Psicofarmaci
Gli psicofarmaci dietro agli omicidi di massa?

Nonostante i pluriomicidi generalmente impugnano pistole, un’altra caratteristica comune è che spesso nel loro sangue hanno psicofarmaci. Tuttavia la differenza è che non sono le pistole ad avere l’effetto collaterale della «ideazione omicida».
Se sviluppate problemi digestivi dopo un cambiamento nell’alimentazione, cercate la causa tra i cibi che avete sempre mangiato o tra i nuovi che avete introdotto? Mentre in questo caso la risposta è ovvia, questa ragionevolezza è spiacevolmente diversa quando si analizza il nuovo fenomeno delle continue sparatorie di massa: molti incolpano i vecchi “cibi” – le pistole in questo caso – e ignorano la nuova alimentazione, la cui introduzione coincide con il problema.
E parte di ciò che è nuovo è l’utilizzo diffuso degli psicofarmaci.
Un esempio significativo: l’aggressore di Parkland, Florida, (non useremo il suo nome aiutandolo così a raggiungere la fama che desiderava), che durante San Valentino, ha ucciso 17 persone, era in terapia per problemi emotivi, ha riferito la zia. Anche questa è storia nota.
Come ha detto David Kupelian di WND.com, del resto lo schema è sempre lo stesso: mentre la notizia su un «colpevole» impazza, un parente confida ad un giornale che il «giovane problematico» che ha commesso la strage era sotto psicofarmaci – cioè quei farmaci potenti, poco comprensibili, che alterano la mente con terribili effetti collaterali tra cui l’«ideazione suicida» e l’«ideazione omicida».
Lo schema è sempre lo stesso: mentre la notizia su un «colpevole» impazza, un parente confida ad un giornale che il «giovane problematico» che ha commesso la strage era sotto psicofarmaci – cioè quei farmaci potenti, poco comprensibili, che alterano la mente con terribili effetti collaterali tra cui l’«ideazione suicida» e l’«ideazione omicida»
Eppure, lamenta Kupelian, i media hanno scarso interesse ad indagare questo problema. I politici idem.
A differenza delle armi, le droghe legali non sono un argomento interessante che può essere utilizzato per spaventare la gente e ottenere voti. Oltretutto, come riportato l’anno scorso dal Guardian, «le aziende farmaceutiche spendono molto più di qualsiasi altra industria per influenzare i politici», avendo versato «quasi $ 2,5 miliardi alle lobby ed al finanziamento dei membri del Congresso negli ultimi dieci anni». Fateci caso: ciò in paragone rende i contributi alla lobby delle armi microscopici.
Ma che dire del contributo della farmaceutica a queste stragi?
Certamente correlazione non significa causalità, ma può fornire indizi rispetto a dove stia la causa- e la correlazione tra i pluriomicidi e l’uso di psicofarmaci esiste senza ombra di dubbio.
Consideriamo il caso di Newtown, Connecticut, il sicario Adam Lanza (forniamoi nomi degli autori dei reati più vecchi), che nel 2013 uccise 26 persone alla scuola elementare Sandy Hook.
Anche lui, secondo l’amica di famiglia Louise Tambascio, era in terapia. Questo è tutto ciò che abbiamo sentito a riguardo, tuttavia; come sottolinea Kupelian, «a livello giornalistico c’erano poca curiosità ed interesse».
Ma dovrebbero esserci. Come rende noto anche Kupelian: «Dato di fatto: un numero inquietante di autori di sparatorie nelle scuole e di similari omicidi di massa nella nostra era moderna erano sotto – o appena usciti da – uso di psicofarmaci».
Dato di fatto: un numero inquietante di autori di sparatorie nelle scuole e di similari omicidi di massa nella nostra era moderna erano sotto – o appena usciti da – uso di psicofarmaci
Poi riporta alcuni esempi :
• Il pluriomicida Columbine Eric Harris stava assumendo Luvox – come Prozac, Paxil, Zoloft, Effexor e molti altri, un tipo di antidepressivo moderno e ampiamente prescritto chiamato inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina, o SSRI. Nel 1999 insieme al compagno di scuola Dylan Klebold, Harris sparò e uccise 13 persone e ne ferì 24 nell’ennesimo scatto d’ira. Il produttore del Luvox, la Solvay Pharmaceuticals ammette che durante gli studi clinici controllati a breve termine, il 4% dei bambini e dei giovani che assumevano Luvox – 1 su 25 – sviluppava mania, un pericoloso disturbo mentale incline alla violenza caratterizzato da estrema frenesia e allucinazione.
• Il venticinquenne Patrick Purdy ha ucciso 5 bambini e ne ha feriti 30 in una sparatoria nel cortile di una scuola a Stockton, in California, nel 1989. Stava assumendo amitriptilina, un antidepressivo, così come la torazina, farmaco antipsicotico.
• Kip Kinkel, 15 anni, nel 1998 ha ucciso i suoi genitori ed il giorno dopo è andato nella sua scuola, Thurston High a Springfield, Oregon, e ha aperto il fuoco sui suoi compagni di classe, uccidendone due e ferendone altri 22. Gli era stato prescritto sia il Prozac che il Ritalin.
Leo Hohmann di WND aggiunge all’elenco quanto ha riferito nel 2015:
• Aaron Ray Ybarra, 26 anni, di Mountlake Terrace, a Washington, secondo quanto riportato, nel giugno del 2014 ha aperto il fuoco con un fucile alla Seattle Pacific University, uccidendo uno studente e ferendone altri due. Ad Ybarra «era stato prescritto Prozac e Risperdal per aiutarlo con i suoi problemi».
• Jose Reyes, lo studente di seconda media del Nevada che nell’ottobre 2013 «è andato su tutte le furie nella sua scuola, in quel momento stava prendendo un antidepressivo [Prozac]…»
• Il 16 settembre 2013, l’assalitore della Navy Yard, Aaron Alexis ha riempito di proiettili gli impiegati e in una mensa, uccidendo 13 persone, incluso se stesso. Ad Alexis era stato prescritto [un antidepressivo generico] Trazodone dal medico degli Affari dei Veterani.
• Nel 1988, la 31enne Laurie Dann fece una carneficina in un’aula di secondo grado a Winnetka, Illinois, uccidendo un bambino e ferendone sei. Aveva preso l’antidepressivo Anafranil e anche il litio, usato da tempo per curare la mania.
• A Paducah, nel Kentucky, alla fine del 1997, il quattordicenne Michael Carneal, figlio di un importante avvocato, si recò a Heath High School e iniziò a sparare agli studenti in un incontro di preghiera nella hall della scuola, uccidendone tre e lasciandone un altro paralizzato. Si dice che Carneal assumesse Ritalin.
La verità è che, poiché la mente umana è complessa e non del tutto compresa, assumere farmaci che alterano la mente è una proposta rischiosa. Anche le case farmaceutiche riconoscono questo, anche se non proprio pubblicamente
• Nel 2005 il sedicenne Jeff Weise, residente nella riserva indiana del Lago Rosso del Minnesota, sparò e uccise nove persone e ne ferì altre cinque prima di uccidersi. Weise stava prendendo il Prozac.
• Il 47enne Joseph T. Wesbecker, nel 1989, giusto un mese dopo aver iniziato ad assumere il Prozac, ha ucciso 20 lavoratori alla Standard Gravure Corp. a Louisville, Kentucky, uccidendone nove. Eli Lilly, azienda produttrice del Prozac in seguito si è accordata con i sopravvissuti che fecero causa.
E ci sono molti, molti altri esempi.
Naturalmente, anche rispetto alla correlazione, siamo di fronte al problema dell’uovo e della gallina: è più probabile che una persona che prende psicofarmaci rende possa impazzire e commettere terribili omicidi, o è quella gente pazza che è candidata a commettere terribili omicidi ed è più probabile che le vengano prescritti farmaci psichiatrici?
In realtà, molto probabilmente entrambe le cose.
La verità è che, poiché la mente umana è complessa e non del tutto compresa, assumere farmaci che alterano la mente è una proposta rischiosa.
Anche le case farmaceutiche riconoscono questo, anche se non proprio pubblicamente, intendiamoci.
Come scrive Kupelian dopo aver messo in relazione il caso di Andrea Yates, che nel 2001 annegò i suoi cinque figli mentre era in cura con l’antidepressivo Effexor:
Nel novembre 2005, più di quattro anni dopo che Yates annegò i suoi figli, il produttore di Effexor, la Wyeth Pharmaceuticals, silenziosamente aggiunse «ideazione omicida» all’elenco dei «rari eventi avversi».
Nel novembre 2005, più di quattro anni dopo che Yates annegò i suoi figli, il produttore di Effexor, la Wyeth Pharmaceuticals, silenziosamente aggiunse «ideazione omicida» all’elenco dei «rari eventi avversi».
La Medical Accountability Network, un’organizzazione non-profit privata focalizzata su questioni di etica medica, criticò pubblicamente la Wyeth, affermando che il rischio di «ideazione omicida» dell’Effexor non era stato correttamente diffuso e che l’azienda mancò di mandare lettere ai medici o di distribuire etichette di avvertimento che annunciavano cambiamento.
E cosa significa esattamente «rari» nella frase «eventi avversi rari»?
La Food and Drug Administration (FDA) la identifica come reazione avvenuta meno di 1 su 1.000. Ma dato che negli Stati Uniti sono state compilate nello stesso anno 19,2 milioni di prescrizioni per Effexor, statisticamente questo significa che migliaia di americani potrebbero sperimentare «istinti omicidi» – pensieri omicidi – come conseguenza dell’assunzione di farmaci antidepressivi anche solo di questa marca.
Tra l’altro Effexor è il farmaco più venduto dalla Wyeth, che recentemente in un anno ha portato oltre $ 3 miliardi di vendite, rappresentando quasi un quinto dei ricavi annuali dell’azienda.
Per evitare la cattiva pubblicità che ciò comporterebbe, le aziende farmaceutiche spendono centinaia di milioni di dollari per accantonare richieste di risarcimento extragiudiziali e spesso li nascondono con accordi di riservatezza.
Quindi, dopo aver menzionato il caso del dodicenne Christopher Pittman, assassino dei suoi nonni, Kupelian denuncia che «le note reazioni avverse al farmaco» Paxil – secondo l’etichetta approvata dalla FDA – includono tra gli altri «mania», «insonnia», «ansia», «agitazione», «confusione», «amnesia», «depressione», «reazione paranoica», «psicosi», «ostilità», «delirio», «allucinazioni», «pensiero anormale», «depersonalizzazione» e «mancanza di emozioni».
Infatti, come ha scritto nel 2009 WCGH, «Uno studio mostra che un quarto di tutti i bambini che assumono psicofarmaci come Paxil e Zoloft diventano pericolosamente violenti e/o con tendenze suicide».
Certo, se questi farmaci rappresentano una tale minaccia, dovrebbe esserci un flusso di cause legali di alto profilo, giusto? Sbagliato.
Per evitare la cattiva pubblicità che ciò comporterebbe, le aziende farmaceutiche spendono centinaia di milioni di dollari per accantonare richieste di risarcimento extragiudiziali e spesso li nascondono con accordi di riservatezza.
Sigmund Freud, come noto, ha creduto che la cocaina, legale durante la sua gioventù, fosse la miglior cura che ci fosse mai stata per la depressione. Un tempo l’eroina prodotta dalla Bayer veniva pubblicizzata come rimedio per tutti i tipi di disturbi.
Detto questo, è improbabile che gli psicofarmaci siano i soli responsabili degli omicidi di massa, poiché molto è cambiato negli ultimi decenni.
Abbiamo assistito ad un declino della fede e all’aumento del relativismo e del nichilismo morale, che realizzano l’idea che il bene e il male sono semplici «prospettive».
Il divertimento è diventato sempre più decadente e irragionevolmente violento (si noti che l’ascesa di Internet è quasi coincisa con l’inizio di ripetute sparatorie di massa).
La famiglia ha continuato a disintegrarsi e gli americani oggi, immersi nell’elettronica, sono spesso più legati alle cose che alle persone.
Infine la fama che porta commettere un massacro può essere allettante per le persone sole e disturbate, generando così i crimini degli imitatori
Questo per citare solo alcuni fattori, ma con evidenza si tratta di un problema sistemico.
Nondimeno, aggiungere farmaci che alterano la mente a questa equazione non porta a nulla di buono, e questo mi riporta alla mia storia.
Conoscevo un uomo di buon carattere che era il simbolo della calma, che aveva qualche problema e alla quale era stato prescritto un antidepressivo da uno psichiatra (che non lo aveva mai trattato prima). Bene, ha mandato giù una pillola – l’unica da sempre. Nel suo caso, è bastato. Quindici minuti più tardi, è andato su tutte le furie e non è mai più stato lo stesso. Instabilità mentale, irrazionalità e alcuni episodi violenti – in una parola, pazzia – avrebbero segnato il resto della sua vita.
Oggi, con un americano su sei sotto psicofarmaci, forse dovremmo tenere a mente che solo perché un farmaco è legale non significa che questo non ti porterà dalla parte opposta della sanità mentale
Sigmund Freud, come noto, ha creduto che la cocaina, legale durante la sua gioventù, fosse la miglior cura che ci fosse mai stata per la depressione.
Un tempo l’eroina prodotta dalla Bayer veniva pubblicizzata come rimedio per tutti i tipi di disturbi.
Oggi, con un americano su sei sotto psicofarmaci, forse dovremmo tenere a mente che solo perché un farmaco è legale non significa che questo non ti porterà dalla parte opposta della sanità mentale.
Fonte: The New American

Psicofarmaci
Lo stragista del Kentucky voleva protestare contro le armi in libera vendita. E, ovviamente, prendeva farmaci

L’autore del massacro del 10 aprile a Louisville (nello Stato americano del Kentucky) Connor Sturgeon ha lasciato un manifesto di 13 pagine che dettaglia le ragioni per cui ha ucciso persone innocenti. In esso, l’assassino di ben cinque persone dà le sue motivazioni per il suo gesto: la protesta contro la libera vendita delle armi a persone con problemi mentali, come lui stesso. Lo riporta il giornale britannico Daily Mail.
Secondo gli scritti dello stragista, egli voleva attirare l’attenzione sui problemi di salute mentale, «quanto è facile comprare una pistola in Kentucky» e, infine, suicidarsi.
Si tratta quindi di un topos politico caro alla sinistra statunitense, il controllo dell’accesso alle armi da fuoco, il cui possesso e commercio per il cittadino sono tuttavia contenuti nel Secondo Emendamento della Costituzione americana. Era già stato riportato, ad ogni modo, che sui social media Sturgeon aveva pubblicato post a favore di Black Lives Matter, un altro crisma del goscismo attuale.
I genitori del tiratore di 25 anni affermano che aveva problemi di salute mentale e hanno confermato che stava assumendo farmaci, qualcosa che, come sappiamo, hanno in comune praticamente tutti gli assassini di massa.
Sturgeon ha trasmesso in live streaming la sua intera sparatoria, ma la polizia non ha rilasciato quel filmato al pubblico.
Al momento non è ancora uscito, tuttavia, il manifesto lasciato dietro di sé dalla transessuale stragista Audrey Hale, autrice del massacro della scuola cristiana di Nashville, dove ha trucidato tre bambini di 9 anni e tre adulti sopra la sessantina.
Il motivo per cui le autorità americane non abbiano ancora pubblicato il manifesto – che sappiamo essere in loro possesso dal primo giorno, essendo che secondo la logica è la stessa assassina ad aver voluto che lo si trovasse e pubblicasse con massima risonanza – non è noto, tuttavia è immaginabile.
Come riportato da Renovatio 21, la possibile ascesa di episodi violenti legati a trans e gruppi radicalizzati anche armati è un fatto su cui molti ora si stanno interrogando.
«La demografia pro capite di sparatori di massa in più rapida crescita nella storia umana è la comunità trans» ha scritto un utente di Twitter.
Una lista delle ultime cronache di stragi pubbliche mostra che in effetti i casi sono già molteplici.
Silenzio tombale anche su quali farmaci – cioè, immaginiamo, psicofarmaci – prendesse anche questo stragista: SSRI, benzodiazepine, anfetamine… Non lo sappiamo, né considerando il potere di Big Pharma su giornali (grazie alla pubblicità) e sulla politica (e quindi, sulle forze di polizia) forse lo sapremo mai con esattezza.
Tuttavia il problema di pillole e gocce che trasformano i depressi in maniaci assassini rimane: ed è ben più grave, e perverso, di quello della libera vendita delle armi.
Immagine screenshot da YouTube
Gender
Transessuale attacca scuola cristiana e uccide tre bambini e tre anziani

Un letale attacco armato è stato fatto contro una scuola cristiana di Nashville, nello Stato americano del Tennessee nella giornata di ieri. Dettagli stanno emergendo nelle ultime ore.
Secondo quanto riportato dai media, il perpetratore sarebbe una transessuale nata donna ma sedicente maschio di nome Audrey Hale, 28enne della zona.
La transessuale sarebbe entrata nella scuola, che pare lei stessa abbia frequentato, pesantemente armata, sparando a studenti e al personale. Sono morti tre bambini di 9 anni e tre individui sopra i 60.
La polizia metropolitana di Nashville ha pubblicato un video della Hale che si fa strada nell’edificio e poi si aggira metodicamente all’interno; le immagini non mostrano tuttavia le scene di violenza.
Active shooter Audrey Elizabeth Hale drove to Covenant Church/School in her Honda Fit this morning, parked, and shot her way into the building. She was armed with 2 assault-type guns and a 9 millimeter pistol. pic.twitter.com/mIk2pDmCwQ
— Metro Nashville PD (@MNPDNashville) March 28, 2023
Dopo aver parcheggiato l’auto, ha sparato alle porte per entrare, All’arrivo delle forze dell’ordine avrebbe cominciato a sparare contro le auto dal secondo piano.
La transessuale active shooter è stata quindi uccisa dalla polizia che è entrata e le ha sparato, appena 14 minuti dopo la chiamata al 911, il numero del pronto intervento negli USA.
As officers responded to the Covenant campus, Hale fired on arriving police vehicles from a 2nd story window. pic.twitter.com/7JiLdCHhF1
— Metro Nashville PD (@MNPDNashville) March 28, 2023
La polizia ha anche pubblicato foto delle armi della transessuale stragista. Vi sarebbero un fucile automatico Grunt AR della Lead Star Arms, una carabina calibro pistola KelTec SUB2000, una pistola Smith & Wesson M&P Shield EZ da 9 mm.
La versione EZ presenta una modifica per rendere più facile l’uso alle donne e per gli altri con minore forza della mano – scelta particolare per qualcuno che dice di essere un uomo.
Secondo la polizia almeno due delle armi usate erano state acquistate in loco in maniera legale.
Hale fired a number of rounds inside the Covenant Church/School building. She was armed with these 3 guns and significant ammunition. pic.twitter.com/3LYOU2r0sh
— Metro Nashville PD (@MNPDNashville) March 28, 2023
Interessante notare che tutte le armi erano addobbate di adesivi. Haley pare essere stata un’illustratrice dedicata ai temi LGBT.
Le forze dell’ordine hanno dichiarato che l’attacco sarebbe stato preparato: la transessuale avrebbe lasciato mappe che indicavano le posizioni delle telecamere di sicurezza, le porte e altri dettagli nonché un «manifesto».
La cosa fa pensare che si tratti di un atto di persecuzione anticristiana vera e propria, perpetrato da un individuo transgender. La strage arriva infatti a poche settimane dalle restrizioni imposte dal governo dello Stato sugli spettacoli transessuali per bambini (i famigerati drag queen show, che negli USA sono organizzati anche per scolaresche di bambini piccoli) e la legge, firmata dal governatore Bill Lee, che proibisce chirurgia e ormoni per il cambio di esso per i minori.
Il movente, tuttavia, non è ancora stato specificato dalla polizia. «In questo momento c’è una teoria di cui potremmo essere in grado di parlare in seguito, ma non è confermata» ha dichiarato il capo della polizia metropolitana di Nashville, John Drake.
BREAKING: Audrey E. Hale, the 28-year-old woman who identifies as he/him and uses the name "Aiden," is identified as the now-deceased suspect who shot up a Christian school in Tennessee, killing 6, including 3 children. The killings follow the state banning the medical… pic.twitter.com/Sp4RfGwcUj
— Andy Ngô 🏳️🌈 (@MrAndyNgo) March 27, 2023
Drake ha inoltre affermato che la Hale avrebbe preso in considerazione di colpire altri luoghi. Tuttavia avrebbe rinunciato all’altro potenziale obiettivo perché era troppo ben protetto, dice il capo della polizia.
Si tratta di un crimine orrendo, ma in qualche modo bizzarramente preconizzato dalla popolarissima trasmissione di qualche giorno fa di Tucker Carlson, faro dell’America conservatrice, che si era dilungata sull’esistenza di milizie di transgender armati, unico caso in cui, notava, i media incoraggiano i cittadini a sfruttare il Secondo Emendamento della Costituzione che prevede il libero accesso alle armi da parte dei cittadini.
Almost prophetically, just last week, Tucker Carlson covered NPR's fawning coverage of armed Trans groups like "Rainbow Reload":
"We’re as for guns as you could possibly be, but this seems like an incitement" pic.twitter.com/0DIx7PUrkG
— Charlie Kirk (@charliekirk11) March 27, 2023
C’è da notare che alcuni media mainstream (quindi, di default, omosessualisti) stanno riportando l’incidente utilizzando per la transessuale Haley i pronomi femminili, quasi da toglierle il diritto di essere chiamata secondo la grammatica politicamente corretto trans che impone pronomi a scelta.
La questione è stata portata subito sul controllo delle armi, tuttavia, come ha detto bene la deputata della Georgia e pasionaria trumpiana Marjorie Taylor Green, va focalizzato qualcos’altro: i farmaci.
«Quanti ormoni come il testosterone e i farmaci per le malattie mentali stava assumendo il tiratore transgender della scuola di Nashville? Tutti possono smettere di incolpare le armi ora».
How much hormones like testosterone and medications for mental illness was the transgender Nashville school shooter taking?
Everyone can stop blaming guns now.
— Rep. Marjorie Taylor Greene🇺🇸 (@RepMTG) March 27, 2023
La roid rage, la «rabbia da steroidi» è un fenomeno noto, anche se non ancora provato scientificamente, ma con una ben ampia aneddotica. La Haley stava prendendo testosterone sintetico per tentare di diventare un uomo?
E se era malinconica, «depressa», etc., è possibile che fosse sotto psicofarmaci SSRI, di quelli che, da bugiardino, potrebbero aumentare le idee suicidarie?
Renovatio 21 da anni ricorda come dietro ogni caso come questo, le stragi improvvise e perfino certi incidenti aerei causati dal pilota, potrebbe essere una droga psichiatrica. Talvolta la cosa è ammessa, talvolta – vista la pressione delle farmaceutiche sui media grazie ai budget pubblicitari – no. Talvolta ci vogliono mesi per scoprire che l’attentatore prendeva il dato farmaco, il quale, invece che farti stare meglio, è ammesso che possa modificarti il cervello per farti stare peggio.
Qui potremmo essere dinanzi ad una misture inedita, testosterone più SSRI – in pratica, la possibilità di piani di morte sotto steroidi.
State tranquilli che non se ne parlerà. Lo Stato Etico ormonale, come abbiamo già scritto, ti dà gratis il testosterone se vuoi cambiare sesso, ma mette in galera i culturisti che ne fanno uso. È lo stesso stato che inonda di psicofarmaci la popolazione (milioni di italiani ne fanno uso, ed è un numero in crescita) senza considerare davvero gli effetti collaterali, le crisi di astinenza che seguono, gli effetti rebound che hanno travolto anche il cantante tatuato Fedez e pure l’inquinamento ambientale, con i pesci dei fiumi che impazziscono.
Rimane comunque il fatto che potremmo trovarci davanti al primo caso di terrorismo transessuale della storia. Un terrorismo transessuale che potrebbe pure essere programmaticamente anticristiano.
Anticristiano lo è comunque già nei fatti: come un antico culto pagano sanguinario, uccide vecchi e bambini.
Immagine screenshot da YouTube
Psicofarmaci
Fedez e il dramma degli psicofarmaci

I giornali negli scorsi giorni ci hanno informato che il cantante tatuato Fedez ha avuto un brutto periodo: «ho sospeso uno psicofarmaco e sono crollato». Ci sembra di capire che la confessione via social serva a chiarire che non ha una crisi in casa («Sono girate voci sulla mia famiglia che non sono corrispondenti al vero») ma dentro di sé, nella sua psiche.
«Non appena mi è stato diagnosticato il tumore al pancreas — per quanto privilegiato io possa essere — ho vissuto un evento molto traumatico e solo oggi ho realizzato di quanto non mi sia preso cura della mia salute mentale e mi sia affidato solo a psicofarmaci» dichiara il ragazzo, riportato dal Corriere della Sera.
Ammettiamo: non abbiamo ben presente cosa significhi prendersi cura della propria salute mentale, ma forse è un limite nostro, di persone che credono che, più che di mente, siamo fatti di anima – vera etimologia della parola psiche.
Tuttavia, non possiamo non notare il dito puntato contro le droghe psichiatriche. Raro sul serio.
«A gennaio mi è stato prescritto questo psicofarmaco antidepressivo molto potente che mi ha cambiato, mi ha agitato tanto e mi ha dato anche effetti collaterali molto forti dal punto di vista fisico fino al punto da provocarmi dei tic nervosi alla bocca e da impedirmi di parlare in maniera libera» confessa il rapper dell’hinterland. Che, in realtà, va generosamente in dettaglio.
"Ho preso gli psicofarmaci sbagliati, Chiara mi è stata vicino", #Fedez rompe il silenzio e chiarisce le sue condizioni di salute pic.twitter.com/YfFV7yXNyJ
— Fanpage.it (@fanpage) March 6, 2023
«Correvo dei rischi importanti e quindi ho dovuto sospenderlo in maniera repentina, senza scalarlo e questo mi ha provocato il cosiddetto effetto rebound: una cosa che non auguro a nessuno».
Per i profani: il rebound è la riemersione della patologia trattata.
«Oltre a provocarmi un annebbiamento importantissimo a livello cognitivo, mi ha dato dei forti spasmi muscolari alle gambe che mi hanno impedito per diversi giorni di camminare, vertigini molto intense, mal di testa incredibili, nausea terribile fino a perdere 5 chili in 4 giorni. Non una bella cosa».
I problemi, nonostante, dica di aver smesso il farmaco, sono un po’ rimasti. «Ad oggi non sono al 100%, ho ancora vertigini, scalmane, sudorazioni, ma giorno dopo giorno miglioro» racconta con i capelli ossigenati. «Ho vissuto un periodo parecchio infelice che mi ha fatto capire tante cose… Mi ha fatto capire quanto io voglia focalizzarmi sulla mia salute mentale e sulla mia famiglia».
Rimangono delle domande. L’uomo parla di uno «psicofarmaco, un antidepressivo molto forte», prescrittogli (cioè, dietro c’è un medico) a gennaio.
Cercando, non siamo riusciti a trovare il nome di questo psicofarmaco. Sarebbe stato d’aiuto, forse, se il cantante di Buccinasco lo avesse segnalato, tuttavia capiamo che è difficile: è così anche per tutti i casi di cronaca nera dove il perpetratore era, magari, sotto SSRI (sertralina, fluoxetina, citalopram, etc.) o qualcos’altro – è quasi sempre impossibile risalire alle prescrizioni di psicodroghe assunte dal soggetto, del resto dietro ci sono società non esattamente piccole, e – a giudicare dal track record di Big Pharma – non esattamente avezze agli scrupoli.
A questo sommate che ai giornali, che hanno quelle aziende come inserzionisti pubblicitari, non è che vada a genio mettere questa pulce nell’orecchio ai loro lettori: ma non è che gli psicofarmaci facciano male? Non è che, in totale eterogenesi dei fini rispetto a quello che dovrebbero fare, rendano le persone diverse, più disperate, perfino alterate pericolosamente nella personalità?
Quindi, neanche il Fedez, quello che non ha problemi ad attaccare politici e quant’altro, che ha i soldi, la Lamborghini e la moglie più bella d’Italia (dicono), riesce a fare quel nome. Tuttavia, è già tanto così, e c’è da essergliene grati. Mica tutti possono essere come Elon Musk, che invece si è scagliato contro una psicodroga facendo gentilmente nome e cognome: nel suo caso, attaccò il Bupropione, venduto come Wellbutrin, dicendo che è peggio dell’Adderall – lo stimolante che sta rovinando generazioni di americani.
Wellbutrin is way worse than Adderall imo. It should be taken off the market.
Every time that drug has come up in conversation, someone at the table has a suicide or near suicide story.
— Elon Musk (@elonmusk) April 30, 2022
La SIP, Società Italiana di Psichiatria, è intervenuta sul tema, perché in effetti la confessione del ragazzo col piercing è tanta roba. Per i farmaci «è fondamentale “seguire le istruzioni” del proprio medico, sia quando si devono assumere sia quando si devono interrompere. Una brusca interruzione decisa autonomamente, è sempre da evitare». Il dottore «deve comunicare chiaramente al paziente i rischi di eventuali effetti collaterali del farmaco prescritto».
Ah ecco, gli effetti collaterali. Per esempio: negli SSRI, che sono le psicodroghe più vendute in Occidente, la lista è lunghetta: cefalea, disturbi gastrointestinali, sonnolenza o insonnia, affaticamento, nervosismo e tremori, sudorazione e/o bocca secca, sogni lucidi (termine da bugiardino, ma che si tratti forse degli incubi?), scarsa concentrazione, vasodilatazione, sanguinamento vaginale, difficoltà respiratorie, visione offuscata, alterazione del gusto, frequente minzione. E poi: pensieri autolesionistici e/o suicidi.
Immaginiamo quanto spesso questa lista venga sciorinata di fronte al paziente depresso cui si vuole prescrivere il farmaco: prenda questo inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina: potrebbe avere l’effetto di farle ideare il suo suicidio, dopo averle dato problemi intestinali, agli occhi, alla bocca, ai genitali, alla mente in generale. Forse è così e siamo noi che non sappiamo quanto siano bravi con il consenso informato: del resto anni di campagna vaccinale mRNA ce lo garantiscono.
Tutto questo ammasso di rischi, per poi scoprire che esiste una sindrome di sospensione: vertigini, astenia, scosse alla testa (brain-zaps), sintomi simil- influenzali «ma anche sintomi che ricalcano la malattia trattata, quali ansia, agitazione, insonnia» scrive Wikipedia. Ecco il rebound. Hai preso il farmaco, ti ha fatto male, appena lo smetti, torna tutto come prima, o forse peggio.
Infine, non possiamo non rammentare l’effetto collaterale temuto delle disfuzioni sessuali, e questo sia negli uomini che nelle donne: disfunzioni erettili, sparizione della libido, anorgasmia (cioè incapacità di arrivare all’orgasmo), anedonia (incapacità di provare piacere: cosa che ha effetti anche fisici nella lubrificazione del sistema riproduttivo femminile). Sulla cosa Renovatio 21, anni fa, ha pubblicata una testimonianza importante di una nostra lettrice.
Contrariamente ai rumors che il Fedez diceva di voler smentire, con la moglie sembra vada tutto bene.
«In questo periodo ne sono state dette di ogni, ma mia moglie è l’unica persona che mi è stata al fianco. Mi dispiace abbia dovuto subire una tempesta di merda mediatica totalmente immeritata».
In realtà, a leggere le cronache, sembra non stare benissimo neanche lei.
«Fermarsi a respirare e a pensare, ricordandosi che è normale avere paura, è normale chiedersi se ce la farai, è normale offrire aiuto a chi intorno a te ne ha bisogno ma anche chiederlo a chi sai può esserti di supporto» scrive la bellissima mega-influencer sul suo preziosissimo account Instagram. «Mi è capitato dopo settimane di cose emotivamente complesse che mi sono successe e ci sono successe come famiglia (…) A volte ho provato anche dello sconforto trovandomi a chiedermi cosa sarebbe successo se fossi crollata anche io».
La foto che pubblica non è, volutamente, delle migliori: un selfie stesa a terra, occhio vitreo, l’ombra del telefono sulla faccia arrossata ed umida, i capelli così. Se l’effetto era farla vedere in difficoltà, l’immagine lo rende benissimo. È funzionalmente fotogenica anche qui – non c’è che dire, è davvero, sempre, una fuoriclasse.
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«Certo a volte vorrei concedermi di dirmi “Chiara ci sei anche tu, oggi puoi essere fragile, puoi sbagliare, puoi essere tu quella che chiede aiuto”. Succederá [con accento acuto, sic, ndr], lo so. Per ora è il momento di tirare dritto e provare a far funzionare le cose, di aggiustarle senza fingere che tutto vada bene, ma provando a farle andare bene veramente» continua la moglie del Fedez ferito dallo psicofarmaco, senza nominarlo (né il marito, né lo psicofarmaco).
Abbiamo una notizia per tutti: è possibile curare tutto questo male. Senza farmaci. Senza prescrizioni mediche.
Similia similibus curantur. Il principio basilare dell’alchimia, e dell’omeopatia. I simili si curano con i simili. Ma non è di ritrovati magici o pillole di zucchero che stiamo parlando.
Perché se il problema è la psiche, cioè l’anima, allora solo lo Spirito può essere la cura. È inutile pensare che non sia così: la religione vissuta è il più grande antidoto ai mali della mente, chiunque lo sa. Chiunque può verificare che, con il disincantamento del mondo, cioè con la caduta della vita spirituale delle nazioni scristianizzate, è contestualmente aumentano il consumo di psicodroghe, l’ammasso delle persone infelici, il suicidio.
È qualcosa che, con molta sincerità e carità, vorremmo dire a Fedez e alla Ferragni. Perché ci sembrano, almeno a vedere da fuori, un po’ lontani dalla soluzione. Il Federico ha dato scandalo facendosi baciare e tocacciare da un altro cantante in diretta mondovisiva a Sanremo, probabilmente per una politica di épater le bourgeois che prevede di grattar vie le ultime resistenze al mondo liquefatto – le persone rimaste religiose nonostante il Vaticano gender pro-leggi sodomite – mentre la moglie, dallo stesso altissimo palco offertole dal contribuente italiano, si è mostrata con un indicibile collana a forma di utero.
«I diritti riproduttivi sono diritti umani. Perché l’accesso all’aborto sicuro e alla procreazione assistita è una questione di diritti umani a cui non dobbiamo rinunciare» ha fatto sapere spiegando la scelta dell’orrido monile.
Pochi giorni fa, siamo informati che la stessa «cavalca l’onda delle croci-gioiello da appendere al collo (…) Una moda che certo non ha lanciato lei, ma che è ritornata prepotentemente tra le star americane, da Kim Kardashian – che completa i suoi look con i crocifissi già da diversi mesi (…) a Rihanna»
«Chiara Ferragni invece si è sempre dichiarata atea, così come Fedez, il marito, al punto da non voler battezzare i loro figli, (…) la coppia non è andata (…) si è sposata dopo una lunga convivenza a Noto in Sicilia, ma solo con rito civile».
Epperò, sui social compare improvvisamente in primo piano mentre indica la croce al collo, anzi ne ha due. «Crocine qui» recita la didascalia con link. «Tutti i gioielli sono placcati oro o argento e le pietre sono cubic zirconia». Segue emoji.
C’è da capirla. Per lei la croce è un segno come un altro, un segno morto, buono per essere venduto portato al collo tra tanti altri: oggi una croce, domani un utero per significare l’aborto…
Per noi invece la croce non è un segno: è un simbolo, come diceva Jung, il portatore di un significato talmente ampio da non potere essere nemmeno del tutto compreso dalla mente.
Forse non è nemmeno un simbolo: la croce è la realtà, materiale ed incontrovertibile. È il sacrificio di Dio, è il sacrificio di sé, è l’accettazione del dolore, e al contempo la vittoria su di esso.
Vincere il dolore, vincere la morte. Sono cose che anche i ricchi e i famosi desiderano, e che si raggiungono solo in un modo. Qualcosa impedisce loro di capirlo.
E, certo, gli psicofarmaci, in questo percorso, non aiutano. Per niente.
Roberto Dal Bosco
Immagine screenshot da Twitter
Immagine di Greta via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
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