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«Putin è in cima alla lista. Stiamo cercando di ucciderlo»: parla il vice capo dell’Intelligence ucraina. Kiev verso il terrorismo di Stato più spudorato
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Il presidente russo Vladimir Putin è sulla lista delle uccisioni dell’Ucraina, ha rivelato il vice capo dell’agenzia di intelligence di Kiev Vadim Skibitsky in un’intervista alla testata tedesca Die Welt.
Parlando il giornale, l’alto funzionario dei servizi ucraini ha aggiunto che i suoi subordinati stanno dando la caccia ai massimi comandanti militari russi.
Alla domanda del giornale tedesco se il suo servizio stia tentando di assassinare il capo di Stato russo, lo Skibitsky ha risposto dicendo che il presidente Putin «nota che ci stiamo avvicinando sempre di più a lui».
Secondo Skibitsky, il servizio di intelligence ucraino non è riuscito a uccidere Putin perché «rimane rintanato», ma ha aggiunto che il comandante in capo russo «ora sta cominciando a sporgere la testa». Quando il presidente russo appare pubblicamente, tuttavia, l’agenzia di Intelligence ucraina «non è sicura che sia davvero lui», ha insistito oscuramente Skibitsky.
Il vice capo dei servizi del regime di Kiev ha quindi aggiunto che i suoi subordinati starebbero «cercando di uccidere» Evgeny Prigozhin, il capo della compagnia militare privata Wagner.
Anche il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu e il capo di stato maggiore Valerij Gerasimov sono stati condannati per l’eliminazione dal servizio di Intelligence ucraino, ha affermato il suo vice capo.
Alla domanda se Kiev fosse dietro gli omicidi della giornalista e attivista Darja Dugina lo scorso agosto e del blogger militare Vladlen Tatarsky alla fine di aprile, così come l’attentato alla vita dello scrittore Zakhar Prilepin all’inizio di questo mese, Skibitsky ha affermato che si trattava di «lavori interni», aggiungendo che vari gruppi all’interno dell’élite russa si stavano combattendo tra loro per il potere.
Lo Skibitsky ha dichiarato che i «propagandisti» russi non sono gli obiettivi prioritari per il suo servizio rispetto ai comandanti delle unità militari russe, affermando che Kiev era riuscita ad assassinare alcuni di questi alti ufficiali, ma si è rifiutato di fornire nomi o numeri.
Tali dichiarazioni dovrebbero essere sconvolgenti per chi ascolta, a Occidente come ad Oriente: in pratica, il regime di Kiev ammette finalmente di avere un programma di decapitazione dell’avversario, cioè di eliminazione di Putin – che, coincidenza, è proprio il fine dichiarato dei pupari americani di Zelens’kyj, che parlano da anni di «regime change» a Mosca.
Come riportato da Renovatio 21, del puzzle di tale programma di assassinio di Putin erano già visibili da mesi numerosi pezzi, in particolare riguardo ai droni. Poi, a inizio mese, a mo’ di avvertimento per la parata del Giorno della Vittoria (la Pobieda, il 9 maggio: celebrazione della vittoria sul nazismo nella «Grande guerra patriottica», cioè nella Seconda Guerra Mondiale) ci fu l’attacco diretto al Cremlino, con due o tre droni – Kiev ha detto di non c’entrare nulla, tuttavia le poste ucraine stanno preparando un francobollo che celebra lo schianto dei velivoli senza pilota sul palazzo del potere moscovita.
Le parole del vicecapo delle spie ucraine arrivano non solo dopo quelli che sembrano tentativi diretti di attentato, ma anche con le sconcertanti parole dell’Intelligence militare ucraina Kirill Budanov, che ha promesso di «continuare a uccidere russi ovunque» in tutto il mondo: il Budanov, capo della Direzione principale dell’intelligence (GUR) del ministero della Difesa ucraino, in un’intervista a Yahoo News si era vantato di aver «ucciso russi» dicendo che «continueremo a uccidere russi ovunque sulla faccia di questo mondo fino alla completa vittoria dell’Ucraina». Del resto non è che la CIA negli ultimi anni li ha segretamente addestrati per fare altro.
Come ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, «l’Ucraina è oramai uno Stato sponsor del terrorismo». E non è che stia facendo molto per nasconderlo – anzi, sappiamo che la quantità di armi regalatele già sono state distribuite in zone terroriste in Siria, in Africa e presso varie criminalità europee, in modo da alimentare in Europa il terrorismo (di qualsiasi tipo: islamico, neohitleriano, ecofascista, etc.) per i decenni a venire.
Senza contare che le stesse autorità americane temono la radicalizzazione dei cittadini USA finiti a combattere con gli ucronazisti: una volta tornati in patria, cosa faranno? Diverranno davvero domestic terrorist, continuando l’ideologia suprematista e pagana appresa e performata con i neonazi in Donbass? Oppure il piano è proprio quello di re-importare in USA quantità di terroristi bianchi, così da proseguire con il lavoro del nuovo razzismo istituzionale contro la popolazione di origine europea? Non sappiamo, ma vediamo quello che stanno cercando di fare con Mosca e San Pietroburgo: rimpiombare la popolazione nell’era delle bombe degli anni Novanta – «ri-cecenizzare» la Russia, abbiamo scritto – quando società e politica erano deboli e instabili, cosicché gli oligarchi, con i loro soci occidentali, potevano predare il Paese.
La domanda da fare ai geni americani del Dipartimento di Stato, della CIA e del Pentagono (i neocon, in testa), noti per la loro lungimiranza vista in Iraq e Afghanistan, è: anche qualora fosse eliminato Putin, cosa accadrebbe alla Russia? Nessun potere alternativo sembra emergere, e gli sforzi fatti dall’Ovest per far crescere il seguito di personaggi come Navalnij sono definibili ridicoli, e falliti.
E quindi, nessuno che si domandi cosa, una volta eliminato Putin, salga al potere al Cremlino? E se vi salisse Medvedev, che parla un giorno sì e l’altro pure di Terza Guerra Mondiale, di scontro atomico, di «giorno del giudizio», dell’arcipelago britannico sommerso per sempre da uno tsunami radioattivo creato il drone nucleare Poseidon?
Tutti scherzano con il fuoco, mentre perdoniamo a Zelens’kyj qualsiasi cosa: l’assassinio di giornalisti, l’assassinio di parlamentari ucraini, l’assassinio dei suoi stessi negoziatori, la corruzione, la paranoia, la creazione di liste di morte piene di cittadini occidentali (anche americani, anche italiani), la mancanza di rispetto perfino per il papa, la volontà di trascinare il mondo in un conflitto termonucleare, unica vera prospettiva in cui può sperare di mantenere la cadrega di presidente-comico a capo del Paese più povero d’Europa. Pardon, dopo tutti i soldi che gli abbiamo dato, e la cresta fatta per la rivendita delle armi abbuonate, ex Paese più povero d’Europa.
Quando il mondo aprirà gli occhi su questo personaggio, sulla banda di Kiev, e sul pericolo che ci stanno facendo correre?
Immagini di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Intelligence
Il primo ministro georgiano collega i tentativi di assassinio di Trump e Fico
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Il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze ha affermato che un complotto per assassinare il fondatore del partito al governo in Georgia è stato orchestrato dalle stesse forze che hanno tentato di uccidere l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro slovacco Robert Fico.
I suoi commenti arrivano dopo che il Servizio di sicurezza dello Stato della Georgia (SSS) ha annunciato di aver avviato un’indagine su un complotto per assassinare il fondatore del partito Sogno Georgiano, Bidzina Ivanishvili, e numerosi altri funzionari di alto rango all’interno del partito.
L’SSS ha affermato che sta indagando su un presunto complotto contro Ivanishvili, «organizzato e finanziato da ex alti funzionari del governo georgiano ed ex dipendenti delle agenzie di sicurezza che si trovano in Ucraina».
L’obiettivo del complotto era di mettere in scena un violento colpo di stato sullo sfondo di disordini civili e dell’indebolimento del potere statale, ha affermato l’agenzia. L’SSS ha aggiunto di aver iniziato a interrogare i georgiani che sono tornati a casa di recente dopo aver combattuto nel conflitto in Ucraina.
In una conferenza stampa tenutasi mercoledì, Kobakhidze ha suggerito che dietro i recenti tentativi di assassinio di personaggi di alto profilo negli Stati Uniti e in Slovacchia e i presunti piani terroristici in Georgia c’è un «modello comune che caratterizza le stesse forze politiche globali».
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Il premier sottolineato che il complotto contro Ivanishvili e l’indagine avviata dall’SSS hanno reso chiaro che queste forze senza nome rappresentano una minaccia anche per la Georgia.
Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa Kobakhidze aveva promesso pubblicamente che la Georgia non verrà «ucrainizzata».
All’inizio di questo mese, il Servizio di Intelligence estero russo (SVR) aveva affermato che gli Stati Uniti stanno cercando di provocare un cambio di regime in Georgia fomentando grandi proteste in vista delle imminenti elezioni parlamentari nell’ex Repubblica sovietica, scrive RT.
Secondo l’SVR, l’amministrazione del presidente Joe Biden ha «già preparato una campagna informativa su larga scala per screditare il partito Sogno Georgiano» e «i “curatori” americani hanno già dato l’ordine alle forze di opposizione in Georgia di iniziare a pianificare proteste nel paese in concomitanza con le elezioni».
Le relazioni tra Tbilisi e Washington si sono recentemente inasprite dopo che le autorità georgiane hanno approvato la cosiddetta legge sugli «agenti stranieri» a maggio. La legge richiede alle ONG, ai media e agli individui che ricevono più del 20% dei loro finanziamenti dall’estero di registrarsi come entità che promuovono «gli interessi di una potenza straniera».
La legge ha scatenato proteste di massa nella capitale georgiana ed è stata duramente criticata dall’Occidente. Gli Stati Uniti hanno avviato una «revisione completa» delle loro relazioni bilaterali con Tbilisi e hanno sospeso esercitazioni militari congiunte.
Come riportato da Renovatio 21, l’UE ha sospeso l’adesione della Georgia al blocco e congelato circa 32 milioni di dollari in pagamenti al Ministero della Difesa georgiano.
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Immagine di Latvian Foreign Ministry via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
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I servizi segreti russi dicono che la Francia ha pianificato di inviare 2.000 soldati in Ucraina
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L’Intelligence di Mosca dice che l’Occidente vuole sostituire Zelens’kyj
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I sostenitori occidentali dell’Ucraina hanno intensificato gli sforzi per trovare un sostituto per Vladimir Zelens’kyj, ha affermato un agente dei servizi segreti esterni russi (SVR) in un rapporto declassificato. Il documento è stato pubblicato nell’ultimo numero della rivista Razvedchik pubblicata dallo stesso SVR.
Secondo un agente che usa lo pseudonimo «Stone», gli Stati Uniti e l’Unione Europea sono «estremamente preoccupati» per il «crescente malcontento» tra la popolazione ucraina a causa del conflitto prolungato e dell’incapacità dell’attuale leadership di porvi fine, soprattutto dopo la scadenza del mandato presidenziale di Zelens’kyj lo scorso maggio.
Mentre le potenze occidentali tollereranno Zelens’kyj per ora poiché è «legato a schemi di finanziamento della guerra che portano enormi entrate sia al regime di Kiev che ai produttori di armi occidentali», Stone ha affermato che hanno intensificato gli sforzi per trovare un sostituto adatto.
Secondo l’agente, l’Occidente ha già contattato l’ex presidente ucraino Petro Poroshenko e il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko, così come il capo dello staff di Zelens’kyj Andrey Yermak, precedentemente descritto dal Times come il governatore de facto dell’Ucraina.
Anche l’ex comandante militare del Paese, il generale Valerij Zaluzhny, e l’ex presidente del parlamento ucraino, Dmitrij Razumkov, sono sulla lista dei potenziali sostituti di Zelensky, ha affermato l’agente russo.
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«Si presume che queste persone possano essere richieste in caso di un brusco deterioramento della situazione in prima linea e della necessità di un urgente cambio di leadership. Allora sarà possibile sceglierne uno, incolpando Zelens’kyj di tutti i fallimenti», ha affermato l’agente.
Ha aggiunto che, per gli Stati Uniti e l’Unione Europea, il punto focale nel trattare con la leadership di Kiev è attualmente «impedire un aumento critico della delusione tra gli ucraini per i fallimenti delle politiche filo-occidentali».
Mentre la rivendicazione legale di Zelens’kyj alla carica è in discussione dalla fine di maggio, ha escluso di tenere elezioni presidenziali, citando la legge marziale. Il mese scorso il presidente russo Vladimiro Putin ha previsto che i sostenitori occidentali dell’Ucraina avrebbero rimosso lo Zelens’kyj dal potere una volta che avesse fatto passare tutte le necessarie «decisioni impopolari», il che potrebbe avvenire già l’anno prossimo, scrive RT.
In una conferenza stampa durante una visita in Vietnam, Putin ha affermato che Zelens’kyj rimane al potere solo perché non ha ancora esaurito la sua utilità.
Come riportato da Renovatio 21, il presidente russo ha ribadito più volte che la legittimità politica del presidente ucraino è finita e che il potere in Ucraina è quindi usurpato. L’ex presidente russo Demetrio Medvedev due mesi fa ha dichiarato che con la scadenza del mandato di Zelens’kyj egli diviene un «obiettivo legittimo» e che l’Ucraina è divenua «un classico Stato fallito».
Tre mesi fa sempre il Medvedev aveva detto che l’Occidente stava complottando per assassinare il presidente ucraino. Attualmente Zelens’kyj è nella lista dei ricercati di Mosca.
In un rapporto dell’SVR pubblicato a maggio, che citava sondaggi d’opinione riservati condotti dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, l’agenzia ha affermato che il livello di sostegno a Zelens’kyj, che aveva superato l’80% nei mesi iniziali del conflitto, era sceso al 17% e continua a diminuire.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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