Politica
«Complotto!» il New York Times afferma che Trump mette errori di battitura nei suoi tweet come «codice» segreto per i suoi sostenitori

Un editoriale articolo di opinione del New York Times afferma che il presidente Trump sta deliberatamente inserendo errori di battitura nei suoi tweet per inviare un «codice» segreto ai suoi sostenitori.
«Uno dei tweet di Trump sembrava contenere un errore di battitura. In effetti, era probabilmente un codice per i suoi sostenitori più estremi», ha twittato il massimo quotidiano mondiale, linkando all’editoriale della giornalista Emily Dreyfuss.
«Uno dei tweet di Trump sembrava contenere un errore di battitura. In effetti, era probabilmente un codice per i suoi sostenitori più estremi»
L’articolo afferma che gli errori di Trump nei suoi tweet sono segnali «strategici» per la sua «rete di agenti e attivisti di destra».
Si tratta, questa volta davvero, di una teoria della cospirazione, sorta dalla paranoia totale in cui si è cacciato il progressismo americano, anche ora che vede la possibilità dell’elezione del quasi ottantenne candidato marionetta Joe Biden.
In realtà, l’articolo ha pure l’onestà di ipotizzare che Trump stia deliberatamente scrivendo parole e hashtag in modo errato per aggirare la censura sempre più draconiana di Twitter, per esempio sulle storie che riguardano la «famiglia criminale Biden». Siamo arrivati a questo: l’uomo più potente del mondo che non può nemmeno dire la sua nel Paese del famoso Primo Emendamento che garantisce una libertà di espressione pressoché assoluta.
Gli errori di Trump nei suoi tweet sono segnali «strategici» per la sua «rete di agenti e attivisti di destra»
One of Trump’s tweets looked like it had a typo. In fact, it was probably code to his most extreme supporters, writes @EmilyDreyfuss. https://t.co/edUsHNidz9
— New York Times Opinion (@nytopinion) November 5, 2020
L’abisso di paranoia in cui sono finiti i progressisti è alimentato da quella che iniziano a chiamare «Trump Derangement Syndrome»
Gli utenti del social media hanno reagito sottolineando l’ironia di una pubblicazione come il New York Times impegnato in teorie cospirative così infondate mentre accusava i sostenitori di Trump di fare lo stesso.
L’abisso di paranoia in cui sono finiti i progressisti è alimentato da quella che iniziano a chiamare «Trump Derangement Syndrome», Sindrome da Disturbo Trump, ossia l’incapacità dei soggetti di non essere ossessionati dall’odio per il Presidente Trump.
L’Italia, grande laboratorio politico, aveva già sperimentato decenni addietro questo fenomeno, con l’odio viscerale per Silvio Berlusconi,
L’Italia, grande laboratorio politico, aveva già sperimentato decenni addietro questo fenomeno, con l’odio viscerale per Silvio Berlusconi, che fu addirittura accusato da alcuni di aver responsabilità nella rovina dell’Aquila terremotata.
Sappiamo come andò a finire: a forza di tentare di delegittimare Berlusconi (sul piano politico, giudiziario, economico e perfino sessuale) venne distrutto per sempre il tessuto connettivo tra le parti del Paese, e si ingenerarono mostri molto, molto peggiori di Berlusconi. Che infatti è oggi rimpianto da moltissimi del PD, e perfino da qualcuno dei suoi antichi Torquemada. I voti di Forza Italia farebbero tanto comodo… Si stava meglio quando si stava peggio, sotto Berlusconi.
Mutatis mutandis, dopo la grande delegittimazione con tanto di probabile frode elettorale, cosa può venire dopo Trump?
I Democrat sono sicuri di sapere contenere il Golem che stanno creando?
I Democrat sono sicuri di sapere contenere il Golem che stanno creando?
Politica
I servizi tedeschi concedono una sospensione all’AfD

L’agenzia di Intelligence interna tedesca ha temporaneamente sospeso la classificazione del partito Alternativa per la Germania (AfD) come gruppo «estremista di destra confermato», in attesa dell’esito di un ricorso legale.
L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV) ha sospeso giovedì il marchio e ha rimosso dal suo sito web un comunicato stampa sulla denominazione.
La classificazione, annunciata dal BfV la scorsa settimana, si basava su un rapporto esaustivo in cui si affermava che l’AfD promuoveva politiche che escludevano le persone con background migratorio, in particolare i musulmani, dalla piena partecipazione sociale. Il BfV sosteneva che il partito «ignorava la dignità umana» e utilizzava termini come «migranti armati di coltello» per attribuire tendenze violente ai gruppi etnici non europei.
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La dirigenza dell’AfD ha condannato la decisione definendola «un duro colpo per la democrazia tedesca» e ha intentato una causa presso un tribunale di Colonia, sostenendo che la classificazione fosse motivata politicamente e priva di prove sufficienti. Di conseguenza, il BfV ha temporaneamente ritirato la classificazione, ma ha affermato che avrebbe monitorato il partito come «caso sospetto» di organizzazione estremista.
La designazione sospesa avrebbe autorizzato il BfV a svolgere un’ampia sorveglianza sulle attività dell’AfD. Anche la designazione di livello inferiore consente la sorveglianza, ma sotto un più rigoroso controllo giudiziario.
I co-leader dell’AfD Alice Weidel e Tino Chrupalla hanno accolto con favore la sospensione temporanea, definendola «un primo passo importante» che aiuterà a «contrastare l’accusa di estremismo di destra».
L’etichetta di «estremista» è stata accolta con scetticismo da molti politici tedeschi. L’allora cancelliere tedesco Olaf Scholz e il nuovo ministro degli Interni Alexander Dobrindt hanno messo in guardia contro la messa al bando dell’AfD. Dobrindt ha sostenuto che il partito dovrebbe essere reso irrilevante attraverso una buona governance, piuttosto che con misure drastiche.
Ha insistito anche sulla necessità di discutere le ragioni per cui l’AfD ha raggiunto la ribalta, facendo riferimento ai recenti sondaggi che indicano che è diventato il partito più popolare in Germania, raggiungendo il 26% dei consensi.
L’ascesa dell’AfD è stata spesso attribuita alla frustrazione dell’opinione pubblica nei confronti delle politiche sull’immigrazione dei partiti tradizionali, nonché alle sfide economiche e alla percepita inefficacia del governo.
Come riportato da Renovatio 21, l’etichettatura di AfD come «estremista» aveva provocato reazioni in varie parti del mondo, con il segretario di Stato statunitense Marco Rubio: a definire la Germania odierna come «tirannia mascherata», mentre il vicepresidente americano JD Vance aveva dichiarato che «Berlino ha ricostruito il muro».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Politica
«Verità e giustizia sono dalla nostra parte»: il discorso di Putin per l’80° giorno della Vittoria



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Politica
Dagli immigrati a George Floyd: la traccia social di papa Leone contro i MAGA

I post pubblicati in passato sui social media dal neoeletto Papa Leone XIV dimostrano che ha una posizione di sinistra sulle questioni sociali ed è stato critico nei confronti delle politiche sull’immigrazione dell’amministrazione Trump, suscitando preoccupazioni su quanto potrà accadere ora.
Il 14 aprile il suo account X (@drprevost) ha retwettato un post in cui criticava il presidente di El Salvador Nayib Bukele e il presidente Donald Trump a proposito di Kilmar Abrego Garcia, membro della gang MS-13 di El Salvador deportato nel suo Paese tra le urla della sinistra americana, che lo ritiene un innocente padre di famiglia.
As Trump & Bukele use Oval to 🤣 Feds’ illicit deportation of a US resident (https://t.co/t80iDMbBKf), once an undoc-ed Salvadorean himself, now-DC Aux +Evelio asks, “Do you not see the suffering? Is your conscience not disturbed? How can you stay quiet?” https://t.co/jTradMfr0v
— Rocco Palmo (@roccopalmo) April 14, 2025
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Si tratta di un retweet di Rocco Palmo, un commentatore e scrittore cattolico che vive a Filadelfia, in Pennsylvania, sedicente discendente della famiglia dell’ex segretario di Stato pontificio, il cardinale Pietro Gasparri.
Vi sono quindi almeno post di questo ffebbraio contro il vicepresidente USA JD Vance, reo di aver parlato dell’ordo amoris, ossia la gerarchia della carità che si estende prima ai famigliari, ai conoscenti, ai connazionali e poi agli altri.
«JD Vance sbaglia: Gesù non ci chiede di dare una valutazione al nostro amore per gli altri» scrive Prevost.
JD Vance is wrong: Jesus doesn’t ask us to rank our love for others https://t.co/hDKPKuMXmu via @NCRonline
— Robert Prevost (@drprevost) February 3, 2025
Il Vance non ha con evidenza molta fortuna con i papi: in poche settimane, è riuscito a beccarsi accuse di portare jella – ha incontrato Bergoglio che poche ore dopo è spirato – così come ora si trova eletto papa uno che gli ha dato contro direttamente.
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Un altro post sul tema è un link ad un articolo contro JD Vance sulla rivista dei gesuiti nordamericani America, nota di recente per le posizioni omotransessualiste.
JD Vance is wrong: Jesus doesn’t ask us to rank our love for others https://t.co/hDKPKuMXmu via @NCRonline
— Robert Prevost (@drprevost) February 3, 2025
Nel 2017 aveva rilanciato un post sempre del palmo che chiamava il bando ai rifugiati indetto da Trump come «un’ora oscura nella storia USA». Nello stesso giorno aveva ritwittato un articolo della Catholic News Agency che criticava duramente il muro di confine costruito dal presidente Trump.
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Un post anti-Trump e a favore delle frontiere aperte era stato condiviso già nel 2015.
Cardinal Dolan: Why Donald Trump’s anti-immigrant rhetoric is so problematic http://t.co/GVEbTbOVwu
— Robert Prevost (@drprevost) July 31, 2015
Nell’aprile 2022 ecco il repost di un messaggio della Caritas ucraina per Mariupol, allora spinta dai media mondiali come città-martire dell’invasione russa.
We received bad news: our Caritas office in #Mariupol was shot from a tank and people were there at the time. Seven people were killed, including two women staff members of @caritasmariupol. @SpesUkraine expresses its condolences to the parents of the innocent victims. pic.twitter.com/S27Gyxxdm2
— Caritas-Spes Ukraine (@SpesUkraine) April 11, 2022
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«Il Papa di che “fiumi di sangue” scorrono in Ucraina; il Vaticano pronto ad aiutare» scrive Prevost il 6 marzo 2022 rilanciando il link ad un articolo giornalistico.
Non poteva mancare, nel maggio 2020, il repost a favore di George Floyd: qui Prevos condivideva il messaggio del vescovo di Arlington Michael Francis Burbridge, che che diceva di continuare a pregare per «il signor George Floyd e la sua famiglia».
Una quantità di repost dell’account X del nuovo papa sono link dal sito ufficiale del sinodo, Synod.va.
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Immagine screenshot da YouTube
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