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Bioetica

Bambine cinesi geneticamente modificate, il dottore va in carcere

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Il ricercatore cinese che ha fatto discutere la comunità scientifica internazionale con l’annuncio di aver creato i primi bambini al mondo modificati da geni è stato condannato a tre anni di carcere da un tribunale cinese.

 

He Jiankui ha scatenato una crisi bioetica l’anno scorso quando ha affermato di aver curato il DNA degli embrioni umani, adoperandosi per la nascita di due gemelle chiamate Lulu e Nana e una possibile terza gravidanza. Lo stesso gene tuttavia, è emerso in seguito, potrebbe dare alle gemelle una sorta di super-intelligenza.

 

Il dottor He, è stato condannato tre anni di carcere e ad una multa di $430.000 per «pratica medica illegale». Non una pena tremenda

L’editing genetico, che mirava a rendere i bambini immuni all’HIV, è stato giudicato da molti scienziati come esperimento spericolato su soggetti umani che violavano i principi etici di base. Tuttavia pare che vari scienziati, anche occidentali, conoscessero le ambizioni di He e in alcuni casi lo abbiano pure aiutato.

 

Lunedì il dottor He, biofisico di formazione, è stato condannato tre anni di carcere e multato di circa $ 430.000 per «pratica medica illegale», secondo l’agenzia di stampa di Stato della Repubblica Popolare Cinese Xinhua. Non una pena tremenda, parrebbe.

He Jiankui è solo il primo «martire» visibile della rivoluzione genetica a pagare con il carcere

 

Si è dichiarato colpevole, insieme a due collaboratori, Zhang Renli e Qin Jinzhou, che hanno anche ricevuto pene detentive e multe. Il tribunale ha riscontrato che i tre non erano qualificati per lavorare come medici e ha violato le normative cinesi con esperimenti che erano «alla ricerca della fama e del guadagno personali» e «hanno interrotto l’ordine medico».

 

Pare che vari scienziati, anche occidentali, conoscessero le ambizioni di He e in alcuni casi lo abbiano pure aiutato.

La corte ha anche scoperto che ha forgiato documenti relativi alla revisione etica del suo esperimento.

 

I procedimenti giudiziari non sono stati resi pubblici, e gli esperti esterni hanno affermato che è difficile sapere cosa fare della punizione senza il rilascio del rapporto investigativo completo o una conoscenza approfondita della legge cinese e delle condizioni in cui verrà incarcerato.

 

I primi pazienti statunitensi sono stati trattati con CRISPR quest’anno

Al momento, scienziati hanno testato una serie di potenti strumenti biotecnologici (non solo il CRISPR) per tentare di combatteele malattie genetiche negli adulti. C’è una grande eccitazione per la possibilità di fissare geni che causano malattie gravi, e i primi pazienti statunitensi sono stati trattati con CRISPR quest’anno.

 

Tuttavia, almeno sulla facciata, la comunità scientifica parla di una chiara linea morale tra la cura delle malattie genetiche negli adulti e l’editing e l’impianto di embrioni umani, che solleva lo spettro dei designer babies, bambini creati su misura secondo i desiderata dei genitori: cioè, eugenetica ottenuta grazie all’ingegneria del DNA, come da sogno hitleriano.

Si solleva lo spettro dei designer babies, bambini creati su misura secondo i desiderata dei genitori: cioè, eugenetica ottenuta grazie all’ingegneria del DNA, come da sogno hitleriano

 

I cambiamenti creati artatamente nei designer baby come le gemelle e quelli non previsti potrebbero essere ereditati dalle generazioni future – in sostanza alterando l’umana specie.

 

Tuttavia, lo scandalo presso gli scienziati (compresi gli scopritori della tecnica CRISPR), pare una finzione di facciata. Di fatto, la più o meno segreta collaborazione di professori di Università americane è un tema dibattuto.

 

La Stanford University – ricorda il Washington Post – ha scagionato i suoi scienziati, incluso l’ex consigliere post-dottorato Stephen Quake, scoprendo che Quake e altri non hanno partecipato alla ricerca e hanno espresso «serie preoccupazioni al dottor He per il suo lavoro».

 

Un portavoce della Rice University ha detto che un’indagine continua professore di bioingegneria Michael Deem, è ex consigliere accademico. Deem è stato elencato come co-autore in un documento intitolato «Nascita di gemelli dopo l’editing del genoma per la resistenza all’HIV», presentato a riviste scientifiche, secondo il MIT Technology Review.

Il pendìo scivoloso che porta all’umanità geneticamente modificata è iniziato, e da un pezzo.

 

Uno scienziato russo, Denis Rebrikov, ha suscitato scalpore quest’estate, quando ha detto che aveva in programma di creare bambini geneticamente modificati. Ma in seguito Rebrikov disse alla rivista Nature che non avrebbe proceduto senza l’approvazione del governo.

 

Il pendìo scivoloso che porta all’umanità geneticamente modificata è iniziato, e da un pezzo.

Anche questa rivoluzione genetica si basa sul sacrificio umano

 

He Jiankui è solo il primo «martire» visibile della rivoluzione genetica a pagare con il carcere. Un sacrificio tutto sommato molto lieve: alle decine, centinaia di embrioni creati per ottenere le due super-gemelline è andata peggio, essendo essi stati scartati o immersi in azoto liquido.

 

Sì, anche questa rivoluzione genetica si basa sul sacrificio umano.

 

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Bioetica

Aborto, nessun medico per l’aborto negli ospedali pubblici del Tirolo austriaco

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Lo Stato austriaco del Tirolo non è riuscito a reclutare medici per eseguire aborti negli ospedali pubblici. I medici che inizialmente avevano dato il consenso alla fine si sono ritirati.

 

In Austria è consentito l’aborto su richiesta nei primi 3 mesi di gravidanza. Questo di solito significa alla fine della 13ª settimana, calcolata dal primo giorno dell’ultimo periodo mestruale. Non esiste una consultazione obbligatoria o un periodo di attesa prescritto prima di un aborto.

 

Dopo il 3° mese, l’aborto può essere effettuato solo con l’approvazione di un comitato etico e nei seguenti tre casi: che il feto abbia una grave disabilità fisica o mentale; che esiste una grave minaccia per la vita o la salute fisica/mentale della donna; la persona incinta aveva meno di 14 anni al momento del concepimento.

 

Secondo Kath.net «non è possibile abortire tardivamente a causa di una disabilità. Purtroppo, i bambini con disabilità o quelli con un’aspettativa di vita limitata possono ancora essere discriminati e liquidati con l’etichetta di “indicazione medica”». Nel caso di aborto tardivo, l’uccisione del bambino avviene mediante induzione del travaglio: è un processo che dura generalmente diversi giorni.

 

Il Tirolo è uno dei nove Stati federali che compongono la Repubblica d’Austria. È il terzo per superficie e il quinto per popolazione.

 

Alcuni medici austriaci, tra cui tutti quelli che esercitano la medicina pubblica nel Tirolo, si rifiutano di abortire, il che è una buona notizia.

 

Questo fa parte di quel rifiuto che si riscontra sempre di più tra i medici che tollerano di dover uccidere sempre meno, mentre lottano quotidianamente per guarire e salvare.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
 

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Immagine di Mathias Bigge via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

 

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Bioetica

Polonia, i pro-aborto sconfitti in Parlamento

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Si tratta di una vittoria molto importante per la causa pro-vita ottenuta nel parlamento polacco. La Dieta, o camera bassa del Parlamento, ha respinto fino alla dodicesima settimana, con un voto molto serrato, un disegno di legge volto a depenalizzare l’aborto, ma che ha rivelato una divisione nel campo del governo, molto promettente per il futuro.   Un’alleanza di partiti progressisti guidata da Donald Tusk è arrivata al potere lo scorso ottobre, e ha fatto del «progresso sociale» il suo cavallo di battaglia: con questo termine dobbiamo intendere in particolare l’aborto e le unioni civili a favore degli omosessuali.   Al Parlamento polacco sono state proposte quattro leggi sull’aborto e quella approvata il 12 luglio 2024 è stata la più moderata. Tuttavia è stata respinta con 218 voti favorevoli e 215 contrari. Questo risultato è stato possibile perché alcuni deputati del Partito popolare polacco, membro della coalizione di governo, hanno votato contro il progetto.   Il voto ha quindi evidenziato una divisione all’interno della coalizione di governo di Donald Tusk. La situazione potrebbe ripetersi nelle prossime votazioni, in particolare sull’aborto, perché il primo disegno di legge votato era chiaramente il più moderato. Un altro propone quasi di autorizzare l’aborto fino alla nascita.   Il testo respinto proponeva la depenalizzazione dell’aborto fino alla 12ª settimana di gravidanza e la rimozione del divieto di acquisto della pillola abortiva. Pertanto in Polonia l’aborto assistito resta ancora punibile con tre anni di carcere. Anche l’aborto stesso rimane quasi proibito nel Paese. Questo risultato inaspettato fa pensare che anche gli altri progetti verranno respinti.  

Il presidente ha annunciato che non firmerà la legge sulla depenalizzazione dell’aborto

Andrzej Duda, presidente della Repubblica polacca e membro del partito conservatore PiS, ha dichiarato due giorni fa che non firmerà la legge che depenalizza l’aborto.   InfoCatolica riferisce di aver fatto questa dichiarazione «durante un’intervista al canale televisivo Tvn24 a Washington», a margine del vertice della NATO.   Ha spiegato: «L’aborto è un omicidio. Per me si tratta semplicemente della privazione della vita». Ha detto che le donne non dovrebbero «essere punite in alcun modo» per aver abortito, ma che la criminalizzazione delle persone che praticano aborti illegali «è un’altra storia».   Il presidente Duda può sentirsi sollevato: non dovrà esercitare il suo diritto di veto che è sempre il preambolo di una lunga disputa parlamentare il cui esito è generalmente favorevole ai deputati.   Articolo previamente apparso su FSSPX.news.  

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Immagine di Kancelaria Premiera via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
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Bioetica

La destra italiana vuole davvero punire l’utero in affitto?

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La proposta di legge che trasforma la pratica della maternità surrogata – eufemismo orwelliano, assieme a «gestazione per altri» (GPA) dell’utero in affitto – in un «reato universale» è stata approvata dalla Commissione al Senato poche ora fa. La maggioranza, che pare aver ritrovato compattezza, celebra questa decisione con entusiasmo.

 

«L’Italia si conferma una nazione all’avanguardia sul fronte dei diritti, contro le nuove forme di sfruttamento delle donne e dell’infanzia» ha tripudiato il ministro della Famiglia Eugenia Roccella.

 

Finalmente «introdotto il diniego ad una pratica indegna, che trasforma il corpo delle donne e la procreazione di bambini in merce da vendere al miglior offerente. Tutto questo è oltremodo abominevole» ha dichiarato l’onorevole fiddina Augusta Montaruli.

 

Verrebbe da dire che tratta di uno dei primi risultati «di destra» visibili di un governo della Meloni, che tra asservimento al massacro NATO, occhi dolci ai moderati di Bruxelles e sbarchi clandestini mai fermati, ben poco aveva fatto per attuare il programma di un partito che da qualche parte nel logo ha ancora la fiamma tricolore.

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L’opposizione, al solito, schiuma pavlovianamente di rabbia, promettendo di andare in piazza, etc. Come sempre, con evidenza, non hanno idea di cosa sta succedendo nemmeno quando è chiaro che le cose stanno andando nella loro direzione, ammesso pure che essi sappiano quale che sia.

 

Il festone a destra è in realtà un paravento, perché una crepa inquietante si era aperta martedì. La Lega infatti aveva proposto sanzioni importanti contro l’utero in affitto, riportate dai giornaloni, più o meno scandalizzati, come «10 anni di carcere e milioni di multa».

 

Molte testate mainstream riportano la notizia come «l’utero in affitto è reato». C’è da stropicciarsi gli occhi. Prima non lo era?

 

Sì, lo era, e sempre con anni di carcere e milioni di euro di multa. Tuttavia i professionisti dell’informazione (e i blogger e pro-vita professionali abbaianti al seguito) lo ignorano, o fanno finta di non saperlo per tirare qualche coriandolo all’imperatrice Giorgia.

 

Fatto sta che l’emendamento della Lega, che prevedeva l’inasprimento della pena e la punibilità dei pubblici ufficiali che registrano i bambini nati via utero in affitto, è stato bocciato in Commissione Giustizia. A votarci contro, i senatori di FdI e di Forza Italia, assieme, ovviamente, all’intero arco dell’opposizione. A favore quindi erano risultati solo due senatori della Lega, che aveva preso la decisione di non togliere la protesta e lasciarla al voto, anche se il relatore e il governo avevano espresso parere contrario.

 

Fateci capire: il centrodestra al potere ora si bea del fatto che l’Italia sarebbe il primo Paese al mondo a dotarsi del «reato universale» per la surrogata – chiamata disumana ed equiparata al traffico di esseri umani oltre che ad un oltraggio alla maternità e alla donna in sé – ma al contempo rifiuta pene severe (nemmeno troppo) per i perpetratori?

 

Proprio così. Le motivazioni per cui FI e FdI (quest’ultimo un partito dell’ordine, sulla carta) hanno votato contro l’emendamento che produceva la dura lex, – quante coppie gay, o eterosessuali FIVET, scambierebbero la voglia matta di dotarsi anche di un bambino con dieci anni di carcere? – non sono chiare.

 

Sul giornale dei vescovi Avvenire leggiamo che «dai partiti di opposizione i rilievi – anche molto severi – sono rivolti contro un provvedimento che l’emendamento della Lega avrebbe allontanato ancora di più da un possibile consenso almeno di principio sulla necessità di fermare il lucroso commercio globale di mamme e bambini».

 

Cioè, era una mano tesa all’opposizione? Ammettiamo di non comprendere bene cosa stiano dicendo, ma vi è infilata anche un notevole ragionamento piazzato in un virgolettato del capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, il quale ha «sdrammatizzato le frizioni» dicendo che «in sintesi, più si rafforza il reato, inserendolo nel Codice penale, più aumenta la possibilità che ci sia una moratoria a livello internazionale».

 

C’est-à-dire, se fai una legge che ritieni giusta, deve andarci piano perché poi qualche organo transnazionale ti dice qualcosa? Il senatore Romeo sta dicendo questo?

 

I nostri legislatori hanno paura delle «moratorie internazionali»? La sovranità del popolo italiano finisce dove iniziano le rimostranze di UE, ONU, OMS, etc.?

 

Il tema della sovranità devastata era apparso chiaro anche in un altro frangente del tema riproduttivo, peraltro intimamente connesso all’utero in affitto: l’aborto.

 

Ricordate il discorso di Giorgia Meloni durante l’insediamento? I discorsi fatti fare prima ancora dai famigli? I discorsi dei suoi ministri e dei suoi candidati pro-vita? La 194 non si tocca. L’assassinio di milioni di italiani (e non solo!) ancora nel grembo materno rimane una componente fondamentale dello Stato italiano, anche quando al governo ci va un partito che è discendente da partiti che per decenni e decenni hanno avversato il feticidio.

 

Renovatio 21 ha definito il fenomeno come «inchino a Moloch»: chi arriva al potere, deve annunciare subito che il sacrifizio degli innocenti continuerà. Lo stesso fenomeno avviene, abbiamo notato, negli USA, dove la prima cosa che fanno i presidenti democratici è occuparsi della Mexico City Policy, ossia la legge che previene l’amministrazione dal finanziare gli aborti all’estero.

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Ora è chiaro che non voler punire davvero l’utero in affitto – che prostituisce la donna, mercifica il bambino, produce e uccide quantità di embrioni in provetta, e apre decisamente all’eugenetica (le «donatrici» dell’ovulo e le surrogate si possono scegliere da cataloghi, così come, in caso, i «donatori» di spermatozoi) – testimonia che la direzione non cambierà affatto.

 

Andiamo verso la riproduzione artificiale totalizzante, con non solo uteri in affitto, ma ectogenesi (cioè uteri artificiali), e non solo bambini in provetta, ma esseri prodotti con la gametogenesi (che permette a due omosessuali di divenire «padre» e «madre» genetici, e alle donne di divenire «padri»), raffinati con la bioingegneria CRISPR o con le tecniche che la soppianteranno.

 

Il destino del mondo, qualcuno ha programmato, è questo: il transumanismo sessuale, la riprogenetica come unica forma di procreazione, con buona pace del sesso, lasciato solo come strumento di intrattenimento (magari tramite perversioni sempre più inimmaginabili, e consentite).

 

Del resto, la politica si è mai veramente occupata della cosa?

 

Rammentiamo che uno dei Paesi che il nostro governo ama di più, al punto da finanziarlo ed armarlo, costituisce la principale centrale di utero in affitto, anche durante la guerra: l’Ucraina per anni ha fornito bambini surrogati alle coppie italiane. È mai stata presa un’iniziativa politica riguardo al fenomeno?

 

Più di dieci anni fa parlai con personale dell’ambasciata di Kiev. Mi dissero che i casi sospetti venivano sistematicamente segnalati alle procure della Repubblica competenti. Parlavano di diversi casi al mese.

 

In Ucraina l’utero in affitto è una realtà organizzata in business enormi, che non si ferma nemmeno sotto i missili russi. Su Renovatio 21 abbiamo scritto delle dichiarazioni di uno dei boss della filiera, Albert Tochilovsky, che già qualche anno fa preconizzava che per l’ectogenesi, cioè l’utero artificiale, è questione di pochi anni. Lui ha capito esattamente dove sta andando il mondo. I cataloghi di ragazze ucraine, bionde e sorridenti con le didascalie dove dicono di amare lo sport e l’università, saranno da cestinare a breve.

 

Quante coppie italiane che hanno affittato l’utero di una ragazza ucraina sono state, infine, perseguite? Non lo sappiamo. Alla stampa arrivano solo casi estremi, come quelli in cui la coppia è formata da anziani.

 

Al contempo, va ricordato che la politica possiede un ulteriore, più intimo, buco nero rispetto alla surrogata.

 

Quanti politici, gay o meno che siano, hanno un bambino prodotto con la surrogata? Ci sono esempi lampanti, autodichiarati. Qualcuno dice che sarebbe da vedere se i bimbi sono stati prodotti in alcuni Paesi rispetto ad altri forse per le leggi che consentono la selezione dell’ovocita, cioè della genetica del bambino. Scegliere l’ovulo significa guardare questi elenchi fotografici di belle ragazze, dove non mancano mai, ovviamente, le bionde (così come nei cataloghi dei donatori maschi primeggia la Danimarca, regina dell’export, oltre che dei mattoncini lego e dell’Ozempic, dello sperma).

 

Decidere a tavolino i tratti genetici di proprio figli si chiama, in una parola, eugenetica. Che poi coppie LGBT possano finire a volere un bambino biondo dolicocefalo come da ideale hitleriano è qualcosa che può sorprendere molti, certo non i lettori di Renovatio 21.

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Ora, la domanda da porre, in termini istituzionali, è un’altra: come mai nessuna di queste coppie, anche famose, è stata davvero arrestata e processata?

 

Perché, per tornare allo stupore cretino di giornali e politici nei confronti dell’emendamento «draconiano» della Lega, una legge contro l’utero in affitto esiste già.

 

Si chiama legge 40/2004, quella contro cui nel 2005 le forze gosciste chiesero un referendum, che perdettero, per la gioia del cardinale Ruini, che la considera una delle grandi vittorie della sua carriera.

 

Riteniamo che la legge 40 sia profondamente iniqua. Non solo: essa è alla base dell’uccisione di un numero di embrioni perfino superiore, annualmente, a quello degli aborti, che sono oramai solo uno specchietto per le allodole per il ritardo cattolico. La legge 40, pensata e sostenuta da personaggi di origine democristiana ed appoggiata dalla CEI, è stata costruita con una serie di debolezze (il numero di embrioni da produrre ed impiantare, la contraddizione con la 194) che sembrano poste lì come bombe a tempo pronte a detonare in sentenze di tribunali, cassazioni e consulte.

 

La legge 40, è il nostro giudizio, ha costituito un passo deciso verso l’accettazione dei bambini artificiali – cioè del transumanismo – da parte dei cattolici. Il risultato è visibile più che mai ora nei convegni della Pontificia Accademia per la Vita sotto monsignor Paglia, che paiono aprire sempre più alla riproduzione artificiale totale. La foto del papa con i primi quattro figli di Elon Musk, tutti fatti in botte provetta (qualcuno dei più recenti pure con la surrogata), abbiamo rilevato, dice la medesima cosa. La neochiesa accetta la riprogenetica…

 

Tuttavia, la malvagia legge 40, a leggerla, contiene punti decisamente chiari riguardo all’utero in affitto. Articolo 12, comma 6: «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro».

 

Quindi, il reato c’era già? Sì. Eccome.

 

Quindi, gli anni di carcere, i milioni di euro di multa, c’erano già? Sì. Eccome.

 

Quindi, perché in questi 20 anni dalla legge, non abbiamo mai sentito di un grande nome, di quelli che sbandierano l’utero in affitto come diritto e che ora sarebbero dunque tacciabili di «reato universale», andare in galera? Perché non sono state perseguite associazioni e realtà di altro tipo che promuovevano l’utero in affitto?

 

Quindi, tutti coloro che gridavano e gridano ancora oggi – sui giornali, sui social, in Parlamento – la meraviglia umana della «gestazione per altri», incorrono nel reato di istigazione a delinquere? Art. 414 del vigente codice penale italiano: «chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati è punito, per il solo fatto dell’istigazione».

 

Non siamo giuristi, non siamo giudici, non siamo poliziotti. Ci chiediamo addirittura se sia lecito fare questa domanda, o se non sia essa stessa considerabile fuori da quella che recentemente è stata definita dal presidente della Corte Costituzionale come «Costituzione materiale»: una legge che non è scritta da nessuna parte, ma che domina la società, perché quella è la percezione diffusa, quello è il senso delle cose.

 

È forse possibile dire che l’eutanasia, non ancora pienamente legalizzata in Italia, costituisca, «Costituzione materiale». L’utero in affitto lo è? È per questo che sembra non venire perseguito? È per questo che i partiti della destra moderna evitano di volerlo punire sul serio?

 

Ecco di fronte alla vera riflessione da fare: uno Stato senza morale, retto da partiti «post-bioetici» se non «post-etici» (definiamoli così) tout court, scivola giocoforza verso la Necrocultura più pura, e dunque nella violenza più crudele e devastante.

 

Lo Stato moderno – che è amorale per programma – non può che trasformarsi, sempre meno gradualmente, in una definitiva macchina per la degradazione umana e per la morte.

 

Lo avevamo già scritto in occasione di quanto fatto dal presente governo riguardo ai vaccini: uno Stato senza principio, non può che finire per ferirvi ed uccidervi.

 

Sì, lo stato non vi protegge, fa il contrario. Tutto si è rovesciato. Il rovescio della libertà è l’obbligo. Il rovescio del diritto è la sottomissione. E il rovescio del cittadino è lo schiavo.

 

Siamo schiavi dello Stato della morte e della sua cultura. Credete che vi potevano, quindi, risparmiare l’utero in affitto combattendolo davvero?

 

Roberto Dal Bosco

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