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Ambiente

Il cardinale Schönborn diffonde l’allarmismo climatico: la colpa degli incendi è del riscaldamento globale

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Il cardinale viennese Christoph Schönborn promuove l’allarmismo sul cambiamento climatico: a suo dire gli incendi sarebbero correlati al riscaldamento globale in un post sui social media.

 

Lo Schönborn ha scritto su Twitter che «I paradisi delle vacanze in fiore si stanno trasformando in inferni ardenti».

 

Il cardinale si riferiva con evidenza  ai recenti incendi in Grecia, Turchia, Sicilia, Hawaii etc.

 

«Centinaia di migliaia di persone, turisti e gente del posto, sono dovute fuggire dalle fiamme. Molti di loro hanno perso tutto, la casa, i beni» prosegue il porporato austriaco.

 

«Numerose persone sono già morte tra le fiamme. Tra loro, 18 rifugiati senza nome al confine tra Grecia e Turchia. Enormi aree di terra sono state distrutte, le basi della vita per le persone, gli animali e le piante sono state distrutte».

 

 

«I vigili del fuoco, che sono in servizio 24 ore su 24 e combattono le fiamme fino allo sfinimento, compiono imprese sovrumane! Rischiano la vita per salvare le persone e la natura» aggiunge, non dimenticandosi la parola passepartout dell’era ecobergogliana.

 

Schönborn, un domenicano di nobile famiglia, sembra quindi collegare gli incendi al riscaldamento globale e lanciare un vago invito all’azione, chiedendo alle persone, più che convertirsi a Cristo e al Suo Vangelo, a cambiare il modo di «andare avanti».

 

«Le ondate di calore e gli incendi boschivi sono un chiaro segno: la terra si sta riscaldando! Non possiamo andare avanti come prima. Ci riguarda tutti», twitta il presule.

 

Il post è suggellato da un’immagine infernale con un indefinito panorama in fiamme.

 

La dichiarazione di Schönborn è stata subito ripresa dal presidente austriaco Alexander van der Bellen, ex capo del partito di estrema sinistra dei Verdi.

 

Il cardinale non sembra nemmeno lontanamente considerare l’ipotesi che tali incendi siano di origine umana, iniziati da piromani, o forse da qualcuno con intenzioni ancora peggiori.

 

Eppure non sono pochi a sostenerlo. Come ricorda LifeSiteNews, il professor Michael Müller, esperto di incendi boschivi presso l’Università della Tecnologia di Dresda, ha ripetutamente confermato che «quasi tutti gli incendi boschivi sono causati dall’uomo» e ha affermato che «solo a causa delle temperature più elevate o della maggiore siccità, non si innesca alcun incendio». 

 

Il professor Müller ha anche affermato che il numero degli incendi boschivi in ​​Germania e nelle aree bruciate è costantemente diminuito dalla metà degli anni ’70. 

 

Lo scrittore Bjorn Lomborg ha sottolineato in un post su X, ex Twitter, che l’area bruciata dagli incendi in Europa entro il 5 agosto 2023, era molto inferiore alla media degli ultimi dieci anni durante lo stesso periodo di tempo, citando i dati del sistema informativo globale sugli incendi 

 

 

 

Lo Schoenborn non è nuovo a simili tirate di sapore eco-estremista.

 

Nel 2020, Schönborn ha utilizzato il COVID per promuovere questioni «ecologiche», insinuando in un’intervista che Dio «vuole forse ricordarci che ci ha affidato la creazione e non ce l’ha data per devastarla?»

 

«È proprio necessario volare a Londra nel fine settimana per fare shopping? È davvero necessario trascorrere le vacanze di Natale alle Maldive? È davvero necessario avere enormi navi da crociera con 4.000 persone a bordo che inquinano i mari in modo drammatico? Abbiamo davvero bisogno di avere 200.000 aerei in volo ogni giorno?» si chiedeva l’arcivescovo di Vienna, un tempo considerato vicino al Ratzinger (con tanto di editoriali anti-darwinisti pubblicati sul New York Times), poi subito allineatosi assai con l’argentino pontefice: nel 2019 il cardinale-aristocratico espresse un’apertura alla possibilità del sacerdozio degli uomini sposati («viri probati»), come avviene nell’ordinariato anglicano di già.

 

In un’intervista nell’aprile 2023, Schönborn aveva difeso la decisione dei vescovi austriaci di aderire alle regole restrittive del governo sul COVID e ha spinto ancora una volta la narrativa allarmista del cambiamento climatico, dicendo: «abbiamo solo questo globo».

 

Come riportato da Renovatio 21, le restrizioni pandemiche implementate in Austria arrivarono a livelli parossistici e grotteschi, e la Conferenza Episcopale locale vi si sottomise in modo vergognoso, promuovendo la vaccinazione fatta con un siero derivato dall’uso di linee cellulari da feto abortito con la rivoltante ragione che «la disponibilità a essere vaccinati» era parte della «responsabilità cristiana».

 

In altre occasioni lo Schönborn ha inoltre «espresso simpatia per gli attivisti climatici radicali che si incollano nelle strade per interrompere il traffico, anche se trova i loro metodi discutibili» scrive LifeSiteNews.

 

 

 

 

 

Immagine di Bundesministerium für europäische und internationale Angelegenheiten via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0); immmagine tagliata

 

 

 

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Ambiente

Tribunale tedesco classifica Ultima Generazione come una «organizzazione criminale»

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Il capitolo tedesco del gruppo sul cambiamento climatico Last Generation (in italiano, Ultima Generazione) è stato designato come «organizzazione criminale» dal tribunale regionale di Monaco di Baviera, che ha annunciato la sentenza ieri dopo aver esaminato dieci denunce di attivisti climatici per perquisizioni e sequestri. Lo riporta il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung.

 

Si tratta di una decisione giuridicamente vincolante, presa nell’ambito di un’indagine della Procura di Monaco contro numerosi membri di Last Generation. Nel presente procedimento sono accusati, tra l’altro, di associazione a delinquere. Nel mese di maggio il tribunale distrettuale di Monaco aveva emesso diversi ordini di perquisizione e sequestro. Il tribunale regionale ha ora confermato i requisiti per l’emissione dei mandati di perquisizione. Gli attivisti hanno più ulteriori rimedi legali.

 

La corte ha stabilito che Last Generation soddisfa i requisiti per essere considerato un gruppo criminale organizzato, sostenendo che commettere crimini non deve necessariamente essere l’unico scopo di un gruppo per essere designato come tale, «sufficiente che la commissione dei reati sia uno dei possibili scopi» scrive la testata francofortese.

 

La corte ha affermato che le attività del gruppo, tra cui l’interruzione del traffico e il danneggiamento delle proprietà, costituiscono una minaccia significativa per la sicurezza e l’ordine pubblico. «Per quanto riguarda le interruzioni e i blocchi delle operazioni di diversi aeroporti e le azioni concertate per interrompere il flusso di diversi oleodotti, il tribunale ha stabilito che neanche i reati possono essere considerati di lieve entità», pertanto i mandati di perquisizione sono legali, riporta FAZ.

 

La Corte ha sottolineato che il discorso sociale viene violato con mezzi illegittimi quando un gruppo tenta di porsi al di sopra dello stato di diritto e dei processi democratici, possibilmente in modo moralmente superiore. Il tribunale ha altresì evidenziato che «i crimini non sono uno strumento di discussione libera, democratica e costituzionale, ma piuttosto un’espressione di energia criminale e come tali dovrebbero essere valutati con sobrietà da una prospettiva giuridica».

 

Il gruppo tedesco di Last Generation è nato nel 1921, formato dai partecipanti allo «sciopero della fame dell’ultima generazione», un’azione di protesta per chiedere una «conversazione pubblica sull’emergenza climatica» con i candidati all’epoca alla cancelliera della Germania. L’azione prevedeva l’accampamento nel quartiere governativo di Berlino, oltre all’interruzione del traffico in città.

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Da allora il gruppo è cresciuto, rimanendo attivo principalmente in Germania, Austria e Italia. Gli attivisti di Last Generation hanno bloccato le principali vie di traffico e gli aeroporti, interrotto il funzionamento delle strutture legate all’industria dei combustibili fossili e organizzato attacchi ai musei, con l’obiettivo di attirare l’attenzione sui problemi del cambiamento climatico.

 

Queste attività hanno posto il gruppo sotto i riflettori dei media, attaccando i dipinti di artisti come van Gogh e Monet. I metodi degli attivisti di Last Generation sono simili a quelli del gruppo britannico «Just Stop Oil» e prevedono di spalmare prodotti alimentari nelle sale dei musei dove si conservano importanti dipinti.

 

Come riportato da Renovatio 21, a Stoccolma è stato attaccato con manate di vernice rossa un quadro dei sopravvalutato artista impressionista francese Monet, mentre in Vaticano due attivisti ambientalisti si sono incollati alla statua del Lacoonte. Un anno attivisti ecologisti attaccarono il Tour de France.

 

L’ideologia di tali gruppi sembra sempre più disperata e apocalittica. Al co-fondatore di uno di questi movimenti eco-estremisti, Extinction Rebellion, Roger Hallam, è stato attribuito un opuscolo dove si diceva che il cambiamento climatico – ovviamente causato dagli esseri umani – porterà allo stupro di gruppo di «tua madre, sorella e fidanzata (…) Ti costringeranno a guardare, ridendo di te. Alla fine ti accuseranno di divertirti».

 

Sempre la FAZ un anno fa aveva pubblicato un articolo in cui sosteneva che vi era la possibilità che si stesse creando un movimento terrorista verde.

 

La Germania con la Merkel e il suo successore Scholz ha aderito ad una politica di transizione energetica scellerata e fallimentare, disattivando le centrali nucleari (contro l’opinione di  scienziati, di normali cittadini e pure di qualche ministro) e dedicandosi all’eolico che purtroppo non riesce a fornire quantità di energia sufficienti, al punto che vi sono periodi di totale inattività delle pale a causa dell’assenza di vento. Il principale produttore mondiale di tecnologia eolica, la tedesca Siemens, ha subito pesanti contraccolpi economici per i problemi dell’eolico.

 

La Germania quindi tornata ad far funzionare centrali a carbone, una risorsa che la Germania, alla pari del gas, importava dall’«odiata» (per ordine del padrone atlantico) Federazione Russa. Il risultato è che ancora pochi mesi fa il Paese più grande d’Europa parlava di razionamento energetico. Nello scorso anno la regressione tedesca è stata tale che ad un certo punto, scrisse un’analisi Deutsche Bank, si era cominciato a discutere  nel Paese della fornitura di legna da ardere per passare l’inverno.

 

I cittadini tedeschi, esasperati, avevano iniziato mesi fa a reagire ai blocchi del traffico da parte degli ecoattivisti rimuovendo con la forza gli attivisti.

 

Come riportato da Renovatio 21, la deputata tedesca di Alternative fuer Deutschland Beatrix Von Storch lo scorso aprile aveva tenuto un denso discorso al Bundestag che dimostrava gli interessi economici dietro l’ecologismo e i suoi scherani, con i movimenti foraggiati da miliardari con investimenti a lungo termine sul cambiamento tecnologico energetico.

 

Una vera «piovra verde», raccontò la deputata, in seguito, chissà perché vittima di aggressioni in strada.

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Immagine di Stefan Müller via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

 

 

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Ambiente

Tracce di microplastica nelle nuvole della pioggia

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Gli scienziati hanno scoperto che la plastica si è infiltrata in quasi tutti gli ambienti del pianeta, trovandosi persino nel sangue umano. Tuttavia, il loro impatto, anche sulla salute umana, non è ben compreso.   Un nuovo studio ha trovato prove che le microplastiche si sono fatte strada nelle nuvole di pioggia e potrebbero influenzarne la formazione.   Lo studio, pubblicato mercoledì scorso dall’American Chemical Society in Environmental Science and Technology Letters, è stato scritto da un gruppo di scienziati dell’Università di Shandong in Cina.   In 24 dei 28 campioni prelevati dall’acqua delle nuvole in cima al Monte Tai, hanno trovato sostanze chimiche comunemente presenti nelle fibre sintetiche, negli imballaggi e in altri prodotti di plastica, tra cui polietilene tereftalato (PET), polipropilene, polietilene e polistirene.   «Questa scoperta fornisce una prova significativa della presenza di abbondanti MP [microplastiche] nelle nuvole», hanno affermato i ricercatori.   Uno studio condotto all’inizio di quest’anno aveva trovato prove secondarie della probabile presenza di microplastiche nelle nuvole, ma lo studio più recente è il primo a trovare microplastiche in campioni prelevati direttamente dalle nuvole.   L’altro studio, pubblicato sulla rivista Environmental Chemistry Letters a settembre, ha trovato microplastiche sulla cima del Monte Fuji e del Monte Oyama in Giappone, che gli scienziati hanno dedotto potrebbero essersi depositate lì solo a causa delle precipitazioni.

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Il termine «microplastica» si applica a un’ampia gamma di minuscoli pezzi di plastica di diametro inferiore a 5 millimetri. Mentre alcuni possono essere prodotti di plastica «incontaminati» di piccole dimensioni, la maggior parte sono probabilmente pezzi di plastica più grandi che sono stati rotti e degradati dall’esposizione agli agenti atmosferici, all’acqua e alla luce solare, che include radiazioni ultraviolette che possono modificarne la composizione chimica.   Nello studio dello Shandong, gli scienziati hanno scoperto che le microplastiche tendevano ad avere una lunghezza inferiore a 100 micrometri, anche se alcune erano grandi fino a 1.500 micrometri o 1,5 millimetri. Hanno trovato una maggiore densità di microplastiche nelle nuvole a bassa quota con maggiore densità, come quelle che producono pioggia, e le particelle più vecchie tendevano ad avere più piombo, mercurio e ossigeno attaccati alle loro superfici – sostanze chimiche che, secondo gli scienziati, potrebbero aiutare a innescare il fenomeno. sviluppo delle nubi.   I ricercatori hanno utilizzato modelli computerizzati per determinare come le particelle fossero arrivate lì, scoprendo che la fonte primaria delle microplastiche era il flusso d’aria proveniente da città dell’entroterra altamente popolate, piuttosto che dall’oceano o dalle montagne vicine.   «Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere le interazioni microplastica-nuvole e i potenziali impatti sui cicli atmosferici dei metalli e sulla formazione delle nuvole», afferma lo studio.   Gli scienziati stanno trovando tracce della plastica in varie parti del corpo umano, compreso il cervello.   Come riportato da Renovatio 21, quantità di microplastica avrebbero raggiunto i polmoni umani con l’uso delle mascherine imposto durante il biennio pandemico.   La microplastica nell’intestino è stata correlata da alcuni studi a malattie infiammatorie croniche intestinali. Altre ricerche hanno scoperto che le microplastiche causano sintomi simili alla demenza.  

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Ambiente

L’Etna si è svegliato

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Il vulcano attivo più alto d’Europa, l’Etna, ha eruttato ancora una volta, lanciando lava nell’aria per più di un chilometro sopra il suo cratere sudorientale, ha riferito l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

 

L’eruzione dello stratovulcano, la prima in tre mesi, è arrivata dopo diversi giorni di tremori vulcanici e l’emissione di grandi nubi di gas bollenti.

 

Una fontana di roccia fusa è stata vista sollevarsi nell’aria mentre la lava scendeva lungo le pendici dell’Etna. Secondo l’Osservatorio dell’Etna, le nubi di cenere risultanti sono state trasportate verso le città costiere a nord di Catania, inondando le contee vicine e coprendo auto ed edifici.

 

 

La cenere vulcanica si depositerà e fornirà terreno fertile per i vigneti e i giardini circostanti, un altro promemoria del rapporto che gli agricoltori locali condividono con la montagna a portata di mano.

 

L’Etna, notoriamente imprevedibile, è il vulcano più attivo d’Europa e in media ha eruttato una volta al mese tra il 2021 e il 2022. Si tratta del più alto vulcano attivo della placca eurasiatica, le cui frequenti eruzioni hanno di fatto modificato il Paesaggio circostante e costituito una minaccia per i vicini insesiamenti umani. Lo stratovulcano complesso si sarebbe originato nel Quaternario, l’era geologica più recente che da 2,58 milioni di anni fa ad aoggi. È detto in lingua locale Muncibeddu, o anche semplicemente a Muntagna.

 

 

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L’INGV al momento ha abbassato il livello di allerta ad arancione e continua a monitorare la situazione. Le operazioni all’aeroporto di Catania finora non hanno subito interruzioni e non si registrano danni.

 

«Pur mostrando un incremento ulteriore in termini di ampiezza il tremore vulcanico e gli eventi infrasonici non evidenziano variazioni rilevanti in termini di localizzazione. Le stazioni clinometriche sommitali Pdn e Plc mostrano minime variazioni al di sotto di 0.3 microradianti, in accordo con la fenomenologia in corso. Le altre stazioni clinometriche non mostrano variazioni rilevanti».

 

Anche se l’attuale eruzione non ha causato vittime, in altre occasioni il vulcano ha causato tragedie.  Nove turisti sono rimasti uccisi e numerosi altri feriti nel settembre 1979 quando un’esplosione ha scosso la zona della Bocca Nuova del cratere centrale dell’Etna, portando a cambiamenti nella politica turistica. Nel 1987, due turisti furono uccisi da un’esplosione nel cratere sudorientale, teatro dell’attuale attività.

 

Il 21 giugno 2013, la XXXVII sessione del Comitato UNESCO ha inserito l’Etna nell’elenco dei beni costituenti il Patrimonio dell’umanità. Come si possa inserire una colossale minaccia naturale all’uomo come «Patrimonio dell’umanità» potrebbe spingere alcuni ad interrogarsi. Poi quando uno sa che l’UNESCO l’ha fondata Julian Huxley – della famiglia dell’élite darwinista più zelota, coniatore della parola «transumano» e fratello dello scrittore Aldous autore del libro manifesto per la tecnocrazia futura, stupidamente considerato come romanzo distopico dai più – tutto diviene più chiaro.

 

Ci imporrano il ritorno i sacrifici umani al dio vulcano?

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Immagine screenshot da Twitter

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