Ambiente
Le pale eoliche stanno facendo perdere palate di danaro

La cattiva performance degli impianti eolici durante l’ondata di freddo in Texas di quest’anno ha indicato un quadro più ampio: anche i costruttori di turbine eoliche offshore stanno ottenendo prestazioni inferiori e stanno perdendo molti soldi. Contrariamente a quanto ripete il sistema – dalla grande finanza (il mega-fondo BlackRock, ad esempio) e il potere transnazionale (l’ONU, la UE) le rinnovabili, sta emergendo sempre più chiaramente, potrebbero non essere un grande investimento.
Il business delle turbine eoliche di General Electric, uno dei maggiori costruttori, ha perso ben 2,2 miliardi di dollari nel 2022 e sta tagliando la sua forza lavoro di circa il 20%; «solo il nuovo credito d’imposta nell’etichettatura errata dell’Inflation Reduction Act potrebbe salvarlo» scrive EIRN.
Siemens Gamesa, l’unità di turbine eoliche del gigante industriale tedesco che si definisce «il leader globale nella generazione di energia offshore», ha perso solo 974 milioni di dollari solo nel suo primo trimestre fiscale di ottobre-dicembre 2022, secondo Reuters il 1° febbraio. Secondo Fox News, non ha ricevuto un solo ordine di turbina offshore in quel trimestre e i suoi ordini per turbine onshore sono diminuiti del 46% rispetto all’anno precedente, mentre i costi per quei giganti di turbine eoliche a terra sono aumentati del 25% nell’anno.
L’azienda danese Vestas, un altro grande produttore di energia eolica offshore, ha dichiarato in un rapporto riferito da Reuters il 27 gennaio: «nel 2023, prevediamo alti livelli di inflazione lungo tutta la catena di approvvigionamento e la riduzione delle installazioni di energia eolica influiranno negativamente sui ricavi e sulla redditività».
La rapida inflazione dei prezzi dei componenti e la mancanza di affidabilità hanno portato alla sospensione dei principali progetti eolici offshore lungo la costa orientale degli Stati Uniti, che avrebbero dovuto essere il percorso verso 30 GW di eolico offshore entro il 2030 nel piano dell’amministrazione Biden.
In Texas all’inizio di febbraio, durante una tempesta invernale con neve e freddo, le turbine si sono bloccate e la capacità eolica disponibile è scesa a 1,6 GW su 37 GW. Un vicepresidente della società di generazione di energia NRG, ha ammesso: «dall’eolico, era stata promessa poca affidabilità e ha soddisfatto le aspettative».
Il senatore di stato Tan Parker ha dichiarato su Twitter il 2 febbraio che «il Texas non può prosperare con un futuro basato esclusivamente sull’energia eolica e solare. Quando ne abbiamo più bisogno, l’eolico e il solare non possono fornire abbastanza per fare una differenza significativa. Petrolio e gas continueranno ad essere la principale fonte di energia per il nostro stato e la nostra nazione per il prossimo futuro».
Texas can’t thrive on a wind and solar-only energy future. When we need it most, wind and solar can't deliver enough to make a significant difference. Oil and gas will continue to be the main energy source for our state and nation for the foreseeable future. pic.twitter.com/ToZWYpy328
— Senator Tan Parker (@TanParkerTX) February 2, 2023
Come riportato da Renovatio 21, il Texas è andato in blackout a causa della scarsa performance delle turbine, che in assenza di vento non servono a nulla.
Lo stesso lo ha scoperto nell’autunno 2020 la Germania, dove le pale eoliche hanno dato prova della loro totale inutilità in mancanza di aria in movimento.
Quella delle rinnovabili è una situazione che sta tra un’agenda economica aggressiva (con gli stessi fondi che pretendono rinnovabili in Occidente ma finanziano industrie di segno opposto in Cina) – cioè, di fatto, una colossale speculazione, una truffa globale – e un vero e proprio nuovo culto.
Immagine di Stephan Mosel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0).
Ambiente
Tribunale tedesco classifica Ultima Generazione come una «organizzazione criminale»

Il capitolo tedesco del gruppo sul cambiamento climatico Last Generation (in italiano, Ultima Generazione) è stato designato come «organizzazione criminale» dal tribunale regionale di Monaco di Baviera, che ha annunciato la sentenza ieri dopo aver esaminato dieci denunce di attivisti climatici per perquisizioni e sequestri. Lo riporta il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Si tratta di una decisione giuridicamente vincolante, presa nell’ambito di un’indagine della Procura di Monaco contro numerosi membri di Last Generation. Nel presente procedimento sono accusati, tra l’altro, di associazione a delinquere. Nel mese di maggio il tribunale distrettuale di Monaco aveva emesso diversi ordini di perquisizione e sequestro. Il tribunale regionale ha ora confermato i requisiti per l’emissione dei mandati di perquisizione. Gli attivisti hanno più ulteriori rimedi legali.
La corte ha stabilito che Last Generation soddisfa i requisiti per essere considerato un gruppo criminale organizzato, sostenendo che commettere crimini non deve necessariamente essere l’unico scopo di un gruppo per essere designato come tale, «sufficiente che la commissione dei reati sia uno dei possibili scopi» scrive la testata francofortese.
La corte ha affermato che le attività del gruppo, tra cui l’interruzione del traffico e il danneggiamento delle proprietà, costituiscono una minaccia significativa per la sicurezza e l’ordine pubblico. «Per quanto riguarda le interruzioni e i blocchi delle operazioni di diversi aeroporti e le azioni concertate per interrompere il flusso di diversi oleodotti, il tribunale ha stabilito che neanche i reati possono essere considerati di lieve entità», pertanto i mandati di perquisizione sono legali, riporta FAZ.
La Corte ha sottolineato che il discorso sociale viene violato con mezzi illegittimi quando un gruppo tenta di porsi al di sopra dello stato di diritto e dei processi democratici, possibilmente in modo moralmente superiore. Il tribunale ha altresì evidenziato che «i crimini non sono uno strumento di discussione libera, democratica e costituzionale, ma piuttosto un’espressione di energia criminale e come tali dovrebbero essere valutati con sobrietà da una prospettiva giuridica».
Il gruppo tedesco di Last Generation è nato nel 1921, formato dai partecipanti allo «sciopero della fame dell’ultima generazione», un’azione di protesta per chiedere una «conversazione pubblica sull’emergenza climatica» con i candidati all’epoca alla cancelliera della Germania. L’azione prevedeva l’accampamento nel quartiere governativo di Berlino, oltre all’interruzione del traffico in città.
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Da allora il gruppo è cresciuto, rimanendo attivo principalmente in Germania, Austria e Italia. Gli attivisti di Last Generation hanno bloccato le principali vie di traffico e gli aeroporti, interrotto il funzionamento delle strutture legate all’industria dei combustibili fossili e organizzato attacchi ai musei, con l’obiettivo di attirare l’attenzione sui problemi del cambiamento climatico.
Queste attività hanno posto il gruppo sotto i riflettori dei media, attaccando i dipinti di artisti come van Gogh e Monet. I metodi degli attivisti di Last Generation sono simili a quelli del gruppo britannico «Just Stop Oil» e prevedono di spalmare prodotti alimentari nelle sale dei musei dove si conservano importanti dipinti.
Come riportato da Renovatio 21, a Stoccolma è stato attaccato con manate di vernice rossa un quadro dei sopravvalutato artista impressionista francese Monet, mentre in Vaticano due attivisti ambientalisti si sono incollati alla statua del Lacoonte. Un anno attivisti ecologisti attaccarono il Tour de France.
L’ideologia di tali gruppi sembra sempre più disperata e apocalittica. Al co-fondatore di uno di questi movimenti eco-estremisti, Extinction Rebellion, Roger Hallam, è stato attribuito un opuscolo dove si diceva che il cambiamento climatico – ovviamente causato dagli esseri umani – porterà allo stupro di gruppo di «tua madre, sorella e fidanzata (…) Ti costringeranno a guardare, ridendo di te. Alla fine ti accuseranno di divertirti».
Sempre la FAZ un anno fa aveva pubblicato un articolo in cui sosteneva che vi era la possibilità che si stesse creando un movimento terrorista verde.
La Germania con la Merkel e il suo successore Scholz ha aderito ad una politica di transizione energetica scellerata e fallimentare, disattivando le centrali nucleari (contro l’opinione di scienziati, di normali cittadini e pure di qualche ministro) e dedicandosi all’eolico che purtroppo non riesce a fornire quantità di energia sufficienti, al punto che vi sono periodi di totale inattività delle pale a causa dell’assenza di vento. Il principale produttore mondiale di tecnologia eolica, la tedesca Siemens, ha subito pesanti contraccolpi economici per i problemi dell’eolico.
La Germania quindi tornata ad far funzionare centrali a carbone, una risorsa che la Germania, alla pari del gas, importava dall’«odiata» (per ordine del padrone atlantico) Federazione Russa. Il risultato è che ancora pochi mesi fa il Paese più grande d’Europa parlava di razionamento energetico. Nello scorso anno la regressione tedesca è stata tale che ad un certo punto, scrisse un’analisi Deutsche Bank, si era cominciato a discutere nel Paese della fornitura di legna da ardere per passare l’inverno.
I cittadini tedeschi, esasperati, avevano iniziato mesi fa a reagire ai blocchi del traffico da parte degli ecoattivisti rimuovendo con la forza gli attivisti.
Come riportato da Renovatio 21, la deputata tedesca di Alternative fuer Deutschland Beatrix Von Storch lo scorso aprile aveva tenuto un denso discorso al Bundestag che dimostrava gli interessi economici dietro l’ecologismo e i suoi scherani, con i movimenti foraggiati da miliardari con investimenti a lungo termine sul cambiamento tecnologico energetico.
Una vera «piovra verde», raccontò la deputata, in seguito, chissà perché vittima di aggressioni in strada.
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Immagine di Stefan Müller via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Ambiente
Tracce di microplastica nelle nuvole della pioggia

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Ambiente
L’Etna si è svegliato

Il vulcano attivo più alto d’Europa, l’Etna, ha eruttato ancora una volta, lanciando lava nell’aria per più di un chilometro sopra il suo cratere sudorientale, ha riferito l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
L’eruzione dello stratovulcano, la prima in tre mesi, è arrivata dopo diversi giorni di tremori vulcanici e l’emissione di grandi nubi di gas bollenti.
Una fontana di roccia fusa è stata vista sollevarsi nell’aria mentre la lava scendeva lungo le pendici dell’Etna. Secondo l’Osservatorio dell’Etna, le nubi di cenere risultanti sono state trasportate verso le città costiere a nord di Catania, inondando le contee vicine e coprendo auto ed edifici.
#Etna, forte parossismo in corso domenica sera: le immagini col buio pic.twitter.com/BIg0702nwM
— Local Team (@localteamit) November 12, 2023
#Etna Tremore in aumento nella serata di venerdì pic.twitter.com/yYZmlQmfpL
— Local Team (@localteamit) November 10, 2023
La cenere vulcanica si depositerà e fornirà terreno fertile per i vigneti e i giardini circostanti, un altro promemoria del rapporto che gli agricoltori locali condividono con la montagna a portata di mano.
L’Etna, notoriamente imprevedibile, è il vulcano più attivo d’Europa e in media ha eruttato una volta al mese tra il 2021 e il 2022. Si tratta del più alto vulcano attivo della placca eurasiatica, le cui frequenti eruzioni hanno di fatto modificato il Paesaggio circostante e costituito una minaccia per i vicini insesiamenti umani. Lo stratovulcano complesso si sarebbe originato nel Quaternario, l’era geologica più recente che da 2,58 milioni di anni fa ad aoggi. È detto in lingua locale Muncibeddu, o anche semplicemente a Muntagna.
#Etna Nuovo parossismo: le fontane di lava sopra le nuvole pic.twitter.com/vJ2ujTkHIc
— Local Team (@localteamit) November 12, 2023
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L’INGV al momento ha abbassato il livello di allerta ad arancione e continua a monitorare la situazione. Le operazioni all’aeroporto di Catania finora non hanno subito interruzioni e non si registrano danni.
«Pur mostrando un incremento ulteriore in termini di ampiezza il tremore vulcanico e gli eventi infrasonici non evidenziano variazioni rilevanti in termini di localizzazione. Le stazioni clinometriche sommitali Pdn e Plc mostrano minime variazioni al di sotto di 0.3 microradianti, in accordo con la fenomenologia in corso. Le altre stazioni clinometriche non mostrano variazioni rilevanti».
Anche se l’attuale eruzione non ha causato vittime, in altre occasioni il vulcano ha causato tragedie. Nove turisti sono rimasti uccisi e numerosi altri feriti nel settembre 1979 quando un’esplosione ha scosso la zona della Bocca Nuova del cratere centrale dell’Etna, portando a cambiamenti nella politica turistica. Nel 1987, due turisti furono uccisi da un’esplosione nel cratere sudorientale, teatro dell’attuale attività.
Il 21 giugno 2013, la XXXVII sessione del Comitato UNESCO ha inserito l’Etna nell’elenco dei beni costituenti il Patrimonio dell’umanità. Come si possa inserire una colossale minaccia naturale all’uomo come «Patrimonio dell’umanità» potrebbe spingere alcuni ad interrogarsi. Poi quando uno sa che l’UNESCO l’ha fondata Julian Huxley – della famiglia dell’élite darwinista più zelota, coniatore della parola «transumano» e fratello dello scrittore Aldous autore del libro manifesto per la tecnocrazia futura, stupidamente considerato come romanzo distopico dai più – tutto diviene più chiaro.
Ci imporrano il ritorno i sacrifici umani al dio vulcano?
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Immagine screenshot da Twitter
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