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La vera tragedia del bambino abbandonato a Torino

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La storia di “Giovannino” – nome immaginario dato ad un bambino abbandonato all’Ospedale Sant’Anna di Torino dai genitori poco dopo la nascita perché affetto da Ittiosi di Arlecchino, una rarissima malattia che non permette di stare alla luce e che crea gravi problematiche respiratorie – sta facendo molto di discutere.

 

I genitori sono rimasti nell’anonimato. È loro diritto – o forse no, visto che dovrebbe esserci una parte della legge 40/2004 che lo vieterebbe; sappiamo  però che si tratta della legge più disattesa d’Italia, con probabilità creata appositamente per essere ignorata e/o smontata pezzo per pezzo dalla magistratura. Amen. Non è però rimasto nascosto il caso di cronaca che ha toccato la sensibilità di molti.

 

La storia di Giovannino è qualcosa di più della storia di Giovannino. La storia di Giovannino è la storia di come il Male sta entrando nel nostro mondo. Tramite la riproduzione. Tramite i nostri figli.

Ma andiamo con ordine, anzitutto ricordando che nell’ospedale Sant’Anna di Torino lavora il noto e discusso ginecologo Silvio Viale, mente dell’intellighenzia radicale che ha di fatto infiltrato tutto il centro-sinistra (e una certa porzione del centro-destra) portando, come temi fondamentali della biopolitica del PD, tutte le battaglie della necrocultura tanto cara agli eredi di Marco Pannella.

 

Proprio Silvio Viale, infatti, il medico orgoglioso degli aborti compiuti nella sua carriera, è stato uno dei primi ad intervenire sulla questione, auspicando addirittura, pubblicamente, che Giovannino potesse ben presto morire per evitare eventuali sofferenze: «Meglio che Giovannino non sopravviva», ha affermato il ginecologo del Sant’Anna. Per questo motivo parrebbe esser stato avviato un provvedimento disciplinare nei confronti del medico torinese, che ha peraltro fin da subito difeso i genitori che hanno abbandonato il bambino provocando dure reazioni da parte dell’opinione pubblica.

 

L’emotività generale ha suscitato un fermento tale da portare il Comune di Torino ad aprire un conto corrente dedicato a Giovannino, con un fiume di donazioni per il bambino e tante richieste di adozione con una sorta di vera e propria gara di solidarietà. 

 

Tanto affetto spontaneo, ma poca ragione. 

 

Nessuno, infatti, ha ben capito cosa stia davvero succedendo e cosa questa storia veramente ci stia insegnando. Ma, soprattutto, nessuno ha il coraggio di dire quale voragine si sia realmente aperta con questo caso. 

Nessuno, infatti, ha ben capito cosa stia davvero succedendo e cosa questa storia veramente ci stia insegnando. Ma, soprattutto, nessuno ha il coraggio di dire quale voragine si sia realmente aperta con questo caso. 

 

Il dibattito, anche in ambiente cattolico, si è alimentato sulla diatriba fra fecondazione eterologa e fecondazione omologa: la notizia che Giovannino fosse nato da fecondazione in vitro ha tardato ad arrivare, ma alla fine è sopraggiunta facendo rizzare le antenne di alcuni ambienti conservatori i quali, inizialmente, si sono bevuti la storia della fecondazione eterologa, stracciandosi le vesti.

 

Più recentemente però, proprio Silvio Viale ha smentito la notizia circa la fecondazione eterologa (ovocita o sperma donati da un terzo soggetto rispetto ai due partner) dalla quale pareva esser nato Giovannino, precisando che il bambino sarebbe nato da fecondazione omologa (seme e ovocita appartenenti ai due partner, genitori del nascituro).

 

Così, come dicevamo, la discussione si è fermata su questo stupido confronto. Certo, non possiamo non notare come qualcuno si scandalizzi ipocritamente per la fecondazione eterologa e rimanga invece quasi impassibile, silenzioso, rispetto alla fecondazione omologa. 

 

Che sia fecondazione omologa o eterologa, infatti, non importa nulla: in tutti i casi ci sono embrioni sacrificati, uccisi, nel peggiore dei casi crioconservati e lasciati nel limbo fra la vita e la morte, incatenati a -192°C nei meandri delle biobanche.

D’altronde una larga – potremmo dire quasi tutta – fetta della Conferenza Episcopale Italiana si è bevuta la FIVET (Fecondazione in vitro e trasferimento dell’embrione) senza battere ciglio. La Legge 40/2004, in buona sostanza, l’hanno fatta loro insieme ai cascami della Democrazia Cristiana rimasti nell’allora centrodestra di governo.

 

Non vogliamo però finire anche noi in questo inutile ed infantile ginepraio catto-politico, tanto più che molti degli uomini  CEI in Parlamento alle ultime elezioni sono stati, Deo gratias, “trombati”. 

 

La questione che vorremmo far comprendere ai nostri lettori è totalmente un’altra, e riguarda, come accennato, un dibattito che non può mettere al centro la differenza su questo o quell’altro tipo di fecondazione.

 

Che sia l’una o l’altra, infatti, non importa nulla. Anzi, importa solo una cosa: in tutti i casi ci sono embrioni sacrificati, uccisi, nel peggiore dei casi crioconservati e lasciati nel limbo fra la vita e la morte, incatenati a -192°C nei meandri delle biobanche.

 

Obbligarci a discutere di omologa ed eterologa è solo il sistema con cui qualcuno – il Biovaticano – ha appositamente spostato il paletto più in là. E là vuole mantenere le (poche, pochissime) sue pecorelle rimaste a belare su questa catastrofe umana senza confini: solo cinque anni fa, il numero degli embrioni scartati per la riproduzione artificiale in Italia (quando non era ancora stata smantellata dalle sentenza della magistratura onnipotente) aveva superato il numero degli esseri umani uccisi con l’aborto. 

 

Ecco la vera tragedia di Giovannino: per concepirlo, sono morti i suoi fratelli e le sue sorelle. E come loro, c’è un numero spaventoso di altre vittime. Un numero da genocidio.

Ecco la vera tragedia di Giovannino: per concepirlo, sono morti i suoi fratelli e le sue sorelle. E come loro, c’è un numero spaventoso di altre vittime. Un numero da genocidio.

 

Si parla di 150 mila esseri umani sterminati perché ritenuti «non-adatti» all’impianto, cioè alla vita. L’incubo bionazista è qui e ci dicono che è cosa buona: per il bene delle coppiette borghesi, per soddisfare il loro desiderio (anzi: il loro diritto) alla famigliola perfetta. Se poi stringere a sé il frugoletto costa la morte di dozzine di suoi fratellini (fratellini proprio in senso genetico) chi se ne importa. Tanto non si vede, la loro condizione è stata in effetti definita “micromorte”. E in un oceano di micromorte l’umanità sta affogando sempre di più.

 

La realtà è che, come da copione, anche i genitori di Giovannino, viziati dalla brama moderna del “figlio a tutti costi”, volevano un figlio, ed avendolo fatto sinteticamente potevano forse immaginare di poterlo avere su misura, senza imperfezioni. “Planned Parenthood“: letteralmente, la genitorialità come atto pianificato, assicurata dal fatto che il bambino, creato dalla Scienzah, pure è costato dei soldi – a loro o allo Stato, visto che il ministro Beatrice Lorenzin mise la FIVET nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). In pratica la provetta, con il pargolo sintetico e la morte assicurata ai suoi fratelli imperfetti, te la paga il contribuente.

 

Nella vita, e ancora di più nelle scienze della vita, non tutto fila liscio.

Non avendolo ottenuto così come lo avrebbero voluto – ma soprattutto così come avrebbero sperato di poterlo creare in laboratorio, attraverso la nuova frontiera dell’ingegneria genetica (che è il paletto a cui accennavamo) – ecco che lo abbandonano, lo scartano, lo buttano, metaforicamente (ma nemmeno troppo) dal dirupo, come Sparta insegna. 

 

La “genitorialità pianificata” deve assecondare i propri desideri e dei propri gusti: non dimentichiamo che in alcuni stati la fecondazione in vitro permette di scegliere donatori che abbiano determinate caratteristiche genetiche per raggiungere con alte probabilità un certo tipo di livello estetico e funzionale (biondo, occhi azzurri, alto, ecc.) così da potersi creare in laboratorio il figlio su misura, il figlio perfetto, quello che ti rende fiero, quello che ti fa fare bella figura con gli amici.

 

Ecco il vero volto, mostruoso quanto banale, del transumanismo: la perversione del superuomo arriva alla società non tramite le SS di Hitler, ma tramite le voglie delle coppie borghesi.

Ecco il vero volto, mostruoso quanto banale, del transumanismo: la perversione del superuomo arriva alla società non tramite le SS di Hitler, ma tramite le voglie delle coppie borghesi.

 

Questa follia si alimenta attraverso lo slogan del “diritto ad essere genitori”, il quale ancora più follemente passa per un altro slogan tanto invocato anche in ambienti cosiddetti cattolici “pro-life”: il fantomatico “diritto alla vita”. Dobbiamo infine ricordare che non esiste nessun “diritto alla vita”, essa essendo uno di quei beni indisponibili sopra ai quali non si può creare nemmeno il dibattito.

 

Quando si inizia a parlare di “diritto alla vita”, si lascia spazio a chi vuole parlare di “diritto alla morte”, perché si pone un Bene indisponibile dentro l’agone della discutibilità.

 

E poi, vogliamo parlare del “diritto ad avere un padre ed una madre”, tanto sbandierato dall’ebetudine cattolica? 

 

Si tratta di diversivi della Cultura della Morte. Fumo negli occhi: radicali e cattolici buttano sul piatto diritti inesistenti, conditi da supercazzole sempre più bizantine. Il fine è quello di incollare la discussione, per i pochi che ancora vogliono farla o che credono che serva a qualcosa, attorno al paletto desiderato. Il paletto ora è, per ordine biovaticano, l’eterologa. 

 

Non importa che l’omologa e l’eterologa facciano lo stesso numero di morti; non importa che ambedue, da un punto di vista teologico, siano degli abomini. 

Non importa che l’omologa e l’eterologa facciano lo stesso numero di morti; non importa che ambedue, da un punto di vista teologico, siano degli abomini. 

 

Il lettore deve capire che c’è un’agenda nascosta, probabilmente: vi vogliono fare odiare l’eterologa perché a brevissimo, l’eterologa non ci sarà più. Tutti i bambini in provetta verranno fatti con il CRISPR, la tecnologia di editing genetico che sta rivoluzionando la zootecnica, l’agronomia, perfino l’ecologia e il settore militare. Renovatio 21 è in Italia praticamente una delle uniche realtà che ne parla.

 

Il figlio fatto con il CRISPR sarà omologo: si prenderanno i gameti dei genitori, e l’editing genomico avverrà in famiglia, così che il bambino somiglierà ai genitori, come da nuovo diritto invocato da una sentenza a Singapore – il diritto ad avere figli somiglianti – di cui Renovatio 21 pure ha in solitudine riportato la notizia.

Tutti i bambini in provetta verranno fatti con la tecnologia di editing genetico CRISPR,  e il figlio fatto con il CRISPR sarà omologo

 

Il figlio CRISPR ci risparmierà le tante baggianate etiche che tentano di rifilare oggi i cattolici: fatto in casa, moralmente superiore, perché gli saranno evitate tutte le malattie genetiche che sarà possibile risparmiargli con l’ingegneria del DNA. Sapete che non è fantascienza: vi abbiamo detto delle gemelline cinesi fatte col il CRISPR per essere immuni all’HIV.

 

Poi, certo, si è scoperto che il gene ritoccato alle gemelline dava un altro piccolo vantaggio: pare essere legato a superiori quozienti intellettivi. E che, vi dispiace un figlio che vada bene a scuola?

Non vi piacerebbe un figlio che non si rompe le ossa giocando a calcio?

Un figlio che non possa ammalarsi di depressione?

 

«Sarà come vaccinarli», ha detto un famoso genetista parlando del prossimo futuro in cui i figli,  saranno fatti solo tramite CRISPR. Figliare secondo natura sarà resa una pratica illegale.

«Sarà come vaccinarli», ha detto un famoso genetista parlando del prossimo futuro in cui i figli, praticamente, saranno fatti solo così (ora capite l’enfasi sull’obbligo vaccinale? Capite la spasmodica ricerca di questi grimaldelli per scardinare la sovranità famigliare?). Farli naturalmente, affidandosi alla grande lotteria della natura, sarà vista come cosa immorale, e non troppo in là già vediamo dove ci porta la Finestra di Overton: figliare secondo natura sarà resa una pratica illegale.

 

Chiudiamo.

La storia di Giovannino è qualcosa di più della storia di Giovannino.

Certo, è la storia di una società egoista; soprattutto è la storia di una società che vuole ardentemente spezzare i legami fra uomo e Natura, fra Natura e trascendenza, fra trascendenza a Divino.

 

La storia di Giovannino è la storia di come il Male sta entrando nel nostro mondo.

Tramite la riproduzione. Tramite i nostri figli.

 

Roberto Dal Bosco

Cristiano Lugli

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CRISPR

La tecnologia delle «forbici genetiche» CRISPR provoca cambiamenti involontari nei cromosomi

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Uno studio su Nature Genetics mostra che l’uso delle «forbici genetiche» CRISPR/Cas causa cambiamenti genetici involontari che sono diversi dalle mutazioni casuali. Questi risultati hanno anche implicazioni per la valutazione del rischio delle piante ottenute da nuove tecnologie di ingegneria genetica.

 

Uno studio pubblicato di recente su Nature Genetics dimostra che l’uso delle «forbici genetiche» CRISPR/Cas provoca cambiamenti genetici involontari che sono diversi dalle mutazioni casuali.

 

Secondo lo studio, i principali cambiamenti strutturali nei cromosomi si verificano molto più frequentemente nelle regioni genomiche prese di mira dalle «forbici geniche» rispetto a quanto accadrebbe altrimenti.

 

Questi risultati hanno implicazioni anche per la valutazione del rischio delle piante ottenute tramite la nuova ingegneria genetica, ha riferito TestBiotech.

 

Secondo la Commissione dell’Unione Europea e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, le modifiche genetiche involontarie risultanti dall’uso delle «forbici genetiche» CRISPR/Cas non sono diverse dalle mutazioni casuali.

 

Tuttavia, un nuovo metodo di valutazione dei dati dimostra che questa ipotesi è errata.

 

L’uso di CRISPR/Cas interrompe completamente il doppio filamento di DNA, causando la temporanea separazione di alcuni cromosomi dalla sezione principale.

 

Nella sezione separata (distale), i cromosomi possono ristrutturarsi e sequenze più grandi di DNA possono andare perse (delezioni), invertite (inversioni) o inserite nel posto sbagliato (inserzioni).

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Studi condotti su cellule umane, animali e vegetali hanno dimostrato che queste ristrutturazioni avvengono.

 

Tuttavia, lo studio recentemente pubblicato su Nature Genetics è il primo a utilizzare grandi set di dati per dimostrare una dipendenza statisticamente altamente significativa del verificarsi di questi cambiamenti indesiderati dall’uso di «forbici genetiche».

 

Per valutare le grandi quantità di dati è stato utilizzato un programma speciale con Intelligenza Artificiale. Ciò ha rivelato che la posizione e la frequenza dei cambiamenti genetici involontari non possono in alcun modo essere equiparati al verificarsi di mutazioni casuali.

 

Sebbene i set di dati provengano da cellule umane modificate con le «forbici genetiche», si deve supporre che effetti simili si verifichino anche nelle cellule animali e vegetali.

 

Tuttavia, le conseguenze sono diverse: negli esseri umani e negli animali, questo tipo di cambiamenti sono particolarmente associati al rischio di cancro.

 

Per quanto riguarda le piante, i rischi sono diversi e riguardano principalmente gli effetti negativi sull’ambiente e la modifica della composizione degli alimenti derivati ​​da queste piante.

 

Anche l’allevamento può essere influenzato: se i cambiamenti indesiderati passano inosservati, possono accumularsi nel materiale genetico delle piante, compromettendo così sia la stabilità genetica delle future varietà vegetali sia la loro idoneità all’uso in agricoltura.

 

Pubblicato originariamente da Sustainable Pulse

 

© 8 agosto, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Alimentazione

Il governo della Nuova Zelanda annuncia iniziative di ingegneria genetica del bestiame

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Il governo della Nuova Zelanda ha annunciato che nei prossimi tre mesi prenderà una decisione sulla revoca del divieto di ingegneria genetica degli alimentari, aprendo la strada all’impiego della tecnologia genetica in agricoltura e in altri settori.   In precedenza il Paese era noto per la proibizione del cibo bioingegnerizzato.   Il dottor Guy Hatchard, che in precedenza ha ricoperto il ruolo di senior manager per la società globale di test e sicurezza alimentare Genetic ID, ha spiegato come questo potrebbe avere ripercussioni sui consumatori, ed è molto peggio di quanto molti pensino.

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Negli USA un’intensa attività di lobbying da parte dell’industria biotecnologica ha permesso alle aziende di operare in gran parte senza controlli, rendendo facile per le persone sperimentare l’editing del genoma. Tale postura istituzionale e la mancanza di regolamentazione, nota il dottor Hatchard, hanno creato una situazione in cui «gli scienziati americani sono stati in grado di dirottare le sovvenzioni del governo statunitense a Wuhan per creare coronavirus letali».   Un settore in cui l’uso della biotecnologia è in fase di esplorazione in Nuova Zelanda è quello dell’allevamento. Finora, almeno 195 milioni di dollari sono stati destinati alla ricerca su come ridurre le emissioni di metano dei ruminanti, con altri 400 milioni di dollari promessi dal governo neozelandese per finanziare la ricerca in corso su misure come additivi per mangimi, erbe geneticamente modificate, pillole e vaccini.   Il governo neozelandese ha sottolineato che questi sforzi sarebbero stati «sicuri», poche persone si fidano di tali affermazioni dopo aver visto la morte e la malattia che i loro vaccini «sicuri» hanno portato alla popolazione.   «Un’intera industria, tra cui università e aziende biotecnologiche, con tanto di membri del consiglio di amministrazione, CEO, etc. irresponsabili e ben pagati, è già nata, tutti tesi al governo per garantire un flusso di entrate senza fine per la sperimentazione biotecnologica. Questa industria è nata dalle vaghe promesse dei sognatori dei geni che sarà “sicura ed efficace” e dalla screditata nozione che le emissioni di metano degli animali siano al centro del cambiamento climatico», ha scritto il dott. Hatchard.   Il governo ha anche istituito una piattaforma RNA che verrà utilizzata per supportare le opportunità nel Paese in settori quali la salute umana e animale, basandosi sui progressi globali nelle tecnologie RNA, compresi i vaccini mRNA. Hanno già approvato investimenti nell’applicazione di vaccini mRNA al bestiame per affrontare problemi come la diarrea virale bovina (BVD).   Come sottolinea lo Hatchard, questa non è certo la vittoria della Nuova Zelanda che il governo vorrebbe far credere alla gente. Il pubblico non pare troppo interessato a mangiare cibo che ha alterato i geni, come dimostrano gli imbarazzanti fallimenti delle aziende di carne artificiale. L’anno scorso, Beyond Meat ha perso 53 milioni di dollari nel secondo trimestre e ha visto i suoi ricavi negli Stati Uniti scendere del 40%, mentre la rivale Impossible Foods ha tagliato il 20% della sua forza lavoro.   Eppure, per qualche ragione, il governo neozelandese sembra pensare che gli animali biotecnologici che vantano un basso profilo di metano saranno molto richiesti dai clienti internazionali, scrive Naturale News. Il dottore racconta un’esperienza che è stata l’opposto; quando lavorava alla Genetic ID, ha visto quanto profondi siano i sospetti della popolazione nei confronti del cibo geneticamente modificato, al punto che può essere venduto in grandi volumi solo in luoghi in cui non ci sono requisiti per etichettarlo.   «I nostri partner di esportazione acquistano i nostri prodotti agricoli basandosi sulla nostra immagine pulita e verde di erba nutrita. Perché buttarla via?», ha chiesto.   Si sta inoltre parlando di tecnologie di riduzione delle emissioni che li aiutino a ridurre le loro emissioni agricole del 30%entro il 2030, un lasso di tempo notevolmente breve. Il dottor Hatchardo ha sottolineato il parallelo con un’altra iniziativa frettolosa, il programma di vaccinazione COVID-19 «alla velocità della luce» («Warp Speed») che ha dato priorità alla distribuzione dei prodotti a scapito della sicurezza e dell’efficacia, e guarda dove ci ha portato.

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Come riportato da Renovatio 21, l’avvocato attivista americano Thomas Renz sostiene che l’mRNA è già nel cibo a causa di iniezioni fatte al bestiame in questi anni.   Tre mesi fa il lo Stato americano del Tennessee ha approvato un disegno di legge contro i vaccini mRNA negli alimenti.   L’anno scorso, tuttavia, era stata data dall’autorità alimentare americana FDA un’approvazione «sperimentale» per la carne a base di maiali OGM.   Vari scienziati e sostenitori della sicurezza alimentare mettono in discussione la sicurezza della tecnologia di modifica genetica — il CRISPR (brevi ripetizioni palindromiche regolarmente intervallate) — utilizzata dai ricercatori e sostenuta da investitori come Bill Gates, chiedendosi se i cibi prodotti dalla tecnologia siano davvero sicuri per il consumo umano.   Come ripetuto da Renovatio 21, Bill Gates, con i suoi investimenti miliardari in terreni agricoli, ricerche genetiche e imprese varie, di fatto sta preparando un «grande reset alimentare».   Come riportato da Renovatio 21, la crisi della filiera alimentare sperimentata in questi anni si è accompagnata da decine di incendi ed incidenti agli impianti di produzione di cibo in USA.

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CRISPR

Trapiantato con un rene di maiale OGM muore poche settimane dopo

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Rick Slayman, un uomo di 62 anni del Massachusetts, è morto non molto tempo dopo essere diventato la prima persona al mondo a ricevere un trapianto di rene di maiale.

 

Il trapianto in questione non era un normale rene di maiale, ma piuttosto un organo geneticamente modificato in cui erano stati rimossi diversi geni suini e introdotti diversi geni umani per garantire la compatibilità con il sistema immunitario dell’ospite – in pratica si tratta di maiali umanizzati con la bioingegneria allo scopo di essere utilizzati per gli xenotrapianti.

 

Il Massachusetts General Hospital, dove l’intervento ha avuto luogo a marzo, ha affermato che non vi è alcuna indicazione che la morte dello Slayman sia stata causata dal trapianto, ha osservato CBS News. Non è stata rilasciata alcuna ulteriore indicazione sulla causa della morte.

 

«Il signor Slayman sarà sempre visto come un faro di speranza per innumerevoli pazienti trapiantati in tutto il mondo e siamo profondamente grati per la sua fiducia e volontà di far avanzare il campo degli xenotrapianti», ha affermato l’ospedale in una nota, offrendo le condoglianze alla famiglia dello Slayman e ai suoi cari.

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L’uomo aveva ricevuto nel 2018 un trapianto di rene umano, che purtroppo ha iniziato a dare segni di cedimento nel 2023, rendendo necessario un altro trapianto Poche altre notizie sono filtrate dal caso.

 

Malgrado i titoli della stampa ne parlano come il primo paziente di questo tipo, c’è stato almeno un precedente: chirurghi dei trapianti dell’Università dell’Alabama a Birmingham e della NYU Langone Health hanno trapiantato reni da maiali geneticamente modificati in pazienti cerebralmente morti mantenuti in vita con ventilatori, dimostrando che i reni possono produrre urina e svolgere altre funzioni biologiche essenziali senza essere rigettati.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso era stata pubblicata una ricerca, realizzata sempre in Massachussetts, in cui si raccontava come una scimmia fosse vissuta per oltre due anni con un rene di maiale geneticamente modificato con la tecnologia CRISPR.

 

Il tema dei trapianti da maiali OGM è sempre più su tutti i giornali grazie al secondo di intervento biomedico di questo tipo.

 

Come riportato da Renovatio 21, a settembre 2023 i chirurghi di Baltimora hanno trapiantato il cuore di un maiale geneticamente modificato in un uomo con una malattia cardiaca terminale che non aveva altra speranza di cura, ha annunciato venerdì il Centro medico dell’Università del Maryland. Si è trattato del secondo caso di questo tipo: il primo paziente, David Bennett, 57 anni, era morto due mesi dopo il trapianto a causa di un virus suino, ma il cuore del maiale, fu detto, funzionava bene e non c’erano segni di rigetto acuto dell’organo, un rischio importante in tali procedure.

 

La ricerca sui maiali umanizzati avanza nella Repubblica Popolare Cinese, dove sono stati usati anche per la ricerca sul COVID. L’anno passato scienziati cinesi sono riusciti a creare con successo embrioni chimerici contenenti una combinazione di cellule umane e di maiale. Quando sono stati trasferiti in scrofe surrogate, i reni umanizzati in via di sviluppo avevano una struttura normale e una formazione di tubuli dopo 28 giorni.

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