Immigrazione
Lara Logan: l’invasione di immigrati è parte del piano per il governo mondiale
La reporter di guerra Lara Logan è apparsa nel podcast di Steve Bannon War Room sostenendo che l’invasione massiva di milioni di immigrati sia parte di un «piano a lungo termine e di un’ideologia politica per cancellare la sovranità di questa nazione e cambiare l’aspetto del mondo, per sempre».
«Non è solo la sovranità americana ad essere sul ceppo, è la sovranità sul mondo», ha detto Logan a Bannon. «È solo che questo è il luogo che è la luce e la guida per il mondo intero. E quindi questo è il Paese che deve cadere per primo affinché gli altri Paesi cadano».
Il tema discusso nel podcast era quello del confine meridionale degli USA, dove il fiume di immigrati è libero di entrare nel Paese senza problemi, talvolta portando con sé su mandato dei narcocartelli la pericolosa droga chiamata fentanil, che causa migliaia e migliaia di morti nell’America devastata dalla crisi degli oppioidi generata in America da Big Pharma.
La Logan ha quindi raccontato che una fonte di alto livello all’interno delle Nazioni Unite le ha detto che il piano prevede l’ingresso di 100 milioni di persone negli Stati Uniti per poi giustificare l’unione di Canada, Messico e Stati Uniti in un’unica entità governativa .
«E quello che ho appreso da una fonte, che è una fonte davvero unica, essendosi infiltrata nella “setta” globalista a livello delle Nazioni Unite è che partecipava a riunioni di alto livello che richiedevano una serie di autorizzazioni di sicurezza durante le quali discutevano effettivamente il piano per portare 100 milioni di persone negli Stati Uniti, al fine di aprire la strada a un governo regionale di Stati Uniti, Canada e Messico».
Si tratta dell’implementazione di un piano che «dovrebbe portare 100 milioni di persone dai paesi dell’America Latina, insieme a una strategia per creare questi cartelli, rendendo la vita insopportabile. Si chiama “Strategia Push-Pull“, in cui spingono le persone fuori da questi Paesi, dove in questo modo è insopportabile vivere, e le trascinano negli Stati Uniti».
«Poi, una volta raggiunto quel numero critico di oltre cento milioni in questa invasione, allora proporranno: “Bene, per la tua famiglia e i tuoi amici a casa, che hanno bisogno di viaggiare facilmente, hanno bisogno di una migliore la vita e così via e così via – possiamo fare tutto questo meglio con un governo regionale che con un governo statunitense”. E avranno abbastanza massa critica all’interno del Paese per attuare quella politica».
«Questo è il piano globalista a cui stiamo lavorando. Ma quello che stiamo già facendo è vivere sotto la loro politica, dove hanno fatto del diritto alla migrazione un “diritto umano”, riconosciuto dall’ONU nel 2018 e che ora sostituisce i nostri diritti sovrani, grazie all’amministrazione Biden e agli ideologi della frontiera aperta che sono in questo governo, a cui non è mai stato chiesto, ad essere onesti, della loro strategia durante la campagna elettorale» dice la Logan.
«Stanno attuando una strategia e una politica che, non solo nessun americano ha votato per questo, perché non è stata data loro l’opportunità ma la maggior parte degli americani non supporta.
La Logan si riferisce un documento strategico delle Nazioni Unite del 2001, ora cancellato, intitolato «Migrazione sostitutiva: è una soluzione per il declino e l’invecchiamento delle popolazioni?», di cui Renovatio 21 vi ha già parlato quando Draghi si mise a fare certi discorsi sugli immigrati.
Il documento ONU, conosciuto anche come il rapporto ONU, ST/ESA/SER.A/206 «Replacement migration», è sempre più difficile da reperire online. Si tratta di una era e propria road map delle politiche migratorie attualmente in atto a livello globale.
Difficile pensare come questo non sia scaturigine ufficiale di quello che è chiamato Piano Kalergi.
Il piano di sostituzione, etnica e religiosa, della popolazione europea è stato discusso dal fondatore di Renovatio 21 in una conferenza di qualche tempo fa, ancora visibile online.
Immigrazione
Gruppo islamista tedesco chiede un califfato in Medio Oriente
La crisi in Medio Oriente dovrebbe essere risolta istituendo un califfato nella regione, ha affermato il leader di un’organizzazione islamista radicale tedesca durante una manifestazione.
Circa 2.000 sostenitori del controverso gruppo Muslim Interaktiv sono scesi in piazza nella città di Amburgo, nella Germania settentrionale, sabato, hanno riferito i media locali. Gli organizzatori hanno affermato in un post su X che si sono presentate più di 5.000 persone.
I dimostranti hanno scandito il classicissimo «Allahu Akbar» («Dio è grande») e hanno portato striscioni che denunciavano quello che hanno descritto come il «genocidio» israeliano a Gaza e in Libano e sollecitavano la creazione di un califfato – cioè uno Stato Islamico, esattamente come fatto dall’ISIS – in tutto il Medio Oriente.
Il leader del gruppo Joe Adade Boateng, noto anche come Raheem Boateng, ha detto sul palco che il governo israeliano «annuncia pubblicamente i suoi piani di distruzione, attacca ospedali e scuole, nasconde migliaia di dispositivi esplosivi nelle attrezzature e li lascia esplodere indipendentemente dalle perdite. Il mondo intero vede cosa sta succedendo a Gaza e ora in Libano».
Über 5000 Teilnehmer!
In der Einheit liegt unsere Stärke!#KalifatImNahenOsten
— Muslim Interaktiv (@MInteraktiv) October 12, 2024
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Il capo islamico riferiva a un’ondata di esplosioni di cercapersone, walkie-talkie e altri dispositivi in Libano a metà settembre, che i media occidentali hanno affermato essere il risultato di un’operazione di intelligence israeliana che ha preso di mira il gruppo armato Hezbollah. L’attacco ha preceduto il lancio di una campagna aerea e di un’operazione di terra in Libano da parte delle Forze di difesa israeliane (IDF), in cui sono già state uccise almeno 1.645 persone, secondo le autorità locali.
STOPPT DEN GENOZID!#KalifatImNahenOsten#GenozidMadeInIsrael pic.twitter.com/DvMQCQe2Aq
— Muslim Interaktiv (@MInteraktiv) October 12, 2024
La manifestazione ad Amburgo si è svolta sotto una massiccia presenza della polizia, con un cannone ad acqua pronto all’uso. Tuttavia, non sono stati segnalati incidenti. Il tabloid Bild ha affermato che la manifestazione era stata programmata per durare tre ore, ma la folla si è dispersa dopo soli 40 minuti.
Muslim Interaktiv ha fatto notizia dopo un raduno ad aprile durante il quale i suoi sostenitori hanno etichettato la Germania come «una dittatura di valori» e hanno insistito sul fatto che un califfato fosse la «soluzione» per il Paese ospitante.
Le forze dell’ordine tedesche ritengono che il gruppo sia affiliato a Hizb ut-Tahrir (HuT), un’organizzazione islamista radicale internazionale che è ancora vietata in Germania dal 2003 per aver promosso la violenza e l’uccisione di ebrei.
Quando la testata Bild ha chiesto perché a un gruppo come Muslim Interaktiv fosse stato concesso il permesso di protestare ad Amburgo, un portavoce della polizia ha detto che «la libertà di riunione… è una pietra angolare della nostra democrazia». Tuttavia, il portavoce ha sottolineato che ai partecipanti era stato vietato fare certe cose, tra cui glorificare gli attacchi a Israele, bruciare bandiere israeliane e invocare un califfato in Germania.
Come riportato da Renovatio 21, una manifestazione con inni all’instaurazione di un califfato tedesco era stata celebrata ad Amburgo lo scorso aprile, durante una protesta ufficialmente organizzata contro l’«islamofobia». I partecipanti recavano seco cartelli e manifesti con la scritta: «Germania = dittatura dei valori», «La Palestina ha vinto la guerra dell’informazione» e soprattutto «Kalifat ist der Loesung», cioè «il Califfato è la soluzione». I manifestanti hanno cantato «Allahu Akbar» durante tutto l’evento.
Islamisten-Demo mitten in Hamburg. „Muslim Interaktiv“, vom Verfassungsschutz beobachtet, hat zur Demo aufgerufen – auf der offen ein Kalifat gefordert wird. Solche Fanatiker haben in Deutschland nichts verloren! #Islamismus pic.twitter.com/R9jdqIPl4u
— Paul Bressel (@bressel_paul) April 27, 2024
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La Germania si produce, relativamente all’immigrazione islamica, in situazioni sempre più grottesche. Il Gay Pride tedesco 2022 è stato attaccato da quelli che i giornali chiamarono pudicamente «uomini di origine meridionale». L’attacco terroristico nella piccola cittadini di Wuerzburg, che suscitò nel sindaco la preoccupazione che si sarebbero discriminati gli immigrati. Si ricorda anche la vicenda del politico verde di origine cingalese Manoj Subramamian, che si inventò molestie e attacchi nazisti contro di lui, mentre nella città di Hanau abbiamo visto invece parcheggi riservati solo a immigrati e LGBT.
La Repubblica Federale, che ha accettato un titanico afflusso di immigrati con la crisi del 2015 grazie alle decisioni di Angela Merkel, è tuttavia già stata traumatizzata dalla questione dell’immigrazione, non solo che il terrorismo che ha colpito il mercatino di Berlino nel Natale 2016 (l’attentatore era entrato con i barconi, dall’Italia) ma anche con il dramma degli stupri di massa al capodanno 2015 davanti al Duomo Colonia: è la tahurrush gamea, la «molestia collettiva» che abbiamo visto consumarsi anche in Italia al capodanno 2021 davanti al Duomo di Milano.
Il Paese è annualmente teatro anche degli indimenticabili capodanni di Berlino, con devastazioni perpetrate da immigrati nella più totale sfida alle forze dell’ordine.
Come riportato da Renovatio 21, la città di Duesseldorf ha celebrato un anno fa il suo primo cartello stradale islamico.
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Immigrazione
Trump chiede la pena di morte per gli immigrati che hanno assassinato cittadini americani
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Immigrazione
La polizia tedesca spara ad un immigrato piromane
Un uomo è stato colpito dalla polizia e arrestato nella città tedesca di Krefeld, dopo aver appiccato incendi in tre punti e tentato di incendiare un cinema. Lo riporta la stampa locale.
Gli agenti sono stati allertati per la prima volta alle 19:50 ora locale, dopo che un ordigno incendiario è stato lanciato nell’ufficio di collocamento locale, a circa 700 metri di distanza dal cinema.
Il sospettato è un cittadino iraniano di 38 anni che viveva nella città, secondo quanto affermato venerdì in una dichiarazione della polizia di Essen.
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L’uomo si è poi diretto verso la stazione centrale di Krefeld e ha cercato di entrare nel cinema Cinemaxx, secondo la polizia. La polizia avrebbe ingaggiato il sospettato nell’atrio e aperto il fuoco per fermarlo.
Un minibus bianco di proprietà di un ente di beneficenza locale per la lotta alla droga che si trovava lì vicino aveva due finestrini rotti ed era annerito dalla fuliggine.
Secondo quanto riportato dall’emittente televisiva tedesca WDR, l’uomo avrebbe voluto entrare nel cinema con una molotov e un’altra arma.
Un video che circola sui social media mostra gli agenti che fanno irruzione in un cinema, mentre si sentono urla prima che venga sparato un colpo.
BREAKING:
The German police have shot a man in Krefeld after he started striking people in a cinema with a hammer pic.twitter.com/0H0DEPTnJ5
— Visegrád 24 (@visegrad24) October 10, 2024
Hier überfiel offenbar der Amok-Iraner von #Krefeld bereits letzte Woche eine Tankstelle. Das sind Aufnahmen einer Überwachungskamera, die exklusiv dem Sender AUF1 vorliegen! Warum wurde er nicht schon nach dieser Tat festgenommen und befand sich noch in 🇩🇪, Herr #Reul?#Talahon pic.twitter.com/lTbp05aVDf
— Prof. Carl Leiserfluss ✪ (@CLeiserfluss) October 12, 2024
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Il sospettato, le cui motivazioni non sono chiare, è sopravvissuto allo sparo e si trova in ospedale. Non ci sono segnalazioni di vittime nei tre incendi.
Secondo quanto riferito, la polizia ritiene che l’incendiario abbia agito da solo e non ravvisa ulteriori minacce per la collettività.
Tuttavia, l’incidente ha portato a un rafforzamento della sicurezza a Krefeld. L’area attorno al cinema è stata transennata, con un gran numero di poliziotti che hanno sorvegliato la scena fino a tarda sera. La stazione vicina non è stata bloccata.
La polizia ha affermato che il movente esatto non è ancora chiaro ed è oggetto di indagini in corso, senza prove iniziali di un attacco terroristico.
Come riportato da Renovatio 21, la Germania è stata teatro di plurimi episodi preoccupanti provocati da immigrati, soprattutto con aggressioni indiscriminate a base di coltello in luoghi pubblici.
Il capo di un sindacato della polizei ha fatto circolare un mese scorso un video in cui avvertiva che «la crisi dell’immigrazione è prima di tutto una crisi criminale».
In settimana è emersa la notizia che la polizia tedesca sta cercando di combattere il problema distrubuendo una serie di volantini che suggeriscono agli immigrati che «Besser ohne Messer», «senza coltelli è meglio».
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