Connettiti con Renovato 21

Terrorismo

Nuovo attentato contro un intellettuale russo: è iniziato il terrorismo globale contro i dissidenti?

Pubblicato

il

L’auto dell’autore, giornalista e politico russo Zakhar Prilepin è stata fatta saltare in aria su un’autostrada nella regione di Nizhny Novgorod a circa 450 chilometri a Est di Mosca. L’autista è stato ucciso e Prilepin è rimasto ferito. Lo riporta Sputnik citando fonti delle forze dell’ordine.

 

«L’esplosione è avvenuta sull’autostrada nel distretto di Bor. I servizi di emergenza, la polizia e il comitato investigativo si stanno dirigendo sul luogo della tragedia», ha detto la fonte alla testata russa.

 

Il ministero dell’Interno ha confermato la distruzione di un veicolo nella regione di Nizhny Novgorod, affermando che una persona è stata uccisa e che Prilepin è rimasto ferito. Secondo le ultime notizie, le sue condizioni sarebbero gravi. Vi sarebbero lesioni ai polmoni e fratture multiple, che richiederebbero interventi chirurgici ai quali lo scrittore si sta sottoponendo ora.

 

Nel corso della giornata, la polizia ha annunciato di aver arrestato un individuo sospettato di possibile coinvolgimento nell’incidente.

 

Prilepin, 47 anni, è uno dei più noti autori di narrativa nella Russia contemporanea, ed è anche un noto giornalista e aspirante politico. Dal 2014 si era impegnato attivamente nel riferire e commentare la crisi nel Donbass. Lo scrittore fa anche politica attiva, dove mescola il sostegno alla Russia contro l’Occidente con le critiche ad alcune delle politiche interne del governo.

 

Prilepin ha fondato il partito Za Pravdu («Per la verità»), un partito nazionale patriottico, socialmente conservatore, economicamente di sinistra e antiliberale nel 2020. Il partito nel 2021 si è fuso con Spravedlivaja Rossja («Russia giusta»), un importante partito russo pure di tendenze conservatrici a livello sociale e socialdemocratiche a livello economico. Il partito risultante è chiamato con l’acronimo SRZP.

 

Prilepin ha prestato servizio come corrispondente militare nel Donbass a partire dal 2014, con il suo lavoro apparso nelle principali pubblicazioni russe. Si è anche impegnato in campagne di raccolta fondi, raccogliendo milioni di rubli per l’acquisto di aiuti umanitari per la popolazione civile, nonché denaro per munizioni per le milizie del Donbass.

 

 

Lo scrittore era stato reclutato per servire come vice comandante di un battaglione delle forze speciali del Donbass tra il 2016 e il 2018. Il servizio di sicurezza ucraino ha aperto un procedimento penale contro di lui, accusandolo di «partecipazione alle attività di un’organizzazione terroristica» e di «finanziamento del terrorismo».

 

Prilepin si era ritirato dal Donbass nel 2018, ma ha continuato a parlare e scrivere ampiamente del conflitto.

 

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha reagito parlando di sospetti su una pista straniera nell’incidente di sabato.

 

«Washington e la NATO hanno allevato un’altra cellula terroristica internazionale: il regime di Kiev. Bin Laden, ISIS (Daesh), ora Zelensky e i suoi teppisti. Questa è la responsabilità diretta degli Stati Uniti e della Gran Bretagna», ha scritto la portavoce sul suo canale Telegram. «Stiamo pregando per Zachar», ha aggiunto la portavoce degli Esteri.

 

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto ai giornalisti di essere a conoscenza dei rapporti riguardanti la distruzione dell’auto di Prilepin, ma ha riservato un giudizio nell’attribuire la colpa fino a quando non saranno disponibili ulteriori informazioni.

 

Il linguaggio pare essere oramai chiaro bombe ed autobombe per intellettuali e figure non di vertice (Darja Dugina, Vladen Tatarskij, più lo sventato assassinio di Konstantin Malofeev), droni assassini per Putin e il Cremlino, come abbiamo visto in queste ore e come aveva detto qualche giorno fa la testata tedesca Bild, dicendo che vi era un piano per uccidere il presidente russo con un drone kamikaze mentre si sarebbe trovato in visita fuori Mosca.

 

Come scritto da Renovatio 21, gli assassinii di intellettuali e politici di medio livello servono ad un disegno di «ri-cecenizzare la Russia», riportando la popolazione al senso di caos degli anni Novanta che Putin seppe risolvere.

 

In pratica, vogliono far regredire – a suon di bombe, di attentati, di terrorismo – la Russia a prima del ritorno dello Zar, quando gli oligarchi senza alcun freno si arricchivano facendo depredare le ricchezze della Russia dagli squali occidentali.

 

È incredibile come nessuno stia usando l’espressione: «terrorismo di Stato». Perché a questo punto non si tratta più di assassinii isolati, ma di una vera strategia di terrore. Il mandante a pensarci bene può essere sì uno Stato, ma con dietro la pressione di sanguinari enti sovranazionali.

 

È il terrore globale. Che inizia con uccidere in Russia le persone che usano le parole, ma passerà presto di qua. Niente ci impedisce di pensare che sarà così.

 

 

Continua a leggere

Terrorismo

La rete dell’ISIS-K dietro all’attentato alla chiesa di Santa Maria a Istanbul

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Sotto indagine almeno 12 persone, sei delle quali si trovano al momento in carcere. Al centro dell’indagine una cellula con base a Başakşehir e responsabile dell’attacco alla parrocchia francescana di fine gennaio. Allo studio altre operazioni con obiettivo il Parlamento, caserme militari e stazioni di polizia.

 

Giro di vite delle autorità turche contro gruppi legati allo Stato islamico in Turchia, sospettati fra gli altri di legami con l’attacco ad una chiesa cattolica di Istanbul a fine gennaio scorso. È di queste ore la notizia dell’incriminazione di almeno 12 persone presumibilmente legate alla Islamic State Khorasan Province, meglio nota come ISIS-K, parte di una rete più vasta e responsabile di attività terroristiche sul territorio.

 

Gli indagati sarebbero responsabili della gestione di una cellula locale con base a Başakşehir, distretto nella parte europea della metropoli, e stavano organizzando una serie di attentati: nel mirino il Parlamento turco, alcune caserme militari e stazioni di polizia.

 

L’incriminazione dei sospettati è il risultato di una lunga indagine in atto da tempo sulle attività di ISIS-K in Turchia, che hanno riguardato anche l’assalto alla parrocchia francescana di Santa Maria a Istanbul, nella quale è morta una persona.

 

Un bilancio contenuto solo dal fatto che le armi usate dagli assalitori si sono inceppate al momento di aprire il fuoco, scongiurando quella che poteva trasformarsi in una strage per un attentato dalla chiara matrice confessionale come denunciato ad AsiaNews da personalità cattoliche.

 

L’ufficio del Procuratore capo di Istanbul ha avviato le indagini sulla base delle informazioni raccolte dalla polizia. I sospetti, sei dei quali si trovano attualmente in custodia cautelare in carcere, sono accusati di aver ricevuto istruzioni dai leader di ISIS-K per compiere attacchi a sedi istituzionali, fra le quali il Parlamento, e a sedi di forze dell’ordine ed esercito

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Il centro oggetto di indagine, denominato «Darul Vefa İlim ve Amel Merkezi», sarebbe stato un punto di smistamento per i membri uzbeki, kirghisi e caucasici di ISIS-K. Questi elementi mantenevano stretti legami con rappresentanti dello Stato islamico in Siria e Afghanistan e progettavano di inviare reclute dalla Turchia per unirsi ai ranghi dei miliziani attivi nella provincia del Khorasan.

 

Il centro, che era sorvegliato dalle unità di sicurezza, avrebbe adoperato per infiltrare propri elementi o associati in diverse moschee, per poi riunirsi nel centro per occasioni speciali o incontri di pianificazione. All’interno della struttura vi erano anche dormitori che hanno ospitato elementi provenienti da Uzbekistan, Tagikistan, Caucaso, Iraq ed Egitto e che, in precedenza, avevano operato per conto dello Stato islamico in Siria. Inoltre, il centro forniva istruzione a circa 70 ragazzi fra i 16 e i 17 anni, i cui genitori erano stati uccisi in Siria.

 

Dall’inchiesta sarebbe inoltre emerso che, nel giugno dello scorso anno, almeno nove membri di una cellula locale si sono incontrati a Istanbul per pianificare attacchi al Parlamento e altre sedi istituzionali strategiche, seguendo le direttive impartite dai capi ISISin Siria.

 

Inoltre il sospetto Fuad Rasulov, identificato col nome di battaglia di «Fuad Azeri», avrebbe fornito munizioni e componenti esplosivi per gli attacchi, mentre altri erano incaricati di raccogliere fondi per sostenere la lotta. Egli è stato arrestato durante una operazione dei reparti della sicurezza il 20 giugno 2022, poi rilasciato in libertà vigilata, ed è accusato di aver fatto propaganda per l’ISIS, aver reclutato membri dal Tagikistan e di aver partecipato a zone di conflitto in Siria del movimento jihadista.

 

Il centro a Istanbul, perquisito il 14 luglio dello scorso anno, comprendeva aule, dormitori e una moschea. Gli account dei social media a esso associati, che pubblicavano in russo, annunciavano nuove iscrizioni alle classi, eventi iftar e richieste di aiuto finanziario per le festività.

 

Questo atto d’accusa fornisce uno spaccato dettagliato sulla vasta rete e sulle attività di ISIS-K in Turchia, evidenziando la continua minaccia rappresentata dal gruppo terroristico e gli sforzi delle autorità turche per contrastarne le operazioni.

 

Del resto proprio il recente attacco alla chiesa cattolica sottolinea le capacità del gruppo di compiere atti violenti sul territorio.

 

Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.

Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 Immagine screenshot da YouTube

Continua a leggere

Terrorismo

Patrushev: il legame tra la strage del Crocus e l’Ucraina «è confermata»

Pubblicato

il

Da

Gli investigatori russi hanno confermato che esiste un legame tra gli autori dell’attacco terroristico del mese scorso a Mosca e i nazionalisti ucraini, ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolaj Patrushev.   Il Patrushev ha ribadito i sospetti di Mosca sul ruolo dell’Ucraina nell’atrocità del municipio Crocus, in cui sono state uccise oltre 140 persone.   «Durante l’indagine è stato confermato il legame tra l’autore di questo attacco terroristico e i nazionalisti ucraini», ha detto Patrushev durante una riunione dell’organismo.   Quattro presunti uomini armati sono stati arrestati in una regione russa al confine con l’Ucraina poche ore dopo l’omicidio di massa di cui sono accusati. I funzionari russi li avevano precedentemente descritti come islamici radicali e sostenevano che una pista di denaro li collegava ai nazionalisti ucraini. Il gruppo è stato incaricato dal loro accompagnatore di fuggire oltre il confine, hanno affermato gli investigatori.

Sostieni Renovatio 21

Patrushev ha ribadito l’impegno del suo Paese a ritenere responsabile ogni persona responsabile di questo crimine.   «Gli autori, i complici e gli organizzatori del mostruoso e sanguinoso attacco terroristico, gli individui affiliati, ovunque si nascondano e comunque cerchino di coprire le loro tracce, affronteranno la meritata punizione», ha detto.   Kiev, che inizialmente sosteneva che fosse stata Mosca stessa a inscenare il massacro, ha negato ogni coinvolgimento. I suoi sostenitori occidentali sostengono che tutte le prove in loro possesso indicano come colpevole l’ISIS-K, una propaggine con sede in Afghanistan dell’organizzazione terroristica internazionale Stato Islamico, un tempo potente. Il gruppo ha rivendicato la responsabilità dell’attacco.   Come riportato da Renovatio 21, Patrushev aveva detto già poche ore dopo il massacro di ritenere che dietro vi sarebbe l’Ucraina.   Patrushev è noto anche per dichiarazioni significative negli ultimi anni, come quando disse che gli USA stanno cercando di far rivivere il fascismo in Europa e che ben quattro presidenti americani sono stati vittime di omicidi legati alle multinazionali.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Secretary of Defense via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Continua a leggere

Terrorismo

Terroristi jihadisti minacciano di attaccare con droni gli Europei 2024

Pubblicato

il

Da

Una cellula terroristica affiliata allo Stato Islamico ha pubblicato materiale propagandistico incoraggiando i jihadisti a prendere di mira gli stadi di calcio tedeschi durante i Campionati Europei di questa estate. Lo riporta il sito Remix News.

 

Nell’ultimo numero della rivista «Voce del Khorasan», una pubblicazione gestita dall’ISKP (cioè Stato Islamico Provincia del Khorasan, chiamata più spesso ISIS-K ), l’organizzazione terroristica ha lanciato un appello alla jihad contro il torneo di calcio più importante d’Europa, che si svolge per un mese in Germania dal 14 giugno al 14 luglio.

 

Sullo sfondo di un drone esplosivo che volava sopra uno stadio di calcio, la pubblicazione titolava: «se ti limitano e ti opprimono a terra, allora attaccali dal cielo».

 

«Investi gli infedeli con la tua macchina, colpiscili con un coltello, con del veleno, o fai saltare loro il cervello con proiettili e dai fuoco alle loro case», sarebbe scritto nella pubblicazione jihadista.

Sostieni Renovatio 21

«Si ritiene che i servizi di sicurezza tedeschi considerino il messaggio una minaccia credibile» scrive Remix News. «Stanno intensificando la sorveglianza e implementando misure per combattere qualsiasi tentativo di utilizzare attacchi di droni contro gli stadi che ospitano l’evento, al quale si prevede che parteciperanno centinaia di migliaia di tifosi di calcio da tutta Europa.

 

La minaccia è l’ultima di una lunga serie di immagini minacciose pubblicate dalle cellule terroristiche per infliggere paura in tutto il continente.

 

All’inizio di questo mese, circolavano online immagini di jihadisti che promettevano di prendere di mira le partite dei quarti di finale della Champions League, spingendo le autorità a rafforzare le difese negli stadi di tutta l’Europa occidentale.

 

«La domanda principale è se si tratta di improvvisati o di una minaccia seria», ha detto alla popolare rivista tedesca Focus un ufficiale di alto rango della sicurezza statale.

 

Le autorità, tuttavia, non sono disposte a correre rischi per la sicurezza e considereranno credibile la minaccia. «C’è da temere che anche altre organizzazioni terroristiche come Al Qaeda utilizzino i loro canali di pubbliche relazioni per promuovere un’offensiva di attacco in Europa e in Germania», ha aggiunto la fonte della pubblicazione.

 

Il ramo afghano dello Stato islamico è cresciuto di statura negli ultimi mesi fino a diventare la principale organizzazione di preoccupazione per i funzionari della sicurezza in tutta Europa.

 

Un’importante operazione antiterrorismo ha avuto luogo nella città tedesca di Colonia prima di Natale, dopo che i servizi di sicurezza di Austria, Germania e Spagna avevano ricevuto informazioni di jihadisti affiliati al gruppo che pianificava di effettuare diversi attacchi contro monumenti cristiani, tra cui la cattedrale di Colonia, già teatro, nella piazza antistante, del famigerato episodio di molestie sessuali di massa del capodanno 2015.

 

Il mese scorso, due cittadini afghani con legami con la cellula terroristica proscritta dalle Nazioni Unite sono stati arrestati in Germania con l’accusa di aver pianificato un attacco terroristico vicino al parlamento svedese per vendicare il permesso delle manifestazioni contro il rogo del Corano nel paese.

 

«Si ritiene che diverse persone abbiano sfruttato la rotta migratoria dall’Ucraina per entrare nell’Unione Europea per pianificare attacchi, con cittadini del Tagikistan e del Turkmenistan arrestati in Germania nel luglio dello scorso anno dopo essere entrati in Europa occidentale dal paese devastato dalla guerra» continua ReMix News.

Aiuta Renovatio 21

Anche le autorità della vicina Francia sono preoccupate per la minaccia di attacchi terroristici durante i Giochi Olimpici estivi di Parigi di quest’anno, e i suoi organizzatori hanno ideato un «Piano B» nel caso in cui minacce terroristiche mettano a repentaglio la cerimonia di apertura dell’evento.

 

«Non c’è alcuna minaccia terroristica alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi oggi, ma continueremo a monitorare la situazione», ha detto Oudéa-Castéra all’emittente pubblica France 2 all’inizio di questo mese. «Solo perché non ne parliamo, solo perché non menzioniamo il Piano B, non significa che non esista».

 

Il livello di allerta terrorismo in Francia rimane al massimo a causa delle preoccupazioni sui radicali islamici e dei timori di ritorsioni contro l’Occidente a causa della guerra in Israele.

 

Il rischio per Parigi è esiziale: dopo che si è dimostrata come pienamente possibile l’anarco-tirannia con la rivolta para-islamica delle banlieues, dopo che pochi anni fa avevamo visto il problema etnico proprio nel quartiere sede dello stadio di Saint-Denis per la finale di Champions Leauge, possiamo immaginare che anche una minaccia terrorista, di natura islamica o persino «africana» (ricordiamo l’uomo che ha assaltato i passanti alla Gare De Lyon pochi mesi fa: aveva lasciato messaggi di odio per il passato coloniale della Francia) possa rovinare il grande evento sportivo, per il quale già da un anno sta cercando di mandare i campagna gli immigrati accampati nella capitale.

 

Come riportato da Renovatio 21, il presidente Macrone ha chiesto una «tregua olimpica», bizzarramente negli stessi giorni in cui reiterava la possibilità di inviare truppe NATO in Ucraina a combattere i soldati del Cremlino, provocato dall’Eliseo al punto che il controverso capo di Stato francese ha ipotizzato il ritorno della Crimea a Kiev.

 

Specialmente dopo il massacro di del Crocus City Hall, – quella che Renovatio 21 ha chiamato come la «bataclanizzazione di Mosca» – i cui perpetratori sembrano essere anche di etnia tagica e centroasiatica, è chiaro che eccidi di massa potrebbero essere decisamente possibili in ogni grande manifestazione europea.

 

I due più grandi eventi sportivi del biennio si avranno proprio in Europa quest’estate. Il vecchio continente si trova dinanzi al timore provocato dall’aver lasciato il suo padrone mandare a fiamme l’intero mondo.

 

Lo spettro di una nuova Monaco 1972 si aggira per l’Europa. E i cittadini europei, come sempre, possono pagare, da innocenti, la follia dei loro leader.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

 

Continua a leggere

Più popolari