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Il network neodemocristiano dietro alla Meloni

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Le sigle e siglette dell’associazionismo e movimentismo cattolico e pro life, sempre munite dell’appoggio esterno episcopale, storicamente compongono quel soggetto politico che, simulando di difendere la vita umana, ha di fatto aperto le porte al suo definitivo oltraggio.

 

A partire dalla legge 194 del 1978 – partorita da madre democristiana (al governo c’era Belzebù) sotto il nome orwelliano di legge «per la tutela sociale della maternità» – va preso atto di come il vero autore dello scivolamento normativo verso lo stravolgimento dei principi della bioetica (cosiddetti non negoziabili) sia stato proprio il network democristiano, che ha lavorato di fino, a colpi di «male minore», siglando via via tutte le tappe della dissoluzione, per arrivare ai recenti traguardi del genderismo educativo e del transumanesimo biotecnologico – cioè alla manomissione programmatica della vita e del suo codice fondamentale.

 

Non ci fosse stata a ogni passaggio la mano benedicente del mondo ecclesiastico (chierici e laici), il programma non sarebbe filato così liscio, nel continuum montante che è giunto oggi a travolgere la sovranità biologica umana. 

 

Ecco, quella rete neodemocristiana che da decenni avanza nell’interstizio tra CEI e politica, e che negli ultimi tempi appariva decadente e sfilacciata, si è magicamente ri-agglutinata a ridosso della tornata elettorale appena conclusa. Clericali e di ogni ordine e grado hanno risposto tutti al richiamo della fiamma tricolore. E sono diventati, tutti, fratelli d’Italia.

 

Non se ne è accorto nessuno, forse nemmeno i diretti interessati, ma è accaduto che una ben precisa linea di pensiero e un intero sistema di potere ad essa legato, precedente di molto il fenomeno Meloni, sono stati recepiti in blocco nel suo partito, il quale del resto soffre il problema della fragilità: è cresciuto più in fretta della sua classe dirigente, e quindi, già in passato, ha finito per caricare a bordo, pericolosamente, un po’ di tutto. 

 

Quanto all’orizzonte ideale di Giorgia Meloni riguardo al tema della vita, esso è noto da tempo. La Meloni non è contraria all’aborto, non vuole l’abrogazione della legge 194, ripete anche lei l’eterna solfa dell’aiuto alle madri, spesso declinata nella formula della «piena applicazione della 194». 

 

La sua reazione stizzita, lo scorso giugno, dinanzi alla rivoluzionaria sentenza della Corte Suprema americana che depennava l’aborto dalla lista dei diritti federalmente garantiti, è di ciò prova evidente.

 

Per ribadire a scanso di equivoci la posizione per cui l’aborto non si tocca, sono scesi infine in campo addirittura i suoi familiari: la sorella, il compagno. Quest’ultimo ci ha aggiunto sopra il carico di qualche altra perla di modernità, per esempio affermando la liceità di far vedere ai bambini cartoni animati omogenitoriali

 

Meno noto invece è l’altro fatto, e cioè che dietro alla Meloni si sia allineata la costellazione di potere politico-religioso con le varie figurine del suo album. 

 

Per esempio, è significativo che abbiano riesumato la veterana Eugenia Roccella. Prima con il PDL, poi con gli scissionisti NCD di Alfano (dietro i quali, dissero i retroscenisti, c’erano i vescovi), per anni è stata personaggio di riferimento del mondo catto-pro-life e pro-family, al punto che le fecero presentare il primo Family Day nel 2007. Nel 2018 non entrò in Parlamento. Ora, cambiato partito, torna alla grande: fallito l’uninominale da Bologna a Foggia (unica sconfitta del centrodestra in Puglia), è stata ripescata col proporzionale in Calabria.

 

La sua è una storia interessante: figlia di uno dei fondatori del Partito Radicale, in gioventù ha fatto la femminista d’avanguardia, pubblicando anche un manualetto dal titolo: Aborto facciamolo da noi. Poi qualcosa è cambiato, anche se la nostra, in fondo, si è sempre prodigata per la difesa della 194, come ha precisato anche a inizio mese in un’intervista al Giornale.

 

«La 194 non si tocca. Ma si fa ancora troppo poco per la maternità» virgoletta il titolo del pezzo.

 

Per chi pensa che il Family Day fosse una manifestazione spinta dai vescovi, che nel 2007 erano guidati dal cardinale Ruini, all’osservatore profano verrebbe naturale dedurre che la Roccella sia stata reclutata nel partito berlusconiano per rivestire il ruolo di «uomo del Vaticano» in politica, secondo la definizione che Bossi diede alla Pivetti.

 

Del resto lo stesso cardinale Ruini, comandante in capo degli zucchetti, bersaglio degli attacchi di una sinistra talmente sciocca da crederlo un avversario, non mancava occasione per ribadire anche lui quella linea: la 194 non si tocca, diceva già all’epoca, quando nel 2008 chiese di «non rivoltarsi» contro la 194. «L’ex presidente della CEI ha evitato, “parlando a titolo personale”, di utilizzare la parola “omicidio” per l’aborto» scriveva La Stampa, descrivendo un’intervista TV del cardinale con Giuliano Ferrara.

 

Altra candidata eletta con Fratelli d’Italia è Maria Rachele Ruju, che – bizzarra coincidenza – è un’altra presentatrice del Family Day: il secondo, quello del 2015 contro le unioni monosessuali (e si è visto come è finita).

 

La Ruiu vanta una carriera nel giro delle varie siglette pro-vita capitoline: una di queste ha organizzato un evento (in teoria) contro l’aborto – sostegno alla maternità, difesa della vita, eccetera eccetera – lo scorso maggio a Roma. Nel manifesto dell’evento, e nei cartelli precompilati che il sito suggeriva generosamente di stampare a proprie spese e di portare alla manifestazione, non vi era traccia della parola «194», numero che ha giustamente ossessionato decenni di antiabortismo italico.

 

Anche la Ruju, esattamente come la collega di partito e di Family Day Roccella, aveva reso poco prima del voto un’intervista al Giornale, in cui dichiarava, all’unisono con le gerarchie cattoliche, che una richiesta di abolizione della 194 «non avrebbe alcun senso né risultato». 

 

Nel frattempo monsignor Paglia, sempre poche settimane fa, a poche ore dal voto, parlava della 194 come «pilastro della vita sociale» del Paese. 

 

E per l’occasione, a quanto pare importante, rispunta fuori lo stesso cardinale Ruini, che i benpensanti potrebbero ritenere sulla carta un conservatore agli antipodi di Paglia: macché, anche lui, sul Corriere della Sera, canta nel coro a difesa della 194.

 

«Spero che la legge 194 sia finalmente attuata anche dove dice che lo Stato riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio» afferma il cardinale , che ha tenuto poi anche ad enunciare la nuova grande battaglia: «le unioni civili dovrebbero essere differenziate realmente, e non solo a parole, dal matrimonio tra persone dello stesso sesso. Devono essere unioni, non matrimoni».

 

 

Intanto nello stesso coro si arruolano altre voci illustri. Per esempio arriva la scrittrice Silvana De Mari, che già aveva lanciato un movimento-partito (i «Liberi in Veritate», già visti in TV in trasmissioni movimentate), poi aveva fatto endorsement per Italia Sovrana e Popolare, e poi a sorpresa, in zona Cesarini, invita tutti a votare Meloni.

 

A urne appena chiuse, ecco che in un articolo de La Verità sostiene (lei quoque) che bisogna difendere la 194 sotto attacco, come sotto attacco sarebbero anche le unioni civili, per le quali il pericolo è che possano diventare «matrimonio» – ammettiamo a questo punto di non capire esattamente che differenza vi sia, ma ci fidiamo del pensiero della fantasiosa autrice de L’ultimo orco, L’ultimo elfo, l’ultimo mago, Gli ultimi incantesimi

 

Insomma, vengono radunati nomi che garantiscono, in teoria, la pace con la galassia curiale, anche se ormai tutti sanno che questa elettoralmente non conta più nulla.

 

Ora, la posizione dettata dall’alto sull’aborto, e che tutti ripetono a pappagallo come un sol uomo, ben esprime il metodo in uso in ambiente neodemocristiano, metodo che si applica ai vari altri temi del suo programma. Un vasto programma.

 

Dobbiamo infatti ricordare che, dallo stesso partito della Roccella, il NCD, proviene anche Beatrice Lorenzin. Come ministro della Sanità, nel 2014 la Lorenzin volò a Washington per firmare alla Casa Bianca l’impegno a fare dell’Italia il «capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale», e in particolare della vaccinazione totale dei bambini. L’impegno si tradusse nella normativa che, dal 2017, ha impedito a tante famiglie di portare i figli a scuola.

 

E quale fu la reazione delle gerarchie cattoliche alla legge ultravaccinista, che di fatto funse da prova generale per la successiva Italia della certificazione verde? Comunicati congiunti di Pontificia Accademia della Vita (ancora Paglia) e medici cattolici per dire che l’obbligo vaccinale sui bambini andava benissimo; note bioetiche per dire che la presenza di linee cellulari di feto abortito nella produzione dei vaccini era moralmente lecita, perché «distante nel tempo» (è il peccato a scadenza, come lo yogurt); qualche cattolicissima pubblicazione per dire che, anche se contenevano cellule di feto abortito, bisognava farli senza tante storie, sarà mai.

 

Insomma, anche qui, corrispondenza di amorosi sensi tra politica e zucchetti, e pure certa intelligentsia catto-conservatrice: come dimenticare il panegirico del banchiere Ettore Gotti Tedeschi per la Lorenzin?

 

Ma non è tutto. Ricordiamo come la Lorenzin fu anche colei che introdusse la riproduzione artificiale nei LEA: cioè, inventò la provetta finanziata dal contribuente. Andò oltre, è lanciò un incredibile evento, il Fertility Day, dove non si celebrava la maternità (altrimenti sarebbe stato maternity) ma la fertilità, e nemmeno nel senso che si può intendere di primo acchito: uno dei poster per reclamizzare l’evento raffigurava infatti una fila di preservativi appesi.

 

Difficile spiegare come la contraccezione ci pigli con la fertilità, a meno che non si capisca come la riproduzione possa essere fatta totalmente divorziare dalla sessualità, e affidata alla zootecnica. Del resto, tra le realtà coinvolte del Fertility Day c’erano importanti ditte di produzione di bambini in vitro.

 

La Roccella, che all’epoca era passata dall’NCD alleato di Renzi (sì, quello del governo che varò le unioni civili della Cirinnà e contro cui facevano i Family Day: un circo) ad un partito biodegradabile chiamato Idea, era più che altro concentrata sul paletto dell’omologa, nel senso: va bene il pupo in provetta, purché sia fatto con i gameti della coppia, in attesa che la Finestra di Overton e la magistratura smontino la legge 40 e sdoganino il gamete qualunque.

 

Fu sottosegretario alla Salute dal 2008 al 2011, ma non sotto il ministero della Lorenzin, nel quale però fu consulente per la Procreazione Medicalmente assistita Assuntina Morresi, definita dall’Espresso «alter ego della Roccella» e autrice di libri insieme a lei. Una che assicurò che la riproduzione artificiale finisse nei LEA e che siede tuttora al CNB, il Comitato Nazionale di Bioetica – in quota cattolica.

 

Ora come esercizio si confronti questa storia di preservativi e bambini artificiali con le ultime esibizioni dalla Pontificia Accademia per la Vita: ed ecco subito apparire convegno e libro che aprono ai bambini sintetici e alla contraccezione, con i gesuiti a dire che potrebbe essere materia della prossima enciclica, per la quale perfino avrebbero già un nome, Gaudium vitae.

 

Se ci avete seguito, avrete capito che il quadro è abbastanza chiaro: vi è un disegno, vecchio di decenni, per portare il mondo cattolico – e quindi, il grosso della destra italiana – verso il definitivo disarmo nei confronti del sacrificio umano, dei bambini fabbricati in laboratorio, della sottomissione biologica via vaccino o terapie geniche sperimentali.

 

Tutti temi che la gerarchia vaticana ha accettato di lasciar andare, e che il network neodemocristiano – infiltrato, come da dottrina Ruini, in tutti i partiti – continua a promuovere materialmente dentro governi e partiti diversi.

 

Permettere l’uccisione dei bambini in grembo, la loro precoce marchiatura, la produzione di bambini artificiali – che, a breve, saranno magari ammessi solo se bioingegnerizzati con il CRISPR – è, ictu oculi, proprio ciò che chiede l’agenda del Nuovo Ordine Mondiale – quella cultura della morte globalista che la neochiesa non vede l’ora di assecondare.

 

Avremo – abbiamo – un mondo di rovina biologica universale, un mondo in cui l’Imago Dei è sistematicamente calpestata, con la guarentigia morale e legale del potere temporale e religioso e la fornitura armi di offesa materiale da parte del complesso industrial-sanitario.

 

Il partito vincitore delle elezioni, consapevole o no, è in questo gioco.

 

Niente di nuovo sotto il sole: se non che, dopo la sottomissione massiva al trattamento genetico di Stato, tutto diviene più accelerato. E più apocalittico.

 

 

Roberto Dal Bosco

Elisabetta Frezza

 

 

 

 

Immagine di dati.camera.it via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0); immagine modificata

 

 

 

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Aborto e sacrificio umano. La realizzazione

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Sono diversi anni che osserviamo la trasformazione di Tucker Carlson. Lo abbiamo visto, dal 2017 in poi, trasformare radicalmente il suo discorso.

 

Bisogna ricordare che era un giornalista del mainstream: di più, era nato per esserlo, e fare parte dell’élite della cosiddetta «Washington permanente». Figlio di un giornalista conservatore divenuto diplomatico, giovanissimo ha trovato la strada aperta nei grandi canali di informazione, come la CNN. A trent’anni girava con il papillon, intervistava Britney Spears e difendeva la guerra in Iraq, frequentava i salotti di Washington e conduceva talk show che ospitavano ogni grande figura della politica americana.

 

Poi è successo qualcosa. Arrivato a Baghdad, si era reso conto della follia dell’intervento americano, e della folle brama di sangue dei neocon. Anni dopo, arrivato Trump sulla scena, si rese conto che le domande che poneva il biondo personaggio della reality TV – tipo: a cosa serve, oggi, la NATO? – facevano schiumare di rabbia tutti i suoi vicini di casa di Washington, che però non riuscivano a spiegarsi il perché.

 

Il ripensamento di Carlson ha assunto proporzioni gargantuesche: ha cominciato a mettere in discussione i media, di cui fa parte, come pure strumento di controllo dell’élite, ha attaccato a testa bassa deputati e senatori repubblicani incistati nella palude della capitale americana, ha cominciato ad interessarsi di temi proibiti, ha messo in discussione il sostegno all’Ucraina.

 

Tutto questo divenendo il giornalista della TV via cavo americana più seguito del Paese, stracciando di ordini di grandezza i concorrenti delle reti asservite a Biden e al sistema economico-militare che lo sostiene. I motivi per cui i Murdoch lo hanno licenziato da Fox News non sono ancora noti, tuttavia possiamo intuire che la sua voce era diventata troppo forte, troppo centrale, troppo dissonante con quella della narrativa imperiale – specie se bisogna preparare il popolo all’Armageddon della guerra frontale con la Russia.

 

A latere dei suoi discorsi geopolitici e sociopolitici, abbiamo notato nelle trasmissioni di Carson crescere un concetto, che a noi e ai lettori di Renovatio 21 è familiare assai, ma che mai pensavamo fosse possibile sentire da un giornalista di successo, tanto più americano. In varie puntate del suo show, ecco che Tucker ha cominciato a parlare di «sacrificio umano».

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La questione è stata slatentizzata una volta per tutte in un suo intervento a Cleveland la settimana scorsa. Si trattava di una serata messa in piedi da un’organizzazione chiamata Center for Christian Virtue, che lo ha preso come ospite. L’Ohio sta per affrontare un voto per un emendamento proposto da Planned Parenthood, l’inarrestabile multinazionale dell’aborto.

 

«Sono davvero colpito dalle iniziative elettorali che voi elettori dovrete affrontare a novembre», ha esordito. «Sono colpito perché sono così diversi dalla politica di cui mi sono occupato per gran parte della mia vita».

 

Carlson ha affermato che per la maggior parte degli ultimi tre decenni «i dibattiti che abbiamo avuto nella sfera politica riguardavano visioni contrastanti su come migliorare la vita delle persone», tuttavia ciò non è più vero: «quando ti ritrovi in ​​un’elezione in cui le due principali iniziative elettorali sono 1) incoraggiare le persone a uccidere i propri figli e 2) incoraggiare i propri figli a drogarsi, chi ne trae vantaggio?» si è chiesto tra segni di approvazione del pubblico.

 

«L’unica fonte pura di gioia nella tua vita sono i tuoi figli», ha dichiarato Carlson, che ne ha 4, quasi tutti oramai abbastanza cresciuti. «Lo scopo della vita è avere figli e vederli avere dei nipoti. Niente ti porterà gioia come quella. Niente si avvicina!».

 

«Scambieresti il ​​tuo lavoro con i tuoi figli? Daresti qualcosa in cambio per i tuoi figli? Ovviamente no!»

 

«Chiunque ti dica: “non avere figli”, “uccidi i tuoi figli’ non è tuo amico. Sono vostri nemici», ha detto Tucker.

Poi Tucker realizza qualcosa di immenso. Entra in un territorio ancora molto inesplorato, perfino per la chiesa cattolica: la linea retta tra il sacrificio dei bambini nell’Antico Testamento e le false promesse dell’odierna industria dell’aborto.

 

«È una promessa molto riconoscibile quella che ti stanno facendo perché è vecchia come il tempo ed è raccontata in grande dettaglio in tutta la Bibbia ebraica».

 

«È un sacrificio umano. (…) Di tutti i peccati commessi dagli antichi, quel peccato ogni volta che viene descritto, viene chiamato esecrabile».

 

«Perché le persone lo facevano? Perché credevano di ottenere in cambio potere e felicità. Tutto ciò che serve è sacrificare i tuoi figli».

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«Questo è vecchio quanto il tempo», ha detto Carlson. «Ogni civiltà sulla faccia della Terra si è impegnata in questo. Tutti. Non solo i Maya e gli Aztechi». Anche gli scandinavi, ricorda.

 

«La documentazione archeologica ci dice che il sacrificio umano, il sacrificio dei bambini, l’uccisione dei bambini, è l’unica costante della civiltà umana».

 

«Come può essere? Come possono tutte queste civiltà situate in diversi punti cardinali – che sappiamo non avevano alcun contatto tra loro – raggiungere la stessa conclusione, che in cambio dell’uccisione dei propri figli, sarebbero felici o al sicuro? Probabilmente non è una conclusione che hanno raggiunto in modo organico, giusto?».

 

«Ciò va contro l’imperativo della biologia evoluzionistica che è quello di continuare la specie. E quelli di noi che sono cresciuti in un mondo secolare a cui viene insegnato che le persone sono motivate dall’istinto progettato per continuare la specie dovrebbero fermarsi e dire: “Aspetta un secondo”. In che modo uccidere i propri figli favorisce la perpetuazione della specie?».

 

«Non è così. In effetti, è un attacco a questo», ha detto Carlson. «Non è una funzione umana naturale voler uccidere i propri figli. È un’idea, un impulso che è stato introdotto».

 

«Forze esterne agiscono sulle persone in ogni momento nel corso della storia, in ogni cultura del pianeta, per convincere le persone, che se sacrificano i loro figli, saranno felici e al sicuro».

 

«È esattamente questo ciò di cui si tratta. È un diritto religioso. Questo non è un dibattito politico. Non ti stanno dicendo che una ragazza è stata violentata a 13 anni e deve andare all’università, quindi purtroppo è necessario abortire il bambino. No, questo è 20 anni fa. Ora dicono che l’aborto di per sé è un percorso verso la gioia».

 

Conclude.

 

«Quindi, questo non è un dibattito politico. Questa è una battaglia spirituale. Non c’è altra conclusione».

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La portata di questo concetto, così ben sinteticamente qui spiegato, dovrebbe sconvolgere chiunque – lo crediamo da sempre.

 

Perché è quello che personalmente vado scrivendo oramai da oltre un decennio, e che Renovatio 21 ripete appena può: è in corso il ritorno al sacrificio umano, il mondo sta venendo portato a rendere la morte violenta un fenomeno normalizzato, integrato alla società stessa, ritenuto necessario alla sua stessa esistenza morale.

 

L’aborto, l’eutanasia, l’uccisione per squartamento per predazione degli organi, sono forme surrogate del sacrificio umano di ritorno, atti sacrificali camuffati per essere riassimilati dal mondo moderno come diritti e perfino come virtù.

 

Di più: abbiamo visto come la politica, con pochissime eccezioni, tremi all’idea di toccare le leggi sull’«interruzione volontaria della gravidanza». Abbiamo visto, anche in Italia, come chi ascende il potere come prima cosa debba dichiarare che non metterà mano al figlicidio legalizzato: è quello che su queste pagine abbiamo chiamato l’inchino a Moloch.

 

Moloch migliaia di anni fa, Moloch 194 oggi. Fin qui, direte, niente di nuovo: è un’idea che può essere venuta a tutti. Tuttavia pochi hanno il coraggio di chiedersi, e di rispondersi, riguardo da dove mai possa venire questa pulsione di morte della società.

 

Ebbene, chi mantiene la fede nella religione fondata sulla croce, dovrebbe sapere come rispondersi. Dio è venuto qui e da innocente è stato trucidato. No, un modo più chiaro di spiegarlo non c’è. Aveva detto che la buona novella deve estendersi a tutte le genti – cioè a tutti i popoli che praticavano sacrifici umani, tutti i pagani a cui i loro dèi demandavano il sangue dei figli.

 

E chi sono davvero questi dèi?

 

Salmo 96, versetto 5: Omnes dii gentium daemonia, gli «dèi pagani sono demoni». Qualche anno fa, preparando una conferenza, ho notato che la nuova traduzione della Bibbia approvata dalla Conferenza Episcopale Italiana traduce in altro modo: «Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla». Mica mi sono stupito: non credono nei demoni, perché non credono in Cristo, non credono in Dio (ma beccano, comunque, o forse proprio per questo, l’8 per 1000).

 

Quindi, il ritorno del sacrificio umano porta seco, giocoforza, il ritorno degli dèi antichi?

 

Sì, senza dubbio, e sempre più materialmente. Sempre più impudicamente, pubblicamente.

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Pensate al caso Balenciaga, dove d’un tratto, in pubblicità dai costi esorbitanti, distribuite in canali massivi, compare, senza che vi sia un vero motivo se non una qualche assonanza con il brand, la parola «BAAL». Baal, la divinità cananea della pioggia e della tempesta, compare di Moloch nella religione dei sacrifici umani. Ricordate? Era in una di quelle campagne che furono accusate di normalizzare la pedofilia.

 

Un dio fenicio, finito d’un bleu in una fotografia di moda che riguarda, guarda caso, i bambini.

 

Oppure pensate al caso dell’Ucraina, dove il ritorno del paganesimo assassino ha dato segni di incredibile evidenza, al punto da essere definibile come programmatico, e con esiti talvolta grotteschi. Renovatio 21 ha scritto diversi articoli sulla questione, sulla tenebra di Valpurga che sembra ora possedere Kiev.

 

Ma si va oltre. Tutto il senso paganizzante della destra dell’ultimo secolo, il solco ancora attivo dei vari Evola e De Benoist, è leggibile nel medesimo senso: la sostituzione del cristianesimo visto come ostacolo allo scatenarsi degli antichi padroni dell’uomo.

 

La sinistra fa lo stesso. Il culto dell’antropologia viene sposato con l’aiuto alla migrazione, con le religioni animiste africane e i loro riti che, più che tollerati, sono esaltati dal goscismo. Parimenti, l’ecologismo ha già compiuto il salto articolato verso il paganesimo, accettando una visione panteista con a capo una divinità chiamata Gaia, alla quale l’uomo deve sacrificarsi, essendo la sua presenza di danno.

 

Vanno citati anche gli psiconauti alla Terence McKenna, quelli che credono che sia possibile esperire il divino per tramite degli allucinogeni: in molti raccontano immancabilmente la storia che durante i loro «viaggi» drogastici hanno incontrato, in questa dimensione di pace, degli esseri senzienti, i quali raccomandavano loro di conservare la terra con il controllo della popolazione. Gli dèi parlano proprio come l’ONU, Bill Gates e miriadi di politici ed elettori del Partito Democratico. Gli dèi insegnano la Necrocultura. Chi lo avrebbe mai detto.

 

Il discorso da fare è che non è che si fermeranno all’aborto e all’eutanasia, che sono solo le due fette di pane del sandwich della morte in via di preparazione.

 

L’obbiettivo è rendere l’uccisione del prossimo totalmente lecita – cioè l’assassinio di chiunque, in qualsiasi momento, vista come un atto giusto, anzi un atto fondante della stessa esistenza morale di una nuova società: la morte come sacramento civile del futuro. Piero Vassallo, un amico che mi manca tanto, lo aveva capito ancora trenta anni fa, quando cominciò a registrare in alcuni ambienti dei fremiti per i sassi lanciati dai cavalcavia: omicidi casuali, totalmente privi di senso che non fosse, appunto, quello di un misterico sacrificio crudele.

 

In pratica, la vostra vita diventa spendibile in ogni momento, sacrificabile in ogni istante – perché la vostra vita non vale niente, non è un dono, unico irripetibile, fatto da Dio, che vi ha creati a vostra immagine e somiglianza. No, questa sua opera, l’essere umano, voi, va cancellata, va umiliata, degradata, disintegrata, va uccisa brutalmente, e massivamente.

 

Alcuni ritengono che, grazie alla meraviglia del Progresso, questa in fondo sia l’era più pacifica dell’umanità. Lo ha proclamato in forma di bestseller scientifico Steven Pinker in un libro di una dozzina di anni fa, spiegando, qualche dato alla mano, che la violenza nel mondo sarebbe declinata. (Pinker, poverino, è anche lui una vittima dell’amicizia di Jeffrey Epstein).

 

Cosa può aver capito questo tizio di quello che sta accadendo? L’assenza della guerra fa credere all’ebetismo di sinistra, e di destra, che viviamo un’era di pace. Possiamo comprendere lo scambio satanico che vi è alla base: niente guerra, ma centinaia di milioni di aborti, serque sempre maggiori di ammazzati con la dolce morte, quantità di squartati vivi con gli espianti, milioni di embrioni distrutti con la provetta – è tutto questo non è, come la guerra, uno stato di violenza temporaneo, ma è legge, è lo stato delle cose attuale. La Necrocultura è divenuta una funzione dello Stato moderno stesso.

 

Ve lo dobbiamo ripetere: gli dèi non si fermeranno lì. Non si accontenteranno delle fette di pane, perché esigono il panino completo – e il companatico siete voi. Vogliono potervi uccidere a piacere, vogliono che voi siate sacrificati ad essi. Il senso dell’allarme climatico, e della sempre più sfacciata spinta verso la riduzione della popolazione, sta tutto qui. Non possiederete nulla, e sarete felici. Non possiederete nemmeno la vostra vita.

 

Ora, se considerate quanto abbiamo scritto, capite quanto sia idiota per voi seguire, o tanto più finanziare, gli attuali gruppi pro-life, i quali, come gli sciocchi del proverbio cinese, guardano al dito (le leggi, la politica) e non alla luna – che in questa ora di tenebra, ci rendiamo conto,  è particolarmente spaventosa.

 

L’aborto è un sacrificio umano, un atto di culto verso dèi antichi che sono ancora qui nascosti fra noi, e che i cristiani semplicemente chiamano «demoni». Essi vogliono tornare a calpestare liberamente la terra, ed esigere il tributo di sangue degli uomini. Per farlo devono invertire tutto: la religione di Dio che si sacrifica per gli uomini deve sparire, per far tornare la religione dell’uomo che si sacrifica per il dio.

 

Tale ritorno non ha solo segni visibili. Vi sono, abbiamo capito, anche segni occulti: ci chiediamo cosa siano quei feti nei barattoli sotterrati che ogni tanto vengono scoperti in giro per l’Italia. Così come non abbiamo idea di cosa siano veramente i barili pieni di feti saltati fuori l’anno scorso.

 

Certo, ognuno di quei bimbi, è stato sacrificato. A cosa, possiamo cominciare a dirlo con chiarezza.

 

Ditelo anche voi.

 

Roberto Dal Bosco

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Branchi di adolescenti e anarco-tirannia: immagini dall’orrore del crimine giovanile USA

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Una serie di video di atti criminali consumatisi in USA stanno colpendo la rete.   In quasi tutti questi filmati è possibile vedere come i criminali siano ragazzi giovani, talvolta giovanissimi, che non sembrano nutrire alcuni rispetto per la dignità e la vita umana, né sembrano temere alcunché dall’autorità.   Immagini di violenza a volte gratuita fino al parossismo, che paiono indicare come oramai i ragazzi crescano immerso nel nichilismo più perverso e belluino.   In un allucinante video da Las Vegas, dei ragazzi rubano un’auto, speronano un’altra automobile mentre guidano in modo sconsiderato quindi, vedendo davanti a loro la strada libera e solo un ciclista in lontananza lo puntano e lo investono senza motivo, che non sia quello di riderci perversamente su.   Il ciclista, un poliziotto in pensione di 64 anni, sarebbe morto per le ferite riportate. L’autista, 17 anni, sarebbe stato fermato dalla polizia, dopo che era fuggito dalla scena del crimine. Secondo il Las Vegas Review-Journal, i ragazzi hanno pubblicato un video della corsa sui social media. La polizia ha potuto utilizzare il video come prova che mostrava che l’assassinio «intenzionale» del ciclista. Alla visione di questo video, alcuni hanno invocato la pena di morte.  

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In una pompa di benzina di Seattle si è visto invece un belluino attacco di branco, in cui una gang di teenager, che aveva rubato un’auto, ha fatto razzia del negozio, picchiando brutalmente la commessa.   In tutto il bottino ammonta a 100 dollari contenuti nel registratore di cassa, più delle sigarette.   Si resta impressionati dalla furia senza requie e senza esclusione di colpi nei confronti di una povera donna inerte, qualcosa di completamente lontano dai codici delle organizzazioni criminali di un tempo.     A Chicago, scene di violenza si sono viste durante le celebrazioni del giorno dell’indipendenza messicana. Le telecamere hanno ripreso risse a colpi di machete, con un poliziotto colpito alla testa con un bastone.   Durante un incidente avvenuto lungo il percorso di una parata in pieno giorno, si vede un tizio apparentemente vestito da luchador mascherato messicano mentre issa un machete contro alcuni uomini che lo affrontano.    

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Da New York arrivano le immagini di una enigmatica, sconvolgente esecuzione stradale di un ottantenne, che è stato ucciso davanti a sua moglie mentre tornava a casa da una festa.   Marcelino Valerio e sua moglie erano appena scesi dall’auto che li aveva accompagnati e si stavano preparando a entrare in casa quando un sospetto «vestito da ninja» in bicicletta passa davanti a loro e poi spara a bruciapelo uccidendo Valerio.   L’uomo, dicono, non aveva problemi con nessuno. La polizia brancola nel buio: nessun arresto. Ipotizziamo che possa trattarsi, di una qualche forma di iniziazione ad una gang criminale.     La settimana scorsa in California un evento di Skateboard, peraltro sponsorizzato da un notissimo marchio di scarpe e indumenti sportivi, si è tramutato in un’orgia di violenza.   Tra i 1500 partecipanti qualcuno, ad un certo punto, ha cominciato a tirare petardi. Ne è seguita la reazione delle forze dell’ordine, quindi, il caos. Sassaiole, lanci di bottiglia, il camion dei pompieri completamente rovinato da graffiti.    

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Sempre in California, a fine agosto, un branco di 400 adolescenti ha preso d’assalto un centro commerciale.   Risultato: scontri, spari, una donna accoltellata al collo.   La polizia ha poi dichiarato che, come nel caso di Peschiera del Garda nel 2022, l’annuncio del «raduno» vandalico era stato lanciato sui social media.         Lo scorso mese erano apparse anche le immagini di un borseggio in cui un’anziana signora, che resisteva, era trascinata per metri e metri.  

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In un video ripreso dalle telecamere di sorveglianza del New England, è possibile vedere un uomo rapinato dell’auto nel suo garage, tirato fuori dal veicolo, riempito di pugni e praticamente investito.   La polizia di Wesport ha in seguito arrestato un ragazzino di 16 anni con accuse di strangolamento, rapina, effrazione, tentativo di furto, e aggressione.   Delle immagini colpisce la rilassatezza dei giovanissimi criminali.     Vedendo questi video impressionanti, sembra chiaro che esiste una nuova generazione che percepisce la società in modo totalmente diverso rispetto a prima: non ha paura della polizia, né ha rispetto per la vita umana.   È una generazione cresciuta per la barbarie più distruttiva.   Si tratta, senza dubbio, di un ingrediente di non poco conto nel programma dell’anarco-tirannia dello Stato moderno: non solo gli immigrati devastatori (visti nelle rivolte francesi di luglio, nei capodanni con molestie sessuali, nelle città messe a soqquadro, nei disordini perfino quando il loro Paese vince qualche partita ai mondiali), ma anche un’interazione di ragazzini cresciuti con il nichilismo più immorale possibile, pronti per divenire assassini, pronti per essere sacrificati, pronti per edificare la società della Cultura della Morte.

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Contraccezione

Bergoglio parlerà alla conferenza della Fondazione abortista dei Clinton

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Papa Francesco parlerà alla conferenza della Clinton Global Initiative tramite collegamento video la prossima settimana in una «conversazione speciale» con il presidente Bill Clinton, in una discussione che includerà «il cambiamento climatico, la crisi dei rifugiati, il benessere dei bambini».

 

Il coinvolgimento del romano pontefice nell’iniziativa dei Clinton del prossimo 18 settembre è stata dichiarata solo ieri 14 settembre dal Vaticano. Papa Francesco darà il via alla conferenza di due giorni della Clinton Global Initiative (CGI) del 2023 il prossimo lunedì, tenendo quella che è stata descritta come una «conversazione speciale» con il molto controverso ex presidente Clinton.

 

«Lunedì 18 settembre papa Francesco interverrà in collegamento da remoto all’incontro organizzato a New York dalla Clinton Global Initiative, alle 9.15 (le 15.15 italiane)» riporta Vatican News. «Il papa parlerà delle sfide globali più urgenti del nostro tempo, come il cambiamento climatico, la crisi dei rifugiati, il benessere dei bambini e la missione e i progetti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù della Santa Sede».

 

«All’incontro, organizzato dalla Fondazione Clinton, saranno presenti il presidente della Fondazione stessa, Bill Clinton, la Segretaria della Fondazione, Hillary Rodham Clinton, e la Vicepresidente, Chelsea Clinton. All’evento, che proseguirà anche il 19 settembre, prenderanno parte, tra gli altri, Irfaan Ali, presidente della Guyana e l’ex premier britannico Tony Blair, che oggi guida il Tony Blair Institute for Global Change».

 

Bill Clinton è noto per la quantità di relazioni adultere che hanno dato scandalo durante la sua presidenza. Più rilevante ancora, il suo nome è associato indelebilmente al miliardario pedofilo Jeffrey Epstein, nel cui aereo privato avrebbe viaggiato almeno 26 volte, con diecine e diecine di visite del pedo-finanziere alla Casa Bianca quando Bill era presidente. Quello che sembrava essere un uomo di collegamento tra i Clinton e Epstein, Mark Middleton, è stato trovato impiccato con una fucilata al petto fuori da un ranch in Arkansas un anno fa.

 

Con Hillary, Bill ha creato la Fondazione internazionale che ha in Haiti uno dei suoi obiettivi principali. Gli aiuti della Fondazione Clinton dopo il sisma del 2010, furono oggetto delle critiche dell’allora capo della Protezione Civile italiana Guido Bertolaso. I Clinton, che andarono in luna di miele ad Haiti e assisterono ad una cerimonia di possessione officiata dal «papa» del Vudù caraibico Max Beauvoir, hanno ancora una fissa per Haiti, che nel frattempo sta sprofondando alla violenza indiscriminata.

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Da considerare come anche Chelsea Clinton, citata nel bollettino vaticano, abbia sollevato grandi controversie negli USA per la sua promozione di libri di contenuto pornografico nelle scuole americane. La figlia di Bill e Hillary è molto attiva anche sul fronte dei programmi di vaccinazione di OMS e organismi come Fondazione Gates.

 

L’altro personaggio citato, Tony Blair, è noto per guidare ora sforzi mondialisti per creare passaporti vaccinali digitali e altri sistemi di sorveglianza elettronica del pianeta. Detestato in patria per la guerra in Iraq, gode ancora di tanto credito presso l’élite globalista, tanto che alcuni si spingono a dire che sia l’erede designato di Klaus Schwab per la guida World Economic Forum, il noto gruppo estremista di Davos.

 

Papa Francesco aveva recentemente incontrato Bill Clinton in una visita privata non annunciata in Vaticano lo scorso 5 luglio, durante la quale i due uomini avrebbero parlato di «pace». All’udienza privata era presente anche Alex Soros, erede ufficiale dell’impero filantrocapitalista di George Soros.

 

Durante l’udienza con l’ex presidente USA, il papa, per qualche motivo incurante delle controversie che circondano il Clinton – una grande fetta del pubblico quando lo vede non pensa più solo a Monica Lewinsky e ai sigari, ma alla pedo-isola di Jeffrey Epstein – Salutando calorosamente l’ex presidente, Francesco gli ha regalato una statua realizzata in Vaticano che, secondo il romano pontefice, «simboleggia l’opera per la pace», che certo è il primo interesse dell’uomo che bombardò la Serbia nel 1999 proprio mentre uscivano le storie sulla Lewinsky.

 

Lo scandalo tuttavia non riguarda solo gli ospiti Clinton, ma anche i loro ospiti.

 

Saranno presenti il ​​governatore della California Gavin Newsom e le governatrici Kathy Hochul di New York e Gretchen Whitmer del Michigan, abortisti totali, così come l’ex portavoce pro-aborto della Casa Bianca Jen Psaki.

 

Anche gli attori Matt Damon e Orlando Bloom (quest’ultimo membro del movimento buddista della Soka Gakkai ma già salutato dal papa assieme alla compagna Katy Perry, già coinvolta in una battaglia legale con due suore di Los Angeles, durante un’udienza in Vaticano) sono presenti, così come tale «Qween Jean», un attivista per i “diritti” dei trans, fondatore e direttore esecutivo di Black Trans Liberation.

 

Rilevante la presenza dell’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla, che papa Francesco ha ricevuto segretamente due volte nel 2022. Bourla, assieme ad altri dirigenti di Big Pharma, ha recentemente firmato una lettera per chiedere la liberalizzazione della pillola abortiva. Come riportato da Renovatio 21, il vaccino COVID è stato imposto a tutto il personale vaticano, guardie svizzere incluse, e pure ai giornalisti a seguito dei viaggi apostolici del papa.

 

Non si tratta del primo contatto di Bergoglio con il clan Clinton.

 

Secondo Henry Sire, autore della biografia innovativa di papa Francesco The Dictator Pope, Francesco avrebbe addirittura fatto una donazione alla campagna presidenziale del 2016 di Hilary Clinton prelevando denaro dall’elemosineria. Mentre alcuni hanno respinto questa affermazione come diceria, Sire ha dichiarato a LifeSiteNews nel 2017 che i dettagli provenivano da un contatto in Vaticano e che «l’accusa è abbastanza ben nota ai giornalisti».

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La preferenza di Bergoglio verso la Clinton rispetto a Trump durante le elezioni 2016 potrebbe essere letta anche quando, nella classica conferenza stampa in aereo, a domanda di un giornalista sul muro che intendeva costruire il candidato Trump rispose che ciò «non è cristiano». L’espressione seria tenuta dall’argentino durante le visite del presidente USA nella Santa Sede sembrano puntare nella stessa direzione.

 

Durante gli anni di restrizioni del COVID-19, il Vaticano ha ospitato Chelsea Clinton – figlia di Bill e Hilary e vicepresidente della Fondazione Clinton – insieme agli amministratori delegati delle aziende produttrici di vaccini contaminati dall’aborto Pfizer e Moderna, il direttore degli Istituti Nazionali di Medicina degli Stati Uniti. Salute e il dottor Anthony Fauci. Papa Francesco aveva chiuso il convegno concedendo ai partecipanti una «udienza» privata e virtuale.

 

La Fondazione Clinton promuove in tutto il mondo contraccezione e «pianificazione delle nascite», concetti antitetici rispetto alla dottrina cattolica.

 

Tra gli sforzi della Fondazione vi è la «Clinton Health Access Initiative» (CHAI). Questo funziona in tutto il mondo, consentendo a circa 125 paesi di avere accesso a «medicinali, strumenti diagnostici, vaccini, dispositivi o altri prodotti e servizi sanitari salvavita» a prezzi particolarmente ridotti.

 

Uno dei programmi del CHAI si chiama «salute delle donne e dei bambini», che, utilizzando un linguaggio contraccettivo spesso utilizzato, garantisce che «le donne abbiano accesso agli strumenti di cui hanno bisogno per pianificare in modo sicuro le loro famiglie per migliorare i risultati sanitari e il benessere economico».

 

Il CHAI si vanta del suo lavoro volto a offrire «interventi semplici ed efficaci… per prevenire gravidanze indesiderate, trattare le complicazioni della gravidanza e del travaglio e salvare la vita dei neonati».

 

«Il CHAI ha sviluppato una strategia integrata per la salute materna, neonatale e riproduttiva per ridurre drasticamente le gravidanze indesiderate, le morti materne e neonatali e i nati morti» scrive il sito della Fondazione Clinton. «Questo approccio inizia raggiungendo adolescenti e donne per garantire che ricevano un’educazione sulla salute riproduttiva e abbiano accesso a una gamma di metodi contraccettivi efficaci e convenienti».

 

«Continuiamo a sostenere le donne durante i loro anni riproduttivi per garantire che ogni donna possa evitare gravidanze non pianificate e infezioni a trasmissione sessuale; spazio e limite delle nascite; avere una gravidanza e un parto sani; e vedere il suo neonato prosperare dalla nascita all’infanzia»

 

Il programma dei Clinton è stato utilizzato per la prima volta in Etiopia, prima di essere «testato su larga scala in Nigeria». A seguito di un’implementazione ancora più ampia del programma contraccettivo, il CHAI ha riferito di aver riscontrato un «aumento del 251% nell’uso medio mensile di impianti contraccettivi in ​​due anni in Camerun, Kenya, Liberia, Malawi, Nigeria, Tanzania e Zambia». Viene quindi esaltata la riduzione del prezzo del 50% sugli «impianti contraccettivi» grazie a «una garanzia di volume in 69 Paesi».

 

Il papa compare insomma su uno dei palchi principali dell’oligarcato della Necrocultura.

 

Avevate qualche dubbio in merito?

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