camminare o lo yoga abbia comunque fornito «effetti clinicamente significativi». I benefici dell’esercizio fisico erano ugualmente efficaci a diverse dosi settimanali per i soggetti con altre condizioni mediche e livelli basali di depressione.
Nel complesso, la danza ha superato tutti gli altri esercizi e i trattamenti consolidati per la depressione, inclusi gli psicofarmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e la terapia cognitivo comportamentale.
«Sulla base dei nostri risultati, la danza sembra essere un trattamento promettente per la depressione, con ampi effetti riscontrati rispetto ad altri interventi nella nostra revisione», hanno scritto gli autori. Tuttavia, il numero limitato di studi, il basso numero di partecipanti e i pregiudizi nella progettazione degli studi hanno impedito loro di raccomandare la danza in modo più forte.
Sebbene i ricercatori abbiano affermato che la loro revisione presenta dei limiti, i loro risultati supportano l’inclusione dell’esercizio fisico, in particolare dell’esercizio vigoroso, nelle linee guida della pratica clinica per la depressione.
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«Sebbene la fiducia in molti dei risultati fosse bassa, le linee guida terapeutiche potrebbero essere eccessivamente prudenti raccomandando condizionatamente l’esercizio fisico come trattamento complementare o alternativo per i pazienti in cui la psicoterapia o la farmacoterapia sono inefficaci o inaccettabili», hanno scritto. «Invece, le linee guida per la depressione dovrebbero includere prescrizioni per l’esercizio fisico e considerare l’adattamento della modalità alle caratteristiche dei partecipanti e raccomandare esercizi di intensità più vigorosa».
Renovatio 21 mette in guardia da anni rispetto ai problemi ingenerati dal consumo di psicofarmaci, che vanno dalle disfunzioni sessuali, ai problemi psichici, alla dipendenza, alle malattie cardiache, ai comportamenti violenti contro di sé e contro gli altri.
Secondo alcuni, casi di violenza domestica, i grandi casi di cronaca nera e pure le continue stragi immotivate in tutto il mondo potrebbero essere riconducibili alle psicodroghe legali distribuite con leggerezza alla popolazione anche in Italia, con milioni di prescrizioni, aumentate, ovviamente, durante i lockdown, specie nei più piccoli.
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Cancro
Psicofarmaco prescritto ai bambini associato ad un aumento del rischio di glaucoma: studi
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Psicofarmaci
Delitto nella chiesa abbandonata di Aosta, il sospettato «usa farmaci contro la depressione»
Il ragazzo sospettato del delitto nella chiesa abbandonata di Equilivaz, in provincia di Aosta, dove è stata trovata una ragazza sgozzata e pugnalata, ha avuto un malore mentre veniva portato nel palazzo di Giustizia di Grenoble, città francese appena dopo il confine.
Il malore, scrivono i giornali, si è avuto poco prima dell’udienza per la sua eventuale estradizione in Italia. Il giovane di famiglia nordafricana residente in Italia, respinge ogni accusa.
Nell’impossibilità di procedere senza l’indagato, l’udienza presso la chambre d’instruction della Corte d’Appello di Grenoble è stata rimandata al 25 aprile.
Il ragazzo è stato portato in ospedale.
«Giudici e avvocato ipotizzano possa aver assunto una dose eccessiva di farmaci antidepressivi» scrive l’ANSA. «Durante l’udienza – riporta la stampa francese –il suo legale e la corte hanno riferito che il ragazzo segue un trattamento farmacologico antidepressivo: il malore potrebbe essere legato a un sovradosaggio».
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La domanda che vorremmo porre – anche questa volta – è: gli psicofarmaci il ragazzo li prendeva anche prima di essere arrestato?
Perché, ricordiamo anche come nell’altro caso con al centro una ragazza morta – il caso Cecchettin, che per qualche ragione ha avuto molta più eco di questo – ad un certo punto siano saltate fuori le droghe psichiatriche per il sospettato. In carcere infatti, Filippo Turetta ha chiesto psicofarmaci. Anche allora, come oggi, ci chiediamo se non ne stesse già assumendo anche prima.
Renovatio 21 ha scritto giorni, quando ancora non era stato trovato ed arrestato il ragazzo, fa che la pista del «femminicidio satanico-patriarcale», buttata lì forse pavlovianamente da qualche giornale, sarebbe presto sparita.
Ebbene, abbiamo certezza del fatto che la pista sul possibile ruolo delle psicodroghe mediche in questa tragedia non solo sparirà, ma nemmeno verrà mai presa in considerazione.
Nonostante il volume immenso di storie in merito, il muro sulla violenza estrema come possibile effetto collaterale degli psicofarmaci non è ancora crollato. Di conseguenza, stragi iniziate in farmacia, sotto precisa prescrizione del medico, continueranno ovunque.
L’importante, a questo punto, è semplicemente che qualcuno tenga nota. Il lettore, se è arrivato fino a questo punto, è nel club.
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