Sorveglianza
Signora affronta i vaccinisti porta a porta
Come noto, il presidente USA Biden e la vicepresidente Kamala Harris hanno spinto per una campagna «porta a porta» per la vaccinazione dell’intera popolazione americana.
Ora un video mostra il momento in cui una signora, la giornalista Alexandra Datig, ha allontanato una squadra di vaccinazione contro il COVID-19 che aveva bussato alla sua porta.
La Datig ha visto gli agenti andare di porta in porta all’interno del suo condominio.
Un video mostra il momento in cui una signora, la giornalista Alexandra Datig, ha allontanato una squadra di vaccinazione contro il COVID-19 che aveva bussato alla sua porta
Covid vaccine enforcers making the rounds in my building. Hope they are ready to be on video when they knock on my door. pic.twitter.com/s2UcWY8uB6
— Alexandra Datig | Front Page Index (@alexdatig) July 12, 2021
Dopo aver sentito bussare, Datig ha si è filmata mentre apriva la porta d’ingresso vedendo due donne ispaniche che trasportavano appunti.
Once more with feeling…Alex Datig Tells Los Angeles Covid Vaccine Enforcers to ‘Get Out’ for Violating Privacy Under HIPAA pic.twitter.com/XclkHhf8Vl
— Alexandra Datig | Front Page Index (@alexdatig) July 13, 2021
La padrona di casa non ha ricevuto risposte quando ha chiesto alle donne con chi fossero e come avessero avuto accesso al suo edificio.
La signora ha ripetutamente chiesto alle operatrici vaccinali (mascherate e con gilet giallo fluo) perché hanno bussato quando un messaggio «Do not disturb» era chiaramente affisso alla sua porta.
This was on my front door when Covid vaccine enforcers knocked and rang my doorbell anyway! pic.twitter.com/Iv9GNITfBN
— Alexandra Datig | Front Page Index (@alexdatig) July 13, 2021
Una delle due operatrici della siringa mRNA ha risposto in un inglese stentato che stavano «cercando supporto per… fissare l’appuntamento per il vaccino».
«Vi sto facendo sapere che non avete il diritto di essere in questo edificio a chiedere alla gente. È una violazione dei diritti HIPAA delle persone», dice la Datig alle due operatrici vaccinali. «Non avete il diritto di essere qui. Uscite da questo edificio adesso. State violando i diritti alla privacy delle persone. Uscite ora»
La padrona di casa non ha ricevuto risposte quando ha chiesto alle donne con chi fossero e come avessero avuto accesso al suo edificio.
Covid vaccine enforcers who would not identify themselves have been reported to LAPD. They could not tell me who they were, who they work for and how they got in the building. Beware! Don’t let this harassment stand! pic.twitter.com/MNHpSb6MFt
— Alexandra Datig | Front Page Index (@alexdatig) July 13, 2021
Datig ha proceduto a informare i due responsabili del vaccino che cosa stavano facendo violando la privacy medica, che in America è strettamente regolata dal severo protocollo di privacy dei dati medici chiamato Health Insurance Portability and Accountability Act, abbreviato in genere nel più conosciuto acronimo HIPAA, in vigore dai tempi della presidenza Clinton (1996).
«Vi sto facendo sapere che non avete il diritto di essere in questo edificio a chiedere alla gente. È una violazione dei diritti HIPAA delle persone», dice la Datig alle due operatrici vaccinali. «Non avete il diritto di essere qui. Uscite da questo edificio adesso. State violando i diritti alla privacy delle persone. Uscite ora».
In politica e sui media italiani (per esempio, perfino nei programmi TV del mattino) si moltiplicano le proposte di operazioni simili per «stanare» (sic) i renitenti alla terapia genica sperimentale mRNA che chiamano impropriamente (per ignoranza, o per volontà ingannatoria), «vaccino COVID»
Squadre di vaccinazione sono in questo momento all’opera in tutti gli USA. Un articolo di Infowars ha mostrato filmati delle squadre in azione nella contena di Mecklenburg, in North Carolina.
In politica e sui media italiani (per esempio, perfino nei programmi TV del mattino) si moltiplicano le proposte di operazioni simili per «stanare» (sic) i renitenti alla terapia genica sperimentale mRNA che chiamano impropriamente (per ignoranza, o per volontà ingannatoria), «vaccino COVID».
Immagine da Twitter @alexdatig
Sorveglianza
Perquisita la casa di un professore tedesco per un tweet che criticava l’ideologia woke
La polizia tedesca ha effettuato un’irruzione nell’abitazione di un docente universitario conservatore a seguito di un tweet critico verso l’ideologia woke.
L’operazione si è svolta giovedì mattina a Berlino, nella casa di Norbert Bolz, noto pubblicista e studioso di media, ex professore di studi sui media presso l’Università Tecnica di Berlino fino al 2018.
L’irruzione rientra in un’indagine sull’uso di simboli di organizzazioni incostituzionali, come previsto dall’articolo 86a del codice penale tedesco.
Il 20 gennaio 2024, Bolz ha pubblicato un post su X, scrivendo: «Ottima traduzione di “woke“: Germania, svegliati! [in tedesco: “Deutschland erwache“]», citando un articolo del quotidiano di sinistra Taz, che aveva usato la stessa espressione nel titolo: «Divieto dell’AfD e petizione Höcke: la Germania si risveglia [in tedesco: “Deutschland erwacht“]».
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
La frase «Deutschland erwache» (La Germania si risveglia) era un verso dello «Sturmlied», inno del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori. Sebbene Bolz l’abbia utilizzata in modo sarcastico e citando il giornale di sinistra, la Procura ha deciso di emettere un mandato di perquisizione per la sua abitazione, indagandolo per l’uso di un’espressione legata a un’organizzazione vietata, il Partito Nazista.
Bolz, noto commentatore politico con oltre 91.000 follower su X e frequente ospite di talk show, è stato difeso dal suo avvocato, Joachim Steinhöfel, esperto di diritto dei media. In una dichiarazione ad Apollo News, Steinhöfel ha criticato l’irruzione: «Siamo di fronte a una preoccupante perdita di controllo del sistema giudiziario penale, che sembra aver coinvolto anche l’Ufficio federale di polizia criminale. Quando un rinomato studioso come il professor Bolz subisce una perquisizione domiciliare per un tweet chiaramente ironico, c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro Stato di diritto».
«Non è accettabile che le autorità non riescano più a distinguere tra propaganda criminale ed espressione legittima di opinioni», ha aggiunto.
Bolz ha espresso il suo turbamento in una dichiarazione al sito Nius: «Di solito scrivo e parlo di questo mondo. È spaventoso quando questa realtà bussa improvvisamente alla tua porta. Non sono scioccato, perché me lo aspettavo. Ma constatare che la situazione è esattamente come descritta dalle analisi critiche è inquietante sotto ogni punto di vista».
Le autorità tedesche sono note per effettuare perquisizioni domiciliari a causa di post online, soprattutto se in contrasto con l’ortodossia della sinistra dominante.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso, la polizia ha fatto irruzione nella casa di un anziano per aver condiviso un meme che definiva «idiota» l’allora vice-cancelliere dei Verdi tedeschi.
Quattro mesi fa si sono avuto raid della polizia alle sei del mattino in tutta la Germania per prendere di mira centinaia di individui sospettati di aver insultato i politici o di aver diffuso «odio e incitamento» online. L’azione massiva, condotta dall’Ufficio federale di polizia criminale (BKA), utilizzava il nuovo articolo 188 del Codice penale per colpire gli individui accusati di razzismo e incitamento all’odio.
«Quando la polizia è alla porta, ogni colpevole si rende conto che i crimini d’odio hanno delle conseguenze», ha scritto su X il ministro degli Interni Nancy Faeser, vantandosi delle retate. La Faeser nota per la sua volontà di introdurre programmi contro l’«estremismo di destra» fra i bambini dell’asilo.
Mesi fa un tribunale distrettuale tedesco ha condannato il caporedattore della rivista conservatrice Deutschland-Kurier a sette mesi di carcere per aver diffamato l’allora ministro degli Interni Faeser – proprio quella dei corsi contro l’estremismo di destra per i bambini di tre anni nei kindergarten – con quello che era chiaramente un meme satirico.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
La repressione più dura si abbatte in Germania da anni, prendendo di mira soprattutto AfD, perseguitata dagli stessi servizi di sicurezza della Budesrepubblica. Infatti, i servizi di sicurezza interna tedeschi BfV hanno messo sotto sorveglianza il loro stesso ex capo, Hans-Georg Maaßen.
L’ondata di perquisizioni segue il divieto di Compact Magazine, una testata sovranista dove erano pure apparsi saggi del segretario di Stato USA Marco Rubio sui limiti dell’ordine mondiale del dopoguerra, e la sua cancellazione da internet. Questa settimana, un tribunale federale di primo grado ha stabilito che il divieto non era costituzionale e costituiva una violazione della libertà di stampa, infliggendo un duro colpo al Ministero dell’Interno federale.
Come riportato da Renovatio 21, la Germania è il Paese dove mesi fa un cittadino è stato multato per aver criticato giudice che ha solo multato un immigrato per lo stupro di una 15enne: al cittadino tedesco è stata comminata una multa doppia rispetto a quella dell’immigrato stupratore.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso un tribunale di Amburgo ha condannato un uomo a tre anni di galera per aver giustificato l’«aggressione russa» all’Ucraina su Telegram.
Come riportato da Renovatio 21, il caso più avanzato di repressione di libertà di parola pare essere la Gran Bretagna, dove almeno 12 mila persone all’anno sono messe in galere per frasi sui social. In Albione si è arrivati a condannare persino chi prega con la mente.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Sorveglianza
Il nuovo presidente della Bolivia vuole la blockchain per combattere la corruzione
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Intelligenza Artificiale
Apple Siri accusata di intercettare gli utenti: indagine penale in Francia
La procura francese ha avviato un’indagine penale contro Apple per le accuse secondo cui il suo assistente vocale Siri avrebbe raccolto e analizzato registrazioni degli utenti senza il loro consenso. L’inchiesta è stata assegnata all’agenzia francese per la criminalità informatica, come comunicato dalla procura di Parigi e riportato dal sito Politico e dall’agenzia Reuters.
L’indagine è scaturita da una denuncia presentata a febbraio da un’ONG francese, basata sulla testimonianza della «gola profonda» Thomas Le Bonniec, ex dipendente di un subappaltatore di Apple, che ha dichiarato di aver ascoltato migliaia di registrazioni di Siri nel 2019 durante un’attività di controllo qualità.
Le Bonniec avrebbe lavorato per Globe Technical Services in Irlanda, dove revisionava e annotava clip audio per migliorare l’accuratezza di Siri. Ha riferito a Politico che il materiale rivelava a volte «momenti intimi e informazioni riservate», che potevano consentire l’identificazione degli utenti.
L’informatore ha accolto con favore l’indagine, affermando che dovrebbe permettere di «rispondere a domande urgenti», come il numero di registrazioni effettuate dal lancio di Siri e il luogo in cui i dati sono archiviati.
Un portavoce di Apple in Francia ha dichiarato a Politico che l’azienda «non ha mai utilizzato i dati di Siri per creare profili di marketing, non li ha mai resi disponibili per scopi pubblicitari e non li ha mai venduti a nessuno per nessun motivo».
Apple ha inoltre comunicato a Reuters di aver rafforzato le misure sulla privacy di Siri dal 2019, con ulteriori miglioramenti effettuati quest’anno. L’azienda ha precisato che le conversazioni con Siri «non sono mai state condivise con i marketer né vendute agli inserzionisti».
A gennaio, Apple ha anche sottolineato che non avrebbe conservato «registrazioni audio delle interazioni con Siri, a meno che l’utente non acconsenta esplicitamente».
Come riportato da Renovatio 21, negli Stati Uniti, Apple ha affrontato una class action simile, in cui Siri è stato accusato di aver registrato involontariamente conversazioni private, poi esaminate da appaltatori terzi per il controllo qualità.
All’inizio di quest’anno, l’azienda ha raggiunto un accordo da 95 milioni di dollari, approvato da un giudice federale il mese scorso. L’accordo prevede risarcimenti fino a 20 dollari per dispositivo con Siri abilitato per gli utenti che hanno posseduto prodotti Apple tra il 2014 e il 2024. Inoltre, Apple è stata obbligata a eliminare le vecchie registrazioni di Siri entro sei mesi.
Come riportato da Renovatio 21, ad inizio anno era emerso che il governo britannico aveva una technical capability notice («avviso di capacità tecnica») ad Apple, costringendo l’azienda a creare una backdoor per il suo servizio iCloud criptato. Tale manovra consentirebbe alle forze dell’ordine e alle agenzie di sicurezza britanniche di accedere ai dati criptati archiviati dagli utenti Apple in tutto il mondo, secondo il giornale.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Kārlis Dambrāns via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
-



Pensiero1 settimana faMiseria dell’ora legale, contro Dio e la legge naturale
-



Autismo6 giorni faIl più grande fattore di rischio per l’autismo? Bombardare i bambini piccoli con vaccini multipli
-



Vaccini5 giorni faI gravi effetti avversi del vaccino nei tribunali tedeschi
-



Spirito2 settimane fa«Umiliazione della Chiesa dinanzi a un eretico concubinario globalista»: Mons. Viganò sulla preghiera congiunta del re britannico col papa
-



Spirito1 settimana faCristo Re, il cosmo divino contro il caos infernale. Omelia di Mons. Viganò
-



Misteri5 giorni faHalloween festa di sangue: lista aggiornata dell’orrore
-



Pensiero2 settimane faMons. Viganò: dissonanza cognitiva e rivelazione del metodo, il colpo da maestro di Satana
-



Necrocultura7 giorni faLa generazione perduta nel suo egoismo













