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Economia

Criptovalute, gli Stati Uniti cercano di congelare i beni di Binance, il più grande scambio del mondo

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La Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha chiesto ad un tribunale federale di emettere un ordine restrittivo temporaneo per congelare le attività statunitensi dell’exchange di criptovalute Binance, ha riferito martedì l’agenzia Reuters, citando documenti da un tribunale federale di Washington.

 

La mozione arriva il giorno dopo che l’autorità di regolamentazione ha citato in giudizio Binance e il suo CEO Changpeng Zhao, presentando 13 accuse secondo cui «le entità di Zhao e Binance sono impegnate in una vasta rete di inganni, conflitti di interesse, mancanza di divulgazione ed evasione calcolata della legge» si legge nel comunicato stampa della SEC. Le accuse si applicano a Binance Holdings Ltd. e alla sua società affiliata Binance.US.

 

Binance, il più grande scambio di criptovalute al mondo per volume, ha dichiarato in una dichiarazione di essere «deluso» e «scoraggiato» dalla causa e ha avvertito che le azioni della SEC «minano il ruolo dell’America come hub globale per l’innovazione e la leadership finanziaria».

 

Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso Binance ha subito un enorme deflusso di fondi.

 

Nel luglio 2021, la Consob – definibile come il corrispettivo italiano della SEC – aveva diffuso una nota in cui spiegava che le società del «gruppo  non erano  autorizzate a prestare servizi e attività di investimento in Italia, alla quale Binance aveva  risposto che essa non opera in alcun luogo specifico visto  che è «decentralizzata e lavora con una serie di entità regolamentate in tutto il mondo». Nel maggio 2022, Binance aveva poi ottenuto l’approvazione normativa che permetteva alla società di fornire servizi di asset digitali in Italia.

 

«Qualsiasi affermazione secondo cui le risorse degli utenti sulla piattaforma Binance siano mai state a rischio è semplicemente sbagliata», ha comunicato la società riguardo alle recenti mosse della SEC americana.

 

Ciò fa parte di un più ampio giro di vite sugli scambi di criptovalute negli Stati Uniti. Sempre lo scorso martedì, la SEC, il cui scopo principale è far rispettare la legge contro la manipolazione del mercato finanziario, ha citato in giudizio la principale piattaforma di criptovaluta nazionale, Coinbase, accusandola di operare illegalmente perché non si era prima registrata presso l’autorità di regolamentazione.

 

Da diversi mesi il mondo delle criptovalute, dove gli investimenti in società basate sulla tecnologia ad esse soggiaciente stanno crollando, è oramai sottosopra, con episodi gravi e talvolta pure mortali.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel 2021 fu trovato affogato al largo del Costa Rica Mircea Popescu, 41 anni, miliardario in Bitcoin.  Un imprenditore attivo nel mondo delle startup crypto di San Francisco, Bob Lee, è stato assassinato a coltellate da un conoscente (all’inizio si sospettava un criminale senzatetto: invece era un conoscente).

 

A fine 2022 è emerso l’agghiacciante caso di Sam Brankman-Fried e del crollo del suo banco di criptovalute FTX. Il ragazzo era il secondo donatore del Partito Democratico USA dopo George Soros, e finanziatore di quantità di attività, tra cui, parrebbe, studi che avrebbero sminuito l’efficacia di ivermectina e idrossiclorochina nel curare il COVID. Bankman-Fried è stato arrestato alla Bahamas e portato in America, dove è stato liberato su cauzione: nessuno sa, però, chi abbia pagato, e come, i 250 milioni di dollari chiesti dal giudice.

 

Poco dopo sarebbe andato all’aria anche il banco cripto BlockFi. Secondo alcuni, potrebbe crollare anche la criptovaluta Tether, definita dai critici come un colossale schema Ponzi – la stessa accusa che alcune istituzioni (in India, in Cina), in verità, muovono anche contro lo stesso Bitcoin.

 

Il magnate delle criptovalute coreano Do Kwon è stato arrestato in Montenegro, ma è da poco uscito pagando 400 mila euro di cauzione. Nel frattempo il governo americano si è liberato di un miliardo di dollari in bitcoin sequestrati dieci anni fa durante il processo a Silk Road.

 

Il fine del gioco potrebbe essere lo stesso della grande crisi bancaria internazionale in atto: introdurre la CBDC, la moneta virtuale da Banca Centrale, cioè il bitcoin di Stato, che non tollererà come concorrente né il contante né le criptovalute, e che renderà obsolete ed inutili le banche: ogni transazione, ogni danaro del sistema apparterrà ad una piattaforma di Stato (o, nel caso dell’euro digitale, Super-Stato) che verrà usata anche per controllarvi, sorvegliando ed impedendo i vostri acquisti nelle modalità previste dal danaro programmabile (limitazioni di tempo, spazio, qualità dell’oggetto acquistato, etc.)

 

La criptovaluta libera deve morire perché sorga la criptovaluta di Stato.

 

 

 

 

 

Immagine di Bretwa via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

 

 

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Cina

La ristorazione smentisce il PIL cinese in crescita: 459 mila chiusure nel primo trimestre 2024

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Piccoli ristoranti ma anche nuovi ambiziosi brand costretti a gettare la spugna dal calo dei consumi: le cessazioni delle attività sono aumentate del 232% rispetto a dodici mesi fa. Le riaperture dopo la politica Zero Covid si sono scontrate con l’aumento dei prezzi e la minore disponibilità economica delle famiglie.

 

Secondo gli ultimi dati dell’Ufficio nazionale di statistica, in Cina nel primo trimestre di quest’anno sono state cancellate o soppresse 459mila imprese di ristorazione, con un aumento di circa il 232% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Di questi ristoranti 180mila hanno chiuso nel solo mese di marzo, quando l’anno scorso furono 140mila nell’intero primo trimestre.

 

Si tratta di un indicatore «dal basso» che mostra un panorama decisamente diverso rispetto all’ottimismo «ufficiale» sull’economia cinese, che appena pochi giorni fa sbandierava per lo stesso arco di tempo una crescita del Prodotto interno lordo del 5,3%, addirittura superiore agli obiettivi fissati per il 2024.

 

Al dato sulla chiusura delle imprese della ristorazione ha dedicato un approfondimento Radio Free Asia, che ha raccolto alcune voci di operatori locali secondo cui il mercato dei consumi in Cina non si è affatto ripreso dopo la fine della politica Zero COVID. «Alti costi di affitto, alti costi di manodopera, aumento dei prezzi e diminuzione dei consumi dei clienti», ha riassunto il quadro della situazione un ristoratore di Wuhan. «Ci sono ancora alcune attività di catering che vanno molto bene, ma gli affari dei ristoranti più grandi no». All’inizio di quest’anno anche brand considerati in ascesa nella pasticceria cinese come ad esempio Hutou sono stati costretti a gettare la spugna.

 

La signora Yao, residente a Jingdezhen, nella provincia di Jiangxi, ha raccontato all’emittente che molti dei suoi amici che gestivano ristoranti hanno chiuso e faticano ad arrivare alla fine del mese: «I residenti non hanno più soldi, è difficile portare avanti qualsiasi attività».

 

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Immagine di Frank Michel via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Economia

Amazon abbandona il sistema senza casse nei negozi: si è scoperto che la sua IA era alimentata da 1.000 lavoratori umani

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Il colosso dell’e-commerce Amazon starebbe rinunziando alla sua speciale tecnologia «Just Walk Out» che permetteva ai clienti di mettere la spesa nella borsa e lasciare il negozio senza dover fare la fila alla cassa. Lo riporta The Information, testata californiana che si occupa del business della grande tecnologia.   La tecnologia, disponibile solo nella metà dei negozi Amazon Fresh, utilizzava una serie di telecamere e sensori per tracciare ciò con cui gli acquirenti lasciavano il negozio. Tuttavia, secondo quanto si apprende, invece di chiudere il ciclo tecnologico con la pura automazione e l’intelligenza artificiale, l’azienda ha dovuto fare affidamento anche su un esercito di oltre 1.000 lavoratori in India, che fungevano da cassieri a distanza.   Di questo progetto denominato «Just Walk Out» – uno stratagemma di marketing per convincere più clienti a fare acquisti nei suoi negozi, minando attivamente il mercato del lavoro locale – forse non ne sentiremo la mancanza.   Nel 2018 Amazon ha iniziato a lanciare il suo sistema «Just Walk Out», che avrebbe dovuto rivoluzionare l’esperienza di vendita al dettaglio con l’intelligenza artificiale in tutto il mondo. Diverse altre società, tra cui Walmart, hanno seguito l’esempio annunciando negozi simili senza cassiere.

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Tuttavia più di cinque anni dopo, il sistema sembra essere diventato sempre più un peso. Stando sempre a quanto riportato da The Information, la tecnologia era troppo lenta e costosa da implementare, con i cassieri in outsourcing che avrebbero impiegato ore per inviare i dati in modo che i clienti potessero ricevere le loro ricevute.   Oltre a fare affidamento su manodopera a basso costo e in outsourcing e invece di pagare salari equi a livello locale, le critiche hanno anche messo in dubbio la pratica di Amazon di raccogliere una quantità gigantesca di dati sensibili, compreso il comportamento dei clienti in negozio, trasformando una rapida visita al negozio in un incubo per la privacy, scrive Futurism.   L’anno scorso, il gruppo di difesa dei consumatori Surveillance Technology Oversight Project, aveva intentato un’azione legale collettiva contro Amazon, accusando la società di non aver informato i clienti che stava vendendo segretamente dati a Starbucks a scopo di lucro.   Nonostante la spinta aggressiva nel mercato al dettaglio, l’impatto dei negozi di alimentari di Amazon negli Stati Uniti, è ancora notevolmente inferiore a quella dei suoi concorrenti quali Walmart, Costco e Kroger, come sottolinea Gizmodo.   Invece di «Just Walk Out», Amazon ora scommette su scanner e schermi incorporati nel carrello della spesa chiamato «Dash Carts». Resta da vedere se i «Dash Carts» si riveleranno meno invasivi dal punto di vista della privacy dei dati.

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  Immagine di Sikander Iqbal via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International  
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Economia

FMI e Banca Mondiale si incontrano a Washington «all’ombra della guerra»

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I capi delle due più grandi istituzioni finanziarie mondialiste, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale si starebbero incontrando a Washington in queste ore per discutere il rischio sistemico che comporta la guerra in corso. Lo riporta il giornalista britannico Martin Wolf, che serve come principale commentatore economico del Financial Times.

 

L’articolo si intitola oscuramente «L’ombra della guerra si allunga sull’economia globale».

 

L’editorialista britannico afferma che «i politici stanno camminando sulle uova» per una serie di ragioni, incluso il fatto che «un quinto della fornitura mondiale di petrolio è passata attraverso lo Stretto di Hormuz, in fondo al Golfo, nel 2018. Questo è il punto di strozzatura della fornitura di energia globale».

 

«Una guerra tra Iran e Israele, che includa forse gli Stati Uniti, potrebbe essere devastante» avverte l’Economist. «I politici responsabili dell’economia mondiale riuniti a Washington questa settimana per le riunioni primaverili del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale sono spettatori: possono solo sperare che i saggi consigli prevalgano in Medio Oriente».

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«Se il disastro fosse davvero evitato, come potrebbe essere l’economia mondiale?» si chiede la pubblicazione britannica.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo scorso dicembre il FMI pubblicò un rapporto i cui dati suggerivano come il dollaro stesse perdendo il suo dominio sull’economia mondiale.

 

Durante le usuali incontri primaverili tra FMI e Banca Mondiale dell’anno passato si era discusso, invece, delle valute digitali di Stato – le famigerate CBDC.

 

Il progetto di una CBDC globale, una valuta digitale sintetica globale controllata dalle banche centrali, ha lunga storia. Nel 2019, prima di pandemia, dedollarizzazionesuperinflazione e crash bancari che stiamo vedendo, l’allora governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ne aveva parlato all’annuale incontro dei banchieri centrali di Jackson Hole, nel Wyoming nel 2019.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’euro digitale sembra in piattaforma di lancio, e la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde sembra aver ammesso che sarà usato per la sorveglianza dei cittadini.

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Immagine di World Bank Photo Collection via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic

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