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CRISPR

La vera tragedia del bambino abbandonato a Torino

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La storia di “Giovannino” – nome immaginario dato ad un bambino abbandonato all’Ospedale Sant’Anna di Torino dai genitori poco dopo la nascita perché affetto da Ittiosi di Arlecchino, una rarissima malattia che non permette di stare alla luce e che crea gravi problematiche respiratorie – sta facendo molto di discutere.

 

I genitori sono rimasti nell’anonimato. È loro diritto – o forse no, visto che dovrebbe esserci una parte della legge 40/2004 che lo vieterebbe; sappiamo  però che si tratta della legge più disattesa d’Italia, con probabilità creata appositamente per essere ignorata e/o smontata pezzo per pezzo dalla magistratura. Amen. Non è però rimasto nascosto il caso di cronaca che ha toccato la sensibilità di molti.

 

La storia di Giovannino è qualcosa di più della storia di Giovannino. La storia di Giovannino è la storia di come il Male sta entrando nel nostro mondo. Tramite la riproduzione. Tramite i nostri figli.

Ma andiamo con ordine, anzitutto ricordando che nell’ospedale Sant’Anna di Torino lavora il noto e discusso ginecologo Silvio Viale, mente dell’intellighenzia radicale che ha di fatto infiltrato tutto il centro-sinistra (e una certa porzione del centro-destra) portando, come temi fondamentali della biopolitica del PD, tutte le battaglie della necrocultura tanto cara agli eredi di Marco Pannella.

 

Proprio Silvio Viale, infatti, il medico orgoglioso degli aborti compiuti nella sua carriera, è stato uno dei primi ad intervenire sulla questione, auspicando addirittura, pubblicamente, che Giovannino potesse ben presto morire per evitare eventuali sofferenze: «Meglio che Giovannino non sopravviva», ha affermato il ginecologo del Sant’Anna. Per questo motivo parrebbe esser stato avviato un provvedimento disciplinare nei confronti del medico torinese, che ha peraltro fin da subito difeso i genitori che hanno abbandonato il bambino provocando dure reazioni da parte dell’opinione pubblica.

 

L’emotività generale ha suscitato un fermento tale da portare il Comune di Torino ad aprire un conto corrente dedicato a Giovannino, con un fiume di donazioni per il bambino e tante richieste di adozione con una sorta di vera e propria gara di solidarietà. 

 

Tanto affetto spontaneo, ma poca ragione. 

 

Nessuno, infatti, ha ben capito cosa stia davvero succedendo e cosa questa storia veramente ci stia insegnando. Ma, soprattutto, nessuno ha il coraggio di dire quale voragine si sia realmente aperta con questo caso. 

Nessuno, infatti, ha ben capito cosa stia davvero succedendo e cosa questa storia veramente ci stia insegnando. Ma, soprattutto, nessuno ha il coraggio di dire quale voragine si sia realmente aperta con questo caso. 

 

Il dibattito, anche in ambiente cattolico, si è alimentato sulla diatriba fra fecondazione eterologa e fecondazione omologa: la notizia che Giovannino fosse nato da fecondazione in vitro ha tardato ad arrivare, ma alla fine è sopraggiunta facendo rizzare le antenne di alcuni ambienti conservatori i quali, inizialmente, si sono bevuti la storia della fecondazione eterologa, stracciandosi le vesti.

 

Più recentemente però, proprio Silvio Viale ha smentito la notizia circa la fecondazione eterologa (ovocita o sperma donati da un terzo soggetto rispetto ai due partner) dalla quale pareva esser nato Giovannino, precisando che il bambino sarebbe nato da fecondazione omologa (seme e ovocita appartenenti ai due partner, genitori del nascituro).

 

Così, come dicevamo, la discussione si è fermata su questo stupido confronto. Certo, non possiamo non notare come qualcuno si scandalizzi ipocritamente per la fecondazione eterologa e rimanga invece quasi impassibile, silenzioso, rispetto alla fecondazione omologa. 

 

Che sia fecondazione omologa o eterologa, infatti, non importa nulla: in tutti i casi ci sono embrioni sacrificati, uccisi, nel peggiore dei casi crioconservati e lasciati nel limbo fra la vita e la morte, incatenati a -192°C nei meandri delle biobanche.

D’altronde una larga – potremmo dire quasi tutta – fetta della Conferenza Episcopale Italiana si è bevuta la FIVET (Fecondazione in vitro e trasferimento dell’embrione) senza battere ciglio. La Legge 40/2004, in buona sostanza, l’hanno fatta loro insieme ai cascami della Democrazia Cristiana rimasti nell’allora centrodestra di governo.

 

Non vogliamo però finire anche noi in questo inutile ed infantile ginepraio catto-politico, tanto più che molti degli uomini  CEI in Parlamento alle ultime elezioni sono stati, Deo gratias, “trombati”. 

 

La questione che vorremmo far comprendere ai nostri lettori è totalmente un’altra, e riguarda, come accennato, un dibattito che non può mettere al centro la differenza su questo o quell’altro tipo di fecondazione.

 

Che sia l’una o l’altra, infatti, non importa nulla. Anzi, importa solo una cosa: in tutti i casi ci sono embrioni sacrificati, uccisi, nel peggiore dei casi crioconservati e lasciati nel limbo fra la vita e la morte, incatenati a -192°C nei meandri delle biobanche.

 

Obbligarci a discutere di omologa ed eterologa è solo il sistema con cui qualcuno – il Biovaticano – ha appositamente spostato il paletto più in là. E là vuole mantenere le (poche, pochissime) sue pecorelle rimaste a belare su questa catastrofe umana senza confini: solo cinque anni fa, il numero degli embrioni scartati per la riproduzione artificiale in Italia (quando non era ancora stata smantellata dalle sentenza della magistratura onnipotente) aveva superato il numero degli esseri umani uccisi con l’aborto. 

 

Ecco la vera tragedia di Giovannino: per concepirlo, sono morti i suoi fratelli e le sue sorelle. E come loro, c’è un numero spaventoso di altre vittime. Un numero da genocidio.

Ecco la vera tragedia di Giovannino: per concepirlo, sono morti i suoi fratelli e le sue sorelle. E come loro, c’è un numero spaventoso di altre vittime. Un numero da genocidio.

 

Si parla di 150 mila esseri umani sterminati perché ritenuti «non-adatti» all’impianto, cioè alla vita. L’incubo bionazista è qui e ci dicono che è cosa buona: per il bene delle coppiette borghesi, per soddisfare il loro desiderio (anzi: il loro diritto) alla famigliola perfetta. Se poi stringere a sé il frugoletto costa la morte di dozzine di suoi fratellini (fratellini proprio in senso genetico) chi se ne importa. Tanto non si vede, la loro condizione è stata in effetti definita “micromorte”. E in un oceano di micromorte l’umanità sta affogando sempre di più.

 

La realtà è che, come da copione, anche i genitori di Giovannino, viziati dalla brama moderna del “figlio a tutti costi”, volevano un figlio, ed avendolo fatto sinteticamente potevano forse immaginare di poterlo avere su misura, senza imperfezioni. “Planned Parenthood“: letteralmente, la genitorialità come atto pianificato, assicurata dal fatto che il bambino, creato dalla Scienzah, pure è costato dei soldi – a loro o allo Stato, visto che il ministro Beatrice Lorenzin mise la FIVET nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). In pratica la provetta, con il pargolo sintetico e la morte assicurata ai suoi fratelli imperfetti, te la paga il contribuente.

 

Nella vita, e ancora di più nelle scienze della vita, non tutto fila liscio.

Non avendolo ottenuto così come lo avrebbero voluto – ma soprattutto così come avrebbero sperato di poterlo creare in laboratorio, attraverso la nuova frontiera dell’ingegneria genetica (che è il paletto a cui accennavamo) – ecco che lo abbandonano, lo scartano, lo buttano, metaforicamente (ma nemmeno troppo) dal dirupo, come Sparta insegna. 

 

La “genitorialità pianificata” deve assecondare i propri desideri e dei propri gusti: non dimentichiamo che in alcuni stati la fecondazione in vitro permette di scegliere donatori che abbiano determinate caratteristiche genetiche per raggiungere con alte probabilità un certo tipo di livello estetico e funzionale (biondo, occhi azzurri, alto, ecc.) così da potersi creare in laboratorio il figlio su misura, il figlio perfetto, quello che ti rende fiero, quello che ti fa fare bella figura con gli amici.

 

Ecco il vero volto, mostruoso quanto banale, del transumanismo: la perversione del superuomo arriva alla società non tramite le SS di Hitler, ma tramite le voglie delle coppie borghesi.

Ecco il vero volto, mostruoso quanto banale, del transumanismo: la perversione del superuomo arriva alla società non tramite le SS di Hitler, ma tramite le voglie delle coppie borghesi.

 

Questa follia si alimenta attraverso lo slogan del “diritto ad essere genitori”, il quale ancora più follemente passa per un altro slogan tanto invocato anche in ambienti cosiddetti cattolici “pro-life”: il fantomatico “diritto alla vita”. Dobbiamo infine ricordare che non esiste nessun “diritto alla vita”, essa essendo uno di quei beni indisponibili sopra ai quali non si può creare nemmeno il dibattito.

 

Quando si inizia a parlare di “diritto alla vita”, si lascia spazio a chi vuole parlare di “diritto alla morte”, perché si pone un Bene indisponibile dentro l’agone della discutibilità.

 

E poi, vogliamo parlare del “diritto ad avere un padre ed una madre”, tanto sbandierato dall’ebetudine cattolica? 

 

Si tratta di diversivi della Cultura della Morte. Fumo negli occhi: radicali e cattolici buttano sul piatto diritti inesistenti, conditi da supercazzole sempre più bizantine. Il fine è quello di incollare la discussione, per i pochi che ancora vogliono farla o che credono che serva a qualcosa, attorno al paletto desiderato. Il paletto ora è, per ordine biovaticano, l’eterologa. 

 

Non importa che l’omologa e l’eterologa facciano lo stesso numero di morti; non importa che ambedue, da un punto di vista teologico, siano degli abomini. 

Non importa che l’omologa e l’eterologa facciano lo stesso numero di morti; non importa che ambedue, da un punto di vista teologico, siano degli abomini. 

 

Il lettore deve capire che c’è un’agenda nascosta, probabilmente: vi vogliono fare odiare l’eterologa perché a brevissimo, l’eterologa non ci sarà più. Tutti i bambini in provetta verranno fatti con il CRISPR, la tecnologia di editing genetico che sta rivoluzionando la zootecnica, l’agronomia, perfino l’ecologia e il settore militare. Renovatio 21 è in Italia praticamente una delle uniche realtà che ne parla.

 

Il figlio fatto con il CRISPR sarà omologo: si prenderanno i gameti dei genitori, e l’editing genomico avverrà in famiglia, così che il bambino somiglierà ai genitori, come da nuovo diritto invocato da una sentenza a Singapore – il diritto ad avere figli somiglianti – di cui Renovatio 21 pure ha in solitudine riportato la notizia.

Tutti i bambini in provetta verranno fatti con la tecnologia di editing genetico CRISPR,  e il figlio fatto con il CRISPR sarà omologo

 

Il figlio CRISPR ci risparmierà le tante baggianate etiche che tentano di rifilare oggi i cattolici: fatto in casa, moralmente superiore, perché gli saranno evitate tutte le malattie genetiche che sarà possibile risparmiargli con l’ingegneria del DNA. Sapete che non è fantascienza: vi abbiamo detto delle gemelline cinesi fatte col il CRISPR per essere immuni all’HIV.

 

Poi, certo, si è scoperto che il gene ritoccato alle gemelline dava un altro piccolo vantaggio: pare essere legato a superiori quozienti intellettivi. E che, vi dispiace un figlio che vada bene a scuola?

Non vi piacerebbe un figlio che non si rompe le ossa giocando a calcio?

Un figlio che non possa ammalarsi di depressione?

 

«Sarà come vaccinarli», ha detto un famoso genetista parlando del prossimo futuro in cui i figli,  saranno fatti solo tramite CRISPR. Figliare secondo natura sarà resa una pratica illegale.

«Sarà come vaccinarli», ha detto un famoso genetista parlando del prossimo futuro in cui i figli, praticamente, saranno fatti solo così (ora capite l’enfasi sull’obbligo vaccinale? Capite la spasmodica ricerca di questi grimaldelli per scardinare la sovranità famigliare?). Farli naturalmente, affidandosi alla grande lotteria della natura, sarà vista come cosa immorale, e non troppo in là già vediamo dove ci porta la Finestra di Overton: figliare secondo natura sarà resa una pratica illegale.

 

Chiudiamo.

La storia di Giovannino è qualcosa di più della storia di Giovannino.

Certo, è la storia di una società egoista; soprattutto è la storia di una società che vuole ardentemente spezzare i legami fra uomo e Natura, fra Natura e trascendenza, fra trascendenza a Divino.

 

La storia di Giovannino è la storia di come il Male sta entrando nel nostro mondo.

Tramite la riproduzione. Tramite i nostri figli.

 

Roberto Dal Bosco

Cristiano Lugli

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Animali

Scienziati cinesi fanno crescere reni in maiali umanizzati

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

 

Scienziati cinesi sono riusciti a creare con successo embrioni chimerici contenenti una combinazione di cellule umane e di maiale. Quando sono stati trasferiti in scrofe surrogate, i reni umanizzati in via di sviluppo avevano una struttura normale e una formazione di tubuli dopo 28 giorni.

 

Questa è la prima volta che gli scienziati sono riusciti a far crescere un organo solido umanizzato all’interno di un’altra specie. Un articolo che riportava il loro lavoro è apparso all’inizio di questo mese sulla rivista Cell Stem Cell.

 

I ricercatori del Guangzhou Institutes of Biomedicine and Health si sono concentrati sui reni perché sono uno dei primi organi a svilupparsi e sono anche l’organo più comunemente trapiantato nella medicina umana.

 

«Organi di ratto sono stati prodotti nei topi e organi di topo sono stati prodotti nei ratti, ma i precedenti tentativi di far crescere organi umani nei maiali non hanno avuto successo», afferma l’autore senior Liangxue.

 

L’integrazione delle cellule staminali umane negli embrioni di maiale è stata una sfida perché le cellule suine competono con quelle umane e le cellule suine e umane hanno esigenze fisiologiche diverse.

 

La tecnica del team dipende da tre componenti chiave:

 

  • In primo luogo, hanno creato una nicchia all’interno dell’embrione di maiale in modo che le cellule umane non dovessero competere con le cellule di maiale, utilizzando CRISPR per ingegnerizzare geneticamente un embrione di maiale unicellulare in modo che mancassero due geni necessari per lo sviluppo dei reni.

 

  • In secondo luogo, i ricercatori hanno progettato cellule staminali pluripotenti umane – cellule che hanno il potenziale per svilupparsi in qualsiasi tipo di cellula – per renderle più suscettibili all’integrazione e meno probabilità di autodistruggersi bloccando temporaneamente l’apoptosi. Quindi, hanno convertito queste cellule in cellule «ingenue» simili alle prime cellule embrionali umane coltivandole in un mezzo speciale.

 

  • In terzo luogo, prima di impiantare gli embrioni in via di sviluppo in scrofe surrogate, i ricercatori hanno coltivato le chimere in condizioni ottimizzate per fornire nutrienti e segnali unici sia alle cellule umane che a quelle suine, poiché queste cellule di solito hanno esigenze disparate.

 

Complessivamente i ricercatori hanno trasferito 1.820 embrioni a 13 madri surrogate. Dopo 25 o 28 giorni, hanno interrotto la gestazione ed estratto gli embrioni per valutare se le chimere avessero prodotto con successo reni umanizzati.

 

I ricercatori hanno raccolto cinque embrioni chimerici per l’analisi (due a 25 giorni e tre a 28 giorni dopo l’impianto) e hanno scoperto che avevano reni strutturalmente normali per il loro stadio di sviluppo ed erano composti per il 50-60% da cellule umane. A 25-28 giorni, i reni erano nello stadio mesonefro (il secondo stadio dello sviluppo renale); avevano formato tubuli e gemme di cellule che sarebbero poi diventate ureteri che collegavano il rene alla vescica.

 

Il team ha anche studiato se le cellule umane contribuissero ad altri tessuti negli embrioni, il che potrebbe avere gravi implicazioni etiche, soprattutto se si trovassero abbondanti cellule umane nei tessuti neurali o germinali e i maiali fossero portati a termine. Hanno dimostrato che le cellule umane erano per lo più localizzate nei reni, mentre il resto dell’embrione era composto da cellule di maiale.

 

«Abbiamo scoperto che se si crea una nicchia nell’embrione di maiale, le cellule umane entrano naturalmente in questi spazi», afferma l’autore senior Zhen Dai del Guangzhou Institutes of Biomedicine and Health.

 

«Abbiamo visto solo pochissime cellule neurali umane nel cervello e nel midollo spinale e nessuna cellula umana nella cresta genitale, indicando che le cellule staminali umane pluripotenti non si differenziavano in cellule germinali».

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Cina

Lo scienziato delle supergemelle cinesi CRISPR è tornato. Vuole curare, guarda un po’, l’Alzheimer

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Lo scienziato cinese che è stato al centro dello scandalo globale per aver alterato i geni di due bambine con la bioingegneria CRISPR vuole utilizzare una tecnica simile per prevenire il morbo di Alzheimer.

 

He Jiankui, che nel 2018 ha sconvolto il mondo annunciando di aver alterato i geni degli embrioni per renderli resistenti all’HIV, propone ora di verificare se una particolare mutazione genetica conferisca protezione contro la causa più comune di demenza.

 

Secondo quanto riporta TIME, nessun embrione umano verrebbe impiantato per creare una gravidanza nello studio e il procedimento sarà prima testato su un topo, secondo un post sul suo account Twitter alla fine della scorsa settimana.

 

Non è chiaro come procederà l’esperimento poiché sono richiesti permessi governativi e approvazioni etiche, e il biofisico, scarcerato non da moltissimo tempo, sta scontando un divieto permanente di lavorare nella tecnologia riproduttiva.

 

He sostiene che la mutazione genetica che propone di introdurre negli embrioni ridurrà la formazione di una placca nel cervello che è il segno distintivo dell’Alzheimer.

 

Ma perché il dottor He si interessa ora di Alzheimer? Centinaia di miliardi di dollari sono stati spesi dai produttori di farmaci di tutto il mondo per cercare di curare l’Alzheimer, ma al momento non esiste una cura per la malattia.

 

La malattia degenerativa, che coinvolge una fetta sempre maggiore della popolazione senile, è quindi la buona causa ideale per continuare a forzare i labili limiti bioetici della bioingegneria umana.

 

Di fatto, l’aiuto dei vecchi dipinge gli studi di ingegneria genetica sull’uomo come cavallereschi generosi, lontani dall’eugenetica pura del caso delle supergemelle prodotte in laboratorio dal cinese nel 2018. Di un terzo bambino bioingegnerizzato da He si parla poco e si sa ancora meno. In generale, non è noto il destino e lo stato di salute dei bambini-CRISPR creati in laboratorio dallo scienziato cinese.

 

Il dottor He è recentemente riemerso in Cina per creare un nuovo laboratorio dopo il suo rilascio dal carcere nel 2022, quando ha scontato una pena detentiva di tre anni per il suo precedente esperimento. Quel lavoro è stato denunciato come un uso irresponsabile di una tecnologia i cui effetti a lungo termine sono poco conosciuti.

 

Si tratta, tuttavia, di grande ipocrisia scientifica internazionale, unita all’orrendo opportunismo e alle mire eugenetiche dello Stato del Partito Comunista Cinese.

 

Molti scienziati, anche tra i grandi accademici di prestigiosi atenei americani, sapevano cosa stava facendo He, che ne aveva pure parlato pochi mesi prima ad un convegno mondiale.

 

La maggior parte dei Paesi, inclusa la Cina, vieta l’alterazione dei geni negli embrioni umani poiché i cambiamenti potrebbero essere trasmessi alle generazioni future con conseguenze potenzialmente indesiderate. Tuttavia in Cina si è stranamente cominciato a parlare di linee guida sui bambini bioingegnerizzati.

 

Come riportato da Renovato 21, He si è fatto intervistare lungamente pochi mesi fa, e non è chiaro se abbia dei rimorsi.

 

Per ottenere il risultato sbandierato al mondo – ovvero due gemelline con l’immunità all’AIDS, una cosa da Nobel – è stata scelta la via della eliminazione di un particolare gene, chiamato CCR5. Tuttavia, è stato notato il taglio del CCR5 provocherebbe, quali «effetti collaterali», un incremento delle capacità di recupero del cervello colpito da ictus e, verosimilmente, anche delle potenzialità di successo scolastico.

 

In pratica, si tratta già di super-bambini: a livello immunitario e, sulla carta, cognitivo. Si trattava, cioè, di pura eugenetica.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Cina è stata accusata ufficialmente dall’Intelligence USA di star procedendo ad un programma di supersoldati, militari creati in laboratorio per dare il massimo rendimento in guerra. Nelle scorse settimane è emerso uno studio che potrebbe rendere future truppe cinesi ingegnerizzate geneticamente resistenti alle radiazioni.

 

La Cina ha messo in piedi regolamenti bioetici per i bimbi cinesi geneticamente modificati con lo Stato che emana leggi cosmetiche sul caso, ma, come riportato, il Partito Comunista Cinese era decisamente implicato nei progetti di He, usandolo poi come capro espiatorio e al contempo avvantaggiandosi nella grande corsa mondiale per la bioingegneria umana.

 

Il CRISPR, la tecnica di editing genetico di precisione usato da He, ha portato le sue scopritrici principalmente accreditata (Jennifer Doudna e Jennifer Charpentier) a vincere il premio Nobel. La Doudna, nel suo libro Code Breakers e nella sua attuale carriera di ricercatrice e divulgatrice della sua tecnica, ha espresso dubbi sull’uso umano del CRISPR, anche se senza troppo convinzione, ci viene da dire.

 

È lo stesso tipo di diniego lieve che abbiamo sentito in Bill Gates, che ha investito milioni e milioni del CRISPR, e ce lo ha fatto sapere tramite un video in cui celebra il libro della Doudna e per estensione la bioingegneria, cercando, alla fine, di mettere un paletto riguardo la modifica genomica dell’essere umano, ma senza troppa enfasi.

 

Nel frattempo l’OMS ha dato un mezzo sì all’editing del genoma umano, mentre le cliniche di riproduzione artificiale (con affitto di utero incluso) in Ucraina stavano cercando di iniziare a vendere bambini ingegnerizzati geneticamente (sì, l’Ucraina, proprio lei).

 

Il CRISPR si candida ad essere la porta attraverso cui tutta la vita del pianeta – dai vegetali, agli animali, agli umani – dovrà passare.

 

 

 

 

Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

 

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CRISPR

La Cina verso eserciti di supersoldati geneticamente modificati resistenti alle radiazioni

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Un team di scienziati medici militari in Cina ha affermato lo scorso marzo di aver inserito un gene di tardigrado a nelle cellule staminali embrionali umane e di aver aumentato significativamente la resistenza di queste cellule alle radiazioni. Lo ha riportato il giornale di Hong Kong South China Morning Post.

 

I tardigradi sono esseri microscopici invertebrati detti anche estremofili, per la loro capacità di sopravvivere in condizioni estreme. Diffusi su tutto il pianeta e capaci di resistere per periodo molto lunghi in stato di congelamento o disseccamento, sono riscontrabili in Antartide come negli abissi degli Oceani e pure in Himalaya a 6000 metri.

 

«Il team cinese dietro l’esperimento sui geni degli animali estremofili afferma che potrebbe portare a super soldati che sopravvivono al fallout nucleare» scrive il quotidiano di Hong Kongo.

 

Il progetto è stato presentato per la prima volta su una rivista di scienze mediche militari in lingua cinese e sta guadagnando sempre più attenzione e interesse da parte dei media all’interno della comunità scientifica, ma sta anche sollevando seri dilemmi etici, nonostante l’esperimento sia difeso dai suoi supervisori come «totalmente legale».

 

Secondo i dettagli, gli scienziati militari affermano di aver «inserito con successo un gene del microscopico orso d’acqua nelle cellule staminali embrionali umane e di aver aumentato significativamente la resistenza di queste cellule alle radiazioni».

 

I ricercatori «hanno detto che il successo in questo esperimento senza precedenti potrebbe portare a soldati super resistenti che potrebbero sopravvivere alla ricaduta radioattiva», scrive il SCMP. L’iniziativa prevedeva l’introduzione sperimentale nel DNA umano (utilizzando cellule embrionali) di un gene chiave trovato nei tardigradi. Il gene in questione conferisce alla microscopica creatura una rara resistenza alle radiazioni e ad altri effetti ambientali estremi.

 

Gli scienziati hanno a lungo considerato che i tardigradi possano custodire segreti genetici che un giorno potrebbero essere la chiave per la sopravvivenza e la longevità umana. Il minuscolo animale a otto zampe «sono in grado di sopravvivere in una pentola di acqua bollente, sul fondo di una trincea sottomarina o anche nel vuoto freddo e oscuro dello spazio» scrive il giornale. «Ad agosto, un veicolo spaziale israeliano che trasportava tardigradi come parte di un esperimento scientifico si è schiantato sulla luna e gli scienziati ritengono che potrebbero essere sopravvissuti».

 

Dopo aver isolato il gene del tardigrado in grado di produrre proteine ​​simili a scudi in grado di proteggere dalle radiazioni e altri danni, il team cinese ha affermato di aver «trovato un modo per introdurre questo gene nel DNA umano utilizzando CRISPR-Cas9, uno strumento di modifica genetica ora disponibile nella maggior parte dei biolaboratori», scrive il quotidiano di Hongo Kong. «Nel loro esperimento di laboratorio, quasi il 90% delle cellule embrionali umane portatrici del gene tardigrado è sopravvissuto a un’esposizione letale ai raggi X, secondo il team guidato dal professor Yue Wen con il laboratorio di biotecnologia delle radiazioni presso l’Accademia delle scienze militari, Pechino».

 

Il team di scienziati, tuttavia, riconosce alcune enormi «incognite» sul percorso: «l’aggiunta di un gene alieno dell’orso d’acqua nelle cellule embrionali umane potrebbe portare a mutazioni dannose, o addirittura uccidere le cellule a causa del divario genetico tra le due specie, un rischio di cui il team di Yue era a conoscenza, secondo il loro articolo (…) Le proteine ​​​​di schermatura sono “uniche per i tardigradi. La risposta immunitaria dopo l’espressione tra specie è sconosciuta e può portare ad alcuni problemi di sicurezza”».

 

I ricercatori prevedono quindi una possibile applicazione futura della loro tecnica di manipolazione genetica incentrata su esperimenti con le creature estremofile in casi relativi al trattamento della malattia acuta da radiazioni per i primi soccorritori, personale militare o chiunque si trovi vicino a una zona di fallout nucleare, ipotizzando anche l’era del futuro «super soldato» e degli esseri umani geneticamente modificati in grado di sopravvivere all’apocalisse nucleare.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Cina – hanno accusato apertamente i funzionari dell’Intelligence americana – sta lavorando alacremente da anni alla produzione di supersoldati geneticamente modificati.

 

Come noto, la Cina, per lo meno pubblicamente, è il primo Paese ad aver impiegato la tecnica di ingegneria genetica CRISPR per il potenziamento degli esseri umani – le famose gemelline eugenetiche del biofisico He Jiankui, le quali sono state prodotte agendo su un gene che le rende immuni all’AIDS e, cosa meno conosciuta, fornisce loro capacità cerebrali superiori.

 

Bizzarramente, un anno fa era emerso come in Cina vi fossero esperti che stanno iniziando a produrre regole sul benessere dei bambini cinesi geneticamente modificati.

 

Il dottor He, nel frattempo, è stato scarcerato, partecipa a documentari e rilascia interviste, mentre le ricerche CRISPR ricevono milionate di dollari – e relativa, grottesca pubblicità personale natalizia – dall’immancabile Bill Gates.

 

L’eugenetica non è una brutta parola in Cina. Yousheng, lemma formato dal carattere 优 (yōu) che significa «eccellente, superiore» e da 生 (shēng) che significa «nascere, far nascere, vivere» – volendo, traduciamo pure come «nascita superiore» o «vita superiore», cioè «supernascita».

 

Come riportato da Renovatio 21, Pechino vuole salvare il tasso di natalità, ora in picchiata nonostante la fine della legge sul figlio unico, facilitando e sovvenzionando la riproduzione artificiale, liberalizzando la provetta persino per le donne single.

 

Chiunque dubiti delle mire eugenetiche della Cina si ricordi il caso del cestista Yao Ming. Già prima delle biotecnologie di manipolazione genica, un’eugenetica sportiva sarebbe stata intentata nel caso dell’altissimo e celeberrimo cestista di Shanghai Yao Mingo. Come scrive il libro Operation Yao Ming, Ming nacque dall’accoppiamento, caldamente incoraggiato dal Politburo, dell’uomo più alto della città con una campionessa di pallacanestro. Il risultato fu eccellente: 2,29 metri di altezza, e carriera nell’NBA.

 

Dallo spilungone dell’NBA, alle supergemelle di He Jiankui agli eserciti di supersoldati radiazione-resistenti, il passo è così lungo, dite?

 

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