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CRISPR

L’Eugenetica cinese delle gemelle CRISPR

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Pochi giorni fa il ricercatore cinese Jiankui He, genetista della Southern University of Science and Technology di Shenzen, ha dichiarato al mondo di aver fatto nascere due gemelle geneticamente modificate. L’annuncio è stato fatto attraverso il canale YouTube del medico, che aveva rilasciato alcune anticipazioni all’agenzia Associated Press. L’esperimento avrebbe coinvolto sette coppie di cinesi adulti, i cui maschi sono portatori del virus HIV. Il fine di He era quello di far nascere due bambini con DNA modificato, per renderli resistenti al virus HIV dell’Aids.

 

Ventidue, a dire di He, gli embrioni sacrificati per questo esperimento disumano, sedici dei quali sarebbero stati modificati geneticamente attraverso una tecnica di «taglia e cuci» genetico.

 

Un’eugenetica positiva, fondata sulla selezione, sull’utile e sul «potenziamento», che mira a creare una società di «più che perfetti».

 

Si badi bene che la specie più resistente e inattaccabile rispetto al virus HIV è quella degli scimpanzé. Non sono pochi i laboratori di bioingegneria che hanno già pensato a come raggiungere la nuova frontiera della genetica preventiva: la frontiera dei bambini transgenici con geni di scimmia, immuni all’AIDS e ad altre malattie.

Un’eugenetica positiva, fondata sulla selezione, sull’utile e sul «potenziamento», che mira a creare una società di «più che perfetti».

 

Uomini vaccinati preventivamente. Vaccini umani.

 

Spaventa il livello di transumanesimo raggiunto sempre più velocemente, nel silenzio delle Accademie per la Vita.

 

Di tutto questo inferno bioetico, in particolare del caso cinese, abbiamo parlato con la dottoressa Martina Collotta, medico esperto di bioetica e in particolare delle nuove frontiere biotech attraverso le quali l’uomo tenta di sostituirsi a Dio, all’Incarnazione di Cristo, pronunciando orgogliosamente il proprio non serviam.

Uomini vaccinati preventivamente. Vaccini umani.

 

Dottoressa Collotta, il genetista cinese Jiankui He ha recentemente annunciato di aver fatto nascere due gemelle con DNA modificato per «proteggerle» dal virus HIV. Partiamo dal mezzo di comunicazione prescelto: perché un ricercatore dovrebbe presentare al mondo una nuova scoperta o un esperimento riuscito attraverso un video YouTube?

Tutto quello che ha a che fare con questa «scoperta» appare fortemente criticabile, proprio a partire dal modus operandi.

 

E allora? Tutti gli embrioni dovrebbero essere manipolati geneticamente perché l’AIDS scompaia?

Quando una ricerca viene ultimata, sia che si tratti di ricerca di base che di ricerca clinica, la prima ad essere informata deve essere la comunità scientifica, attraverso il mezzo della pubblicazione scientifica. Questo permette, prima di tutto, un «controllo di qualità» su quanto affermato dallo scienziato: come ha condotto l’esperimento? I dati che ha ottenuto sono verosimili? Se sono coinvolte persone, sono stati rispettati i criteri etici?

 

Solo se a queste domande si ottengono risposte positive, l’articolo che presenta la ricerca può essere preso in considerazione per la pubblicazione e, dunque, per l’ufficializzazione della scoperta, lasciando inoltre, sempre, lo spazio a critiche dei colleghi, dei pari, alle «peer review» in cui ogni altro scienziato può dire la sua circa il modo di condurre le ricerche e provare a sua volta a ripeterle per confermare o smentire i dati.

 

Saltare questo percorso obbligato, condiviso dalla comunità scientifica proprio per evitare le «fake news» della ricerca, significa essere consapevoli che qualcosa, nello studio condotto, non rispetta i canoni della scienza, non escludendo quelli etici che sono un elemento essenziale per la validità scientifica della ricerca stessa. Usare i canali non ufficiali equivale a farsi o a fare pubblicità, a destare scalpore; una trovata che arriva a colpire l’opinione pubblica senza filtri e che, per questo, può essere molto pericolosa.

 

Nel caso in cui si trattasse di un fake, a quale scopo tutto questo?

Considerando che He ha detto di aver modificato il DNA delle due bambine allo scopo di renderle immuni al contagio dell’HIV, pubblicizzare la sua scoperta – ammesso, appunto, che non sia una fake news -, equivarrebbe ad un tentativo di sdoganare le biotecnologie con un fine eugenetico. Nobile fine! Eliminare l’AIDS! Peccato che come ben sappiamo il fine non giustifica mai i mezzi.

 

L’HIV è un «mostro nero», è una malattia ad elevato valore simbolico, a impatto emotivo. Dire che ora abbiamo a disposizione un’arma, quella del «taglia e cuci» del DNA, che non si limita, per così dire, alla cura, ma addirittura evita il contagio, lo previene, significa far pensare che questa sia la soluzione ottimale

Perché proprio l’HIV?

È tutto molto ben studiato: l’HIV è un «mostro nero», è una malattia ad elevato valore simbolico, a impatto emotivo. Dire che ora abbiamo a disposizione un’arma, quella del «taglia e cuci» del DNA, che non si limita, per così dire, alla cura, ma addirittura evita il contagio, lo previene, significa far pensare che questa sia la soluzione ottimale.

 

Sembra proprio essere un ballon d’essai lanciato al solo scopo di far credere che l’eugenetica salverà il mondo dalle malattie infettive e da chissà che altro.

 

Tra l’altro, la trasmissione materno-fetale dell’HIV oggi è evitata dai farmaci, dunque, pur ipotizzando anche questa eventualità da prevenire, non vi sarebbe certo bisogno di intervenire sul DNA quando un esiste un trattamento molto meno invasivo e, soprattutto, moralmente lecito. Intervenire in questo modo sul genoma, significa voler prevenire un futuro contagio. E allora? Tutti gli embrioni dovrebbero essere manipolati geneticamente perché l’AIDS scompaia?

 

In Cina si consuma il nuovo transumanesimo della genetica. Perché secondo lei?

Una scienza senza etica conduce a qualsiasi aberrazione, non ultima quella del transumanesimo, della distruzione della persona umana con il fine di creare un uomo nuovo su misura, perfetto, indistruttibile… perfino immortale.

 

In Cina l’etica fatica ad entrare in qualsiasi campo, non solo quello della scienza purtroppo: pensiamo all’economia cinese e, soprattutto, pensiamo a di quale ideologia è impregnata la Cina tutta: il comunismo.

 

Non possiamo parlare di etica quando ci troviamo di fronte ad un’ideologia gnostica che vuole la distruzione dell’uomo. La Cina comunista è il terreno fertile per gli abomini della pseudo-scienza.

 

Inoltre, un’altra ragione sta in quanto detto inizialmente circa il modus operandi di He. La via ufficiale della trasmissione dei risultati delle ricerche scientifiche, in Cina, è spesso bypassata. Molte «fake news» della ricerca vengono proprio da lì. Non abbiamo gli strumenti per verificare se quanto affermato dagli scienziati cinesi sia stato davvero realizzato o meno, ma resta il fatto che l’impatto sull’opinione pubblica rimane. Che sia un falso o che sia stato fatto un altro triste passo verso qualcosa di mostruoso, le coscienze vengono scosse, turbate e falsamente commosse da drammi umani – come appunto il contagio da HIV – che la genetica promette di far dimenticare.

Non abbiamo gli strumenti per verificare se quanto affermato dagli scienziati cinesi sia stato davvero realizzato o meno, ma resta il fatto che l’impatto sull’opinione pubblica rimane.

 

Tornando alle due bambine, dal punto di vista medico, è possibile che il macabro esperimento di He sia riuscito pienamente, ovvero che queste due bambine saranno preservate dall’eventuale virus HIV?

Mettiamo da parte, per un attimo, l’etica, e fermiamoci alla sola scienza biomedica.

 

Due sono i principali ostacoli al successo di un tale esperimento: il primo è la tecnica usata, la CRISPR; il secondo è l’intervento sull’embrione per arrivare ad un essere umano nato vivo e vitale.

 

La CRISPR è un «taglia e cuci» del DNA, sono delle forbici molecolari capaci di individuare un bersaglio di DNA complementare ad uno «stampo», tagliare in tutto o parte il gene bersaglio e sostituirlo con un gene modificato.

 

Peccato che la capacità di riconoscere lo stampo non è un perfetto modello chiave-serratura, e la CRISPR taglia anche «a caso», taglia bersagli simili a quello cercato, sostituisce in maniera imperfetta, «chiude» il DNA tagliato prima che sia stato sostituito correttamente.

Peccato che la capacità di riconoscere lo stampo non è un perfetto modello chiave-serratura, e la CRISPR taglia anche «a caso», taglia bersagli simili a quello cercato, sostituisce in maniera imperfetta, «chiude» il DNA tagliato prima che sia stato sostituito correttamente.

 

Gli errori che può generare sono ancora moltissimi, allo stato attuale della ricerca. Che il «taglia e cuci» di He sia stato tanto preciso, ho i miei dubbi… Quali le conseguenze a lungo termine di tali errori? Tumori, disturbi dello sviluppo, malattie neurodegenerative… Non sappiamo. Proprio perché fino ad ora la ricerca ufficiale non si è spinta tanto oltre. La CRISPR fa ancora parte della ricerca di base, non ne conosciamo gli effetti a lungo termine.

 

Tutto questo fa capire il perché sia inverosimile anche che l’intervento sull’embrione sia andato a buon fine: partire da poche cellule (He, ovviamente, si è ben guardato dal dirci a quale stadio sarebbe intervenuto), modificarle, pretendere che queste, senza errori fatali, continuino il loro sviluppo indisturbate dando vita a due esseri umani vivi, vitali e sani, è quantomeno improbabile. Le fasi dello sviluppo embrionario sono delicate in natura, figuriamoci quando si interviene artificialmente in maniera così massiccia.

 

Lasciando pure un margine di plausibilità, resta il fatto che, per aver ottenuto un successo su di un embrione, quanti altri sarebbero andati persi – ovvero quanti esseri umani uccisi – per permettere un tale risultato?

 

Pare che i ricercatori cinesi non si vogliano fermare all’HIV. Si è parlato anche di colera e vaiolo…

Ogni agente patogeno, virale o batterico, ha uno o più specifici recettori nell’organismo. Questi recettori, per lo più, sono proteine presenti sulla membrana delle cellule, usati per riconoscere sostanze circolanti, ormoni, piccole molecole… tutto quanto riguarda la comunicazione da un distretto all’altro dell’organismo e da cellula a cellula.

 

I recettori per virus e batteri, dunque, non nascono certo per questo; non nascono per permettere un’infezione, ma sono piuttosto presenti fisiologicamente nel nostro organismo per svolgere diverse funzioni necessarie all’omeostasi.

Per aver ottenuto un successo su di un embrione, quanti altri sarebbero andati persi – ovvero quanti esseri umani uccisi – per permettere un tale risultato?

 

Eliminarli o modificarli porta inevitabilmente delle conseguenze, in una sorta di imprevedibile effetto domino, che può essere positivo o negativo.

 

Forse modificare il recettore per l’agente di una malattia infettiva ci renderà immuni a quella malattia, ma chissà che quella modifica non ci renda molto più suscettibili ad un altro patogeno, o alteri irreversibilmente la fisiologica comunicazione intercellulare.

 

Vero o non vero il progresso della tecnica spaventa. Dove vogliono arrivare?

L’obiettivo? L’oltreuomo, il superuomo nietzschiano sono gli obiettivi del transumanesimo e del postumanesimo. Non si tratta solo di «bambini OGM», di «designer baby», si tratta di una nuova concezione della persona umana che, di fatto, viene privata della sua natura.

 

Non siamo più di fronte alla persona nella sua complessità, nella sua natura voluta e creata da Dio come sinolo di anima e corpo. Siamo di fronte all’uomo-macchina di un novello scientismo, un uomo ridotto al suo genoma. Un uomo da tagliare, smontare, correggere e rimontare verso una perfezione che non sarà mai abbastanza perfetta. Tutto questo riecheggia la follia del trapianto di testa. È una sorta di folle corsa verso l’immortalità, fuggendo dalle malattie e dalla limitatezza della nostra creaturalità. Dimenticando che immortale, la nostra anima lo è già!

Non siamo più di fronte alla persona nella sua complessità, nella sua natura voluta e creata da Dio come sinolo di anima e corpo. Siamo di fronte all’uomo-macchina di un novello scientismo, un uomo ridotto al suo genoma. Un uomo da tagliare, smontare, correggere e rimontare verso una perfezione che non sarà mai abbastanza perfetta.

 

Quanti sono gli embrioni sacrificati sull’altare della ricerca e del progresso della tecnica?

Troppi. Non credo sia possibile fare una stima anche solo approssimativa di quanti embrioni vengono sacrificati perché distrutti o congelati. Le stime, di fatto, sono opera di chi quegli embrioni li «fabbrica» e li tratta come materiale biologico di scarto. Come fare a credere alla loro obiettività?

 

Jiankui He potrebbe essere il capro espiatorio per overtonizzare ancora di più la prassi dell’eugenetica positiva?

He si è sicuramente prestato a questo gioco antiumano, forse perché alla ricerca di fama e successo, per non dire di denaro. È molto probabile che si tratti di una semplice pedina, mossa dagli interessi delle compagnie biotech senza etica – e di aziende biotecnologiche He ne possiede due – e dai loro ideologi intenzionati a presentarci un progresso sempre positivo, sempre teso a fare del bene, sempre rivolto al miglioramento dell’uomo.

L’eugenetica biotecnologica è l’arma di una pseudo-scienza che non conosce il limite etico, al punto di presentarsi sotto una veste «etica», quasi moralista: il fine è buono, anzi ottimo! Prevenire, non solo curare. Rendere perfetti, non solo migliorare. Superuomini, non solo uomini.

E chi non abbraccia questa sedicente morale, pecca di crudeltà, condannando l’uomo alla sua naturale imperfezione, alla malattia e alla morte.

Chi quegli embrioni li «fabbrica» li tratta come materiale biologico di scarto

 

La tecnica avanza sempre di più, ad una velocità spropositata. Sembra però non esserci più un argine bioetico, né cattolico né tanto meno laico e soprattutto giuridico capace di arginare questa macchina di morte. Quali rimedi?

L’argine non può esistere «fuori», nell’etica della scienza, nella legge, negli interessi economici che, alla fin fine, guidano la ricerca più dello stesso interesse scientifico.

 

L’argine si è rotto dentro di noi. Si è rotto l’argine della coscienza che giudica secondo la sola vera ed autentica legge morale, si è rotto travolto dalla corrente dell’etica della situazione, dal buonismo del fine che giustifica i mezzi, dal pensiero liquido che non risparmia nemmeno il mondo cattolico.

 

O ritorniamo a costruire l’argine etico alla luce della legge che Dio ha scritto nei nostri cuori e che la Tradizione e il Magistero di sempre non hanno fatto altro che aiutarci a meglio comprendere ed applicare, o soccomberemo anche noi al solito triste «chi sono io per giudicare?».

 

Cristiano Lugli

 

 

Pubblicato previamente su Riscossa Cristiana

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CRISPR

La tecnologia di editing genetico CRISPR porterà alla creazione del «bambino perfetto»?

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Creare bambini umani con la tecnologia di editing genetico CRISPR comporta la modifica del DNA degli embrioni in una fase molto precoce per introdurre cambiamenti specifici. I progressi nella tecnologia hanno innescato il dibattito se le attuali normative e gli enti normativi siano sufficienti per affrontare le sue sfide uniche e i potenziali rischi.

 

CRISPR è uno degli strumenti genetici più recenti che consente agli scienziati di apportare modifiche al DNA, la molecola che contiene le istruzioni su come gli esseri viventi crescono e funzionano.

 

Il nome CRISPR sta per «Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats» [«sequenze ripetute palindrome brevi raggruppate a intervalli regolari», ndt], che si riferisce a un sistema presente in alcuni batteri. Gli scienziati hanno adattato questo sistema, insieme a una proteina speciale chiamata Cas9, per tagliare e modificare il DNA nei punti desiderati.

 

I ricercatori affermano che questo strumento ha rivoluzionato la scienza, rendendo più facile studiare i geni, risolvere problemi genetici ed esplorare nuovi trattamenti per le malattie. Sono descritti come dotati di un paio di forbici molecolari in grado di riscrivere il codice della vita.

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Introdotto nel 2012, è rapidamente diventato un’opzione preferita rispetto ai metodi più vecchi, come TALEN e nucleasi zinc-finger, che erano più costosi e richiedevano più tempo. Da allora, CRISPR è stato adottato in tutto il mondo, rivoluzionando il modo in cui gli scienziati modificano i geni e studiano il DNA.

 

Ecco una spiegazione semplificata del funzionamento della tecnologia CRISPR:

 

1) Individuare il DNA target: gli scienziati identificano la sequenza specifica del DNA che vogliono modificare, come quando si cerca un errore di battitura in un libro.

2) Guida lo strumento: creano un «RNA guida» per condurre il sistema CRISPR nel punto esatto del DNA.

3) Taglia il DNA: la proteina Cas9, agendo come una forbice molecolare, taglia il DNA nel punto bersaglio.

4) Riparare o modificare: la cellula cerca di riparare il taglio. Gli scienziati possono lasciare che la cellula lo ripari naturalmente o inserire nuovo DNA per apportare modifiche specifiche.

 

Questa tecnologia è stata ampiamente utilizzata nei campi della medicina, dell’agricoltura, della ricerca e della biotecnologia. Di seguito una breve descrizione dell’adozione di questo ultimo progresso nell’ingegneria genetica secondo i sostenitori di CRISPR:

 

Medicinale:

  • Sviluppo di terapie geniche per curare malattie genetiche (ad esempio, anemia falciforme e fibrosi cistica).
  • Ricerca di trattamenti all’avanguardia contro il cancro mediante la modifica delle cellule immunitarie per colpire il cancro.
  • Esplorazione di trattamenti per le infezioni virali (ad esempio, HIV e COVID-19).

 

Agricoltura:

  • Studio della resistenza delle colture ai parassiti, alle malattie e allo stress ambientale.
  • Ricerca sul contenuto nutrizionale migliorato e sulla durata di conservazione di frutta e verdura.
  • Creazione di bestiame resistente alle malattie.

 

Ricerca scientifica:

  • Studiare il funzionamento dei geni e comprendere le malattie a un livello più profondo.
  • Creazione di modelli animali per imitare le malattie umane a scopo di ricerca.

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Biotecnologia:

  • Ingegneria microbica per produrre biocarburanti, prodotti farmaceutici e prodotti chimici industriali.
  • Sviluppare nuovi strumenti diagnostici per rilevare le malattie in modo più accurato.

 

Conservazione ed ecologia:

  • Proteggere teoricamente le specie in via di estinzione modificando i geni per renderli resistenti alle malattie.
  • Tentativo di controllo delle specie invasive o dei parassiti attraverso gene drive.

 

Secondo la ricerca, gli OGM 2.0 (organismi geneticamente modificati 2.0) annunciano un’incredibile svolta nella società moderna. È vero?

 

Dai resoconti degli scienziati e dell’industria biotecnologica, sembrerebbe che CRISPR sia il nirvana della scienza e che la sua precisione genetica consenta le scoperte segnalate.

 

Tuttavia, CRISPR presenta anche potenziali rischi e preoccupazioni etiche. Uno dei pericoli maggiori sono gli effetti off-target, in cui CRISPR modifica accidentalmente la parte sbagliata del DNA, il che potrebbe portare a cambiamenti indesiderati e risultati potenzialmente dannosi.

 

Esiste anche il rischio di alterazione genetica, ovvero l’alterazione di un gene potrebbe avere effetti imprevedibili su altri geni o sistemi biologici.

 

CRISPR non è preciso. Sequenze di DNA simili in altre parti del genoma possono confondere lo strumento, inducendolo a tagliare o modificare nei punti sbagliati. Anche quando CRISPR taglia il punto giusto, il processo di riparazione del DNA da parte della cellula può introdurre errori o causare cambiamenti involontari.

 

Nella situazione più inquietante, come nel caso dell’editing degli embrioni umani, i cambiamenti potrebbero essere trasmessi alle generazioni future, sollevando preoccupazioni circa conseguenze impreviste per intere popolazioni.

 

Inoltre, CRISPR potrebbe essere utilizzato in modo improprio, ad esempio per creare organismi nocivi o «designer babies» [«bambini progettati», ndt], dando origine a dibattiti etici sui limiti della modifica genetica. La precisione è stata messa in discussione, dando origine a “errori” genetici.

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È possibile creare il «bambino perfetto» con la tecnologia CRISPR?

Sì. Creare bambini umani con CRISPR comporta la modifica del DNA degli embrioni in una fase molto precoce per introdurre cambiamenti specifici.

 

Ecco come funziona in termini semplici:

 

1) Creazione o ottenimento di embrioni: gli scienziati iniziano con gli embrioni creati tramite fecondazione in vitro (ICF), in cui gli ovuli vengono fecondati dallo sperma all’esterno del corpo.

2) Puntando al DNA: utilizzando CRISPR, identificano la parte specifica del DNA dell’embrione che vogliono modificare, ad esempio un gene collegato a una malattia genetica.

3) Modifica del gene: una molecola guida indirizza lo strumento CRISPR-Cas9 verso la posizione esatta nel DNA. La proteina Cas9 taglia quindi il DNA, consentendo agli scienziati di rimuovere, riparare o sostituire il gene mirato.

 

Consentire all’embrione di svilupparsi: dopo che il DNA è stato modificato, l’embrione viene monitorato per garantire che si sviluppi normalmente. Se ritenuto sicuro, potrebbe essere impiantato nell’utero di una persona per crescere e diventare un bambino.

 

In sintesi, le modifiche apportate al DNA dell’embrione sono permanenti e possono essere tramandate alle generazioni future. Ci sono preoccupazioni etiche, tra cui i rischi di effetti collaterali imprevisti, così come le implicazioni morali dell’editing della vita umana e della creazione di «bambini progettati». Questo non è ciò che era previsto dalla natura.

 

Queste sfide evidenziano la necessità di un uso responsabile e di ricerche approfondite prima di un’adozione diffusa.

 

La Food and Drug Administration degli Stati Uniti, il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, la Environmental Protection Agency degli Stati Uniti e i National Institutes of Health sono responsabili della supervisione a seconda del campo specifico di applicazione della tecnologia. Possiamo fidarci che queste agenzie facciano il loro lavoro?

 

Con il rapido progresso della tecnologia CRISPR, è in corso un dibattito se le attuali normative e gli enti normativi siano sufficienti ad affrontare le sue sfide specifiche e i potenziali rischi.

 

Per 159 dollari su Amazon, chiunque può acquistare kit di laboratorio per l’alterazione delle colture. Dov’è la supervisione sul mercato dei consumatori non regolamentato?

 

Uno studente delle superiori sarà in grado di progettare bambini nel garage di casa? Improbabile, tuttavia, è chiaramente dimostrato che c’è una mancanza di supervisione e la necessità di una regolamentazione altamente controllata.

 

Pubblicato originariamente da GMOScience .

 

 

Michelle Perro

MD

 

© 19 dicembre 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

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CRISPR

Editing genetico CRISPR per curare le malattie ereditarie, gli scienziati scoprono problemi imprevisti

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Secondo un team di ricercatori e medici del programma di ricerca clinica ImmuGene dell’Università di Zurigo in Svizzera, in determinate condizioni l’editing genetico basato su CRISPR può portare a delezioni e riarrangiamenti del DNA su larga scala.   Sono in fase di sviluppo strumenti di editing genetico basati su CRISPR per correggere specifiche sezioni difettose del genoma e curare malattie genetiche ereditarie; alcune applicazioni sono già in fase di sperimentazione clinica.   Tuttavia, c’è un problema: in determinate condizioni, la riparazione può portare a delezioni e riarrangiamenti su larga scala del DNA, come nel caso del targeting del gene NCF1 nella malattia granulomatosa cronica (CGD). Questo è stato segnalato da un team di ricercatori e medici del programma di ricerca clinica ImmuGene presso l’Università di Zurigo.   Le loro scoperte hanno importanti implicazioni non solo per la terapia basata sull’editing genetico, ma anche per l’editing genetico mediato da CRISPR su animali e piante, dove potrebbero essere innescati gli stessi tipi di danni genetici su larga scala.   Infatti, poiché tale editing viene eseguito con molta meno cautela negli organismi non umani, la probabilità che si verifichino danni su larga scala aumenta enormemente (vedere di seguito sul multiplexing).   Lo studio dimostra inoltre che i tentativi di evitare questi problemi utilizzando adattamenti delle tecnologie di editing genetico CRISPR, come l’editing di prime e di base, potrebbero non avere successo.   Questa ricerca sulla CGD è solo l’ultima di una serie di studi che hanno ripetutamente dimostrato che diversi tipi di mutazioni indesiderate derivanti dall’editing genetico possono influenzare il funzionamento di molteplici sistemi genici, con conseguenze potenzialmente dannose.

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Che cosa è la CGD?

La CGD è una rara malattia ereditaria che colpisce circa una persona su 120.000. La malattia compromette la componente del sistema immunitario responsabile della lotta alle infezioni, il che può essere pericoloso per la vita del paziente.   Una variante della CGD è causata dall’assenza di due lettere nella sequenza genica dell’unità base del DNA che codifica per la proteina NCF1. Questo errore determina l’incapacità delle cellule del sangue note come neutrofili di produrre un complesso enzimatico che svolge un ruolo essenziale nella difesa immunitaria contro infezioni batteriche, da lieviti e fungine.  

I risultati del nuovo studio

Nel nuovo studio, il team di ricerca è riuscito a utilizzare il sistema di editing genetico CRISPR per inserire le lettere mancanti dell’unità base del DNA nel posto giusto nel gene NCF1, riparando così il difetto genetico.   Inizialmente, hanno condotto esperimenti su colture di cellule umane contenenti il ​​gene difettoso NCF1.   Gli autori sono poi passati agli esperimenti che utilizzano i bersagli cellulari naturali per la terapia genica CGD: cellule staminali del midollo osseo e cellule progenitrici parentali di pazienti CGD che ospitano il difetto nel gene NCF1. (Le cellule staminali del midollo osseo sono le cellule parentali da cui vengono prodotti tutti i tipi di cellule del sangue. Ciò include globuli rossi e cellule del sistema immunitario, ad esempio, cellule T, cellule B e neutrofili).   Tuttavia, alcune delle cellule riparate ora mostravano nuovi difetti genetici che interessavano ampie regioni del DNA. Intere sezioni del cromosoma attorno a dove era avvenuta la riparazione tramite editing genetico erano mancanti. Queste sezioni mancanti in alcuni casi si estendevano su milioni di unità base del DNA, con conseguente perdita di molti geni (17 in un caso).   La ragione di ciò è la particolare costellazione genetica in cui si trova il gene NCF1: è presente tre volte sullo stesso cromosoma, una volta come gene normalmente funzionante e due volte sotto forma di pseudogeni difettosi (copie imperfette del gene funzionale).   Questi pseudogeni non sono in grado di produrre la normale proteina NCF1 e quindi non possono contribuire alla formazione del complesso enzimatico richiesto dai neutrofili per combattere le infezioni.   Lo strumento di editing genetico CRISPR non è riuscito a distinguere tra le diverse versioni del gene NCF1 e quindi occasionalmente ha tagliato il filamento di DNA in più punti del cromosoma, sia nel gene NCF1 normalmente funzionante che negli pseudogeni difettosi.   Quando le sezioni sono state successivamente riunite, in alcuni casi, interi segmenti genici erano disallineati o mancanti. Le conseguenze mediche sono imprevedibili e, nel caso peggiore, possono contribuire allo sviluppo della leucemia.   «Ciò richiede cautela quando si utilizza la tecnologia CRISPR in un contesto clinico», ha affermato l’autrice principale Janine Reichenbach.

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Ricercato metodo più sicuro

Nel tentativo di ridurre al minimo i rischi di introdurre inavvertitamente danni su larga scala al DNA, il team ha testato una serie di approcci utilizzando diverse versioni dello strumento di editing genetico CRISPR.   Per prima cosa, hanno introdotto nelle cellule un complesso di editing CRISPR/Cas preassemblato, noto come RNP (ribonucleoproteina), anziché materiale genetico (plasmidi) che codifica per questo strumento di editing genetico.   L’utilizzo di complessi CRISPR/Cas RNP preassemblati è diventato uno standard nel campo della terapia genica poiché, una volta all’interno delle cellule bersaglio, hanno una vita più breve rispetto al DNA plasmidico e quindi hanno meno tempo per causare danni involontari al DNA.   I ricercatori hanno scoperto che il CRISPR/Cas RNP poteva correggere con successo il difetto genetico NCF1 nel 5% o 50% delle cellule bersaglio, a seconda del tipo di cellula. Tuttavia, ciò non ha impedito la formazione di danni al DNA su larga scala in un’alta percentuale di queste cellule bersaglio, ovvero il 25% o il 35%.   In secondo luogo, i ricercatori hanno anche testato varianti dello strumento di editing genetico CRISPR/Cas che introducono solo rotture a singolo filamento di DNA anziché la più comune rottura a doppio filamento di DNA. Questo per evitare la formazione di rotture a doppio filamento che sono generalmente considerate la causa di danni al DNA su larga scala.   Hanno anche preso in considerazione l’utilizzo di elementi protettivi che riducono la probabilità che lo strumento di editing genetico tagli il cromosoma in più siti contemporaneamente.   Sfortunatamente, nessuna di queste misure è stata in grado di prevenire completamente gli effetti indesiderati, incluso, forse sorprendentemente, il fatto che lo strumento CRISPR non abbia causato alcuna rottura del doppio filamento del DNA.   Ciò funge da avvertimento per coloro che sviluppano approcci di editing genetico basati su CRISPR che coinvolgono processi noti come prime editing e base editing, che si basano su rotture del singolo filamento di DNA per svolgere la loro attività di editing.   Si ritiene comunemente che l’utilizzo di tali metodi minimizzi il rischio di creare grandi cancellazioni e riarrangiamenti indesiderati nel DNA.   Ma la nuova ricerca dimostra che potrebbe non essere così e che è necessaria un’attenta caratterizzazione genetica molecolare, come il sequenziamento del DNA a lettura lunga, per garantire che ciò non sia accaduto.   «Questo studio evidenzia sia gli aspetti promettenti che quelli impegnativi delle terapie basate su CRISPR», ha affermato il coautore Martin Jinek, professore presso il Dipartimento di biochimica dell’Università di Zurigo.   Ha affermato che lo studio fornisce spunti preziosi per lo sviluppo di terapie di editing genetico per la CGD e altre malattie ereditarie.   «Tuttavia, sono necessari ulteriori progressi tecnologici per rendere il metodo più sicuro ed efficace in futuro».

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Implicazioni per l’editing genetico di animali e piante

Sebbene questo studio sia correlato alla terapia genica umana, ha importanti implicazioni per l’editing genetico di animali e piante. Questo perché i tipi di danni su larga scala al genoma descritti in questo studio possono verificarsi anche durante l’editing genetico di questi organismi.   Di conseguenza, il funzionamento di molti geni può essere interrotto o perso. Ciò a sua volta può portare a cambiamenti importanti nella funzione biochimica e cellulare dell’organismo.   Negli animali, gli effetti indesiderati osservati in questo studio potrebbero compromettere la salute, causando malattie come cancro e difetti dello sviluppo. Nel caso di piante alimentari geneticamente modificate, il risultato potrebbe essere una tossicità o allergenicità inaspettata, o un contenuto nutrizionale alterato.   Molti ingegneri genetici vegetali affermano di poter escludere le piante con mutazioni genetiche indesiderate. Tuttavia, a meno che una mutazione non faccia apparire la pianta palesemente malata o non riesca a crescere e propagarsi, potrebbe non essere individuata, anche se potrebbe aver dato origine a una composizione biochimica alterata che può danneggiare il consumatore.  

Rischi del multiplexing

La probabilità che il danno al DNA su larga scala osservato in questo studio si verifichi durante l’editing genetico delle piante alimentari è enormemente aumentata dall’aspirazione degli ingegneri genetici vegetali di colpire più geni simultaneamente («multiplexing»).   Il multiplexing consiste nell’introdurre nelle cellule più strumenti CRISPR/Cas contemporaneamente, con l’obiettivo di colpire diverse posizioni nel DNA dell’organismo.   Ciò determina la creazione simultanea di numerosi tagli nel DNA delle cellule e di conseguenza esiste un rischio molto elevato che si verifichino grandi cancellazioni e riarrangiamenti durante la riparazione del DNA, come è dimostrato graficamente in questo studio.

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È richiesto un attento esame

In conclusione, questo studio completo ha dimostrato come delezioni e riarrangiamenti su larga scala del genoma possano verificarsi in seguito all’attività anche di un singolo strumento di editing genetico CRISPR/Cas.   Si è scoperto che ciò avviene quando l’attività dello strumento di editing genetico produce una rottura del DNA a singolo o doppio filamento sia nei siti di editing previsti che in quelli non previsti. Questo processo imita anche ciò che avviene durante le applicazioni di editing genetico multiplex mediate da CRISPR/Cas.   Gli autori avvertono che i siti bersaglio dell’editing genetico devono essere esaminati attentamente per evitare che questo meccanismo provochi effetti di questo tipo.   Le persone nel campo dell’editing genetico agricolo devono assicurarsi di fare anche questo. Ma finora non abbiamo visto alcuna prova che lo stiano facendo. Questa omissione può comportare la perdita di una caratterizzazione genetica molecolare cruciale e delle conseguenze a valle di qualsiasi danno genetico in un prodotto finale modificato geneticamente e destinato al mercato.   Tali conseguenze possono includere l’interruzione di molteplici funzioni geniche, che portano a cambiamenti biochimici che risultano in tossicità o allergenicità inaspettate, o contenuto nutrizionale compromesso. Devono essere in atto delle normative per richiedere che tutte queste possibilità siano esaminate in una valutazione approfondita del rischio.  
Michael Antoniou Claire Robinson    
Pubblicato originariamente da GMWatch. Il dott. Michael Antoniou è professore di genetica molecolare presso il Dipartimento di genetica medica e molecolare del King’s College di Londra.  Claire Robinson è una redattrice di GMWatch. I punti di vista e le opinioni espresse in questo articolo sono quelli degli autori e non riflettono necessariamente i punti di vista di Children’s Health Defense.
  © 26 novembre 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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CRISPR

La tecnologia delle «forbici genetiche» CRISPR provoca cambiamenti involontari nei cromosomi

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Uno studio su Nature Genetics mostra che l’uso delle «forbici genetiche» CRISPR/Cas causa cambiamenti genetici involontari che sono diversi dalle mutazioni casuali. Questi risultati hanno anche implicazioni per la valutazione del rischio delle piante ottenute da nuove tecnologie di ingegneria genetica.

 

Uno studio pubblicato di recente su Nature Genetics dimostra che l’uso delle «forbici genetiche» CRISPR/Cas provoca cambiamenti genetici involontari che sono diversi dalle mutazioni casuali.

 

Secondo lo studio, i principali cambiamenti strutturali nei cromosomi si verificano molto più frequentemente nelle regioni genomiche prese di mira dalle «forbici geniche» rispetto a quanto accadrebbe altrimenti.

 

Questi risultati hanno implicazioni anche per la valutazione del rischio delle piante ottenute tramite la nuova ingegneria genetica, ha riferito TestBiotech.

 

Secondo la Commissione dell’Unione Europea e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, le modifiche genetiche involontarie risultanti dall’uso delle «forbici genetiche» CRISPR/Cas non sono diverse dalle mutazioni casuali.

 

Tuttavia, un nuovo metodo di valutazione dei dati dimostra che questa ipotesi è errata.

 

L’uso di CRISPR/Cas interrompe completamente il doppio filamento di DNA, causando la temporanea separazione di alcuni cromosomi dalla sezione principale.

 

Nella sezione separata (distale), i cromosomi possono ristrutturarsi e sequenze più grandi di DNA possono andare perse (delezioni), invertite (inversioni) o inserite nel posto sbagliato (inserzioni).

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Studi condotti su cellule umane, animali e vegetali hanno dimostrato che queste ristrutturazioni avvengono.

 

Tuttavia, lo studio recentemente pubblicato su Nature Genetics è il primo a utilizzare grandi set di dati per dimostrare una dipendenza statisticamente altamente significativa del verificarsi di questi cambiamenti indesiderati dall’uso di «forbici genetiche».

 

Per valutare le grandi quantità di dati è stato utilizzato un programma speciale con Intelligenza Artificiale. Ciò ha rivelato che la posizione e la frequenza dei cambiamenti genetici involontari non possono in alcun modo essere equiparati al verificarsi di mutazioni casuali.

 

Sebbene i set di dati provengano da cellule umane modificate con le «forbici genetiche», si deve supporre che effetti simili si verifichino anche nelle cellule animali e vegetali.

 

Tuttavia, le conseguenze sono diverse: negli esseri umani e negli animali, questo tipo di cambiamenti sono particolarmente associati al rischio di cancro.

 

Per quanto riguarda le piante, i rischi sono diversi e riguardano principalmente gli effetti negativi sull’ambiente e la modifica della composizione degli alimenti derivati ​​da queste piante.

 

Anche l’allevamento può essere influenzato: se i cambiamenti indesiderati passano inosservati, possono accumularsi nel materiale genetico delle piante, compromettendo così sia la stabilità genetica delle future varietà vegetali sia la loro idoneità all’uso in agricoltura.

 

Pubblicato originariamente da Sustainable Pulse

 

© 8 agosto, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

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