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Cervello

Nuovo «casco cerebrale» consente di videogiocare con la mente

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Alcuni ricercatori hanno creato un’interfaccia cervello-computer indossabile a mo’ di caschetto BCI (Brain-computer interface, letteralmente interfaccia cervello-computer) che consente agli utenti di giocare ai videogiochi usando la mente.

 

Come pubblicato in un nuovo dettagliato studio sulla rivista PNAS Nexus, il dispositivo – un cappuccio nero e rosso rivestito con elettrodi di rilevamento delle onde cerebrali – è progettato per essere utilizzato da chiunque senza la calibrazione approfondita o le procedure chirurgiche invasive richieste da altri BCI, aprendo così questa tecnologia avveniristica ad un utilizzo più semplice e universale. 

 

«Quando pensiamo a questo in un contesto clinico, questa tecnologia farà sì che non avremo bisogno di un team specializzato per eseguire questo processo di calibrazione, che è lungo e noioso», ha affermato l’autore principale dello studio Satyam Kumar dell’Università del Texas a Austin in una sua dichiarazione. «Sarà molto più veloce passare da un paziente all’altro».

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Altre BCI possono consentire agli utenti di controllare computer o persino protesi robotiche. L’uomo paralizzato che ha ricevuto l’impianto cerebrale di Neuralink, ad esempio, ha fatto vedere che usa il dispositivo per giocare a Mario Kart con un amico, riporta Futurism.

 

Tuttavia un impianto cerebrale richiede un intervento chirurgico complicato, che può comportare costi e complicazioni significativi. E fino ad ora, le BCI non invasive – come i cappucci con degli elettrodi – richiedono un enorme lavoro specializzato per adattarle al cervello di un utente.

 

Consapevoli di queste evidenti difficoltà, gli scienziati volevano una «soluzione valida per tutti». Utilizzando modelli di apprendimento automatico, hanno sviluppato quello che è noto come un «decoder» addestrato su un singolo soggetto umano «esperto» che ha utilizzato la BCI per completare un semplice gioco di bilanciamento di una barra digitale.

 

Una volta completato il decoder, il dispositivo BCI è stato testato su 18 soggetti senza esperienza nell’uso di questo tipo di tecnologia, i quali, nel corso di sole cinque sessioni, sono stati in grado di allenarsi non solo per il gioco da bar, ma per una corsa automobilistica.

 

Si tratta di un’inversione di tendenza straordinariamente rapida. Normalmente l’utilizzo di una BCI è un’abilità che può richiedere settimane o mesi per essere sviluppata. Durante una dimostrazione al festival texano South by Southwest, tenutasi qualche settimana fa, dei ricercatori hanno eseguito dei test su diversi volontari che hanno imparato a controllare in pochi minuti due robot per la riabilitazione delle mani e delle braccia utilizzando la calotta cranica.

 

Per quanto si siano visti risultati interessanti, il loro lavoro è lungi dall’essere finito. Tutti i soggetti testati erano sani e non presentavano disabilità motorie. Se la loro tecnologia sarà adottata a livello mainstream, dovrà essere dimostrata anche sulle persone con disabilità.

 

Come riportato da Renovatio 21, varie società in tutto il mondo stanno lavorando alacramente alla connessione tra cervello ed elettronica, con già casi di chip impiantati su suini e su scimmie, che Neuralink (società creata da Elon Musk) aveva mostrato ancora anni fa essere in grado di giuocare con il videogame Pong solo con l’uso del «pensiero».

 

Il medesimo era stato impiegato in un esperimento del 2022 , dove un gruppo di scienziati scienziati ha insegnato con successo ad alcune cellule cerebrali umane in una piastra di Petri come si gioca a Pong. I ricercatori di Cortical Labs, una startup biotecnologica, hanno creato «mini-cervelli» costituiti da 800.000 a un milione di cellule cerebrali umane viventi in una piastra di Petri. Per insegnare il gioco ai minicervelli, il team ha creato una versione semplificata di «Pong» senza avversari. Un segnale viene inviato a destra o a sinistra dell’array per indicare dove si trova la palla ei neuroni delle cellule cerebrali inviano segnali per spostare la paletta.

 

Nel frattempo, si espande anche la scienza dei videogiuochi animali.

 

Come riportato da Renovatio 21, neuroscienziato ungherese nel 2021 ha creato un kit per insegnare ai topi a giocare al videogiuoco Doom, mentre l’anno scorso è comparsa una startup britannica chiamata Joipaw sta sviluppando un nuovo tipo di videogioco, i cui utenti sono i cani.

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Cervello

La CIA nega di aver utilizzato la programmazione di controllo mentale MK-Ultra sull’attentatore di Trump

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La CIA ha comunicato non aver utilizzato programmi di controllo mentale sul ventenne che ha tentato di assassinare l’ex presidente Donald Trump.   La storia ha di per sé dell’incredibile, ma è incredibile anche il contesto in cui il candidato presidente è vivo per una questione di millimetri.   In una rara dichiarazione pubblica che affronta le teorie cospirative diffuse online in merito al tentato omicidio di Trump, la CIA ha insistito sul fatto di non aver utilizzato tecniche di programmazione di controllo mentale in stile MK-Ultra su Thomas Matthew Crooks per sparare all’ex presidente.   Come noto, MK-Ultra è un programma di controllo della mente umana sviluppata da scienziati della CIA nel dopoguerra ed andato avanti per decenni.   «Queste affermazioni sono totalmente false, assurde e dannose», ha detto un portavoce della CIA a Wired la scorsa settimana. «La CIA non ha avuto alcun rapporto con Thomas Crooks. Per quanto riguarda MK-Ultra, il programma della CIA è stato chiuso più di 40 anni fa e le informazioni declassificate sul programma sono disponibili al pubblico su CIA.gov».  

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Dopo aver denigrato i sostenitori di Trump definendoli «alcune delle persone più stupide del pianeta», la testata Gizmodo che ha riportato la notizia ha riconosciuto che talvolta le teorie cospirazioniste che circondano questo genere di incidenti storici «si rivelano vere».   È comico che il popolo dei benpensanti normaloidi ammetta che sì, la CIA ha fatto cose tremende in passato (come rivelato in tanti film e serie che hanno veduto con piacere) ma oggi no, sono «i buoni», mentre i cattivi (bigotti «complottisti») sono quelli che non si fidano delle spie.   Domande sull’incidente hanno iniziato a circolare online nei giorni e nelle settimane successive al tentato assassinio di Trump, mentre le carenze nella sicurezza dei servizi segreti e il passato di Crooks diventavano più evidenti.   Presto l’attenzione si è spostata inevitabilmente sulla comunità dell’Intelligence, dato il suo presunto ruolo nell’assassinio del presidente John F. Kennedy nel 1963 e la sua insabbiatura, e #ManchurianCandidate e #MKULTRA hanno iniziato a essere di tendenza sui social media.   Il programma MK-Ultra è sospettato di essere dietro a tanti personaggi violenti apparsi negli USA, da Charles Manson all’assassino di John Lennon Mark Chapman, dal mafioso irlandese Whitey Bulger a Teodoro Kaczynski detto Unabomber.   Come riportato da Renovatio 21, la CIA ha eseguito esperimenti, anche con uso di sostanze psicogene come l’LSD, pure su cittadini inconsapevoli.

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Cervello

Gli scienziati cinesi creano un robot controllato dalle cellule cerebrali umane

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Per la prima volta al mondo, gli scienziati cinesi hanno creato un robot controllato dalle cellule cerebrali umane.

 

I ricercatori della Tianjin University e della Southern University of Science hanno creato un organoide a partire da cellule staminali umane e lo hanno poi collegato a un’interfaccia neurale, consentendogli di trasmettere istruzioni a un corpo robotico.

 

Secondo una dichiarazione, il robot è «il primo sistema di interazione intelligente di informazioni complesse con cervello su chip open source al mondo».

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L’obiettivo a lungo termine dei ricercatori è quello di creare interfacce cervello-computer che possano essere utilizzate per trasmettere segnali elettrici tra il cervello e i computer.

 

Per creare gli organoidi sono state utilizzate cellule staminali pluripotenti umane, che possono svilupparsi in qualsiasi tipo di cellula del corpo umano. Poi le hanno collegate a un’interfaccia speciale come parte di un corpo robotico e hanno insegnato al cyborg a svolgere compiti semplici come afferrare oggetti.

 

I ricercatori hanno utilizzato la tecnologia a ultrasuoni per stimolare il cervello e formare nuove reti tra le cellule cerebrali. La tecnologia potrebbe essere utilizzata per aiutare i pazienti che hanno subito danni cerebrali, ad esempio a seguito di un ictus.

 

Non è chiaro, tuttavia, se gli organoidi di tessuto vivente possano essere utilizzati per riparare il tessuto cerebrale o ricostruire aree danneggiate o morte del cervello. I test sui roditori suggeriscono che questa sia una possibilità.

 

Come riportato da Renovatio 21, organoidi cerebrali sono utilizzati anche da un’azienda svizzera che sta mischiando cellule nervose e microchip nel tentativo di abbattere il costo energetico dei calcolatori.

 

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Cervello

Biden confonde Zelens’kyj con Putin. Poi dice che il suo vicepresidente è Trump

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha confuso il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj con il presidente russo Vladimir Putin durante un evento a Washington, DC.   L’ennesimo imbarazzante episodio di demenza presidenziale si è consumato ieri, quando Biden ospitava il lancio del cosiddetto Ukraine Compact, un’iniziativa volta a concludere accordi bilaterali di sicurezza con Kiev.   Affiancato dai leader della NATO e dell’UE, il presidente degli Stati Uniti ha pronunciato un breve discorso per poi cedere il podio a Zelens’kyj.   «E ora voglio passare la parola al presidente dell’Ucraina, che ha tanto coraggio quanto determinazione», ha detto Biden invitando l’ex attore ucraino a parlare. Ma invece di presentarlo per nome, Biden ha inaspettatamente detto al pubblico: «Signore e signori, Presidente Putin!»   Rendendosi conto apparentemente del suo errore, Biden è tornato sul podio e ha cercato di correggersi, dicendo: «Presidente Zelensky! Sono così concentrato a battere Putin, che dobbiamo preoccuparcene… comunque… signor presidente».   Zelens’kyj è intervenuto dicendo: «sono migliore», al che Biden ha risposto: «Tu sei molto migliore».  

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Durante una conferenza stampa tenutasi più tardi quella sera, Biden ha confuso la sua vicepresidente, Kamala Harris, con il suo rivale alle elezioni del 2024 e favorito repubblicano, l’ex presidente Donald Trump. «Guardate, non avrei scelto la vicepresidente Trump come vicepresidente se non fosse stata qualificata per essere presidente», ha detto ai giornalisti.   Dopo il disastroso dibattito televisivo del mese scorso con Trump, diversi politici del Partito Democratico e importanti donatori, così come i principali organi di informazione statunitensi, hanno esortato Biden a sospendere la sua campagna di rielezione in modo che il partito potesse selezionare un candidato diverso.   Biden, tuttavia, ha respinto le crescenti preoccupazioni sulla sua età e sul suo declino mentale, insistendo sul fatto che è la persona migliore per sconfiggere Trump a novembre.   Capofila dell’ammutinamento verso Biden è stato il controverso divo hollywoodiano e operativo del Partito Democratico Giorgio Clooney, che, dopo aver ospitato un evento di endorsement a Hollywood del presidente (che ha fruttato 30 milioni di dollari donazioni alla sua campagna) ha scritto sul New York Times un articolo in cui chiede al candidato Biden di ritirarsi dalla corsa per la Casa Bianca. Secondo alcuni, dietro a Clooney ci sarebbe Obama. I giornali, tuttavia, riportano solo che Obama sapeva dell’editoriale che Clooney stava per pubblicare ma non ha fatto nulla per fermarlo. Obama era anche lui all’evento elettorale di Hollywood, al termine del quale sembra aver dovuto accompagnare fuori dal palco Biden, che pareva disorientato e inconsapevole di dove fosse e cosa dovesse fare.   Come riportato da Renovatio 21, gli episodi in cui Biden si è dimostrato in stato di amenza sono stati continui in questi anni. Un neurochirurgo anonimo ha descritto la condizione del presidente al giornalista Alex Berenson come «senza dubbio demenza da Parkinson».   Dopo il disastro del dibattito con Trump, quando cioè il problema mentale di Biden è divenuto non più negabile nemmeno dai media più mendaci, la Casa Bianca si è affrettata a comunicare che il presidente non soffre in alcun modo di demenza. Nel frattempo lui in un’intervista che doveva essere riparatrice ha affermato che non fa test cognitivi perché il suo test è ogni giorno quando sta «governando il mondo».   Tucker Carlson ha rivelato negli scorsi giorni. di aver saputo anni fa da un vicino di casa di Washington, amico della sorella di Biden, che la famiglia di origine del presidente era adirata con moglie e figli del politico del Delaware in quanto vedevano come stavano spingendo perché si candidasse invece che lasciarlo stare visti i suoi chiari problemi di età.

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