Necrocultura
Meloni, Gasparri e l’inchino a Moloch
Mondo politico in subbuglio: nella prima seduta del Senato, Maurizio Gasparri di Forza Italia deposita una proposta di legge intitolata «Modifica dell’articolo 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica del concepito».
Attualmente, si dice, il codice civile vuole che i diritti riconosciuti al concepito siano «subordinati alla nascita». Cioè, hai diritti solo se nasci. Prima sei una non-persona, terminabile a piacere. Lo sappiam bene.
Il Gasparri avrebbe inoltre preparato altri testi: uno è per il «reato di surrogazione di maternità commesso all’Estero», cosa che credevamo già punibile con la legge 40/2004, che dice (12 comma 6) che «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro».
Tuttavia con la legge 40 non abbiamo mai visto manette, carcerazioni, multe milionarie. Certo, qualora venisse posto il problema davvero, ciò metterebbe in difficoltà molte coppie monosessuate, qualche esponente politico e un intero comparto dell’economia Ucraina, Paese che anche sotto missili e droni kamikaze continua a sfornare bambini in vitro via uteri in affitto, anche con lo sconto del Black Friday, e programma di arrivare presto all’utero artificiale, cosa a cui non pare aver pensato il Gasparri.
Un altro testo depositato dal senatore sarebbe per istituire una «Giornata della vita nascente», e sai che novità, e sai che importanza: non passa mese che qualche risibile gruppuscolo si inventi una data-festicciola per la vita, tanto per battersi il petto riguardo l’aborto, tema che con evidenza non hanno compreso nella sua forma presente.
Gasparri, pur non essendo esattamente una costante nel radar dei movimenti prolife italiani durante l’anno, era spesso visibile alle passate della marcia per la vita di Roma, manifestazione che ha chiuso ora i battenti.
Come riportato da Renovatio 21, aduna manifestazione romani di due anni fa un nostro lettore aveva portato, in un gesto più che mai solitario, un cartello riguardo all’uso di linee cellulari da feto abortito nella produzione dei vaccini: «NO AI VACCINI CON FETI ABORTITI SI’ ALLA VITA SENZA COMPROMESSI» scriveva il cartello. Gli chiesero di toglierlo.
Nell’intervista a Renovatio 21, gli chiedemmo se aveva parlato con dei politici presenti all’evento.
«Più che parlato ho fatto un’osservazione in riferimento all’obbligo vaccinale, che ritengo al di fuori di ogni logica, specialmente con qualcosa che non è stato sufficientemente sperimentato. C’erano due senatori, il primo, il senatore Pillon, mi ha detto di aver votato contro. Mentre il senatore Gasparri mi ha detto che lui era a favore. Io ho esclamato “ma come a favore!?!”. Lui ha ripetuto, con voce bassa, di essere a favore. Poi se ne è andato. Ero stupito perché pensavo che a favore dei vaccini potessero essere personaggi politici come la Lorenzin, mentre a destra pensavo che le cose stessero diversamente».
Capite che la nostra gioia per l’antiabortismo di Gasparri, e per quello di tutto l’italico sistema pro-vita, finisce esattamente qua.
Perché l’aborto, nel momento in cui esso è distribuito come una comunione satanica globale attraverso il siero genico ad una popolazione sottomessa, è solo uno sterile strumento politico, un argomento vuoto buono per far un po’ di casino, farsi belli con certo elettorato, facendo schiumare di rabbia gli avversari: insomma, politica identitaria, la droga per cui gli eletti non decidono più nulla, perché trovano più importante parlare di transessuali che di NATO e giri di miliardi pubblici, che sono invece temi che interessano al manovratore, che mica vuole essere disturbato quando deve manovrare.
E poi: come non vedere che l’aborto, nell’era in cui sfornano bambini in provetta, magari bioingegnerizzati CRISPR, in processi zootecnici che ne uccidono dozzine o più per ciascun nato, è pura retroguardia? Stiamo parlando di quanti cavalli deve avere il calesse quando ci spostiamo in aeroplano?
Ma torniamo al fatto del giorno.
In pratica, la prima cosa che ha fatto il senatore che fu di AN – che ricordiamolo, da anni è invece membro di un partito di matrice liberale, quello berlusconiano – è stato toccare l’aborto.
Perché lo ha fatto? Era una mossa per i giornali, che sono corsi a raccogliere le reazioni indignate (eccezionale la Chiara Appendino, quella del vaccino mRNA in gravidanza: «scherza col fuoco, l’Italia si opporrà») oppure qualcos’altro?
Voleva una proposta che facesse da diapason per tutta la legislatura? Partiamo così, tutto sarà accordato su questa frequenza ?
Oppure, uno può pensare, si tratta di uno sgarbo a FdI – partito della destra saltato fuori da quello in cui militava il Gasparri – e della sua leader, e premier in pectore, Giorgia Meloni?
È un’opzione che non può capire Repubblica, né tutta la povera massa goscista: disturbare la destra con l’antiabortismo – posizione che peraltro non ci sembra sia brillata negli oramai 30 anni di vita di Forza Italia.
Quindi: trollare Fratelli d’Italia mettendosi contro l’aborto?
Possibile? Possibile.
Perché, come ha registrato Renovatio 21, la Meloni ha passato mesi a dichiarare la sua volontà di non toccare la 194: abbiamo scritto un articolo, anche molto letto, per spiegare la trama catto-politica che vi sta dietro.
Non solo: tramite una raffica di interviste di famigli sui giornali nazionali (prima la sorella, moglie del papavero fiddino Lollobrigida, poi il compagno) il concetto era stato ribadito in ogni modo: «Non è vero che Giorgia è contro l’aborto». Lei stessa lo aveva fatto capire, sbuffando, al momento della rivoluzionaria sentenza Dobbs della Corte Suprema USA, quella che ha cancellato l’aborto come diritto federale riconosciuto dalla Costituzione americana.
In tanti ci hanno domandato perché mai, a urne calde, Giorgia avesse dovuto mandare ripetutamente fuori questo messaggio: non toccherò la 194, non toccherò l’aborto. Qualcuno ha tentato di spiegarselo, speranzoso e un po’ fantasy, che si tratta di una finta per far sì che l’Ordine mondiale le permetta di arrivare a Palazzo Chigi.
A noi viene in mente un’altra cosa. Una specie di pattern, una piccola tradizione, di cui abbiamo preso nota negli ultimi anni.
Il 22 gennaio 1993, a poche ore dalla sua ascesa alla presidenza (che avviene solitamente il 20 gennaio) il neopresidente Bill Clinton, come suo primo atto da vertice della superpotenza americana, abroga la Mexico City Policy: una politica introdotta da Reagan nel 1985 che blocca il finanziamento con fondi federali di ONG che diffondono l’aborto per il mondo.
Il 22 gennaio 2001, il neopresidente George W. Bush, in carica da neanche due giorni, rimette in vigore la Mexico City Policy.
Il 23 gennaio 2009, il neopresidente Barack Obama, arrivato alla Casa Bianca da neanche 48 ore, indovinate cosa fa: abroga, ancora una volta, la Mexico City Police.
Questo ciclo regolare ci porta dritti al 23 gennaio 2017, quando il neoeletto presidente Donald Trump non solo ristabilisce la Mexico City Policy, ma la amplia, coprendo tutte le organizzazioni sanitarie globali che ricevono finanziamenti dal governo degli Stati Uniti, piuttosto che solo le organizzazioni di «pianificazione familiare», cioè le multinazionali abortiste.
Indovinate cosa succede, quindi, il 28 gennaio 2021: il neopresidente Joe Biden annulla ancora una volta la regola.
Ora, si essere tentati di vedervi un giuochino enantiodromico tra Democratici e Repubblicani USA: occhio per occhio, tit-for-tat, avanti all’infinito.
Tuttavia, ci colpisce come Clinton abbia voluto toccare quell’oscura legge, all’apparenza di nessun valore immediato, come primo suo atto di monarca statunitense.
Ci diamo una spiegazione, metapolitica, metastorica: quella fretta ha un significato molto preciso. È come se il novello re suggellasse un patto con un potere superiore, di cui spera di ottenere la grazie: permetterò, espanderò il sacrificio umano, dice il nuovo sovrano.
È quello che ad un certo punto ho cominciato a chiamare «l’inchino a Moloch».
Inizi il tuo futuro da capo di qualcosa, solo se prima fai atto di sottomissione agli dèi della morte.
Inchinatevi ai demoni del sacrificio umano. Offrite, magari, anche i vostri figli: la siringa pediatrica è lì per quello.
Sappiamo che è la regola che il mondo della Necrocultura imperante vede anche per le sue faccende quotidiane. Quanti di voi si sentirebbero di dire al proprio datore di lavoro di essere contro l’aborto? Quanti di voi credono di poter trattare in società dell’uso di feti abortiti nei vaccini e nei laboratori? Quanti possono aver il coraggio di dire agli amici al bar che i trapianti di organo sono in realtà brutali omicidi per squartamento a scopo predatorio? Quanti se la sentono di parlare in pubblico riguardo all‘abominio apocalittico dei bambini prodotti zootecnicamente, le cui provette oggi sono pagate dallo Stato?
Non solo alle alte cariche, quindi. A tutti noi, in effetti, viene chiesto quotidianamente un inchino a Moloch.
E il momento più tremendo è quando ti chiedono, per obbligo, di marchiare tuo figlio con vaccini che, in alcuni casi, sì, sono fatti con l’aborto, checché ne dicano i fact checker diffusori di fake news e l’oscena gerarchia cattolica apostata. Questo inchino a Moloch, lo sapete, è partito da prima della pandemia, con la legge Lorenzin, vero prodromo della situazione che stiamo ora vivendo, vero passaggio epocale dove tante, tantissime cose ci divennero chiare.
Personalmente, per Moloch non ho piegato il ginocchio – mai. E la cosa mi è costata cara: ho perso lavori, relazioni, opportunità. Ho ricevuto insulti e scherno ad abundantiam, ma quello non fa male. Confesso di non provare alcun orgoglio, alcuna soddisfazione, nello scriverlo. Il mondo è talmente sputtanato che lascio volentieri le pulsioni narcisiste a quelli che hanno bisogno di iscriversi ai movimenti identitari. Ho evitato di farlo, punto. Ho potuto. Ho voluto.
So che tante brave persone, tantissime, hanno invece «dovuto» farlo – o almeno sentono così. Piangendo, maledicendosi oppure sanandosi la dissonanza cognitiva con la trasformazione in zeloti della parte avversa, sempre a suon di mantra: «nessuna correlazione», «i vaccini non fanno male», «gli aborti delle linee cellulari sono lontani nel tempo», «se fanno tutti così vuol dire che è giusto», «non potevo lasciare a casa mio figlio da scuola».
È possibile perdonare i cristiani che lo hanno fatto e che alla fine hanno capito il loro errore.
Il discorso è invece diverso riguardo all’inchino a Moloch da parte dei politici.
Non possiamo accettarlo, perché esso comporta un aumento materiale immane del sacrificio degli innocenti.
Non possiamo accettarlo, perché riguarda la cosa più importante del mondo – e non a caso, la prima sulla quale i politici sembrano voler decidere.
No, non c’è qualcosa di più fondamentale. Se riuscite ad abbandonare la visione materialista, marxista o liberale che sia, della Storia – il mondo è governato dal danaro – potete capirlo.
Se nel profondo il mondo non gira per i soldi, quale è la sua moneta ultima?
Se il mondo è fatto di spirito, quale è la cosa che conta di più per le potenze in gioco?
Ci arrivate: il fulcro di tutto è la vita umana. Le vite degli uomini, passati, presenti e futuri, sono ciò che davvero riveste importanza nel gioco della realtà ultima.
Le potenze che tutto muovono si giocano le anime degli esseri umani: l’anima, cioè, etimologicamente, ciò che dà vita.
I destini delle anime umane rappresentano la vera economia su cui è basato l’universo.
Per un credente non è difficile da capirlo – e da crederlo.
Ecco perché non possiamo permetterci sovrani che si inchinano a Moloch: perché in gioco c’è l’intera creazione, umiliata e ferita dalla forza che vive per oltraggiarla, negarla, cancellarla.
Mi faccio la promessa di non fidarmi mai più di alcun politico che non abbia compreso questo fondamento. Perché tutto il resto delle cose che farà, discende da questo.
Populista, sovranista, sedicente cristiano, pro-lifista, tradizionista: non me ne frega niente. Importa solo se si è inchinato all’idolo distruttore. Quello siamo in grado di vederlo subito, il colore che dà a tutte le cose ci è subito evidente.
Perché conosciamo Moloch e i suoi oceani di sangue.
Conosciamo il danno che egli fa al mondo e alle nostre vite.
Roberto Dal Bosco
Necrocultura
L’arcidiocesi inizia a offrire opzioni di sepoltura «ecologiche»
L’arcidiocesi di Chicago ha svelato le prime opzioni di sepoltura «ecologiche» in uno dei suoi cimiteri, citando un «riflesso di una crescente coscienza ambientale tra gli americani».
Verso la fine della scorsa settimana, l’arcidiocesi cattolica di Chicago ha annunciato l’introduzione di una «opzione di sepoltura naturale» che offrirà «inumazioni ecologiche». Lo riporta LifeSite.
«Siamo onorati di offrire una nuova opzione di sepoltura naturale che non solo rispetta l’ambiente, ma è anche in linea con gli insegnamenti cattolici per trattare il corpo umano con dignità», ha annunciato Ted Ratajczyk, direttore esecutivo dei cimiteri cattolici dell’arcidiocesi di Chicago. «Questa iniziativa riflette il nostro impegno nel fornire scelte che onorano la dignità della vita, le esigenze della nostra comunità e i valori della nostra fede».
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Catholic Cemeteries Chicago scrive sul suo sito web che «le sepolture naturali rinunciano a fluidi per imbalsamazione aggressivi, bare tradizionali e contenitori per sepoltura esterni a favore di materiali biodegradabili, fibre organiche e tecniche di imbalsamazione ecologiche. Ciò riduce al minimo l’impatto ambientale e al contempo onora il ciclo naturale della vita e della morte».
La sepoltura presumibilmente «ecologica» fornirà «alle famiglie modi nuovi e significativi per onorare i propri cari», ha affermato l’arcidiocesi, aggiungendo che è stata la prima diocesi cattolica nello stato dell’Illinois a offrire tale opzione.
I lotti di sepoltura «ecologici» saranno situati su un acro di terra che l’arcidiocesi ha appositamente riservato nei prati presso il cimitero di San Michele Arcangelo a Palatine.
Annunciando il terreno appositamente designato, l’arcidiocesi ha affermato che l’area «offrirà uno spazio sacro e meraviglioso per una riflessione tranquilla e un contatto con la natura, dove le famiglie potranno fare visita e ricordare i propri cari».
«L’ambiente tranquillo sarà caratterizzato da sentieri tortuosi, piante autoctone e un mix di prati e terreni forestali», ha aggiunto l’arcidiocesi.
Le cosiddette sepolture «naturali» o «verdi» stanno diventando sempre più popolari nella società laica, e ora stanno riscuotendo successo anche tra i membri della Chiesa cattolica. L’arcidiocesi di Chicago ha descritto il processo come uno che “sottolineerebbe la semplicità e la responsabilità ambientale consentendo al corpo di tornare alla terra in modo naturale».
«La pratica», ha aggiunto l’arcidiocesi del cardinale Cupich, «è in linea con gli insegnamenti cattolici sulla sacralità della vita e sul rispetto per l’ambiente e onora la fede cattolica nella Resurrezione, il ciclo di morte e rinascita».
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Descrivendo una sepoltura «naturale» come «un ritorno alla tradizione», il gruppo dei cimiteri ha affermato che la «Chiesa cattolica consente la sepoltura naturale, poiché è in linea con le pratiche funerarie cattoliche tradizionali ed è stata la norma per la maggior parte della storia umana. La Chiesa incoraggia il trattamento rispettoso del corpo e la sepoltura in luoghi sacri consacrati».
Invece di utilizzare una lapide verticale per ogni tomba, una tomba naturale utilizzerebbe un «monumento a livello del prato, un masso inciso o un masso con una targa in bronzo».
Piuttosto che un cimitero formale con tombe posizionate a distanze misurate, il sito Meadows of St. Kateri rappresenterà un campo, pieno di vegetazione naturale e di fauna selvatica: «i nostri cimiteri naturali offrono una splendida area per una riflessione silenziosa e un contatto con la natura. L’ambiente tranquillo presenta sentieri tortuosi, piante autoctone e un mix di prati e terreni forestali».
L’arcidiocesi di Chicago ha spiegato ulteriormente la sua nuova mossa facendo riferimento a una «crescente coscienza ambientale tra gli americani» che devono defungere.
Citando un rapporto del 2023 della National Funeral Directors Association, l’arcidiocesi chicagoana ha citato il riepilogo del rapporto per affermare che «il 60% sarebbe interessato a esplorare opzioni funerarie “verdi” a causa dei loro potenziali benefici ambientali e risparmi sui costi, rispetto al 55,7% del 2021».
Il suggerimento di Chicago di sepolture «verdi» non è una novità tra le diocesi cattoliche degli Stati Uniti. Nel 2021, l’allora arcivescovo ordinario locale Michael Jackels di Dubuque raccomandò ai cattolici di usare metodi meno «offensivi» per seppellire i morti.
Criticando sia la sepoltura che la cremazione perché presumibilmente non sono ecologiche, Jackels ha raccomandato di liquefare un cadavere. Ciò implicherebbe la combinazione di «acqua calda, liscivia, pressione dell’aria e circolazione» per «liquefare un cadavere in poche ore, che può poi essere tranquillamente versato nel terreno».
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Dell’acquamazione, Renovatio 21 aveva già parlato: la scelta fatta dal vescovo anglicano-mandeliano Tutu, che per non inquinare (bruciare un corpo produce CO2) ha voluto far dissolvere il suo corpo nell’acido, un po’ come accadeva, viene da pensare alle povere vittime della mafia Matteo Messina Denaro. Secondo quanto è dato di capire, i resti liquidi del cadavere vengono quindi gettati in fogna.
Il monsignore aveva anche suggerito il «recompositing», o ricomposizione, un metodo in cui il corpo «viene posto in un contenitore, coperto con trucioli di legno, paglia ed erba medica, usando il calore per uccidere i contagi e il flusso d’aria per la decomposizione. Dopo un mese, il risultato è terra».
Come riportato da Renovatio 21, l’ecologismo alla base «compostaggio umano» prevede nientemeno che la trasformazione del corpo del defunto in concime, che poi viene dato ai campi coltivati. Più Stati americani hanno già leggi in merito. Qualche lettore può capire che si tratta, di fatto, di reintrodurre il corpo umano nella catena alimentare: il prossimo passo potete dire voi quale potrebbe essere.
Jackels ha difeso l’idea controversa, dicendo che «la Chiesa chiede solo che il corpo sia trattato con rispetto e che venga deposto in un luogo benedetto dal clero, che sia nella terra, nell’acqua, nel fuoco o nell’aria, in un cimitero o meno». In una dichiarazione rilasciata l’anno scorso, intitolata «Sulla corretta disposizione dei resti corporei», la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB) ha condannato la distruzione di corpi umani deceduti tramite compostaggio.
Attualmente, 12 stati degli Stati Uniti, tra cui Washington, Colorado, Oregon, Vermont, California, New York, Nevada, Arizona, Maryland, Delaware, Minnesota e Maine, hanno legalizzato la pratica del compostaggio dei defunti.
Nel 2016, il documento Ad resurgendum cum Christo della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) ha continuato ad allontanarsi dalla tradizionale condanna della cremazione da parte della Chiesa, diffusasi a partire dal Concilio, e liberalizzata, bizzarramente, come primo atto dall’elezione di Paolo VI.
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Tuttavia, il documento continuava a stabilire che la Chiesa «raccomanda insistentemente che i corpi dei defunti siano sepolti nei cimiteri o in altri luoghi sacri», con una sepoltura tradizionale che è «il modo più appropriato per esprimere fede e speranza nella risurrezione del corpo».
La Chiesa «non può, pertanto, tollerare atteggiamenti o permettere riti che implichino concezioni erronee sulla morte, come quella di considerarla come l’annientamento definitivo della persona, o il momento della fusione con Madre Natura o con l’universo, o come una tappa nel ciclo della rigenerazione, o come la liberazione definitiva dalla “prigione” del corpo», ha dichiarato la CDF.
La cremazione è passata per lo sdoganamento cattolico definitivo quando l’anno scorso Bergoglio decise di omaggiare il defunto ex presidente comunista piddino, pure chiamato per qualche motivo «Re Giorgio», dichiarato falsamente dai diffusori di fake news come possibile figlio biologico di Umberto II di Savoia, Giorgio Napolitano nella Camera Ardente.
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Necrocultura
Il cardinale, la DC e lo sterminio degli italiani
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Ambiente
Fermare il cambiamento climatico con «l’abbattimento della popolazione tramite pandemia mortale»: parla un professore
Un professore di rischi geofisici e climatici dell’University College di Londra (UCL) ha pubblicato sabato un messaggio controverso sui social media che sembrava fornire sostegno ad una prospettiva di riduzione della popolazione umana tramite tremenda pandemia.
Condividendo sul suo account X un articolo del Guardian in cui si chiedeva quanto sia preparata l’umanità per una potenziale epidemia di influenza aviaria, il cattedratico inglese ha scritto: «Se devo essere brutalmente onesto, l’unico modo realistico in cui vedo le emissioni diminuire alla velocità necessaria, per evitare un catastrofico collasso climatico, è l’abbattimento della popolazione umana da parte di una pandemia con un tasso di mortalità molto elevato».
Interesting thing to say. pic.twitter.com/HN6WiMR161
— RAW EGG NATIONALIST (@Babygravy9) May 13, 2024
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Il professore l’indomani avrebbe cancellato il messaggio, «non perché me ne pento, ma perché così tante persone là fuori l’hanno erroneamente o intenzionalmente presa nel modo sbagliato» ha scritto su un tweet.
RIGHT, I AM DELETING THE INITIAL TWEET NOW. NOT BECAUSE I REGRET IT, BUT BECAUSE SO MANY PEOPLE OUT THERE HAVE MISTAKENLY, OR INTENTIONALLY, TAKEN IT THE WRONG WAY. pic.twitter.com/5S65IIN8Rb
— Bill McGuire (@ProfBillMcGuire) May 12, 2024
Davanti ad una ridda di commenti, l’esperto in seguito ha poi puntualizzato che per «l’abbattimento della popolazione» intendeva in realtà «un crollo improvviso dell’attività economica. Non le persone che muoiono», ha affermato.
«Sto parlando di una riduzione dell’attività economica, NON di una riduzione della popolazione», ha affermato ancora.
It’s about suddenly falling economic avctivity. Not people dying.
— Bill McGuire (@ProfBillMcGuire) May 12, 2024
«Ditemi come le emissioni possono diminuire del 50% necessario entro 66 mesi, se non a causa di un grave shock socio-economico come una grave pandemia, una guerra nucleare o una catastrofe geofisica globale. Sto parlando di una ridotta attività economica, NON di una riduzione della popolazione» ha continuato.
No I don’t. You tell me how emissions can fall by the 50 percent needed within 66 months, if not due a major socio-economic shock such as a major pandemic, nuclear war or global geophysical catastrophe.
I am talking about reduced economic activity NOT reduced population. https://t.co/kEGFnKp5p1
— Bill McGuire (@ProfBillMcGuire) May 12, 2024
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Il climatologo, specializzato in vulcanologia, è stato membro del gruppo di lavoro sui rischi naturali del governo britannico, istituito nel 2005 in seguito allo tsunami nell’Oceano Indiano del 2004, e nel 2010 membro del gruppo consultivo scientifico per le emergenze (SAGE), che si occupava del problema delle ceneri islandesi emesse dal vulcano islandese Eyjafjallajökull. Più tardi il SAGE sarebbe divenuto noto al mondo per l’implementazione delle restrizioni pandemiche COVID, che colpirono la Gran Bretagna con una brutalità perfino maggiore a quella degli altri Paesi.
Come riportato da Renovatio 21, idee estreme per la «soluzione» del cosiddetto cambiamento climatico sono in circolazione da tempo, pubblicate tranquillamente anche da grandi giornali.
Due anni fa il principale scienziato fautore della cosiddetta geoingegneria solare, l’harvardiano David Keith, ha rivendicato la tecnologia di controllo del clima planetario in un lungo editoriale sul New York Times, che esprimeva concetti allucinanti, come l’accettazione della morte di quantità massive di esseri umani a causa delle ricadute delle sostanze chimiche spruzzate con gli aerei per deflettere la luce solare (cioè oscurare il sole: altro progetto finanziato da Bill Gates, e non solo da lui), un male minore rispetto all’apocalisse climatica prospettata dall’esperto.
Il pensiero della riduzione della popolazione, come noto, non è sconosciuto alle élite dominanti, con il guru del World Economic Forum Yuval Harari a dichiarare platealmente che il pianeta non ha più bisogno di una vasta maggioranza degli esseri umani che vi vivono. Di qui, un’agenda indicibile che, mentre siamo distratti da stupidaggini, sterilizza e ammazza in varie parti del mondo.
Come riportato da Renovatio 21, una pandemia «peggiori di quelle del COVID», che ora cominciano a chiamare «Malattia X», è discussa apertis verbis da miliardari come Bill Gates e Warren Buffett, oltre che dagli immancabili Rockefeller, attivi «filantrocapitalisticamente» nei decenni scorsi in programmi di contrasto a quella che chiamano «sovrappopolazione», un mito fasullo (è vero il contrario: l’implosione demografica è imminente) ammannito al pubblico per giustificare lo spopolamento di un pianeta che gli oligarchi, che non abbisognano più di mano d’opera umana, vogliono solo per sé e per i loro robot.
Ecco dove pandemia e cambiamento climatico si toccano: nel cuore della Necrocultura, nella pratica di una nuova religione di morte che serve a svuotare la Terra con uno sterminio infinito, un grande sacrificio umano di cui non vediamo i confini.
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