Eutanasia
«Turismo della morte», una nuova soluzione al danno reputazionale della Svizzera

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
L’associazione LifeCircle in Svizzera è profondamente scontenta della reputazione del Paese per il turismo della morte. La gente arriva da tutto il mondo per approfittare della legge liberale sul suicidio assistito, anche per i non residenti.
All’inizio di questo mese LifeCircle ha tenuto una manifestazione nella capitale svizzera, Berna, per promuovere la sua soluzione: la legalizzazione del suicidio assistito in tutto il mondo. In questo modo, non ci sarebbe bisogno che i malati percorrano grandi distanze per cercare la morte.
La soluzione: la legalizzazione del suicidio assistito in tutto il mondo. In questo modo, non ci sarebbe bisogno che i malati percorrano grandi distanze per cercare la morte
La dott.ssa Erika Preisig, presidente di LifeCircle, ritiene che anche in Svizzera ci siano troppe scartoffie sul suicidio assistito. Dovrebbe essere solo una parte quotidiana del lavoro di un medico, dice:
«Molto deve cambiare in Svizzera. La morte assistita dovrebbe far parte del normale lavoro di un medico, come la somministrazione di antibiotici. Certo, devi stare attento a prescrivere antibiotici, proprio come devi stare attento con la chirurgia. Dovresti anche stare attento con la morte assistita. È la stessa cosa. Non abbiamo bisogno di molte organizzazioni».
«Nelle cure palliative faccio iniezioni di morfina o una sedazione terminale. È un lavoro da dottore. Tutti si fidano di me. Nessuna polizia, nessun controllo. Ma quando accompagno un paziente nella morte assistita, devo sbrigare un sacco di scartoffie e affrontare un’ispezione della polizia».
«La morte assistita dovrebbe far parte del normale lavoro di un medico, come la somministrazione di antibiotici»
Perché altri paesi non hanno legalizzato il suicidio assistito? Il dottor Preisig evidenzia due ragioni:
«Le persone parlano sempre del pendio scivoloso a cui questo potrebbe portare e di potenziali abusi. Ma questo non è mai successo in Svizzera, né in Canada, dove l’eutanasia è legale».
«L’altro grosso problema è la religione. I nostri nemici più forti sono i cattolici. Dicono che la Bibbia dice che non ti è permesso ucciderti: Dio ti ha dato la vita e solo Dio può toglierti la vita».
«L’altro grosso problema è la religione. I nostri nemici più forti sono i cattolici»
«Noi medici cerchiamo di evitare la morte ancora e ancora. Ma forse Dio avrebbe voluto portare questa persona in paradiso prima».
«Una persona si ammala di cancro o di demenza e deve morire in modo orribile perché l’abbiamo salvata così tante volte. Dio e la Bibbia vorrebbero davvero questo?»
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Eutanasia
Francia, accelerazione parlamentare verso il fine vita

Sebbene alcuni prevedessero un rinvio, si prevede che le discussioni sui due progetti di legge sul fine vita – uno sulle cure palliative, l’altro sul suicidio assistito – si terranno a breve al Senato. Una fonte vicina al presidente del Senato, Gérard Larcher, ha dichiarato alla stampa che è stato raggiunto un accordo per programmare questa revisione entro la fine di ottobre.
Alle prese con questioni di sovranità – immigrazione, giustizia, economia – il nuovo governo francese vorrebbe creare un consenso trasversale sulla base della legge naturale, accelerando l’agenda del testo che dovrebbe sancire uno pseudo diritto all’eutanasia in Francia?
In ogni caso, un accordo in tal senso sarebbe stato raggiunto durante un incontro del 29 settembre 2025 tra Yaël Braun-Pivet, il Presidente dell’Assemblea Nazionale, Gérard Larcher, e il primo ministro dimissionario, Sébastien Lecornu. Secondo Le Figaro, questo impegno orale era in attesa di conferma definitiva.
Prima delle nuove dimissioni, è stato discusso un calendario preciso: una seduta pubblica a partire dal 20 ottobre al Palazzo del Lussemburgo e una votazione formale prevista per il 28 ottobre. Questo ritmo contrasta con le due settimane di discussioni all’Assemblea Nazionale. Anche se l’attuale caos ridimensiona molti aspetti, questo calendario solleva interrogativi.
Si tratta semplicemente di finalizzare la revisione di un testo già adottato in prima lettura dall’Assemblea Nazionale? Oppure si tratta di segnare il secondo mandato di Emmanuel Macron con un’importante riforma sociale, una riforma che sarebbe minacciata dallo scioglimento del Parlamento? Gli osservatori sospettano un tacito accordo con il Partito Socialista per facilitare l’adozione di questi testi, un’ipotesi che divide le opinioni.
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«In un clima politico così instabile, programmare un dibattito sulla morte assistita è incomprensibile. Qual è l’urgenza?», chiede un senatore LR, irritato da quella che percepisce come la debolezza di Gérard Larcher di fronte a una riforma ampiamente contestata dalla destra. «Sembra un gioco politico in cui siamo semplici pedine», aggiunge.
Questa accelerazione ha sollevato preoccupazioni tra gli operatori sanitari contrari all’eutanasia e al suicidio assistito. La Società Francese di Cure Palliative e di Accompagnamento (SFAP) ha condannato il dibattito frettoloso, in un contesto di incertezza che circonda il bilancio, il disegno di legge sul finanziamento della Previdenza Sociale e le promesse di rafforzare le cure palliative.
La strategia decennale, che prevede uno stanziamento di 100 milioni di euro all’anno per le cure palliative nell’arco di dieci anni, rischia di non essere pienamente attuata. La SFAP sottolinea inoltre che il Comitato consultivo nazionale di etica (CCNE) aveva subordinato qualsiasi passo verso l’assistenza attiva al suicidio a un miglioramento significativo delle cure palliative.
Tuttavia, secondo la Corte dei Conti, metà dei francesi che dovrebbero beneficiare di queste cure non vi ha accesso. «In questo contesto, si teme che alcuni pazienti richiedano l’eutanasia a causa della mancanza di accesso a cure palliative adeguate», avverte Ségolène Peruchhio, presidente della SFAP. Anche i sostenitori della liberalizzazione dell’eutanasia sono preoccupati.
Pertanto, l’economista Frédéric Bizard, favorevole alla modifica legislativa, sottolinea: «prima di apportare qualsiasi modifica al fine vita, dobbiamo innanzitutto garantire il futuro della previdenza sociale e migliorare l’assistenza agli anziani», avverte. Mette in guardia dal rischio di «ingiustizia sociale di fronte alla morte», dove persone vulnerabili o indigenti potrebbero ricorrere al suicidio assistito a causa della mancanza di alternative.
Anche il tempo concesso ai dibattiti in Senato alimenta le critiche. “Ci avevano promesso un dibattito pacifico, ma le condizioni non sono adeguate”, lamenta Ségolène Perruchio, sottolineando che solo il 54% dei parlamentari si è espresso a favore del suicidio assistito. Le relazioni del Senato forniranno una prima indicazione sulla direzione dei dibattiti. Si prevede che il Senato imporrà condizioni restrittive, inefficaci nella pratica, ma l’ultima parola spetterà al Palazzo Borbone.
In ogni caso, le dimissioni del Primo Ministro più effimero della Quinta Repubblica, Sébastien Lecornu, rimescolano le carte e potrebbero offrire un inaspettato sollievo alla vita dei più vulnerabili.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine di Sénat via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Eutanasia
Gran Bretagna, proposta di legge sul suicidio assistito alla Camera dei Lord

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Eutanasia
Medici del Quebecco sostengono che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i neonati gravemente malati

L’Ordine dei medici del Quebecco ha dichiarato che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i bambini nati con gravi problemi di salute. Lo riporta LifeSiteNews.
In un’intervista con il sito pro-life nordamericano, il Quebec College of Physicians ha confermato il suo sostegno all’estensione del regime di eutanasia canadese ai bambini nati con gravi malformazioni o sindromi.
«Il CMQ ribadisce che l’assistenza medica al suicidio può essere un trattamento appropriato per i neonati che soffrono di dolori fortissimi che non possono essere alleviati e che presentano gravi malformazioni o gravi sindromi polisintomatiche che distruggono qualsiasi prospettiva di sopravvivenza», ha dichiarato un portavoce del college a LifeSiteNews.
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«Il CMQ ritiene che i genitori debbano avere la possibilità di ottenere questa assistenza per il loro bambino in circostanze ben definite», prosegue la dichiarazione, riferendosi all’infanticidio come «assistenza».
Il suicidio assistito è stato legalizzato dal governo liberale dell’ex primo ministro Giustino Trudeau nel 2016. Da allora, il regime di eutanasia si è esteso dall’uccisione di pazienti «terminali» alla possibilità di consentire ai malati cronici di accedere al suicidio assistito dopo l’approvazione del disegno di legge C-7 .
I liberali avevano anche pianificato di estendere il suicidio assistito ai canadesi affetti da malattie mentali, ma decisero di rimandare l’estensione al 2027 dopo le reazioni negative dei canadesi e di importanti medici.
Inoltre, il Quebecco, noto come provincia progressista, è stato in prima linea nella lotta per legalizzare l’infanticidio. Nel novembre 2024, il deputato dell’Alberta Damien C. Kurek aveva presentato una petizione per proteggere i bambini dopo che una raccomandazione, presentata da Louis Roy del Quebec College of Physicians, spingeva per l’uccisione dei bambini fino a 12 mesi se nati con «gravi deformità e sindromi molto gravi».
«Per quanto scioccanti siano gli appelli all’infanticidio, sono coerenti con la cultura della morte promossa dal governo liberale» scrive LifeSite, dimostrando che i dati rivelano che centinaia di bambini sopravvissuti all’aborto in Canada vengono lasciati morire.
Secondo uno studio del Quebecco, un bambino su 10 abortito nel secondo trimestre nasce vivo, ma solo il 10% sopravvive oltre le tre ore. Inoltre, solo il 24% dei bambini nati vivi è stato ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale (UTIN), mentre solo il 5% ha ricevuto cure palliative.
«Poiché in Canada non esistono leggi che stabiliscano l’età minima per l’aborto, molti hanno confuso il confine tra aborto e infanticidio, sostenendo che quest’ultimo sia semplicemente un aborto tardivo» continua LSN.
A luglio, la deputata liberale Dr. Hedy Fry ha bizzarramente insinuato che i «neonati» corrono maggiori rischi per la salute poiché i governi di «estrema destra» limitano l’aborto, una pratica il cui unico scopo è uccidere i bambini. Secondo la testata pro-life, nel 2013 il governo conservatore dell’allora Primo Ministro Stephen Harper si rifiutò di indagare sui dati di Statistics Canada, secondo cui 491 bambini erano stati lasciati morire dopo essere nati vivi in seguito ad aborti.
«L’aborto è legale in Canada», aveva affermato l’Harper all’epoca.
Allo stesso modo, nel 2011, un giudice dell’Alberta aveva suggerito che l’infanticidio è semplicemente un aborto tardivo, pronunciandosi su un caso in cui una giovane madre aveva strangolato il suo neonato e ne aveva gettato il cadavere oltre la recinzione nel cortile di uno dei suoi vicini.
In effetti, l’infanticidio è spesso il passo successivo per gli attivisti dell’aborto che negano la dignità della vita umana, con alcuni abortisti che uccidono attivamente i bambini sopravvissuti all’aborto, nota il sito. È quello che nel gerco medico-filosofico si è fatto strada con l’espressione «aborto post-natale».
Come riportato da Renovatio 21, documenti mostrano che la Sanità canadese ha finanziato un progetto di ricerca universitario riguardante le «opinioni dei giovani» sull’eutanasia, che includeva una breve discussione sulla possibilità che i bambini affetti da autismo grave possano mai essere ammessi alla morte nell’ambito del programma nazionale di «Assistenza medica al suicidio», detto MAiD.
Nel Paese sembra partita pure la promozione dell’eutanasia senza consenso dei genitori per bambini con problemi mentali.
Di fatto, un canadese ogni 25 viene oggi ucciso dall’eutanasia. L’aumento negli ultimi anni è stato semplicemente vertiginoso. E la classe medica, oramai totalmente traditrice di Ippocrate e venduta all’utilitarismo più sadico e tetro, insiste che va tutto bene.
Come riportato da Renovatio 21, qualche mese fa un’altra veterana dell’esercito, divenuta disabile, ha riportato che alcuni funzionari statali avevano risposto alla sua richiesta di avere in casa una rampa per la sedie a rotelle offrendole invece la possibilità di accedere al MAiD – cioè di ucciderla.
Ma non è il caso più folle del degrado assassino raggiunto dallo Stato canadese: ecco l’ecologista che chiede di essere ucciso per la sua ansia cronica riguardo al Cambiamento Climatico, ecco i pazienti che chiedono di essere terminati perché stanchi di lockdown, ecco le proposte di uccisione dei malati di mente consenzienti, e magari pure dei neonati. Il tutto, ovviamente, con il corollario industriale, della predazione degli organi, di cui il Paese ora detiene il record mondiale.
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Il Canada del governo Trudeau e del suo successore Carney – dove il World Economic Forum regna, come rivendicato boriosamente da Klaus Schwab – è il Paese dell’avanguardia della Necrocultura. Se lo Stato può ucciderti, ferirti, degradarti, lo fa subito, e legalmente. Magari pure con spot mistico propalato da grandi società private in linea con il dettato di morte. L’anno scorso in Canada un decesso ogni 25 era dovuto all’eutanasia, che viene servita anche alle pompe funebri.
A febbraio l’eutanasia è stata offerta anche ad una signora riconosciuta come danneggiata da vaccino COVID.
Secondo alcuni, l’eutanasia in Canada – che si muove verso i bambini – sta divenendo come una sorta di principio «sacro» dello Stato moderno.
Come abbiamo ripetuto tante volte: lo Stato moderno è fondato sulla Cultura della Morte. La Necrocultura è, incontrovertibilmente, il suo unico sistema operativo. Aborto ed eutanasia (e fecondazione in vitro, e vaccinazioni, anche e soprattutto geniche) sono quindi sue primarie linee di comando.
Il Canada, che è all’avanguardia anche grazie alla potente penetrazione nel suo gabinetto pure rivendicata dal World Economic Forum, è quindi un vero esempio dello Stato basato sempre più sull’eugenetica – cioè sul dominio totale sull’essere umano e l’annientamento della sua dignità di creatura figlia di Dio.
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