Psicofarmaci
Gli psicofarmaci uccidono
Gli psicofarmaci, ormai prescritti dai medici come fossero caramelle al limone, mietono in Scozia una giovane vittima.
Nel caso specifico, si tratterebbe di un farmaco anti-ansia. Lo riporta il Daily Mail.
Lucy Curran, una sedicenne di Glasgow in febbraio, ma i media britannici ne hanno dato la notizia solo pochi giorni fa.
È facile pensare che – come per i vaccini, le cure oncologiche, i farmaci sospetti ed ogni altro dogma farmaceutico spacciatoci dall’apparato industrial-sanitario nazionale e dai media – i budget pubblicitari delle aziende farmaceutiche non aiutano mondo lo spirito d’inchiesta dei reporter.
La polizia sospetta un’intossicazione da propranalolo, utilizzato per i disturbi d’ansia. Tra gli effetti collaterali, leggibili perfino su Wikipedia, ci sono cefalea, disturbi del sonno, affaticamento, parestesia, vertigini, stordimento, psicosi, nausea, porpora, disfunzioni sessuali e disturbi della vista.
La polizia sospetta «un’intossicazione da propranalolo». Il propranalolo, commercializzato con il nome di Inderal, è il betabloccante che si usa più spesso per i disturbi d’ansia, anche se comunemente viene prescritto per patologie cardiache e l’ipertensione arteriosa.
Tra gli effetti collaterali, leggibili perfino su Wikipedia, ci sono cefalea, disturbi del sonno, affaticamento, parestesia, vertigini, stordimento, psicosi, nausea, porpora, disfunzioni sessuali e disturbi della vista. Notare il panino fatto con la psicosi – cioè la follia – tra la cefalea e i disturbi della vista.
Il dibattito riguardo alla depressione come effetto collaterale del propranalolo è in corso, e la possibilità è segnalato persino sul sito della Farmacovigilanza.
Il caso, purtroppo, è il secondo in pochi anni: due anni fa Britney Mazzoncini, anche lei sedici anni, si suicidò con una overdose dello stesso farmaco, dopo che per qualche tempo aveva iniziato ad utilizzare il medicinale per combattere la depressione.
Tra gli effetti collaterali ci sono cefalea, disturbi del sonno, affaticamento, parestesia, vertigini, stordimento, psicosi.
Lucy invece è morta poco dopo essersi sentita male, venendo prontamente ricoverata al Glasgow Queen Elizabeth University Hospital, inizialmente senza che nessuno riuscisse a dare una spiegazione a questa morte così precoce.
Le analisi postume, però, hanno rilevato un sospetto di intossicazione dal farmaco che la ragazza assumeva abitualmente, prescrittogli dal medico per combattere l’ ansia dalla quale era afflitta. Toni Giugliano, responsabile della Politica e degli Affari Pubblici della Mental Health Foundation in Scozia, ha sottolineato la necessità di indagare sulle modalità di prescrizione dei farmaci antidepressivi, il cui consumo è in vertiginoso aumento nella popolazione, soprattutto quella adolescenziale senza che nessuno pensi ai rischi:
«Abbiamo bisogno di sapere quali farmaci antidepressivi vengono prescritti e per quali ragioni»
«Abbiamo bisogno di sapere quali farmaci antidepressivi vengono prescritti e per quali ragioni – ha spiegato il Dott. Giugliano – il significativo aumento dell’uso di antidepressivi negli ultimi dieci anni trattano problemi di salute fisica e di salute mentale. Alcuni antidepressivi danno sollievo agli emicranici, ad esempio, ma abbiamo bisogno di condurre alcune ricerche che ci facciano capire quale alternative vengono prescritte dai medici generici».
Le case farmaceutiche non hanno nessun interesse a render noto che la maggior parte degli psicofarmaci possano causare reazioni di tipo violento e che, invece di curare le sindromi psichiatriche , ne accentuino l’intensità
Da qualche mese è stata presentata al parlamento scozzese una petizione per far luce su queste inquietanti morti.
D’altronde, ancora una volta, le case farmaceutiche non hanno nessun interesse a render noto che la maggior parte degli psicofarmaci possano causare reazioni di tipo violento e che, invece di curare le sindromi psichiatriche , ne accentuino l’intensità.
Chissà se qualcuno si prenderà a cuore l’argomento. Le lobby farmaceutiche, dal canto loro, siamo certi che si ripareranno dietro al solito slogan: «sono casi rari e isolati». Oppure il grande classico utilitarista: «sono più i benefici che i danni».
Le lobby farmaceutiche, dal canto loro, siamo certi che si ripareranno dietro al solito slogan: «sono casi rari e isolati». Oppure il grande classico utilitarista: «sono più i benefici che i danni»
A parte il fatto che i casi sono in aumento, è curioso constatare come in virtù del cosiddetto «progresso scientifico», l’altrettanto cosiddetta comunità scientifica ammetta la possibilità di sacrificare giovani vittime sull’altare del Farmaco. Ché forse la medesima metodologia sacrificale non viene applicata con i vaccini?
Peccato che, nel caso specifico degli psicofarmaci, i loro effetti possono essere devastanti anche sulla collettività: dietro alle più grandi stragi di piloti che dirottano aerei o di giovani vestiti da Joker che entrano nei cinema sterminando persone innocenti, ci stanno sempre gli antidepressivi.
Dietro alle più grandi stragi di piloti che dirottano aerei o di giovani vestiti da Joker che entrano nei cinema sterminando persone innocenti, ci stanno sempre gli antidepressivi
Ma anche di questo, nessuno parla.
Noi ne parleremo. A costo di toccare tasti dolenti e per qualcuno insopportabili.
Cristiano Lugli
Psicofarmaci
L’esercizio fisico può essere più efficace degli antidepressivi nel trattamento della depressione
Un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica BMJ ha scoperto che l’esercizio fisico sarebbe moderatamente efficace nel trattamento della depressione rispetto ai trattamenti esistenti se usato da solo o in combinazione con altre terapie consolidate.
Inoltre, i benefici derivanti dall’esercizio «tendevano ad essere proporzionali all’intensità prescritta», il che significa che un’attività più vigorosa ha prodotto benefici più significativi.
Per identificare la quantità e il tipo di esercizio ideale per il trattamento del disturbo depressivo maggiore, gli esperti australiani hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi di 14.170 persone con disturbi depressivi maggiori provenienti da 218 studi unici e hanno classificato l’efficacia delle diverse forme di esercizio rispetto ai trattamenti esistenti, come la psicoterapia, gli antidepressivi e le condizioni di controllo.
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Gli studiosi hanno scoperto che il camminare o fare jogging, l’allenamento per la forza e danza erano le modalità di esercizio più efficaci se usate da sole senza cure mediche e che alcuni esercizi influenzavano uomini e donne in modo diverso.
In particolare, camminare e fare jogging sono risultati efficaci sia per gli uomini che per le donne, mentre l’allenamento della forza e il ciclismo sono risultati più efficaci per le donne e i giovani. L’esercizio aerobico ha avuto un impatto positivo più sugli uomini che sulle donne se usato con la psicoterapia.
In tutte le modalità, esercizi più intensi come la corsa, l’allenamento a intervalli, l’allenamento della forza e l’esercizio aerobico misto hanno prodotto maggiori benefici, sebbene anche un’attività fisica leggera come camminare o lo yoga abbia comunque fornito «effetti clinicamente significativi». I benefici dell’esercizio fisico erano ugualmente efficaci a diverse dosi settimanali per i soggetti con altre condizioni mediche e livelli basali di depressione.
Nel complesso, la danza ha superato tutti gli altri esercizi e i trattamenti consolidati per la depressione, inclusi gli psicofarmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e la terapia cognitivo comportamentale.
«Sulla base dei nostri risultati, la danza sembra essere un trattamento promettente per la depressione, con ampi effetti riscontrati rispetto ad altri interventi nella nostra revisione», hanno scritto gli autori. Tuttavia, il numero limitato di studi, il basso numero di partecipanti e i pregiudizi nella progettazione degli studi hanno impedito loro di raccomandare la danza in modo più forte.
Sebbene i ricercatori abbiano affermato che la loro revisione presenta dei limiti, i loro risultati supportano l’inclusione dell’esercizio fisico, in particolare dell’esercizio vigoroso, nelle linee guida della pratica clinica per la depressione.
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«Sebbene la fiducia in molti dei risultati fosse bassa, le linee guida terapeutiche potrebbero essere eccessivamente prudenti raccomandando condizionatamente l’esercizio fisico come trattamento complementare o alternativo per i pazienti in cui la psicoterapia o la farmacoterapia sono inefficaci o inaccettabili», hanno scritto. «Invece, le linee guida per la depressione dovrebbero includere prescrizioni per l’esercizio fisico e considerare l’adattamento della modalità alle caratteristiche dei partecipanti e raccomandare esercizi di intensità più vigorosa».
Renovatio 21 mette in guardia da anni rispetto ai problemi ingenerati dal consumo di psicofarmaci, che vanno dalle disfunzioni sessuali, ai problemi psichici, alla dipendenza, alle malattie cardiache, ai comportamenti violenti contro di sé e contro gli altri.
Secondo alcuni, casi di violenza domestica, i grandi casi di cronaca nera e pure le continue stragi immotivate in tutto il mondo potrebbero essere riconducibili alle psicodroghe legali distribuite con leggerezza alla popolazione anche in Italia, con milioni di prescrizioni, aumentate, ovviamente, durante i lockdown, specie nei più piccoli.
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Cancro
Psicofarmaco prescritto ai bambini associato ad un aumento del rischio di glaucoma: studi
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Psicofarmaci
Delitto nella chiesa abbandonata di Aosta, il sospettato «usa farmaci contro la depressione»
Il ragazzo sospettato del delitto nella chiesa abbandonata di Equilivaz, in provincia di Aosta, dove è stata trovata una ragazza sgozzata e pugnalata, ha avuto un malore mentre veniva portato nel palazzo di Giustizia di Grenoble, città francese appena dopo il confine.
Il malore, scrivono i giornali, si è avuto poco prima dell’udienza per la sua eventuale estradizione in Italia. Il giovane di famiglia nordafricana residente in Italia, respinge ogni accusa.
Nell’impossibilità di procedere senza l’indagato, l’udienza presso la chambre d’instruction della Corte d’Appello di Grenoble è stata rimandata al 25 aprile.
Il ragazzo è stato portato in ospedale.
«Giudici e avvocato ipotizzano possa aver assunto una dose eccessiva di farmaci antidepressivi» scrive l’ANSA. «Durante l’udienza – riporta la stampa francese –il suo legale e la corte hanno riferito che il ragazzo segue un trattamento farmacologico antidepressivo: il malore potrebbe essere legato a un sovradosaggio».
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La domanda che vorremmo porre – anche questa volta – è: gli psicofarmaci il ragazzo li prendeva anche prima di essere arrestato?
Perché, ricordiamo anche come nell’altro caso con al centro una ragazza morta – il caso Cecchettin, che per qualche ragione ha avuto molta più eco di questo – ad un certo punto siano saltate fuori le droghe psichiatriche per il sospettato. In carcere infatti, Filippo Turetta ha chiesto psicofarmaci. Anche allora, come oggi, ci chiediamo se non ne stesse già assumendo anche prima.
Renovatio 21 ha scritto giorni, quando ancora non era stato trovato ed arrestato il ragazzo, fa che la pista del «femminicidio satanico-patriarcale», buttata lì forse pavlovianamente da qualche giornale, sarebbe presto sparita.
Ebbene, abbiamo certezza del fatto che la pista sul possibile ruolo delle psicodroghe mediche in questa tragedia non solo sparirà, ma nemmeno verrà mai presa in considerazione.
Nonostante il volume immenso di storie in merito, il muro sulla violenza estrema come possibile effetto collaterale degli psicofarmaci non è ancora crollato. Di conseguenza, stragi iniziate in farmacia, sotto precisa prescrizione del medico, continueranno ovunque.
L’importante, a questo punto, è semplicemente che qualcuno tenga nota. Il lettore, se è arrivato fino a questo punto, è nel club.
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