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Scienziati russi confutano la tesi antropogenica del cambiamento climatico

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Il consenso scientifico totale sul cambiamento climatico provocato dall’uomo – il dogma strombazzato dall’establishment occidentale ad ogni piè sospinto – non è così totale, visto che in Russia c’è avanza altre teorie geofisiche a riguardo.

 

La recente pubblicazione di un documento del Consiglio scientifico dell’Accademia russa delle scienze sulle questioni complesse dell’integrazione economica eurasiatica, della modernizzazione, della competitività e dello sviluppo sostenibile, presieduto da Sergej Glazev, che confuta l’«origine antropogenica» del cambiamento climatico, presenta una teoria molto interessante che era basato su alcuni degli ultimi lavori dello scienziato russo Vladimir Ivanovic Vernadskij (1863-1945).

 

Mentre le persone guardano al fattore più ovvio qui – il rapporto mutevole tra il Sole e la Terra come possibile fonte del «riscaldamento» – il capo ricercatore dell’Istituto per la ricerca nucleare dell’Accademia delle scienze russa, il dottor Leonid Bezrukov, ha posto l’ipotesi del riscaldamento della superficie terrestre e degli oceani a seguito del decadimento radioattivo dell’isotopo potassio-40 sotto la superficie terrestre, la cui potenza di flusso termico è di circa 1 watt per metro quadrato, molto più del flusso di calore antropogenico influenza sull’atmosfera.

 

La fonte del lavoro teorico su cui si basa questa ipotesi è attribuita al dottore in scienze geologiche e mineralogiche Vladimir Larin, che ha studiato la composizione dell’idruro metallico della Terra, la cui espansione rilascia idrogeno e altri gas.

 

Tuttavia, la prima persona a formulare la teoria dell’esistenza dell’idrogeno sulla superficie terrestre fu Vernadskij, che fu anche il primo a indicare un effetto molto più ampio del decadimento degli elementi nucleari della Terra nel determinare il calore della Terra, attraverso il suo concetto di «migrazione degli atomi» ben al di sotto del sottile strato della biosfera terrestre, un teoria che sviluppò in modo più esteso nella sua ultima opera incompiuta, Chimicheskoe stroenie biosferii zemli i ee okruzhenija («La struttura chimica della biosfera e dei suoi dintorni»), considerata dal geniale biochimico russo come il «libro della vita».

 

I membri del consiglio scientifico stanno progettando di presentare domanda al Ministero dell’Istruzione e della Scienza e all’Accademia delle scienze russa per organizzare uno studio interdisciplinare dei processi descritti.

 

Nel frattempo, nell’Italia sconvolta dalle alluvioni in Romagna, c’è chi avanza l’idea del carcere per chi nega il cambiamento climatico: nel giornale dell’imprenditore ora svizzero Carlo De Benedetti Domani abbiamo letto che «il negazionismo climatico dovrebbe essere un reato».

 

Come riportato da Renovatio 21, undici scienziati membri del gruppo Clintel hanno pubblicato una dichiarazione in cui respingono l’affermazione secondo cui l’attuale alluvione in Italia è correlata al cambiamento climatico antropogenico, cioè da cambiamenti meteorologici indotti dall’attività umana.

 

I firmatari, insieme ad altri, hanno scritto il libro Dialogo sul clima recentemente pubblicato in Italia.

 

 

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Ambiente

Il vescovo si oppone agli impianti geotermici nell’isola indonesiana a maggioranza cattolica

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Forte presa di posizione dell’arcivescovo mons. Paulus Budi Kleven a difesa di territori incontaminati che il governo di Jakarta vuole trasformare in un polo per nuovi «progetti di sviluppo» di rilevanza nazionale sull’isola a maggioranza cattolica. Le preoccupazioni degli agricoltori locali.

 

Mons. Paulus Budi Kleven, arcivescovo di Ende a Flores, l’isola a maggioranza cattolica dell’Indonesia, nella provincia di Nusa Tenggara orientale, ha espresso pubblicamente la sua contrarietà ai progetti per la realizzazione di centrali geotermiche a Mataloko e in altre località del territorio sua diocesi. Un intervento che sta suscitando grande attenzione da parte dei gruppi che si battono per la tutela dell’ambiente.

 

Quella dell’arcivescovo Kleven è infatti la prima voce esplicita dei leader della Chiesa indonesiana contro progetti potenzialmente dannosi per l’ecosistema e la vita sociale delle comunità locali.

 

«Dopo aver ascoltato le voci preoccupate della gente e di altri attori coinvolti, mi sento moralmente tenuto a esprimere il mio forte rifiuto contro qualsiasi progetto di sito geotermico in alcune località all’interno del nostro territorio pastorale di Ende», ha dichiarato Il presule (nominato da papa Francesco pochi mesi fa, dopo essere stato superiore generale dei Verbiti) in un videomessaggio pubblicato la scorsa settimana.

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«Avendo ascoltato decine di persone sul posto da Sokoria a Mataloko e il clero locale, non ho alcun dubbio nel dichiarare come guida di questa Chiesa la mia opinione», ha aggiunto l’arcivescovo con un gesto che si inserisce in quell’attenzione al tema dell’ambiente sollecitato da papa Francesco con l’enciclica Laudato Sì.

 

Dal 2017 l’isola di Flores è stata ufficialmente dichiarata da Jakarta come potenziale sede per l’esplorazione di siti adatti agli impianti geotermici. Si parla di 17 progetti tra i quali alcuni sono stati già attribuiti alle località di Daratei e Mataloko nell’area di Ngada. Un’ondata di azioni sono state compiute in questi anni da investitori e altre parti per spingere i capi locali e gli stessi leader della Chiesa a sostenere i cosiddetti progetti strategici nazionali.

 

Quelli interessati sono territori montuosi che rappresentano veri e propri paradisi naturali, ma dove già stanno aumentando le forme di degrado in nome dello «sviluppo» economico. Gli abitanti denunciano minacce alla salute pubblica, ma anche fenomeni come il deterioramento delle condizioni delle case a causa di materiali indesiderati e la diminuzione della fertilità dei terreni agricoli.

 

«Gli agricoltori di Mataloko hanno presentato le loro lamentele per il grave calo dei raccolti di caffè, cacao, mais, vaniglia, ortaggi, avocado e chiodi di garofano», si legge in un rapporto di alcune associazioni ambientaliste.

 

In questo contesto, il vescovo Kleden chiede con urgenza ai sacerdoti e ai leader locali di mitigare tutti i gravi effetti causati da questi progetti, invitando a una forte resistenza contro qualsiasi iniziativa mineraria che possa danneggiare l’ambiente e la vita comunitaria delle persone.

 

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Ambiente

Immagini dall’inferno di fuoco di Los Angeles: è un effetto della siccità artificiale?

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Ieri potenti incendi boschivi hanno continuato a divorare il ricco quartiere Pacific Palisades di Los Angeles, con le autorità in difficoltà nel contenere quello che è stato descritto come l’incendio più distruttivo nella storia della città.   Foto e video mostrano interi isolati completamente devastati dalle fiamme. Il reporter di ABC7 Josh Haskell, cresciuto nella zona, ha detto che «sembra che dal 50 al 75% di Pacific Palisades sia sparito».   Secondo Business Insider, Pacific Palisades, situata tra Santa Monica e Malibu, ospita alcuni degli immobili più costosi d’America, tra cui ville di proprietà di attori di Hollywood come Ben Affleck, Tom Hanks e Michael Keaton.

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Oltre 1.000 strutture sono andate a fuoco, ha detto il Dipartimento dei Vigili del Fuoco della California. Almeno cinque persone sono state uccise e altre 70.000 sono state costrette ad abbandonare le loro case.   I video, è stato giustamente notato, paiono essere stati ripresi all’inferno.      

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Il sindaco di Los Angeles Karen Bass è stato criticato online per aver intrapreso un viaggio in Africa nel weekend, mentre si parlava di una tempesta di vento in arrivo a casa. Anche i politici e gli sviluppatori l’hanno attaccata per aver tagliato il budget dei vigili del fuoco di 17,6 milioni di dollari l’anno scorso. Nel suo post di mercoledì su X, l’imprenditore tecnologico Elon Musk ha etichettato Bass come «totalmente incompetente».   Musk ha anche commentato come «vero» il commento del giornalista Alex Jones, che ritiene che in questo caso si possa parlare di «terrorismo amministrativo».   Le polemiche si stanno scatenando anche contro il capo dei pompieri di Los Angeles, di cui rimbalzano ora le immagini gioiose ai gay pride: si tratta, siamo informati, del primo capo dei pompieri losangelini donna e «LGBT», che immaginiamo che in questo caso significhi lesbica, ma non siamo sicuri.   I giornali stanno riportando la notizia che gli idranti – onnipresenti nelle città e cittadini americane – erano senza acqua. Un’idea che sta facendo disperare ed infuriare tanti cittadini.   In una delle immagini forse più impressionanti, pazienti in sedie rotelle sono evacuati in strada da un ospedale, tra il fumo che pervade le strade.  

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Nel frattempo, come era accaduto con gli incendi delle Hawaii di un anno fa (quando si disse che i proprietari delle case arse ricevettero subito proposte di acquisto da parte di grandi gruppi finanziari e immobiliari) volano le speculazioni in rete, con l’attore James Woods a confermare la voce che corre secondo cui le assicurazioni negli scorsi mesi avevano rimosso la protezione dagli incendi dalle loro polizze.     Come riportato da Renovatio 21, la California ha una lunga storia di siccità, secondo talune analisi indotta da sconsiderate (o… mirate?) politiche ecologiste dell’amministrazione. Il risultato sono sciacquoni del water con portata limitata, divieto di riempire le piscine o dar da bere all’orto in giardino – in pratica, lo Stato più ricco del Paese più potente della Terra vive come nel Terzo Mondo, con in più il controllo totalitario e l’eco-moralismo violento in cerca di capri espiatori.   Il lettore può leggere su Renovatio 21 l’articolo di William F. Engdahl «Un’agenda sinistra dietro la crisi idrica della California?», pubblicato già quattro anni fa.

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Il telescopio Hubble mostra che il Sole controlla il meteo sui pianeti esterni. E quello della Terra?

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Molti scienziati sono rimasti scioccati dai risultati di uno studio decennale del telescopio spaziale Hubble della NASA presentato al meeting dell’American Geophysical Union del 9-13 dicembre. Lo riporta EIRN.

 

Lo studio ha chiaramente dimostrato che il Sole controlla il meteo, il clima e altre condizioni atmosferiche anche nei pianeti più lontani. Ad esempio, a causa della sua distanza dal Sole, Nettuno riceve solo 1/1000 dell’intensità dell’energia dal Sole rispetto alla Terra, eppure il clima di Nettuno non è determinato dalle sue stagioni lunghe 40 anni, ma piuttosto dal ciclo solare di undici anni quando il campo magnetico del Sole si inverte.

 

Secondo le scoperte di Hubble, «il meteo nuvoloso globale di Nettuno sembra essere guidato dall’attività solare e non dalle quattro stagioni del pianeta, che durano ciascuna circa 40 anni». Con l’aumento dell’attività solare sul Sole, una radiazione ultravioletta più intensa inonda il Sistema Solare.

 

Gli scienziati hanno scoperto che due anni dopo il picco del ciclo solare, su Nettuno appare un numero crescente di nuvole.

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«Bisogna chiedersi: se il Sole può dominare i pianeti esterni, non avrebbe un controllo ancora maggiore sui pianeti interni?» domanda EIRN. «Hubble è ineguagliabile come strumento per comprendere i sistemi climatici planetari. Il telescopio Webb è perfetto per penetrare qualsiasi sistema di tempeste, ma il punto forte di Hubble è la tempesta stessa».

 

L’attenzione di Hubble sui pianeti esterni fa parte di un programma chiamato OPAL (Outer Planet Atmospheres Legacy), che è stato progettato per studiare le dinamiche atmosferiche di questi pianeti. Con la nitidezza delle immagini di Hubble, la sua gamma di lunghezze d’onda luminose dall’ultravioletto al vicino infrarosso, la sua accuratezza nella colorazione delle nuvole, l’attività e il movimento atmosferico, tutti registrati in dettaglio in 10 anni, lo hanno reso l’autorità indiscussa sul clima nel nostro sistema solare.

 

Come riportato da Renovatio 21, in tutto il mondo continua l’opposizione di molti scienziati all’idea di cambiamento climatico antropico propalata dall’élite occidentale e dal sistema scientifico da essi corrotto.

 

Come riportato da Renovatio 21, anche in Italia vari uomini di scienza si muovono contro il dogma climatico imperante, come gli undici scienziati membri del gruppo Clintel che hanno pubblicato una dichiarazione in cui respingono l’affermazione secondo cui l’alluvione in Emilia Rogmana è correlata al cambiamento climatico antropogenico, cioè da cambiamenti meteorologici indotti dall’attività umana.

 

Nel nostro Paese, tuttavia, avanza anche l’idea che «il negazionismo climatico dovrebbe essere un reato». Alla faccia della libertà di ricerca scientifica – quindi della Costituizione.

 

Riguardo all’importanza del sole per il clima hanno tuttavia le idee chiarissime Bill Gates e soci (tra cui, poteva mancare, Giorgio Soros), i quali come noto finanziano programmi per oscurare il sole tramite scie chimiche, pardon, «geoingegneria solare». Un tema così sentito che il Messicolo Stato americano del Tennesee ha deciso di metterne al bando i progetti.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

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