Droga
Il Golpe in Guinea è una mossa contro l’alluminio di Mosca e Pechino?

Il 5 settembre e a Conakry, nello Stato africano della Guinea, un manipolo di soldati sotto la guida del colonnello Mamadi Doumbouya ha posto fine a 22 anni di potere del presidente Alpha Condè, che aveva alterato la Costituzione per ottenere un ulteriore mandato, il terzo.
Il golpe ha di fatto scompaginato il mercato mondiale di alluminio. Dalla Guinea provengono il 25% delle produzioni mondiali di bauxite. Oltre ai cinesi su Condè avevano puntato molto, anche la Russia sul metallo guineano aveva investito non poco.
La Cina, con il gruppo Baowu, leader nella produzione dell’acciaio, aveva ottenuto la miniera di Simandou, uno dei maggiori siti di estrazione del Paese. La Russia invece mette in campo la Rusal dell’oligarca Oleg Deripaska, considerato vicino a Putin, che possiederebbe vari giacimenti in Guinea.
Il golpe ha di fatto scompaginato il mercato mondiale di alluminio. Dalla Guinea provengono il 25% delle produzioni mondiali di bauxite
«Conakry è il principale fornitore di bauxite all’impero di Deripaska, che ha subito lanciato un accorato allarme per le possibili conseguenze del recente golpe» scrive Asianews. «Il regime di Condè era ben noto agli affaristi di tutto il mondo per la sua diffusa pratica di corruzione, che alla fine ha provocato la rivolta dei militari».
Si starebbe consumando quindi uno scontro tra Pechino e Mosca, tratte in un una vera e propria guerra commerciale: i cinesi avrebbero scelto di stare con il presidente Condè che non avrebbe mantenuto la parola sui privilegi promessi spingendo così i cinesi verso l’appoggio ai golpisti. Altri sostengono invece che sono i russi ad avere ingegnato il tradimento del presidente, perché gelosi delle sue simpatie cinesi.
Un’altra storia che circola vuole invece che si tratti di un’operazione USA che mira ad infastidire entrambi i colossi orientali.
Oltre alle estrazioni minerarie, la Guinea giocherebbe un ruolo di primo piano nel narcotraffico globale
«Il sito ucraino dsnews.ua ricorda che sotto la presidenza di Donald Trump il Pentagono aveva ricevuto l’incarico di indebolire l’influenza di Russia e Cina in Africa. Stesso scopo avrebbe avuto anche l’Unione europea, soprattutto dopo le elezioni del 2019. Tali obiettivi sarebbero stati confermati dopo l’elezione di Joe Biden. Il colonnello Doumbouya è molto legato alla Francia: in ottica di Mosca egli sarebbe l’esecutore di questo piano dell’Occidente contro l’Oriente russo-cinese, in un grande gioco internazionale sulla pelle degli africani» scrive il sito del PIME.
Tuttavia, oltre alle estrazioni minerarie, la Guinea giocherebbe un ruolo di primo piano nel narcotraffico globale. Lo rivela un articolo del 2013 del settimanale tedesco Der Spiegel.
I cargo pieni di cocaina sudamericana fanno scalo in Africa occidentale (Guinea Conakry, Guinea Bissau, Capo Verde, etc.) per poi raggiungere il mercato di destinazione, l’Europa.
Droga
La cocaina diventerà la più grande esportazione della Colombia

È probabile che la cocaina superi il petrolio e diventi la più grande esportazione della Colombia quest’anno, poiché i produttori del narcotico hanno aumentato le loro attività con l’introduzione di politiche più indulgenti che governano la produzione della droga, secondo un’analisi di Bloomberg Economics.
«Stimiamo che i ricavi delle esportazioni di cocaina siano saliti a 18,2 miliardi di dollari nel 2022 – non molto indietro rispetto alle esportazioni di petrolio di 19,1 miliardi di dollari dell’anno scorso», ha detto l’economista di Bloomberg Felipe Hernandez in un rapporto pubblicato giovedì. «Il governo sta distruggendo i laboratori dove le foglie di coca vengono trasformate in cocaina, ma ciò non ha impedito l’espansione della produzione», ha aggiunto Hernandez.
Le esportazioni di cocaina del paese sudamericano lo scorso anno hanno superato le 1.700 tonnellate, ha affermato Bloomberg, quasi il doppio delle 970 tonnellate dell’anno precedente. Le esportazioni di petrolio, nel frattempo, sono diminuite del 30% nella prima metà del 2023.
Il previsto boom della produzione di cocaina in Colombia arriva nel contesto di un cambiamento politico imposto dal presidente del Paese, Gustavo Petro, che ha invitato le autorità antidroga a perseguire i principali signori della droga che trafficano il narcotico all’estero piuttosto che i produttori di foglie di coca.
Petro ha anche espresso il desiderio di avviare colloqui con i principali esportatori di cocaina della Colombia come parte di un tentativo di ridurre la violenza legata alla droga.
Una conseguenza involontaria del cambiamento di politica del Petro, secondo un rapporto pubblicato questa settimana dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, è stata una crescita del 13% della terra utilizzata per coltivare piante di coca, le cui foglie vengono trasformate in cocaina. La raccolta o la coltivazione in altro modo delle piante di coca è illegale in Colombia.
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Il rapporto delle Nazioni Unite afferma inoltre che circa 230.000 ettari di terra colombiana vengono utilizzati per raccogliere piante di coca. L’aumento dei raccolti disponibili è stato rispecchiato da un aumento della produzione, ha aggiunto Hernandez a Bloomberg.
Ad agosto, le autorità spagnole hanno intercettato un carico di 9,5 tonnellate di cocaina proveniente dall’Ecuador, che confina con la Colombia. Le prove del carico sequestrato, mascherato da consegna di banane congelate, indicavano che la droga era destinata ad essere distribuita a 30 circuiti di droga europei.
Come riportato da Renovatio 21, 9,5 tonnellate di cocaina proveniente dall’Ecuador erano state sequestrate in Ispagna ad agosto, mentre quasi una tonnellata era stata rinvenuta su una spiaggia francese sei mesi fa. Spedizioni dalla Colombia continuano verso gli Stati Uniti grazie al sistema dei narco-sottomarini.
La sostanza è tuttavia ovunque, dalla Casa Bianca ai festini del primo ministro britannico o dei politici di Washington. La capitale svizzera Berna vuole persino renderla legale, idea che era stata proposta a Biden anche dal settimanale The Economist, importante settimanale che ha fra i soci la famiglia Agnelli.
Per restare in tema, esperimenti scientifici di biologia marina hanno ipotizzato che in mare circolino squali strafatti di cocaina.
Un mese fa è iniziata una tregua di sei mesi tra il governo colombiano e l’organizzazione di guerriglia insurrezionale rivoluzionaria marxista-leninista chiamata Ejército de Liberación Nacional (Esercito di liberazione nazionale ELN) che potrebbe portare a un accordo di pace più permanente. L’accordo consente al gruppo di difendersi se attaccato. Al precedente presidente Ivan Duque spararono quando si trovava in elicottero.
La Colombia ha legalizzato l’eutanasia, vedendo poi un’impennata di casi. Negli scorsi anni è stato legalizzato anche l’aborto, mentre l’utero in affitto sul territorio colombiano non è regolamentato ed è considerato, nella tratta internazionale, come economico.
Come riportato da Renovatio 21, anni fa emerse il caso di ragazze colombiane attirate in Cina e costrette a prostituirsi.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Droga
La polizia spagnola sequestra 9,5 tonnellate di cocaina proveniente dall’Ecuador

Droga
Una nuova droga invade l’Africa

Le autorità della Sierra Leone hanno lanciato un’operazione intitolata «Kush Must Go» («Il Kush deve sparire») per combattere l’abuso di sostanze tra i giovani del Paese. Lo riporta RT.
La campagna antidroga arriva in risposta alle proteste nella capitale Freetown all’inizio di questa settimana per il dilagante uso di droghe e problemi di dipendenza.
Secondo psichiatri ed esperti, a mettere in pericolo la salute mentale dei giovani africani vi sarebbe una nuova droga, pure molto economica, chiamata Kush.
Il sito russo nel suo articolo intervista diversi testimoni. Una madre di un utilizzatore di Kush, dice che la sostanza allucinogena «ha distrutto» i cittadini della Sierra Leone, compresa la sua famiglia: «sono in difficoltà a causa del Kush. La casa del mio matrimonio è distrutta a causa del Kush. Non dormo come mio figlio non dorme a casa. Soffro a causa di questo Kush».
Il capo del dipartimento di psichiatria presso l’ospedale psichiatrico della Sierra Leone, ha sottolineato la letalità del farmaco: «colpisce quasi ogni parte del tuo corpo, ogni sistema del tuo corpo. Può influenzare il modo in cui pensi, il tuo cervello, il modo in cui ti comporti nella società. Può anche colpire i tuoi reni».
Lo psichiatra africano aggiunge che coloro che fumano Kush entrano in uno stato di trance.
La parola «Kush» si riferisce generalmente a una varietà di cannabis indica pura o ibrida. Il nome verrebbe dalla catena montuosa dell’Hindu Kush.
Secondo quanto riportato, il Kush africano sarebbe invece una sostanza psicoattiva sintetica costituita da una miscela di sostanze chimiche e piante che imitano il principio attivo cannabinoide (THC) presente nella marijuana.
Secondo la testata governativa tedesca Deutsche Welle, avrebbero problemi con il Kush, anche chiamato K2, anche le gioventù di Liberia e Guinea.
Guinea e Sierra Leone condividono un confine poroso. Molti guineani incolpano i trafficanti di droga della Sierra Leone per il contrabbando di Kush nel Paese.
«Il Kush è una droga prodotta localmente. Quello che le autorità guineane non riescono a capire è che può essere prodotto in Sierra Leone, e può essere prodotto anche in Guinea» ha detto a DW un membro anziano della comunità della Sierra Leone in Guinea.
Un anno fa la BBC ha riportato che il 90% dei casi che finiscono all’ospedale psichiatrico di Freetown, Liberia, erano dovuti all’uso di Kush.
Il problema della droga in Africa sta montando di anno in anno, sconvolgendo non solo gli equilibri sociali, ma anche politici e geopolitici.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa fu tentato un golpe in Guinea-Bissau che fece pensare che vi si stesse installando un narco-Stato.
Immagine screenshot da YouTube
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